Osservatorio trimestrale sulla crisi di impresa

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1 Dicembre 2009 Osservatorio trimestrale sulla crisi di impresa Terzo trimestre 2009

2 I concordati aperti nei primi nove mesi del 2009 hanno già superato quelli aperti in tutto il 2008 Secondo gli archivi di Cerved, nel terzo trimestre del In forte crescita fallimenti e concordati preventivi I fallimenti Secondo gli archivi di Cerved Group, nel terzo trimestre del 2009 sono stati aperti fallimenti, con un incremento del 39,7% rispetto allo stesso trimestre del Dopo la brusca caduta seguita alla riforma della legislazione in materia di crisi di impresa, i fallimenti hanno ripreso a crescere per effetto della crisi finanziaria che ha investito i mercati globali: per il sesto trimestre consecutivo, il tasso di crescita risulta assai elevato e, in termini assoluti, il numero di fallimenti si è riportato sui livelli del periodo pre riforma. L aumento dei fallimenti, particolarmente elevato tra le società di capitale (tra le quali si registra il 70% circa del totale dei fallimenti) e le società di persone (rispettivamente +43,2% e +40,8%), è in crescita anche tra le ditte individuali (+25,6%) e nelle altre forme di impresa (+18,8%). Dal punto di vista settoriale, i fallimenti risultano in forte crescita in tutti i comparti dell economia e soprattutto nel campo delle attività finanziarie, immobiliari, nelle attività di noleggio, nell informatica, nei servizi alle imprese (+57,5%) e nella manifattura (+56,6%). L apertura di procedure è relativamente più frequente nell industria e nelle costruzioni: il rapporto tra numero di fallimenti aperti nel terzo trimestre 2009 e imprese registrate è pari a 6,2 (ogni 10 mila società) nella manifattura, a 3,8 nelle costruzioni, a 2,7 tra gli esercizi commerciali, i trasporti e le comunicazioni, a 60% 40% 20% 0% 20% 40% 60% I fallimenti in Italia tassi di variazione rispetto al trimestre dell'anno precedente (marzo 2002 settembre 2009) 42,6% 26,0% mar 02 mar 03 mar 04 mar 05 mar 06 mar 07 mar 08 mar 09 23,7% Attività finanziarie, immobiliari, noleggio e informatica 6,19 Manifattura e produzione e distribuzione energia I fallimenti per macro settore di attività 57,5% 56,6% tassi di variazione % sullo stesso trimestre dell'anno precedente 15,2% 36,4% 50,0% 28,1% 33,2% 16,8% giu 09 set 09 39,7% 21,0% 25,2% Manifattura Altro Costruzioni Commercio, alberghi, ristoranti, trasporti e comunicazioni Insolvency ratio per macro settore di attività fallimenti aperti su 10 mila imprese registrate (terzo trimestre 2009) 3,76 Costruzioni 2,75 2,33 Commercio, alberghi, Attività finanziarie, ristoranti, trasporti e immobiliari, noleggio comunicazioni e informatica 1,06 Altro Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

3 2,3 nelle attività finanziarie, immobiliarie, di noleggio e nell informatica e a 1,1 negli altri settori. Nell ambito I fallimenti nell'industria insolvency ratio e numero di fallimenti (tra parentesi) terzo trimestre 2009 dell industria, i fallimenti hanno colpito soprattutto le Alimentari Legno e prodotti in legno 1,8 (21) 3,6 (18) imprese che operano nella produzione di articoli in Carta ed editoria Elettronica 6,1 (29) 6,1 (39) gomma e plastica (insolvency ratio pari a 17,7), nei mezzi di trasporto (13,9), nella meccanica (8,8) e nella Tessili e abbigliamento Minerali non metalliferi Metallurgia Altre industrie Calzature, borse e cuoio 6,2 (56) 6,3 (22) 6,8 (89) 7,5 (57) 8,6 (25) produzione di articoli in pelle e cuoio (7,5); tra gli altri Meccanica Mezzi di trasporto 8,8 (51) 13,9 (21) settori manifatturieri, gli insolvency ratio sono Gomma e plastica 17,7 (29) compresi nella fascia tra 6 e 8 fallimenti ogni 10 mila imprese, tranne nel settore alimentare (1,8) e nella produzione di prodotti in legno (3,6). A livello territoriale, nel terzo trimestre del 2009 i fallimenti sono più che raddoppiati rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente in Emilia Romagna (da 75 a 161, +114,7%) e sono raddoppiati in Abruzzo (da 21 a 42); crescono a ritmi molto sostenuti i fallimenti Molise Sardegna Campania Umbria Basilicata Lazio Calabria Friuli Sicilia Trentino Alto Adige Liguria Toscana Lombardia Veneto Puglia Valle d'aosta Piemonte Marche Abruzzo Emilia Romagna Andamento dei fallimenti per regione tassi di variazione rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente (terzo trimestre 2009) 80,0% 48,4% 5,7% 7,1% 10,0% 12,1% 25,8% 28,9% 32,4% 37,0% 38,1% 45,1% 46,5% 48,3% 55,0% 66,7% 70,0% 80,0% 100,0% 114,7% anche nelle Marche (+80%), in Piemonte (+70%), in Puglia (+55%), in Veneto (+49,2%), in Lombardia Insolvency ratio per regione fallimenti ogni 10 mila imprese registrate (terzo trimestre 2009) (+45,5%), in Toscana (45,1%). Viceversa, diminuiscono i fallimenti nel Molise, in Sardegna e in Campania. Rispetto alle imprese registrate, i fallimenti risultano particolarmente elevati nel Friuli (4,4 ogni 10 mila imprese registrate), in Lombardia (4,1), nelle Marche (3,5), in Veneto (3,4), in Emilia Romagna (3,4). Tra le Molise Sardegna Liguria Basilicata Sicilia Campania Calabria Lazio Puglia Toscana Abruzzo Piemonte Umbria Trentino Alto Adige Emilia Romagna Veneto Valle d'aosta Marche Lombardia Friuli 0,28 0,92 1,74 1,75 1,95 2,08 2,11 2,32 2,37 2,49 2,80 2,90 3,16 3,36 3,38 3,44 3,50 3,53 4,14 4,36 grandi province, in forte aumento i fallimenti a Milano (dai 125 del settembre 2008 ai 176, +41%), a Roma (da 84 a 117, +39%) e soprattutto a Torino (da 50 a 90, +80%) e Brescia (da 30 a 58, +93%). I dati per dimensione d impresa confermano che la maggior parte dei fallimenti tocca aziende di piccola dimensione (meno del 20% delle società di capitale fallite nel corso del 2008 e del 2009 aveva un attivo di Le province con il numero maggiore di fallimenti +40,8% numero di fallimenti e tasso di crescita +39,3% +80% +8,7% set 08 set ,3% Milano Roma Torino Napoli Brescia Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

4 bilancio superiore a 2 milioni tre anni prima dell insorgere della crisi), con aumenti del fenomeno in tutte le fasce dimensionali considerate. In particolare, i fallimenti aumentano del +28% tra le imprese che non hanno adempiuto all obbligo di presentazione del bilancio tre anni prima della crisi, del +40% tra quelle per cui il totale dell attivo era inferiore a 2 milioni di euro, del +94% tra le società con un attivo compreso tra 2 e 10 milioni, del 31% tra quelle con un attivo maggiore di 10 milioni Fallimenti per dimensione dell'impresa dimensione di impresa in base al totale dell'attivo, solo società di capitale no bilancio minore di 2 mil tra 2 e 10 mil tra 10 e 50 mil maggiore di 50 mil Nota: valori di bilancio di tre anni prima rispetto all'apertura della procedura; escluso le società finanziarie q q I concordati preventivi Nel terzo trimestre del 2009 sono state presentate 232 domande di ammissione a una procedura di concordato preventivo, un valore leggermente più basso rispetto a quello record del trimestre precedente (245), ma del 73% maggiore rispetto a quello fatto registrare nello stesso trimestre del Complessivamente, nei primi nove mesi del 2009 sono stati aperti 664 concordati preventivi, un valore già superiore rispetto ai concordati dell intero 2008 (560) e del 76% maggiore rispetto a quelli aperti nei primi tre trimestri del La maggior parte dei concordati preventivi aperti nel corso del 2009 ha riguardato imprese operanti nei settori manifatturieri (357, pari al 53% del totale), con un incremento dell 86% rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. In forte aumento, anche i concordati tra le società che operano nelle costruzioni (+132%), mentre crescono meno della media complessiva quelli tra le aziende che operano nel commercio (+69%) e nelle attività finanziarie, Manifattura e produzione e distribuzione energia Aperture di concordati preventivi Concordati preventivi per macro settore di attività Commercio, alberghi, ristoranti, trasporti e comunicazioni 86 Costruzioni Attività finanziarie, immobiliari, noleggio e informatica Altro 23 gen set 2009 gen set Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

5 immobiliari, di noleggio e nell informatica (+24%). Nell ambito dell industria, hanno fatto ricorso al concordato preventivo soprattutto le imprese tessili (57, +50% rispetto all anno precedente), quelle meccaniche (54, +170%) e le società che operano nella metallurgia (50, +194%). È la Lombardia la regione in cui si è registrato tra gennaio e settembre 2009 il numero maggiore di concordati preventivi, con 159 casi (+112% rispetto ai primi nove mesi del 2008); seguono con 108 casi il Veneto (+66%), la Toscana con 99 (+28%), le Marche con 70 (+106%), l Emilia Romagna con 56 (+37%) e il Piemonte con 30 (+114%). Tra le imprese che hanno fatto ricorso al concordato preventivo tra gennaio e settembre del 2009, è notevolmente maggiore la presenza di imprese mediograndi, rispetto a quella riscontrata tra le società per cui si è aperto un fallimento. Il concordato è in aumento in tutte le classi dimensionali considerate: del +24% tra le società che non hanno presentato un bilancio, del +59% tra quelle con un totale dell attivo minore di 2 milioni, del +79% tra quelle con un attivo compreso tra 2 e 10 milioni e del +104% tra le aziende con un attivo maggiore di 10 milioni di euro I concordati preventivi per regione regioni in cui sono stati aperti più concordati tra gennaio e settembre Lombardia Veneto Toscana Marche Emilia Romagna Tessili e abbigliamento 51 I concordati preventivi per dimensione dell'impresa 49 I concordati preventivi nell'industria settori in cui sono stati aperti più concordati tra gennaio e settembre dimensione di impresa in base al totale dell'attivo, solo società di capitale gen set 2009 gen set Piemonte gen set 2009 gen set 2008 no bilancio minore di 2 mil tra 2 e 10 mil tra 10 e 50 mil maggiore di 50 mil Nota: valori di bilancio di tre anni prima rispetto all'apertura della procedura; escluso le società finanziarie Meccanica Metallurgia Altre industrie Gomma e plastica 29 7 gen set 2009 gen set Borse e cuoio Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

6 Poche in vita dopo il concordato il focus Secondo gli archivi di Cerved Group, tra il primo gennaio del 2001 e il 30 settembre del 2009, oltre 3 mila imprese hanno richiesto l ammissione a un concordato preventivo, la procedura recentemente riformata per favorire una precoce ristrutturazione di società in temporanea difficoltà attraverso un accordo con i creditori e il pagamento parziale dei debiti. Per quante di queste imprese il concordato è stato uno strumento utile per ristrutturarsi e per tornare a creare valore e per quante ha costituito invece solo un passaggio intermedio prima dell espulsione dai mercati? È possibile stimare che nel 13% dei casi esaminati 1, i tribunali hanno rigettato la richiesta di concordato preventivo prima dell omologa, trasformando la procedura in un fallimento o in un concordato fallimentare. Tra le imprese che hanno ottenuto l 0mologa dai tribunali, i dati indicano che il 13% risulta oggi in fallimento, il 10% cessata o inattiva e il 7% in liquidazione: complessivamente, quindi, circa il 30% delle società che hanno aperto un concordato preventivo nel periodo esaminato sono oggi fuori dai mercati. Le percentuali diminuiscono se calcolate con riferimento al periodo successivo alla riforma Fallimenti, cessazioni e liquidazioni tra le imprese che hanno aperto un concordato preventivo % rispetto al totale delle imprese che hanno aperto e omologato un concordato preventivo fallimentare (da luglio 2006 in poi): la quota di società cessate o inattive passa dal 19% al 3%, gennaio 2001 giugno ,7% luglio 2006 settembre ,0% quella di aziende in fallimento dal 18% all 8%, quella di imprese in liquidazione dal 9% al 6%. 8,1% 8,8% Più che all impatto della riforma, questo calo 5,7% 3,2% dipende però da un fisiologico effetto temporale (tanto più è recente il concordato preventivo, tanto più bassa è la probabilità di un fallimento cessate o inattive in fallimento in liquidazione o di un altro evento): la percentuale di imprese Imprese fallite dopo l'apertura del concordato che falliscono entro un anno (o due anni) fallite entro 1 anno 15,8% fallite entro 2 anni dall apertura del concordato è infatti piuttosto 12,8% 12,4% 12,5% 13,6% 11,1% 11,0% stabile in tutto il periodo di riferimento. 9,6% 10,4% Per le società di capitale, grazie all archivio sui bilanci, è possibile anche stabilire quante imprese che non sono cessate, inattive, in 7,5% 8,1% 8,1% 8,1% 7,1% 6,3% primi fallimento o in liquidazione risultano nove mesi effettivamente operative sui mercati. Tra queste Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

7 aziende, quelle che riescono a riprendere l attività produttiva dopo l apertura di un Tasso di sopravvivenza per le imprese che hanno aperto un concordato preventivo società che hanno realizzato ricavi nel 2008 sul totale delle società di capitale non concordato sono molto poche: 3 imprese su 4 non hanno realizzato nemmeno un euro di finanziarie che hanno aperto un concordato preventivo tra il 2001 e il ,7% 36,5% fatturato oppure non hanno depositato alcun bilancio. Si tratta di aziende vive solo 10,3% 10,3% formalmente, ma non più in grado di produrre 4,9% 3,3% 3,7% 1,9% ricavi o addirittura di adempiere all obbligo di deposito del bilancio Complessivamente, quindi, le società di capitale che sono riuscite a sopravvivere dopo un concordato preventivo aperto tra il 2001 e il 2008 sono solo il 16% del totale. Anche tra quelle che hanno aperto un concordato recentemente, i tassi di sopravvivenza sono bassi: solo un impresa su quattro di quelle che hanno aperto una procedura nel 2007 sono oggi in vita (e solo il 37% di quelle che lo hanno aperto nel 2008). 1 A causa dell incompletezza degli archivi sulle omologazioni, il numero di pratiche omologate è stato stimato sulla base del numero di giorni che intercedono tra l apertura della seconda e la prima procedura: quando la durata è inferiore a 180 giorni, si assume che il concordato sia trasformato in fallimento prima dell omologa. Quando invece la durata è superiore a 180 giorni, si assume che il concordato sia stato omologato e solo successivamente sia stata aperta una procedura fallimentare Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

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