L UNITÀ DEI GRADI DEL SAPERE ATTRAVERSO LA METAFISICA

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1 L UNITÀ DEI GRADI DEL SAPERE ATTRAVERSO LA METAFISICA Liliana Camuti Matr. 50/20350/BS Prof.ssa Valeria Ascheri Sommario Introduzione 1. Jacques Maritain: la vita, le opere 2. L universo del sapere e la distinzione tra scienza e saggezza 3. La metafisica: correlazione tra scienza e sapienza 4: Il realismo critico 5. L epistemologia di Maritain 5.1 la distinzione tra cosa e oggetto 5.2 L uomo, soggetto della conoscenza 5.3 che cosa è la conoscenza? Conclusione Bibliografia Introduzione Nel presente elaborato si prenderanno in esame alcune questioni che riguardano l unità dei gradi del sapere attraverso la metafisica, il realismo critico, e le caratteristiche della conoscenza, proposte dal filosofo francese Jacques Maritain. Prima di addentrarci nel cuore della questione, si proporrà un inquadramento dell autore dal punto di vista della sua bibliografia e produzione letteraria, con una particolare attenzione all opera che prenderemo maggiormente in riferimento nel corso di questo lavoro, Distinguere per unire: I gradi del sapere. 1 Secondo Jacques Maritain, i saperi costituiscono, in un certo senso, un unico universo. Ciascun sapere è, infatti, scientifico nella misura in cui (a) dimostri la validità dei propri criteri 1 J. MARITAIN, Distinguere per unire. I gradi del sapere, Morcelliana, Brescia 1974.

2 metodologici, e (b) utilizzi correttamente e in maniera adeguata al proprio oggetto le regole del suo investigare. All interno di quest unico universo, il filosofo francese opera una prima macrodistinzione, quella tra le «scienze» e le «saggezze». Le «scienze» riguardano il mondo del particolare, e si occupano di investigare il come dell esistere; le «saggezze», invece, hanno a che fare con il mondo dell universale, e si interrogano sul perché dell esistere e del vivere. Mentre le prime investigano il mondo dell'infra-intelligibile, attraverso i segni e i simboli della matematica, le seconde gettano lo sguardo al mondo del sovraintelligibile, mediante le illuminazioni dell esperienza poetica e dell esperienza mistica. Utilizzando l'immagine del cerchio per rappresentare l'essere, Maritain individua tre modi complementari attraverso cui l'uomo può confrontarsi con la realtà: la conoscenza dianoetica, che appartiene alla filosofia e alla matematica. Essa entra nell'essere a partire dalla circonferenza, raggiungendo il mondo intelligibile alla intelligenza umana; la conoscenza perinoetica, propria delle scienze naturali, che circonda l'essere di segni e di simboli lungo la circonferenza, descrivendo approssimativamente il mondo infra-intelligibile della materia; la conoscenza ananoetica, che, partendo dal centro verso la circonferenza, permette di conoscere il mondo sovra-intelligibile dell'assoluto. Fin dalla introduzione de I gradi del sapere Maritain individua nella metafisica, come intelligenza della realtà, il punto di raccordo tra la scienza e la sapienza. La metafisica è la più alta delle scienze e la più infima delle saggezze. La metafisica fa parte della conoscenza dianoetica, propria della filosofia e della matematica. La prima saggezza è dunque la saggezza metafisica, la più povera delle saggezze, anche se è la più indispensabile, perché riguarda l essere in quanto essere nella radicalità del suo esistere. La metafisica partendo dalle cose visibili, di cui cerca la ragione ultima, giunge a conoscere l'esistenza di Dio, causa prima della natura. In questo modo, la metafisica si apre alla teologia, che a sua volta si apre alla mistica. In questo senso, queste tre saggezze formano una gerarchia organica. Quella di Maritain è una posizione filosofica che possiamo definire di «realismo critico». La ragione umana ha la possibilità di conoscere la verità intelligibile all'uomo, ma al tempo stesso questa conoscenza è insufficiente, perché l essere non si risolve, nel pensiero. 2

3 1. Jacques Maritain: la vita, la formazione e le opere Jacques Maritain nasce a Parigi nel 1882, da Paul Maritain e Geneviève Favre, figlia di Jules Favre, politico francese repubblicano, strenuo oppositore di Luigi Napoleone. La madre, Geneviève, fu determinante nell educazione del giovane, che fu caratterizzata da un protestantesimo liberale. Dopo il Liceo, il ragazzo studiò prima filosofia alla Sorbona di Parigi e poi scienze naturali. Durante gli studi per questa seconda laurea, Jacques incontra Raissa Oumançoff, nata a Rostov sul Don nel 1883 da una famiglia di ebrei ortodossi, che diventerà poi sua moglie. 2 Entrambi insoddisfatti della educazione di stampo positivista ricevuta alla Sorbona, meditano il suicidio. Nel 1905, la lettura de La donna povera di Leon Bloy, li introduce in un cammino di conversione al cattolicesimo. Dopo due anni trascorsi ad Heidelberg per approfondire le scienze naturali, l incontro con padre Humbert Clérissac convince Jacques e Raissa a leggere la Summa Theologica di san Tommaso, che è per loro una rivelazione intellettuale che li costringe a mettere in crisi la filosofia precedente praticata, principalmente il pensiero di Henri Bergson. Maritain, fin da giovanissimo, si è dedicato all attività didattica. Inizia ad insegnare prima a livello liceale presso il Collège Stanislas ( ), poi a livello universitario presso l lnstitut Catholique di Parigi (dal 1914). 3 Tale attività è caratterizzata da un intenso fervore, testimoniato dalla stesura di numerosi testi per studenti e ricercatori. 4 Pubblica su diverse riviste, e in collaborazione con la moglie Raissa fonda i Circoli tomisti, gruppo di studi fra intellettuali che si ispirano a san Tommaso. La casa di Meudon, dove i due sposi vivono alla periferia di Parigi, diviene un centro di incontri spirituali e dibattiti culturali. Jacques si dedica anche ad un intensa attività di promozione culturale. Inoltre, insieme a Nicola Berdiaeff organizza incontri di studio tra cattolici, ortodossi e protestanti, sulla via dell'ecumenismo. La formazione di Jacques Maritain è accompagnata da tre grandi maestri: Charles Peguy, Leon Bloy ed Henry Bergson. 5 Alla Sorbona, Jacques e Raissa avevano frequentato i corsi di embriologia generale di F. Le Dantec, ateo e materialista. Biologo e filosofo della scienza, l autore francese escludeva la possibilità di una metafisica, ritenendola un illusione e sostenendo che «la vita non è altro che una combinazione chimica particolare». 6 Insoddisfatti e delusi dalla formazione ricevuta alla Sorbona, Jacques e Raissa sono accompagnati da Charles Peguy alle lezioni di Bergson 2 Nella sua opera di filosofo, un ruolo centrale sarà occupato proprio dalla moglie Raissa. Assieme i due collaborano alla stesura delle opere e assieme discutono delle posizioni da assumere nel dibattito politico e culturale dell epoca. 3 P. VIOTTO, Introduzione a Maritain, Laterza, Bari 2000, p Ibidem. 5 Ibidem, p Ibidem, p. 5. 3

4 al Collège de France. 7 Secondo la testimonianza della stessa Raissa, Bergson introduceva il discorso sull essere e sulla possibilità di conoscerlo, pur riservando una critica serrata all intelletto, o per lo meno al concetto che se ne aveva in quell epoca. Grazie a Bergson, i Maritain percepiscono la possibilità, e ne intravedono l emergere, di una metafisica a partire dalla ricerca psicologica del filosofo. Al tempo stesso, si rendono però conto, al contempo, della sua debole fondazione filosofica. 8 Per quando riguarda la produzione letteraria di Maritain, occorre innanzitutto tenere presente che le sue opere non nascono a tavolino. Esse sono sempre il frutto di una elaborazione a partire da conferenze, lezioni, seminari. Le opere del filosofo riflettono inoltre i sommovimenti culturali dell epoca, ponendosi in dialogo con le esigenze proprie del tempo. Sono scritte sia in francese che in inglese, durante il periodo americano, in uno stile letterario che è stato riconosciuto dalla stessa Académie Française, che nel 1961 attribuisce al filosofo il Grand Prix de la Littérature. 9 L opera che prenderemo come riferimento per le pagine che seguono è Distinguere per unire: I gradi del sapere. Si tratta dell opera più importante della copiosa produzione mariteniana. Scritta tra il durante un anno di congedo dall insegnamento all lnstitut Catholique, è lo scritto in cui il filosofo espone in maniera più sistematica la sua epistemologia. I gradi del sapere non è stata concepita da Maritain come un manuale didattico, bensì come una meditazione su tematiche che si legano tra loro in un movimento continuo. L opera tratta di ambiti molto vari. Ne offriamo una breve panoramica, facendo notare innanzitutto come l opera rappresenti un cammino che va dall esperienza del fisico all esperienza del contemplativo, in un viaggio nelle diverse regioni della conoscenza. Nell introduzione dell opera, Maritain parla della grandezza e della miseria della metafisica (tema che approfondiremo meglio in seguito). Il filosofo passa poi a parlare della conoscenza e dei principi di una filosofia dell intelligenza. Ampio spazio è dedicato quindi alla filosofia della natura, e ai suoi rapporti con le altre scienze. L opera passa poi ad analizzare i gradi del sapere sovrarazionale, che culmina nell esperienza mistica. Si passa così alla narrazione della sapienza agostiniana e di san Giovanni della Croce. Infine, l ultimo capitolo, offre la conclusione di tutta l opera: Maritain parla del Tutto e del Nulla, e del supremo grado di conoscenza offerto all uomo in questa vita. 2. L universo del sapere e la distinzione tra «scienze» e «saggezze» 7 Ibidem. 8 Ibidem, p Ibidem, p. 3. 4

5 Secondo il filosofo francese, tutte le conoscenze possono essere scienza, a patto che dimostrino la validità dei loro metodi conoscitivi. Non tutte le scienze, però, sono saggezze. Infatti, la saggezza è quel tipo di sapere che produce una conoscenza dei principi supremi della realtà. 10 Maritain individua tre modi con cui l uomo può confrontarsi con la realtà, e che corrispondono a tre tipi di conoscenza: la conoscenza dianoetica, la conoscenza perinoetica e la conoscenza ananoetica. Per spiegare questi tre tipi di conoscenza, utilizzeremo l immagine didattica del cerchio, utilizzata dallo stesso Maritain per rappresentare l essere. La conoscenza dianoetica è propria della filosofia e della matematica; essa penetra l essere a partire dalla circonferenza, raggiungendo poi il mondo intelligibile accessibile all intelligenza umana. La conoscenza perinoetica è tipica invece delle scienze naturali; questo tipo di conoscenza circonda la circonferenza di segni e di simboli, descrivendo in maniera approssimativa il mondo della materia. Infine, la conoscenza ananoetica è un tipo di conoscenza che parte dal centro e va verso la circonferenza, permettendo la conoscenza dell Assoluto. 11 Secondo Maritain, lo snodo tra la scienza e la saggezza si trova al livello della conoscenza dianoetica. La filosofia, quale sapere percettivo, coglie direttamente, attraverso i segni, la cosa significata, cioè l ente. La matematica, invece, quale sapere costruttivo, costruisce enti di ragione. La filosofia è una saggezza, la matematica è solo una scienza. 3. La metafisica: raccordo tra scienza e sapienza La metafisica, come intelligenza della realtà, è quindi il punto di raccordo tra scienza e sapienza. Approfondendo una distinzione che abbiamo accennato in precedenza, occorre dire che, secondo il filosofo francese, la scienza è un sapere che investiga il mondo dell infra-intelligibile, mediante i segni e i simboli della matematica. La sapienza, invece, si rivolge al mondo del sovra-intelligibile mediante le illuminazioni dell esperienza poetica e dell esperienza mistica. 12 La metafisica è chiamata, secondo Maritain, a porre fine all «incompatibilità di carattere» 13 che l umanesimo classico ha creato tra scienza e sapienza. La metafisica è, dunque, il primo grado della saggezza. In un senso, la metafisica è quindi la più povera di tutte le saggezze, ma, proprio come il primo gradino di una scala, essa è anche la più indispensabile. È la più povera poiché, secondo Maritain, «non vi è nulla di più povero dell'essere in quanto essere» 14 ; infatti, per arrivarvi occorre in un certo senso spogliarlo da qualsiasi 10 Ibidem, p Ibidem. 12 Ibidem, pp J. MARITAIN, Distinguere per unire, cit., p Ibidem, p

6 determinazione o qualità particolare. D altro canto, però, non vi è nulla di più ricco dell essere stesso, infatti: cosa non è essere?. La grandezza della metafisica sta nel fatto che essa è sapienza, la sua miseria nel fatto che essa è scienza umana. 15 La sapienza metafisica si trova al grado più puro di astrazione, poiché è lontana dai sensi; essa approda infatti nell immateriale, in un mondo di realtà che esistono o possono esistere separate dalla materia. La metafisica aspira «all unità del semplice sguardo», ma essa non vi si avvicina che in maniera asintotica, senza giungervi mai. 16 La metafisica, secondo Maritain, è dunque una teologia naturale, poiché ha come oggetto la Causa delle cause. La metafisica, infatti, parte dalle cose visibili di cui cerca la ragione ultima; in questa sua ricerca, la saggezza metafisica approda a riconoscere l esistenza di Dio, ovvero l esistenza di una causa ultima, autore della Natura. 17 Con un linguaggio poetico, Maritain afferma che: «Penetrare in questo transintelligibile è il desiderio più profondo della nostra intelligenza; essa istintivamente sa fin dalla nascita che soltanto là troverà il suo riposo. L'intelligenza si trascina a carponi verso il divino». 18 Con la sua intelligenza, l uomo può arrivare a sapere che esiste un Dio, ma non può conoscerlo dal di dentro; questo non perché Dio non sia intelligibile, ma perché Egli non è connaturale al nostro potere di conoscenza. Occorre quindi un altro tipo di saggezza, di ordine soprannaturale, la saggezza teologica che, attraverso la fede, illumina la ragione elevandola a conoscere le cose dal punto di vista di Dio Il realismo critico Una delle tesi più importanti de I gradi del sapere riguarda le possibilità conoscitive dell uomo e della ragione. Il trattato, come abbiamo visto, ha inizio con l affermazione della grandezza e della miseria della metafisica. Così facendo, Maritain, da una parte, riconosce alla ragione umana la possibilità di conoscere quelle verità che sono accessibili all uomo. Al tempo stesso, però, l autore riconosce pure l insufficienza di questa conoscenza, dal momento che l essere non si risolve nel pensiero che l uomo ne ha. Si tratta di una posizione di realismo, più precisamente realismo critico. 20 Con il termine realismo critico, Maritain si riferisce alla «concezione aristotelico-tomista della conoscenza» 21. Tuttavia, afferma l autore, Aristotele e san Tommaso non hanno avuto bisogno 15 Ibidem, p Ibidem, p Ibidem. 18 Ibidem, p P. VIOTTO, Introduzione a Maritain, cit., p Ibidem, p Ibidem, p

7 di definire la propria prospettiva filosofica una prospettiva di tipo realista, perché nelle loro rispettive epoche non era ancora sorto il problema conoscitivo, nei termini in cui questo è emerso nella filosofia moderna. Infatti, ciò che per Aristotele e san Tommaso era un principio assodato, evidente, ovvero la capacità dell intelligenza umana di cogliere il reale, con la filosofia moderna, in particolare con Cartesio, non lo è più. Il cartesianesimo, con il meccanismo che gli è basilare del cogito ergo sum, rappresenta l esatta antitesi del realismo. La filosofia cartesiana, infatti, pone il pensiero (cogito) prima dell essere (esse): il pensiero è fondamento stesso dell essere appunto, cogito ergo sum. Nella prospettiva mariteniana, mutuata anche dalla filosofia classica, in particolare di Aristotele e san Tommaso, avviene tutto l opposto. L essere precede e fonda il pensiero; è cioè l esse a fondare il cogito. 5. L epistemiologia mariteniana In questa prospettiva, il fatto che le facoltà conoscitive umane siano idonee a conoscere il reale è un dato di natura, e tanto più il pensiero dell uomo è sano, quanto più si riferisce al reale. 22 Maritain afferma che il problema critico legato alla conoscenza così come è stato posto da Cartesio non è ben impostato. Egli afferma infatti che è assurdo pensare che la filosofia, ancor prima di conoscere, dimostri la sua idoneità a conoscere. È, infatti, solo quando il pensiero comincia ad esercitarsi, ad essere messo in pratica, ad acquisire scienza e sapienza sul reale, che è possibile operare un lavoro di verifica, che è un lavoro di ripiegamento su sé stesso, di giudizio sulla conoscenza per poterla vagliare. Maritain, insomma, non esclude un momento di verifica della conoscenza da parte dell intelletto; ciò che lo distanzia da Cartesio, a questo proposito, è quando tale momento di verifica debba avvenire: per Cartesio a priori, per Maritain e la filosofia classica a posteriori. 5.1 La distinzione tra cosa e oggetto Il senso comune conferma questo atteggiamento realista, secondo il quale si ritiene che il pensiero coincida con la realtà. Il realismo di Maritain, che è poi il realismo di San Tommaso, non è però un realismo ingenuo, bensì un realismo critico. 23 Quest ultimo non smentisce il senso comune, ma lo purifica. Infatti, se il senso comune fa del pensiero una specie di copia, di calco della realtà, per cui si ritiene generalmente che ciò che si pensa è ciò che è, il realismo critico ritiene invece che tra 22 Ibidem, p «Il realismo tomistico non solo non è un realismo ingenuo (se per ingenuità si intende assenza di rigore scientifico e di impegno di verificazione, giacché ingenuità può anche significare naturalezza del procedimento, che riconosce alla natura stessa un primato sulla riflessione), ma che è un realismo cosciente, riflesso e voluto, metodico, ma inoltre, che è veramente e propriamente un realismo critico, anzi la sola dottrina gnoseologica che merita pienamente questo nome». J. MARITAIN, Distinguere per unire, cit., p

8 pensiero e realtà vi sia un unità più profonda, che permette allo stesso tempo una distinzione tra i due. Infatti, se il pensiero fosse un calco della realtà, così come il senso comune ritiene, come sarebbe possibile l errore? Occorre quindi affermare che il modo in cui le cose sono nel nostro pensiero non è il modo in cui queste sono in sé stesse. Occorre cioè distinguere tra cosa e oggetto: la cosa è la realtà extra-mentale, l oggetto è la cosa nel soggetto conoscente. La cosa non è l oggetto ma quando è conosciuta non è separata da questo. In questo senso vi sono due piani di esistenza diversi: l esistenza che le cose godono e che le tiene fuori dal nulla; e l esistenza che in un certo senso si sovrappone loro qualora queste sono oggetto dell apprensione da parte dell anima. Maritain si rifà così alla celebre definizione di verità di san Tommaso come adaequatio rei et intellectus, cioè adeguazione tra l intelligenza e la cosa. Quindi tra senso comune e realismo critico, tra senso e comune e filosofia, vi è da una parte continuità, dall altra distinzione. Continuità, nella misura in cui per senso comune si intenda una conoscenza di quella verità evidenti e dei principi semplici della ragione; distinzione, nella misura in cui nella filosofia queste verità si ritrovano elevate per così dire a un rigore scientifico che nel senso comune non possiedono. In un certo senso, la filosofia prolunga e arricchisce ciò che è contenuto in abbozzo nel senso comune. Al tempo stesso, il realismo critico differisce dall idealismo e dal fenomenismo, in quanto: a differenza tanto del primo, riesce a conservare l oggettività della conoscenza; a differenza del secondo, riesce a conservare l attività del soggetto conoscente, distinguendo e al tempo stesso correlando l essere e il pensiero L'uomo, soggetto della conoscenza Il pensiero di Maritain tiene conto non solo della struttura del sapere, come abbiamo visto nell analisi precedente, ma anche del dinamismo del soggetto conoscente. In questo senso, Maritain non tralascia né l oggetto, né il soggetto. La concezione antropologica che sta a fondamento della filosofia mariteniana è quella classica del pensiero giudaico, greco e cristiano, è quella cioè «di un uomo come animale dotato di ragione, la cui suprema dignità consiste nell intelligenza; di un uomo come libero individuo in relazione personale con Dio, la cui suprema virtù consiste nell ubbidire volontariamente alla legge di Dio; di un uomo come creatura peccatrice e ferita, chiamata alla vita divina e alla liberazione apportata dalla grazia, la cui suprema perfezione consiste nell amore». 25 La filosofia tomista, abbracciata dal filosofo francese, è definita da quest ultimo un «intellettualismo esistenzialista», 26 in quanto in essa il soggetto ha un ruolo centrale. In Umanesimo Integrale, 24 P. VIOTTO, Introduzione a Maritain, cit., p J. MARITAIN, Umanesimo integrale, Borla, Torino 1962, p J. MARITAIN, Breve Trattato dell Esistenza e dell Esistente, Morcelliana, Brescia 1984, p

9 Maritain parla dell umanesimo come ciò che tende a rendere l uomo più propriamente umano, accompagnandolo verso la realizzazione della sua originaria grandezza. L umanesimo richiede, in particolare, che l uomo sviluppi le virtualità contenute in lui, le sue forze creatrici e la vita della ragione Che cos è la conoscenza? Conoscere, afferma Maritain, è un attività del senso e dell intelligenza; ovvero, le funzioni conoscitive sono i sensi e l intelletto. La conoscenza, secondo Maritain non è né un azione, né una passione. Conoscere è un modo di esistenza per cui il soggetto non esiste più rinchiuso in unico genere, ma gode di un esistenza illimitata nella quale diviene sé stesso e gli altri. 28 Per quanto riguarda la conoscenza sensitiva, il senso è naturalmente in tensione vitale verso l esterno e deve solamente aprirsi per conoscere dalla cosa. Questa agisce sull organo attraverso le sue qualità. Quest ultimo, dal canto suo, è come fecondato in profondità dalla cosa stessa e riceve una specie impressa. Per quanto riguarda invece la conoscenza intellettiva, il filosofo afferma che l intelligenza, è come una attività che nasce e si sviluppa a partire da questo germe fecondativo (potremmo dire quindi una vita), e produce da sé un frutto che è un concetto di ordine intelligibile, immateriale. In Breve trattato dell esistenza e dell esistente, 29 Maritain afferma che Dio crea dei soggetti (o suppositi) e che questi derivano poi la loro natura, la loro sussistenza, esistenza e attività dall influsso divino. Per questa ragione, il filosofo afferma che noi non conosceremo mai a sufficienza ciò che c è nel più piccolo filo d erba o nel più piccolo fremito del ruscello». Noi conosciamo questi soggetti e non avremo mai finito di conoscerli. Come conseguenza della distinzione che abbiamo visto sopra tra cosa e oggetto, occorre dire con Maritain che l uomo non conosce soggetti. L uomo conosce piuttosto oggetti. Infatti, i soggetti sono conosciuti venendo fatti oggetto della conoscenza. L oggetto è qualcosa del soggetto trasferito nell intellezione in atto. Conoscere i soggetti come oggetti vuol dire conoscerli in determinati aspetti o prospettive intelligibili, che l uomo non smette mai di scoprire. 30 La conoscenza dei soggetti, dei suppositi e delle persone, come oggetti, avviene tramite il senso, l esperienza, la scienza e la filosofia. È interessante notare che l unico soggetto ad essere conosciuto come tale, e 27 J. MARITAIN, Umanesimo integrale, cit., p «Conoscere è portare sé stessi ad un atto di esistenza di sovreminente perfezione». J. MARITAIN, Distinguere per unire, cit., p MARITAIN, Breve Trattato dell Esistenza e dell Esistente, cit., p Cfr. Ibidem. 9

10 non come oggetto, dall uomo è sé stesso. L uomo conosce sé stesso come soggetto attraverso la coscienza e la riflessione. Ma proprio perché si conosce come soggetto, l uomo non si conosce come oggetto e dunque la sua sostanza gli resta oscura. 10

11 Conclusione Nel presente lavoro abbiamo preso in esame il pensiero del filosofo francese Jacques Maritain. In particolare, ci siamo riferiti a quella che è l opera più importante e sistematica della sua produzione letteraria, Distinguere per unire: I gradi del sapere. Dopo una breve presentazione della vita e della formazione dell autore, così come della sua produzione letteraria, siamo passati poi ad analizzare la distinzione che, nell unico universo del sapere, il filosofo opera tra «scienza» e «saggezza». Abbiamo visto come la scienza rappresenti un sapere che investiga il mondo dell infra-intelligibile, mediante i segni e i simboli della matematica. La sapienza, dal canto suo, si rivolge al mondo del sovra-intelligibile, mediante le illuminazioni dell esperienza poetica e dell esperienza mistica. La metafisica è il punto di snodo tra scienza e saggezza ed è chiamata, secondo Maritain, a porre fine all «incompatibilità di carattere» che l umanesimo classico ha creato tra le due. Siamo quindi passati a definire il realismo critico, che differisce tanto dal realismo ingenuo, quanto dall idealismo e dal fenomenismo. Fonte del realismo critico è il pensiero di Aristotele e San Tommaso, che però non avevano avuto la necessità di proclamarlo o difenderlo. Tale necessità si presenta invece con la filosofia moderna e contemporanea, dopo che con il cogito cartesiano è stato operato un capovolgimento del rapporto tra il pensiero e l essere: con Cartesio è il pensiero a fondare l essere, e non viceversa. Maritain lavora quindi per ripristinare la capacità dell intelletto di conoscere il reale, richiamandosi alla celebre definizione di verità di san Tommaso quale adaequatio rei et intellectus. Tra la cosa e l oggetto di conoscenza, afferma Maritain, vi è una unità profonda e allo stesso tempo una distinzione; si tratta cioè di due modi diversi di esistenza: la cosa non è l oggetto, ma quando essa è conosciuta non è separata da questo. La conoscenza sensibile e quella intellettiva si pongono anch esse in continuità reciproca: la conoscenza sensibile, attraverso i sensi, è naturalmente tesa verso la realtà; quest ultima agisce sull organo attraverso le sue qualità. L organo ne è in un certo senso fecondato. La conoscenza intellettiva è invece, per così dire, il frutto immateriale di questo germe: è cioè come una attività che nasce, che si sviluppa a partire da questo germe fecondativo (potremmo dire quindi una vita), e produce da sé un frutto che è un concetto di ordine intelligibile, immateriale sull organo attraverso le sue qualità. 11

12 Bibliografia FONTI MARITAIN J., Umanesimo integrale, Borla, Torino MARITAIN J., Distinguere per unire. I gradi del sapere, Morcelliana, Brescia MARITAIN J., Breve Trattato dell Esistenza e dell Esistente, Morcelliana, Brescia VIOTTO P., Introduzione a Maritain, Laterza, Bari STUDI VIOTTO P., Jacques Maritain, in TANZELLA-NITTI G. E STRUMIA A., Dizionario interdisciplinare di scienza e fede. Cultura scientifica, filosofia e teologia, 2 voll. Urbaniana University Press - Città Nuova Editrice, Roma 2002, pp

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