COLLEGIO DI TORINO. Membro designato dalla Banca d'italia. Membro di designazione rappresentativa degli intermediari.

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1 COLLEGIO DI TORINO composto dai signori: (TO) LUCCHINI GUASTALLA (TO) GRAZIADEI (TO) COTTERLI (TO) DALMOTTO (TO) DE FRANCESCO Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia Membro di designazione rappresentativa degli intermediari Membro di designazione rappresentativa dei clienti FATTO La parte ricorrente ha affermato: - di aver richiesto, in data 17/07/2020, l emissione di un assegno circolare non trasferibile di ,00 al secondo intermediario resistente, con beneficiario un terzo soggetto, con il quale era in trattativa per l acquisto di un orologio; - di aver inviato a tale terzo soggetto una copia dell assegno ma di essersi accorto, poco dopo, del sopravvenuto abbandono delle trattative da parte di quest ultimo, poi resosi irreperibile; - di non aver perso il possesso dell assegno circolare e di essere tornato presso la sede del secondo intermediario resistente per rimettere il documento ma di aver appreso in quel momento che l assegno era stato già negoziato presso il primo intermediario resistente ed ormai incassato il giorno 23/07/2020; - che tra l assegno circolare originale ed il clone presentato per l incasso sussistono palesi incongruenze, non solo nelle parti compilate, ma anche nelle parti prestampate dell assegno stesso, che ne rendono manifesta la falsità ; - di aver sporto denuncia-querela in data 30/07/2020 e di aver proposto reclamo nei confronti di entrambi gli intermediari in data 1/09/2020, senza tuttavia ottenere alcun risultato. Il ricorrente chiede pertanto all ABF l accertamento della responsabilità dei due istituti convenuti per i fatti accaduti, con condanna al rimborso di ,00, oltre spese legali. Con le proprie controdeduzioni il primo intermediario resistente (cioè la banca negoziatrice dell assegno) ha affermato quanto segue: - in sede di denuncia, il ricorrente ha affermato di aver inviato tramite un sistema di messaggistica elettronica l immagine dell assegno al promittente venditore, il quale è stato posto nelle condizioni di perfezionare la truffa; Pag. 2/6

2 - il ricorrente ha pertanto violato gli obblighi di normale diligenza, che gli imponevano di non trasmettere a terzi immagini del titolo; - il truffatore risulta aver eseguito una copia estremamente precisa dell assegno, inserendo sul clone tutti i dati necessari per la sua negoziazione, coincidenti con quelli recati dall originale; - la negoziazione è avvenuta mediante uno scambio di dati trasmessi dalla banca negoziatrice a quella emittente e nella verifica del titolo effettuata mediante la cd. Check Image Truncation (CIT) tutti i dati dell assegno sono stati correttamente letti e trasmessi senza anomalie all emittente; - la negoziazione digitalizzata è stata effettuata in conformità a quanto previsto dalla vigente disciplina in materia; - l assegno negoziato possedeva tutte le caratteristiche contemplate dalle circolari di settore, le quali hanno altresì previsto una serie di misure che le banche devono adottare in funzione di barriera antifrode ; - in particolare, la presenza del cd. data matrix sull assegno viene verificata dalle banche controllando la coerenza delle informazioni presenti nel codice con quelle microforate e quelle presenti nel sistema di codifica (con la conseguenza per cui, nel caso di alterazione del data matrix, il codice risulterebbe illeggibile); - nel caso di specie, la lettura digitale del titolo non ha rivelato anomalie e tutti i dati sono stati decodificati dai sofisticati sistemi informatici a ciò preposti; - pertanto la truffa è stata perfezionata grazie alla colpevole collaborazione del ricorrente. Il primo intermediario resistente chiede pertanto il rigetto del ricorso in quanto infondato. Il secondo intermediario resistente (cioè la banca che ha emesso l assegno) ha rappresentato quanto segue: - il ricorrente ha contravvenuto all avviso di non diffondere immagini dell assegno circolare rilasciato, leggibile anche dalla contabile consegnatagli all atto dell emissione; - la negoziazione è avvenuta tramite procedura informatizzata CIT, nel corso della quale non è emersa alcuna anomalia evidente; - la comunicazione trasmessa dalla banca negoziatrice ha riportato correttamente tutti i dati obbligatori, quali: l identificazione dei due istituti di credito coinvolti; l importo dell assegno; la data di emissione; il numero identificativo; il nome del beneficiario; - tali circostanze hanno reso superflua la richiesta di trasmissione dell immagine dalla banca negoziatrice alla banca emittente, prevista solo nel caso in cui la banca negoziatrice rilevi indici di anomalia; - il codice bidimensionale data matrix è stato regolarmente letto in sede di verifica da parte della banca negoziatrice e nessuna incoerenza è stata rilevata tra i dati risultanti sul clone e quelli riportati sull originale; - la compilazione dell assegno presentato all incasso è stata effettuata con carattere uniforme e ha riportato tutti i dati coincidenti con quelli richiesti dal ricorrente; - per ravvisare una responsabilità in capo agli intermediari è necessario che la copia presentata all incasso riveli anomalie evidenti e percepibili ictu oculi in base alle conoscenze del c.d. bancario medio, il quale non deve disporre di particolari attrezzature strumentali o chimiche, né dimostrare qualità di esperto grafologo, né compiere un esame straordinario alla ricerca di anomalie non evidenti. Anche il secondo intermediario resistente chiede pertanto il rigetto del ricorso. Tutte le parti hanno fatto prevenire memorie di replica e controreplica, insistendo nelle rispettive difese e richieste. Pag. 3/6

3 DIRITTO Il ricorso è parzialmente fondato. Da un lato, è dimostrata la colpa di entrambi gli intermediari resistenti, risultando evidente la presenza sul titolo di anomalie ed irregolarità rilevabili ictu oculi (nell assegno contraffatto mancano l ologramma posto sulla destra di quello originale e l indicazione della filiale di emissione; risultano inoltre palesemente difformi sia la dicitura pagherà a vista per questo assegno circolare, sia la firma direttore dell istituto; infine, molte parti risultano non allineate ed incolonnate). Nel caso di specie pertanto in presenza di anomalie palesi entrambe le banche avrebbero dovuto eseguire controlli più approfonditi prima di negoziare, incassare e pagare l assegno. Nel contempo, sussiste un evidente concorso di colpa ai sensi dell art c.c., valutabile in una percentuale del 50%, in capo al ricorrente, il quale ha certamente favorito, col proprio fatto colposo, il verificarsi del danno: in particolare il ricorrente risulta aver inviato al terzo soggetto, col quale era entrato in contatto per la vendita di un orologio, una copia fotografica dell assegno di ,00, con ciò rendendo possibile la frode; ciò che rileva tanto più se si considera che proprio sull originale dell assegno emesso dal secondo intermediario resistente, prodotto in atti, era apposto il seguente avviso: Al fine di evitare possibili tentativi di incasso fraudolento il sottoscritto prende atto della necessità di astenersi dall inviare a terzi immagini degli assegni richiesti ovvero dei dati essenziali degli stessi e comunque dall assumere comportamenti che consentano o agevolino la falsificazione. In questi termini, la questione va correttamente valutata nell ambito della procedura di cd. Check Immage Truncation, vigente dal 29/01/2018, sulla quale ha già avuto modo di esprimersi il Collegio di Coordinamento, affermando i seguenti principi, qui pienamente condivisi: Il Collegio di coordinamento ritiene che la questione vada affrontata tenendo conto delle novità in punto di disciplina intervenute in seguito all emanazione dell art. 8, comma 7, lettere b), c), d) ed e) del Decreto Legge 13 maggio 2011, n. 70 (convertito con modificazioni dall art. 1, comma 1, della Legge 12 luglio 2011 n. 106) e dei successivi regolamenti attuativi del MEF e della Banca d Italia. Tali discipline hanno previsto e regolato la negoziazione in forma elettronica degli assegni bancari e circolari. Ed infatti, in ragione delle novità intervenute, è stato avviato in sede ABI un progetto volto alla revisione delle regole interbancarie per il servizio di incasso degli assegni e allo sviluppo della procedura interbancaria denominata Check Image Truncation (CIT). Tale procedura potrà essere utilizzata per presentare al pagamento gli assegni mediante scambio delle immagini. In vista dell adozione della nuova procedura interbancaria, sono state inoltre definite specifiche regole che gli intermediari devono rispettare in fase di stampa degli assegni. Tali regole mirano a facilitare il processo di digitalizzazione e di lettura automatica delle informazioni presenti sulla materialità e a contrastare il fenomeno delle frodi. Le stesse sono state comunicate con Circolare ABI Serie Tecnica n. 21 del 12 giugno 2014 e integrate con Circolare ABI Serie Tecnica n. 5 del 22 marzo 2016, a cui ha fatto riferimento l intermediario B. In particolare, ai fini che qui rilevano, si deve tener conto della circostanza che, tra i vari requisiti tecnici e presidi antifrode previsti dalle citate circolari, è stato previsto l obbligo di apporre sui titoli di nuova emissione un QR CODE. Il Data Matrix, da inserire, è un codice bi-dimensionale il cui contenuto è leggibile in fase di acquisizione dell'immagine. E previsto che, sulla nuova materialità degli assegni, tutte le banche stampino un codice bidimensionale Data Matrix. La procedura interbancaria denominata Check Image Truncation (CIT) è operativa solo dal 29 gennaio 2018 (con Pag. 4/6

4 possibilità per gli intermediari di adeguarsi fino al 5 marzo in qualità di emittenti ed al 4 maggio in qualità di negoziatori) ma la Circolare del 2016 ha previsto che l obbligo di consegnare alla clientela assegni rispondenti ai nuovi standard, che come si è detto impongono l apposizione del codice bidimensionale, decorra in via anticipata rispetto alla data di avvio della CIT e ha quindi disposto che dal 1 luglio 2016 gli intermediari dovranno obbligatoriamente consegnare alla clientela solo materialità di assegni a nuovo (Collegio di Coordinamento, decisione n. 7283/2018). In termini rispetto al caso che qui ci occupa risulta una recente decisione del Collegio di Milano (n /2020), che qui conviene richiamare: La questione concerne la responsabilità della banca negoziatrice di un assegno circolare contraffatto, negoziato in procedura di check truncation. I fatti posti a fondamento della controversia sono sostanzialmente pacifici: non è contestata l avvenuta emissione in data 18/11/2019 del titolo su richiesta della ricorrente; successivamente la ricorrente ha inviato tramite Whatsapp una foto dell assegno ad un terzo sconosciuto; l assegno è stato presentato all incasso presso l intermediario convenuto il 19/112019, in data successiva all adozione della CIT (procedura interbancaria Check Image Truncation); non sono in atti i flussi telematici intercorsi tra gli intermediari e nulla afferma l intermediario circa eventuali anomalie o assenza di anomalie nella lettura del Data Matrix del titolo; sono presenti in atti le copie del titolo in originale e di quello presentato all incasso; l assegno clonato riporta un logo e una denominazione sociale della banca emittente differenti dall originale. Ai fini che qui interessano, si deve ricordare il regolamento della Banca d'italia del 22/03/2016 (entrato in vigore il successivo 15/05/2016), che ha disciplinato la presentazione al pagamento degli assegni in forma elettronica prevedendo, tra l altro, l invio dalla negoziatrice all emittente dell immagine del titolo, e in particolare successivamente al 1 luglio 2016, data dalla quale è operativo l obbligo per gli intermediari di consegnare ai clienti assegni rispondenti ai nuovi standard, che richiedono l apposizione del codice QR Data Matrix (ossia del codice bi-dimensionale il cui contenuto è leggibile in fase di acquisizione dell'immagine), necessario nell ambito della nuova procedura interbancaria denominata Check Image Truncation, unica procedura, quindi, utilizzabile dalle banche per il pagamento degli assegni. Anche in relazione a detta procedura, la giurisprudenza dell Arbitro, in aderenza alla giurisprudenza di legittimità (cfr. Cass. n /2016, Cass. n. 6513/2014; Cass., n /2011; Cass., n /2005) è costante nell affermare che la diligenza della banca nel controllare la genuinità di un assegno va valutata ai sensi del comma 2 dell art c.c., dovendo quindi essere commisurata a quella particolarmente qualificata dell accorto banchiere ed ha affermato che la responsabilità può essere fondata esclusivamente sulla rilevabilità ictu oculi delle anomalie (Collegio di Torino, dec /18; Collegio di Napoli, n. 1186/ 2017; Collegio di Napoli n. 3807/2017; Collegio di Napoli, dec. n. 4842/16; Collegio di Milano, dec. 7538/2016; Collegio di Milano, dec. n. 8928/17). Tale responsabilità, pertanto, può essere esclusa solo qualora non sia possibile rilevare le anomalie del titolo attraverso un attento e diligente esame a vista del titolo, in base alle conoscenze del soggetto professionale di diligenza media. ( ) Resta da verificare se possa altresì riscontrarsi un eventuale concorso di colpa nella condotta tenuta dalla ricorrente, in particolare per avere incautamente inviato copia fotografica dell assegno al truffatore permettendone così la falsificazione. Ad avviso del Collegio, appare incontrovertibile che, con la propria condotta, la ricorrente ha inciso sullo sviluppo causale degli eventi e, per l effetto, si giustifica il ricorso all applicazione dell art. 1227, comma 1, c.c., secondo cui se il fatto colposo del creditore ha concorso a cagionare il danno, il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa e l entità delle conseguenze che ne sono derivate. Sulla base di quanto precede, il Collegio imputa, in Pag. 5/6

5 concorso fra loro, la responsabilità per il danno lamentato, in parte alla ricorrente stessa ed in via prevalente all intermediario. Va dunque accertata la responsabilità in solido di entrambi gli intermediari resistenti per la metà del danno complessivamente subito dal ricorrente ( ,00), e così per 9.000,00. Restano ovviamente salvi i rispettivi ed eventuali diritti di regresso fra gli intermediari. Non sussistono invece i presupposti indicati dal Collegio di Coordinamento per il riconoscimento in favore di parte ricorrente delle spese legali. P.Q.M. Il Collegio, in parziale accoglimento del ricorso, dispone che gli intermediari corrispondano alla parte ricorrente la somma di 9.000,00. Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che gli intermediari corrispondano in solido alla Banca d'italia la somma di 200,00, quale contributo alle spese della procedura, e alla parte ricorrente la somma di 20,00, quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6