INTELLIGENZA EMOTIVA II: COME EDUCARE LE EMOZIONI
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- Silvana Farina
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1 INTELLIGENZA EMOTIVA II: COME EDUCARE LE EMOZIONI Percorso di preparazione psicologica per genitori Valeria Destefani Fondazione Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino IRCCS. Laboratorio di Psicologia Cognitivo Comportamentale Responsabile Dott.ssa Annapia Verri
2 15/10/2010 I. Presentazione del corso Premessa L intelligenza emotiva (IE) è la capacità di monitorare i propri sentimenti e quelli altrui al fine di raggiungere obiettivi (D.Goleman). E finalizzata ad una messa in atto di comportamenti di adattamento efficaci nelle diverse situazioni sociali e interpersonali
3 Proposta Approfondire il concetto di IE Fornire indicazioni pratiche per realizzare un cammino di alfabetizzazione emotiva rivolto a genitori di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale orientato a: sviluppare la propria competenza emotiva personale apprendere come impiegarla positivamente per se stessi ed i propri familiari
4 Come realizzarla? Attraverso l apprendimento di modalità per migliorare la capacità di riconoscere e identificare le emozioni e sviluppare l abilità di comprenderle in senso soggettivo ed interpersonale (le proprie e le altrui emozioni).
5 Modalità della Proposta Allenare i partecipanti al problem solving strategico in materia di emozioni Mediante esempi di attività strutturate Discussione di casi specifici che possano realizzarsi in ambito familiare nella convivenza con un figlio con disabilità intellettiva e/o relazionale.
6 CALENDARIO venerdì Aula O. Rossi 15/10/2010 I. Presentazione del corso 19/11/2010 II. Alfabetizzazione emotiva 17/12/2010 III. Identificare 21/01/2011 IV. Riconoscere 25/02/2011 V. Comprendere le emozioni proprie 18/03/2011 VI. Comprendere le emozioni altrui (empatia) 22/04/2011 VII. Sviluppare un linguaggio per le emozioni 20/05/ VIII. Educare le emozioni 17/06/2011 IX. Conclusioni
7 I contenuti proposti saranno orientati a: rinforzare la consapevolezza delle relazioni tra gli stati emozionali e le cause che li producono sviluppare una modalità personale per comprendere e trattare le emozioni proprie ed altrui (dall empatia all azione - le emozioni e la loro adeguatezza in diverse situazioni sociali e comportamentali) riflettere sul significato dell empatia nelle relazioni con gli altri imparare a pensare e a prevenire i conflitti e l espressione dell aggressività sviluppare un linguaggio per parlare delle emozioni (positive e negative) e utilizzarlo come chiave d'accesso ai processi d'apprendimento di valide alternative comportamentali
8 RICEDUTE POSITIVE un atteggiamento educativo più consapevole influenza positiva sulle dinamiche di relazione in ambito familiare: apertura al dialogo ed al confronto costruttivo capacità di gestione dei conflitti
9 19/11/2010 II. Alfabetizzazione emotiva LE DIMENSIONI DELLA COMPETENZA EMOTIVA L ESPRESSIONE EMOZIONALE = utilizzare i gesti per esprimere messaggi emotivi non verbali, dimostrare coinvolgimento empatico, manifestare emozioni sociali, essere consapevoli che è possibile controllare l espressione manifesta di emozioni socialmente disapprovate. LA COMPRENSIONE EMOZIONALE = discernere i propri stati emotivi, discernere gli stati emotivi altrui, utilizzare il vocabolario emotivo. LA REGOLAZIONE EMOZIONALE = fronteggiare le emozioni negative e quelle positive o le situazioni che le suscitano, sovraregolare strategicamente l esperienza e l espressione delle emozioni.
10 EFFICACIA DEI MESSAGGI VERBALI E NON VERBALI Tre elementi alla base di un atto comunicativo: il linguaggio del corpo, la voce, le parole Noi percepiamo il significato di ogni messaggio che ci giunge in questa percentuale: 7% verbale (parole) 38% vocale (elementi del parlato quali inflessioni dei toni, timbro e ritmo della voce) 55% non verbale (linguaggio del corpo, gesti, posture e mimica facciale). Il 93% del nostro messaggio viene percepito dal nostro corpo e non dalle nostre parole. Albert Mehrabian (1971)
11 ESPRESSIONE EMOZIONALE: LA CINESICA Studio della comunicazione non verbale realizzata con i movimenti del corpo ovvero dei movimenti corporei non linguistici, come i gesti, le espressioni facciali, il movimento di piedi, gambe, spalle, la postura e così via. Ray Birdwhistell
12 Movimenti cinesici: Movimenti prodotti da una parte del corpo durante la comunicazione Per lo più involontari e legati all'emozione che si prova al momento Accompagnano il discorso, lo sostituiscono, lo completano, regolano il flusso della conversazione
13 Classificazione dei segnali cinesici Propongono cinque categorie: 1) Emblemi 2) Illustratori 3) Affect-display (dimostratori di emozioni); 4) Regolatori 5) Adattatori Paul Ekman e Erik Friesen (1969)
14 Emblemi hanno una traduzione verbale immediata, conosciuta e condivisa dai membri di un gruppo la loro funzione è quella di ripetere, sostituire, il discorso che accompagnano possono prendere il posto delle parole qualora non si riesca a parlare a causa del rumore, dalla distanza, da condizioni organiche (mutismo) o dalle convenzioni (ad es. nel gioco dei mimi ). sono prodotti consapevolmente e costituiscono uno sforzo intenzionale e deliberato di comunicare ESEMPI: il ruotare l'indice nella guancia per esprimere l'idea di un cibo particolarmente gustoso, incrociare le dita per scongiurare, etc..
15 Illustratori sono direttamente collegati al discorso servono ad illustrare ciò che viene detto vengono prodotti in contemporaneità con il discorso in modo consapevole e intenzionale sono solitamente informativi ESEMPI: muovere la mano davanti alla fronte per esprimere l idea di esse storditi; puntare con l'indice qualcosa su cui vogliamo richiamare l'attenzione o che é oggetto del nostro discorso
16 Regolatori sono azioni che mantengono e regolano l alternarsi dei turni di conversazione Sono eseguiti in maniera inconsapevole e abituale, secondo delle regole apprese anch esse in modo inconscio.
17 Affect-display (o dimostratori di emozioni) sono movimenti dei muscoli facciali e corporei in associazione alle emozioni primarie possono essere collegati al comportamento verbale ripetendo, qualificando o contraddicendo un emozione espressa verbalmente le espressioni del viso comunicano in modo efficace ciò che la persona prova in quel momento; i movimenti del corpo fanno capire quant è l intensità dell emozione è possibile controllare consapevolmente l espressione facciale: non sempre, quindi, è una fonte attendibile di informazioni sullo stato emotivo è molto più difficile controllare gli affect-display corporei
18 EMOZIONI DI BASE: Paura Felicità Sorpresa Disgusto Tristezza Rabbia
19 Adattatori Sono movimenti appresi originariamente come sforzo di adattamento per: soddisfare bisogni psichici o fisici per esprimere emozioni atte a mantenere o sviluppare contatti personali Sono appresi con l'esperienza personale: per questo motivo i significati collegati sono idiosincratici, cioè estremamente personali Gli adattatori sono inconsci, legati all abitudine e privi di intenzioni comunicative ESEMPI: mangiarsi le unghie, arricciare i capelli, tamburellare le dita..
20 LA REGOLA DELLE TRE C Per decifrare il linguaggio corporeo COMPLESSO: I gesti si combinano in gruppi o insiemi, un gesto in sé può non rispecchiare l atteggiamento generale. Può essere un errore prendere in considerazione un singolo gesto, se una persona si gratta il naso può mentire ma se non è inserito in un contesto il gesto può non significare niente. COERENZA: Osservare la coerenza fra messaggi verbali e non verbali. Quando c è discordanza fra messaggio orale e messaggio corporeo si fa affidamento solo sull ultimo. CONTESTO: Se un uomo siede con le gambe incrociate, il viso rivolto verso il basso, le braccia conserte con le mani nascoste sotto le ascelle, sintomo di un atteggiamento difensivo, in una notte fredda, significherà soltanto che si vuole riscaldare. Borg e Pease, 1994
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