IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA

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1 IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA Nota congiunturale trimestrale Dicembre 212 In breve Le condizioni del mercato del lavoro lombardo sono in ulteriore deterioramento, nonostante la leggera crescita dell occupazione registrata nel I trimestre 212; la disoccupazione aumenta ed ha raggiunto livelli record se si considerano gli ultimi 2 anni. L aumento della disoccupazione è certamente ascrivibile alle perdite dei posti di lavoro dovute al perdurare del quadro recessivo, ma le dinamiche recenti mostrano anche l effetto di un forte aumento della partecipazione al lavoro, soprattutto da parte di donne prima inattive, per la necessità di sostenere i redditi familiari fortemente intaccati dall inasprimento della pressione fiscale occorso nel 212 e dalle incertezze occupazionali dei capofamiglia. Se da un lato questo impegno nella ricerca di lavoro, inconsueto in fasi recessive dove solitamente prevale lo scoraggiamento, è da considerarsi positivo, dall altro, data l attuale incapacità del sistema di assorbire l aumento dell offerta di lavoro, si tramuta in un aumento del tasso di disoccupazione che continuerà anche nel prossimo anno. Nel I trimestre 212 tiene l occupazione, in leggero aumento tendenziale (+,8%) tutto dovuto alla componente femminile over 55, che riflette la tenuta dei servizi. Mentre il tasso di occupazione femminile registra un aumento su base annua e raggiunge il 56,2%, uno dei valori più elevati dell ultimo periodo, il tasso di occupazione maschile diminuisce di un ulteriore punto percentuale scendendo al 73%. Il tasso di occupazione complessivo si attesta al 64,7%. Si contrae la base occupazionale della fascia adulta della popolazione (-,8%) e rimane stabile, ma su livelli molto bassi, l occupazione giovanile, il cui tasso di occupazione si attesta al 23,7%, ben 1 pp in meno rispetto al livello pre-crisi. Un ruolo importante nella tenuta dell occupazione è giocato dall utilizzo del lavoro a tempo parziale, in aumento dell 8% su base annua, che sembra rispondere più alle esigenze di flessibilità delle imprese che a quelle di conciliazione; si tratta infatti sempre di più di part-time involontario (+7,2%) accettato solo per mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno e che arriva a rappresentare il 46,1% del lavoro part-time, anche tra le donne (+8,6%). Continua anche ad aumentare l occupazione a termine femminile (+1,8%). Nonostante la tenuta dell occupazione, continua a crescere il tasso di disoccupazione, che si attesta al 6,7% con un numero di disoccupati che sale a oltre 38 mila, in aumento di 42 mila unità (+42,5%) rispetto al I trimestre 211. L aumento della disoccupazione riguarda sia gli uomini, soprattutto ex occupati, che le donne, prevalentemente exinattive. Il peggioramento del mercato del lavoro lombardo è confermato anche dai dati di flusso (COB e Indagine congiunturale) che mostrano saldi negativi e avviamenti in peggioramento in tutti i comparti. Aumenta il ricorso alla CIG che, nel I trimestre 212, ammonta a 53,2 milioni di ore autorizzate (+9,4%), soprattutto per l aumento tendenziale del 78,4% nella CIGO e del 3,1% nella CIGD, contrastato solo in parte dalla riduzione del 26,1% nella CIGS, presumibilmente per via dell esaurirsi dei termini di utilizzo per le imprese entrate in crisi nella prima parte della recessione. Aumentano i licenziamenti e le persone in mobilità delle piccole imprese (+51,1%), che scontano maggiormente il calo della domanda interna che sta caratterizzando questa seconda fase recessiva. Nei primi 9 mesi dell anno le situazioni di crisi pesano per il 3,4% sull occupazione dipendente lombarda, in aumento rispetto allo stesso periodo del 211 proprio per via dell aumento della mobilità. Il 213 si prospetta un anno ancora molto negativo per il mercato del lavoro, con un ulteriore allargamento dell area della disoccupazione, come confermano anche le aspettative degli imprenditori per il prossimo trimestre negative e in peggioramento in tutti i comparti.

2 Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 1.1 Le dinamiche di medio periodo 1 Disoccupazione e offerta di lavoro ancora in aumento Con una crisi in atto ormai da 5 anni, le condizioni del mercato del lavoro lombardo sono in ulteriore deterioramento. L occupazione è in leggera crescita ma non ha mai recuperato quanto perso nel biennio 29/21, e la disoccupazione ha raggiunto livelli record se si considerano gli ultimi 2 anni. L aumento della disoccupazione è certamente ascrivibile alle perdite dei posti di lavoro dovute al perdurare del quadro recessivo, ma le dinamiche recenti mostrano anche l effetto di un forte aumento della partecipazione al lavoro, soprattutto da parte di donne prima inattive, per via delle crescenti incertezze sull occupazione del capofamiglia, per la perdita del posto di lavoro o la riduzione dell orario, e anche per la necessità di sostenere i redditi familiari fortemente intaccati dall inasprimento della pressione fiscale occorso nel 212. Se da un lato questo impegno nella ricerca di lavoro, inconsueto in fasi recessive dove prevale solitamente lo scoraggiamento, è da considerarsi positivo, dall altro, data l attuale incapacità del sistema di assorbire l aumento dell offerta di lavoro, si tramuta in un aumento del tasso di disoccupazione che continuerà anche nel 213. Nel I trimestre 212, come già osservato nel trimestre precedente, il tasso di occupazione (15-64 anni) lombardo è in leggero aumento su base annua (+,4 pp), assestandosi al 64,7%, un valore comunque largamente inferiore rispetto al 67,4% del I trimestre 28. occupazione maschile diminuisce su base annua di un ulteriore punto percentuale scendendo al 73%. La componente maschile sconta ancora pesantemente gli effetti della crisi: la base occupazionale è pari a 2 milioni e 448 mila unità, molto inferiore sia al livello del I trimestre 28 (-4,7%, corrispondente ad una perdita di 122 mila posti di lavoro) che a quello del 211 (-1,2%). L occupazione femminile mostra invece una dinamica più favorevole, grazie anche al maggior coinvolgimento delle donne nelle forme di lavoro più flessibili (part-time e tempo determinato), le uniche componenti in crescita rispetto al 211. La base occupazionale femminile raggiunge 1 milione e 829 unità nel I trimestre 212, un valore superiore sia a quanto registrato nel I trimestre 28 (+16 mila unità, pari a +,9%), sia a quello per il 211 (+63 mila unità, pari a +3,6%). Figura 1 Evoluzione del tasso di occupazione in Lombardia (15-64 anni) serie ricostruite I VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI VI I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze Figura 2 Evoluzione del tasso di occupazione per genere in Lombardia (15-64 anni) serie ricostruite Donne (Scala sx) Uomini (scala dx) 64.7 La sostanziale tenuta del tasso di occupazione è esclusivamente ascrivibile alla componente femminile, per la quale si registra un aumento tendenziale di 1,7 pp nel tasso di occupazione che raggiunge il 56,2%, uno dei valori più elevati dell ultimo periodo, mentre il tasso di 1 Al momento della redazione del documento non sono disponibili i microdati ISTAT sulla Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro per il I trimestre 212; non è stato quindi possibile aggiornare le analisi di dettaglio che si riferiscono solo al trimestre I V I V I V I V I V I V I V I V I I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 2

3 Figura 3 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per sesso Femmine Maschi Totale I I I I I I I I I I I I I I I I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze Se da una parte la ripresa dell occupazione femminile è legata, come già accennato, al maggior coinvolgimento delle donne alle forme di lavoro più flessibili, dall altra le dinamiche di genere evidenziate riflettono i diversi trend settoriali. Nel I trimestre 212 infatti la leggera crescita del numero di occupati è stata trainata dall aumento tendenziale di 54,3 mila lavoratori (+2%) nel terziario ed, in misura più marginale, dai 2,5 mila (+4,8%) e dai 5,3 mila (+,5%) lavoratori in più nell agricoltura e nell industria; si registrano invece 22,6 mila (-1,6%) lavoratori in meno nelle costruzioni, settore in costante contrazione occupazionale da fine 29, se si esclude una breve parentesi di stabilità a fine 211/inizio 212. Figura 4 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per settore I 9 Agricoltura Industria in s.s. Costruzioni Servizi Totale I I 1 I I 11 I I 12 Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze Come sottolineato più volte, gli effetti della crisi sono stati particolarmente accentuati per l occupazione giovanile (154). Alla marcata riduzione nel numero di occupati under 25 avvenuta durante il biennio 29/21 non è infatti seguita nessuna ripresa nel 211, come è invece avvenuto per le fasce più adulte della popolazione, ed i dati recenti mostrano una sostanziale stabilità su livelli I particolarmente critici. La base occupazionale dei lavoratori più giovani si è infatti contratta di oltre 8 mila unità rispetto ai livelli pre-crisi, corrispondente ad una riduzione percentuale di ben il 27,3%. Il tasso di occupazione giovanile attuale è pari al 23,7%, stabile sui valori minimi raggiunti nel 211, ma inferiore di ben 1 pp rispetto al 33,7% pre-crisi. Negli ultimi trimestri, le contrazioni occupazionali hanno riguardato però anche i lavoratori di età compresa tra i 25 e i 54 anni. L ultimo dato disponibile mostra come il numero di occupati adulti sia diminuito tendenzialmente dell,8%, con un tasso di occupazione che si attesta all 8,3%, e una perdita di circa 92 mila lavoratori rispetto ai livelli pre-crisi. L occupazione ha tenuto solo per gli over 55, presumibilmente per via dell innalzamento dell età pensionabile e dell inasprimento dei requisiti di accesso alla pensione. Figura 5 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per età Over 55 Totale I I I I I I I I I I I I I I I Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze Secondo una dinamica che ha caratterizzato tutti gli anni successivi alla crisi, l aumento dell occupazione è stato trainato dagli incrementi nel numero di lavoratori stranieri, soprattutto nella componente femminile largamente impiegata nei servizi legati alle attività domestiche e di cura, mentre la base occupazionale italiana si è ripetutamente contratta dal 28. Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 3

4 Figura 6 - Numero di occupati - Variazioni % tendenziali a/a e contributi alla variazione per cittadinanza Figura 7 Numero di occupati Variazioni % a/a e contributi alla variazione per tipologie contrattuale Italiani Stranieri Totale PT Flessibili FT* Indeterminato FT Altro Totale -3 I 6 I I 7 I I I I I I I I I I Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze In presenza di una forte incertezza sull andamento economico, uno degli effetti più marcati della crisi è stato quello di portare le imprese a prediligere le forme più flessibili di lavoro, le uniche in crescita in questo periodo. Dalla seconda metà del 29 le forme contrattuali fulltime a tempo indeterminato sono infatti costantemente diminuite, mentre per i contratti part-time e i full-time a tempo determinato si sono susseguite sia fasi di espansione che di contrazione dell occupazione. Dal confronto con i livelli pre-crisi, risulta una diminuzione del 2,9% nel numero di occupati con contratto full-time a tempo indeterminato, sebbene il dato più recente mostri un leggero aumento su base annua, a fronte di un aumento rispettivamente del 12,1% e dell 1,9% nei parttime e nei contratti flessibili (lavoratori con contratto a tempo determinato e collaboratori). La recente tenuta occupazionale è stata dovuta soprattuto al ricorso al tempo parziale (+8%) che, più che alle esigenze di conciliazione dei lavoratori, sembra rispondere anche alle esigenze di flessibilità delle imprese. Sempre più di frequente infatti si tratta di part-time involontario, accettato solo in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno, che arriva a rappresentare il 46,1% del lavoro part-time, in aumento del 7,6% su base annua, anche tra le donne (+8,6%). Il lavoro a termine registra una ulteriore crescita (+1,3%) dovuta esclusivamente alla componente femminile (+1,8%) a fronte di una marcata contrazione dell occupazione a tempo determinato maschile (-6,7%) I I I I I I I I I I I I I * Sono considerati Flessibili i lavoratori con contratto a tempo determinato e i collaboratori (a progetto o i prestatori di opera occasionali). Non è più possibile conteggiare i professionisti non regolamentati perché dal I trimestre 21, Istat non diffonde più il dato sull iscrizione all albo. Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze La riforma del sistema pensionistico e le esigenze delle famiglie di trovare fonti integrative di reddito è alla base dell aumentata partecipazione alla forza lavoro, soprattutto femminile, che se da una parte si traduce in un ampliamento della base occupazionale femminile, dall altra comporta una crescita del tasso di disoccupazione. Il 23% della crescita della disoccupazione è infatti dovuto all entrata nella disoccupazione di donne inattive (vs il 16% maschile). La crescita della disoccupazione è alimentata anche dall aumento dei licenziamenti, come risulta dal forte incremento delle persone in cerca di lavoro con precedenti esperienze lavorative, soprattutto uomini, e della mobilità. Nel I trimestre 212 il numero di disoccupati sale a oltre 38 mila, in aumento di ben 42 mila unità (+42,5%) rispetto al I trimestre 211. Tra il 28 ed il 212 il volume di persone in cerca di occupazione è più che raddoppiato, facendo salire il tasso di disoccupazione al 6,7% nel I trimestre 212 rispetto al 3,2% del 211. Come evidenziato nella Figura 8, l incremento nel tasso di disoccupazione osservato per il I trimestre 212 riguarda sia la componente maschile che quella femminile, che raggiungono rispettivamente il 6% (+1,5 Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 4

5 pp) e il 7,6% (+2,2 pp). Dall analisi per genere del volume di disoccupati vengono però chiaramente riconfermate le maggiori ripercussioni che la crisi ha avuto sull occupazione maschile. Tra il I trimestre 28 ed il I trimestre 212 si contano infatti 92 mila persone in più in cerca di occupazione tra gli uomini (+141%) e 73 mila tra le donne (+94%). Contestualmente, aumenta anche l incidenza della disoccupazione di lunga durata (12 mesi o più), che rappresenta quasi la metà (46,1%) del totale della disoccupazione. Il dato più recente mostra un aumento nel numero di disoccupati da più di 12 mesi del 53% rispetto allo scorso anno (a fronte di un incremento del 37,2% tra i disoccupati da meno di 12 mesi), evidenziando le difficoltà del sistema ad assorbire l aumentata offerta di lavoro. Figura 8 - Andamento del tasso di disoccupazione per genere in Lombardia serie ricostruite Maschi Femmine Totale I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I V I I Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze molto elevati, risentendo sia dell aumentata partecipazione al mercato del lavoro che del rallentamento delle assunzioni e della crescita dei licenziamenti. In particolare, la riduzione da parte delle imprese della domanda per profili professionali elevati e la maggiore richiesta per mansioni manuali, invertendo il processo di ricomposizione verso qualifiche più elevate osservato fino alla fine del 211, sembrano influire soprattutto sulle possibilità di inserimento per i lavoratori più giovani. Figura 9 Evoluzione del tasso di disoccupazione e di inattività giovanile (154 anni) in Lombardia Tasso di disoccupazione (scala sx) Tasso di inattività (scala dx) I I I I I I I I I I I I I I I I I Fonte: Elaborazioni IRS su microdati Rilevazione Continua sulle Forze Come si è anticipato, nel I trimestre 212 il tasso di attività continua ad aumentare, soprattutto tra le donne (effetto lavoratore aggiuntivo) e tra i giovani, seppur con una intensità minore rispetto a quanto osservato per i primi mesi del 212. In linea con la dinamica avviatasi dal trimestre 211, anche la partecipazione dei giovani al mercato del lavoro è in aumento, mentre era costantemente diminuita dall inizio della crisi. I dati più recenti mostrano come il tasso di inattività giovanile diminuisca di 2 pp, scendendo al 68,7%. Tale diminuzione dell inattività spiega in parte l aumento del tasso di disoccupazione tra la forza lavoro under 25, che passa dal 18,5% dello scorso anno al 24,1%. La disoccupazione giovanile si mantiene quindi su valori Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 5

6 Box 1 L offerta di lavoro durante la crisi Mentre fino al 21 l aumento della disoccupazione deriva principalmente dal calo dell occupazione ed è in parte stato attenuato dalla riduzione dell offerta di lavoro, oltre che dall utilizzo della CIG, la crescita della disoccupazione da fine 211 e nel I semestre del 212 è in buona parte ascrivibile alla ripresa della partecipazione al lavoro. La necessità di garantire un reddito minimo in condizioni di incertezza circa la stabilità del reddito del capofamiglia sta infatti comportando un aumento dell offerta di lavoro da parte degli altri membri della famiglia, determinando un effetto di lavoratore aggiuntivo che contrasta con l effetto di scoraggiamento che solitamente prevale in recessione. Inoltre, l aumento dell età pensionabile mantiene nel mercato del lavoro anche le fasce più anziane della popolazione in età lavorativa, che in passato uscivano attraverso i prepensionamenti. Come si può vedere dal grafico che segue, il tasso di attività negli anni immediatamente successivi la prima fase della crisi è andato calando, soprattutto per gli uomini ma anche per le donne, il cui tasso di attività era in crescita da diversi anni. Tasso di attività per genere (15-64) in Lombardia, medie mobili di 4 trimestri serie ricostruite Uomini (scala sx) Donne (Scala dx) parte d anno in contrazione ed una crescita nell ultimo trimestre (69,7%). La tendenza alla crescita è confermata anche nel I semestre 212, con un tasso di attività medio del 7,2%. In Lombardia l iniziale crescita della popolazione inattiva è stato il risultato dell aumento sia della cosiddetta zona grigia, situata tra disoccupazione e partecipazione in cui si colloca chi è più propenso a rientrare nel mercato del lavoro al mutare delle condizioni economiche, sia dell incremento delle uscite definitive dal mercato del lavoro (inattivi che non cercano e non sono disponibili a lavorare), presumibilmente per effetto dei ritiri anticipati per anzianità o vecchiaia tra i più anziani e della ripresa degli studi per i più giovani. L atteggiamento nei confronti della partecipazione è stato però differenziato per genere. L aumento della popolazione femminile inattiva è stato ascrivibile soprattutto alla crescita della fascia più distante dal mercato del lavoro, quella che non cerca e non è disponibile. L incremento dell inattività maschile risulta invece alimentato in maniera significativa anche dal segmento più prossimo al mercato del lavoro, quello di coloro che cercano lavoro non attivamente ma si dichiarano disponibili a lavorare, i cosiddetti scoraggiati. Gli inattivi in età da lavoro in Lombardia variazioni tendenziali e contributi alla variazione per tipologia di inattività e genere AREA GRIGIA NON CERCANO E NON DISPONIBILI TOTALE Fonte: Rilevazione Continua sulle Forze In questo periodo, molte persone rimaste senza occupazione avevano smesso di cercare lavoro attivamente, scoraggiate dalle difficoltà a reperire una occupazione. Una parte consistente dei non occupati quindi è uscita dalla disoccupazione verso l inattività. -8. UOMINI DONNE UOMINI DONNE UOMINI DONNE UOMINI DONNE UOMINI DONNE Fonte: Elaborazioni IRS, su microdati Rilevazione Continua sulle Forze I dati mostrano come il tasso di attività, costante al 69,6% tra il 28 ed il 29, è sceso al 69% nel 21 e al 68,7% nel 211; tuttavia il dato riferito al 211 è il frutto di una prima Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 6

7 La tendenza ad uscire dal mercato del lavoro si è però interrotta da fine 211. La recente crescita della partecipazione al lavoro ha riguardato soprattutto la componente femminile, il cui tasso di attività, sceso al 59,2% nel 211, è risalito dal 61,6% del I semestre 212, un valore più elevato del livello pre-crisi. Nel I semestre 212 il numero di inattivi diminuisce ancora, del 5,9% tra le donne e del 2,1% tra gli uomini. Questa riduzione deriva da una contrazione nel numero di coloro che non cercano un impiego e non sono in ogni caso interessati a lavorare (-7,6% tra le donne e -3,5% tra gli uomini), presumibilmente per via della mancata uscita dal mercato della lavoro della fascia più anziana. Permane però il fenomeno dello scoraggiamento, soprattutto tra i giovani. L offerta di lavoro sta infatti progressivamente invecchiando e il contributo maggiore alla recente crescita della forze lavoro è dato dalla fascia di età Il tasso di partecipazione degli over 55 è aumentato di 8,6 pp tra il 28 ed il 212, mentre nei due segmenti più giovani della forza lavoro si è fortemente contratto fino al 211 (-5,9 pp per i giovani e,9 pp per i 3-54), per poi tornare ad aumentare nel 212, rispettivamente di 1,2 pp e,8 pp. Andamento del tasso di attività per classe di età in Lombardia (numero indice 27=1) I semestre 212 Fonte: Elaborazioni IRS, su microdati Rilevazione Continua sulle Forze Tra il 28 ed il I semestre 212 il numero di attivi aumenta quindi da 389 mila a 58 mila nella fascia di età 55-64, rimane stabile su 3,3 milioni per i 3-54, e diminuisce da 794 mila a 725 mila per i più giovani. Il progressivo invecchiamento delle forze di lavoro è dovuto sia agli effetti delle riforme previdenziali che hanno progressivamente aumentato l età di pensionamento, che ad una maggiore scolarizzazione delle coorti over 55 rispetto al passato. La maggiore scolarizzazione ha, da un lato, implicato un ritardato ingresso nel mercato del lavoro e quindi del diritto a pensionarsi e, dall altro, una maggiore partecipazione al lavoro, soprattutto tra le donne. Composizione dell offerta di lavoro lombarda per classe di età (migliaia) I semestre 212 Fonte: Elaborazioni IRS, su microdati Rilevazione Continua sulle Forze La crescita delle forze di lavoro è infatti concentrata tra le persone con titoli di studio più elevati, in aumento tra il 27 ed il 212 rispettivamente del 18,4 % e dell 8,4% degli attivi con un titolo universitario o con il diploma superiore, mentre diminuiscono del 3,6% le forze lavoro con i titoli di studio più bassi. Aumenta soprattutto la partecipazione delle laureate, che cresce del 2,9% a fronte del +13,9% dei laureati. Composizione dell offerta di lavoro lombarda per titolo di studio (migliaia) Obbligo e qualifica Diploma SMS Titolo Universitario (I sem) Fonte: Elaborazioni IRS, su microdati Rilevazione Continua sulle Forze Sezione 1 Tendenze del mercato del lavoro regionale 7

8 1.2 I flussi e le dinamiche congiunturali Diminuiscono gli avviamenti in tutti i settori e per tutte le forme contrattuali I dati sulle Comunicazioni Obbligatorie mostrano che nel I trimestre 212 sono stati effettuati oltre 36 mila avviamenti e quasi 354 mila cessazioni, per un saldo negativo di 48 mila unità, in netto peggioramento rispetto al I trimestre 211 quando il saldo era negativo per soli 647 movimenti. Gli avviamenti diminuiscono del 17,8% e le cessazioni del 5,2%. La diminuzione tendenziale degli avviamenti caratterizza tutte le tipologie contrattuali, ma è maggiore per gli apprendisti (5,8%), i contratti a progetto (4%) e i contratti a tempo indeterminato (2,5%), pur rimanendo significativa anche per le somministrazioni (-16,4%) e i contratti a tempo determinato (-14,4%), in crescita fino allo scorso trimestre. Le forme di lavoro flessibile (tempo determinato, lavoro a progetto e somministrazione) rimangono comunque prevalenti tra gli avviamenti, rappresentando il 7,6% delle nuove assunzioni, un dato sostanzialmente invariato rispetto al I trimestre 211. Considerando le singole tipologie contrattuali, emerge che, rispetto al I trimestre 211, diminuisce di 1 pp la quota di contratti a tempo indeterminato e a progetto mentre aumenta di 2 pp la quota del tempo determinato. Figura 1 Composizione percentuale degli avviamenti per tipologia contrattuale e variazioni tendenziali (I trimestre 212) Regione Lombardia Quota % Variazione % a/a Determinato Indeterminato Progetto Somministrazione Apprendistato Altre Comunicaz. Fonte: ARIFL Regione Lombardia La diminuzione degli avviamenti riguarda inoltre tutti i settori: soprattutto l industria (5,3%) e le costruzioni (- 21,7%), ma anche il terziario (-16,3%) e l agricoltura (- 2%). Figura 11 Composizione percentuale degli Avviamenti per settore e variazioni tendenziali (I trimestre 212) Regione Lombardia Agricoltura Quota % Commercio e Servizi Fonte: ARIFL Regione Lombardia Variazione % a/a Costruzioni Industria Dato il leggero aumento nel numero di occupati e la diminuzione negli avviamenti, il tasso di avviamento per settore, ovvero il rapporto percentuale tra avviamenti e occupati, subisce una diminuzione tendenziale nel I trimestre 212 in tutti i settori, passando complessivamente dall 8,8% del I trimestre 211 al 7,2% dello stesso trimestre di quest anno. Tabella 1 Tassi di Avviamento per settore confronto (I trimestre) Regione Lombardia I trim. 211 I trim. 212 Agricoltura Com m ercio e Serv izi Costruzioni Industria Totale Fonte: ARIFL Regione Lombardia e Istat, Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro Rispetto al I trimestre 211, anche le cessazioni si sono ridotte in tutti i settori, pur se con intensità diverse. Diminuiscono infatti maggiormente nell industria in s.s. (- 12,7%) e nelle costruzioni (-12,5%), ed in maniera più contenuta nell agricoltura (,4%) e nel terziario (,1%). In tutti i settori, con la sola eccezione dell agricoltura, la variazione tendenziale negativa nelle cessazioni non Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 8

9 compensa la contrazione negli avviamenti, portando così ad un peggioramento del saldo rispetto al I trimestre 211. L unico settore a mostrare un saldo positivo ed in miglioramento è l agricoltura, mentre il saldo è negativo per quasi 15 mila movimenti nell industria in s.s., per quasi 6 mila movimenti nelle costruzioni e per 27,5 mila movimenti nel terziario, che registra un netto peggioramento rispetto al I trimestre 211. Figura 12 Saldi tra avviamenti e cessazioni per settore confronto (I trimestre) Regione Lombardia Avviamenti (scala sx) Cessazioni (scala sx) Saldo (scala dx) Agricoltura Commercio e servizi Fonte: ARIFL Regione Lombardia Costruzioni Industria Torna negativo il saldo nell industria e peggiora la contrazione occupazionale nell artigianato Nel I trimestre 212, l Indagine condotta da Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Confindustria presso un campione di imprese conferma il peggioramento congiunturale della situazione occupazionale nell artigianato, nell industria e nel commercio, ed un lieve miglioramento solo nei servizi, confermando quando emerso dall analisi delle COB. Figura 13 Variazione % addetti nel trimestre, indice destagionalizzato e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione - Industria variazione (scala sx) Indice Destag. (scala dx) media mobile di 4 termini (scala sx) gen apr lug ott gen-3 apr-3 lug-3 ott-3 gen-4 apr-4 lug-4 ott-4 gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 lug-12 Figura 14 La dinamica occupazionale dell industria I 26 Saldo Tasso di ingresso Tasso di uscita I 27 I 28 I 29 I 21 I 211 I I Si confermano le gravi difficoltà delle imprese artigiane, il cui saldo occupazionale è negativ e in continuo peggioramento (Figura 15), secondo una dinamica che deriva da una lieve diminuzione tendenziale nel tasso di entrata (1,6% vs 1,7% del I trimestre 211) a fronte però di un marcato aumento tendenziale nel tasso di uscita (2,6% vs 1,9% del I trimestre 211). Nell industria il saldo tra ingressi e uscite nell occupazione nel I trimestre 212 (Figura 13) torna negativo (-,7) dopo la sostanziale stabilità di inizio 212, e in peggioramento rispetto al -,1 del I trimestre 211. Tale dinamica deriva da una diminuzione nel tasso di entrata (1% vs 1,3% nel I trimestre 211), e da un aumento nel tasso di uscita (1,7% vs 1,4% nel I trimestre 211). Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 9

10 Figura 15 Variazione % addetti nel trimestre, indice destagionalizzato e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione - Artigianato variazione (scala sx) Indice Destag. (scala dx) media mobile di 4 termini (scala sx) Figura 18 Variazione % addetti nel trimestre e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione Commercio variazione media mobile di 4 termini gen-3 apr-3 lug-3 ott-3 gen-4 apr-4 lug-4 ott-4 gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 lug Figura 16 La dinamica occupazionale dell artigianato I Saldo Tasso di ingresso Tasso di uscita 26 I 27 I 28 I 29 I 21 I 211 I 212 I La variazione dell occupazione è negativa ed in peggioramento anche nel commercio (Figura 18), mentre è in miglioramento e leggermente positiva nei servizi. Figura 17 Variazione % addetti nel trimestre e medie mobili Saldo tra ingressi e uscite nell occupazione Servizi gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 variazione lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 media mobile di 4 termini ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 lug gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 Cresce la CIGO e diminuiscono CIGS e CIGD Come già evidenziato in riferimento al trimestre dell anno, si conferma la netta ripresa del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, trainata dall aumentato utilizzo della CIGO. Nel I trimestre 212 le ore di CIG ammontano a 53,2 milioni, in aumento del 9,4% rispetto allo stesso trimestre del 211. La CIGO, con 23,2 milioni di ore, rappresenta la quota maggiore sul totale di ore di CIG autorizzate, mentre la CIGS e la CIGD contano rispettivamente 16,9 e 13 milioni di ore. La crescita complessiva del ricorso alla CIG deriva da un aumento tendenziale del 78,4% nella CIGO e del 3,1% nella CIGD, compensato solo in parte dalla riduzione del 26,1% nella CIGS, presumibilmente per via dell esaurirsi dei termini di utilizzo per le imprese entrate in crisi nella prima parte della recessione 2. Rispetto allo scorso anno è in aumento anche la quota di imprese che ricorrono alla CIG e la quota di ore utilizzate sul monte ore, con particolare riguardo alle imprese artigiane. Le imprese industriali intervistate nell ambito dell Indagine Congiunturale Unioncamere hanno dichiarato nel 23,2% dei casi di aver utilizzato la CIG (vs 17,4% del I trimestre 211), per una quota sul monte ore totale del 2,2%. Sono invece il 17,9% le imprese artigiane intervistate che sono ricorse alla CIG nel I trimestre 212 (vs 1% del I trimestre 211), con un marcato ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 aumento del monte ore (2,5% vs 1,4%). ott-1 lug-12 2 L aumento della CIG è confermato anche dai dati più recenti riferiti a Ottobre e Novembre 212 che mostrano un incremento tendenziale del 21,1% delle ore autorizzate che riguarda sia la CIGO che la CIGS. Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 1

11 Considerando il periodo tra Gennaio e Settembre 212, la disaggregazione per settori indica che l aumento nel ricorso alla CIG rispetto allo stesso periodo del 211 è pari al 5,6%, ed ha caratterizzato tutti i settori che ne fanno maggiore uso, ad eccezione del Meccanico (-6,8%) e del Tessile (-3,1%). Tale dato è tanto più significativo se si considera che, nel periodo di riferimento, questi due settori contano rispettivamente per il 47% delle ore di CIG autorizzate. Rimangono preoccupanti gli ampi aumenti rispetto a Gennaio-Settembre 211 osservati in alcuni comparti, quali il Legno (+35,7%), il Commercio (+32,2%), la Chimica (+27,7%), l Editoria (+25,7%) e l Industria edile (+22,9%). Figura 19 Cassa Integrazione Guadagni Ore Autorizzate Regione Lombardia Ordinaria Straordinaria Deroga Ancora in aumento i licenziamenti e le situazioni di crisi Il peggioramento avvenuto dall inizio del 212 di uno scenario economico già pesantemente deteriorato dalla crisi 291, continua a segnare le possibilità delle imprese di mantenere i precedenti livelli occupazionali. Sono infatti ancora in crescita gli approvati alle liste di mobilità, che, dopo l aumento tendenziale del 7% registrato nel trimestre 212, in questo trimestre aumentano ancora del 3,6% rispetto al I trimestre 211 (Figura 21) 3, anche per effetto della possibilità di includere nelle liste di mobilità anche gli apprendisti. I lavoratori approvati alle liste di mobilità nel I trimestre 212 ammontano a , di cui ex l. 223/91 riferita alle imprese con oltre 15 dipendenti (pari al 28,8%), e ex l. 236/93 per le imprese di più piccole dimensioni (pari al 71,2%). 25,, 2,, 15,, 1,, 5,, Media mobile centrata di 3 termini Come già evidenziato nel trimestre, l aumento del ricorso alla mobilità riguarda solo le imprese con meno di 15 dipendenti (+51,1% rispetto al trimestre 211), e non le imprese di più grandi dimensioni, che vedono invece una diminuzione dell 1,8% nei lavoratori approvati. Figura 21 I lavoratori approvati nelle liste di mobilità Regione Lombardia Valori assoluti (I trimestre 212) Fonte: elaborazioni IRS su dati INPS Figura 2 Cassa Integrazione Guadagni Ore autorizzate ,, 9,, 8,, 7,, Ordinaria Straordinaria Deroga /91 236/93 Totale Fonte: ARIFL Regione Lombardia 6,, 5,, 4,, 3,, 2,, 1,, I I I I I I I I I I Fonte: elaborazioni IRS su dati INPS 3 In riferimento ai dati sui lavoratori approvati alle liste di mobilità da parte della Sottocommissione, va specificato che essi non si basano né sulla data dell effettivo licenziamento né sulla data della comunicazione alle Province da parte delle imprese. Fra tali eventi può infatti intercorrere un arco temporale variabile che rende necessario ai nostri fini leggere con cautela i dati riferiti ad un arco temporale ristretto. Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 11

12 Figura 22 Dinamica e composizione dei lavoratori approvati in lista di mobilità anni 29, 21, 211, 212 Regione Lombardia I trimestre trimestre I trimestre trimestre I trimestre L. 223/91 L. 236/93 trimestre I trimestre trimestre Fonte: Fonte: ARIFL Regione Lombardia Con l aumento del ricorso alla CIG ed alla mobilità nel I trimestre 212, cresce il numero di lavoratori coinvolti in situazioni di crisi (stimati considerando i lavoratori in CIGO, CIGS, CIGD e mobilità), che tra Gennaio e Settembre 212 ammontano a 112,5 mila, ovvero il 3,4% dell occupazione dipendente in regione. L incidenza delle situazioni di crisi sull occupazione dipendente aumenta di,3 pp rispetto al dato per il 211 (Figura 23), soprattutto per via della maggiore mobilità, che rappresenta l 1,5% dell occupazione dipendente. I lavoratori approvati nelle liste di mobilità nel corso del 212 sono circa 5 mila, mentre i lavoratori in CIG equivalenti a zero ore 4 sono circa 63 mila. I trimestre trimestre I trimestre trimestre I trimestre trimestre I trimestre Le province dove è maggiore il coinvolgimento dei lavoratori in situazioni di crisi sono Brescia, Lecco, Varese, Como e Bergamo. Particolarmente critica la situazione occupazionale a Brescia, dove il 5,1% dell occupazione dipendente si trova in una situazione di crisi, a fronte del 3,4% regionale. Figura 24 Lavoratori coinvolti in situazioni di crisi Incidenza sull occupazione dipendente (Gennaio- Settembre 212) Milano Brescia Bergamo Varese Como Lecco Mantova Pavia Cremona Lodi Sondrio Brescia Lecco Varese Bergamo Como Mantova a) Stima lavoratori Mobilità b) Incidenza % sull occupazione provinciale CIG Cremona 3. Figura 23 I lavoratori coinvolti in situazioni di crisi Incidenza sull occupazione dipendente Regione Lombardia Mobilità CIGO CIGS CIGD Totale Fonte: elaborazioni IRS su dati ARIFL Regione Lombardia (Mobilità), INPS (CIG) e Istat (n. occupati). Lodi Milano Pavia Sondrio Fonte: elaborazioni IRS su dati ARIFL Regione Lombardia (Mobilità), INPS (CIG) e Istat (n. occupati) Lombardia 3,4% 4 La stima dei lavoratori in CIG equivalenti a ore tiene conto dell effettivo tiraggio delle ore di cassa integrazione. Si veda la Nota metodologica. Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 12

13 1.3 Incertezza e sfiducia per il 213 Il tratto che ha caratterizzato questa seconda fase recessiva è stato la marcata contrazione della domanda interna per consumi e investimenti. Il pessimismo delle imprese risulta più contenuto in riferimento al medio-lungo periodo ed agli scambi con l estero, che registrano volumi in crescita nel I trimestre 212, sebbene rimangano delle incertezze sulla tenuta della domanda proveniente da paesi UE e interni all area euro per i prossimi mesi. In Lombardia, in particolare, la caduta della produzione decelera, proprio per la tenuta della domanda estera. Le previsioni più recenti hanno rivisto al ribasso i dati per il 213, che si profila un anno ancora di estrema incertezza, soprattutto in riferimento al mercato del lavoro, che vedrà allargarsi ulteriormente l area della disoccupazione anche per il mutamento nei comportamenti delle famiglie che, spinte dalla diminuzione del lavoro e del reddito disponibile, registrano una crescita dell offerta di lavoro secondario. Le previsioni per i prossimi trimestri confermano la sfiducia delle imprese circa l occupazione, con saldi tra le aspettative di aumento e diminuzione dell occupazione per il trimestre 212 negativi ed in netto peggioramento in tutti i comparti. Figura 25 Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Industria saldo media mobile 4 termini gen apr lug ott gen-3 apr-3 lug-3 ott-3 gen-4 apr-4 lug-4 ott-4 gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 Figura 26 Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Artigianato saldo media mobile 4 termini gen apr lug ott gen-3 apr-3 lug-3 ott-3 gen-4 apr-4 lug-4 ott-4 gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 ott-8 gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 Figura 27 Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Commercio gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 saldo gen-1 apr-1 lug-1 media mobile 4 termini Figura 28 Prospettive dell occupazione per il trimestre successivo Saldo tra aumento e diminuzione Servizi gen-9 apr-9 lug-9 ott-9 saldo gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 media mobile 4 termini Anche le recenti previsioni trimestrali del Sistema Informativo Excelsior in riferimento al trimestre 212 mostrano una contrazione dell occupazione, con un saldo negativo per oltre 6 mila movimenti, nonostante lo stagionale aumento delle assunzioni nel terziario per il ott-1 Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 13

14 picco di fine anno che arrivano a rappresentare il 75,3% delle assunzione previste nel trimestre 212. Figura 29 Assunzioni previste dalle imprese lombarde per settore e tipo di contratto Industria Costruzioni Servizi Indeterminato Determinato Apprendistato Altre forme Settore Contratto Fonte: Unioncamere Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior Sezione 1 L andamento degli indicatori congiunturali 14

15 La presente Nota Congiunturale è realizzata, sulla base dei dati disponibili al 3/11/212, dal gruppo di lavoro IRS diretto da Manuela Samek Lodovici e composto da Serena Cocciolo e Monica Patrizio.

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