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2 Al 31 dicembre 2014, la popolazione residente in Italia è pari a unità, quasi 13 mila unità in più rispetto all inizio dell anno. Le iscrizioni anagrafiche si confermano anche nel 2014 le principali poste dell incremento della popolazione; il saldo con l estero, seppure in calo, è ancora positivo e pari a unità, mentre il saldo naturale si conferma negativo ( ). Al 1 gennaio 2015 la componente straniera della popolazione è pari all 8,2 per cento del totale dei residenti, con un incremento, rispetto all anno precedente, di unità (+1,9 per cento). Ancora in calo la fecondità, che tra il 2012 e il 2013, registra un numero medio di figli per donna che passa da 1,42 a 1,39. Le madri straniere, seppure in misura minore rispetto al 2012, fanno in media più figli di quelle di cittadinanza italiana (rispettivamente 2,10 contro 1,29). La speranza di vita alla nascita continua a crescere: nel 2014, per i maschi è pari a 80,2 anni (era 79,8 nel 2013), mentre per le femmine è pari a 84,9 anni (84,6 anni nel 2013). L insieme di queste dinamiche rendono l Italia uno dei paesi più vecchi al mondo: il rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e quella con meno di 15 anni è pari a 157,7 su cento, inferiore, in Europa, solo a quello della Germania (158,6). Nel 2013 i matrimoni, dopo la lieve crescita del 2012, tornano a diminuire, passando da a (circa il 6 per cento in meno). L instabilità coniugale è in leggera contrazione: le separazioni legali passano da nel 2011 a nel 2012, mentre i divorzi da scendono a Le famiglie, che al 2011 sono , hanno subito negli ultimi 40 anni un significativo cambiamento nella struttura: quelle numerose (cinque o più componenti) passano dal 21,5 per cento del totale, al 5,7 per cento dell ultimo censimento. Nello stesso periodo si evidenzia un regolare incremento delle famiglie unipersonali che passano dal 12,9 al 31,2 per cento. Le famiglie con almeno uno straniero rappresentano il 7,4 per cento del complesso delle famiglie rilevate.

3 3POPOLAZIONE E FAMIGLIE Popolazione residente Popolazione totale anagrafica. Al 31 dicembre 2014 la popolazione residente in Italia è pari a unità ( maschi e femmine), quasi unità in più rispetto all inizio dell anno. A livello territoriale la situazione ricalca quella dell anno precedente: seppure con una crescita decisamente contenuta, il Centro è la ripartizione caratterizzata dal maggiore incremento annuo (+0,2 per cento), il Sud e le Isole le sole ripartizioni in decremento. Il maggior numero di residenti si trova al Nord-ovest ( unità, pari al 26,5 per cento del totale dei residenti - Tavola 3.1). Popolazione straniera anagrafica. Al 1 gennaio 2015 la popolazione straniera residente è pari a unità, l 8,2 per cento del totale dei residenti, con un incremento, rispetto all anno precedente, di unità, pari all 1,9 per cento. Il Nord-ovest è la ripartizione che ospita il maggior numero degli stranieri residenti in Italia (34,4 per cento) e, complessivamente, al Nord risiede il 59,4 per cento del totale degli stranieri (Tavola 3.3). Rispetto al totale dei residenti, al Nord circa 11 individui su 100 sono cittadini stranieri, mentre nel Mezzogiorno la proporzione scende decisamente (circa 4 ogni 100 individui Tavola 3.15). L area da cui proviene la maggior parte dei cittadini stranieri residenti in Italia è sempre, come negli anni precedenti, l Ue (29,7 per cento), mentre, considerando le altre cittadinanze, i cittadini provenienti dall Europa Centro-orientale sono quelli più numerosi (22,5 per cento della popolazione straniera residente) seguiti da quelli dell Africa settentrionale (13,5 per cento). Anche quest anno il Nord-est è la ripartizione preferita dai cittadini provenienti dall Europa centro-orientale, che, infatti, rappresentano il 30,0 per cento del totale degli stranieri residenti nel Nord-est (contro il 25,7 per cento spettante all Ue - Tavola 3.3). Dinamica demografica Anche nel corso del 2014, seppure in maniera meno consistente rispetto all anno precedente (interessato dalle verifiche post censuarie), le iscrizioni anagrafiche sono le prin- 3 POPOLAZIONE E FAMIGLIE 71

4 cipali poste dell incremento della popolazione. Il saldo con l estero, in diminuzione come lo scorso anno, è sempre positivo e pari a unità, mentre il saldo naturale si conferma negativo, passando da a A livello territoriale il Centro è la ripartizione con il più alto saldo positivo con l estero (segue poco distante il Nord-ovest). Il Sud, invece, è la sola ripartizione in cui la componente anagrafica del bilancio è negativa, mentre i saldi con l estero risultano più contenuti sia al Sud che nelle Isole (Tavola 3.1). Natalità e fecondità. Prosegue il calo delle nascite: i nati vivi, che nel 2013 erano , nel 2014 passano a e il quoziente di natalità, uniforme sul territorio, scende a 8,3 nati per mille abitanti (8,5 per mille nell anno precedente Tavola 3.4). La fecondità per età continua a manifestare un andamento decrescente e l evento nascita si verifica in età sempre più avanzata, come mostrato dallo spostamento in avanti delle curve di fecondità (Figura 3.1). Figura 3.1 Tassi di fecondità per età della madre - Confronti retrospettivi Anni 1980, 1990, 2000, 2005, 2010, 2011, 2012 e 2013, nati per donne < di Fonte: Istat, Tavole di fecondità regionale (E); Iscritti in anagrafe per nascita (R) Il numero medio di figli per donna, indicatore sintetico della fecondità, nel 2013 scende ancora, rispetto all anno precedente, e passa da 1,42 a 1,39 figli in media per donna. A livello territoriale la situazione si presenta disomogenea e in linea con quella dell anno precedente: il Nord-ovest è ancora, insieme al Nord-est, la ripartizione con la fecondità più alta (1,45), il Centro si colloca in una posizione intermedia (1,39), mentre Sud e Isole mantengono il primato negativo con 1,31 figli in media per donna. Analizzando i dati per cittadinanza, la cosa che appare evidente è la totale omogeneità, a livello territoriale, che interessa la fecondità delle donne italiane (1,28 figli in media per donna in tutte le ripartizioni). Pertanto, la disomogeneità riscontrata nella fecondità 72 ANNUARIO STATISTICO ITALIANO 2015

5 complessiva ricalca quella delle straniere; nel Nord infatti, le straniere fanno mediamente 2,2 figli per donna, mentre nel totale Italia tale valore è pari a 2,1. (Tavola 3.5). A livello internazionale, l Italia detiene l ottavo valore per fecondità più bassa nell Ue 27, insieme alla Germania; il paese con la più bassa fecondità è ancora il Portogallo, con 1,21 figli in media per donna, mentre la Francia, con 1,99 figli in media per donna, è il paese più prolifico (Tavola 3.23). Mortalità e sopravvivenza. Diminuisce il numero dei decessi, che raggiunge, nel 2014, le unità dalle del Il quoziente di mortalità cala a sua volta, passando dal 10,0 al 9,8 per mille; è più alto nelle regioni del Centro (10,2 per mille) e più basso in quelle del Sud (9,3 per mille - Tavola 3.7). La speranza di vita alla nascita (vita media) continua a crescere: per i maschi è pari a 80,2 anni (era 79,8 nel 2013), mentre quella delle femmine è pari a 84,9 anni (84,6 anni nel 2013). A livello territoriale il Nord-est, anche nel 2014, è la ripartizione con la speranza di vita più elevata (80,7 anni per i maschi e 85,5 anni per le femmine). Le Isole sono caratterizzate da una vita media più bassa (79,5 e 84,1 anni rispettivamente per maschi e femmine - Tavola 3.4). Analizzando il contesto internazionale, nel 2013, all interno dell Unione europea, solo la Svezia e la Spagna, con 80,2 anni per i maschi, hanno una situazione migliore per quel riguarda le condizioni di sopravvivenza, mentre per le femmine le condizioni più favorevoli si trovano in Spagna (86,1), in Francia (85,6) e Cipro (85,0); l Italia, dunque, rimane uno dei paesi più longevi (Tavola 3.23). Mobilità anagrafica. Le iscrizioni anagrafiche, nel corso del 2014, sono pari a , mentre le cancellazioni sono ; la componente migratoria, derivante dalla differenza tra iscrizioni e cancellazioni anagrafiche conseguenti a trasferimenti di residenza e ad altri movimenti anagrafici, porta dunque, come lo scorso anno, ad un saldo positivo ( ). Il forte calo del saldo rispetto all anno precedente (era pari a ) è dovuto prevalentemente alle pratiche anagrafiche conseguenti alle verifiche post censuarie attuate nel 2013 (sostanzialmente iscrizioni di persone non censite e cancellazioni di persone censite per errore - Tavola 3.1). Nel 2013, le migrazioni interne per trasferimento di residenza sono pari a unità, con un tasso di migratorietà del 22,6 per mille. I trasferimenti intraripartizionali, quelli cioè all interno della stessa ripartizione, sono pari a (sono quasi l 81 per cento del totale dei trasferimenti), mentre quelli interripartizionali, ovverosia da una ripartizione all altra, ammontano a (il 19,3 per cento - Tavola 3.9). Anche a livello territoriale, quelli intraripartizionali sono i trasferimenti più numerosi, anche se con entità differenti: nel Nord-ovest e Nord-est superano l 80 per cento, mentre al Sud, da sempre caratterizzato da una forte emigrazione, non raggiungono il 70 per cento. Nel 2013, le iscrizioni dall estero per trasferimento di residenza sono state , in meno rispetto all anno precedente; i cancellati per l estero, invece, sono stati , in più rispetto al 2012 (Tavola 3.10). Il Nord è la ripartizione con il maggior numero di iscrizioni (53,0 per cento), la sola Lombardia raggiunge quasi il 22 3 POPOLAZIONE E FAMIGLIE 73

6 per cento delle iscrizioni totali. Il Lazio, con il 12,5 per cento, è la seconda regione nella classifica delle iscrizioni dall estero. Il Nord e la Lombardia hanno il primato anche in fatto di cancellazioni per l estero (rispettivamente 56,9 e 21,0 per cento), mentre il Lazio viene superato dal Veneto a cui spetta il 10,9 per cento del totale delle cancellazioni. Mobilità residenziale. Le informazioni sulla dimora precedente a quella in cui si è stati censiti mostrano che solo lo 0,5 per cento della popolazione di un anno o più ( unità) risiedeva all estero l anno prima del censimento, la quasi totalità (99,5 per cento) aveva dimora abituale in Italia e circa il 94 per cento non ha cambiato alloggio di dimora abituale (Tavola 3.11). Una maggiore mobilità residenziale territoriale si evidenzia con riferimento a cinque anni prima: nel 2006, il 98,0 per cento della popolazione di 5 anni o più ( unità) risiedeva in Italia e il 2,0 per cento all estero (Tavola 3.12), mentre gli individui che non hanno cambiato dimora abituale sono l 80,6 per cento. Le migrazioni interne al territorio nazionale hanno riguardato il 7,2 per cento della popolazione di 5 anni o più. I trasferimenti di residenza sono da attribuire principalmente a spostamenti di breve raggio: il 4,3 per cento in un altro comune della stessa provincia di dimora abituale, l 1,1 per cento in un altra provincia della stessa regione e solo l 1,8 per cento in un altra regione. Le regioni per le quali si osservano le quote maggiori di migrazioni interne sono Valle d Aosta (11,7 per cento), Lombardia (9,6 per cento) e Piemonte (9,1 per cento). L Emilia-Romagna, la Provincia autonoma di Trento e l Umbria registrano, invece, le percentuali maggiori di popolazione che cinque anni prima il censimento risiedeva all estero, rispettivamente 3,0, 2,8 e 2,8 per cento. Flussi di stranieri Analizzando la componente non comunitaria che fa ingresso nel Paese, nel 2014 quasi 250 mila persone hanno richiesto il permesso di soggiorno (circa 7 mila in meno rispetto al 2013). A richiedere il permesso di soggiorno sono sempre di più i maschi rispetto alle femmine ( , pari al 57,8 per cento, contro , il 42,2 per cento). La maggior parte delle richieste proviene da cittadini dell Asia Meridionale (51.661), seguiti da quelli provenienti da paesi europei (44.667). Oltre il 60 per cento delle richieste proviene da cittadini non comunitari con meno di trenta anni; Il motivo prevalente alla base della richiesta è il ricongiungimento con la famiglia (Tavola 3.13). Considerando il complesso dei cittadini non comunitari regolarmente presenti in Italia al 1 gennaio 2015 ( ), emerge come per quasi il 60 per cento si tratti di soggiornanti di lungo periodo. La divisione per genere si presenta piuttosto bilanciata (Tavola 3.14). Struttura per età della popolazione Nel corso degli anni il continuo aumento della sopravvivenza nelle età più avanzate e il costante calo della fecondità hanno reso l Italia uno dei paesi più vecchi al mondo. La 74 ANNUARIO STATISTICO ITALIANO 2015

7 situazione è rappresentata graficamente dalla piramide delle età, caratterizzata dalla base, corrispondente alle classi di età più giovani, particolarmente contratta e una punta, che rappresenta invece le età più anziane, allargata. La piramide rende anche evidente il vantaggio di cui godono le donne in termini di sopravvivenza, con i contingenti di popolazione femminile alle età avanzate più consistenti rispetto a quelli dei coetanei maschi (Figura 3.2). Figura 3.2 Piramide dell età della popolazione residente per età e sesso al 1 gennaio Anni 2014 e 2015, valori percentuali 2014 >= Maschi Femmine Fonte: Istat, Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita e stato civile (R) L indice di vecchiaia, dato dal rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e quella con meno di 15 anni, è l indicatore che meglio sintetizza il grado di invecchiamento della popolazione; al 31 dicembre 2014 è pari al 157,7 per cento, ancora in crescita rispetto all anno precedente (154,1). Il Nord-ovest, con il 169,8 per cento, è la ripartizione più anziana, di contro il Sud è quella che ospita la popolazione più giovane, l indicatore è infatti pari al 135,9 per cento, seguita dalle Isole con il 146,8. A livello regionale la situazione rimane inalterata rispetto agli anni precedenti: gli estremi sono sempre Liguria e Campania: la Liguria è la regione con il più alto squilibrio intergenerazionale, con un indice di vecchiaia pari a 242,7 per cento, mentre la Campania è quella meno vecchia, con un indicatore pari a 113,4 (Tavola 3.4). A livello internazionale, al 31 dicembre 2013, la Germania è sempre il paese con il più alto indice di vecchiaia (158,6) ed è l unico paese più vecchio dell Italia. l Irlanda è ancora il paese col minor numero di anziani per 100 giovani (57,3 anziani ogni 100 giovani - Tavola 3.23). Se consideriamo l età media, in Italia questa è pari a 44,4 anni (Tavola 3.4); la popolazione straniera residente, invece presenta una struttura per età molto più giovane, con un età media pari a 33,1 anni (dato al 1 gennaio 2015). Quasi la metà dei cittadini 3 POPOLAZIONE E FAMIGLIE 75

8 stranieri ha un età compresa tra i 18 ed i 39 anni (42,7 per cento), uno su cinque è minorenne (21,6 per cento) e la percentuale di adulti fra i 40 ed i 64 anni è del 32,7 per cento (Tavola 3.15). Nuzialità e instabilità coniugale L andamento dei matrimoni, dopo la lieve crescita del 2012, torna a essere in diminuzione: si passa dai matrimoni del 2012 ai del 2013 (oltre 13 mila eventi in meno, pari ad un decremento di circa il 6 per cento); il quoziente di nuzialità passa dal 3,5 al 3,2 per mille. Ancora una volta il Mezzogiorno è la ripartizione dove ci si sposa di più (3,8 per mille sia nel Sud che nelle Isole - Tavola 3.16). Il rito che gli sposi scelgono principalmente per la celebrazione del loro matrimonio è sempre, seppure in costante calo, quello religioso, che, nel 2013, ha caratterizzato il 57,5 per cento dei matrimoni. La distribuzione territoriale, però è molto diversa: al Nord e al Centro il rito civile è scelto nella maggior parte dei casi (55,3 per cento nel Nord-ovest, 55,1 nel Nord-est e 51,1 nel Centro), nel Sud, invece, oltre tre quarti dei matrimoni (76,2 per cento) viene ancora celebrato con rito religioso, un po meno nelle Isole (68,8 - Tavola 3.16) A livello internazionale l Italia risulta sempre essere uno dei paesi con la nuzialità più bassa, infatti solo Bulgaria e Slovenia (3,0 per mille) e il Portogallo (3,1 per mille), hanno un quoziente di nuzialità inferiore a quello italiano (Tavola 3.23). L instabilità coniugale è in leggera contrazione; le separazioni legali passano da nel 2011 a nel 2012, mentre i divorzi da scendono a Le separazioni consensuali, come negli anni precedenti, sono in netta prevalenza rispetto a quelle giudiziali, e rappresentano l 85,4 per cento circa del totale (Tavola 3.17). Famiglie Al 9 ottobre 2011, data di riferimento del XV Censimento della popolazione e delle abitazioni, in Italia la popolazione residente in famiglia ammonta a di individui, le famiglie sono e il numero medio di componenti in famiglia è pari a 2,4 unità. I risultati degli ultimi cinque censimenti mostrano che negli ultimi 40 anni si è verificato un incremento delle famiglie del 54,0 per cento. Quelle composte da una sola persona e le famiglie numerose - ovvero quelle con cinque o più componenti seguono andamenti diametralmente opposti tra loro (Figura 3.3). Le famiglie numerose, che al censimento del 1971 costituivano il 21,5 per cento del totale delle famiglie, registrano un costante calo, arrivando al 5,7 per cento all ultimo censimento. Al contrario, nello stesso arco di tempo si evidenzia un regolare incremento delle famiglie unipersonali che passano dal 12,9 per cento al 31,2 per cento, vale a dire che quasi una famiglia su tre risulta composta da un unica persona, come conseguenza di profondi mutamenti demografici e sociali, primo fra tutti il progressivo invecchiamento della popolazione, l aumento delle separazioni e dei divorzi, nonché l arrivo di cittadini stranieri che, almeno nelle fasi iniziali, vivono in famiglie unipersonali. Con il passare dei decenni, la fotografia scattata in occasione dei censimenti demografici mostra che le famiglie tendono a essere sempre più piccole, con una progressiva riduzione del numero medio dei componenti: nel 1971 una famiglia era mediamente composta da 3,3 persone, nel 2011 da 2,4 (Figura 3.4). Anche il Sud dell Italia, che è 76 ANNUARIO STATISTICO ITALIANO 2015

9 Figura 3.3 Famiglie unipersonali e con 5 o più componenti Censimenti 1971, 1981, 1991, 2001 e 2011; valori percentuali sul totale delle famiglie 31, ,84 20,59 24, ,51 12, ,92 11, ,50 5, Famiglie unipersonali Famiglie con 5 o più componenti Fonte: Istat, 15 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni al 9 ottobre 2011 (R) l area storicamente con il più alto numero di componenti per famiglia, registra una costante riduzione della dimensione familiare passando da 3,7 nel 1971 a 2,7 nel Le Isole, come il Sud, hanno un andamento che si colloca, nell arco dei 40 anni considerati, al di sopra del valore nazionale, mantenendo un numero medio di componenti costantemente superiore a quello medio nazionale ma inferiore a quello del Sud. Figura 3.4 Numero medio di componenti della famiglia per ripartizione geografica Censimenti 1971, 1981, 1991, 2001 e ,9 3,8 3,7 3,6 3,5 3,4 3,3 3,2 3,1 3,0 2,9 2,8 2,7 2,6 2,5 2,4 2,3 2,2 3,35 3,01 2,83 2,59 2, Italia Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole Fonte: Istat, 15 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni al 9 ottobre 2011 (R) 3 POPOLAZIONE E FAMIGLIE 77

10 La ripartizione storicamente con il più basso numero di componenti è il Nord-ovest che già nel 1971 contava mediamente tre persone per famiglia, dimensione che è andata gradualmente riducendosi fino a raggiungere quota 2,3 nel Il Nord-est e, ancor più, il Centro si discostano poco dal valore nazionale. L analisi regionale della dimensione delle famiglie e del numero di componenti relativamente all ultimo censimento della popolazione evidenzia percentuali più basse di famiglie unipersonali in quasi tutte le regioni del Sud e delle Isole, a fronte di quote più elevate per la Liguria (40,9 per cento), la Valle d Aosta (39,6 per cento) e il Friuli-Venezia Giulia (35,6 per cento Tavola 3.18). Una tendenza opposta si riscontra per le famiglie con cinque o più componenti. In corrispondenza delle regioni con la quota più alta di famiglie unipersonali si registrano i valori più bassi di famiglie numerose (Liguria e Valle d Aosta). Queste permangono più numerose nelle ripartizioni dell Italia meridionale e insulare, in particolare in Campania (11,0 per cento del totale famiglie), in Calabria (7,7 per cento), in Puglia (7,6 per cento) e in Sicilia (7,1 per cento). Le famiglie possono essere distinte in famiglie senza nucleo, ovvero quelle i cui componenti non formano alcuna relazione di coppia o di tipo genitore-figlio, famiglie con un solo nucleo, con i componenti che formano una relazione di coppia o di tipo genitorefiglio e famiglie con due o più nuclei. Le famiglie senza nucleo, costituite nella quasi totalità da famiglie unipersonali, sono , pari al 33,8 per cento del totale delle famiglie; sono maggiormente diffuse nel Nord e nel Centro Italia, entrambe al 35,7 per cento, valore superiore alla media nazionale (Tavola 3.19). Il numero maggiore di famiglie è costituito da quelle con un solo nucleo ( ), più presenti nel Sud (69,6 per cento) e nelle Isole (66,9 per cento). La famiglia nucleare tipica, costituita da coppie con figli, si attesta al 34,7 per cento per un totale di circa 8,5 milioni; le quote più elevate si rilevano nel Meridione (valore massimo al Sud con il 41,7 per cento) e le più basse nelle ripartizioni settentrionali. L esatto contrario avviene per le coppie senza figli (quasi cinque milioni) che registrano il valore minimo al Sud pari a 17,7 per cento. Le famiglie con un solo nucleo, composto da madre e figlio/i, sono , quelle in cui il nucleo è formato da padre e figlio/i sono invece solo Rispetto al totale delle famiglie, la distribuzione percentuale di famiglie monogenitore con un solo nucleo non è molto variabile tra le diverse ripartizioni; per il Centro Italia la quota di madri sole con figli (8,8 per cento) e quella dei padri soli (2,0 per cento) risulta più elevata che nel complesso del Paese (8,1 per cento e 1,8 per cento, rispettivamente). Infine, la percentuale di famiglie composte da due o più nuclei rilevata nel 2011 è piuttosto esigua (1,4 per cento). La composizione delle famiglie può essere anche analizzata attraverso la posizione che gli individui occupano al suo interno, ovvero attraverso il ruolo nella famiglia dei singoli componenti (Tavola 3.20). Il 30,6 per cento della popolazione residente in famiglia vive come figlio, il 29,7 per cento come coniuge o convivente in coppie con figli, il 17,7 per cento in coppie senza figli, il 13,0 per cento in famiglie unipersonali, il 4,5 per cento come genitore solo e la quota residuale (4,6 per cento) vive in famiglia come altra persona. Infine, i risultati del XV Censimento della popolazione consentono di analizzare le famiglie in relazione alla componente straniera (Tavola 3.21). Le famiglie con almeno uno straniero rappresentano il 7,4 per cento del complesso delle famiglie rilevate, in termini 78 ANNUARIO STATISTICO ITALIANO 2015

11 assoluti ammontano a Il 60,2 per cento di queste è composto da famiglie con un solo nucleo, mentre oltre un terzo del totale è composto da famiglie senza nuclei, in gran parte famiglie unipersonali. Il 3,9 per cento sono famiglie con più nuclei. Per le famiglie monogenitore, le madri sole costituiscono il 7,0 per cento delle famiglie con almeno uno straniero e i padri soli l 1,5 per cento, percentuali poco inferiori a quelle relative al complesso delle famiglie (rispettivamente 8,1 per cento e 1,8 per cento). La distribuzione territoriale delle famiglie con almeno uno straniero per tipologia familiare non presenta particolari differenze tra le ripartizioni geografiche: nel Nord Italia le famiglie con un solo nucleo registrano una percentuale di poco al di sopra del valore nazionale, mentre le famiglie senza nucleo sono maggiormente presenti nel Centro, nel Sud e nelle Isole. APPROFONDIMENTI Istat, Bilancio demografico Archivio dei comunicati stampa - Istat, Natalità e fecondità Archivio dei comunicati stampa Istat, Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente Anno 2013, Comunicato stampa, 9 dicembre Istat, Nuzialità - Archivio dei comunicati stampa - Istat, Separazioni e divorzi Archivio dei comunicati stampa - Istat, Popolazione straniera per sesso ed età Anno 2015, Sistema informativo, 15 luglio Istat, Notizie sulla presenza straniera in Italia Archivio dei comunicati stampa - Istat, I cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti - Anni , Comunicato stampa, 5 agosto Istat, I.stat: il data warehouse del Censimento della popolazione e delle abitazioni Istat, 15 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni - Istat, 15 Censimento generale della popolazione e delle abitazioni - Approfondimenti su nuclei familiari, migrazioni interne e internazionali, acquisizioni di cittadinanza, Comunicato stampa, 30 luglio Istat, Le nuove informazioni del 15 Censimento della popolazione e delle abitazioni, Comunicato stampa, 6 giugno POPOLAZIONE E FAMIGLIE 79

12 GLOSSARIO Coppia Età media Famiglia Indice di dipendenza strutturale Indice di dipendenza strutturale degli anziani Indice di vecchiaia Luogo di destinazione Nato morto Nato vivo Nucleo familiare Numero medio di componenti per famiglia Popolazione residente Popolazione residente in famiglia Probabilità di morte all età x Quoziente di mortalità Costituisce un tipo di nucleo familiare, insieme a madre con figli e padre con figli. Una coppia può essere senza figli o con figli mai sposati, coniugata o non coniugata, di sesso opposto o dello stesso sesso. La media delle età ponderata con l ammontare della popolazione in ciascuna classe di età. Insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, o da vincoli affettivi, coabitanti e aventi dimora abituale nello stesso comune (anche se non sono ancora iscritte nell anagrafe della popolazione residente del comune medesimo). Una famiglia può essere costituita anche da una sola persona. L assente temporaneo non cessa di appartenere alla propria famiglia sia che si trovi presso altro alloggio (o convivenza) dello stesso comune, sia che si trovi in un altro comune italiano o all estero. Il rapporto percentuale tra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e oltre) e la popolazione in età attiva (15-64 anni). Il rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione in età attiva (15-64 anni). Rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione di età 0-14 anni. Si intende il luogo abituale di studio o di lavoro che può essere ubicato nello stesso comune di dimora abituale, in un altro comune o all estero. Il decesso fetale che si verifica a partire dal 180 giorno di durata della gestazione. Il prodotto del concepimento che, una volta espulso o completamente estratto dal corpo materno, indipendentemente dalla durata della gestazione, respiri o manifesti altro segno di vita. È definito come l insieme delle persone che formano una relazione di coppia o di tipo genitore-figlio. Si intende la coppia coniugata o convivente, senza figli o con figli mai sposati, o anche un solo genitore assieme ad uno o più figli mai sposati. Il concetto di nucleo familiare è normalmente più restrittivo rispetto a quello di famiglia; infatti nell ambito di una famiglia possono esistere uno o più nuclei familiari. Può non esservene nessuno come è nel caso ad esempio delle famiglie unipersonali. Una famiglia può essere composta da più nuclei, ma può anche essere costituita da un nucleo e da uno o più membri isolati (altre persone residenti), o ancora da soli membri isolati. Quantità calcolata dividendo il totale dei residenti in famiglia per il numero delle famiglie. È costituita dalle persone aventi dimora abituale nel comune, anche se alla data considerata sono assenti perché temporaneamente presenti in altro comune italiano o all estero. Persone che hanno dimora abituale in famiglia, anche se assenti alla data del censimento. Il rischio che una persona ha di morire tra il compimento dello x-esimo compleanno e il compimento del successivo. Il rapporto tra il numero dei decessi nell anno e l ammontare medio della popolazione residente (per mille). 80 ANNUARIO STATISTICO ITALIANO 2015

13 Quoziente di mortalità infantile Quoziente di natalità Quoziente di nuzialità Sopravviventi (lx) Il rapporto tra il numero di decessi avvenuti nel primo anno di vita e il numero di nati vivi (per mille). Il rapporto tra il numero di nati vivi dell anno e l ammontare medio della popolazione residente (per mille). Il rapporto tra il numero di matrimoni celebrati nell anno e l ammontare medio della popolazione residente (per mille). Sono coloro che, provenienti dalla generazione iniziale fittizia di nati, sopravvivono ai vari compleanni. Speranza di vita all età x Il numero medio di anni che restano da vivere ai sopravviventi all età x. Speranza di vita alla nascita Straniero dimorante abitualmente Tasso di crescita naturale Tasso di fecondità totale (numero medio di figli per donna) Tasso migratorio Vita media Vedi Vita media. Persona con cittadinanza non italiana o apolide. Si esclude chi possiede una cittadinanza straniera oltre a quella italiana, per il quale prevale quest ultima. Si definisce dimorante abitualmente il cittadino straniero comunitario che dimora abitualmente nell alloggio o nella convivenza e il cittadino straniero non comunitario che dimora abitualmente nell alloggio o nella convivenza e che è in possesso di un regolare titolo a soggiornare in Italia, ovvero di un permesso di soggiorno valido o del nulla osta all ingresso in Italia per motivi di lavoro o di ricongiungimento familiare o della richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno oppure della richiesta di rilascio del primo permesso. Esso viene conteggiato nella popolazione residente nell ambito delle famiglie e delle convivenze. Differenza tra il quoziente di natalità e il quoziente di mortalità. Esprime in un dato anno di calendario il numero medio di figli per donna. È dato dalla somma dei quozienti specifici di fecondità calcolati rapportando, per ogni età feconda (15-49 anni), il numero di nati vivi all ammontare medio annuo della popolazione femminile. Il rapporto tra il saldo migratorio e l ammontare medio annuo della popolazione residente. Il numero medio di anni che sono da vivere per un neonato. 3 POPOLAZIONE E FAMIGLIE 81

14 Tavola 3.1 Bilancio demografico della popolazione residente per regione Anno 2014 ANNI Popolazione residente al 1 gennaio Movimento naturale Movimento migratorio Popolazione residente Iscritti Cancellati Saldo tra al 31 dicembre Nati vivi Morti Saldo tra nati vivi e morti Da altri comuni (a) Dall estero Per altri motivi (b) Per altri comuni (a) Per Per altri l estero motivi (b) iscritti e cancellati 2011 (c) PER REGIONE Piemonte V. d'aosta/ V. d'aoste Liguria Lombardia Trentino-Alto Adige/Südtirol Bolzano/Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia- Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole ITALIA Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R) (a) Il motivo per cui il numero di iscritti e cancellati da/per altri comuni non coincide, a livello nazionale, è da imputare allo sfasamento temporale tra data di cancellazione di una persona dal comune di emigrazione e data di iscrizione della stessa presso il comune di immigrazione. (b) Pratiche anagrafiche di sola iscrizione o cancellazione conseguenti a verifiche post censuarie (sostanzialmente iscrizioni di persone non censite e cancellazioni di persone censite per errore) o ad accertamenti anagrafici correnti (principalmente cancellazioni di persone irreperibili). (c) Dati riferiti al periodo 9 ottobre - 31 dicembre La popolazione iniziale è riferita al 9 ottobre ANNUARIO STATISTICO ITALIANO 2015

15 Tavola 3.2 Popolazione residente per sesso ed età al 1 gennaio Anni 2014, 2015 ETÀ Maschi Femmine Maschi e femmine Variazioni % rispetto all anno precedente ETÀ Maschi Femmine Maschi e femmine Variazioni % rispetto all anno precedente ANNO , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,8 100 e oltre , , , , , , ,9 65 e più , ,9 TOTALE ,8 Fonte: Istat, Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita e stato civile (R) 3 POPOLAZIONE E FAMIGLIE 83

16 Tavola 3.2 segue Popolazione residente per sesso ed età al 1 gennaio Anni 2014, 2015 ETÀ Maschi Femmine Maschi e femmine Variazioni % rispetto all anno precedente ETÀ Maschi Femmine Maschi e femmine Variazioni % rispetto all anno precedente ANNO , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,1 100 e oltre , , , , , , ,4 65 e più , ,9 TOTALE ,0 Fonte: Istat, Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita e stato civile (R) 84 ANNUARIO STATISTICO ITALIANO 2015

17 Tavola 3.3 Popolazione straniera residente per area geografica di cittadinanza e regione al 1 gennaio Anni 2014, 2015 ANNI Unione europea (a) Europa centroorientale Altri paesi europei Africa settentrionale Altri paesi africani Asia orientale Altri paesi asiatici America settentrionale America Oceania Apolidi Totale centromeridionale 2011 (b) PER REGIONE VALORI ASSOLUTI Piemonte V. d Aosta/V. d Aoste Liguria Lombardia Trentino-Alto Adige/ Südtirol Bolzano/Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole ITALIA COMPOSIZIONI PERCENTUALI Piemonte 39,41 19,93 0,29 17,48 5,83 6,12 3,04 0,20 7,65 0,03 0,01 100,00 V. d Aosta/V. d Aoste 36,53 18,66 0,29 29,73 2,39 3,51 1,63 0,34 6,85 0,04 0,02 100,00 Liguria 20,72 25,24 0,50 13,24 3,54 4,60 5,07 0,35 26,67 0,04 0,02 100,00 Lombardia 18,92 19,28 0,23 17,61 7,94 10,46 12,78 0,25 12,49 0,04 0,01 100,00 Trentino-Alto Adige/ Südtirol 30,21 35,45 0,26 12,21 2,78 3,07 10,64 0,18 5,13 0,03 0,05 100,00 Bolzano/Bozen 32,59 32,87 0,42 10,44 2,04 2,83 14,02 0,13 4,51 0,04 0,10 100,00 Trento 28,08 37,75 0,11 13,80 3,44 3,29 7,61 0,22 5,68 0,03 0,00 100,00 Veneto 26,85 30,29 0,07 12,57 9,22 7,70 9,87 0,24 3,16 0,03 0,01 100,00 Friuli-Venezia Giulia 32,02 37,00 0,10 6,38 9,16 4,13 7,05 0,46 3,58 0,04 0,08 100,00 Emilia-Romagna 20,77 28,63 0,24 18,10 9,40 8,21 10,67 0,17 3,80 0,02 0,01 100,00 Toscana 28,99 27,28 0,39 9,19 5,11 15,23 7,05 0,59 6,10 0,07 0,01 100,00 Umbria 33,85 31,58 0,18 13,26 4,50 4,51 3,55 0,57 7,91 0,08 0,02 100,00 Marche 25,27 31,38 0,13 12,90 6,42 8,07 10,38 0,18 5,22 0,03 0,00 100,00 Lazio 42,86 12,85 0,19 5,18 5,31 11,89 12,96 0,59 8,05 0,07 0,05 100,00 Abruzzo 40,90 31,91 0,15 9,41 3,72 5,79 3,14 0,38 4,51 0,08 0,01 100,00 Molise 50,40 18,13 0,14 14,37 2,73 2,96 6,19 1,04 3,93 0,09 0,01 100,00 Campania 28,01 28,04 0,13 11,73 6,97 7,57 12,94 0,44 4,12 0,04 0,00 100,00 Puglia 37,90 26,51 0,27 10,32 6,24 6,26 9,24 0,52 2,70 0,04 0,01 100,00 Basilicata 52,23 16,72 0,09 13,37 3,14 5,38 6,18 0,20 2,67 0,01-100,00 Calabria 48,37 13,75 0,16 17,40 3,51 6,48 7,72 0,45 2,04 0,12 0,00 100,00 Sicilia 37,69 7,61 0,17 21,03 8,63 7,63 14,29 0,51 2,32 0,10 0,01 100,00 Sardegna 42,13 11,36 0,63 11,70 10,81 11,85 6,49 0,51 4,42 0,07 0,04 100,00 Nord-ovest 24,29 19,93 0,27 17,29 7,02 8,86 9,66 0,24 12,40 0,03 0,01 100,00 Nord-est 24,96 30,56 0,16 14,37 8,80 7,25 10,02 0,22 3,62 0,02 0,02 100,00 Centro 35,79 20,99 0,24 7,97 5,31 11,89 10,08 0,54 7,10 0,07 0,03 100,00 Sud 36,95 25,36 0,17 12,11 5,48 6,65 9,29 0,45 3,47 0,06 0,01 100,00 Isole 38,61 8,38 0,27 19,11 9,08 8,50 12,68 0,51 2,75 0,10 0,02 100,00 ITALIA 29,29 22,99 0,22 13,72 6,97 8,98 9,95 0,35 7,49 0,05 0,02 100,00 Fonte: Istat, Movimento e calcolo annuale della popolazione straniera residente e struttura per cittadinanza (R) (a) Nei dati relativi all Unione europea a partire dal 1 luglio 2013 sono compresi anche i dati della Croazia, paese entrato a far parte dell Unione a decorrere da tale data. Si tratta quindi dell Unione europea a 28 paesi membri. (b) Dati riferiti al 9 ottobre POPOLAZIONE E FAMIGLIE 85

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