La congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in provincia di Pisa
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1 La congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in provincia di Pisa Consuntivo III trimestre 2012 aspettative IV trimestre 2012 Pisa, 10 gennaio Il terzo trimestre 2012 segna un ulteriore aggravamento della dinamica delle vendite al dettaglio. Nello specifico il fatturato delle unità commerciali a livello nazionale, regionale e della provincia di Pisa, fa segnare il peggior risultato dal 2006: Italia -8,3%, Toscana -7,4% e Pisa -6,1%. E la contrazione dell attività produttiva che, influendo sull andamento del mercato del lavoro e sul reddito delle famiglie, unita all incremento della pressione fiscale, ridimensiona in modo drammatico le decisioni di spesa dei consumatori. Tra le diverse tipologie merceologiche, la crisi colpisce non solo la piccola distribuzione e le unità che commercializzano prodotti considerati meno necessari come i beni per casa gli elettrodomestici e l abbigliamento ma anche gli esercizi nella vendita di prodotti alimentari. Unici segnali positivi provengono dal fronte dell inflazione, che mostra un certo rallentamento rispetto ai trimestri precedenti, ma anche dalla grande distribuzione che, nel periodo considerato, segnala un accelerazione delle vendite. Il quadro generale Informazioni e chiarimenti studi@pi.camcom.it tel Nel terzo trimestre la crisi tocca livelli preoccupanti anche in termini di diffusione tra le imprese. Dopo due anni, la quota di imprenditori che segnalano una diminuzione del proprio giro d affari, pari al 51% del totale, supera quella di coloro che registrano una stabilità, il 38%. La percentuale di quelli che segnano un aumento del proprio giro d affari, nonostante un leggero aumento rispetto ai minimi di inizio 2012, raggiunge appena il 10%. Redazione Alberto Susini 1
2 70 60 Andamento trimestrale della quota di imprese che segnalano aumento, stabilità e diminuzione delle vendite rispetto al medesimo trimestre dell'anno precedente (quote % perequate con media mobile a 4 termini) aumento stabilità diminuzione Unico elemento parzialmente positivo proviene dall inflazione. La variazione tendenziale dell indice generale dei prezzi al consumo di beni e servizi in provincia di Pisa 1 fa registrare, nella media del terzo trimestre 2012, una crescita del 3,1%: un rallentamento di quasi un punto percentuale rispetto all inizio del Andamento dei prezzi al consumo 4,0 Andamento trimestrale dell'indice generale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) (Variazioni % tendenziali) 3,5 3,0 2,5 Pisa Toscana Italia 2,0 1,5 1,0 0,5 0, Fonte: elaborazioni su dati Istat Nonostante questo rallentamento, la crescita dei prezzi registrata in provincia risulta ancora superiore rispetto alla media regionale (+2,9%) allineandosi, tuttavia, a quella nazionale (+3,2%). A determinare questo risultato contribuisce soprattutto la crescita dei carburanti e della tassazione 1 L indice dei prezzi qui analizzato è il NIC (Indice Nazionale dei prezzi al consumo per l Intera Collettività). Un indice che considera la collettività nazionale come se fosse un unica grande famiglia di consumatori, all interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. All interno della nota sul primo trimestre 2012, diffusa lo scorso 20 giugno, i dati relativi all andamento dell inflazione della provincia di Pisa sono stati erroneamente riportati e commentati, ce ne scusiamo con i lettori. 2
3 mentre quasi tutti i prodotti più direttamente riconducibili al commercio al dettaglio si posizionano su livelli inferiori alla media. Indici dei prezzi al consumo NIC per alcune divisioni di spesa Var. % tendenziali Prodotti alimentari e bevande analcoliche 1,3 1,3 1,4 1,5 1,5 2,0 1,4 Bevande alcoliche e tabacchi 1,6 1,6 3,0 5,4 6,1 7,7 6,6 Abbigliamento e calzature 2,1 2,9 3,3 3,9 4,1 2,7 2,8 Mobili, articoli e servizi per la casa 1,5 1,6 1,5 1,8 1,8 1,9 1,8 Indice generale 2,5 2,9 3,1 3,6 3,7 3,4 3,1 Per quanto riguarda questo specifico aspetto, tutte le divisioni di spesa che più direttamente possono essere ricondotte ai comparti del commercio al dettaglio, tranne l abbigliamento e calzature (passato dal +2,7% al +2,8%), fanno segnare un rallentamento. Solo la divisione bevande alcoliche e tabacchi, pur rallentando, continua a registrare tassi di crescita molto consistenti e sopra alla media (+6,6%). Mobili e prodotti per la casa (+1,8%) e soprattutto i prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,4%) registrano andamenti nettamente inferiori alla media trimestrale. Nel periodo luglio-settembre sono ancora le medie (6-19 addetti) e le piccole strutture (1-5 addetti) a segnare non solo la più consistente contrazione tendenziale delle vendite al dettaglio ma anche un netto peggioramento rispetto al trimestre precedente: -8,3% e -6,9% rispettivamente. La grande distribuzione (unità con 20 addetti e oltre), invece, pur continuando a perdere terreno ( 2,0%), registra un relativo miglioramento rispetto al secondo trimestre. Considerando le diverse tipologie distributive tra il secondo ed il terzo trimestre emerge una polarizzazione delle evoluzioni verso gli estremi: quelle che hanno segnato un aumento del proprio giro d affari e quelle che, invece, hanno segnato una diminuzione. Le aziende che dichiarano un aumento del proprio giro d affari crescono infatti tanto tra le piccole (dal 5 all 8%) quanto tra le medie (dall 8 all 11%) e le grandi (dal 13 al 15%) unità. Tuttavia, molto più consistente risulta invece la crescita della quota di imprese che segnano una contrazione delle vendite: dal 44 al 52% tra le piccole, dal 58 al 61% tra le medie e dal 37 al 44% tra le grandi. Vendite per tipologia distributiva 3
4 2,0 0,0 Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio per tipologia distributiva in provincia di Pisa (Var. % tendenziali) -2,0-4,0-6,0-8,0-10,0-12, Piccola distribuzione -2,2-6,0-5,7-4,6-2,5-5,2-5,1-2,9-2,6-3,9-1,2-5,1-7,4-5,1-5,9-6,9 Media distribuzione -3,8-7,4-4,9-5,6-3,2-2,4-2,9-2,6-2,5-2,9-2,5-6,4-7,3-6,6-9,7-8,3 Grande distribuzione 1,4-1,4-0,6-2,8-1,3-1,6-1,6 0,2-0,5 0,1-1,1-1,2-2,6-3,4-2,5-2,0 Particolarmente grave la situazione delle unità specializzate nella vendita di prodotti alimentari che tra il secondo ed il terzo trimestre segna un netto ridimensionamento delle vendite rispetto al trimestre precedente: dal -5,3% al -9,0%. Pur sempre grave il comparto non alimentare, con un -6,7%, evidenzia invece un leggero miglioramento rispetto al trimestre precedente. Rispetto alle altre categorie, i supermercati e grandi magazzini migliorano il risultato del secondo trimestre toccando, nel periodo lugliosettembre, al +3,4%. Vendite per comparto merceologico Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio per settore d'attività in provincia di Pisa Var. % tendenziali Esercizi Trimestri Alimentare Non Alimentare Ipermercati, Supermercati e grandi magazzini Totale ,4-2,8 0,7-2, ,1-2,2-0,1-1, ,1-5,4 0,0-4, ,4-7,7-0,2-6, ,0-5,7-1,5-5, ,3-7,2 2,5-5, ,0-6,7 3,4-6,1 Pur all interno di un quadro a tinte fosche, il comparto degli esercizi che commercializzano prodotti non alimentari segna un relativo miglioramento rispetto al trimestre precedente. A soffrire di più, comunque, troviamo le vendite dei prodotti per la casa ed elettrodomestici (-11,6%) ma anche abbigliamento e accessori che lasciano sul terreno l 8,6%. Segnano invece un peggioramento rispetto al secondo trimestre le vendite delgi esercizi che commercializzano altri prodotti non alimentari 2 (-4,2%). 2 Si tratta di un settore piuttosto eterogeneo che comprende i prodotti farmaceutici, di profumeria, libri, giornali, cartoleria e articoli di seconda mano. 4
5 Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio dei prodotti non alimentari in provincia di Pisa Var. % tendenziali Abbigliamento e accessori Prodotti per la casa ed elettrodomestici Altri non alimentari Totale non Alimentare ,4-3,4-1,7-2, ,0-6,2-0,2-2, ,2-8,6-2,7-5, ,1-11,4-4,8-7, ,9-11,1-2,2-5, ,7-15,0-3,4-7, ,6-11,6-4,2-6,7 Considerando lo stato di crisi in cui versa il mercato interno, le attese imprenditoriali 3 in merito all evoluzione delle vendite e degli ordinativi rivolti ai propri fornitori relative all ultimo quarto del 2012, non possono che essere improntate al pessimismo. Precipita infatti a -15 punti percentuali il saldo tra coloro che si attendono un aumento e coloro che prevedono una diminuzione delle vendite con un 32% che segnala un ridimensionamento ed appena un 17% che invece indica miglioramento. Si tratta di un risultato particolarmente preoccupante se si pensa come lo scorso anno le quote fossero, rispettivamente, il 16 ed il 26%. Ancora peggiore il saldo aumenti-diminuzioni relativo agli ordinativi rivolti ai propri fornitori che, per la parte conclusiva del 2012, si assesta sui -23 punti percentuali. Aspettative per il IV trimestre 2012 Le attese del commercio al dettaglio pisano (saldi aumenti-diminuzioni % perequati con media mobile a 4 termini) 40,0 30,0 20,0 Vendite Ordinativi 10,0 0,0-10,0-20,0-30, La domanda sulle aspettative posta agli intervistati è di carattere strettamente congiunturale, essendo richiesta una previsione sull andamento delle vendite (o degli ordinativi fatti ai propri fornitori) nel trimestre successivo rispetto a quello di riferimento dell indagine. I dati sulle aspettative qui presentati sono stati depurati (tramite una media mobile a quattro termini), in modo da rendere possibile confronti in serie storica anche fra trimestri che corrispondono a periodi diversi dell anno. 5
6 Il segno di come la situazione si stia deteriorando si legge anche dalla dinamica dei punti vendita. Se fino allo scorso trimestre, grazie alla spinta del commercio ambulante, il settore aveva segnato tassi di crescita positivi, a fine settembre 2012 le unità locali pisane attive nel settore del commercio al dettaglio si attestano a unità pari ad una crescita di appena 16 unità ed un tasso del +0,2%. Nonostante il forte rallentamento, è ancora il commercio al dettaglio ambulante (+45 unità pari ad un +2,1%) a far segnare la crescita più consistente fornendo 0,54 punti percentuali alla crescita del settore. Oltre agli ambulanti forniscono un contributo positivo, confermando i risultati dello scorso trimestre, sia gli ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+6 unità, +7,0%) ma, soprattutto, il commercio al di fuori dei negozi, banchi e mercati (per corrispondenza, via internet, vendita porta a porta, distributori automatici, ecc.) che fa segnare una crescita di 17 unità pari ad un +7,0%. Diminuiscono invece le unità afferenti al commercio al dettaglio alimentare (-22, -2,2%) ma anche quelle che vendono prodotti per la casa ed elettrodomestici (-25 unità, -2,8%). Dinamica delle unità locali commerciali Fonte: elaborazioni su dati Infocamere-Stockview L andamento delle unità locali, considerando i SEL 4 in cui è divisa la provincia, mettono in luce come la crescita i verifichi solo nell Area Pisana (+1,2%, +48 unità) e, in modo molto più contenuto, nel Valdarno Inferiore (+0,5%, +6 unità). La Val d Era (-0,9%, -22) e la Val di Cecina (-2,3%, -16 unità) segnano invece un ridimensionamento. 4 I SEL (Sistemi Economici Locali) sono raggruppamenti di comuni individuati con deliberazione del Consiglio Regionale n. 219 del Luglio 1999 sulla base di uno studio effettuato nel 1994 da Istat ed Irpet partendo dai Sistemi Locali del Lavoro. La provincia di Pisa è stata suddivisa in quattro SEL: Val d'era (Pontedera, Ponsacco, Crespina, Lari, Palaia, Capannoli, Peccioli, Calcinaia, Bientina, Lajatico, Terricciola, Casciana Terme, Chianni, Vicopisano), Valdarno Inferiore (San Miniato, Santa Croce, Montopoli, Castelfranco di Sotto e Santa Maria a Monte), Val di Cecina (Casale Marittimo, Castellina Marittima, Castelnuovo Val di Cecina, Guardistallo, Montecatini Val di Cecina, Montescudaio, Monteverdi Marittimo, Orciano Pisano, Pomarance, Riparbella, Santa Luce, Volterra) e Area Pisana (Buti, Calci, Cascina, Fauglia, Lorenzana, Pisa, San Giuliano Terme, Vecchiano). 6
7 NOTA METODOLOGICA L'indagine congiunturale sulle imprese del commercio al dettaglio si rivolge trimestralmente ad un campione di circa aziende toscane con dipendenti di cui 114 localizzate in provincia di Pisa. A partire dal primo trimestre 2010 la rilevazione è stata sottoposta ad una profonda revisione per tener conto della nuova classificazione delle attività economiche introdotta con ATECO2007, versione italiana della Nace Rev. 2. Inoltre, a partire dal primo trimestre 2012, le ponderazioni infra-dominio e inter-dominio sono state effettuate sulla base del numero di addetti di ciascuna impresa/cluster d appartenenza (sempre desunto dal Registro Imprese opportunamente integrato) abbandonando le procedure di ponderazione utilizzate fino al 4 trimestre 2011, che facevano riferimento alle variabili di bilancio. Il raffronto con i risultati degli anni precedenti deve essere quindi effettuato con cautela. Le interviste relative al terzo trimestre 2012 sono state realizzate nel mese di ottobre GLOSSARIO Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In formula: Dove X rappresenta il valore della variabile (ad esempio le vendite) e t il periodo temporale di riferimento. 7
8 CLASSIFICAZIONE DELLE DIVISIONI E DEI GRUPPI DI ATTIVITA' ECONOMICA (ATECO 2007) NEI SETTORI DI INDAGINE SETTORI DI INDAGINE ATECO 2007 Commercio al dettaglio di prodotti alimentari Commercio al dettaglio di prodotti non alimentari Discount di alimentari Minimercati ed altri esercizi non di alimentari vari Commercio al dettaglio di prodotti surgelati 47.2 Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi Abbigliamento ed accessori Commercio al dettaglio di prodotti tessili in esercizi Commercio al dettaglio di articoli per l'abbigliamento in esercizi Commercio al dettaglio di calzature e articoli in pelle in esercizi Prodotti per la casa ed elettrodomestici Commercio al dettaglio in esercizi non di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici Commercio al dettaglio di apparecchi audio e video in esercizi Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiali da costruzione in esercizi Commercio al dettaglio di tappeti Commercio al dettaglio di elettrodomestici in esercizi Commercio al dettaglio di mobili, di articoli per l'illuminazione e altri articoli per la casa in esercizi Commercio al dettaglio di registrazioni musicali e video in esercizi Altri prodotti non alimentari Empori ed altri negozi non di vari prodotti non alimentari Commercio al dettaglio di computer, unità periferiche, software e attrezzature per ufficio in esercizi Commercio al dettaglio di apparecchiature per le telecomunicazioni e la telefonia in esercizi Commercio al dettaglio di utensili per la casa, di cristallerie e vasellame Commercio al dettaglio di libri nuovi in esercizi Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici Commercio al dettaglio di articoli sportivi in esercizi Commercio al dettaglio di giochi e giocattoli, compresi quelli elettronici Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi Commercio al dettaglio di fiori, piante, semi, fertilizzanti, animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi Commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioielleria e argenteria Commercio al dettaglio di altri prodotti (esclusi quelli di seconda mano) in esercizi Commercio al dettaglio di articoli di seconda mano in negozi 47.8 Commercio al dettaglio ambulante 47.9 Commercio al dettaglio al di fuori dei negozi, banchi e mercati Ipermercati, supermercati e grandi magazzini Ipermercati Supermercati Grandi magazzini 8
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