Salerno, le nuove leve legate a Peppe D Agostino. La mappa dei clan operativi su tutto il territorio di Salerno contenuta nella relazione della Dia

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1 Salerno, le nuove leve legate a Peppe D Agostino. La mappa dei clan operativi su tutto il territorio di Salerno contenuta nella relazione della Dia di Pina Ferro La presenza a Salerno e nella sua provincia di organizzazioni di tipo camorristico con genesi e matrici criminali diverse, non consente una lettura unitaria del fenomeno. Le ragioni sono da rinvenire nella diversità geografica, storica, culturale, economica e sociale che connota le diverse zone del salernitano, che comprendono il Capoluogo, l Agro Nocerino- Sarnese, la Valle dell Irno, la Costiera Amalfitana, la Piana del Sele, il Cilento e la Vallo di Diano. La costante azione repressiva, alla quale hanno contribuito con le loro dichiarazioni anche i collaboratori di giustizia, ha prodotto effetti diversi sui gruppi colpiti. E quanto si legge nella relazione del secondo semestre del 2019 redatta dalla Direzione investigativa antimafia di Salerno diretta dal maggiore Vincenzo Ferrara (nella foto a destra)e pubblicata sul sito del ministero. Secondo la Dia, tispetto ai sodalizi di più recente formazione, che spesso si impongono nel territorio solo per brevi periodi, i gruppi storici si sono inseriti con loro imprese di riferimento nel tessuto economico, dove hanno impiegato ingenti risorse. Il traffico e lo spaccio di stupefacenti, in particolare hashish, marijuana e cocaina, approvvigionati da fornitori provenienti prevalentemente dall hinterland partenopeo (con i quali i gruppi salernitani condividono anche altre, risultano le

2 attività delinquenziali maggiormente diffuse nella provincia, nonché il prioritario canale di finanziamento e arricchimento. Inoltre, al pari di quanto accertato per la provincia di Napoli, anche in alcune zone del salernitano sono state individuate aree dove si coltivano droghe leggere (marijuana). Come già evidenziato in passato, un peso importante nell economia dei clan locali rivestono l usura e l esercizio abusivo del credito, le truffe ai danni dello Stato e delle compagnie di assicurazione. Infine, uno dei settori maggiormente esposti alle infiltrazioni criminali è quello degli appalti, ambito nel quale, di frequente, si saldano condotte illecite di soggetti mafiosi, amministratori e dipendenti degli Enti che bandiscono le gare. A Salerno si conferma l operatività del clan D AGOSTINO nel traffico e spaccio di stupefacenti, nell usura e nelle estorsioni, al quale fanno capo anche gruppi locali minori. Era il 5 agosto 2019, quando gli agenti della Questura eseguirono un ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei responsabili dei reati di concorso in estorsione e tentata estorsione continuate, commessi da più persone e aggravati dal metodo mafioso: tra gli arrestati figurano un soggetto appartenente alla famiglia Viviani, con base logistica a Salerno nella frazione Ogliara, e un soggetto legato al gruppo D Agostino. Il consolidato ruolo egemonico del clan D Agostino segue anni di contrasti con sodalizi di più recente formazione, che avevano provato a scalzarlo, approfittando dell esecuzione di provvedimenti custodiali, senza tuttavia riuscirvi per l avvenuto arresto, nel tempo, dei loro stessi promotori e componenti apicali. Lo scompaginamento di quei gruppi non ha comunque minato l operatività di affiliati a quelle organizzazioni nelle estorsioni e nei traffici di stupefacenti. Lo spaccio, che rappresenta una delle maggiori fonti di introiti illeciti, è di frequente il movente di omicidi consumati e tentati, riconducibili a contrasti per il controllo delle diverse piazze o al mancato pagamento di partite di droga, come attestato anche da provvedimenti recenti. Il 29 luglio 2019, personale della Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento

3 cautelare a carico di un soggetto, responsabile (unitamente al fratello, all epoca dei fatti minorenne, destinatario pertanto di altro provvedimento), di un omicidio legato a quei traffici, consumato nel luglio 2017 (si tratta dell omicidio di Ciro D Onofrio per il quale è stato già condannato in promo grado Eugenio Siniscalchi). Il 7 agosto successivo, a Salerno, è stato gambizzato un giovane già noto alle forze dell ordine, nipote della vittima del citato omicidio, denunciato dal padre dei fratelli arrestati, per aver esploso un colpo di arma da fuoco contro la sua auto il giorno dell arresto del maggiore dei due figli. Nel mese di settembre, personale della Polizia di Stato ha eseguito un ordinanza di custodia cautelare a carico dei componenti di due organizzazioni criminali dedite al traffico e allo spaccio di stupefacenti (eroina, cocaina e metadone), reati aggravati dall aver utilizzato sostanze da taglio di pessima qualità, tali da aumentare le potenzialità lesive per gli acquirenti e dall aver operato in prossimità di scuole e di strutture per la riabilitazione di tossicodipendenti. Le due associazioni, seppur collegate da un punto di vista soggettivo, poiché alcuni indagati partecipavano alle attività illecite di entrambe, avevano comunque strutturazioni autonome, diverse organizzazioni, diversi canali di rifornimento e differenti zone territoriali di competenza : un gruppo ha operato prevalentemente a Salerno, nel rione Petrosino e nel quartiere Calcedonia; l altro si sarebbe spinto fino alla zona di Vietri sul Mare. Nell Agro Nocerino Sarnese alleanza con i clan Napoletani Nel contesto territoriale salernitano, l Agro Nocerino-Sarnese è la zona dove, in passato, si sono radicate agguerrite organizzazioni camorristiche, alcune delle quali scomparse

4 dalla scena criminale per effetto di provvedimenti cautelari e della collaborazione con le autorità di elementi di spicco. Ciò ha comportato una rilevante mutazione della mappatura criminale, poiché molti dei suddetti clan si sono sfaldati in gruppi minori autonomi, alcuni dei quali retti dagli individui di maggiore caratura criminale provenienti dai vecchi sodalizi. La nuova architettura delinquenziale ha, negli anni, consentito a clan meglio articolati, provenienti dalle limitrofe province di Napoli ed Avellino quali i gruppi Fontanella di Sant Antonio Abate (Na), Cesarano di Pompei (Na), Aquino-Annunziata di Boscoreale (Na), Graziano di Quindici (Av) di ampliare la loro sfera d azione. I traffici di stupefacenti sono tra le principali attività illecite dei sodalizi locali, che spesso interagiscono tra loro: una di queste realtà criminali è stata oggetto di un indagine conclusa dai Carabinieri nel mese di ottobre con l esecuzione di una custodia cautelare nei confronti dei componenti di un clan dedito a traffici di stupefacenti (cocaina, crack, eroina, hashish) in diversi comuni dell area nord della provincia di Salerno capeggiato da un pregiudicato domiciliato a Nocera Inferiore e tra i cui sodali figura un affiliato al gruppo Fezza -D Auria- Petrosino di Pagani. Esaminando nel dettaglio le dinamiche relative ai singoli Comuni, si conferma l elevata fluidità degli assetti criminali di Nocera Inferiore, caratterizzati dall operatività del clan Mariniello e dal consolidamento di nuovi gruppi, che fanno capo a figure storiche della criminalità locale, inseriti in tutti i settori dell illecito propri delle associazioni camorristiche (spaccio di stupefacenti, infiltrazione negli appalti pubblici, usura, estorsioni). Al riguardo, il 23 luglio 2019, i Carabinieri hanno eseguito un provvedimento cautelare per il reato di traffico e spaccio di stupefacenti: l indagine ha consentito di smantellare consolidate piazze di spaccio nelle zone di Nocera Inferiore e Nocera Superiore. A capo dell organizzazione figurava un soggetto originario di Nocera Inferiore che, per poter esercitare l attività di spaccio in quel comprensorio, versava una tangente a un

5 pregiudicato di Nocera Inferiore, in passato inserito nel clan Contaldo e poi divenuto capo di un gruppo autonomo. Ad Angri, le attività di contrasto hanno ridotto in modo significativo l operatività dello storico clan Nocera, alias i Tempesta, e innescato le mire espansionistiche di giovani pregiudicati, appoggiati da gruppi del vicino entroterra vesuviano. Dell effervescenza del panorama criminale locale sono indicativi alcuni attentati dinamitardi contro affiliati al gruppo ocera. A Pagani si conferma l egemonia del clan Fezza - Petrosino -D Auria, che seppure oggetto di diverse operazioni di polizia giudiziaria condotte nel tempo, mantiene una notevole forza militare, ingenti ricchezze e controlla diversificate attività economiche, forte anche di consolidati rapporti con il mondo imprenditoriale e settori della politica. A Sarno, il gruppo egemone è il clan Serino, dedito prevalentemente ai reati di estorsioni, usura, traffico di stupefacenti, i cui proventi illeciti sono reinvestiti in attività commerciali e ricreative: anche questo sodalizio ha, in passato, intessuto rapporti finalizzati allo scambio di reciproci favori con alcuni rappresentanti delle istituzioni locali. Anche a Sarno operano nuove leve criminali, non in contrasto con la famiglia Serini, dedite prevalentemente a traffici stupefacenti. A San Marzano sul Sarno e San Valentino Torio, venuto meno il predominio del gruppo Adinolfi, il conseguente vuoto di potere è stato colmato da consorterie provenienti dalle vicine province di Napoli e Avellino, che hanno lasciato spazio a nuove leve che, pur non contigue a contesti di camorra, operano in modo organizzato. A Sant Egidio del Monte Albino e Corbara la disarticolazione del clan Sorrentino ha generato un contesto criminale connotato dall assenza di una locale consorteria camorristica di riferimento, dove sono operativi soggetti già inseriti nel citato gruppo, affiancati da elementi riconducibili alle organizzazioni attive a Pagani e Nocera Inferiore. Il territorio di Scafati, zona di confine tra le province di Napoli e Salerno, risente dell influenza dei clan napoletani Cesarano di Pompei, Aquino-Annunziata di Boscoreale,

6 D Alessandro di Castellammare di Stabia. La principale consorteria locale è il sodalizio Loreto-Ridosso, dedito al traffico di stupefacenti, all usura, alle estorsioni, i cui proventi sono reinvestiti in attività economico-produttive della zona e negli appalti pubblici, per i quali indagini del passato hanno rivelato rapporti con esponenti politici e della Pubblica Amministrazione. Nel comune sarebbero operativi soggetti facenti parte del locale gruppo Matrone, storicamente alleato al clan Cesarano, che opererebbero in sinergia con il citato sodalizio Aquino Annunziata. Il tentativo di ingerenza del clan Zullo in alcune attività amministrative Sul territorio vietrese, dove in passato si era imposto il clan Bisogno di Cava dei Tirreni, più di recente si è affermata la famiglia Apicella, oggetto di diverse attività investigative che ne hanno limitato l operatività ed evidenziato gli interessi criminali nella gestione di stabilimenti balneari, dei servizi di soccorso, rimozione e custodia giudiziale dei veicoli (attraverso società intestate a prestanome), nella consumazione di rapine ed estorsioni. Il comune di Cava De Tirreni, ricade storicamente sotl influenza criminale del clan Bisogno, dedito alle estorsioni e all usura, al traffico e spaccio di stupefacenti, ambito nel quale opera attraverso il gruppo Zullo. A carico di affiliati ed esponenti apicali di quest ultimo sodalizio, a marzo 2019, personale della Dia di Salerno ha eseguito un ordinanza di custodia cautelare per associazione di tipo mafioso. Il provvedimento scaturisce dall operazione Hyppocampus, conclusa a settembre 2018, con l emissione di un ordinanza di custodia cautelare per il reato di associazione di tipo mafioso finalizzata alla consumazione dei reati sopra

7 menzionati. Ulteriori approfondimenti investigativi hanno fatto emergere un tentativo di ingerenza del clan Zullo (nella foro Dante Zullo) in talune attività amministrative del comune di Cava de Tirreni, tramite un ex esponente pubblico, indiziato del reato di scambio elettorale politico-mafioso in ordine alle consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Comunale del maggio del Il 18 dicembre 2019, personale della Dia di Salerno ha dato esecuzione a un ordinanza di custodia cautelare a suo carico. L alleanza tra i Pecoraro Renna e il clan De Feo Il comune di Eboli, è stato, fino agli anni 90, soggetto all egemonia del clan Maiale. Le operazioni di polizia e l adesione di esponenti apicali e affiliati al programma di collaborazione con la giustizia ne hanno minato le potenzialità criminali. Alcuni affiliati hanno cercato di ricostituire il sodalizio, senza tuttavia riuscire a raggiungere il vecchio livello di organizzazione. Allo stato, nell intera area ebolitana si registra una fase in evoluzione, connotata dall assenza di carismatiche figure di riferimentoduttivi, in particolare dell indotto caseario derivante dall allevamento delle bufale. A Battipaglia è egemone il clan Pecoraro -Renna, la cui gestione è affidata a uomini di fiducia dei leader storici, detenuti, i cui compiti prioritari sarebbero, al momento, quelli di acquisire risorse per mantenere le famiglie degli associati in carcere e di mantenere il controllo delle principali attività illecite (traffico di stupefacenti ed estorsioni). Uno dei suoi punti di forza sono le alleanze con i gruppi napoletani Cesarano e Mallardo o con clan della stessa provincia salernitana un tempo rivali quali il clan De Feo. Nel periodo di riferimento, anche nella zona industriale di Battipaglia si sono verificati alcuni gravi episodi che hanno provocato danni

8 all ambiente. A Bellizzi, Pontecagnano Faiano, Montecorvino Rovella e Pugliano opera la menzionata famiglia De Feo che, al pari del neo alleato gruppo Pecoraro -Renna, grazie ad accordi con altre consorterie, starebbe provando ad ampliare la sfera di operatività. Alla descritta alleanza si fa riferimento anche nell ordinanza eseguita il 1 agosto 2019 dai Carabinieri, a conclusione di indagini che hanno accertato l esistenza di un accordo finalizzato al controllo dello spaccio di stupefacenti, con la costituzione di una cassa comune e la successiva spartizione degli utili. Il 15 ottobre successivo, personale della Dia di Salerno ha eseguito un provvedimento cautelare a carico di due pregiudicati, tra i quali il capo del gruppo De Feo, indiziati di estorsione aggravata dal metodo camorristico ESEGUITO SEQUESTRO PREVENTIVO DI CONTI CORRENTI BANCARI, BENI MOBILI ED IMMOBILI PER IL REATO DI USURA Nell odierna mattinata, la Sezione Operativa D.I.A. di Salerno, in esecuzione di decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Nocera Inferiore (SA), ha sottoposto a sequestro beni immobili intestati ad un professionista di Cava de Tirreni (SA) e alla consorte, entrambi coinvolti in un attivita usuraria. Le indagini avviate in seguito alle propalazioni di un collaboratore di Giustizia rese nell ambito di parallelo procedimento trattato dalla D.D.A. di Salerno sono state

9 coordinate dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore e condotte dalla Direzione Investigativa Antimafia. In particolare, le attivita investigative svolte dalla D.I.A. su delega del Sostituto Procuratore Dott. Angelo Rubano in coordinamento investigativo con il Dott. Vincenzo Senatore della D.D.A. hanno consentito di accertare che i due indagati, a fronte di un prestito complessivo di Euro, si facevano trasferire da un imprenditore edile immobili siti in Cava de Tirreni del valore di Euro, con una transazione economica sproporzionata in relazione alle concrete modalita del fatto e con un acclarato tasso d interesse usurario. In particolare, la parte offesa, imprenditore edile, su commissione di una persona del luogo, ristrutturava un complesso immobiliare sito in Cava de Tirreni con plurime unita immobiliari di proprieta di quest ultimo, pattuendo quale corrispettivo in natura dei lavori effettuati il trasferimento di n. 2 unita immobiliari ristrutturate, il cui controvalore è stato ritrasferito ai soggetti attinti dal sequestro. Dalle risultanze delle intercettazioni ambientali, dalle audizioni di soggetti a conoscenza della vicenda e dai riscontri documentali-patrimoniali, emergeva la conferma del fatto che il ricavato della vendita degli immobili (spettanti alla parte offesa, a titolo di corrispettivo per i lavori di ristrutturazione eseguiti sulla proprieta del committente dei lavori) fu corrisposto agli indagati tramite un operazione negoziale collegata. Le investigazioni hanno, peraltro, acclarato come gli autori dell attivita usuraria svolta fossero legati da rapporti con pregiudicati anche appartenenti al Clan Zullo, operante a Cava de Tirreni (SA).

10 Usurai in silenzio di fronte al giudice di Pina Ferro Sono rimasti in silenzio dinanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Salerno Alfonso Scermino i 5 indagati arrestati luned scorso con l accusa di aver applicato tassi usurai ad un commerciante di abbigliamento. Ieri mattina, il Gip, alla presenza dei legali di fiducia ha tenuto gli interrogatori di garanzia a carico di: Domenico Caputano, Alfonso Cascella, Antonio Rupoli e Antonio Vallone e di Maurizio Salsano. vrebbe approfittato dello stato di bisogno dell imprenditore per farsi consegnare, con minacce ed evocando la fama criminale di uno di loro, denaro contante, le rate del prestito con gli interessi da strozzini. Proprio quelle restituzioni sarebbero diventate insostenibili per il commerciante che, nel 2018, si è presentato presso gli uffici della Direzione investigativa antimafia per chiedere aiuto. Agli investigatori ha raccontato di essere vittima dal 2011 di richieste estorsive che lo avevano anche costretto a chiudere un punto vendita a Cava de Tirreni. Attualmente ha un solo punto vendita nel centro cittadino di Salerno. A fronte di un prestito di 500mila euro, la banda ha chiesto, in cambio, mila solo a titolo di interessi. Nel corso di una perquisizione a casa di uno degli indagati, sono stati sequestrati 24mila euro. Due i canali di finanziamenti illecito che furono individuati dagli investigatori nel corso dell attività d indagine. Il primo vedeva quali erogatori di prestito Maurizio Salsano, anche egli commerciante di Cava de Tirreni, Domenico Caputano ed un terzo indagato. Il secondo canale aveva quale originario erogatore di prestito Antonio Rupoli anche egli commerciante di abbigliamento. Sarebbero

11 stati gli stessi commercianti, primi erogatori di soldi al collega che presentava gravi problemi finanziari, a metterlo in contatto con Cascella. Usura, gli indagati pensano all abbreviato di Pina Ferro Organizzati in due gruppi non lesinavano di scambiarsi i debitori a loro insaputa. In altri casi, erano le stesse vittime di usura, tutti imprenditori agricoli di Campagna, a rivolgersi prima ad un gruppo e poi all altro. Potrebbbero scegliere di essere giudicati con il rito dell abbreviato gran parte degli indagati che ieri mattina sono comparsi dinanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno Mariella Zambrano. Il sostituto procuratore Marco Colamonici, titolare del fascicolo investigativo ha presentato al Gip la richiesta di rinvio a giudizio a carico di: Francesco Laccadia, Giancarlo Busillo, Vito D Ambrosio alias o sciere, Umberto Gallo. Marcello Magliano, Agostino Mastrolia, Gennaro Mastrolia, Giovanni Ricciardi, Luisa Zunica, Vincenzo Di Guida. All udienza di ieri mattina, era presente il legale Fiorenzo Pierro e Fabio Lanza, in rappresentanza delle vittime di usura e l avvocato Luigia di Mauro per l associazione Emergenza Legalità che si sono costituiti parte civile nel procedimeto penale. Fu, nel 2015 un blitz dei carabinieri del Ros a mettere la parola fine al giro di usura posto in piedi. I reati ascritti alle persone che furono raggiunte da misura cautelare furono aggravati dal metodo mafioso. Gli interessi sulle somme prestate andavano dal 10 al 20% mensili e innescavano un vortice da cui alcuni sono usciti solamente a

12 seguito della cessione dei propri fondi agricoli. Non mancarono episodi di vilenza per chi non rispettava le scadenze come testimoniano le intercettazioni effettuate all epoca dei fatti. «Con questa mano qua lo diedi, Angelo boom! Gli diedi un cazzottone in facci, gli spaccai il setto nasale Apro lo sportello, lo acchiappo per i capelli che me lo volevo tirare a terra. Lo volevo scannare». Tassi usurari fino al 347% In manette cinque persone di Pina Ferro Aveva versato agli strozzini la somma di 7/800mila euro solo a titolo di interessi per un prestito ricevuto che ammontava a 500mila euro. I tassi applicati al prestito superavano il 347%. A liberare l uomo, un commerciante nel settore dell abbigliamento di Cava de Tirreni, dalla morsa degli strozzini, sono stati gli uomini della Direzione Investigativa antimafia di Salerno, agli ordini del tenente colonnello Vincenzo Ferrara che, ieri mattina, su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno Alfonso Scermino, hanno dato esecuzione a 5 ordinanze di custodia cautelare (5 in carcere ed una ai domiciliari). Ad uno dei destinatari dell ordinanza, la misura gli è stata notificata in carcere dove era detenuto. Per tutti l accusa è di usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Custodia cautelare in carcere per Domenico Caputano, Alfonso Cascella, Antonio Rupoli e Antonio Vallone. Arresti domiciliari per Maurizio Salsano. Stando alle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Vincenzo Senatore, la banda avrebbe approfittato dello stato di bisogno dell imprenditore per

13 farsi consegnare, con minacce ed evocando la fama criminale di uno di loro, denaro contante, le rate del prestito con gli interessi da strozzini. Proprio quelle restituzioni sarebbero diventate insostenibili per il commerciante che, nel 2018, si è presentato presso gli uffici della Direzione investigativa antimafia per chiedere aiuto. Agli investigatori ha raccontato di essere vittima dal 2011 di richieste estorsive che lo avevano anche costretto a chiudere un punto vendita a Cava de Tirreni. Attualmente ha un solo punto vendita a Salerno. L indagine si è avvalsa di intercettazioni e di pedinamenti, ricostruendo in due anni un sistema di usura criminale e professionalizzata, dicono gli inquirenti, in cui gli indagati mettevano in atto minacce con metodi di tipo scientifico. A fronte di un prestito di 500mila euro, la banda ha chiesto, in cambio, mila solo a titolo di interessi. Le pretese estorsive sarebbero avvenute in maniera verbale, facendo dei riferimenti molto allarmanti spiega Senatore allo spessore criminale di alcuni degli indagati. Contestualmente alla notifica dei provvedimenti restrittivi, eseguite perquisizioni, anche alla cella dove è detenuto uno degli indagati. Nel corso di una perquisizione a casa di uno degli indagati, sono stati sequestrati 24mila euro. Nell arco degli ultimi 18 mesi, abbiamo portato avanti indagini complesse che avevano ad oggetto reati di usura e di estorsione. Tra l indagine che abbiamo chiuso nel settembre 2018 per la quale abbiamo il processo in corso e questa ulteriore vicenda odierna, parliamo di almeno 25 vittime, aggiunge Senatore. Le minacce dell intervento di un elemento del clan De Vivo Antonio Vallone, si legge nell ordinanza firmata dal Gip, nel compiere un tentativo di estorsione ai danni del commerciante sotto usura vantò l intervento di un elemento di spicco del clan De Vivo di Pagani più volte destinatario di ordinanze di custodia cautelare. Vallone viene descritto come personaggio violento capaci di gesti temibili. Nel corso dell attività

14 investigativa non sono state riscontrate altre situazioni di soggetti sottoposte ad usura anche se nel corso del tempo vi sono state altre operazioni che hanno portato alla liberazione di alcuni soggetti dagli strozzini. Nelle prossime ore gli arrestati saranno sentiti dal Gip che ha firmato l ordinanza che ha portato all esecuzione delle 5 misure di custodia cautelare. Il coraggio del commerciante ha portato gli investigatori a porre la parola fine allo stato di usura a cui era costretto da anni. All inizio i prestiti alla vittima erano stati erogati da alcuni commercianti, poi arrivò Alfonso Cascella Era il 2011 quando il commerciante di abbigliamento, trovandosi in una situazione di indigenza, attingeva ad un prestito usuraio. Solo nel 2018 oramai stretto nella morsa degli usurai ha deciso di denunciare tutto alle forze dell ordine producendo anche numerose registrazioni audio di sue conversazioni con gli indagati oltre a documentazione contabile e bancaria. Due i canali di finanziamenti illecito che furono individuati. Il primo vedeva quali erogatori di prestito Maurizio Salsano, anche egli commerciante di Cava de Tirreni, Domenico Caputano ed un terzo indagato. Il secondo canale aveva quale originario erogatore di prestito Antonio Rupoli anche egli commerciante di abbigliamento. Successivamente nel rapporto tra i due si inseriscono altri soggetti tra cui Alfonso Cascella, più volte individuato come capo dei ragazzi di Pregiato e più volte posto in relazione con gente di Pagani. Sarebbero stati gli stessi commercianti, primi erogatori di soldi al collega che presentava gravi problemi finanziari, a metterlo in contatto con Cascella. Conoscenza che sarebbe arrivata dopo l erogazione dei primi prestiti. L attività investigativa si è avvalsa anche della relazione tecnica redatta da un consulente nominato dalla Procura. Un laborioso lavoro che ha portato ad individuare quelli che erano i rapporti con i fornitori della vittima con i rapporti economici con gli usurai. Cascella,

15 alias cipolla è un personaggio già noto alle forze dell ordine per reati legati al gioco d azzardo ed esercizio abusivo di giochi e scommesse, lesioni, omissione di soccorso, estorsione, usura e detenzione di armi da guerra. Destinatario anche di ordinanza di custodia, nel 2017, per spaccio. Spesso gli intermediari quando si presentavano alla vittima per esortarlo a pagare spendevano il nome di Cascella per incutere timore evocandone lo spessore criminale. Infatti, pare che Alfonso Cascella abbia collegamenti con il clan paganese Fezza- D Auria -Petrosino. Usura, Emergenza Legalità lancia un appello: «Denunciate sempre» di Andrea Pellegrino «Bisogna sempre denunciare, perché la giustizia arriva sempre». Luigi Frezzato presidente dell associazione Emergenza Legalità, dopo l ultimo blitz condotto dalla Dia di Salerno che ha portato agli arresti cinque persone per estorsione ed usura, lancia un nuovo appello. Proprio l associazione Emergenza Legalità è stata tra le protagoniste dell operazione della Direzione distrettuale antimafia di Salerno. «Noi dice il presidente, insieme al vice Ottavio Leo seguiamo passo dopo passo la vittima in un percorso giuridico, psicologico ed economico». Ora più che mai, denunciare conviene: «Anche per i familiari dicono che molto spesso vengono coinvolti. Anche a loro l associazione fornisce tutto il supporto necessario». «Vogliamo spiegano ancora ringraziare le forze

16 dell ordine, la procura e l intera magistratura. Con loro c è un ottimo rapporto consolidato nel tempo». Oltre 78 persone si sono rivolte all associazione Emergenza Legalità nel corso del 2019: sono 54 le pratiche istruite di cui 17 riguardano l usura e 20 lo sdebitamento. Venti, invece, sono allo stato, le costituzioni di parti civile nei processi istruiti presso i tribunali della provincia di Salerno e non solo. «Buoni risultati dicono Frezzato e Leo arrivano anche dagli sportelli che abbiamo istituito, grazie al supporto delle amministrazioni locali sul territorio della provincia di Salerno, oltre che dalla sede centrale che abbiamo a Palazzo Sant Agostino, sede dell amministrazione provincia di Salerno». Gli sportelli attivi, attualmente, sono quelli di Pontecagnano Faiano, Campagna, Baronissi, Cava de Tirreni e San Giuseppe Vesuviano mentre è imminente l apertura anche di un punto a Vallo della Lucania. «Tutto questo dice il vicepresidente Leo è stato possibile grazie all impegno e alla sensibilità dei sindaci che ci offrono costantemente il loro contributo e il loro sostegno». Un impegno costante che ha portato ad oggi ottimi risultati che hanno consentito di sgominare vere e proprie organizzazioni dedite all usura e al racket sul territorio. Tra gli ultimi casi oltre quello di ieri mattina c è l operazione, condotta sempre dalla Dda di Salerno, che ha portato qualche mese fa allo smantellamento del clan Zullo di Cava de Tirreni. Raccogliendo anche l allarme lanciato, ieri mattina, dal pm Senatore sul fenomeno dell usura nel salernitano, i vertici dell associazione ribadiscono: «La denuncia è l unica arma di difesa per tornare ad una vita normale che sia completamente libera dalle oppressioni». Infine, fanno sapere, l associazione si occupa anche di cyberbullismo, violenza sulle donne e ludopatia: «C è un ricco staff di esperti che possono supportare quanti necessitano di aiuto. Noi siamo sempre aperti a tutti e pronti a fornire il nostro supporto».

17 za Tassi d interesse fino al 180%: condannato La vittima è di Mercato San Severino di Pina Ferro Applicava tassi di interesse annui che oscillavano dal 120 all 180%. I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Avellino hanno inflitto la pena di 5 anni e 8000 euro di multa a Nicola Guarriello di Avellino. Lo stesso ha anche avuto l interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Vittima di usura il salernitano, residente a Mercato San Severino C.C.,

18 difeso da Marco Martello. Nel procedimento penale a carico di Guarriello si sono costituite parti civili l associazione onlus Antiracket e Antiusura Emergenza Legalità rappresentata in aula dall avvocato Fiorenzo Pierro. Secondo l impianto accusatorio formulato dalla pubblica accusa, Guarriello, approfittando dello stato di bisogno di C.C., determinato da pregresse esposizioni debitorie nei confronti di fornitori commerciali, si era fatto prima promettere e successivamente aveva preteso, interessi usurai per dei prestiti. Ad esempio a fronte di più finanziamenti di cui 4 da 5000 euro e uno da 3000 euro, Guarriello si era fatto consegnare dalla vittima, interessi pari al 10% mensili, pari al 106 annui. Il debito contratto nel 2013, fu rinnovato nel 2015 con pattuizioni di nuovi tassi di interesse. L originario debito di 23mila euro lievitò a 70mila euro. In esso erano compresi anche i tassi usurai origiariamente pattuiti e non corrisposti. Inoltre, a fronte di un finanziamento da 3500 euro (giugno 2016), si faceva consegnare interessi pari al 15% mensili e quindi al 180% su base annua. E, ancora a fronte di un finanziamento di 200 euro (agosto 2016) Guarriello si fece cosegnare dalla vittima interessi pari al 15% mensili ovvero 180% annui. L imputato non ha esistato ad usare minacce anche armate e violenza per convincere C.C. a versare il dovuto ed in particolare gli interessi mensili pattuiti. L uomo accuato di usura dovrà anche versare una provvisionale alla vittima e le spese legali alle parti civili costituitesi Estorsione ed usura, assolto il latitante Vladimiro Arpaia di Pina Ferro

19 Latitante da oltre tredici anni, la Corte di Appello assolve Vladimiro Arpaia dalle accuse di usura ed estorsione che in primo grado gli erano costate una condanna ad 8 anni e 6 mesi. La Corte di Appello, presidente Donatella Mancini, ha emesso il verdetto, nel tardo pomeriggio di ieri, dopo ben sei ore di camera di consiglio. I giudici hanno anche disposto la revoca della confisca dei beni sequestrati ad Arpaia e la perdita di efficacia della misura cautelare irrogata all imputato, difeso da Giovanni Falci e Silverio Sica, nell ambito del procedimento. Ad Arpaia la pubblica accusa, aveva contestato una tentata estorsione contro due commercialisti, uno di questi è Demetrio Manzi. Tutto è legato alla restituzione di un prestito. Operazione che secondo la Procura avrebbe successivamente determinato la cessione di un immobile, di proprietà del papà di Manzi, che Arpaia, secondo il teorema accusatorio, avrebbe intestato fittiziamente ad un professionista amico totalmente estraneo ai fatti ed ignaro delle attività poste in essere dal salernitano tutt ora latitante. Va sottolineato, così come lo hanno sottolineato anche i legali di Arpaia che Demetrio Manzi si è reso irreperibile a causa di una enorme situazione debitoria che lo vedeva coinvolto. I legali di Arpaia hanno evidenziato che non è stato mai possibile sentire in aula Manzi sulla vicenda. A riferire i fatti soli alcuni soggetti che li avevano appresi non in prima persona. Secondo gli inquirenti Vladimiro Arpaia fin dai primi anni 90 è stato indagato quale contiguo al gruppo criminale di matrice camorristica operante in Salerno capeggiato da D Agostino Antonio e Giuseppe e Capri Francesco che tra gli anni 2004 e 2006 si era fronteggiato con quello di Faggioli Vincenzo e Angelo Ubbidiente

20 Estorsione ed usura aggravata, 5 arresti. Sequestrati conti della Nocerina Calcestruzzi I carabinieri del ros in collaborazione con quelli del comando provinciale di Salerno sul delega della direzione Distrettuale Antimafia hanno dato esecuzione ad un articolata operazione di polizia giudiziaria procedendo a notificare un ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti di 5 soggetti ritenuti responsabili di reati di estorsione ed usura aggravata dall articolo 7 sono state seguite perquisizioni nonché il sequestro del 25% delle quote societarie della Nocerina Calcestruzzi srl. Le attività costituiscono la naturale prosecuzione di una precedente fase investigativa denominata un altra storia. Le indagini supportate anche dagli esiti delle perquisizioni eseguite nel maggio 2016 e nel febbraio 2018, le quali avevano permesso di rinvenire sequestrare importantissima documentazione cartacea costituita da più quaderni e vari appunti manoscritti riportante i nominativi di indicazioni di cifre al loro fianco non che buoni fruttiferi postali assegni bancari cambiali per un valore di circa e denaro contante per un valore di circa frutto dell attività illecita hanno cristallizzato: l esistenza e l operatività di un gruppo su base familiare il cui capo indiscusso era Macario Mariniello già affidato alla nuova camorra organizzata e dalla nuova famiglia nonché elemento apicale dell omonimo sodalizio criminale di matrice camorristica Mariniello quadrato dalla consorte Maria Teresa Pellegrino e dai cognati Maurizio e Gaetano Pellegrino avvalendosi del metodo camorristico era dedito al prestito di ingenti somme di denaro con l applicazione di tassi di interesse usura ed in particolare

21 nei confronti di Vincenzo del grande, che tali gruppo criminale non esitava ad impiegare metodi violenti per l esazione dei crediti; l attività illecita posta in essere dallo stesso Vincenzo del grande In quale asseritamente privo di una propria capacità economica si avvaleva delle somme ricevute in prestito da soggetti terzi per operare a sua volta sulla piazza di Nocera Inferiore illecita attività bancarie di prestito a tassi usura. Sono tutt ora in corso le operazioni relative all esecuzione di un mandato di arresto europeo nei confronti di Macario Mariniello da parte della polizia spagnola attivata attraverso il servizio per la cooperazione internazionale di polizia. È stato altresì accertato come Giuseppe Mariniello fratello di Macario fosse di fatto il socio occulto di Mario Tedesco già amministratore Unico della Nocerina Calcestruzzi in particolare Giuseppe Mariniello già condannato per il delitto di cui all articolo 416 bis nonché destinatario della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni al fine di eludere la normativa relativa alla applicazione di misure di prevenzione patrimoniali fittiziamente intestata al 25% delle quote della Nocerina Calcestruzzi srl alla compagna convivente Silvana Santonicola. Usura a Cava, tutti a processo Pina Ferro Droga, usura pluriaggravata, estorsioni continuate aggravate dal metodo mafioso ed intestazione fittizia dei beni. Con queste accuse sono stati rinviati a giudizio Dante Zullo, il figlio Vincenzo Zullo e Vincenzo Porpora, tuttidi Cava

22 de Tirreni. I tre erano finiti in manette lo scorso mese di maggio. Ad ammanettarli furono gli agenti della squadra mobile della questura di Salerno ed i carabinieri del reparto territoriale di Nocera inferiore in esecuzione di un ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Salerno. Padre figlio e Porpora compariranno dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno il prossimo 30 gennaio quando avrà inizio il processo. L operazione dello scorso mese di maggio giunse a conclusione di una attività investigativa avviata nel Nel corso del blitz gli investigatori sottoposero a sequestro due società di Cava de Tirreni del settore dei trasporti privati e del noleggio e vendita di autovetture, inoltre, furono eseguite perquisizioni nei confronti di altri quattro indagati di cui tre provenienti dal area di Scafati Castellamare di Stabia, attualmente coinvolti nell attività di usura e in un caso nel delitto di riciclaggio anche loro a processo. Oltre una decina le vittime di usura che furono identificate.le indagini condotte dalla Mobile di Salerno e dal reparto territoriale dei Carabinieri di Nocera Inferiore e coordinate dalla Procura Distrettuale Anitmafia di Salerno hanno consentito di documentare la presenza e l operatività di un gruppo facente capo a Dante Zullo, già condannato in passato per partecipazione ad associazione mafiosa, coadiuvato dal figlio Vincenzo Zullo, sottoposto fino a pochi anni fa alla misura della sorveglianza speciale e da Vincenzo Porpora che nonostante fosse ai domiciliari ha continuato a commettere delitti. Secondo l impianto accusatorio in ben due casi Dante Zullo facendo leva sul suo riconosciuto spessore criminale è riuscito a coinvolgere nella propria organizzazione persone che da vittime si sono trasformati in parte attiva dei delitti posti in essere. È accusato di usura invece Vincenzo Porpora: l indagine era partita da una pescheria di Cava dei Tirreni, il cui titolare aveva avuto dei problemi economici ed aveva chiesto 6800 in prestito, ma poi per questo prestito Porpora gli aveva chiesto interessi per quasi 4000.

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