La disoccupazione come fallimento del mercato e le politiche keynesiane

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1 La disoccupazione come fallimento del mercato e le politiche keynesiane Analisi keynesiana: pieno impiego delle risorse e della forza lavoro raggiunto solo attraverso interventi da parte dello Stato; Fallimento del mercato: le forze di mercato non sono in grado di raggiungere il reddito potenziale (massimo volume possibile di produzione). Come viene raggiunto il reddito potenziale?

2 Keynes e la politica economica Basso volume investimenti e bassa propensione marginale al consumo causa di un reddito nazionale inferiore al reddito potenziale. Equilibri di sottoccupazione Critica ipotesi di flessibilità salari Riduzione dei salari una soluzione improponibile per keynes Necessario intervento dello Stato per accrescere il volume degli investimenti e la propensione marginale al consumo.

3 Keynes e la politica economica Misure per l aumento di c: Diminuzione imposte su beni di consumo; Diminuzione costi credito al consumo; Imposizione progressiva. Resistenze politiche e sociali a misure del genere

4 Keynes e la politica economica Misure per l aumento di I: Stimolo agli investimenti privati attraverso un aumento delle aspettative degli imprenditori sulla domanda e sul profitto; Diminuzione costo del credito; Diminuzione imposte alle imprese; Aumento commesse pubbliche ai privati. Misure insufficienti realizzazione investimenti pubblici con finanziamento in disavanzo RUOLO PRIMARIO DELLA POLITICA FISCALE Critiche alla teoria quantitativa della moneta

5 Keynes e la politica economica Efficacia limitata politica monetaria (agisce solo attraverso il tasso d interesse) Se aumenta M aumenterà di conseguenza la domanda aggregata? Effetti diretti sul mercato dei titoli e indiretti sul mercato dei beni M (operazioni mercato aperto acquisto titoli a reddito fisso) - prezzo titoli i investimenti finanziari e investimenti reali. i sui depositi i sui prestiti alle imprese ulteriore investimenti reali se vi è disoccupazione aumentano sia il reddito che l occupazione attraverso il moltiplicatore. Meccanismo indiretto di minore efficacia

6 Critiche a Keynes - Effetto di Pigou Originalità Keynes: assenza di un meccanismo endogeno che riporta il sistema economico in pieno impiego; ricorso a politiche fiscali piuttosto che monetarie (con spesa pubblica finanziata in disavanzo) più efficace e quindi auspicabile. Dibattito sul punto 1 la flessibilità dei prezzi consente al sistema economico di riportarsi al livello di pieno impiego.

7 Keynes e la politica economica Interventi su grandezze reali più efficaci di interventi di natura monetaria: investimenti stimolati in maniera contenuta dal saggio d interesse (maggiore influenza aspettative sulla domanda e sui profitti). Aspettative pessimistiche e interesse al livello della trappola della liquidita non comportano un aumento degli investimenti. Livello attività economica determinato solo da grandezze reali

8 Critiche a Keynes - Effetto di Pigou Effetto di Pigou: w domanda globale p valore reale scorte monetarie (potere d acquisto della moneta). Gli individui sentendosi più ricchi consumeranno di più produzione e occupazione fino al raggiungimento del pieno impiego. Il consumo di un individuo non dipende solo dal reddito ma anche dalla sua ricchezza.

9 Dibattito su effetto di Pigou Per Pigou la flessibilità dei prezzi può portare il sistema ad un equilibrio di piena occupazione tuttavia lo stesso Pigou sostiene che la flessibilità verso il basso dei prezzi non è tipica delle economie moderne. Critica al concetto di effetto di Pigou: presenza di creditori e debitori (I. Fisher)

10 La riscoperta della politica monetaria Politica monetaria espansiva dopo il 1929 = politica del denaro a buon mercato disavanzi pubblici pagati con emissione di titoli del debito pubblico i e creazione moneta P II guerra mondiale - politiche messe in atto per pagare il costo della guerra sistema di razionamento dei consumi. Politiche monetarie restrittive nel periodo post-bellico

11 Liquidità nel sistema economico Nuova consapevolezza: non solo la moneta ma anche le attività finanziarie hanno influenza sulle grandezze reali. Attenzione non solo all andamento della base monetaria (contante più depositi presso la banca centrale) ma alla struttura della liquidità del sistema economico. Presenza di istituti finanziari non bancari rilevante per le decisioni di politica economica.

12 Liquidità nel sistema economico Le autorità monetarie devono controllare non solo la quantità di moneta e le banche ma anche gli altri intermediari finanziari. Gli intermediari finanziari non bancari potrebbero operare in senso opposto rispetto alla politica monetaria. Costituzione di forme di controllo amministrativo che permettano di avere un controllo sulla struttura della liquidità del sistema.

13 Liquidità nel sistema economico La liquidità di un titolo dipende dalla lunghezza del periodo che intercorre fra l emissione e la scadenza. Più breve è questo periodo (più ravvicinata la scadenza) e più liquido è il titolo. Se la scadenza dei titoli è molto ravvicinata si parla di quasi-moneta.

14 Liquidità nel sistema economico Per accrescere la liquidità le autorità monetarie devono acquistare titoli a lunga scadenza e vendere titoli a breve scadenza. La quantità di moneta in questo modo sarà la stessa ma risulterà variata la struttura per età dei titoli a reddito fisso.

15 Aggregati monetari Aggregati monetari dal più liquido al meno liquido: M1=denaro contante +depositi a vista M2=M1+depositi vincolati M3=M1+M2+titoli di Stato a tre mesi (BOT) Con l innovazione finanziaria tutta una serie di strumenti finanziari in più fanno parte di questi aggregati monetari nuove definizioni per gli aggregati e maggiore flessibilità rispetto alla fissazione dei loro obiettivi di crescita.

16 Aggregati monetari Importanza concetto di liquidità generale del sistema economico Attività finanziarie del pubblico=m3+titoli di Stato a medio e lungo termine+obbligazioni+quote fondi comuni d investimento+altre attività finanziarie (escluse le azioni).

17 Incertezza e mancanza di informazioni nel pensiero keynesiano Abbiamo visto quali sono le motivazioni per cui secondo Keynes il sistema economico non ha in sé la forza di riportarsi in piena occupazione al contrario di ciò che dicevano i monetaristi. Hicks e la sintesi neoclassica (IS-LM): in teoria il sistema economico ha la forza per riportarsi al livello di reddito potenziale ma dati i valori esistenti dei parametri delle funzioni del consumo e dell investimento, la rigidità dei salari e la scarsa rilevanza dell effetto di Pigou, le perplessità di Keynes restano valide.

18 Incertezza e mancanza di informazioni nel pensiero keynesiano Concetto chiave nel pensiero di Keynes: vischiosità di prezzi e salari; incertezza sul futuro e mancanza di informazioni sul presente. Prezzi e salari incapaci di avere una funzione di coordinamento ed equilibratrice. Esempio mercato azionario

19 Incertezza e mancanza di informazioni nel pensiero keynesiano Mercato del lavoro: incertezza e rigidità salari Necessarie misure volte a ridurre l incertezza e a dare maggiore trasparenza di informazioni. Maggiore centralizzazione delle decisioni (esempio contrattualizzazione centralizzata salari)

20 Dibattito sulla rigidità dei salari Rigidità dei salari per assenza di una contrattazione collettiva centralizzata. Teoria di Begg: i sindacati dei lavoratori influenzano i salari monetari ma non quelli reali (aumento dei prezzi erode effetto su salari reali di un aumento dei salari nominali) ; Costi contrattazione collettiva elevati.

21 Dibattito sulla rigidità dei salari Teoria dei contratti impliciti: costi sia per il lavoratore che per l azienda quando un lavoratore cambia posto di lavoro. Accordo tacito fra lavoratore e datore di lavoro sia sul livello di occupazione che sul livello dei salari. Teoria del salario efficiente

22 Monetarismo Moneta sostituta non solo delle obbligazioni ma di tutte le attività finanziarie e reali. Friedman: gli individui valutano la quantità di moneta che desiderano detenere, cioè la domanda di moneta, non in termini nominali ma in termini reali, ossia di effettivo potere di acquisto che la moneta ha; e quindi, se i prezzi dei beni aumentano, crescerà anche la domanda di moneta degli individui.

23 Monetarismo Keynesiani: M i I M i M/Y=K V Monetaristi: M i M/Y=K V la domanda di titoli del debito pubblico e domanda di impieghi alternativi (azioni, immobili, beni di consumo durevoli, etc) M/Y=K V tornando al livello preesistente

24 Monetaristi Sostenitori della teoria quantitativa della moneta (verificata da indagini empiriche) V variabile nel breve periodo ma stabile nel lungo periodo. Variabilità breve periodo prevedibile: Fasi di depressione V diminuisce Fasi di espansione ed inflazione V aumenta In che direzione va il nesso di causalità tra offerta di moneta e reddito (differenza fra monetaristi e keynesiani).

25 Monetaristi Per i monetaristi l offerta di moneta è esogena e non risposta ai bisogni del sistema economico come sostiene il keynesiano Kaldor. Essi respingono la ricetta di politica economica dei keynesiani di usare la politica monetaria in funzione anticongiunturale: le variazioni dell offerta di moneta agiscono sulle variabili reali con ritardo (portando ad inflazione o creando una depressione). Friedman: una politica monetaria costantemente finalizzata alla piena occupazione può essere controproducente

26 Monetaristi Evitare brusche espansioni dell offerta di moneta in quanto destabilizzanti per il sistema Per i monetaristi la quantità di moneta nel lungo periodo non ha effetti sulle grandezze reali (reddito e occupazione) ma su quelle nominali (reddito monetario, tasso d interesse nominale). Secondo Friedman le autorità monetarie non possono influenzare per lungo tempo il tasso di interesse del sistema economico che secondo Wicksell dipende da uguaglianza fra risparmi ed investimenti.

27 Monetaristi Per Friedman la politica monetaria non può mantenere il tasso d interesse ad un certo livello predeterminato. Una certa disoccupazione nel sistema economico non può essere eliminata mediante una politica monetaria espansiva. La PM può raggiungere risultati temporanei di riduzione del tasso di interesse e della disoccupazione con conseguenti costi di inflazione, più alti tassi d interesse e più disoccupazione. Le autorità non devono usare la politica monetaria in senso anticiclico.

28 Monetaristi La ricetta di Friedman è la seguente: le autorità monetarie devono espandere l offerta di moneta ad un tasso del 3-4% su base annua, tasso su per giù uguale a quello del reddito nazionale. Le tendenze recessive ed inflazionistiche saranno riassorbite dalle forze del mercato. Regole automatiche e non discrezionali

29 Monetaristi Interventi dello Stato destabilizzanti per i monetaristi: Politica monetaria anticiclica Contratti collettivi Controlli amministrativi su prezzi e tassi d interesse Limiti amministrativi al libero operare del mercato La politica fiscale ha scarsissimi effetti sul livello di attività economica e sui prezzi se non accompagnata da variazioni nell offerta di moneta

30 I neokeynesiani e la politica economica del secondo dopoguerra Anni sessanta: attuazione di politiche monetarie e fiscali per il raggiungimento del pieno impiego (trionfo politiche keynesiane) Nuovo concetto di reddito potenziale (reddito corrispondente ad una situazione di massima occupazione possibile tenuto conto della disoccupazione frizionale) Neokeynesiani: uso politica fiscale (spesa pubblica in deficit) in maniera sistematica.

31 I neokeynesiani e la politica economica del secondo dopoguerra Contro le critiche di pressione sul disavanzo pubblico di tali politiche i neokeynesiani opponevano la presenza di stabilizzatori automatici in grado di contenere il deficit. Di fatto, sebbene gli obiettivi di crescita fossero raggiunti, la conseguenza di tali politiche fu la crescita dei disavanzi pubblici e l affacciarsi di pressioni inflazionistiche.

32 I neokeynesiani e la politica economica del secondo dopoguerra Le politiche fiscali furono accompagnate da politiche monetarie aventi come obiettivo la stabilizzazione dei tassi di interesse (operazioni di mercato aperto). Pressioni inflazionistiche (effetti negativi interni e perdita di competitività). Conflitto fra mantenimento piena occupazione e stabilità dei prezzi ed equilibrio BP.

33 I neokeynesiani e la politica economica del secondo dopoguerra Suggerimento per il raggiungimento simultaneo di un equilibrio interno ed uno esterno è l uso congiunto di politiche fiscali e politiche monetarie. Politiche fiscali espansive e politiche monetarie restrittive sono più efficaci politiche fiscali espansiva (equilibrio interno) e politiche monetarie volte al controllo dei prezzi. effetti sull equilibrio della BP (es. i afflusso di valuta estera per l acquisto di titoli del debito pubblico da non residenti).

34 Lo Stato sociale Nascita welfare state Anni 30: deficit spending per stimolare la domanda globale Anni 60: domanda globale alta, scarsa disoccupazione forte imposizione fiscale per finanziare la spesa pubblica corrente. Aumento pressione fiscale attraverso l imposizione progressiva. Anni 70: rivolta antifiscale diminuzione della progressività Anni 70-80: forti disavanzi e aumento tassi d interesse per invogliare i privati ad acquistare titoli di Stato

35 Crisi dello Stato sociale Anni 80: inversione di tendenza rispetto allo Stato sociale. Anni 90: accentuazione disparità reddituali Orientamento ad uno Stato sociale senza eccessi.

36 Effetti negativi della spesa pubblica in disavanzo Spiazzamento Inflazione da imposta e da conflitto sociale Problemi delineati nella teoria economia dell offerta Da limitare spesa pubblica, imposte ed eccessiva regolamentazione che genererebbero una diminuzione degli investimenti, della produttività e del tasso di sviluppo Deregolamentazione durante l amministrazione Reagan

37 Aspettative razionali e nuova macroeconomia classica Decisioni degli operatori economici basate su aspettative. Come si formano le aspettative? Aspettative statiche Aspettative estrapolative Aspettative adattive Teoria delle aspettative razionali Nuova macroeconomia classica

38 Le aspettative razionali Gli operatori basano le previsioni e fanno le loro scelte in maniera razionale utilizzando tutte le informazioni a propria disposizione. Possibili errori di previsione ma non errori sistematici. Ipotesi: flessibilità prezzi e salari Politiche economiche=inutili ed in alcuni casi dannose Unica politica economica utile=politica che favorisca la diffusione rapida delle informazioni. Politiche economiche sistematiche inutili, politiche economiche non previste dannose.

39 Le aspettative razionali La nuova macroeconomia classica è stata molto criticata soprattutto per la sua incapacità di spiegare la disoccupazione degli anno 80 e 90. Lucas: disoccupazione volontaria Le fluttuazioni della produzione e dell occupazione sono dovuti a perturbazioni impreviste della domanda. Ipotesi di prezzi e salari flessibili non molto aderente alla realtà.

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