OCCUPAZIONE E REDDITO IN ALCUNE REGIONI EUROPEE NELL OBIETTIVO CONVERGENZA NEL PERIODO DELLA CRISI

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1 OCCUPAZIONE E REDDITO IN ALCUNE REGIONI EUROPEE NELL OBIETTIVO CONVERGENZA NEL PERIODO DELLA CRISI Le regioni obiettivo Convergenza analizzate Bari, marzo 2015 Come è noto, la crisi dell economia, dell occupazione e delle condizioni sociali dell Unione Europea è partita dalla crisi finanziaria negli Stati Uniti tra la fine del 2007 e l inizio del 2008, ma ha trovato terreno fertile per la mancanza visione, di procedure e di strumenti di politica fiscale e di bilancio di dimensione comunitaria capace di reagire in tempi brevi e con decisioni condivise tra i diversi stati membri. La recessione che si è innescata ha avuto un ulteriore complicazione nella crisi del debito sovrano, che ha interessato soprattutto alcuni Paesi (Grecia, Irlanda, Portogallo,,, e, da poco anche la Francia). Ma come si sono comportate le regioni classificate nell obiettivo Convergenza della Unione Europea in questo periodo lungo di crisi che ha coinciso con l attuazione del ciclo di programmazione ? La breve analisi che si propone riguarda alcuni indicatori del mercato del lavoro e del reddito prodotto. Le regioni 1 analizzate riguardano tre Paesi dell Unione Europea,, e, che anno: usufruito delle risorse dei fondi strutturali ; una dimensione complessiva delle regioni oggetto delle azioni strutturali simile sotto il profilo economico e del mercato del lavoro Le regioni convergenza prese in considerazione per i tre Paesi dell UE sono le seguenti: Paesi Regioni Brandenburg, Mecklenburg-Vorpommern, Dresden, Chemnitz, Sachsen- Anhalt, Thüringen Galicia, Castilla-la Mancha, Extremadura, Andalucía Campania, Puglia, Abruzzo, Sicilia Il periodo analizzato riguarda gli anni dal 2008 al 2013, ultimo dato disponibile a livello regionale di fonte EUROSTAT. 1 Le regioni corrispondono alla classificazione NUTS 2 secondo la definizione EUROSTAT. 1

2 2. L occupazione L occupazione complessiva delle regioni Convergenza nei tre Paesi considerati oscilla tra 4,5 milioni di occupati in, ai 4,6 milioni di occupati della, ai 5,4 milioni di occupati della. L occupazione delle regioni convergenza ha un incidenza diversa per ciascuno di questi Paesi. Per la l incidenza è pari al 14% dell occupazione totale; per la del 27% per l circa il 21%. Nel lungo periodo di crisi , il comportamento dinamico dei Paesi considerati e delle relative regioni di convergenza, risulta molto differenziato. Tab. 1 Occupazione anni nelle regioni Convergenza e totale nei tre Paesi UE considerati - Valori assoluti (in migliaia) e percentuali. Paesi 2013 Variazioni Val. Ass. Assolute % Regioni convergenza , , ,4 Totale , , ,4 Elaborazioni IPRES su dati Eurostat Anzitutto, si osserva un accentuata dinamica negativa delle regioni Convergenza della che perdono poco meno di un milione di occupati, con una contrazione di circa il 18%. Le regioni Convergenza dell perdono occupati nel medesimo periodo, con una contrazione del 9,4%. Le regioni convergenza della subiscono una contrazione tutto sommato molto modesta appena occupati con una contrazione del 2,8%. In secondo luogo, la contrazione in termini percentuali delle regioni Convergenza della è sostanzialmente simile a quella generale del Paese, mentre per l e la si hanno situazioni nettamente divergenti pure in un contesto di diversa intensità. 2

3 Fig. 1 Occupazione anni nelle regioni Convergenza valori assoluti Elaborazioni IPRES su dati Eurostat Nel periodo della grande recessione le regioni Convergenza della hanno subito un impatto molto modesto sull occupazione, a differenza delle medesime regioni in e, con una maggiore intensità della prima rispetto alla seconda. Fig. 2 - Tasso di occupazione anni nelle regioni Convergenza di,, 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Brandenburg Mecklenburg-Vorpommern Dresden Chemnitz Sachsen-Anhalt Thüringen Galicia Castilla-la Mancha Extremadura Andalucía Obiettivo UE 75% 50,7 45, Campania Puglia Calabria Sicilia 3

4 Gli andamenti analizzati hanno avuto un impatto significativo nel tasso di occupazione anni nelle regioni Convergenza che costituisce un obiettivo target della nuova Agenda Europea 2020 fissato al 75%. Infatti, si può osservare come in, cinque su sei regioni hanno un tasso di occupazione anni uguale o superiore a quello targetobiettivo già nel A differenza della regioni Convergenza della e dell che mostrano valori nettamente inferiori e in diminuzione tra il 2008 e il Per le regioni di questi due Paesi, l obiettivo della crescita del tasso di occupazione anni è certamente prioritario e difficilmente potrà essere raggiunto senza politiche di sostegno e sviluppo particolarmente robuste ed efficaci, per almeno tre motivi: gli effetti delle riforme previdenziali che hanno innalzato l età per andare in pensione; il livello molto basso del tasso di occupazione da attribuire a due fattori: le poche donne e i pochi giovani occupati; la modesta dinamica della domanda interna in termini di consumi ma soprattutto di investimenti. Si tratta di situazioni che richiedono cambiamenti strutturali, di sistema, che richiedono tempi medio lunghi per manifestare risultati significativi. Un aspetto interessante di questa dimensione strutturale del mercato del lavoro nelle regioni Convergenza dei tre Paesi analizzati riguarda la relazione tra occupazione giovanile e occupazione anziana. In genere si sostiene che aumentando la permanenza al lavoro della popolazione anziana si sottrae lavoro a quella giovanile. Ma questa tesi si basa sull assunto di gioco a somma zero o addirittura negativo. Un confronto tra i tre Paesi dimostra che la relazione tra occupazione anziana e occupazione giovanile non è sempre negativa. Utilizzando i tassi di occupazione giovanile anni e anziana anni, si possono osservare almeno tre situazioni differenti: una relazione decrescente per l, una relazione positiva per la, una relazione molto modesta per la. 4

5 Fig. 3 - Tassi di occupazione giovanile e anziana nel 2013 nelle regioni Convergenza di,, Valori % Queste situazioni si riflettono in un incremento delle disuguaglianze territoriale in termini di occupazione. La disuguaglianza è stata misurata attraverso un indicatore di dispersione 2. Si può osservare come, nel periodo analizzato, la dispersione aumenta in modo significato in, subisce una accelerazione in tra il 2012 e il 2013, rimane sostanzialmente stazionaria in. Fig. 4 Dispersione regionale dell occupazione 20,0 18,0 16,0 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0, L indicatore di dispersione è dato dal coefficiente di variazione del tasso di occupazione regionale: rapporto tra deviazione standard regionale e valore medio nazionale e va da 0 (tutti i tassi di occupazione regionale sono uguali) in su. 5

6 3. Il reddito prodotto Le regioni Convergenza dei, e hanno una dimensione sostanzialmente simile anche sotto il profilo del reddito prodotto che oscilla da circa 275 miliardi di euro in termini di stesso potere d acquisto dell nel 2011 (ultimo anno disponibile), a 268 miliardi di euro della e a 256 miliardi di euro della. Tuttavia il peso sull economia nazionale è molto differente: per l il PIL delle regioni Convergenza rappresenta il 17,8%, per la il 20%, per la il 10,1%. Tab. 2 - Regioni Convergenza - PIL milioni di euro correnti allo stesso potere di acquisto Valori Assoluti Variazione Assoluta % , , ,3 Nel periodo le regioni Convergenza dei tre Paesi si comportano in modo molto differente in termini di reddito prodotto: aumenta per le regioni della di 13 miliardi di euro correnti in termini di stesso potere d acquisto (+5,5%), diminuisce di circa 9 miliardi di euro per le regioni dell (-3,3%), si contrae in modo significativo per le regioni della con circa 17 miliardi di euro in meno (-6%). Questi andamenti si confrontano con le variazioni medie nazionali: + 12%, -1,5% e 10,7%. In generale si riscontra che le regioni convergenza sono molto più lente nel recupero nella fase di crescita (), ma subiscono gli effetti negativi in modo significativo nella fase recessiva ( e ). 6

7 Fig. 5 - PIL in milioni di euro correnti allo stesso potere di acquisto nelle regioni Convergenza di, e. N.I 2001= Un analisi di più lungo periodo mostra come il periodo di crisi recessiva aumenti le differenze tra le regioni Convergenza della e quelle degli altri due Paesi. Infatti, posto uguale a 100 il PIL in termini di stesso potere d acquisto di tali regioni nei tre Paesi considerati, si osservano andamenti sostanzialmente simili fino al 2008, successivamente si hanno andamenti divergenti tra la (in aumento dopo la contrazione del ) e gli altri due Paesi e (che si allineano ai valori assunti dopo la contrazione del ) In termini di reddito per abitante, le differenze tra le regioni Convergenza sono abbastanza importanti: in media per la si rilevano circa euro correnti pro-capite in termini di stesso potere d acquisto nel 2011, contro i euro per la e i euro per l. Tra le regioni Convergenza dell e quelle della si rilevano in media circa euro pro-capite di differenza nel 2011 e circa euro pro-capite in meno dell rispetto al dato medio delle quattro regioni convergenza della. 7

8 Fig. 6 - Regioni Convergenza reddito per abitante, stesso potere d acquisto. Valori in euro Brandenburg Mecklenburg-Vorp. Dresden Chemnitz Sachsen-Anhalt Galicia Castilla-la Mancha Extremadura Andalucía Campania Puglia Calabria Sicilia E da osservare, inoltre, che nel periodo mentre aumenta il reddito pro-capite delle regioni Convergenza in, diminuisce tra le regioni della e dell. La Puglia mostra una sostanziale tenuta nel periodo intorno a euro correnti pro-capite in termini di stesso potere di acquisto. In attesa della messa a disposizione di dati comparabili negli anni più recenti si può ipotizzare che le differenze e le divergenze analizzate risulteranno ancora più significative nel periodo , considerando le condizioni e le dinamiche complessive dei tre Paesi considerati in termini di reddito prodotto. Le differenze analizzate trovano riscontro in un indicatore sintetico di dispersione territoriale 3 del reddito pro-capite regionale in confronto a quello medio pro-capite nazionale considerando un periodo più lungo dal 2001 al 2011 (ultimo anno disponibile). 3 L indicatore di dispersione è dato dalla somma delle differenza assolute tra il reddito pro-capite regionale e quello nazionale, pesato per la quota di popolazione regionale. 8

9 Fig 7 - Dispersione regionale del reddito per abitante in euro correnti 26,0 24,0 22,0 20,0 18,0 16,0 14,0 12, Si possono osservare andamenti molto differenti tra i tre Paesi. La mostra una costante diminuzione della dispersione territoriale, con un rallentamento tra il 2009 ed il La, dopo una riduzione continua della dispersione territoriale fino al 2005, mostra una situazione stazionaria tra il 2005 ed il 2008; un aumento della dispersione territoriale dopo il L evidenzia una riduzione della dispersione territoriale fino a 2009, successivamente si osserva un aumenta. 4. Qualche considerazione conclusiva Il periodo della lunga crisi recessiva tra il 2008 fino ad oggi, ha avuto impatti differenti a livello di regioni che rientrano nella classificazione di regioni - Convergenza secondo le regole dei fondi strutturali della Unione Europea con riferimento sia all occupazione sia al reddito prodotto. Tali differenze sono attribuibili alle condizioni di contesto nazionali, ma anche regionali. La crisi ha aumentato le differenze tra le regioni Convergenza dei tre Paesi considerati, e, ma soprattutto tra la e gli altri due che, invece, mostrano andamenti simili. Le differenze e le divergenze analizzate si manifestano anche all interno degli stessi Paesi considerati. Infatti, aumentano le diseguaglianze territoriali in e nel periodo della crisi, mentre in l impatto territoriale negativo della crisi sembra sostanzialmente assente o trascurabile. I differenti andamenti nazionali e regionali nel periodo della recente crisi economica hanno contribuito a modificare l eligibilità delle regioni con ritardo di sviluppo per il periodo Infatti, per l le regioni che ricadono in questa classificazione sono passate da 4 a 5 (alle precedenti è stata aggiunta la Basilicata); per la si è passati da 4 a 1 (la regione Estremadura); per la si è passati da 6 a zero. A cura di vincenzo.santandrea@ipres.it 9

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