Il monitoraggio meteo-idrologico nella valutazione della carenza idrica in Provincia di Biella

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1 Il monitoraggio meteo-idrologico nella valutazione della carenza idrica in Provincia di Biella Secondo Barbero ARPA PIEMONTE Area Previsione e Monitoraggio Ambientale

2 INDICE il contesto climatico strumenti di monitoraggio ed indicatori valutazione della carenza idrica in Provincia di Biella 2

3 I PUNTI DI PARTENZA il cambiamento climatico è inequivocabile il riscaldamento globale è dovuto principalmente a cause antropiche prove osservative mostrano che molti sistemi naturali stanno risentendo dei cambiamenti climatici, in particolare dell aumento della temperatura i costi a lungo termine del non-agire sono molto superiori ai costi necessari per azioni immediate di mitigazione e adattamento Quarto Rapporto dell IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), 2007 Green Paper UE,

4 A SCALA GLOBALE (IPCC, 2007) AUMENTO (dal AUMENTO (dal 1970) 1) Temperature superficiali globali 2) Temperature della troposfera 3) Temperature globali degli oceani 4) Livello globale dei mari 5) Vapor acqueo 6) Intensità delle piogge 7) La precipitazione negli extra- tropici 8) Intensità degli uragani 9) Siccità 10) Estremi di alta temperatura 11) Onde di calore DIMINUZIONE 1) DIMINUZIONE 1) ghiaccio marino Artico 2) ghiacciai 3) temperature estreme negative Differenza dalla media ( ) Temperatura media globale 12 ANNI PIU CALDI: 1998,2005,2003,2002,2004,2006, 2001,1997,1995,1999,1990,2000 anni trend ± ±0.018 C/decade 4

5 L AREA MEDITERRANEA L area Mediterranea è un hot spot, molto sensibile ai cambiamenti climatici. Le proiezioni per fine secolo indicano: Variazioni nella precipitazione (mm/day), attese per il periodo rispetto al periodo , nello scenario emissivo intermedio SRES A1B. un aumento della temperatura media superiore alla media globale, in particolare in estate, con aumento della frequenza di valori estremi positivi (ondate di calore) diminuzione del numero di giorni piovosi e della precipitazione fino al 20% aumento della frequenza e dell estensione dei periodi siccitosi 5

6 IL PIEMONTE L analisi statistica dei dati giornalieri di temperatura registrati sul Piemonte ha riscontrato un aumento della temperatura media annuale di circa 1 C negli ultimi 50 anni, in accordo con quanto è accaduto sulle regioni dell arco alpino. L aumento è maggiormente pronunciato sulle temperature massime C/anno C/anno 6

7 LA DISTRIBUZIONE DELLA TEMPERATURA La distribuzione geografica dei trend di temperatura nel periodo mostra un trend più elevato in montagna, sia per la temperatura massima sia per la minima. La temperatura minima risulta aumentata soprattutto in inverno, ad eccezione delle zone di pianura, mentre la temperatura massima presenta un trend più elevato nella stagione estiva. Trend annuale della temperatura minima. Trend annuale della temperatura massima. 7

8 I REGIMI PLUVIOMETRICI 1 Le statistiche relative alle precipitazioni (precipitazione media ed intensità annuale e stagionale) non mostrano invece una tendenza significativa negli ultimi 50 anni. Aumento massima durata dei periodi secchi: +0.6 gg/anno PRECIPITAZIONE Media annuale STANDARDIZZATA Lunghezza in giorni Al contrario sono in aumento sia la massima lunghezza dei periodi secchi sia il volume di precipitazione durante un evento piovoso La presenza di un riscaldamento significativo nei mesi estivi e la concomitante assenza di tendenze nelle precipitazioni può implicare un incremento delle condizioni di aridità, associate con un maggiore evapo-traspirazione dovuta alle maggiori temperature. 8

9 I REGIMI PLUVIOMETRICI 2 Le modificazioni dei regimi pluviometrici che si stanno osservando, determinano un importante impatto in termini di disponibilità della risorsa idrica anche per le regioni tradizionalmente ricche di acqua come quelle alpine riduzione del n. di giorni piovosi Distribuzione della pioggia a Biella negli ultimi 365 giorni 9

10 I REGIMI NIVOMETRICI L anomalia standardizzata della quantità di neve fresca nel periodo novembremaggio, media sulla regione, indica una moderata ma significativa tendenza alla diminuzione della nevosità. Cospicui apporti nevosi (SAI>1.5) si sono manifestati in particolare negli inverni , e Numerose stagioni presentano un deficit di nevicate (SAI<-1): , , , , , e Soltanto due inverni nel periodo considerato ( e ) presentano deficit molto marcati (SAI<- 1.5). 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1,5-2,0-2, Indice Standardizzato di Anomalia (SAI) Quantità annua di neve fresca (nov.-maggio) dal al Interessante è notare come nelle ultime tre stagioni il deficit negativo sia persistente, significativo e presente in tutte le stazioni considerate

11 I REGIMI IDROLOGICI Le precipitazioni hanno un impatto diretto sul regime idrologico dei corsi d acqua Variazioni nel regime stagionale dei fiumi possono aumentare i periodi di esposizione al rischio di alluvioni e di siccità inoltre le alterazioni nel run-off riducono l alimentazione delle falde sotterranee, a causa della maggiore saturazione del suolo, Afflussi e deflussi del bacino del Po Piemontese nel 2006 a confronto con l anno medio mm Distribuzione delle precipitazioni media Elaborazione tratta da rapporto IPPC 2007 portata gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Andamento della portata del Po 2006 media gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic 11

12 IL MONITORAGGIO DELLE VARIABILI IDROLOGICHE Variabili meteo (temp., rad., vento) Precipitazione Neve Deflussi La rete automatica regionale, prende avvio alla fine anni 80, integrando e via via sostituendo la rete meccanica storica dell Ufficio Idrografico Nazionale Obiettivi: copertura territoriale significatività misure continuità serie storiche 12

13 LA RISORSA NIVALE Misure : altezza neve (misure automatiche e manuali) densità neve (rilievi e misure in continuo) immagini satellitari (copertura nevosa) Stima della disponibilità indici statistici SWE puntuale (Snowpack) SWE di bacino (modellazione distribuita della dinamica nivale) 13

14 GLI AFFLUSSI 2007 IN PROVINCIA DI BIELLA Precipitazione annua 2007 e deficit in % BACINO CERVO SESIA Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre TOTALE % -96% -47% -78% 48% 37% -82% 39% -22% -79% -23% -94% -26% % -93% -35% -69% 61% 58% -70% 70% -23% -81% -4% -83% -14% L analisi delle precipitazioni registrate nel 2007 evidenzia un deficit pluviometrico negativo nel bacino del Cervo del 26%; tale deficit è da imputare principalmente alla scarsità di piogge nei primi mesi dell anno e nel periodo autunnale 14

15 INDICI DI SICCITA 1 SPI (Standardized Precipitation Index) E UN INDICE DI ANOMALIA DI PRECIPITAZIONE CALCOLATO SU SCALE TEMPORALI DI di 1, 3, 6, 12, 24 mesi CARATTERISTICHE PRINCIPALI: grado di severità confronto con differenti regimi climatici e composizione del territorio tendenza temporale UTILIZZO: Caratterizzazione (trend,freq.) SPI (1,3,6,12,24 mesi) Classificazione Annuale Caratteristiche Stagionali Monitoraggio Mensile la coordinata SPI indica l anomalia (in varianza) della precipitazione mensile PREVISIONE SCENARIO L indice SPI è stato assunto sperimentalmente per definire la situazione come critica 15

16 INDICI DI SICCITA 2 SPI a 3 mesi APRILE 2007 GIUGNO 2007 Sesia Cervo NOVEMBRE 2007 APRILE

17 APRILE

18 MAGGIO

19 GLI ANNI SICCITOSI INDICE SINTETICO DI SICCITA Severità (SPI3m<-1) Durata (mesi) Estensione (% territorio) CARATTERISTICHE Permette di stabilire una graduatoria annuale della siccità Può essere calcolato durante l anno (aumenta solo) Pesa maggiormente le siccità prolungate ed estese rispetto agli episodi brevi ma intensi Distribuzione indice classificazione annuale della siccità ( ) indice percentuale anni (%) Questo indice adimensionale che se ne ricava, varia tra 0 e 1 e permette di dare una valutazione globale del fenomeno siccitoso in riferimento agli episodi accaduti in passato 19

20 CONCLUSIONI La circolare del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5/3/2007 n. 67/2007/P.C.M. indicazioni operative per fronteggiare eventuali crisi idriche richiama il raccordo tra i sistemi di previsione, monitoraggio e preannuncio, la rete dei centri funzionali, la disponibilità negli invasi, i dati dei fabbisogni e le azioni di prevenzione contrasto e mitigazione In risposa a tali solleciti si è provveduto a: fornire strumenti che consentono di tenere costantemente sotto controllo lo stato della risorsa standardizzare gli indicatori per rendere la valutazione confrontabile e il più oggettiva possibile effettuare previsioni a scenari e quantitative a supporto della gestione 20

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