Cap. 4 Le «scuole» della Repubblica nella Costituzione formale
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- Natalia Ricci
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1 Cap. 4 Le «scuole» della Repubblica nella Costituzione formale 1
2 Una premessa: la definizione di Costituzione formale La Costituzione formale è il particolare atto normativo con cui viene stabilito un nuovo ordine politico e statuale. È il documento (scritto) nel quale sono contenuti i principii, i valori, le regole e gli istituti fondamentali. Esso può coincidere o meno con la Costituzione materiale, dato che quest'ultima ne rappresenta l'evoluzione spaziale e temporale, evoluzione che può svilupparsi in modo diverso dal progetto fondante. Nel caso italiano, ad esempio, la Costituzione formale è costituita dal testo entrato in vigore il 1 gennaio La distinzione fra i concetti di Costituzione formale e di Costituzione materiale è stata introdotta per la prima volta dal costituzionalista italiano Costantino Mortati. 2
3 I due compiti della Repubblica 1) Far rispettare il «comun denominatore costituzionale», ovvero far sì che in nessuna scuola della nazione si professino valori e si adottino pratiche di insegnamento e di apprendimento in contrasto con il dettato della Carta costituzionale (v. «Principi fondamentali», «Diritti e doveri dei cittadini», «XII Disposizione transitoria»). 2) Dettare, tramite legge ordinaria del Parlamento, le «norme generali sull istruzione», da rispettare sia nelle «scuole istituite dallo Stato» (art. 33 co. 2) sia in quelle espresse da «enti e privati», che avessero chiesto ed ottenuto la parità e, per i propri alunni, anche un «trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole statali» (art. 33 co. 2 e 3) 3
4 Che cosa sono le norme generali «[ ] La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi». (art. 33 co. 2 Cost.) La Costituzione dichiara, così, il principio che bisogna emanare norme sull istruzione che siano generali. Esse, però, si riferiscano all «istruzione dei diversi ordini e gradi», accettando, così, l idea che anche l ordinamento repubblicano debba articolarsi in «ordini e gradi». Con questo non si intende, però, riprodurre l ordinamento scolastico gerarchico della tradizione liberale e poi fascista. sull istruzione? Esse non sono niente di dettagliato, né per tempi, né per contenuti, né per i metodi didattici, né per le soluzioni organizzative. Devono essere la garanzia del principio che la scuola non è un apparato strumentale, tecnico ed amministrativo dello Stato. Esse valorizzano le scelte libere e responsabili dei vari attori personali (famiglie, studenti, docenti) ed istituzionali (scuole), nella determinazione dei fini, dei mezzi e delle circostanze dei processi di insegnamento-apprendimento. 4
5 I tre compiti dello Stato 1) «Istituire scuole statali per tutti gli ordini e i gradi» (art. 33 co. 2), dove per istituire non si intende né gestire né far funzionare le scuole (come nella scuola apparato dello Stato), ma governare il doppio circuito istituzionale delle scuole statali e di quelle non statali (cui viene assicurata, dallo Stato stesso, la parità). 2) Verificare e controllare gli apprendimenti degli studenti, tramite esami di Stato, e controllare la coerenza della funzionalità delle scuole statali e non statali paritarie del sistema educativo di istruzione rispetto alle «norme generali» e ai principi costituzionali. 3) Dettare principi fondamentali cui le Regioni si devono attenere per legiferare sull «istruzione artigiana e professionale» loro riservata dall art. 117 co. 1 Cost. (versione del 1948). Furono i cattolici ad insistere per introdurre in Costituzione le Regioni. 5
6 I compiti e le responsabilità delle scuole 1) Tutte le istituzioni scolastiche, statali e non statali paritarie, devono essere soggetti istituzionali che realizzano la propria autonomia, interloquendo direttamente, da maggiorenni, con i vincoli costituzionali e di legge, nonché rispondendo in prima persona delle proprie scelte sia di interpretazione della normativa repubblicana sia dei risultati educativi e culturali raggiunti o non raggiunti (accountability) e verificati dallo Stato. 2) Ciascun insegnante è chiamato all esercizio della libertà e della responsabilità costante del giudizio e dell arbitrato, cioè della sua autonomia professionale. Tutto ciò viene garantito dai vincoli rappresentati dalle «norme generali sull istruzione», che garantiscono ad ogni scuola e ad ogni docente di decidere in libertà e responsabilità professionale che cosa fare, perché, quando, come e a che livello, nella situazione e nelle circostanze date, rendendo conto delle proprie scelte allo Stato, alle famiglie e alle altre «formazioni sociali». 6
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