Reddito e condizioni di vita in Lombardia e nelle regioni del nord Italia - Anno 2014

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1 Lombardia Statistiche Report N 2 / 14 marzo 2016 Reddito e condizioni di vita in Lombardia e nelle regioni del nord Italia - Anno 2014 Sintesi Nel 2013 le famiglie residenti in Lombardia hanno percepito mediamente euro, pari a circa euro al mese. A tale reddito familiare corrisponde un reddito annuo pro-capite (che considera tutti i membri della famiglia) di euro al mese. Tutte le regioni settentrionali presentano importi di reddito medi superiori al dato nazionale ( euro p.c. annui e mensili). La distribuzione dei redditi pro capite delle famiglie mostra livelli inferiori di disuguaglianza, rispetto alla media nazionale, in tutte le regioni del Nord (a eccezione della Liguria che raggiunge la media del Paese). La Lombardia, superata solo dalla Liguria, mostra livelli di disuguaglianza lievemente superiori sia rispetto all intera area del Nord sia alle singole regioni che la compongono. Le famiglie lombarde con minori capacità economica (il 20% più povero) ha un reddito medio annuo di circa euro, mentre le famiglie con maggiori risorse finanziarie (il 20% più ricco) hanno percepito mediamente circa euro in un anno. Fra i lombardi gli adulti che vivono soli hanno a disposizione un reddito p.c. superiore alla media (circa euro annui medi), seguiti dalle coppie non anziane senza figli ( euro); nettamente inferiori sono i redditi p.c. per le famiglie con figli a carico, soprattutto nel caso di famiglie con tre o più figli (circa euro p.c. all anno in media) e nelle famiglie monogenitoriali (circa euro). Le stesse tendenze riscontrate al variare della tipologia familiare si osservano anche nel complesso delle famiglie italiane e nelle altre regioni settentrionali. A cura di: Gisella Accolla Il 18,1% dei residenti in Lombardia al 2014 sono considerati a rischio di povertà o esclusione sociale (Indicatore Europa 2020) in quanto vivono in famiglie in cui si presenta almeno una condizione fra l essere a rischio di povertà (9,0%), in deprivazione materiale severa (8,5%) o a bassa intensità lavorativa (7,0%). Tutte le regioni del Nord presentano per tutti i tre indicatori considerati livelli di diffusione inferiori alla media nazionale a eccezione della Liguria in cui si registra una maggiore diffusione della deprivazione materiale (12,7% rispetto all 11,6% nazionale). Numero chiuso il: 14 marzo 2016

2 % di famiglie I redditi delle famiglie Nel 2013 le famiglie residenti in Lombardia hanno percepito mediamente un reddito netto di euro, pari a circa euro al mese. A tale reddito familiare corrisponde un reddito annuo pro-capite (che considera tutti i membri della famiglia compresi i bambini) di euro, pari a euro al mese. Fra le regioni del nord Italia la Lombardia si colloca al primo posto in termini di reddito p.c., seguita dal Trentino Alto Adige ( annui), mentre il Veneto è la regione a reddito p.c. più contenuto ( euro annui). Tutte le regioni settentrionali presentano comunque importi di reddito superiori alla media nazionale ( euro p.c. annui e mensili) (Tabella 1). Tabella 1 Reddito familiare e pro-capite netto medio annuo, valori in Euro. Regioni del Nord, totale Nord e Italia, anno Reddito familiare netto medio annuo Reddito procapite netto medio annuo Piemonte Liguria Lombardia Veneto Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna Valle d'aosta Trentino Alto Adige Nord Italia Passando dalla lettura degli importi medi alla distribuzione dei redditi fra le famiglie emerge come nel complesso del paese vi siano più famiglie concentrate su importi di redditi inferiori rispetto a quanto non risulti per la Lombardia o nel totale delle regioni del Nord: la distribuzione dei redditi p.c. delle famiglie italiane è spostata più a sinistra (Figura 1). Figura 1 Distribuzione del reddito pro-capite netto annuo. Lombardia, Nord e Italia, anno Reddito in migliaia di euro Italia Nord Lombardia 2

3 Ordinando le famiglie residenti in ciascun territorio rispetto all importo di reddito equivalente dal più basso al più alto e dividendole in cinque gruppi di uguale numerosità (quinti) è inoltre possibile osservare le differenze di reddito presenti fra il 20% delle famiglie con redditi più bassi (primo quinto), quello delle famiglie a redditi medio basso (secondo quinto) e così via fino al 20% delle famiglie a reddito più elevato (ultimo quinto). La distribuzione del reddito netto annuo totale nei quinti fornisce una prima misura del grado di disuguaglianza fra famiglie. Come mostra la figura 2 in una situazione di perfetta uguaglianza in termini di disponibilità di reddito ciascun quinto dovrebbe avere una quota di reddito pari al 20% del totale; le famiglie lombarde del primo quinto, cioè quelle con i redditi più bassi, percepiscono invece il 7,9% del reddito totale percepito dalle famiglie lombarde, mentre la quota di reddito delle famiglie più ricche (ultimo quinto) è pari a ben il 39,0% del totale. La distribuzione dei redditi in Lombardia risulta lievemente più equa rispetto al complesso del Paese per quel che concerne le famiglie più povere: in Lombardia percepiscono una quota del reddito totale lievemente superiore rispetto alle famiglie italiane del primo quinto (rispettivamente 7,9% e 6,8%). Figura 2 Ripartizione del reddito familiare annuo netto delle famiglie ordinate per quinti, valori %. Lombardia, Nord e Italia, anno % 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% In caso di equidistribuzione 39,0 38,0 38,9 22,6 22,9 23,3 17,7 17,8 17,7 12,8 13,5 13,3 7,9 7,7 6,8 Lombardia Nord Italia Primo Secondo Terzo Quarto Quinto Il 20% delle famiglie lombarde con minori capacità economica hanno un reddito medio annuo di euro, fra le regioni del Nord quelle in cui le famiglie meno abbienti hanno importi medi di reddito inferiori sono la Liguria (9.110 euro) e il Piemonte ( euro). In opposto le famiglie più ricche (quelle dell ultimo quinto) in Lombardia hanno mediamente percepito di più rispetto alle famiglie più benestanti residenti nelle altre regioni settentrionali o nel resto del Paese (in Lombardia mediamente euro, nel Nord e in Italia ) (Tabella 2). In Lombardia le famiglie più ricche percepiscono quindi un reddito medio pari a 4,9 volte quello delle famiglie più povere, dato in linea con la media settentrionale e che 3

4 mostra un minore livello di disuguaglianza rispetto alla media nazionale (5,7 volte). Il dato del nord Italia è tuttavia il risultato di un panorama regionale fortemente differenziato: la Valle d Aosta e il Friuli Venezia Giulia sono le regioni in cui si ha minor divario fra i più ricchi e i più poveri (i primi percepiscono rispettivamente 4,0 e 4,1 volte i secondi), mentre la Liguria è quella in cui si riscontra maggior distanza (il quinto di famiglie più ricche ha percepito 6 volte il reddito medio del quinto di famiglie meno abbienti). Tabella 2 Misure di disuguaglianza dei redditi familiari netti. Regioni del Nord, totale Nord e Italia, anno Reddito medio familiare annuo del 20% più povero Reddito medio familiare annuo del 20% più ricco Rapporto fra redditi medi (20% più ricco/20% più povero) Indice di concentrazione dei redditi familiari equivalenti (GINI) Piemonte ,5 0,29 Liguria ,0 0,33 Lombardia ,9 0,31 Veneto ,6 0,29 Friuli Venezia Giulia ,1 0,26 Emilia Romagna ,3 0,30 Valle d'aosta ,0 0,27 Trentino Alto Adige ,4 0,28 Nord ,9 0,30 Italia ,7 0,33 Infine un apposito indice di concentrazione dei redditi (Indice di Gini) permette il confronto fra le distribuzioni di reddito considerando quanto avviene non solo nelle famiglie più ricche e nelle più povere bensì anche in quelle che si collocano nel mezzo. L indice, che cresce di valore da 0 a 1 all aumentare del grado di disuguaglianza di reddito fra famiglie, riconferma quanto precedentemente osservato, aggiungendo ulteriori dettagli informativi. In sintesi si osserva (Tabella 2): maggiore disuguaglianza nel dato medio nazionale (0,33) rispetto a tutte le regioni del Nord a eccezione della Liguria che raggiunge il grado di disuguaglianza medio del Paese (a conferma di quanto già emerso dall analisi dei rapporti fra redditi medi); la Lombardia, superata solo dalla Liguria, mostra livelli di disuguaglianza lievemente superiori sia rispetto all intera area del Nord (0,30) sia alle singole regioni che la compongono. Tipologie familiari e redditi Fra i lombardi quelli che hanno a disposizione un reddito p.c. superiore sono gli adulti che vivono soli ( euro annui medi), seguiti dalle coppie non anziane senza figli ( euro); nettamente inferiori sono i redditi p.c. per le famiglie con figli a carico, soprattutto nel caso di famiglie con tre o più figli (circa euro p.c. all anno in media) e nelle famiglie monogenitoriali (circa euro). Seppur su redditi mediamente più bassi il quadro emerso in termini di categorie familiari con minore o maggiore capacità economica non varia osservando il complesso delle famiglie 4

5 italiane dove si passa dai quasi euro per gli adulti single ai circa p.c. per le coppie con almeno tre figli (Tabella 3). Tabella 3 Reddito familiare e pro-capite netto medio annuo al variare della tipologia familiare. Lombardia, Nord e Italia, anno Tipologia familiare Reddito familiare netto medio annuo (in euro) Reddito pro-capite netto medio annuo (in euro) Lombardia Nord Italia Lombardia Nord Italia Persone sole - meno di 35 anni anni anni e più Coppie senza figli - P.R. con meno di 65 anni P.R. con 65 anni e più Altre tipologie senza figli a carico Monogenitori con figli a carico Coppie con figli a carico - Un figlio Due figli Tre o più figli Altre tipologie con figli a carico In sintesi in Lombardia i single adulti hanno un reddito medio pari a 1,3 volte i single giovani o gli anziani che vivono soli, le coppie adulte senza figli hanno invece un reddito p.c. pari a una volta e mezzo quello delle coppie con figli, mentre queste ultime hanno un reddito p.c. pari a 1,4 volte le famiglie monogenitoriali (Figura 3). In Lombardia inoltre i gap misurati al variare delle caratteristiche di composizione familiare risultano in tutti i quattro casi qui considerati superiori sia al dato medio nazionale sia al dato medio delle regioni settentrionali. Figura 3 Alcuni rapporti di reddito pro-capite netto medio annuo. Lombardia, Nord e Italia, anno ,6 1,5 1,4 1,4 1,4 1,3 1,3 1,2 1,3 1,3 1,3 1,4 1,2 1,3 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 Single adulti / single giovani Single adulti / single anziani Coppie < 65 anni senza figli / coppie con figli Lombardia Nord Italia Coppie con figli / monogenitori 5

6 Le condizioni di vita L indagine Redditi e condizioni di vita di ISTAT permette la lettura di una serie di indicatori ufficiali per la definizione e il monitoraggio degli obiettivi di politica sociale, nel contesto della strategia Europa 2020 (Tabella 4). Nel 2014 in Lombardia il 9,0% dei residenti sono a rischio di povertà, l 8,5% sono in condizione di deprivazione materiale severa (presenta almeno quattro sintomi di deprivazione sui nove misurati) e il 7,1% vive in famiglie caratterizzate da bassa intensità di lavoro (famiglie che hanno lavorato meno di un quinto del totale del tempo teoricamente disponibile per attività lavorative). Tutte le regioni del Nord presentano per tutti i tre indicatori considerati livelli di diffusione inferiori alla media nazionale a eccezione della Liguria in cui si registra una maggiore diffusione della deprivazione materiale (12,7% rispetto all 11,6% nazionale). La Lombardia, rispetto alla media settentrionale, si posiziona meglio in termini di rischio di povertà e al di sopra della media in termini di deprivazione materiale severa e di intensità lavorativa. In questi ultimi due casi i dati medi delle regioni del Nord risultano meno marcati grazie alla ridotta diffusione registrata in Veneto e soprattutto in Trantino Alto Adige. Le persone che vivono in famiglie in cui si presenta almeno una delle tre condizioni espresse da questi indicatori sono considerate a rischio di povertà o esclusione sociale. Nel caso della Lombardia si tratta del 18,1% dei residenti, un dato che, seppur ben più contenuto della media nazionale (28,3), risulta comunque superiore al livello di diffusione del rischio medio del nord Italia (17,9%). Il rischio di povertà o esclusione sociale registrato nelle regioni del Nord spazia fra valori molto differenziati: si passa dall 11,7% degli individui in Trentino Alto Adige a ben il 26,5% in Liguria. Tabella 4 Indicatori di povertà o esclusione sociale: percentuale di individui. Regioni del Nord, totale Nord e Italia, anno Rischio di povertà Severa deprivazione materiale Bassa intensità lavorativa Rischio di povertà o esclusione sociale Piemonte 13,8 5,3 7,2 18,8 Liguria 16,6 12,7 10,1 26,5 Lombardia 9,0 8,5 7,1 18,1 Veneto 11,6 4,7 5,5 16,9 Friuli Venezia Giulia 9,2 7,2 6,0 16,3 Emilia Romagna 10,1 7,3 5,0 16,4 Valle d'aosta 8,4 9,4 6,7 17,5 Trentino Alto Adige 7,7 3,1 4,6 11,7 Nord 10,8 7,1 6,5 17,9 Italia 19,4 11,6 12,1 28,3 Le persone a rischio di povertà o esclusione sociale sono esposte a livelli variabili di rischio a seconda che si trovino in condizione di difficoltà in uno, due o tutti i tre gli ambiti (economico, materiale e lavorativo) misurati dai rispettivi tre indicatori (Figura 4). In Lombardia, così come nella media delle regioni settentrionali e in Italia, nella maggior parte dei casi si presenta disagio solo in uno dei tre ambiti; in Lombardia, in 6

7 particolare si tratta del 14,1% degli individui (oltre i due terzi del 18,1% a rischio di povertà o esclusione sociale). Due sono invece gli ambiti di difficoltà in cui si trovano il 3,2% dei lombardi, mentre meno di un residente ogni cento presenta problemi tanto economici quanto di deprivazione materiale e di bassa intensità lavorativa (in Italia sono invece il 2,3%). Figura 4 Presenza di difficoltà nei singoli ambiti (economico, materiale e lavorativo) misurati mediante i tre indicatori di povertà o esclusione sociale: percentuale di individui. Lombardia, Nord e Italia, anno ,1 17,9 0,7 3,2 0,7 3,2 14,2 13,9 28,3 2,3 7,0 19,0 0 Lombardia Nord Italia Tabella 5 Selezione di alcuni indicatori di severa deprivazione: percentuale di individui. Regioni del Nord, totale Nord e Italia, anno Non riesce a sostenere spese impreviste di 800 euro Tutti i tre ambiti Due ambiti Solo un ambito Non può permettersi una settimana di ferie lontano da casa in un anno Ha arretrati per mutuo, affitto, bollette o per altri debiti Non riesce a fare almeno un pasto adeguato ogni due giorni Non riesce a scaldare adeguatamente l'abitazione Piemonte 32,4 38,8 9,9 8,4 8,4 Liguria 36,4 51,7 9,3 16,8 16,6 Lombardia 29,7 34,8 11,6 13,4 12,4 Veneto 30,0 36,7 7,9 7,9 9,5 Friuli Venezia Giulia 32,9 39,9 12,6 8,6 11,1 Emilia Romagna 28,4 35,6 14,8 7,7 11,3 Valle d'aosta 41,6 41,1 13,5 20,6 8,4 Trentino Alto Adige 24,6 33,1 5,1 6,3 3,6 Nord 30,4 37,1 10,9 10,5 10,9 Italia 38,8 49,5 14,3 12,6 18,0 Nel dettaglio la deprivazione materiale severa dipende dalla presenza di una serie di sintomi nelle famiglie (alcuni dei quali riportati in tabella 5): fra i più diffusi c è l incapacità di permettersi almeno una settimana di ferie lontano da casa all anno (il 34,8% dei residenti in Lombardia) e quella di sostenere delle spese impreviste di 7

8 almeno 800 euro (il 29,7% de lombardi). Seguono in ordine decrescente i lombardi che vivono in famiglie che non riescono a fare almeno un pasto adeguato (carne, pesce o equivalente vegetariano) ogni due giorni (13,4%), coloro che non riescono a scaldare adeguatamente l abitazione (12,4%) e le persone in famiglie in arretrato sui pagamenti di mutuo, affitto, bollette o altri debiti (11,6%). La Lombardia si posiziona meglio rispetto alla media delle regioni settentrionali per quel che concerne la capacità di spesa imprevista e quella di spesa per le ferie, mentre superiore alla media è la quantità di famiglie che ha problematiche nelle spese per l abitazione o l alimentazione. Glossario Bassa intensità di lavoro (indicatore Europa 2020): rappresenta la percentuale di persone che vivono in famiglie la cui intensità di lavoro è inferiore a 0,20. L'intensità del lavoro è convenzionalmente definita come il rapporto fra il numero totale di mesi lavorati dai componenti della famiglia durante l anno di riferimento dei redditi (quello precedente all anno di rilevazione) e il numero totale di mesi teoricamente disponibili per attività lavorative. Ai fini del calcolo di tale rapporto, si considerano i membri della famiglia di età compresa fra i 18 e i 59 anni, escludendo gli studenti nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni. Le famiglie composte soltanto da minori, da studenti di età inferiore a 25 anni e da persone di 60 anni o più non vengono considerate nel calcolo dell'indicatore. Deprivazione materiale severa (indicatore Europa 2020): è definita come una situazione di involontaria incapacità di sostenere spese per determinati beni o servizi e corrisponde alla percentuale di persone in famiglie che registrano almeno quattro segnali di deprivazione materiale su una lista di nove quali: 1. essere in arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito; 2. non poter riscaldare adeguatamente l abitazione; 3. non poter sostenere spese impreviste di 800 euro (l importo è pari a 1/12 del valore della soglia di povertà annuale riferita a due anni precedenti); 4. non potersi permettere un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, cioè con proteine della carne, del pesce o equivalente vegetariano; 5. non potersi permettere una settimana di ferie all anno lontano da casa; 6. non potersi permettere un televisore a colori; 7. non potersi permettere una lavatrice; 8. non potersi permettere un automobile; 9. non potersi permettere un telefono. Indice di Gini: è un indice di concentrazione del reddito, una misura sintetica del grado di diseguaglianza della distribuzione del reddito che assume valore compreso fra zero (nel caso di una perfetta equità della distribuzione dei redditi) e uno (nel caso di totale diseguaglianza, quando il reddito totale è percepito da una sola unità). L indice di Gini in questo Report è calcolato su base familiare a partire dai redditi equivalenti esclusi gli affitti figurativi. Reddito familiare: I redditi considerati in questa pubblicazione sono quelli dichiarati dalle famiglie nel 2014 relativi all anno Il reddito netto familiare è pari alla somma dei redditi da lavoro dipendente e autonomo, di quelli da capitale reale e finanziario, delle pensioni e degli altri trasferimenti pubblici e privati al netto delle imposte personali, dell ICI e dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti ed autonomi. Da questa 8

9 somma vengono sottratti i trasferimenti versati ad altre famiglie (per esempio, gli assegni di mantenimento per un ex-coniuge). I redditi da lavoro dipendente comprendono il valore figurativo dell auto aziendale concessa per uso privato ma non i buoni-pasto e gli altri fringe benefits non-monetari. Non sono compresi gli eventuali beni prodotti dalla famiglia per il proprio consumo (autoconsumo). Si tratta della stessa definizione di reddito adottata da ISTAT nelle statistiche ufficiali, tuttavia l importo di reddito netto medio delle famiglie italiane riportato in questo report presenta alcune differenze rispetto al dato pubblicato da ISTAT (Statistiche Report Reddito e Condizioni di vita, anno 2014) pari a euro (rispetto ai qui riportati) in quanto il Report ISTAT non teneva conto di aggiustamenti successivi effettuati sui microdati prima del loro rilascio. I redditi considerati in questo Report non sono comprensivi degli affitti imputati o figurativi per le abitazioni, cioè del costo che le famiglie che vivono in case di proprietà (o in usufrutto o uso gratuito o se inquilini con affitti agevolati) dovrebbero sostenere per prendere in affitto, ai prezzi vigenti sul mercato immobiliare, un unità abitativa con caratteristiche identiche a quella in cui vivono. Reddito equivalente: Per confrontare i redditi di famiglie con composizione e ampiezza differente è necessario tener conto del fatto che le famiglie più numerose hanno maggiori bisogni ed inoltre che all interno delle famiglie sono presenti delle economie di scala (i costi di una famiglia non sono perfettamente proporzionali al numero di componenti, si pensi ad esempio ai costi per le utenze domestiche). Il reddito equivalente è pertanto pari al rapporto fra il reddito familiare e il relativo parametro della scala d equivalenza. I parametri familiari utilizzati in questo Report (così come da ISTAT e Eurostat nelle statistiche ufficiali) sono pari alla somma dei coefficienti degli individui che compongono la famiglia (1 per il primo adulto, 0,5 per ogni altro adulto e 0,3 per ogni minore di 14 anni). Rischio di povertà (indicatore Europa 2020): percentuale di persone che vivono in famiglie con un reddito disponibile equivalente (dopo i trasferimenti sociali) inferiore ad una soglia di rischio di povertà, fissata al 60% della mediana della distribuzione del reddito familiare disponibile equivalente nel paese di residenza. Rischio di povertà o di esclusione sociale (indicatore Europa 2020): percentuale di persone che si trovano in almeno una delle seguenti tre condizioni: 1. vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro; 2. vivono in famiglie a rischio di povertà; 3. vivono in famiglie in condizioni di severa deprivazione materiale. Fonti ISTAT, Indagine IT-SICL 2014 Reddito e condizioni di vita Éupolis Lombardia Lombardia Statistiche Report Éupolis Lombardia - Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione supporta l esercizio delle funzioni di Regione Lombardia, attraverso la promozione e diffusione di un sistema avanzato di conoscenze al fine di sostenere, secondo il principio di sussidiarietà, lo sviluppo complessivo del territorio lombardo e degli enti, istituzioni e organismi a esso relazionati. Lombardia Statistiche Report propone approfondimenti tematici presentando il posizionamento regionale sullo specifico argomento, frutto di apposite elaborazioni sui micro-dati delle più recenti indagini rese disponibili da ISTAT. 9

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