Le donne nella crisi - Roma 21 giugno 2012

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1 IL MERCATO DEL LAVORO FEMMINILE IN ITALIA Linda Laura Sabbadini Capo Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali ISTAT Le donne nella crisi - Roma 21 giugno 2012

2 Dalla metà degli anni 90 al 2008 cresce l occupazione femminile La caduta dell occupazione all inizio degli anni 90 è stata minore rispetto agli uomini ed è durata meno Già nel 1995 inizia una sostenuta ripresa Nel 2008: 9 milioni 341 mila occupate, 1 milione 694 mila occupate in più rispetto al 1993 La maggior parte dei posti di lavoro aggiuntivi dal 1993 sono femminili, ma la gran parte dell incremento avviene nel Centro-nord (1 milione 471 mila) mentre il Sud raccoglie le briciole (222 mila) Le donne svolgono di più tutti i tipi di lavori (part-time, tempo determinato e orari atipici) Migliora la posizione lavorativa (meno operarie, più impiegate, e consistente presenza nelle professioni tecniche e intellettuali)

3 Mercato del lavoro: ampi i divari di genere 80.0 Maschi Femmine Diminuiscono i divari di genere ma è bassa l occupazione femminile Maschi Femmine Nel 2011 il tasso di disoccupazione femminile è pari all 9,6%. Sceso ininterrottamente dal 1999 raggiunge il minimo nel 2007 (7,9%) per poi tornare a crescere

4 E tra le donne ampi i divari territoriali Nord Centro Mezzogiorno Nord Centro Mezzogiorno 2011 Per le donne del Mezzogiorno il tasso di occupazione è particolarmente basso e divari aumentati negli anni Per le donne del Mezzogiorno il tasso di disoccupazione è sempre più elevato e tornato a crescere con la crisi

5 Cala l inattività femminile ma sempre alta 60.0 Maschi Femmine Nord Centro Mezzogiorno La peculiarità italiana è l elevato tasso di inattività: nel 2011 il 48,5% Per le donne del Mezzogiorno l indicatore è particolarmente elevato I divari territoriali si sono ampliati nel corso degli anni

6 Con la crisi diminuisce l occupazione femminile La crisi ha aggravato i problemi strutturali dell occupazione femminile, e peggiorato la qualità del lavoro: Tra il 2008 e il 2010 l occupazione femminile è diminuita di 103 mila unità (-1,1%) è diminuita l occupazione qualificata (-270 mila) ed è aumentata quella non qualificata (+218 mila) nell industria è diminuita più l occupazione femminile (-12,7%) che maschile (-6,3%) sono aumentati i fenomeni di segregazione verticale e orizzontale è cresciuto il part-time solo nella componente involontaria (soprattutto nel commercio e ristorazione e nei servizi alle famiglie) si è acutizzato il sottoutilizzo del capitale umano

7 Le donne dell industria Le donne dell industria hanno perso il lavoro tra il 2008 e il 2009 in percentuale doppia degli uomini non solo: perché più precarie più concentrate in particolari settori Più presenti in imprese più piccole con figli Ma perché donne

8 Nel 2011 recupero dell occupazione femminile ma Figura: variazione dell occupazione tra 2010 e Italiana Straniera e più Il recupero del 2011 (+110 mila, pari a 1,2%) dipende principalmente da: - La riforma del sistema pensionistico che ha inciso più sulle donne, in particolare nel pubblico impiego (donne con più di anni) - le straniere nel lavoro non qualificato Continua invece a diminuire l occupazione tra le giovani e tra italiane con meno di 50 anni

9 La situazione è critica anche per le straniere Partecipazione al mercato del lavoro Tasso di occupazione più elevato delle italiane (nel 2011 pari a 50,5% vs. 46,1%) ma: maggiore diminuzione con la crisi (in tre anni 2,3% pp va. -0,7% pp) inferiore nelle regioni del Nord (48,8% vs. 57,6%) più basso in presenza di figli (41,1% vs. 56,1%) Forti differenze del tasso di occupazione per comunità (superiore al 90% per le filippine e inferiore al 35% per albanesi e marocchine) Tasso di disoccupazione più elevato (nel % vs. 9,9%) Più scarsa la qualità del lavoro Quasi la metà svolge un lavoro non qualificato (44% vs. 9% delle italiane) Il 43,8% svolge un lavoro domestico presso le famiglie (1,9% le italiane) Circa una straniera su due svolge un lavoro per il quale è richiesto un titolo di studio inferiore a quello posseduto (48,9% vs. 19,2%) La concentrazione in lavori poco qualificati comporta una più bassa paga mensile: 804 euro vs euro delle italiane

10 Tutte le donne sono accomunate da un percorso ad ostacoli perché sono sovraccariche Nelle coppie di occupati con donna tra 25 e 44 anni, in un giorno medio settimanale la donna lavora in totale (lavoro retribuito e familiare) 53 in più del suo partner (9h08 delle donne contro le 8h15 degli uomini) Il divario cresce in presenza di figli (+1h02 ): le madri lavorano più dei loro partner occupati: 9h25 a fronte di 8h23 dei padri, e più al Sud L asimmetria dei ruoli è elevata: il 71,9% delle ore dedicate al lavoro familiare (lavoro domestico, di cura e di acquisti di beni e servizi) dalle coppie di occupati è a carico delle donne Nel tempo l asimmetria è diminuita: in 20 anni tra le coppie di occupati con figli è scesa dall 80,6% del al 72,1% del (-12 punti percentuali) perché: - le madri hanno tagliato 37 di lavoro familiare (da 5h48 a 5h11 ) - i padri lo hanno incrementato di 26 (da 1h34 a 2h00 ) Quindi l asimmetria è diminuita più per i tagli operati dalle madri che per l incremento dei padri (1 minuto all anno!) Ma anche in queste situazioni più gravose i mutamenti restano lenti e limitati e l asimmetria elevata

11 Italia in fondo alla classifica europea per contributo della donna al reddito della coppia Paesi nordici: solo in poco più del 3% delle coppie la donna non contribuisce al reddito Italia: in più del 30% delle coppie la donna non contribuisce al reddito. Nei due terzi delle coppie anni contributo economico nullo o minoritario Nel 24,5 contributo analogo Nel 8,4% superiore

12 Coppie asimmetriche nel reddito e nel lavoro di cura Combinando l asimmetria nel lavoro di cura e nel contributo al reddito: Un terzo delle coppie sono tradizionali Le coppie simmetriche sia nel lavoro cura che nel reddito sono SOLO il 6,7% In una coppia su 4 le donne contribuiscono di meno al reddito ma assorbono più del 60% del lavoro di cura Nel 20% delle coppie le donne contribuiscono al reddito come gli uomini ma assorbono più 60% del lavoro di cura Nel 5,7% delle coppie gli uomini contribuiscono di più al lavoro di cura

13 DONNA SOGGETTO MOLTO VULNERABILE NELLA COPPIA A fronte di separazione o divorzio: 24% povere 15% poveri Se la donna è occupata a tempo pieno le differenze si annullano. Più del 50% delle donne e 40% degli uomini peggiorano la loro situazione economica a distanza di due anni A cinque anni dalla separazione 30% povere, a 10 anni 20%

14 Per gli uomini è relativamente più facile raggiungere livelli di reddito più elevati di lavoro Differente di genere per qualunque livello di reddito Ma differenze crescente all aumentare del reddito SOFFITTO DI CRISTALLO INCLINATO: COMINCIA A LIMITARE LE POSSIBILITA DI CRESCITA RETRIBUTIVA PER LE OCCUPATE SIN DA REDDITI BASSI

15 MOBILITA SOCIALE BLOCCATA NEL NOSTRO PAESE Le donne tentano di rompere le barriere di classe, ci riescono più degli uomini, ma comunque penalizzate da estrazione sociale le figlie di operai che si laureano sono il 3% per le generazioni anni 40 contro il 4% dei maschi il 13% per le generazioni anni 70 contro il 7% dei maschi Le figlie di operai che migliorano la loro classe sociale sono Il 50,8%