La congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in provincia di Pisa
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- Enzo Ferrara
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1 La congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in provincia di Pisa Consuntivo I trimestre 2013 aspettative II trimestre 2013 Pisa, 11 luglio I dati sul commercio al dettaglio relativi al primo trimestre 2013 non fanno che confermare lo stato di profonda e prolungata crisi della domanda interna che, a sua volta, rappresenta un preciso segnale di un disagio sociale che sta prendendo piede nel nostro paese. Pur trovandoci ancora in una fase di bassa inflazione, il continuo aumento della disoccupazione e della Cassa Integrazione e la progressiva contrazione della ricchezza delle famiglie -frutto di una tassazione che si fa sempre più pesante- riduce fortemente la capacità di spesa delle famiglie affossando l andamento delle vendite al dettaglio. I dati sulle vendite provenienti all indagine congiunturale sul commercio al dettaglio condotta sul primo trimestre 2013, pur confermando la posizione relativamente migliore di Pisa (-6,1%) rispetto alla Toscana (-6,8%) e l Italia (-10,3%), presentano un quadro particolarmente negativo con tutte le tipologie distributive e dimensionali in terreno negativo. Il protrarsi della crisi incide anche sul tessuto imprenditoriale che, rispetto a fine marzo 2012, perde 169 unità, di cui circa la metà ambulanti. Il quadro generale 2,0 0,0 Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio (Var. % tendenziali) -2,0-4,0-6,0-8,0-10,0-12, Pisa Toscana Unico dato che, nonostante tutto, fa intravedere quantomeno una stabilizzazione della crisi, viene dall aumento della quota di imprese con fatturato in crescita. Confermando quanto già rilevato nell ultimo quarto del 2012, i primi tre mesi del 2013 segnalano un aumento della quota percentuale di imprenditori che registrano una crescita del proprio giro d affari, dall 11% al 12%, cui però si contrappone una crescita della quota di coloro che prevedono una diminuzione, dal 54% al 55%. Italia Informazioni e chiarimenti studi@pi.camcom.it tel Redazione Alberto Susini 1
2 Andamento trimestrale della quota di imprese che segnalano aumento, stabilità e diminuzione delle vendite rispetto al medesimo trimestre dell'anno precedente (quote % perequate con media mobile a 4 termini) aumento stabilità diminuzione Se l andamento delle vendite risulta essere ancora molto negativo, la rapida discesa dell inflazione rappresenta un elemento che, almeno potenzialmente, potrebbe sostenere il commercio. La variazione tendenziale dell indice generale dei prezzi al consumo di beni e servizi 1 in provincia di Pisa fa registrare, nel primo quarto del 2013, una crescita dell 1,7%: un deciso rallentamento rispetto al +2,5% di fine 2012 che posiziona la nostra provincia al di sotto rispetto al dato nazionale (+1,9%) e regionale (+1,8%). L aumento dell IVA, per il momento scongiurato, così come di altre imposte che gravano sui consumi potrebbe riattizzare il fuoco, per il momento sopito, dell inflazione. Andamento dei prezzi al consumo 4,0 Andamento trimestrale dell'indice generale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) (Variazioni % tendenziali trimestrali) 3,5 3,0 2,5 Pisa Toscana Italia 2,0 1,5 1,0 0,5 0, Fonte: elaborazioni su dati Istat Scendendo tra le divisioni di spesa più direttamente riconducibili all attività commerciale, emerge con estrema chiarezza il tentativo di contenimento dei prezzi praticato dalle imprese nell estremo tentativo di salvaguardare preziose quote di mercato. Se si eccettuano le bevande alcoliche e tabacchi 1 L indice dei prezzi qui analizzato è il NIC (Indice Nazionale dei prezzi al consumo per l Intera Collettività). Un indice che considera la collettività nazionale come se fosse un unica grande famiglia di consumatori, all interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. 2
3 (un +2,5% su cui pesa fortemente l imposizione fiscale) e l abbigliamento e calzature (+2,1%), le altre divisioni, mobili e prodotti per la casa (+1,5%) e prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,0%), si posizionano su livelli inferiori rispetto alla media generale. Particolarmente interessante, osservando i prezzi dal versante dei prodotti, è la dinamica degli energetici. Il forte rallentamento dei prezzi dei beni energetici avvenuto tra la fine del 2012 e l inizio del 2013 (da +12,6% a +4,2%), determina il raffreddamento delle tendenze dei prezzi dei beni che passano, nel medesimo periodo, da +3,0% a +1,6%. Anche i prezzi dei servizi (+1,7%) risultano in discesa rispetto al trimestre precedente. Indici dei prezzi al consumo NIC in provincia di Pisa Var. % tendenziali DIVISIONI DI SPESA Prodotti alimentari e bevande analcoliche 1,5 2,0 1,4 1,3 1,0 Bevande alcoliche e tabacchi 6,1 7,7 6,6 2,8 2,5 Abbigliamento e calzature 4,1 2,7 2,8 2,2 2,1 Mobili, articoli e servizi per la casa 1,8 1,9 1,8 1,5 1,5 PRODOTTI Beni 4,3 4,3 4,0 3,0 1,6 di cui: Beni energetici 16,5 15,5 14,6 12,6 4,2 Servizi 3,0 2,3 2,1 1,9 1,7 Indice generale Esclusi gli energetici 2,5 2,2 1,9 1,5 1,4 Indice generale 3,7 3,4 3,1 2,5 1,7 Fonte: elaborazioni su dati Istat Le vendite al dettaglio del primo trimestre 2013, analizzate dal punto di vista della tipologia distributiva, continuano a segnalare la fase di profonda difficoltà attraversata dal comparto. Tutte le tipologie distributive, infatti, fanno segnare una contrazione con le piccole strutture (1-5 addetti) che perdono il 6,4%, le medie (6-19 addetti) il 5,7% e la grande distribuzione (unità con 20 addetti e oltre) il -5,3%. Quest ultima categoria, segna addirittura un peggioramento rispetto all ultimo quarto del 2012 quando la variazione tendenziale delle vendite fu del -1,3%. Un timido segnale di stabilizzazione, come già segnalato a livello generale, viene dall analisi della dinamica delle quote di imprenditori che hanno dichiarato un aumento del proprio giro d affari a livello di tipologia distributiva. Se la quota di imprese commerciali con vendite in aumento tra le piccole unità rimane intorno all 8%, tra le medie e le grandi il miglioramento, pur contenuto, è decisamente più evidente: dall 11% al 13% e dal 20% al 24%. Vendite per tipologia distributiva 3
4 2,0 0,0 Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio per tipologia distributiva in provincia di Pisa (Var. % tendenziali) -2,0-4,0-6,0-8,0-10,0-12, Piccola distribuzione -6,0-5,7-4,6-2,5-5,2-5,1-2,9-2,6-3,9-1,2-5,1-7,4-5,1-5,9-6,9-6,6-6,4 Media distribuzione -7,4-4,9-5,6-3,2-2,4-2,9-2,6-2,5-2,9-2,5-6,4-7,3-6,6-9,7-8,3-8,6-5,7 Grande distribuzione -1,4-0,6-2,8-1,3-1,6-1,6 0,2-0,5 0,1-1,1-1,2-2,6-3,4-2,5-2,0-1,3-5,3 Le sempre minori disponibilità economiche delle famiglie influenzano le vendite di tutti i settori di attività arrivando a colpire con forza gli esercizi in generi alimentari (-8,0%). Migliori rispetto alle altre categorie, ma sempre in diminuzione, le vendite degli esercizi nel non alimentare (-6,2%) mentre le unità despecializzate (ipermercati, supermercati e grandi magazzini), dopo tre trimestri con il segno più, fanno segnare un -1,2%. Vendite per comparto merceologico Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio per settore d'attività in provincia di Pisa Var. % tendenziali Esercizi Trimestri Alimentare Non Alimentare Ipermercati, Supermercati e grandi magazzini Totale ,1-5,4 0,0-4, ,4-7,7-0,2-6, ,0-5,7-1,5-5, ,3-7,2 2,5-5, ,0-6,7 3,4-6, ,6-7,1 4,2-5, ,0-6,2-1,2-6,1 Neppure il periodo dei saldi ha potuto risollevare i dati di vendita del settore abbigliamento e accessori che, rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, fa segnare un -6,4%. Prosegue, nel primo quarto del 2013, il trend discendente dei prodotti per la casa ed elettrodomestici (-10,4%) mentre gli esercizi degli altri prodotti non alimentari 2 registrano un relativo miglioramento perdendo solo il 5,0% del proprio giro d affari. 2 Si tratta di un settore piuttosto eterogeneo che comprende i prodotti farmaceutici, di profumeria, libri, giornali, cartoleria e articoli di seconda mano. 4
5 Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio dei prodotti non alimentari in provincia di Pisa Var. % tendenziali Abbigliamento e accessori Prodotti per la casa ed elettrodomestici Altri non alimentari Totale non Alimentare ,1-5,4-7,2-5, ,4-7,7-9,1-7, ,0-5,7-9,9-5, ,3-7,2-9,7-7, ,0-6,7-8,6-6, ,6-7,1-8,2-7, ,4-10,4-5,0-6,2 Le attese degli operatori del commmercio 3 in merito all evoluzione delle vendite e degli ordinativi rivolti ai propri fornitori relative al secondo trimestre del 2013 continuano a segnalare un diffuso pessimismo. Nonostante una certa stabilizzazione, infatti, il saldo continua a rimanere nettamente al di sotto della linea di galleggiamento con un numero dei pessimisti decisamente più elevato rispetto agli ottimisti. La quota di imprenditori che, per il secondo trimestre del 2013, prevede un aumento del proprio giro d affari rimane stabile al 16% mentre coloro che si attendono un peggioramento scendono dal 33% al 32%. Quando agli ordinativi rivolti ai propri fornitori, il saldo aumentidiminuzioni registra un leggero peggioramento (da -23 a -24 punti percentuali) a causa di una diminuzione degli ottimisti, dall 11 al 12%, e da un aumento dei pessimisti, passati dal 34% al 35%. Aspettative per il II trimestre La domanda sulle aspettative posta agli intervistati è di carattere strettamente congiunturale, essendo richiesta una previsione sull andamento delle vendite (o degli ordinativi fatti ai propri fornitori) nel trimestre successivo rispetto a quello di riferimento dell indagine. I dati sulle aspettative qui presentati sono stati depurati (tramite una media mobile a quattro termini), in modo da rendere possibile confronti in serie storica anche fra trimestri che corrispondono a periodi diversi dell anno. 5
6 Le attese del commercio al dettaglio pisano (saldi aumenti-diminuzioni % perequati con media mobile a 4 termini) 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0-20,0 Vendite Ordinativi -25,0-30, Anche la rete distributiva pisana segue le sorti di un commercio in forte difficoltà sul versante delle vendite. Tra il 31 marzo 2012 ed il 31 marzo 2013 le unità locali pisane attive nel commercio al dettaglio calano infatti di 169 unità (-2,0%) toccando quota A far segnare la caduta più consistente, come accade da tempo, è il comparto non alimentare (-2,4%, -155 unità) al cui interno spiccano gli ambulanti che, nel giro di un anno, perdono 81 unità (-3,6%). Male, sempre nel non alimentare, l abbigliamento e accessori (-4,4%, -51 unità) ed anche i prodotti per la casa ed elettrodomestici (-3,1%, -27 negozi). Unico settore a crescere, nel non alimentare, è quello del commercio al di fuori dei negozi, banchi e mercati (per corrispondenza, via internet, vendita porta a porta, distributori automatici, ecc.) che fa segnare una crescita del 5,5%, pari a 12 unità aggiuntive. Nell alimentare, anche questo in flessione di 1,1 punti percentuali, pesa soprattutto la diminuzione degli (-2,1%, -20 unità locali), una caduta che la crescita dei minimercati (+1,1%, + 5 aziende) non riesce a controbilanciare. Dinamica delle unità locali commerciali Fonte: elaborazioni su dati Infocamere-Stockview 6
7 L andamento dei punti vendita, considerando i Sistemi Economici Locali 4 in cui è suddivisa la provincia di Pisa segnala come la contrazione dei punti vendita sia diffusa a tutti i livelli territoriali. A perdere di più, in termini percentuali, troviamo il Valdarno Inferiore (-2,9%, -34 unità) seguito a breve distanza dalla Val d Era (-2,7%, -68 aziende) e dalla Val di Cecina (-2,1%, -14 unità). Relativamente più contenuta, in termini percentuali, la flessione registrata nell Area Pisana (-1,4%, -53). NOTA METODOLOGICA L'indagine congiunturale sulle imprese del commercio al dettaglio si rivolge trimestralmente ad un campione di circa aziende toscane con dipendenti di cui 114 localizzate in provincia di Pisa. Anche questa indagine Unioncamere si basa sul principio che nelle rilevazioni campionarie condotte a cadenza periodica è opportuno non rinnovare completamente il campione ogni volta, ma mantenere nel campione per due o più interviste una predeterminata quota delle unità (panel), utilizzando la tecnica dei campioni ruotati. Per questo motivo, tenendo conto anche della necessità di ridurre il fastidio statistico per i rispondenti e il tasso di caduta delle interviste, si è scelto di ricorrere una domanda diretta in cui al termine di ogni contatto positivo si chiede la disponibilità dell intervistato a essere contattato anche per il successivo trimestre. Mediamente la quota panel si aggira intorno al 45%. A partire dal primo trimestre 2010 la rilevazione è stata sottoposta ad una profonda revisione per tener conto della nuova classificazione delle attività economiche introdotta con ATECO2007, versione italiana della Nace Rev. 2. Inoltre, a partire dal primo trimestre 2012, le ponderazioni infra-dominio e inter-dominio sono state effettuate sulla base del numero di addetti di ciascuna impresa/cluster d appartenenza (sempre desunto dal Registro Imprese opportunamente integrato) abbandonando le procedure di ponderazione utilizzate fino al 4 trimestre 2011, che facevano riferimento alle variabili di bilancio. Il raffronto con i risultati degli anni precedenti deve essere quindi effettuato con cautela. Le interviste relative al primo trimestre 2013 sono state realizzate nel mese di aprile GLOSSARIO Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In formula: Dove X rappresenta il valore della variabile (ad esempio le vendite) e t il periodo temporale di riferimento. 4 I Sistemi Economici Locali (SEL) sono raggruppamenti di comuni individuati con deliberazione del Consiglio Regionale n. 219 del Luglio 1999 sulla base di uno studio effettuato nel 1994 da Istat ed Irpet partendo dai Sistemi Locali del Lavoro. La provincia di Pisa è stata suddivisa in quattro SEL: Val d'era (Pontedera, Ponsacco, Crespina, Lari, Palaia, Capannoli, Peccioli, Calcinaia, Bientina, Lajatico, Terricciola, Casciana Terme, Chianni, Vicopisano), Valdarno Inferiore (San Miniato, Santa Croce, Montopoli, Castelfranco di Sotto e Santa Maria a Monte), Val di Cecina (Casale Marittimo, Castellina Marittima, Castelnuovo Val di Cecina, Guardistallo, Montecatini Val di Cecina, Montescudaio, Monteverdi Marittimo, Orciano Pisano, Pomarance, Riparbella, Santa Luce, Volterra) e Area Pisana (Buti, Calci, Cascina, Fauglia, Lorenzana, Pisa, San Giuliano Terme, Vecchiano). 7
8 CLASSIFICAZIONE DELLE DIVISIONI E DEI GRUPPI DI ATTIVITA' ECONOMICA (ATECO 2007) NEI SETTORI DI INDAGINE SETTORI DI INDAGINE ATECO 2007 Commercio al dettaglio di prodotti alimentari Commercio al dettaglio di prodotti non alimentari Discount di alimentari Minimercati ed altri esercizi non di alimentari vari Commercio al dettaglio di prodotti surgelati 47.2 Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi Abbigliamento ed accessori Commercio al dettaglio di prodotti tessili in esercizi Commercio al dettaglio di articoli per l'abbigliamento in esercizi Commercio al dettaglio di calzature e articoli in pelle in esercizi Prodotti per la casa ed elettrodomestici Commercio al dettaglio in esercizi non di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici Commercio al dettaglio di apparecchi audio e video in esercizi Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiali da costruzione in esercizi Commercio al dettaglio di tappeti Commercio al dettaglio di elettrodomestici in esercizi Commercio al dettaglio di mobili, di articoli per l'illuminazione e altri articoli per la casa in esercizi Commercio al dettaglio di registrazioni musicali e video in esercizi Altri prodotti non alimentari Empori ed altri negozi non di vari prodotti non alimentari Commercio al dettaglio di computer, unità periferiche, software e attrezzature per ufficio in esercizi Commercio al dettaglio di apparecchiature per le telecomunicazioni e la telefonia in esercizi Commercio al dettaglio di utensili per la casa, di cristallerie e vasellame Commercio al dettaglio di libri nuovi in esercizi Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici Commercio al dettaglio di articoli sportivi in esercizi Commercio al dettaglio di giochi e giocattoli, compresi quelli elettronici Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi Commercio al dettaglio di fiori, piante, semi, fertilizzanti, animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi Commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioielleria e argenteria Commercio al dettaglio di altri prodotti (esclusi quelli di seconda mano) in esercizi Commercio al dettaglio di articoli di seconda mano in negozi 47.8 Commercio al dettaglio ambulante 47.9 Commercio al dettaglio al di fuori dei negozi, banchi e mercati Ipermercati, supermercati e grandi magazzini Ipermercati Supermercati Grandi magazzini 8
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