PARROCCHIE GESÙ MARIA GIUSEPPE E S. MARTINO IN VILLAPIZZONE

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1 PARROCCHIE GESÙ MARIA GIUSEPPE E S. MARTINO IN VILLAPIZZONE GESÙ CHE NASCE CI INSEGNA CARITÀ E TENEREZZA Veglia di Natale 2009

2 Introduzione (in piedi) P. Nel nome del Padre... T. Amen. P. Con questa Veglia, iniziamo a disporre il nostro cuore all incontro con il Signore che nasce. Ogni anno il Natale sollecita la nostra attenzione, perché impariamo nella esistenza quotidiana a fare posto a Gesù, alla sua Parola, al suo desiderio di salvezza per tutti. Pregando, ascoltando la Scrittura e facendo silenzio possiamo sperimentare, come comunità, un modo significativo e vero per porre Dio al centro della nostra vita. Solo così sapremo dare corpo a tutti quei cammini di carità che già ora sentiamo di poter vivere tra le nostre strade. VG. Come lo scorso anno, anche questa notte ci lasceremo provocare da una immagine artistica: quest anno si tratta della Natività che Lorenzo Lotto dipinse, forse per un utilizzo privato, familiare (cioè non per una chiesa), attorno al In questo capolavoro dell arte sacra, che ci colpisce per la vivezza dei colori e la tenerezza dei gesti, vogliamo soprattutto entrare in dialogo con i personaggi presenti, che l artista raggruppa in coppie. Ogni gruppo potrà raccontarci qualcosa del modo di voler bene che Dio consegna a questa terra con la sua incarnazione.

3 1. LA CARITÀ COME ANNUNCIO (GLI ANGELI) Questi angeli ci insegnano che dopo il canto serve il fare, che dopo la festa occorre stare vicino alle persone che ci sono affidate; l amore che Dio ci dona apre già adesso a relazioni buone, che durano nel tempo, e sono parte del disegno di bontà sulla terra che lui fa crescere in ogni tempo. Silenzio Preghiera (Dal Salmo 85, v. 9-14) Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con fiducia. Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. Amore e verità s incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. Lettura del Vangelo secondo Luca (Lc 2, 8-12) C erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». (seduti) VG. Nello spazio ristretto di questa casa/stalla, i volti di due angeli illuminano una zona laterale. La loro presenza è discreta eppure evidente, silenziosa ma anche importante. Le loro bocche sono chiuse quasi avessero terminato da poco di lodare Dio col canto- ma sono i gesti delle mani, poggiate sulle spalle dei pastori, a parlare: e dicono del desiderio di accompagnare e custodire, di rassicurare e indicare quale sia il centro di ogni storia, di tutta la storia umana. Anche noi siamo chiamati ad annunciare la misericordia di Dio agli altri, in un modo simile al loro: oggi non servono troppe parole, discorsi astrusi, ragionamenti complicati... perché le persone desiderano soprattutto compagnia, attenzione, consolazione. Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino. 2. LA CARITÀ COME VITA FRATERNA (I PASTORI) Lettura della Lettera di San Paolo apostolo agli Efesini (Ef 4, 4-7) Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.

4 VG. I due pastori raffigurati da Lotto nel quadro sono piuttosto strani: anche ad una osservazione superficiale si nota che, sotto le giubbe di lana, spuntano vestiti raffinati, e che i loro volti si rassomigliano. Si ipotizza pertanto che corrispondano ai ritratti di coloro che hanno voluto il dipinto, e che fossero parenti, forse fratelli. Anch essi sono in coppia, e portano a Gesù bambino un dono; sono stati guidati sino a quel gesto dagli angeli, di cui hanno accolto l annuncio. Possono in qualche modo rappresentare ciascuno di noi, che vive la chiesa da fratello: mai da solo nel cammino di fede, unico e contemporaneamente simile a chi sperimenta con lui questo impegno e questa gioia. La dimensione fraterna è fondamentale per costruire la Chiesa, eppure spesso non è sentita come importante; ma proprio dal modo con cui ci stimeremo e ci vorremo bene saremo giudicati credibili. Chiediamo quindi al Signore, in questa notte santa, che custodisca sempre le nostre comunità, perché siano ad immagine del suo amore. 3. LA CARITÀ COME SERVIZIO (IL BUE E L ASINO) Silenzio L. Non è facile, Signore, costruire rapporti sereni tra di noi: sconfiggi le nostre debolezze ed i nostri egoismi: Facci testimoni del tuo amore. L. Da te solo impariamo a stimare le persone, la loro umanità profonda, le capacità di servire gli altri, di vivere rapporti buoni: Facci testimoni del tuo amore. L. Capita talvolta che trasciniamo relazioni difficili, rissose, quando non indifferenti degli altri: mostraci tutto il male di questi atteggiamenti e aprici a legami più profondi e veri: Facci testimoni del tuo amore. Lettura dalla Lettera di San Paolo apostolo ai Romani (Rm 12, 9-13) Fratelli, la carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell ospitalità. VG. Nella parte più buia del dipinto emergono, anche se un poco a fatica, i profili di un asino e di un bue, che la tradizione colloca spesso nel presepe, alle spalle della Sacra Famiglia. Il loro ruolo sembra solo quello di comparse, ma non è così: col loro respiro danno calore a tutta la stanza, consentendo a tutti di stare un po meglio, anche se le condizioni in cui Gesù nasce non sono certo facili. Il loro è un lavoro umile, però essenziale, che svolgono assieme. La vera carità è certamente quella che rimane nell ombra, che non si nota, di cui non si ha notizia; eppure, quando viene a mancare, tutti si accorgono del gran bene che è stato fatto. Anche questa coppia di animali può quindi suggerirci un modo di intendere la prossimità verso gli altri: non dobbiamo ricercare a tutti i costi un riconoscimento sociale, ma dare, senza chiedere nulla. Solo così serviremo per davvero gli ultimi.

5 Da una meditazione di Madre Teresa di Calcutta: Tempo fa, a un distinto signore indù si domandò: Che cos è un cristiano? La sua risposta fu estremamente semplice e anche molto strana: Il cristiano è il donare. Dobbiamo riconoscere che ciò che esiste fin dalle origini è proprio il donare: Dio che tanto ama il mondo da dargli il suo Figlio è il primo grande dono. Da ricco che era si fece povero, per te e per me. Diede se stesso totalmente. Ma ciò non gli bastava, voleva ancora dare qualcos altro: e ci diede la possibilità di dare qualcosa a lui. Così si fece affamato, si fece nudo, in maniera che potessimo dargli qualcosa. (in piedi) Questa è la forza dell amore sponsale, la dinamica che nel sacramento delle nozze ogni volta celebriamo e rendiamo operante; ancora oggi la famiglia, e prima di tutto nel legame tra due sposi, è segno di questa forza incredibile, in grado di affrontare le difficoltà del tempo e di scommettere sulla vita, sulla educazione, sul dono di sé. Soltanto la condivisione profonda e la preghiera alimentano lungo gli anni questo amore, e fanno di ogni coppia cristiana, a partire da quelle delle nostre parrocchie, luoghi concreti di educazione alla carità. Silenzio Preghiera (del card. Dionigi Tettamanzi) 4. LA CARITÀ SPONSALE (MARIA E GIUSEPPE) Lettura del Vangelo secondo Luca (Lc 2, 3-5) andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. (seduti) VG. L artista raffigura Maria con tratti del volto e colori bellissimi, con lo sguardo tutto orientato verso il Figlio, e le mani giunte, in segno di preghiera; alle sue spalle colloca Giuseppe, che è dipinto non come uomo anziano ma come adulto vigoroso, che stringe il bastone e con tutto il suo corpo sembra proteggere madre e bambino. Tra loro due non c è nulla a dividerli, sono come un unico blocco, un unica realtà di relazione e di amore. Si intuisce un legame profondissimo, che è già passato attraverso prove complesse e si appresta ad accogliere il più affascinante mistero che la storia abbia mai presentato. Ma ciò è possibile loro perché affrontano tutto assieme, accogliendosi teneramente e rispettando la vocazione di ciascuno. O Maria, donna di Cana e madre nostra, a te, con cuore di figli, affidiamo il grido delle nostre famiglie: non abbiamo più vino. Tu sai di che abbiamo bisogno E conosci le ferite profonde del cuore: prega per noi il tuo figlio Gesù: con vigore e dolcezza aiutaci a fare ciò che il Signore dirà, perché sia festa tra noi per la gioia del Regno, Amen.

6 5. LA CARITÀ PER NOI (GESÙ) Siamo giunti alla conclusione della nostra meditazione, al suo contenuto più profondo e solido: capiamo infatti che Dio proprio in Gesù, in questo bambino, diventa per noi carità, amore infinito ed inatteso, sorprendente salvezza. Il piccolo deposto nella mangiatoia sarà l agnello immolato, l amore redentivo che sconfigge i nostri peccati e ci insegna ad amare come lui. Non un privilegio, ma una responsabilità grande è celebrare il Natale; questo bambino ci attende nel presepe, per insegnarci ad essere prossimi degli altri, nel suo nome e con la sua vita piena e felice. Lettura dalla Lettera di San Paolo apostolo agli Efesini (Ef 2, 5-7) Fratelli, Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. VG. Infine, rivolgiamo lo sguardo all immagine con cui Lorenzo Lotto ci presenta Gesù, ponendolo al centro dell intera raffigurazione. E un bambino che gioca teneramente con un agnello, portato dai due pastori. Entrambi si guardano, quasi si specchiano l uno nell altro. E facile cogliervi un significato simbolico: l artista così allude contemporaneamente al mistero della nascita e della morte di Cristo, quando sarà per davvero l agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.