106 ANALISI ECONOMICA DELLA COLTIVAZIONE DELLA PATATA IN PROVINCIA DI BOLOGNA ALESSANDRO PALMIERI, CARLO PIRAZZOLI

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1 ANALISI ECONOMICA DELLA COLTIVAZIONE DELLA PATATA IN PROVINCIA DI BOLOGNA Alessandro Palmieri, Carlo Pirazzoli

2 Il caso di studio L analisi degli aspetti economici della coltivazione della patata è stata svolta nella provincia di Bologna, quarto comprensorio provinciale italiano per volumi prodotti dopo quelli di L Aquila, Siracusa e Napoli, storicamente molto attivo nelle attività di valorizzazione della propria offerta. Lo studio sul costo di produzione è stato condotto tramite rilevazioni presso un campione di aziende professionali di tipo familiare e con impiego di manodopera salariata limitata alla raccolta. L impresa tipo sulla cui base è stato calcolato il costo presenta un estensione media coltivata a patate di circa 10 ettari ed è dotata dei principali macchinari per la gestione dell impianto. Il costo è stato calcolato per la cultivar Primura, tra le più importanti del comprensorio ed unica a poter sfruttare la Denominazione di Origine Protetta Patata di Bologna.

3 110 Aspetti metodologici Il costo medio annuo di produzione è calcolato aggregando le diverse voci di spesa su più livelli e considerando separatamente gli oneri di natura esplicita o monetaria, concretamente sostenuti dall impresa, e gli oneri impliciti o figurativi (opportunity cost). I primi, rappresentati dagli oneri per l acquisto di materie prime, dal costo del lavoro salariato e dai costi strutturali dell impresa (imposte e spese amministrative, manutenzione del capitale fondiario e ammortamento, manutenzione ed assicurazione dei macchinari) danno origine, nel complesso, al costo pieno all impresa. I costi figurativi, corrispondenti alla remunerazione dei capitali e del lavoro direttamente apportati dall imprenditore e/o dai suoi familiari (manodopera familiare, compenso direzionale, interessi sulle macchine aziendali, sul capitale di anticipazione e sulle spese di impianto), una volta sommati al precedente aggregato, danno origine al costo totale di produzione. 111

4 Risultati Il costo complessivo di produzione da sostenere per coltivare un ettaro di patate è pari a Euro, che si riducono a poco più di in termini di costo pieno all impresa. Il costo pieno, a sua volta, è originato da Euro/ha di costi diretti di coltivazione, rappresentati da materie prime e manodopera salariata, cui si aggiungono circa Euro/ha di oneri strutturali, costituiti in larga prevalenza dai costi fissi della meccanizzazione. Il capitolo di spesa largamente prevalente è rappresentato dalle materie prime, che nel complesso costituiscono quasi il 60% del costo totale di produzione (Fig. 1), mentre pressoché trascurabile è il costo per la manodopera salariata che, di fatto, è limitata a poche ore di ausilio all operazione di raccolta che si traducono in una spesa inferiore a 150 Euro/ha, pari all 1% del costo complessivo di produzione. Il carico di lavoro richiesto dalla coltura è piuttosto contenuto, come peculiare per una coltivazione erbacea da pieno campo ed ammonta a poco meno di 65 ore per un incidenza complessiva, includendo anche la remunerazione del lavoro familiare, inferiore all 8%. Fig. 1 - Ripartizione del costo totale di produzione della patata (Prov. di Bologna, cv. Primura) Prezzo d uso del capitale fondiario (7%) Altri oneri figurativi (5%) Manodopera familiare (7%) Costi indiretti (20%) Altri oneri figurativi (60%) Manodopera salataria (1%) Fonti: nosra elaborazione

5 Focalizzandosi, invece, sulle materie prime, si rileva come l incidenza delle stesse salga al 73% rispetto al costo pieno all impresa (Fig. 2): oltre Euro/ ha è la spesa per l acquisto dei fertilizzanti, poco più di Euro/ha per la difesa fitosanitaria, mentre ammontano a 970 Euro/ha i costi variabili della meccanizzazione (carburanti e lubrificanti) ed i noleggi. Completano il quadro delle materie prime i circa Euro/ha per l acquisto dei tuberi seme necessari all impianto. Proprio il materiale di impianto rappresenta una delle principali criticità del comparto pataticolo per l elevata incidenza nella struttura di costo (21% sul costo pieno all impresa): come noto, i tuberi seme impiegati in Italia sono in larga prevalenza di provenienza estera e, anche a causa di croniche problematiche di filiera, l impresa deve sostenere un costo considerevolmente aumentato nel corso del tempo (prossimo a 1 /Kg ed anche superiore in talune annate e per determinate cultivar) e che contribuisce a rendere scarsamente competitivo il prodotto italiano rispetto a quello europeo. Fig. 2 - Ripartizione del costo pieno all impresa della patata (Prov. di Bologna, cv. Primura) Altri oneri indiretti (11%) Ammortamento, manutenzione ed assicurazione macchinari (14%) Fertilizzanti (27% ) Manodopera salataria (1%) Altri oneri figurativi 60% Altre materie prime e noleggi (12%) Agrofarmaci (13%) Tuberi seme (21%) Fonti: nosra elaborazione

6 Dopo le materie prime, la seconda voce di costo più rilevante per la coltivazione della patata è rappresentata degli oneri fissi della meccanizzazione che, nell impresa tipo considerata, ammontano a Euro/ha per quanto concerne l ammortamento, manutenzione ed assicurazione dei mezzi meccanici, cui vanno aggiunti 320 Euro/ha di interessi passivi (costi impliciti o figurativi) dovuti ai capitali immobilizzati per l acquisto delle macchine. Gli oneri espliciti dovuti alla meccanizzazione incidono per il 14,5% sul costo pieno all impresa mentre, rispetto al costo totale di produzione, l incidenza di tali costi è pari al 12%, ma sale al 15% includendo anche gli interessi passivi. La gestione dell impianto di patate impone l utilizzo di diversi macchinari specifici, quali la seminatrice di tuberi, la rincalzatrice e la scava raccoglitrice, che non trovano utilizzo in altre colture aziendali: ciò determina una criticità non soltanto in relazione agli elevati costi fissi generati in funzione delle ridotte dimensioni medie delle imprese coltivatrici, ma anche, più in generale, per la difficoltosa cessione dei macchinari stessi in caso di perdurante crisi del comprensorio produttivo

7 L analisi delle spese da sostenere per l utilizzo di un parco macchine completo nell impresa considerata è riportata nella figura 3: come rilevabile, i costi di maggior rilievo sono per la trattrice di riferimento (120 CV), poco meno di 800 Euro/ha, per la scava raccoglitrice, 570 Euro/ha, e per il gruppo di irrigazione, 500 Euro/ha. Va osservato che tali costi si generano nell ipotesi di un estensione coltivata a patate pari a 10 ettari, mentre variando tale superficie si registrano significative variazioni delle spese, con rilevanti effetti sul costo totale sostenuto. A conclusione dell analisi delle voci di co- sto, è doveroso citare l incidenza del prezzo d uso del capitale fondiario, onere di natura implicita per imprese condotte con terreni di proprietà, ma che diviene esplicito per imprese con terreni in affitto. In ogni caso, la spesa da computare può raggiungere 700 Euro/ha (7% del costo totale di produzione), un valore condizionato di recente anche dalla diffusione di colture bio-energetiche, che entrano in competizione con la patata nel reperimento dei terreni di coltivazione, facendone lievitare il prezzo. Fig. 3 - Analisi dei costi della meccanizzazione nella coltivazione della patata Gruppo pompa irrigazione Rotolone Mule.o Scavapatate Bo.e agrofarmaci Rincalzatrice Seminatrice Spandiconcime Vibrocol;vatore Erpice rotante Tra.ore 120 CV Euro/ha Fon$: nostra elaborazione Cos; energe;ci Ammortamento, manutenzione e assicurazione Interessi

8 Al fine di valutare la sostenibilità economica della coltura è determinante la resa produttiva che, in combinazione con i costi sostenuti per unità di superficie, genera il costo per unità di prodotto, utilmente comparabile con i prezzi percepiti alla produzione. Nella pianura Bolognese, dove sono ubicate le aziende studio, la produttività media dell impianto può essere considerata pari a 45 t/ha, includendo sia la I, sia la II categoria e, in conseguenza di tale resa, il costo totale per unità di prodotto risulta pari a poco più di 0,22 Euro/Kg, mentre il costo pieno all impresa a circa 0,18 Euro/ Kg. Differenti rese produttive determinano, naturalmente, livelli di costo anche sensibilmente diversi (Fig. 4). Osservando la dinamica dei prezzi medi alla produzione negli ultimi 10 anni (Fig. 5) si evince piuttosto chiaramente la difficile situazione economica del comparto, con una remunerazione media prevalente per merce di prima qualità in bins attestata sotto a 0,20 Euro/Kg, già di per se insufficienti a coprire la totalità dei costi, ma per di più intervallate da campagne caratterizzate da gravi crisi di mercato, come quella tuttora in corso in cui le quotazioni faticano a superare i 0,15 Euro/ Kg. Decisamente migliori erano stati i risultati della precedente campagna, con remunerazioni intorno a 0,28-0,30 Euro/Kg, per effetto della crisi produttiva in Europa, cui ha fatto seguito, tuttavia, un forte rallentamento dei consumi che, in combinazione con il ritorno su volumi di offerta europei ordinari ha determinato il crollo dei prezzi. Ipotizzando una quotazione media di 0,18 Euro/Kg ed una resa non sempre supportabile di 45 t/ha, è possibile realizzare una Produzione Lorda Vendibile di Euro/ha, che determina un reddito d impresa (ottenuto decurtando l ammontare del costo pieno all impresa) di poche decine di Euro ed una perdita, calcolata sul costo totale di produzione, di oltre Euro/ha. Fig. 4 - Dinamica del costo di produzione della patata in funzione della resa Fig. 5 - Prezzi medi alla produzione in provincia di Bologna (merce 1 qualità, cal. 45+, in bins) 0,30 0,35 0,30 0,25 0,25 0,20 Cos0 (Euro/Kg) 0,15 Euro/Kg 0,20 0,15 0,10 0,10 0,05 0,05 0,00 Fon$: nostra elaborazione Resa (ton/ha) Costo pieno Costo totale 120 0, Fon$: elaborazione su da$ CCIAA di Bologna Anni 121

9 Conclusioni Il comparto pataticolo italiano ha un peso valutabile attorno al 2,5-3% nel quadro produttivo europeo e, conseguenza di tale situazione, è l impossibilità di influenzare i mercati, le cui dinamiche vengono, di fatto, imposte ai produttori italiani. A ciò si aggiunge il maggior aggravio da sostenere sia nei costi di campagna, sia nella successiva fase industriale, rispetto agli altri paesi, a causa di fattori in primo luogo strutturali, quali le minori dimensioni aziendali o la minore produttività dei terreni, ma anche dovuti a distorsioni della filiera come il costo dei tuberi seme. Tali considerazioni permettono di evidenziare il difficoltoso scenario in cui si trovano le imprese di quello che è un comparto di grande rilievo per il nostro paese. La sopravvivenza dello stesso è da sempre affidata agli ingenti sforzi di distinzione e valorizzazione del prodotto che, solo se adeguatamente percepiti dai consumatori possono giustificare i maggiori costi dell offerta nazionale. Tali sforzi, tuttavia, non sembrano più sufficienti di fronte a criticità quali la perdurante crisi economica che spinge a contrarre i consumi e i distributori a proporre prezzi al ribasso a cui si è Alessandro Palmieri aggiunto il recente embargo della Russia. In un comparto dove le opportunità di sbocco sui mercati esteri sono ridotte, sebbene si guardi con interesse a nuovi mercati nel vicino Mediterraneo, l unica soluzione per uscire dall attuale soglia di insostenibilità economica è puntare al consolidamento delle proprie posizioni sul mercato interno, nel quale trovano spazio produzioni estere per il 30% circa rispetto alla disponibilità complessiva. Per riuscire è richiesta una forte coesione organizzativa, come peraltro dimostrato dalla maggior tenuta nel corso del tempo, delle filiere più attentamente organizzate. La formazione di idonee masse critiche è requisito fondamentale sia per gestire con maggior equilibrio un mercato dominato da grandi gruppi distributivi, sia per mettere in atto quelle forme promozionali idonee ad incentivare il consumo di un prodotto che rappresenta un vero e proprio vanto per numerosi comprensori del nostro paese e la cui scomparsa causerebbe un inevitabile vuoto produttivo difficilmente colmabile con alternative economicamente valide ed in grado di assicurare continuità occupazionale e di presidio del territorio. Carlo Pirazzoli 122 zz za to dal Ministero dell ella asalu alu te, legge re attent ame nte le istru truzioni riport ate in etichett e a. orizza Agr ofarma co autori Contro la peronospora la migliore garanzia, sempre! Aggiungiamo valore al vostro business. Un prodotto di

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