Il reporting per la misurazione delle performance aziendali
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- Raimonda Magnani
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1 Programmazione e controllo Capitolo 12 Il reporting per la misurazione delle performance aziendali a cura di A. Pistoni e L. Songini
2 1. Obiettivi di apprendimento 1. Apprendere i criteri di progettazione del sistema di reporting per la direzione 2. Individuare le aree di risultato e costruire le misure più idonee per rappresentarne le performance 3. Comprendere gli impatti dell utilizzo dei sistemi a costi variabili e dei sistemi a costi pieni sulla struttura del conto economico e sul risultato di periodo 4. Apprendere gli algoritmi di calcolo delle varianze di margine 5. Conoscere le modalità di misurazione del valore generato dall impresa e delle sue determinanti 2
3 2.1. Il sistema di reporting per la direzione: definizione Sistema di reporting per la direzione Strumento di misurazione e di rappresentazione dei risultati dell impresa o di sue parti componenti. Finalità Apprezzamento dell andamento dell attività dell impresa e delle sue parti componenti e del grado di raggiungimento degli obiettivi definiti Valutazione del comportamento (decisioni-azioni) degli operatori aziendali. Contenuto Informazioni consuntive, economico-finanziarie e non, relative alla gestione trascorsa, rappresentative dei risultati conseguiti, opportunamente messe a confronto con gli obiettivi definiti. 3
4 2.2. Il sistema di reporting per la direzione: criteri di progettazione Finalismo aziendale creazione di valore per gli stakeholder strategia deliberata obiettivi strategici e piani Misure di performance 4
5 2.3. La progettazione del sistema di reporting 1.Individuazione delle dimensioni di articolazione dei risultati aziendali Aree di risultato 2.Definizione delle modalità di rappresentazione delle performance più adeguate per ciascun livello Misure di risultato 5
6 3.1. La definizione delle aree di risultato: i criteri AREE AREE di di RISULTATO Criteri di tipo amministrativo Combinazioni produttive parziali dotate di risorse anche strutturali proprie, alle quali è possibile riferire componenti positivi (ricavi) e negativi (costi) di reddito e, in alcuni casi, anche poste del capitale investito o di tipo monetario. Criteri di tipo strategico AREE AREE STRATEGICHE D AFFARI Si identificano con un arena competitiva, caratterizzata da una propria formula imprenditoriale (fattori critici di successo, caratteristiche dei prodotti-servizi offerti, bisogni soddisfatti, clienti e mercati serviti, concorrenti peculiari e omogenei) Criteri di tipo organizzativo UNITÀ UNITÀ ORGANIZZATIVE Divisione o mercato, con a capo un responsabile, che risponde dei risultati conseguiti con le sue scelte, in termini di reddito generato (centro di profitto) o redditività (centro di investimento) 6
7 3.2. La definizione delle aree di risultato: i livelli di segmentazione AREA AREA di di RISULTATO AREA AREA STRATEGICA D AFFARI Ulteriore segmentazione per: Tecnologia/ Prodotto/ Servizio Linea di prodotto Tipo di servizio Unità produttiva Reparto di produzione.. Cliente/Mercato/ Criteri commerciali Gruppo di clienti Mercato Area Geografica Canale distributivo Marchio. 7
8 3.3. La definizione delle aree di risultato: esempio Satix Aree Aree di di Risultato Il Gruppo Le Divisioni I Country/Aree geografiche I Business Segment 8
9 4.1. La scelta delle misure di risultato Con riguardo alle modalità di misurazione delle performance aziendali o di area di risultato possono essere impiegate: informazioni quantitativo-monetarie informazioni quantitativo-non monetarie o fisico-tecniche informazioni qualitative Modelli di reporting integrati 9
10 4.2. I requisiti delle misure di performance Per essere efficaci le misure di performance devono possedere i seguenti requisiti: oggettività affidabilità completezza sensibilità alle azioni la misurazione non deve essere influenzata da scopi particolari le misure devono essere utili per i soggetti a cui sono destinate le misure devono rappresentare compiutamente il fenomeno indagato le misure devono rappresentare gli effetti delle decisioni e delle azioni compiute dagli interessati 10
11 5.1. La misurazione delle performance delle aree di risultato: i criteri SPECIFICITA CONTROLLABILITA Si possono individuare risorse specifiche Si possono misurare risultati significativi Si possono assegnare responsabilità di risultato coerenti con l autorità funzionale del responsabile e con le leve che può in modo autonomo impiegare per influenzare i risultati della propria area 11
12 5.2. La misurazione delle performance delle aree di risultato: esempio Satix Misure di di Risultato Risultato Netto di Gruppo Risultato Controllabile di Divisione Risultato Controllabile di Country Risultato Controllabile di Business Segment 12
13 5.3. La specificità: tipi di costi Costi Specifici Costi Comuni Costi Costi variabili Costi Costi fissi fissi Costi Costi fissi fissi discrezionali Costi Costi fissi fissi Vincolati/impegnati 13
14 5.4. Costi specifici e costi comuni Costi Specifici Costi Comuni Costi riferiti a fattori produttivi i cui processi di impiego/utilizzo possono attribuirsi in via esclusiva all oggetto di calcolo preso in considerazione Costi riferiti a fattori produttivi i cui processi di impiego/utilizzo, in ragione delle scelte di assetto e di organizzazione del sistema aziendale, non possono attribuirsi in via esclusiva all oggetto di calcolo preso in considerazione 14
15 5.5. Costi variabili e costi fissi Costi variabili valori espressivi di un fattore produttivo il cui consumo complessivo varia in misura proporzionale al variare del livello di attività (esempi di costi variabili sono le materie prime, le provvigioni) Costi fissi valori espressivi di un fattore produttivo il cui consumo complessivo non varia al variare del livello di attività (esempi di costi fissi sono gli ammortamenti, gli stipendi degli impiegati) 15
16 5.6. Costi impegnati e discrezionali Vincolati/ Impegnati Governabili nel nel lungo termine, non non possono essere ridotti nel nel breve periodo Derivano da da scelte di di investimento passate. Esempi Ammortamenti di di immobili e macchinari Discrezionali Possono essere influenzati nel nel breve periodo dalle dalle decisioni correnti del del management Esempi Pubblicità e formazione 16
17 5.7. Il conto economico per Area di Risultato: il margine specifico di area Area A Area B Area C Totale Ricavi XXX XXX XXX XXX Costi specifici - Costo del venduto - Altri costi operativi Margine specifico di Area Costi Comuni XXX XXX XXX XXX XXX XXX XXX XXX XXX Reddito operativo XXX 17
18 5.8. Il conto economico per Aree di Risultato: il margine di contribuzione di I e II livello Area A Area B Area C Totale Ricavi XXX XXX XXX XXX Costo variabile del venduto e altri CV Margine di contribuzione di I livello XXX XXX XXX XXX XXX XXX XXX XXX Costi fissi specifici XXX XXX XXX XXX Margine di contribuzione di II livello Costi Comuni Reddito operativo XXX XXX XXX XXX XXX XXX 18
19 6.1. Lo schema di conto economico a direct costing Ricavi Costo del venduto variabile Rimanenze iniziali di prodotti finiti (+) Costo dei beni prodotti (+) Rimanenze finali di prodotti finiti (-) Costi variabili commerciali I Margine di contribuzione Costi di fabbricazione indiretti fissi specifici Costi commerciali indiretti fissi specifici Costi generali e amministrativi specifici II Margine di contribuzione Consumi di materiali diretti rimanenze iniziali di materie prime e componenti (+) acquisti di materie prime e componenti (+) rimanenze finali di materie prime e componenti (-) Manodopera diretta Costi i variabili indiretti di produzione Costi variabili di fabbricazione totali rimanenze iniziali di semilavorati (+) rimanenze finali di semilavorati (-) Costo dei beni prodotti (variabile) Distingue i costi variabili dai costi fissi e, all interno di questi ultimi, i costi specifici da quelli comuni e consente di pervenire al calcolo di due differenti configurazioni di reddito: il margine di contribuzione di primo livello, dato dalla differenza tra ricavi e costi variabili, e il margine di contribuzione di secondo livello, che considera anche i costi fissi specifici. 19
20 6.2. Lo schema di conto economico a full costing Ricavi Costo del venduto Rimanenze iniziali di prodotti finiti (+) Costo dei beni prodotti (+) Rimanenze finali di prodotti finiti (-) Margine lordo industriale Altri costi operativi specifici Costi commerciali Costi generali e amministrativi Risultato operativo di area di risultato Consumi di materiali diretti rimanenze iniziali di materie prime e componenti (+) acquisti di materie prime e componenti (+) rimanenze finali di materie prime e componenti (-) Manodopera diretta Costi indiretti di produzione Costi di fabbricazione totali rimanenze iniziali di semilavorati (+) rimanenze finali di semilavorati (-) Costo dei beni prodotti Suddivide i costi della gestione caratteristica in due sottoclassi: il costo del venduto e gli altri costi operativi. e consente di pervenire al calcolo di due differenti configurazioni di reddito: il margine o utile lordo industriale, dato dalla differenza tra ricavi e costo del venduto, e il risultato operativo, che sottrae al margine lordo industriale gli altri costi operativi di periodo, diversi da quelli di fabbricazione. 20
21 6.3. Sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni a confronto Adottare una configurazione di costo variabile, piuttosto che di costo pieno, ha un diverso impatto sul risultato economico, a causa di due fenomeni: 1. la differente distinzione tra costi di prodotto e di periodo, adottata dai due sistemi di misurazione dei costi 2. la relazione tra volumi di produzione e di vendita del periodo. 21
22 6.4. Costi di prodotto e costi di periodo Costi di prodotto Costi di periodo Sono rappresentati dal valore delle risorse riferite al prodotto, utilizzate per valorizzare le rimanenze finali. Sono i costi che rientrano nel costo del venduto Sono rappresentati dal valore delle risorse non allocate al prodotto e spesate quindi nel conto economico del periodo amministrativo di competenza. 22
23 Esercizio: calcolo del costo del venduto a direct e a full costing Avvalendosi dei dati di seguito proposti, relativi all azienda Alfa e al mese di gennaio 200X, e sapendo che il valore delle rimanenze di semilavorati e prodotti finiti è stato determinato a costo pieno, si calcolino: a) i costi variabili totali del mese di gennaio b) i costi fissi totali del mese di gennaio c) il Costo del Venduto a full costing Ammortamenti industriali Costo MOD (manodopera diretta) Costo energia di fabbrica (consumi) Rimanenze iniziali materie prime Rimanenze finali materie prime Acquisti materie prime Rimanenze iniziali semilavorati Rimanenze finali semilavorati Costo Manodopera Indiretta Costi Amministrativi e Generali Costi Commerciali (stipendi venditori) Costi commerciali (provvigioni) Rimanenze iniziali prodotti finiti Rimanenze finali prodotti finiti
24 Esercizio: calcolo costo venduto a direct e a full costing Avvalendosi dei dati di seguito proposti, relativi all azienda Alfa e al mese di gennaio 200X, e sapendo che il valore delle rimanenze di semilavorati e prodotti finiti è stato determinato a costo pieno, si calcolino: a) i costi variabili totali del mese di gennaio b) i costi fissi totali del mese di gennaio c) il Costo del Venduto a full costing Ammortamenti industriali Costo MOD (manodopera diretta) Costo energia di fabbrica (consumi) SOLUZIONE a) costi variabili totali = b) costi fissi totali = c) Costo del Venduto = Rimanenze iniziali materie prime Rimanenze finali materie prime Acquisti materie prime Rimanenze iniziali semilavorati Rimanenze finali semilavorati Costo Manodopera Indiretta Costi Amministrativi e Generali Costi Commerciali (stipendi venditori) Costi commerciali (provvigioni) Rimanenze iniziali prodotti finiti Rimanenze finali prodotti finiti
25 Esercizio: calcolo costo venduto a direct e a full costing Sapendo che il valore delle rimanenze a costo variabile era il seguente: (Euro) RI RF SL PF si determini il costo del venduto variabile 25
26 Esercizio: calcolo costo venduto a direct e a full costing Sapendo che il valore delle rimanenze a costo variabile era il seguente: (Euro) RI RF SL PF si determini il costo del venduto variabile SOLUZIONE Costo del Venduto variabile =
27 6.5. Sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni: costi di prodotto e costi di periodo Sistema a costi variabili Sistema a costi pieni Costi di prodotto Costi variabili diretti di fabbricazione Costi di prodotto Costi variabili indiretti di fabbricazione Costi di periodo Costi indiretti di fabbricazione Altri costi operativi Costi di periodo 27
28 Esercizio: sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni a confronto La Vestibene è un azienda appena fondata che produce un solo modello di jeans da uomo. Nel budget dei mesi di aprile, maggio e giugno sono stati previsti i medesimi prezzi unitari di vendita, costi variabili unitari e costi indiretti fissi mensili, per ciascuno dei tre mesi: Prezzo di vendita unitario 100 Costo variabile unitario di produzione 30 Costi indiretti fissi di produzione Costi indiretti fissi generali, commerciali e amministrativi I volumi di produzione e vendita in ciascuno dei tre mesi sono stati i seguenti: (Unità) aprile maggio giugno Volumi di produzione Volumi di vendita Utilizzando le informazioni fornite e sapendo che: le rimanenze iniziali di prodotti finiti in aprile sono pari a zero; l azienda utilizza come criterio di allocazione dei costi indiretti fissi di produzione ai prodotti i volumi di produzione: 1.si valorizzino i magazzini prodotti finiti, utilizzando sia la configurazione di costo pieno, che quella di costo variabile; 2.si elabori il conto economico utilizzando lo schema di conto economico coerente con ciascuna delle due configurazioni di costo impiegata; 3.si spieghi la differenza nel reddito operativo mensile calcolato con i due diversi schemi di conto economico. 28
29 Esercizio: sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni a confronto Soluzione Calcolo costo pieno unitario di produzione Costo variabile unitario di produzione = 30 Quota costi indiretti fissi di produzione allocati* = 40 Costo pieno di produzione unitario = 70 *Coefficiente di allocazione = / unità = 40 / unità Conto economico a ricavi e margine di contribuzione e costo del venduto variabile aprile maggio giugno Ricavi di vendita Costo del venduto variabile Rimanenze iniziali Costo dei beni prodotti Rimanenze finali (30.000) (30.000) 0 Margine di contribuzione Costi indiretti fissi di produzione Costi indiretti fissi generali, commerciali, amministrativi Reddito operativo (50.000)
30 Esercizio: sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni a confronto Soluzione Conto economico a ricavi e costo del venduto e costo pieno del venduto aprile maggio giugno Ricavi di vendita Costo pieno del venduto Rimanenze iniziali Costo dei beni prodotti variabile Costo dei beni prodotti fisso Costo dei beni prodotti totale Rimanenze finali (70.000) (70.000) 0 Margine lordo industriale (10.000) Costi indiretti fissi generali, commerciali e amministrativi Reddito operativo (10.000) (20.000) 30
31 Esercizio: sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni a confronto Soluzione Spiegazione differenza nel reddito operativo mensile calcolato con i due diversi schemi di conto economico. La differenza tra il reddito operativo calcolato a direct costing e a full costing dipende dal valore dei costi fissi di produzione ( ) aprile Volumi produzione > volumi vendita maggio Volumi produzione = volumi vendita giugno Volumi produzione < volumi vendita RO a direct costing RO a full costing (50.000) (10.000) (20.000) Trimestre (10.000) (10.000) 31
32 6.6. Sistemi a costi variabili e sistemi a costi pieni a confronto Confronto tra risultato operativo a costo pieno e a costo variabile Relazione tra volumi di produzione e vendita Impatto sul magazzino prodotti finiti Relazione fra risultato operativo a costo pieno e a costo variabile Volumi di produzione > volumi di vendita Volumi di vendita > volumi di produzione Volumi di produzione = volumi di vendita Il magazzino prodotti finiti aumenta Il magazzino prodotti finiti si riduce Nessuna variazione nei livelli di magazzino tra inizio e fine periodo RO a costo pieno > RO a costo variabile RO a costo pieno < RO a costo variabile RO a costo pieno = RO a costo variabile 32
33 7.1. Il reporting tradizionale: il controllo budgetario Azienda Alfa Budget Consuntivo Scostamento Ricavi di vendita Costo variabile del venduto ( ) Margine di contribuzione ( ) Costi fissi industriali Costi commerciali (20.000) Spese generali e amm.ve Reddito operativo ( ) Scostamenti di efficacia Scostamenti di efficienza (v. cap. 5) 33
34 7.2. Il controllo budgetario: le fasi Costruzione del budget flessibile, al fine di isolare le varianze di margine dovute a variazioni nei volumi di vendita Calcolo delle varianze totali relative a ciascuna voce del conto economico Scomposizione dello scostamento totale nelle sue determinanti Analisi ed interpretazione delle informazioni ottenute al fine di definire le azioni correttive e di valutare le responsabilità conseguenti 34
35 7.3. L analisi delle varianze di efficacia Scostamento di quota di mercato: misura l impatto sul risultato economico di una variazione della porzione di mercato servita Scostamento di dimensione del mercato: misura l impatto sul risultato economico di un cambiamento nei volumi o nel valore del mercato di riferimento 35
36 7.4. L analisi delle varianze di efficacia (segue) Scostamento di mix: spiega la variazione del risultato economico dovuta ad una diversa combinazione delle vendite di prodotti/servizi (mix) Scostamento di prezzo: misura l impatto sul risultato economico di variazioni intervenute nel prezzo di vendita dei singoli prodotti/servizi 36
37 7.5. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia I dati Budget Consuntivo Relax Top Relax Top Volumi di vendita Prezzo unitario di vendita Costo variabile unitario Quota di mercato 25% Var. mkt. servito - 5% Quali cause hanno generato tale scostamento? 37
38 7.6. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia: la costruzione del budget flessibile Costruzione del budget flessibile Budget (1) Budget flessibile (2) Scostamento (1-2) Consuntivo (3) Scostamento (2-3) Ricavi di vendita Costo variabile del venduto Margine di contribuzione Costi fissiindustriali Costi commerciali Spese generali e amm.ve Reddito operativo Scostamenti di efficacia Scostamenti di efficienza 38
39 7.7. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia (segue) Scostamento di quota di mercato (M. m.p. bdg. x Q. mkt. eff. x Dim. mkt. eff.) + (M. m.p. bdg. x Q. mkt. bdg. x Dim. mkt. eff.) dove M. m.p.bdg. = Margine medio ponderato programmato Q. mkt. eff. = Quota di mercato effettiva Q. mkt. bdg. = Quota di mercato programmata Dim. mkt. eff. = Dimensione del mercato effettiva Scostamento di quota di mercato = [34,80 x x (0,25 0,26)] = fav. 39
40 7.8. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia (segue) Scostamento di dimensione del mercato [( M. m.p.bdg. x Q. mkt. bdg. x Dim. mkt. eff.) +(M. m.p.bdg. x Q. mkt. bdg. x Dim. mkt. bdg.) dove M. m.p.bdg. = Margine medio ponderato programmato Q. mkt. bdg. = Quota di mercato programmata Dim. mkt. eff. = Dimensione del mercato effettiva Dim. mkt. bdg. = Dimensione del mercato programmata Scostamento di dimensione del mercato [34,80 x 0,25 x ( )] = sfav. 40
41 7.9. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia (segue) Scostamento di mix [( M. bdg. pdt. i-esimo x Vol. eff. pdt. i-esimo) + (M. m.p.bdg. x Vol. bdg. pdt. i-esimo) ] dove M. bdg. pdt. i-esimo = Margine programmato del prodotto i-esimo M. m.p.bdg. = Margine medio ponderato programmato Vol. eff.. pdt. i-esimo = Volume di vendita effettivo pdt. i-esimo Vol. bdg. pdt. i-esimo = Volume di vendita programmato pdt. i-esimo Scostamento di mix = [(16 34,8) x ( )] + [(63 34,8) x ( )] = fav. 41
42 7.10. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia (segue) Scostamento di prezzo di vendita [( P. eff. pdt. i-esimo x Vol. eff. pdt. i-esimo) + (P. bdg. pdt. i-esimo x Vol. eff. pdt. i-esimo) ] dove P. eff. pdt. i-esimo = Prezzo di vendita effettivo del prodotto i-esimo P. bdg. pdt. i-esimo = Prezzo di vendita programmato del prodotto i-esimo Vol. eff.. pdt. i-esimo = Volume di vendita effettivo pdt. i-esimo Scostamento di prezzo di vendita = [ x (55 49)] + [ x ( )] = sfav. 42
43 7.11. Gli algoritmi di calcolo delle varianze di efficacia: una sintesi Riepilogo delle varianze di margine: Scostamento di quota di mercato Scostamento di dimensione del mercato Scostamento di mix Scostamento di prezzo di vendita Totale fav sfav fav sfav fav. 43
44 8.1. Il reporting evoluto: le misure del valore generato Finalismo aziendale: creazione di valore per gli stakeholder creazione di valore per gli azionisti misure del valore generato per gli azionisti Economic Profit Economic Value Added (EVA) 44
45 8.2. Le misure del valore generato Economic Profit = RONR (CINO x K) dove: RONR = reddito operativo al netto delle imposte CINO = capitale investito netto operativo K = costo medio ponderato del capitale (WACC) Economic Value = NOPAT (c* x C) Added (EVA) dove: NOPAT = net operating profit after taxes (reddito operativo rettificato al netto delle imposte) C = capitale investito netto operativo rettificato c* = costo medio ponderato del capitale (WACC) 45
46 8.3. Dalla misurazione del valore alla rappresentazione delle determinanti del valore: la Balanced Scorecard 46
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