15 Rapporto Nazionale sulla Formazione

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1 15 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province Nicoletta Bevilacqua Ricerca e Monitoraggio Formez PA

2 Obiettivi della presentazione Illustrare i principali risultati emersi dalla ricerca su Comuni e Province evidenziando, in particolare, quale sia stato l impatto sulle attività formative della legge 122/2010 (art. 6, c. 13) e della Direttiva 10/2010 del DFP, in termini di: andamento della spesa sul monte salari e incidenza dei tagli intervenuti sotto il profilo quantitativo e qualitativo (modalità di gestione del ciclo formativo, strutture dedicate, interventi posti in essere, fattori critici); interventi adottati per contenere gli effetti della riduzione della spesa; nuovo quadro di riferimento e prospettive future (aggiustamento o cambiamento di paradigma? )

3 Amministrazioni rispondenti: 463 Comuni e 90 Province

4 Comuni e Province - Spesa per la formazione sul monte salari INCIDENZA DELLA SPESA PER FORMAZIONE SUL MONTE SALARI (valore %) La spesa passa nell ultimo biennio da 0,40% al 0,24% nei Comuni; da 0,64% a 0,30% nelle Province

5 Comuni e Province Indice spesa formativa e incidenza degli enti con riduzione della spesa nel biennio Quasi tutti gli enti locali riducono la spesa, le risorse finanziarie diventano il principale fattore critico che riguarda il 70% circa delle amministrazioni. La riduzione più forte riguarda le altre categorie, nei Comuni viene contenuta per i funzionari direttivi, nelle Province è minore per i dirigenti

6 Comuni e Province Flusso annuo dei formati e delle giornate di formazione Nel 2011 rispetto al 2010 i Comuni hanno contenuto il taglio dei formati, dimezzando le giornate di formazione; le Province hanno di molto ridotto il personale formato, ma diminuito relativamente di meno le giornate.

7 Personale formato (% partecipazioni su personale )

8 Strutture dedicate alla gestione della formazione (% enti) Nel 2011 rispetto al 2010 i Comuni sprovvisti di presidio interno passano dal 24% al 42% del totale. Nelle Province dal 3% al 9%. Calano quindi le risorse professionali impegnate (soprattutto part time) in tali strutture, come pure i formatori e referenti interni (-10-15%)

9 Tra i comuni scende la programmazione (pluriennale e annuale) e aumentano le Amministrazioni che non programmano, raggiungendo il 62% del totale. Aumentano anche quelle senza valutazione, raggiungendo il 61%. Nelle Province restano, invece, stabili le Amministrazioni che non programmano e/o non valutano, e c è un downgrading verso le modalità meno impegnative: meno pianificazione pluriennale e più pianificazione annuale, molto meno valutazione sistematica e molto più valutazione selettiva, su interventi specifici. Funzioni del ciclo della formazione (% enti)

10 Funzioni del ciclo della formazione In positivo, va tuttavia segnalato come le Amministrazioni attive mantengano lo standard dei metodi adottati: nell analisi dei fabbisogni i metodi più specialistici (l analisi dell organizzazione e delle competenze del personale), comunque, sono adottati da oltre la metà dei Comuni e delle Province; nella valutazione, tra i Comuni, emerge un minor ricorso a strumenti che richiedono apporti esterni, ma una maggiore cura nel verificare l efficacia dell'attività formativa, mentre tra le Province si può registrare un aumento delle modalità utilizzate e il miglioramento dei metodi negli enti del Mezzogiorno. Nel 2011 si rileva poi, un aumento della domanda più qualificata di interventi formativi: attraverso una riduzione della domanda di corsi su catalogo (che continuano, comunque, a concentrare il 47% della domanda dei Comuni e il 40% delle Province), con una crescita della domanda di interventi su specifiche delle Amministrazioni, soprattutto tra le Province (dove rappresenta il 38%, poco più del 35% espresso dai Comuni).

11 Modalità alternative per l apprendimento I percorsi più praticati sono l'affiancamento di esperti, superiori, colleghi; il lavoro in team; l'incentivazione delle dinamiche informali di diffusione delle conoscenze. Altri strumenti (rotazione delle mansioni, autoapprendimento tramite learning object, comunità di apprendimento o di lavoro in rete, focus group, circoli di qualità o gruppi di miglioramento della qualità del lavoro) hanno trovato applicazione più selettiva, tra il personale dei comuni delle aree metropolitane o dove ci sono uffici formazione che le hanno promosse.

12 Priorità della formazione Continua il cambiamento già avviato nelle priorità della formazione, con le innovazioni introdotte dalle recenti normative, che hanno sorpassato le priorità precedenti (la comunicazione pubblica, la semplificazione, il rilevamento della qualità dei servizi e la soddisfazione dell'utenza): la riforma della pubblica Amministrazione (62% dei Comuni), la misurazione e valutazione delle performance (44% dei Comuni e 52% delle Province), il supporto alla digitalizzazione della pubblica Amministrazione (49% dei Comuni e 50% delle Province). E, a parte la riforma della pubblica Amministrazione, accrescono la loro importanza nella prospettiva futura, nella quale l'interesse preminente è sulla misurazione e valutazione delle performance e il supporto alla digitalizzazione.

13 Gli obiettivi per aumentare la qualità L'obiettivo prevalente diventa la ricaduta sull'organizzazione degli uffici e del lavoro, che scavalca il maggior legame tra la formazione e gli obiettivi di performance definiti dalle Amministrazioni (come la semplificazione, la trasparenza, la valutazione delle politiche ecc.). Seguono la formazione permanente, il raccordo tra le esperienze formative e lo sviluppo della professionalità

14 Conclusioni: quadro di riferimento e tendenze Il brusco ridimensionamento della spesa ha inciso su molti aspetti dell attività formativa degli enti locali, sia pure con differenze rimarchevoli tra Comuni e Province. I Comuni hanno dimezzato le giornate di formazione mantenendo sostanzialmente la quota dei formati. Le Province hanno ridotto di un 35% il numero dei formati ma hanno ridotto relativamente di meno le giornate formative. Si riducono le strutture interne deputate a gestire la formazione e si ridimensionano anche, soprattutto nei Comuni, le funzioni del ciclo formativo (in particolare la programmazione delle attività e la valutazione). Aumenta il ricorso alla formazione in proprio e all offerta delle scuole ed altri soggetti pubblici, mentre si riducono i corsi attuati da soggetti privati. Vi è quindi un aggiustamento in atto per razionalizzare le ridotte risorse disponibili. Molta attenzione è stata dedicata a interventi di accompagnamento all introduzione della riforma prevista dalla Legge di riforma n. 150/2000 e soprattutto alla valutazione e misurazione delle performance, oltre che alla digitalizzazione della PA. Si registra al contempo la presenza di percorsi sostitutivi o integrativi di apprendimento alternativi alla formazione (affiancamento, focus group, lavoro in team, ecc) che favoriscono la learning organization.

15 Conclusioni: le direttrici di intervento Nelle esperienze più evolute si registrano alcune direttrici di intervento che possono rappresentare un paradigma di riferimento anche per altre amministrazioni: La formazione in associazione (25% degli enti) e la cooperazione interistituzionale (Provincia e Comune di Genova; Provincia di Pesaro Urbino, ) L internalizzazione della formazione utilizzando risorse interne (Comune di Lucca, Varese,..); L ottimizzazione dei servizi informativi al personale sulla formazione e la valutazione degli interventi (Comune di Modena e Siracusa, ); L utilizzo di metodologie innovative, in particolare attraverso l integrazione della metodologia d aula con prodotti multimediali, da utilizzare in un apprendimento personalizzato a distanza, ma in interazione, talora face to face, altre volte in rete (Provincia di Roma, Comune di Livorno,..)

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