IPOTESI PER UN PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE DEL COMPARTO EDUCATIVO E FORMATIVO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

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1 IPOTESI PER UN PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE DEL COMPARTO EDUCATIVO E FORMATIVO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO L opera del maestro non deve consistere nel riempire un sacco ma nell accendere una fiamma Plutarco 1

2 Indice Introduzione p Le nuove generazioni in un mondo che cambia p Il quadro di riferimento p alcuni dati di contesto p il quadro normativo p protocollo d intesa PAT-MIUR p Il Sistema Scuola della Provincia Autonoma di Trento p la mission p gli obiettivi strategici p il metodo di lavoro p L offerta di istruzione e formazione p L area infanzia p L area primo ciclo p L area secondo ciclo p L organizzazione del Sistema p La Provincia Autonoma di Trento p L IPRASE p Il Comitato di Valutazione p Gli Istituti Scolastici Autonomi p Gli Enti paritari p I gruppi di lavoro p La partecipazione p Le risorse p Alcune tematiche da approfondire p I contenuti per l integrazione dei curricoli p Le politiche giovanili p Il riordino del quadro normativo p. 47 2

3 Introduzione Quando all inizio del suo percorso un nuovo assessore presenta un proprio documento nell intento di tracciare le linee programmatiche di legislatura, nascono inevitabilmente molte e diversificate attese. Il sistema scuola orientato sempre più verso una valorizzazione dell autonomia provinciale e attento nel raccogliere il meglio di quanto già è stato fatto, intende farsi promotore di accorgimenti ed iniziative che possano far fare un ulteriore passo in avanti ad un contesto che rende sempre più impegnativo il compito dell intera comunità verso le nuove generazioni. Prospettiva di questo documento non è quella di costituire un nuovo modello di scuola trentina. Si tratta piuttosto di riordinare una serie di aspetti, situazioni, condizioni, iniziative che per la maggior parte già esistono nei diversi ambiti del sistema scolastico provinciale. Ogni elemento ha bisogno di diventare prassi di sistema inserito in un quadro normativo in evoluzione sia sul piano costituzionale che nella legislazione nazionale di settore, sia nei rapporti fra governo nazionale e governo provinciale attraverso accordi che garantiscono all autonomia trentina margini di manovra superiori a quelli previsti per le altre regioni. Gli orientamenti politici che stanno alla base del documento possono essere cosi sintetizzati: una visione unitaria e sequenziale dei processi educativi e formativi che vanno dai primi mesi di vita fino al raggiungimento di una maturità che permette al soggetto di vivere con responsabilità le situazioni che la vita gli pone davanti ed è in grado di assumere decisioni con responsabilità. In questa prospettiva si inserisce l idea di porre nel comparto qui esaminato non solo le esperienze scolastiche tradizionali ma tutti i processi educativi formativi e di orientamento che vanno dai servizi alla primissima infanzia fino alle politiche giovanili. Da qui anche l esigenza di garantire processi di continuità sia lungo la filiera dei servizi educativi sia verso le esperienze di vita nelle comunità 3

4 la convinzione che fino alla maggiore età le attenzioni verso un ragazzo devono essere prevalentemente a carattere educativo, formativo e di orientamento alla vita di comunità ed al lavoro lasciando ad esperienze successive il compito di attivare la specializzazione professionale del soggetto. L intento è di dare un metodo per la vita utilizzando modalità pedagogiche, didattiche e di apprendimento diversificate che vanno dagli approfondimenti concettuali allo sviluppo della manualità, dai contenuti tecnici alle esperienze in ambienti di lavoro guidati il desiderio di attivare supporti ed azioni attive verso coloro che sono tentati di abbandonare le esperienze formative ritenendo inutile per la propria vita spendere altro tempo nel mondo della scuola il garantire a tutti la possibilità di cambiare anche in corsa la propria strada e di non dover retrocedere se ci si accorge di aver sbagliato la scelta una volta conclusa la scuola media. Non è facile costruire dei modelli scolastici flessibili ed a misura di ragazzo tuttavia negli ultimi anni si sono attivate iniziative che hanno sperimentato il possibile in questa direzione ed hanno posto le basi per portare a sistema il passaggio da una scuola ad un altra la valorizzazione dei ruoli di tutti i soggetti che operano a diverso titolo in un sistema educativo policentrico, dove sono coinvolti soggetti che presentano ampia autonomia pur essendo legati fra di loro dalla condivisione della stessa mission la consapevolezza che il sistema formativo costruito negli ultimi anni, risulta essere fra i migliori se non il migliore a livello nazionale, fatto di dirigenti, insegnanti, assistenti educatori e personale ATA che hanno dimostrato di saper cogliere il nuovo e farlo proprio, di non aver paura della sperimentazione ed ai quali il governo provinciale ha riconosciuto anche sul piano economico il loro ruolo fondamentale nella vita del sistema. E necessario proseguire nel rispetto di una continuità con il passato ma consapevoli delle novità che si stano sviluppando a livello nazionale. Rispetto ad esse la Provincia reclama una propria autonomia e ritiene di essere in grado di disegnare un proprio modello di supporto alle nuove 4

5 generazioni che gli consenta di dare gambe agli obiettivi strategici della Giunta provinciale, specie per quanto riguarda la valorizzazione delle risorse umane, la decisa azione verso l Europa e la creazione di sinergie internazionali significative. Il sistema formativo attuale a forte governance pubblica sia sul piano regolamentare che per quantità di offerta vede al suo interno anche l intervento privato sociale, senza fini di lucro, la cui consistenza è differenziata a seconda delle tipologie di servizio. È infatti molto consistente nei servizi all infanzia, marginale nel primo ciclo, molto presente nella formazione professionale e con una partecipazione ridotta ma rilevante nelle scuole superiori. L obiettivo è di mantenere questo modello anche in futuro con una presenza precisa dell ente pubblico nella programmazione e nel monitoraggio e con la decisa prevalenza delle istituzioni educative e formative pubbliche Questo documento viene consegnato alla Giunta Provinciale per un primo pronunciamento rispetto alle linee direttrici di fondo. Ad esso farà seguito un ampia consultazione con i soggetti coinvolti nel sistema educativo e formativo provinciale dalla quale potranno scaturire suggerimenti, approfondimenti e apporti significativi in modo da giungere ad una stesura definitiva ampia, completa e condivisa. Esso sarà punto di riferimento dell assessorato durante tutta la legislatura e guida per i provvedimenti legislativi da porre all attenzione del Consiglio Provinciale e di Governo da parte della Giunta Provinciale. 5

6 1. Le nuove generazioni in un mondo che cambia Globalizzazione degli scambi, società dell informazione, progresso scientifico e tecnico sono grandi fattori di cambiamento che attraversano la società europea e che determinano trasformazioni nel lavoro, nella scuola, nella vita di tutti i giorni. Che cosa chiede questo mondo al ragazzo? Come e a che cosa viene sollecitato un bambino/ragazzo che sta crescendo? Non è facile rispondere. Ciò che possiamo fare è provare ad interpretare la realtà e le tendenze in atto per ricavarne elementi in grado di orientare l azione educativa. Osservando quanto ci accade intorno, anche con l aiuto di coloro che studiano il rapporto fra giovani e società complessa, si riscontrano alcuni elementi distintivi del nostro tempo: La presenza massiccia, pervasiva e crescente delle nuove tecnologie dell'informazione. Essa determina e sancisce, nella cultura odierna, l'abbandono del pensiero sequenziale - lineare, per sostituirlo con il pensiero " a spirale" che introduce altre categorie logico-operative, altri criteri di legittimazione del sapere, nuovi modi di pensare e di vedere il mondo. L esplosione delle conoscenze. Nei sistemi industrializzati tutto tende a rinnovarsi vertiginosamente, tanto che, secondo la stima fatta da alcuni sociologi americani, le conoscenze si raddoppiano ogni cinque anni con tendenza ad ulteriori contrazioni dell intervallo. La tendenza ad una cultura di stampo "implosivo" piuttosto che "espansivo". Infatti, nel dibattito epistemologico contemporaneo si parla dell'irriducibile compresenza di linguaggi ed enunciati eterogenei tra di loro, di una pluralità di nuovi saperi, nessuno dei quali superiore o assoluto rispetto all'altro. Il valore sociale delle conoscenze che si trasforma secondo il quantum di produttività e di trasferibilità che le conoscenze stesse determinano. Insigni sociologi ed economisti evidenziano come nella complessità del nostro tempo la conoscenza rappresenta per l individuo il principale strumento che gli rende gradi 6

7 di libertà in un contesto che per altro condiziona in maniera pesante tutte le fasi del ciclo di vita dell uomo. Per reggere le sfide del cambiamento, della globalizzazione, è importante che ciascuno sia sufficientemente attrezzato per stare dentro tali trasformazioni con dignità e in questo senso l istruzione e la formazione svolgono un ruolo cruciale soprattutto per quanto attiene alla crescita delle nuove generazioni perché un sistema formativo, anche locale, contribuisce allo sviluppo del proprio territorio, quando sa anticipare le domande, i bisogni, i vincoli di un futuro possibile. Questi nuovi contesti influenzano pesantemente le nuove generazioni che si vedono catapultate in realtà complesse e di difficile discernimento nelle quali comunque devono costruire un progetto di vita che valorizzi i loro carismi e gli permetta di trovare strade feconde di realizzazione personale. In questi nuovi scenari non è facile entrare con serenità nemmeno per gli adulti ed infatti: la popolazione giovanile nella società occidentale post-industriale è in costante diminuzione, i giovani stanno diventando merce rara e pregiata, risorsa preziosa che una comunità non può permettersi di sprecare; una parte del mondo giovanile fa di tutto per non entrare nel mondo attivo, fatica ad assumersi le responsabilità di un progetto di vita all interno della comunità; le problematiche adolescenziali della costruzione dell'identità e dell esplosione fisica" (spesso causa di un forte disagio rispetto al proprio corpo) sempre più di frequente sono origine di disorientamento e lacerazione personale. Dall incontro e dall interazione di queste variabili, si delineano con sufficiente chiarezza le urgenze formative, e cioè ciò che è prioritario considerare focus della progettazione educativa ai diversi livelli: La prima urgenza è quella di sostenere i soggetti in crescita nella costruzione della loro identità; occorre che l azione educativa solleciti i ragazzi a riconoscere se stessi nel cambiamento fisico e mentale e, non si smarriscano in un mondo complesso e mutevole. 7

8 Una seconda urgenza è relativa al modo di stare al mondo di questi ragazzi che vivono una realtà rappresentata, spesso mitica e sempre più virtuale. In altre parole, vivono poco la realtà concreta, fatta invece di elementi, di eventi, di responsabilità vere. Una terza urgenza, forse la prima per ordine di importanza è l educazione dei ragazzi alla convivenza. È una dimensione ad alta valenza sociale e l urgenza non è tanto determinata dalla crescente presenza di alunni di nazionalità diverse, ma dalla complessità delle relazioni umane che sempre più caratterizza lo stare assieme dei ragazzi. Le conseguenze di questi scenari sul piano formativo riguardano le finalità dei sistemi scolastici che devono: favorire la comprensione del mondo: il senso, il funzionamento e, all interno di esso, l'individuazione della propria strada. Ciò significa contenuti non più legittimati da un programma ma dalla significatività che viene conferita loro dal fatto di essere chiavi di accesso alla comprensione del mondo reale. Prestare maggiore attenzione ai processi di apprendimento; la finalità principale dell azione educativa diventa la padronanza dei processi e degli strumenti di acquisizione delle conoscenze. Focalizzare l attenzione sulla centralità di una formazione polivalente ricca di saperi matrice che sviluppino l autonomia e favoriscano l imparare ad apprendere nell arco della vita. L acquisizione di una cultura moderna caratterizzata dal saper prendere decisioni in condizioni d incertezza, gestire conflitti, relazionarsi con culture diverse, spostarsi nel mondo mantenendo la propria identità, orientarsi in un mondo complesso e confuso. 8

9 2. Il quadro di riferimento 2.1 Alcuni dati di contesto Si ritiene opportuno, per una visione globale del sistema scolastico trentino, riportare alcune tabelle che rappresentano a grandi linee la situazione attuale e ci consentono, anche attraverso raffronti, di evidenziare alcune ipotesi interpretative. Tab. 1- Asili nido Tipologia Asili nido comunali a gestione diretta Asili nido comunali con gestione in convenzione Totale Anno educativo 98/99 Anno educativo 2003/ Tab. 2 - Scuole dell infanzia Tipologia Scuola dell infanzia provinciale Scuola dell infanzia equiparata Totale Anno educativo 98/99 Anno educativo 2003/ Tab. 3: Gli iscritti Asili nido Tipologia Asili nido comunali a gestione diretta Iscritti Anno educativo 98/99 Iscritti Anno educativo 2003/ Asili nido comunali con gestione in convenzione 9

10 Tab. 4 - Scuole dell infanzia Tipologia Scuola dell infanzia provinciale Scuola dell infanzia equiparata Totale Iscritti al prolungamento d orario Iscritti Anno educativo 98/99 Iscritti Anno educativo 2003/ Tab. 5 - Le istituzioni scolastiche autonome Istituzioni scolastiche Anno scolastico 1998/1999 Anno scolastico 2004/2005 Circoli didattici 46 0 Scuole secondarie di primo grado 54 0 Istituti comprensivi di scuola elementare e media 6 56 Istituti comprensivi di scuola elementare e secondaria 0 2 di secondo grado Scuole secondarie di secondo grado Totale Tab. 6 - Gli studenti Tipologia Anno scol. 1998/99 Anno scolastico 2003/04 Scuole a carattere statale Scuole paritarie Formazione professionale di base Totale

11 Tab. 7 - Rapporto alunni/classe Numero medio di alunni per classe in Trentino ed in Italia Anno scolastico 2002/2003 Alunni P.A.T. Italia Scuola dell infanzia 21,00 23,20 Scuola elementare 15,30 18,30 Scuole medie 20,60 20,90 Scuole secondarie superiori 19,70 21,60 Formazione professionale di base 18,86 Tab. 8 - Spesa per l istruzione Spesa pro capite per l'istruzione in Trentino ed in Italia nel 2000 e nel 2001 Anno P.A.T. Italia , , , ,00 11

12 Tab. 9 - Alunni a tempo pieno e normale Tipologie Scuole elementari Anno scolastico 1998/1999 Anno scol. 2003/2004 Alunni tempo pieno Classi a tempo pieno Alunni tempo normale Classi a tempo normae Scuole medie Alunni tempo prolungato Classi a tempo prolungato Alunni tempo normale Classi a tempo normale Scuole secondarie superiori Alunni Classi Formazione professionale di base Alunni Classi Tab Docenti a tempo indeterminato (di ruolo) Anno 1999 Anno 2003 (31 dicembre) Insegnanti a tempo indeterminato Tab Posti in organico Anno scol. 1998/1999 Anno scol. 2003/2004 Scuole elementari Scuole medie Istituti superiori Totale

13 Tab Interventi finanziari: edilizia scolastica Descrizione Intervento provinciale dal 1999 al 2003 Ampliamento e ristrutturazione scuole infanzia Manutenzioni straordinarie istituti superiori Ampliamento, ristrutturazioni e nuove realizzazioni istituti superiori Interventi per opere comunali a valenza provinciale (sc.infanzia, elementari e medie) di competenza dei Comuni COMPLESSIVAMENTE , , , ,00 euro ,00 Tab. 13- Interventi finanziari: Fondo per il miglioramento della qualità della scuola - scuole statali e scuole paritarie Descrizione Anno 2003 Importo Fondi assegnati alle scuole su base progetti effettuati direttamente dalle ,73 parametrica - lettera a) scuole Fondi per interventi attuati progetto CONI (euro ), progetto ,00 direttamente dalla Provincia lettera b) Volley (euro ), progetto biblioteche (euro ), portale vivo scuola (euro ), progetto disabili sensoriali (euro ) Fondi per progetti ed iniziative individuate progetto collaboratori di madrelingua ,00 dalla Giunta e proposte alle scuole - lettera c) (euro ), certificazioni esterne lingue straniere (euro ), patente europea del computer - ECDL (euro ), assistenza mensa scolastica (euro ), progetto orientamentoformazione-lavoro (euro ) Dall'anno scolastico 2000/2001 è attivato il Fondo miglioramento qualità della scuola. In relazione alle finalità del fondo vengono determinate: a) quote da ripartire fra le istituzioni scolastiche per la realizzazione di progetti e iniziative adottati e attuati direttamente dalle scuole sulla base di una serie di tipologie individuate dalla Giunta provinciale; b) quote destinate ad interventi attuati direttamente dalla Provincia; c) quote per progetti ed iniziative particolarmente significative individuate dalla Giunta provinciale e proposte alle scuole. 13

14 Dalle tabelle risultano evidenti alcuni punti di forza del sistema scolastico trentino quali: la scelta dell Istituto Comprensivo come modello organizzativo ormai diffuso su tutto il territorio provinciale; il maggiore investimento nell istruzione nel confronto col resto d Italia in termini sia percentuali che assoluti; la diffusione e l incremento del tempo scuola pieno (elementare) e prolungato (medie); la stabilità e l incremento dell organico docente in controtendenza con i tagli nel resto d Italia; la destinazione di risorse considerevoli per sostenere e incrementare la qualità dell offerta formativa. 2.2 Il quadro normativo Dal punto di vista normativo la Provincia autonoma di Trento si caratterizza per una situazione del tutto peculiare rispetto all organizzazione del sistema scolastico del restante territorio nazionale. Essa infatti è titolare, secondo quanto stabilito dallo Statuto di autonomia in vigore, approvato con legge costituzionale, di competenza esclusiva in materia di scuola materna, assistenza scolastica, edilizia scolastica, addestramento e formazione professionale. Ha competenza concorrente in materia di istruzione elementare e secondaria (media, classica, scientifica, magistrale, tecnica, professionale ed artistica). A seguito della riforma del Titolo V, parte seconda della Costituzione, avvenuta con legge costituzionale 3 del 2001, la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni trova in parte una diversa definizione che incide anche sull assetto della Provincia autonoma. Come conseguenza significativa, la competenza in materia di istruzione professionale passa da concorrente ad esclusiva. Come previsto dallo Statuto, al fine dell esercizio delle funzioni amministrative, sono state emanate, nel corso degli anni settanta ad oggi, nelle materie di 14

15 competenza, specifiche norme di attuazione. Risalgono a quell anno infatti le norme di attuazione in materia di addestramento e formazione professionale ed assistenza ed edilizia scolastica; al 1976 le norme di attuazione in materia di scuola materna. Tali norme di attuazione hanno trasferito fin da subito ogni funzione riferita alla materia compreso il personale insegnante e non. Per l emanazione delle norme di attuazione in materia di ordinamento scolastico, molto più puntuali delle precedenti, si è dovuto attendere il 1988; il decreto del Presidente della Repubblica n. 405 trasferisce alla Provincia tutte le funzioni amministrative in materia di istruzione, ma non il personale insegnante- ispettivo, direttivo e docente- delle scuole a carattere statale. Tale trasferimento si è realizzato col decreto legislativo 433 del 1996 che ha consentito l esercizio di più ampi spazi di autonomia da parte della Provincia ulteriormente ampliati con l ultima modifica di cui al decreto 346 del 2003 che instaura nuovi rapporti nella collaborazione tra lo Stato e la Provincia per quanto riguarda la normativa sul personale, sull'organizzazione amministrativa, sui curricoli. Già dal 1973 quindi la Provincia è stata in grado dare avvio all organizzazione del proprio impianto legislativo e amministrativo secondo scelte peculiari nelle materie del settore. Con la legislazione provinciale in materia di formazione professionale del 1987 si è rafforzata la scelta avviata già dalla fine degli anni 50 di costituire un sistema articolato e complesso volto a rispondere ai fabbisogni di professionalità, in rapporto alla situazione economico sociale e alle prospettive occupazionali, nel rispetto e sostegno delle varie realtà di formazione presenti sul territorio. Nel corso degli anni si è sviluppato un modello attento sia ai contenuti di cultura sia professionalizzanti, nell ottica di consolidare le condizioni di flessibilità del sistema e di rafforzarne il coordinamento e il rapporto con il mondo del lavoro e dell istruzione. La legislazione provinciale sul diritto allo studio risale al 1978 ed è stata più volte adeguata alle rinnovate necessità di intervenire in modo sempre più diffuso e consistente a favore degli alunni dalla scuola elementare alla scuola secondaria 15

16 superiore con servizi di mensa, trasporto, libri di testo, assegni di studio, sostegno a situazioni di svantaggio. E stata altresì introdotta una specifica disciplina a sostegno della frequenza degli alunni delle scuole paritarie, nell ottica di assicurare parità di trattamento e di scelta da parte delle famiglie. Per quanto riguarda l edilizia scolastica l attuale legislazione definisce la ripartizione delle competenze e degli oneri tra comuni, per quanto riguarda la scuola dell obbligo, e la Provincia per la scuola secondaria superiore e disciplina in modo esaustivo la programmazione e il finanziamento degli interventi, prevedendo altresì l affidamento alle istituzioni scolastiche della gestione di parte degli stessi. La legislazione provinciale sulle scuole materne è del 1977 ed ha previsto, al fine dell'offerta del servizio, il concorso di scuole dell infanzia provinciali e di scuole equiparate, oggi paritarie, totalmente finanziate dalla Provincia. La disciplina sui servizi alla prima infanzia risale al 2002 ed è in corso di attuazione. Essa prevede l istituzione e il sostegno oltre che dei servizi di asilo nido anche, tra l altro, di servizi di Tagesmutter. Assai più complessa e più recente risulta la normativa nell esercizio delle competenze in materia di istruzione. A partire dal 1989 la Provincia autonoma ha legiferato per l'organizzazione del sistema istituendo la Sovrintendenza scolastica, divenuta poi con la L.P n 3/98 Agenzia provinciale per l istruzione e pertanto dotata di autonomia amministrativa e contabile, e raccordandone le funzioni con le strutture provinciali già operanti in materia di istruzione in un'ottica di integrazione e coordinamento delle competenze. Ha altresì istituito l'istituto provinciale per la ricerca, sperimentazione e aggiornamento educativi (IPRASE) i cui compiti sono stati ultimamente adattati al fine dell'applicazione della normativa sull'autonomia delle istituzioni scolastiche e che provvede ad attività di studio, ricerca e documentazione nell ambito pedagogico didattico e formativo a sostegno dell innovazione; il Comitato provinciale di valutazione del sistema scolastico e formativo che mette a disposizione della Provincia gli strumenti per la valutazione del sistema scolastico e delle singole istituzioni; il Consiglio provinciale dell'istruzione, quale organismo con funzioni 16

17 consultive nell'ambito del rinnovato quadro normativo introdotto dall autonomia delle istituzioni scolastica ora anche costituzionalmente garantita. Per quanto riguarda il personale della scuola a carattere statale la Provincia gestisce, dal 1988, il personale non docente e dal 1997 il personale insegnante; a tale periodo risale una cospicua, anche se non esaustiva, legislazione in materia al fine della disciplina dello stato giuridico di detto personale e la sottoscrizione di contratti di lavoro provinciali, sui quali è attualmente prevista l'acquisizione del parere, obbligatorio ma non vincolante, del Ministero dell'istruzione. Preme anche rilevare come la Provincia autonoma abbia legiferato in materia di programmi della scuola dell'obbligo introducendo l'insegnamento, anche veicolare, di una lingua straniera dalla prima elementare e di due lingue straniere dalla scuola media già a far data dal A tale contesto può essere collegata anche la normativa di attuazione e legislativa provinciale a tutela delle minoranze linguistiche ladina, mochena e cimbra che prevede l'insegnamento della lingua ladina e rispettivamente tedesca nelle scuole delle zone con popolazione di lingua minoritaria. Un attenzione particolare merita la normativa provinciale in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, risalente alla legge provinciale n. 29 del 1990, che già consentiva alle scuole della Provincia ambiti di discrezionalità nei settori organizzativo, amministrativo e finanziario più ampi rispetto a quelle del restante territorio nazionale. Dal 1998 è stata integrata con l attribuzione della personalità giuridica e della piena autonomia didattica, organizzativa, di ricerca, sperimentazione e sviluppo. Le istituzioni scolastiche, pur nel rispetto di statuizioni generali espresse nell ambito delle proprie competenze da diversi livelli di governo, possono usufruire di tutti gli spazi di flessibilità consentiti dalla nuova disciplina, divengono soggetti autonomi che interagiscono con il territorio e in particolare con gli enti locali, diventano protagoniste disponendo di innovative potenzialità nella definizione delle scelte educative e organizzative, sulla base di obiettivi educativi, culturali e formativi, anche mettendosi in rete con altre realtà scolastiche. 17

18 Correlato al riconoscimento di tali ampi spazi di autonomia appare il governo delle politiche scolastiche operato dalla Giunta provinciale che ha comportato tra l altro la definizione del quadro dell'offerta scolastica con il dimensionamento e la razionalizzazione del sistema, l'attribuzione della dirigenza scolastica, l'emanazione del regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche nonché per l'autonomia delle stesse. Tale regolamento di autonomia, in parte parallelo a quello statale, consente il coordinamento con altre competenze provinciali, al fine del riconoscimento delle peculiarità dell'ordinamento della Provincia e secondo una logica di attenzione all'assetto sociale, culturale, economico del territorio. Tale quadro normativo e applicativo provinciale si inserisce nelle recenti riforme - nuovo assetto delle competenze tra Stato e regioni a seguito della modifica del Titolo V della Costituzione e definizione delle norme generali sull istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni di cui alla legge 53 del con le quali va progressivamente coordinato, secondo gli spazi di autonomia consentiti dalle competenze esclusive e concorrenti della Provincia. 2.3 Protocollo d intesa MIUR - PAT Nell ambito di questo processo di riorganizzazione del servizio scolastico e in stretto collegamento con detti processi di riforma, il governo provinciale ha ritenuto opportuno avviare una fase di confronto con il governo nazionale che ha portato alla sottoscrizione con il Ministero dell Istruzione e della Ricerca Scientifica del protocollo del 2002, integrato nel 2003 con un duplice interesse: permettere al Trentino di avviare innovazioni sperimentali di trasformazione del sistema scolastico e formativo, diventare un laboratorio interessante e utile anche lo sviluppo del sistema. La commissione paritetica MIUR-PAT ha definito gli Indirizzi con i quali si consegnavano alle scuole le indicazioni per l attuazione delle sperimentazioni in applicazione del Protocollo. 18

19 La base del protocollo è rinvenibile nell articolo 11 del regolamento sull autonomia delle istituzioni scolastiche che dispone che possano essere attivati e riconosciuti progetti delle singole istituzioni scolastiche concernenti nuove iniziative degli ordinamenti degli studi e progetti volti ad esplorare possibili innovazioni. I punti salienti del protocollo e degli indirizzi attuativi riguardano la possibilità per le istituzioni scolastiche di operare sulla base di un tempo scuola annuale caratterizzato da più ampi spazi di flessibilità rispetto a quelli consentiti dalla normativa sull autonomia, di individuare nuovi modelli organizzativi del personale, di rafforzare il processo di ricerca curricolare, di consolidare il collegamento e l integrazione tra istruzione e formazione professionale anche al fine di supportare il passaggio degli alunni tra i diversi percorsi. E chiaro che questo strumento da solo non esaurisce l azione della Giunta Provinciale rispetto ad una riorganizzazione del comparto in esame. Esso rappresenta piuttosto un atto che individua il metodo di confronto fra istituzioni nazionali e provinciali che potrebbe continuare anche in futuro ed al contempo induce la Giunta Provinciale ad attivare nuove iniziative anche legislative per costruirsi un suo modello educativo e formativo che trova nei protocolli con il ministero degli atti di supporto e di ulteriore delega. Adesioni per l anno scolastico 2004/05 Alla data del 31 ottobre 2003 sono state registrate le adesioni al Protocollo come risulta dal seguente prospetto. Statale Paritaria N scuole % N scuole Adesioni % Adesioni 1 ciclo e ciclo 2 ciclo Totale

20 3. Il sistema scuola della PAT Quando si parla di un sistema complesso ed articolato è necessario in primo luogo porre l accento su tre aspetti fondanti che legano fra loro i diversi soggetti che compongono il sistema e danno ragione dell esistenza del sistema stesso: la mission gli obiettivi strategici il metodo di lavoro 3.1. La mission La mission del sistema educativo e formativo provinciale può essere cosi sintetizzata: Realizzare un sistema policentrico caratterizzato dalla condivisa interazione tra strutture formative pubbliche e paritarie, luoghi di socialità ed esperienze educative diffuse. Definire un sistema di istruzione, formazione ed orientamento adeguato alla complessità sociale, che veda al centro il giovane nei suoi bisogni. Garantire ad ogni persona che vive sul territorio provinciale: adeguati servizi all infanzia negli anni 0 6, un percorso formativo di almeno 12 anni, un offerta formativa adeguata alla costruzione di un progetto di vita personale nei valori, negli affetti, negli orizzonti professionali, nella cittadinanza. 3.2 Gli obiettivi strategici Creare le condizioni affinché ogni ragazzo sia stimolato e supportato a vivere nel mondo scolastico per 12 anni 20

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