IL DVR (documento di valutazione dei rischi) A cura di: Ing. Francesco De Matteis
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1 IL DVR (documento di valutazione dei rischi) A cura di: Ing. Francesco De Matteis Cosa si intende per rischio nei luoghi di lavoro? (Art.2 DLgs 81/08): probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alle loro combinazioni. Cosa si intende per valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro? (Art.2 DLgs 81/08): valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell'ambito dell'organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza. In particolare, oltre ai rischi classici (elettrico, affollamenti, ecc) occorre effettuare la specifica valutazione del rischio rumore, chimico, incendio, stress lavoro correlato. Per esempio, nel caso di prodotti chimici utilizzati per la pulizia è necessario dimostrare il livello di rischio cui il lavoratore è esposto in funzione del prodotto usato e della durata del tempo di esposizione. Il compito della valutazione dei rischi non è delegabile e spetta esclusivamente al Dirigente Scolastico il quale può e deve rivolgersi a personale qualificato per la sua redazione ma di cui ne resta responsabile. Per cui il Dirigente Scolastico=Datore di Lavoro è il soggetto che è tenuto a conoscere tutti i rischi presenti nell ambiente lavorativo. Il DVR deve essere redatto in forma scritta per tutti i rischi e deve contenere ai sensi dell art.18 comma 2 del TUS: a. una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l'attività lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa. La scelta dei criteri di redazione del documento è rimessa al datore di lavoro, che vi provvede con criteri di semplicità, brevità e comprensibilità, in modo da garantirne la completezza e l idoneità quale strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione. b. l'indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati; c. il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza; d. l'individuazione delle procedure per l'attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell'organizzazione aziendale che vi debbono 1
2 provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri; e. l'indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio; f. l'individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento. METODOLOGIA VALUTAZIONE RISCHI SUDDIVISIONE AREE RISCHIO Uffici, Laboratori, Depositi, Aule, Palestra, ecc ANALISI STORICA Infortuni Incidenti senza infortuni (guasti, rotture, corti circuito, ecc) CHECK LIST QUESTIONARI SOGGETTI ESPOSTI MISURE DA ADOTTARE 2
3 I soggetti della valutazione: Gli oggetti della valutazione: 3
4 Le modalità della valutazione: Classificazione dei rischi per i lavoratori: A) RISCHI PERLA SICUREZZA DOVUTI A: (Rischi di natura infortunistica ) Strutture Macchine Impianti Elettrici Sostanze pericolose Incendio -esplosioni B) C) RISCHI PERLA SALUTE DOVUTI A: (Rischi di natura igienico ambientale ) RISCHI ORGANIZZATIVI DOVUTI A: (Rischi di tipo cosiddetto trasversale ) Agenti Chimici Agenti Fisici Agenti Biologici Agenti cancerogeni Radiazioni Vibrazioni Rumore Videoterminali Movimentazione manuale carichi Condizioni igieniche -sanitarie Organizzazione del lavoro Fattori psicologici Fattori ergonomici Condizioni di lavoro difficili 4
5 In funzione del rischio specifico di ciascuna mansione è opportuno individuare le aree di rischio utilizzando il seguente schema: Macroarea Amministrativa 1 Attività Figure professionali 1. Istruzione, coordinamento, pianificazione e direzione 2. Segreteria 3. Attività contabile amministrativa Dirigenti, funzionari, impiegati, amministrazione, segreteria Attrezzature usate Sostanze usate 1. Attrezzature di ufficio 2. Videoterminali Nessuna Macroarea Didattica 2 Attività Figure professionali 1. Istruzione 2. Attività didattiche Docenti, studenti Attrezzature usate Sostanze usate 1. Attrezzature didattiche Nessuna Macroarea servizi 3 Attività Figure professionali 1. Manutenzione ordinaria 2. Attività di pulizia Operatore scolastico Attrezzature usate Possibili sostanze usate 1. Attrezzature per le pulizie 2. Piccole attrezzature ad alimentazione elettrica 3. Attrezzi manuali Acido muriatico Deodorante per ambienti Insetticida Detergente lavamani Detergente multiuso 5
6 Candeggina Detergente ammoniacale Macroarea laboratori 4 Attività Figure professionali 1. Attività di laboratorio 2. Attività tecniche Docenti, assistenti e tecnici di laboratorio Attrezzature usate Sostanze usate 1. Attrezzature da laboratorio 2. Videoterminali Sostanze da laboratorio: (acidi, basi, infiammabili, ecc) Lo schema di esposizione ai rischi in funzione delle mansioni è il seguente: mansione N. attrezzature utilizzate sostanze utilizzate rischi specifici (*) Dirigente scolastico Videoterminale, stampante, telefono, arredi da ufficio / affaticamento visivo problemi legati a postura non corretta elettrocuzione Dirigente servizio generale amministrativo Videoterminale, stampante, / fotocopiatrice, telefono, arredi da ufficio affaticamento visivo problemi legati a postura non corretta elettrocuzione Assistente tecnico amministrativo Videoterminale, stampante, / affaticamento visivo fotocopiatrice, telefono, problemi legati a postura non 6
7 Insegnante arredi da ufficio Arredi videoterminale; Sostanze stampante; chimiche da fotocopiatrice; laboratorio (se attrezzature di del caso) laboratorio (se del caso) corretta elettrocuzione elettrocuzione Insegnante tecnico professionale e/o Assistente tecnico laboratorio (lab. Scienza e Chimica/Microbi ologia, Fisica) attrezzature di laboratorio (vetreria, bilance, forni essiccatori, fornelli a gas ) recipienti con sostanze/preparati di laboratorio arredi di laboratorio (sedie, bancone, ) sostanze da laboratorio (se patologie irritative, dermatiti del caso): acidi, da contatto con sostanze irritanti basi, diluenti, esposizione a infiammabili, sostanze ecc. cancerogene, tossiche e nocive elettrocuzione Insegnante tecnico professionale e/o Assistente tecnico laboratorio (lab. Informatica) videoterminale, stampante, modem attrezzature d ufficio affaticamento visivo disturbi muscolo scheletrici per postura non corretta elettrocuzione Operatore scolastico (bidello) Strumenti di pulizia dei Prodotti per le lesioni locali (aspirapolveri, pulizie: saponi, all apparato lavapavimenti, ecc.); detersivi, etc. osteoarticolare da movimentazione sedili, tavoli e scrivanie manuale dei per aule/ufficio; scale materiali portatili; telefono; uso di sostanze fotocopiatrice. chimiche elettrocuzione TOTALE 7
8 Attribuzione valori al rischio residuo: Valore attribuito ALTO MEDIO TRASCURABIL E Interventi necessari Può essere necessario: Effettuare modifiche strutturali, Sostituire le attrezzature, Sottoporre i lavoratori a sorveglianza sanitaria, Effettuare la formazione, informazione e addestramento ai lavoratori, Adottare i DPI ecc Può essere necessario: Effettuare modifiche strutturali, Sostituire le attrezzature, Sottoporre i lavoratori a sorveglianza sanitaria, Effettuare la formazione, informazione e addestramento ai lavoratori, Adottare i DPI ecc Non occorre alcun intervento Il DVR non ha una scadenza prefissata ma va aggiornato ogni volta che cambiano i rischi (installazione di un laboratorio, realizzazione di nuove aule con incremento dell affollamento della popolazione scolastica, ecc) E consigliabile effettuare un aggiornamento annuale all inizio di ogni anno scolastico almeno per quanto attiene: La popolazione scolastica (numero e distribuzione) di: - Alunni, - Personale. L organigramma della sicurezza: - Datore di Lavoro, - RSPP, - ASPP, - addetti antincendio, - addetti al primo soccorso, - coordinatore dell evacuazione, - addetto alla compilazione del registro antincendio, - ecc. Infine, è bene ricordare la sentenza n del 28 gennaio 2008 della Cassazione Penale Sez. III che sancisce che una valutazione dei rischi non accurata o comunque non adeguata ed una insufficiente formazione dei lavoratori corrispondono ai fini sanzionatori ad una mancata valutazione e formazione dei lavoratori. 8
9 PROCEDURA RISCHI VALUTAZIONE RISCHI ELIMINAZIONE RISCHI FINE RIDUZIONE RISCHI RISCHIO RESIDUO DPI SEGNALETICA DPI (dispositivi di protezione individuali) Per dispositivo di protezione individuale (DPI) si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro. I DPI devono essere utilizzati per proteggere una parte del corpo quando questa è esposta ad un rischio che non può essere eliminato. Pertanto, l adozione di un DPI deve essere effettuato nel DVR. Per esempio i prodotti chimici utilizzati per i laboratori o per le pulizie, devono essere dotati di schede tecniche da fornire al personale per il loro addestramento all uso del prodotto stesso. Nelle schede vengono indicati dal produttore della sostanza chimica i DPI da usare. A questo punto è obbligatorio l uso dei DPI indicati nella scheda, altrimenti occorre utilizzare un prodotto diverso. Non sono dispositivi di protezione individuale: 9
10 a. gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati a proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore; b. le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio; c. le attrezzature di protezione individuale delle forze armate, delle forze di polizia e del personale del servizio per il mantenimento dell ordine pubblico; d. le attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto stradali; e. i materiali sportivi; f. i materiali per l autodifesa o per la dissuasione; g. gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattori nocivi. Individuazione delle parti del corpo esposte ad un rischio: 56 10
11 I DPI consigliati per alcune attività/locali scolastici: Attività/locale DPI per la protezione dal rischio chimico Note Camice in cotone Il comune camice da laboratorio non è da considerare un DPI, ma è comunque buona norma igienica che venga indossato. Guanti in PVC, nitrile o neoprene (resistenti a sostanze corrosive concentrate) Per la manipolazione di prodotti corrosivi. Laboratori di chimica biologia scienze Occhiali protettivi Per attività in cui vi sia rischio di schizzi. Mascherina a carboni attivi Per la manipolazione prolungata di prodotti organici volatili. I prodotti nocivi per inalazione e tossici devono essere manipolati sotto cappa. Mascherina a carboni attivi Per la manipolazione prolungata di prodotti organici volatili. In caso di dispersione di elevate quantità di prodotto lavorare in ambiente ventilato. Educazione tecnica e artistica Guanti resistenti a solventi Per la manipolazione di elevate quantità di solventi o prodotti contenenti solventi (per esempio, diluenti per vernici). Guanti in PVC, nitrile o neoprene (resistenti a sostanze corrosive concentrate) Per la manipolazione di prodotti corrosivi. Laboratorio di fotografia Occhiali protettivi Per la manipolazione di prodotti corrosivi e/o per attività in cui vi sia rischio di schizzi. Mascherina a carboni attivi Per la manipolazione prolungata di prodotti organici volatili. Segnaletica La segnaletica di sicurezza, come quella stradale, assume un significato in funzione della forma e del colore del cartello: 11
12 Colore/forma Rosso Divieto Materiale antincendio Giallo Verde Attenzione Avviso o pericolo Situazione di sicurezza Azzurro Prescrizione Informazioni istruzioni Colori di sicurezza (UNI P): 12
13 13
14 SEGNALI DI SALVATAGGIO Direzione di uscita di emergenza Uscita di emergenza Direzione da seguire Pronto soccorso Scala di emergenza SEGNALI ANTINCENDIO Allarme Estintore Estintore carrellato Idrante Naspo Il materiale della segnaletica (percorsi di evacuazione, uscita di emergenza, attrezzature antincendio, ecc) deve essere luminescente (visibilità in caso di fumo o al buio) ed ignifugo (resistenza in caso di incendio). Per le dimensioni si raccomanda di osservare la seguente formula: A>LxL/2000 ove A rappresenta la superficie del cartello espressa in mq ed L è la distanza, misurata in metri, alla quale il cartello deve essere ancora riconoscibile. La formula è applicabile fino ad una distanza di circa 50 metri. Esempio di calcolo: m mq cm L=10 -> A=0,05 ->23x23 L=20 -> A=0,20 ->45x45 L=30 -> A=0,45 ->67x67 L=40 -> A=0,80 ->90x90 L=50 -> A=1,25 ->112x112 Le dimensioni dei cartelli sono tali da permettere il riconoscimento ed il significato del segnale dalla distanza da cui viene visto. 14
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