REALIZZAZIONE BIBLIODRAMMA

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1 Associazione Italiana Bibliodramma Giornata esperienziale di conoscenza di sé e dell altro attraverso le storie bibliche. Con cosa sto riempiendo il Pozzo della mia vita? Cosa desidero? La storia di una donna (Samatirana) e di un giovane ricco, ci aiuteranno a guardare dentro il pozzo della nostra vita (anima) per riscoprire i desideri e le scelte che ci faranno danzare di gioia e riscoprire l amore verso noi stessi e gli altri. REALIZZAZIONE BIBLIODRAMMA Accoglienza: musica relax di sottofondo per creare clima di preghiera-ascolto-dialogo: ci si siede in cerchio. Breve presentazione sulla metodologia del bibliodramma Presentazione del gruppo con una foto (FOTOLINGUAGGIO), dicendo il nome e un desiderio che si ha in questo momento della vita. A volte ci arrivano anche desideri non espressi, non pensati, imprevisti rispetto alle nostre previsioni e aspettative. Per fare esperienza di questo abbiamo messo al centro del cerchio un POZZO (cestino con coperchio) colmo di oggetti vari. Si invita ciascuno a andare al pozzo e senza guardare pescare un oggetto. Poi una volta ritornato al posto ciascuno a turno esprimerà cosa tale oggetto gli suscita: emozioni, pensieri, ricordi, sempre inerenti al tema del desiderio. Si introduce la storia biblica della Samaritana, poi si legge la Parola e si fa una breve esegesi.

2 GV 4, 1-19: LA SAMARITANA Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni 2 - sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -, 3 lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. 4 Doveva perciò attraversare la Samaria. 5 Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6 qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. 7 Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». 8 I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. 9 Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. 10 Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11 Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? 12 Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». 13 Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; 14 ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». 15 «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16 Le disse: «Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». 17 Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; 18 infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19 Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. 20 I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21 Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. 22 Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. 24 Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». 25 Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». 26 Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo». 27 In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?». 28 La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: 29 «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». 30 Uscirono allora dalla città e andavano da lui. 31 Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32 Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33 E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?». 34 Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35 Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36 E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. 37 Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. 38 Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro». 39 Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». IMMAGINAZIONE FACILITATA: si invita ciascun partecipante a chiudere gli occhi, ascoltare il respiro e visualizzare di essere con Gesù al pozzo, Colui che ci conosce profondamente, che non ci giudica, che ci invita a esprimere ciò che desideriamo veramente. DRAMMATIZZAZIONE DEL TESTO. PERSONAGGI E LUOGO: 1. Samaritana 2. Brocca: sicurezze e quotidianità 3. Pozzo: contenitore di desideri e luogo di incontri e alleanze 4. Acqua viva 5. Gesù non parla se non attraverso le sole parole del vangelo

3 6. Discepoli 7. Monte dei patriarchi e della legge 8. Abitanti del villaggio 9. Un vecchio marito 10. Il marito attuale a) I partecipanti sono invitati a girare lentamente intorno alla scena simbolicamente simbolizzata sul pavimento, osservandoli, cogliendone le caratteristiche, immaginando cosa, ogni personaggio, possa provare in quella determinata situazione. E possibile inserire un personaggio inedito da identificare caratterizzare liberamente. b) Ogni partecipante è invitato a scegliere il personaggio che maggiormente risuona in lui; quello che lo emoziona maggiormente in quel momento (non quello che gli assomiglia); quello che ha qualcosa da dirgli c) Scelto il personaggio, ognuno si avvicina al corrispondente drappo colorato; chiude gli occhi, su indicazione del conduttore e diventa quel personaggio. d) Il Conduttore, avvicinandosi ad ognuno, domanda: Chi sei?; cosa senti in questo momento? e) Successivamente un partecipante per personaggio resta in scena per l inedita rappresentazione. Ognuno non recita il testo, ma da voce al personaggio che è in lui. Il personaggio Gesù esprime solo frasi, praticamente testuali. f) Intervista a chi sta rappresentando. Esempi: cosa percepisci in questa situazione? Cosa desideri in questo momento? Come vedi il tale? Il conduttore cerca di far emergere le emozioni ed i pensieri dei personaggi, espressi nella dinamica drammatizzata tra i ruoli e contro-ruoli presenti o attraverso l espressione di soliloqui. g) Successivamente dice ai partecipanti: Ora potete dire, fare o chiedere ciò che il vostro personaggio desidera esprimere. h) Se i personaggi, interpretati dai partecipanti, sono statici, esprimono molto poco, il conduttore può anche fare un doppio, dando voce alle emozioni e ai pensieri di singoli personaggi. (Una persona riesce ad essere doppio per un'altra grazie alla sua capacità di identificazione. Chi interpreta il personaggio, successivamente ai doppi espressi dagli altri e da lui accolti e meditati, avrà la possibilità di esprimere con maggior profondità ciò che sta vivendo interiormente, nei panni di quel personaggio). i) Anche il pubblico, quando il conduttore lo permette, può ora esprimere, come un riflesso di uno specchio, ciò che sente e vede dal punto di vista degli osservatori esterni. j) Il pubblico, può anche fare domande, rivolgendosi direttamente ai personaggi o esprimere un doppio ponendosi alle loro spalle. k) La dinamica termina nel momento in cui il conduttore invita tutti coloro che sono al centro della stanza, a togliere i panni dei personaggi, per tornare ad essere se stessi; disfando anche la costruzione della scena nello spazio utilizzato.

4 PARTE SECONDA: IL GIOVANE RICCO CAMMINATE PER RIPRENDERE IL CLIMA E L AFFIATTAMENTO DI GRUPPO: 1. Camminata dove mi sento triste, ciò che desidero non riesco a ottenerlo e raggiungerlo. 2. Camminata dove mi sento soddisfatto e felice perché ho realizzato ciò che desidero. 3. Camminata dove punto un obiettivo sul muro e faccio di tutto per raggiungerlo da solo. 4. Camminata a due dove ciscuno ha il proprio obiettivo (punto sul muro) e corro per raggiungerlo senza curarmi che ho per mano il mio compagno. 5. Camminata a due dove cerco di raggiungere un obiettivo (punto sul muro) assieme con il mio compagno accordandomi senza parlare. SOCIOMETRICAMENTE il conduttore evidenzia stati interiori e situazioni, collocando spazialmente sul pavimento quattro drappi (ciascuno rappresenta una diversa tipologia di bisogni-desideri) con al centro il POZZO: a) BISOGNI MATERIALI (BROCCA): lavoro, soldi, casa, oggetti, ecc. b) BISOGNI AFFETTIVI: amore, affetto, amicizia. c) BISOGNI DI AUTOAFFERMAZIONE: IO. Bisogno di conoscermi, di rafforzarmi, di volermi bene, di accettarmi, ecc. d) BISOGNI SPIRITUALI: preghiera, adorazione, sacramenti, esperienze mistiche, ecc. Dopo che ciascuno si è collocato vicino al proprio bisogno può dirlo semplicemente con una parola. 1. BREVE PRESENTAZIONE NARRATIVA DEL BRANO Dal Vangelo di Marco: Mc 10, Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?. Gesù gli disse: Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre Egli allora gli disse: Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza. Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi. Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. DRAMMATIZZAZIONE INDIVIDUALE. Il facilitatore si mette un telo per rappresentare Gesù e va da ciascun partecipante con uno sguardo d amore e di accoglienza e gli dice la seguente frase del testo: Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi. Ciascuno poi è libero di ascoltarsi e di agire di conseguenza: sedersi, abbracciare Gesù, prendergli la mano e seguirlo, ecc.

5 SOCIOMETRIA DEI DUE BRANI: Si predispongono tre due teli (uno è la Samaritana e uno il Giovane ricco) e si invita i partecipanti a collocarsi più vicino a l uno o all altro o in mezzo o lontano da entrambi. Per rappresentare dove si trova al momento rispetto alla scelta di dissetare il proprio bisogno e accogliere il dono dell Acqua viva o Amore di Gesù oppure di ritornare a casa triste, o di sentirsi ancora confuso, o che ci sta pensando, ecc. Domande stimolo: Il vostro desiderio iniziale di questa mattina è rimasto lo stesso o è cambiato dopo questo percorso esperienziale con la Parola? PREGHIERA di ringraziamento e libere preghiere di intercessione, facilitate dal conduttore. Il ringraziare e il Bene-dire: si conclude poi ogni incontro mettendosi in cerchio e prendendosi per mano nel seguente modo: mano destra sopra perché simboleggia la parte del fare, del dare, del razionale e la sinistra sotto perché simboleggia la parte del cuore che accoglie e ascolta. Partendo dal facilitatore/animatore/catechista premere leggermente la mano del compagno/a che sta alla destra ringraziandolo per un qualcosa emerso dall incontro (si può usare anche qui un immagine simbolica, una metafora, un emozione) e si prosegue a turno fino a chiudere il cerchio premendo tutti assieme entrambe le mani dei compagni e dicendo grazie. Si può altrimenti concludere con una preghiera come il Padre Nostro o l Ave Maria o l Angelo di Dio