Esposizione al Rumore. Normativa e documenti di riferimento. Istituto Superiore per la Prevenzione E la Sicurezza del Lavoro:
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1 Rev. 0 del 05/09/2011 Ravenna/Lugo/Faenza Aprile/Maggio 2015 Normativa e documenti di riferimento D.Lgs. 81/08: Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro UNI 9432:2011: Acustica Determinazione del livello di esposizione personale al rumore nell ambiente di lavoro Istituto Superiore per la Prevenzione E la Sicurezza del Lavoro: Metodologie e interventi tecnici per la riduzione del rumore negli ambienti di lavoro Istituto Superiore per la Prevenzione E la Sicurezza del Lavoro: Linee guida per la valutazione del rumore negli ambienti di lavoro (2005) UNI EN 458:2005: Protettori dell'udito -Raccomandazioni per la selezione, l'uso, la cura e la manutenzione -Documento guida 3 4
2 Titolo VIII - D.Lgs. 81/08 Agenti fisici Capo II Protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore 5 Gli effetti dell esposizione al rumore L ipoacusia, cioè la diminuzione fino alla perdita della capacità uditiva, è il danno da rumore meglio conosciuto e più studiato; tuttavia, il rumore agisce con meccanismo complesso anche su altri organi ed apparati (apparato cardiovascolare, endocrino, sistema nervoso centrale ed altri) mediante attivazione o inibizione di sistemi neuroregolatori centrali o periferici. Il rumore determina, inoltre, un effetto di mascheramento che disturba le comunicazioni verbali e la percezione di segnali acustici di sicurezza (con un aumento di probabilità degli infortuni sul lavoro), favorisce l insorgenza della fatica mentale, diminuisce l efficienza del rendimento lavorativo, 6 provoca turbe dell apprendimento ed interferenze sul sonno e sul riposo. In Italia l ipoacusia da rumore è la patologia professionale più frequentemente denunciata. L esposizione a rumori di elevata intensità e per lungo periodo di tempo provoca una serie di alterazioni a carico delle strutture neuro-sensoriali dell orecchio interno. L organo del Corti, nella coclea, è la sede principale in cui si realizzano i danni. Esso contiene due tipi di cellule ciliate: quelle interne e quelle esterne (rispettivamente indicate come IHC e OHC; vedi Figura 1 di seguito riportata). 7 8
3 Le cellule denominate IHC sono i veri e propri recettori acustici, mentre le cellule indicate come OHC agiscono come cellule motrici aumentando la sensibilità e la discriminazione del sistema acustico. Una gran parte dei danni acustici determinati dall esposizione al rumore è causata da un cattivo funzionamento dei suddetti meccanismi. L esposizione a rumore determina un danno a livello della sinapsi fra recettore e via nervosa afferente a livello delle IHC ed un danno alle OHC. Il danno alla sinapsi della via afferente può essere reversibile, mentre se nelle OHC si instaura la morte cellulare il danno diviene irreversibile. Inoltre, a livello delle sinapsi fra IHC e via afferente, i meccanismi riparativi non possono instaurarsi se l esposizione a rumore è continuativa. 9 Anche esposizioni di carattere impulsivo prolungate nel tempo possono comportare danni irreversibili. Tali lesioni irreversibili si manifestano con un innalzamento permanente della soglia uditiva. Il danno da rumore si manifesta tipicamente come ipoacusia percettiva bilaterale. Il rumore ad intensità più elevata (non inferiore a db secondo alcuni Autori) determina effetti anche sulla porzione vestibolare, con vertigini, nausea, disturbi dell equilibrio di solito reversibili dopo la cessazione dello stimolo sonoro. La capacità uditiva si valuta mediante l audiometria. Questa tecnica permette di misurare in decibel (db: unità di misura del rumore)la perdita dell udito. 10 L orecchio con udito normale ha come livello sonoro di soglia il valore zero, che indica l intensità minima di suono percepibile. La perdita uditiva, o ipoacusia, espressa in decibel esprime la differenza tra il livello sonoro minimo che l orecchio riesce a percepire e lo zero, considerato convenzionalmente standard. La soglia uditiva, e quindi anche la perdita uditiva, si valuta di solito alle frequenze di 250, 500, 1000, 2000, 3000, 4000, 6000, 8000 Hz. In un soggetto con udito normale, la curva che risulta dalla audiometria non si discosta eccessivamente dallo zero (comunque meno 25 db).ormai si tende generalmente ad accettare che il rumore provochi anche effetti extrauditivi, come evidenziato da numerosi studi. L apparato cardiovascolare sembra essere il più influenzato direttamente ed indirettamente dal rumore. Dall analisi della letteratura emerge che il rumore con intensità in genere superiore ad 85 db (A)* determina aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, delle resistenze vascolari periferiche, della concentrazione ematica ed urinaria di noradrenalina e, spesso, di adrenalina. (*) Ponderazione A 11 12
4 La Curva di Ponderazione A Il livello sonoro misurato da uno strumento con una risposta lineare, quale il fonometro, si correla male con la risposta soggettiva degli esseri umaniallo stesso rumore. Per porre rimedio a tale problematica, nei misuratori di livello sonoro (fonometri) è stata introdotta una ponderazione dei valori misurati in funzione della frequenza, in modo da avvicinarsi alla valutazione non lineare compiuta dagli esseri umani. 13 Curva di Ponderazione A 14 La Curva Audiometrica Esempi di livelli di pressione acustica in decibel e micropascal Frequenze del parlato La perdita dell udito da esposizione professionale al rumore ha sempre inizio alle alte frequenze (tra 3 e 5 KHz) per poi protrarsi nel tempo verso le frequenze più basse del parlato (tra 1 e 2 KHz). 15 N.B.: La pressione acustica raddoppia ad ogni aumento di 3 db del livello sonoro. 16
5 Definizioni a) pressione acustica di picco(ppeak): valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza "C"; b) livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): [db(a) riferito a 20 µpa]: valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di otto ore. Si riferisce a tutti i rumori sul lavoro, incluso il rumore impulsivo; c) livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,w): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana nominale di cinque giornate lavorative di otto ore. 17 Valori limite di esposizione e valori di azione I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a: a) valori limite di esposizione rispettivamente LEX = 87dB(A) e ppeak = 200 Pa (140 db(c) riferito a 20 µpa); b) valori superiori di azione: rispettivamente LEX = 85dB(A) e ppeak = 140 Pa (137 db(c) riferito a 20 µpa); c) valori inferiori di azione: rispettivamente LEX = 80dB(A) e ppeak = 112 Pa (135 db(c) riferito a 20 µpa). Laddove, a causa delle caratteristiche intrinseche della attività lavorativa l esposizione giornaliera al rumore vari 18 significativamente da una giornata di lavoro all altra, è possibile sostituire, ai fini dell applicazione dei valori limite di esposizione e dei valori di azione, il livello di esposizione giornaliera al rumore con il livello di esposizione settimanale a condizione che: a) il livello di esposizione settimanale al rumore, come dimostrato da un controllo idoneo, non ecceda il valore limite di esposizione di 87 db(a); b) siano adottate le adeguate misure per ridurre al minimo i rischi associati a tali attività. Nel caso di variabilità del livello di esposizione settimanale va considerato il livello settimanale massimo ricorrente. 19 Valutazione del rischio Il datore di lavoro valuta l esposizione dei lavoratori al rumore durante il lavoro prendendo in considerazione in particolare: a) il livello, il tipo e la durata dell esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a rumore impulsivo; b) i valori limite di esposizione e i valori di azione; c) tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore, con particolare riferimento alle donne in gravidanza e ai minori; d) per quanto possibile a livello tecnico, tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori derivanti da interazioni fra rumore e sostanze ototossiche connesse con l attività svolta e 20
6 fra rumore e vibrazioni; e) tutti gli effetti indiretti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni fra rumore e segnali di avvertimento o altri suoni che vanno osservati al fine di ridurre il rischio di infortuni; f) le informazioni sull emissione di rumore fornite dai costruttori dell attrezzatura di lavoro in conformità alle vigenti disposizioni in materia; g) l esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l emissione di rumore; h) il prolungamento del periodo di esposizione al rumore, oltre l orario di lavoro normale, in locali di cui è responsabile; i) le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle reperibili nella letteratura scientifica; l) la disponibilità di dispositivi di protezione dell udito con adeguate caratteristiche di attenuazione Misure di prevenzione e protezione Il datore di lavoro elimina i rischi alla fonte o li riduce al minimo mediante le seguenti misure: a) adozione di altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione al rumore; b) scelta di attrezzature di lavoro adeguate, tenuto conto del lavoro da svolgere, che emettano il minor rumore possibile, inclusa l eventualità di rendere disponibili ai lavoratori attrezzature di lavoro conformi ai requisiti di cui al Titolo III del D.Lgs. 81/08, il cui obiettivo o effetto è di limitare l esposizione al rumore; c) progettazione della struttura dei luoghi e dei posti di lavoro; 23 d) adeguata informazione e formazione sull uso corretto delle attrezzature di lavoro in modo da ridurre al minimo l esposizione al rumore dei lavoratori; e) adozione di misure tecniche per il contenimento: 1) del rumore trasmesso per via aerea, quali schermature, involucri o rivestimenti realizzati con materiali fonoassorbenti; 2) del rumore strutturale, quali sistemi di smorzamento o di isolamento; f) opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, del luogo di lavoro e dei sistemi sul posto di lavoro; g) riduzione del rumore mediante una migliore organizzazione del lavoro attraverso la limitazione della durata e dell intensità dell esposizione e l adozione di orari di lavoro 24
7 appropriati, con sufficienti periodi di riposo. Se, a seguito della valutazione dei rischi risulta che i valori superiori di azione sono superati, il datore di lavoro elabora ed applica un programma di misure tecniche e organizzative volte a ridurre l esposizione al rumore. I luoghi di lavoro dove i lavoratori possono essere esposti ad un rumore al di sopra dei valori superiori di azione sono indicati da appositi segnali. Dette aree sono inoltre delimitate e l accesso alle stesse è limitato, ove ciò sia tecnicamente possibile e giustificato dal rischio di esposizione. 25 Uso dei dispositivi di protezione individuali Il datore di lavoro, nei casi in cui i rischi derivanti dal rumore non possano essere evitati con le misure di prevenzione e protezione, fornisce i dispositivi di protezione individuali per l udito conformi alle disposizioni contenute nel Titolo III, capo II del D.Lgs. 81/08, e alle seguenti condizioni: a) nel caso in cui l esposizione al rumore superi i valori inferiori di azione, il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuale dell udito; b) nel caso in cui l esposizione al rumore sia pari o al di sopra dei valori superiori di azione, esige che i lavoratori utilizzino i dispositivi di protezione individuale dell udito; 26 c) sceglie dispositivi di protezione individuale dell udito che consentano di eliminare il rischio per l udito o di ridurlo al minimo, previa consultazione dei lavoratori o dei loro rappresentanti; d) verifica l efficacia dei dispositivi di protezione individuale dell udito. Fermo restando l obbligo del non superamento dei valori limite di esposizione se, nonostante l adozione delle misure prese in applicazione del presente capo, si individuano esposizioni superiori a detti valori, il datore di lavoro: a) adotta misure immediate per riportare l esposizione al di sotto dei valori limite di esposizione; 27 b) individua le cause dell esposizione eccessiva; c) modifica le misure di protezione e di prevenzione per evitare che la situazione si ripeta. Informazione e formazione dei lavoratori Il datore di lavoro garantisce che i lavoratori esposti a valori uguali o superiori ai valori inferiori di azione vengano informati e formati in relazione ai rischi provenienti dall esposizione al rumore. 28
8 Sorveglianza sanitaria Il datore di lavoro sottopone a sorveglianza sanitaria i lavoratori la cui esposizione al rumore ecceda i valori superiori di azione. La sorveglianza viene effettuata periodicamente, di norma una volta l annoo con periodicità diversa decisa dal medico competente, con adeguata motivazione riportata nel documento di valutazione dei rischi e resa nota ai rappresentanti per la sicurezza di lavoratori in funzione della valutazione del rischio. L organo di vigilanza, con provvedimento motivato, può disporre contenuti e periodicità della sorveglianza diversi rispetto a quelli forniti dal medico competente. 29 Utilizzo degli otoprotettori Come si indossano gli inserti auricolari. 1) Tirare l estremità superiore dell orecchio verso l alto e leggermente indietro; 2) inserire delicatamente l otoprotettore nel condotto uditivo; 3) terminare la pressione quando il dito tocca l orecchio. 30 Come si indossano gli archetti. Come si indossano le cuffie. 1)Afferrare le estremità larghe degli inserti ed indirizzare le punte nei canali uditivi; 2)tirare l estremità superiore dell orecchio verso l alto e leggermente indietro; 3) spingere gli inserti nei canali fino al perfetto inserimento. 31 1) Indossare la cuffia posizionando i cuscinetti in modo tale che coprano completamente le orecchie; 2) le coppe auricolari possono essere opportunamente spostate, così da ottenere un sicuro e comodo indossamento. Rimuovere, per quanto possibile, i capelli presenti tra i cuscinetti e la testa. Assicurarsi che i cuscinetti coprano saldamente le orecchie senza alcuna interferenza con i lacci di un respiratore o le stanghette degli occhiali, così da ottenere la massima protezione garantita dalla cuffia. 32
9 Quadro riassuntivo degli obblighi di legge Livello di protezione degli otoprotettori Al fine della valutazione dell efficienza degli otoprotettori utilizzati dai lavoratori devono essere utilizzate le indicazioni dettate dalla Norma UNI EN 458:2005 di seguito esposte. Dove: LeqI = Leq [in db(a)] (SNR 7) [metodo SNR corretto come indicato nelle linee guida dell ISPESL] Ausilia s.n.c. Piazza Baracca, Ravenna Tel.: Fax: info@ausilia.pro C.F./P.IVA:
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