La lettura come processo di decodifica. Di Giacomo Dallari

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1 La lettura come processo di decodifica. Di Giacomo Dallari Leggere significa attivare dei meccanismi molto complessi che richiedono l intervento di una serie di abilità e di processi articolati e cooperativi. Inoltre leggere significa comprendere, cioè attivare quelle capacità di rappresentarsi mentalmente il contenuto di ciò che si sta leggendo. Esistono quindi due processi che si presentano fra loro collegati: un processo di decodifica ed uno di comprensione. È importante dunque riconoscere i segni ortografici, cioè i grafemi, convertire i grafemi in suoni, cioè in fonemi, ricomporre i singoli suoni in parole e in frasi e comprenderne il significato. Per quanto riguarda il processo di decodifica si parla di lettura strumentale cioè, appunto, di quella capacità di riconoscere e nominare correttamente e con un adeguata velocità le parole che compongono un testo. Sono proprio le difficoltà che incontra un soggetto dislessico che ci mostrano come siano importanti le fasi che ci permettono di giungere in modo adeguato e scorrevole al processo di decodifica. La dislessia, infatti, è un disturbo specifico dell apprendimento che si manifesta con una difficoltà a riconoscere, discriminare e nominare correttamente i suoni alfabetici che compongono le parole, a procedere con un analisi sequenziale dei suoni e a orientarsi adeguatamente sul rigo da leggere. Ad un livello strettamente evolutivo è dunque indispensabile capire le fasi e i prerequisiti che, se adeguatamente sviluppati ed organizzati, consentono un corretto apprendimento della lettura. Nel corso degli anni sono emerse numerose teorie circa tale processo. L approccio alla letto-scrittura delle due ricercatrici argentine Emilia Ferreiro e Ana Teberosky si basa su una sorta di percorso di scoperta che il bambino compie attraverso determinate fasi che, partendo da una prima distinzione tra lo scarabocchio come rappresentazione grafica o tentativo di scrittura, arriva all associazione tra fonema e grafema e a riconoscere la corrispondenza fra suono e segno alfabetico scritto. Secondo queste studiose il processo si articola in quattro fasi:

2 - Fase presillabica: in questa fase manca qualsiasi corrispondenza fra ciò che è scritto e l enunciato verbale e non c è una differenziazione fra grafismo, inteso come disegno, e grafismo inteso come scrittura. Il bambino scopre in modo graduale che non c è una corrispondenza fra i segni grafici e l oggetto che essi denominano, cioè che i segni grafici non riproducono l oggetto, ma stanno al posto di esso. Il bambino, inoltre, comincia a riconoscere la linearità come tratto distintivo della scrittura rispetto al disegno, inoltre inizia ad interrogarsi sulle variazioni visive interne al sistema della lingua scritta e cerca modalità per differenziare parole che indicano oggetti diversi. - Fase sillabica: in questa fase il bambino compie tentativi per trovare una corrispondenza fra l emissione orale della parola e la lingua scritta. Spesso in questa fase il bambino associa un grafema ad ogni sillaba della parola ( FFL al posto di FARFALLA; OIA al posto di FORMICA). - Fase sillabico alfabetica: il bambino procede nel suo percorso di perfezionamento e di accomodamento ed inizia a produrre forme di scrittura mista in cui il valore assegnato ad ogni grafema non è ancora stabile ma è, via via, sempre più raffinato ( MTITA al posto di MATITA; MAESA al posto di MAESTRA). - Fase alfabetica: in questa ultima fase viene raggiunta la corrispondenza tra i singoli fonemi della lingua parlata e i singoli grafemi della lingua scritta, il bambino arriva a capire che esiste un unità sonora e grafica più piccola rispetto alla sillaba, cioè il grafema. In questa fase non è ancora necessario che i grafemi corrispondano precisamente ai fonemi che rappresentano, secondo le autrici ciò che conta per il bambino è l aver compreso il meccanismo e il processo. Di notevole importanza sono stati gli studi in ambito neuropsicologico condotti alla fine degli anni Settanta, in particolare con pazienti che hanno mostrato problemi di decodifica in seguito ad un fatto traumatico. Questi studi hanno dato origine ad un modello di lettura chiamato modello a due vie (Coltheart, 1978; 1981 Sartori, 1984). Secondo questo modello le parole possono essere lette attraverso una via lessicale, che conduce al riconoscimento della parola confrontando le sue caratteristiche con la sua rappresentazione lessicale, ed

3 una via fonologica, che porta al riconoscimento della parola scomponendola nei singoli grafemi e ricomponendola, successivamente, in una sequenza di fonemi. La via lessicale è ulteriormente divisa in due parti: una via lessicale semantica ed una via lessicale non semantica. Nel primo caso, via lessicale semantica, si giunge, oltre che all aspetto fonologico della parola, anche al suo significato attraverso: 1. il riconoscimento dei grafemi che compongono la parola (lessico visivo di entrata), 2. il recupero del suo significato (sistema cognitivo semantico) 3. il recupero del suono associato alla parola (lessico fonologico in uscita). Nel secondo caso, invece, si giunge direttamente al riconoscimento fonologico della parola attraverso il riconoscimento dei grafemi, senza passare dal recupero del suo significato, perciò è detta via lessicale non semantica. La seconda via, quella fonologica, considera il processo di lettura come un processo di recupero di ogni singolo fonema associato al rispettivo grafema. Nel 1985 Uta Frith ha proposto un modello stadiale del processo di apprendimento della lettura e della scrittura composto da quattro differenti stadi, posti gerarchicamente fra di loro, cioè singolarmente indispensabili per il successivo passaggio. Questi stadi, caratterizzati da una parte dal consolidamento e dall automatizzazione dei processi precedentemente appresi, dall altra dall acquisizione di nuove procedure, accompagnano il bambino dalla totale ignoranza dei rapporti fra lingua parlata e lingua scritta fino all automatizzazione dei processi di lettura. - Stadio logografico: caratteristico dell età prescolare in cui il bambino, riconoscendo degli elementi o delle lettere che ha interiorizzato, arriva a leggere parole in modo globale, senza conoscere né le regole ortografiche né quelle lessicali delle parole. - Stadio alfabetico: grazie al processo di scolarizzazione il bambino impara a discriminare le lettere e, utilizzando la via fonologica, arriva a segmentare e a leggere parole che non conosce. Riconosce gli elementi costitutivi delle parole, cioè i fonemi e acquista una maggiore consapevolezza fonologica. Questo tipo di lettura, anche se ancora immaturo, utilizza il principio della conversione grafema fonema.

4 - Stadio ortografico: in questa fase il meccanismo di conversione grafema fonema si fa più complesso ed articolato e il bambino impara che esistono delle regole fisse che stanno alla base di tale meccanismo. Il bambino diviene capace di leggere suoni più complessi, come le sillabe, e ciò rende la lettura più veloce e scorrevole e apre la strada verso l ultimo stadio. - Stadio lessicale: in questa fase il processo di lettura si fa automatico, cioè il bambino arriva a riconoscere in modo diretto le parole senza utilizzare la strategia della conversione grafema fonema, cioè senza recuperare ogni volta il fonema corretto associato ad ogni grafema, e potendo attingere da un magazzino lessicale appreso nel corso degli anni precedenti. Il bambino quindi controlla in modo ottimale l attività della lettura che è diventata automatica e veloce, pur rimanendo in grado di attivare le modalità di lettura precedenti (recupero del fonema associato ad ogni grafema) che utilizza di fronte a parole nuove, di cui non conosce il significato o di fronte a parole senza senso. Nella fase logografica è particolarmente importante procedere ad un analisi visiva dello stimolo. Tale capacità, cognitivamente parlando, rappresenta una sorta di primo accesso alla differenziazione, all analisi e all identificazione dei grafemi in base alle caratteristiche fisiche. A partire dagli anni Ottanta si è sempre più posta l attenzione sull aspetto della codifica fonologica del linguaggio. Attualmente una delle componenti maggiormente studiate del processo di lettura è la capacità di sintesi fonemica, cioè la capacità di ritenere, utilizzando la memoria fonologica, una serie di fonemi o sillabe fino alla loro completa fusione per ottenerne una parola. In sostanza, secondo il modello di Uta Frith, la modalità di lettura tramite la via fonologica è garantita dalla completa acquisizione delle prime tre fasi del processo (logografico alfabetico ortografico), mentre il raggiungimento della quarta ed ultima fase (lessicale) consente al bambino di utilizzare correttamente ed efficacemente la via lessicale e di leggere parole conosciute senza operare ogni volta la conversione grafema fonema. Indipendentemente dalle diverse teorie sul processo di apprendimento della letto scrittura è importante comprendere che alla base di tale processo stanno dei requisiti principali che, se ben attivati ed organizzati, garantiscono un

5 positivo e normale approccio alla lettura e alla scrittura. Tra queste abilità e competenze di base vi è indubbiamente la necessità di muoversi su un livello cognitivo nella norma, aver sviluppato un adeguata capacità linguistica, possedere capacità sensoriali integre, soprattutto a livello visivo e uditivo. Sono inoltre indispensabili un adeguato sviluppo psicomotorio e percettivo, una buona capacità di memorizzazione e un adeguato sviluppo emotivo ed affettivo e, in ultimo, ma non per importanza, possedere un adeguato patrimonio di esperienze fatto di continui stimoli ambientali e culturali che possono condurre ad un buon livello di motivazione all apprendimento.

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