Progetto di solidarietà sociale AFFIDAMENTO FAMILIARE: UNA FAMIGLIA PER OGNI BAMBINO

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1 Progetto di solidarietà sociale AFFIDAMENTO FAMILIARE: UNA FAMIGLIA PER OGNI BAMBINO Ente proponente: Associazione Rimettere le Ali ONLUS Via di Prenestina Roma Indirizzato all attenzione di: Autostrade per l Italia spa welfare@autostrade.it Associazione Rimettere le Ali ONLUS Sede Legale: Via Prenestina Roma Cod. Fisc P.Iva Tel. e Fax Mail: rimetterelealionlus@gmail.com rimetterelealionlus@pec.it

2 AFFIDAMENTO FAMILIARE: UNA FAMIGLIA PER OGNI BAMBINO PREMESSA: IL BISOGNO L istituzione della famiglia si trova oggi in una condizione di grave difficoltà, dovuta ad un insieme di fattori quali l aumento della povertà, l esponente crescita delle famiglie monogenitoriali con a capo una madre sola (circa il 78,8% delle famiglie monogenitoriali totali, dove quindi va a pesare una peggiore posizione contrattuale e salariale delle donne nel mercato del lavoro) e l elevato numero di minori in condizioni di sostegno educativo non sufficiente. Secondo il Dossier Famiglia 2011 pubblicato dall Assessorato alla Famiglia, Educazione e Giovani del Comune di Roma Capitale, l incidenza della povertà a Roma è pari al 13,8% della popolazione e al crescere del numero dei componenti della famiglia l incidenza della povertà sale in modo esponenziale. Altro dato importante è la crescita delle famiglie monogenitoriali, che sono il 16,6% di tutte le famiglie residenti; sui territori interessati al progetto le famiglie monogenitoriali rappresentano il 22% di tutte le famiglie monogenitoriali residenti a Roma. I territori del V, VI e VII Municipio del Comune di Roma inoltre presentano uno dei più alti tassi di famiglie straniere residenti, provenienti per lo più dall'egitto, dal Marocco, dalle Filippine e dal Bangladesh; a questi va aggiunta una forte presenza di famiglie nomadi e di famiglie di immigrati clandestini 1. Questo dato va a incidere non solo sulla qualità delle possibilità educative e formative che la famiglia può offrire ai minori ma, nei casi più devianti (malattie mentali, tossicodipendenza, detenzione di uno o di entrambi i genitori, ecc..) può portare a fenomeni di forte disagio sociale minorile, quali l incuria, la fuoriuscita dal sistema scolastico, la disoccupazione giovanile, l aumento delle dipendenze e, in alcuni casi, l allontanamento del minore dalla propria famiglia d origine 2. Il quadro che ne emerge è quello quindi di una famiglia in difficoltà, non sempre in grado di assicurare il mantenimento, l educazione, l istruzione e le indispensabili relazioni affettive del minore. Alcune di queste problematiche portano le famiglie ad una condizione di fragilità, soprattutto nei confronti dei figli, a cui bisogna rispondere attraverso politiche familiari nuove, integrate e sostenibili, che prevedano il coinvolgimento attivo e l autorganizzazione delle famiglie stesse per assicurare a ciascun bambino la possibilità di sperimentare l accoglienza, l affetto e la cura di una famiglia. L AFFIDAMENTO FAMILIARE COME RISPOSTA INNOVATIVA AL PROBLEMA Dal punto di vista legislativo, la legge italiana 28 marzo 2001, n. 149 stabilisce che il minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo è affidato ad una famiglia, preferibilmente con figli minori, o ad una persona singola, in grado di assicurargli il mantenimento, l educazione, l istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno. 1 2 Malizia G., Mion R. et alii, Il minore alato. Bisogni formativi degli adolescenti dei Municipi Roma 6 e 7: vecchie e nuove povertà, Franco Angeli, L indagine Bambine e bambini temporaneamente fuori dalla famiglia d origine. Affidamenti familiari e collocamenti in comunità al 31 Dicembre 2010 realizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, individua, tra i motivi che determinano l allontanamento dei minori dalla propria famiglia d origine: - inadeguatezza genitoriale (37%) - dipendenza dei genitori (9%) - problemi relazionali tra genitori (8%) - maltrattamenti e incuria (7%) - problemi sanitari dei genitori (6%)

3 Le ultime rilevazioni 3 hanno individuato che attualmente in Italia vivono fuori della propria famiglia d origine più di bambini e ragazzi tra gli 0 e i 17 anni, più della metà dei quali (quasi ) vivono in comunità residenziali. I dati segnalano che risulta in gran parte inattuato il principio sancito dal legislatore, e ciò appare ancora più preoccupante in relazione all età dei minori : il numero di bambini compresi nella fascia di età da zero a due anni o quella dei ragazzi a ridosso della maggiore età, tra i 15 e i 17 anni affidati alle strutture è particolarmente elevato rispetto alle altre fasce anagrafiche. Nella Regione Lazio sono i bambini ed i ragazzi collocati all esterno della cerchia familiare e parentale, e di questi minori 2 su 3 sono ancora collocati in comunità residenziali. L associazione Rimettere le Ali Onlus lavora dal 2011 per la promozione dell accoglienza, dell educazione, della formazione e dell inserimento nella società di giovani e famiglie che versano in stato di disagio ed emarginazione e crede fortemente nell importanza della famiglia per un sano sviluppo psicofisico del minore. Pertanto lavora alacremente per offrire ad ogni minore che viene allontanato dalla sua famiglia d origine, la possibilità di essere inserito in una famiglia del suo territorio adeguatamente formata e sostenuta, per il s tempo necessario al recupero della situazione che ha prodotto l allontanamento. Con questo Progetto l Associazione Rimettere Le ali Onlus intende potenziare l attività svolta a favore dei minori e delle famiglie in difficoltà, promuovendo politiche minorili e familiari che portino ad un auspicabile aumento del ricorso all affidamento familiare rispetto all inserimento del minori in comunità. OBIETTIVI PROGETTUALI L obiettivo generale del progetto, è quello di promuovere e sviluppare l Istituto dell Affidamento Familiare nel Comune di Roma Capitale, attraverso il protagonismo e l auto-organizzazione delle famiglie, in un ottica di sussidiarietà con le istituzioni sociali e pubbliche del territorio. Obiettivi specifici: I. Aumento del numero delle famiglie disponibili all affidamento familiare, attraverso azioni di sensibilizzazione, informazione e formazione delle famiglie del territorio. II. III. Crescita psico-pedagogica ed empowerment delle famiglie affidatarie durante tutta l esperienza dell affidamento familiare. Consolidamento motivazionale e operativo degli stakeholder dell affidamento familiare. BENEFICIARI DELL INTERVENTO 350 famiglie del territorio della periferia Est di Roma Capitale che saranno sensibilizzate ed informate rispetto all affidamento familiare di cui: 50 famiglie disponibili all affidamento familiare o che già accolgono minori in affido, che parteciperanno attivamente al progetto attraverso attività di formazione, di sostegno e di accoglienza di minori in difficoltà. 40 minori in difficoltà che saranno accolti e sostenuti da famiglie affidatarie del territorio. 20 operatori sociali pubblici di tre municipi di Roma Capitale che saranno sensibilizzati e sostenuti ad avviare progetti di affidamento familiare. L intera comunità territoriali che sarà oggetto di una campagna di sensibilizzazione sull affidamento e sulla solidarietà familiare (1500\2.000 persone). 3 Bambine e bambini temporaneamente fuori dalla famiglia d origine. Affidamenti familiari e collocamenti in comunità al 31 Dicembre 2010 realizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

4 ATTIVITÀ Il progetto si svolgerà secondo le seguenti azioni e metodologie: Obiettivo I: Aumento del numero delle famiglie disponibili all affidamento familiare attraverso azioni di sensibilizzazione informazione, formazione delle famiglie del territorio Per raggiungere l obiettivo I saranno organizzate azioni per individuare e coinvolgere le famiglie ed i singoli a cui proporre percorsi di affidamento familiare. In particolare: Att. 1.1 Organizzazione di attività di sensibilizzazione presso scuole, associazioni e luoghi di ritrovo per le famiglie sul territorio. L attività di sensibilizzazione sarà svolta da un gruppo di coordinamento, composto da una pedagogista esperta di lavoro di comunità e 4\5 famiglie del territorio che si incontrerà a cadenza quindicinale per programmare e realizzare le attività. Gli incontri si svolgeranno presso le sedi delle realtà contattate, per coinvolgere e sensibilizzare nuove famiglie all affidamento familiare (7/8 incontri di sensibilizzazione l anno); Att. 1.2 Organizzazione di incontri informativi diretti a tutti coloro che vogliano maggiori informazioni sull affidamento familiare. Gli incontri informativi si realizzeranno presso la sede dell Associazione o presso la sede dei municipi coinvolti. Saranno condotti da una pedagogista e da una assistente sociale del municipio, con il coinvolgimento di personale specializzato sull Affidamento Familiare (famiglie affidatarie, educatori, esperti, ecc ) (5/6 incontri Informativi l anno); Att. 1.3 Organizzazione di un percorso di formazione intensiva per famiglie interessate ad intraprendere percorsi di affidamento familiare. Il percorso formativo consiste in 5 incontri condotti da un team integrato di professionisti (uno psicoterapeuta formatore, una pedagogista, un assistente sociale del Municipio e una famiglia affidataria tutor). Il corso è condotto con una metodologia teorico esperienziale ormai consolidata negli anni e coinvolge circa 8\10 nuclei familiari. Obiettivo II: Crescita psico-pedagogica ed empowerment delle famiglie affidatarie durante tutta l esperienza dell affidamento Per accompagnare e sostenere adeguatamente le famiglie che si aprono all affidamento familiare saranno organizzate durante tutto il percorso dell affido le seguenti attività 4 : Att. 2.1 Elaborazione e monitoraggio del progetto di sostegno psicopedagogico per ciascuna famiglia affidataria coinvolta. Il Progetto di sostegno verrà elaborato all inizio di ciascun affido da un equipe di professionisti (1 pedagogista, 1 assistente sociale, 1 psicoterapeuta) e sarà condiviso 4 La ricerca Il Processo di crescita della famiglia affidatari pubblicata in M. Toso, A. Farina, Famiglie Affidatarie e welfare society, Edizioni LAS, Roma 2008, individua un forte legame tra l aumento delle capacità genitoriali e l andamento positivo del percorso di affidamento familiare. Coloro che non ricevono un sostegno genitoriale durante il percorso dell Affidamento familiare si sentono meno capaci nella cura fisica ed emotiva del minore, nella cura delle sue esigenze educative e relazionali, nella gestione delle proprie risorse interne. Coloro che invece ricevono un sostegno psicopedagogico riportano di ritenersi molto soddisfatti del sostegno ricevuto, sia quello di gruppo (97%) che quello individuale (88%). Pagg

5 con la famiglia e con il Servizio Sociale di riferimento. Il progetto verrà monitorato mensilmente dall equipe di professionisti. Att. 2.2 Avvio di colloqui di sostegno psicopedagogico individuale per ciascuna coppia\famiglia. Se necessario, all interno dei colloqui di sostegno saranno coinvolti anche i figli naturali della coppia affidataria. Il sostegno psicopedagogico verrà condotto da uno psicoterapeuta esperto di affidamento familiare e avrà cadenza quindicinale per ciascun nucleo familiare coinvolto nel progetto. Att. 2.3 Avvio di un gruppo di sostegno per le famiglie affidatarie, per condividere riflessioni, emozioni ed esperienze vissute. Il gruppo sarà composto da 8\10 famiglie, avrà cadenza mensile e sarà condotto da uno psicologo psicoterapeuta esperto di affidamento familiare. Att. 2.4 Avvio di attività di auto-mutuo aiuto tra famiglie, per consentire la suddivisione del carico educativo, organizzativo ed emotivo di un affido, prevenendo situazioni di fallimento ed abbandono del minore da parte delle Famiglie Affidatarie. Att. 2.5 Realizzazione di incontri di formazione permanente per famiglie affidatarie. La formazione permanente è finalizzata all acquisizione e al consolidamento di maggiori competenze genitoriali rispetto ai minori accolti. E organizzata per tutte le famiglie coinvolte nel progetto, è condotta da operatori esperti (psicoterapeuti, avvocati, giudici minorili, ecc..) e coinvolge, in una sorta di peer education anche tutti gli operatori dell Associazione (1 incontro l anno). Obiettivo III: Consolidamento operativo e motivazionale degli stakeholder dell affidamento familiare Per promuovere un reale aumento del numero degli affidi nella città di Roma Capitale, occorre prevedere azioni di forte integrazione e sinergia tra diversi servizi pubblici e privati e il coinvolgimento dell intera comunità locale, attraverso: Att. 3.1 Costituzione di Tavoli interistituzionali con i municipi del quadrante Est della città di Roma, per facilitare la segnalazione di minori, l abbinamento tra minori e famiglie (sulla base delle anamnesi, della conoscenza delle singole situazioni e delle caratteristiche delle famiglie affidatarie), e il monitoraggio di ogni singolo affido. Al tavolo parteciperanno esponenti dei municipi, delle Asl di riferimento, uno psicologo psicoterapeuta e un assistente sociale dell Associazione; Att. 3.2 Avvio consulenze specifiche sui progetti di affidamento familiare per famiglie, servizi pubblici e privati che ne facciano richiesta sostenendoli nel proprio ruolo; Att. 3.3 Partecipazione ai tavoli di co-progettazione territoriale sul tema dell affido, insieme a Enti locali, Asl ed altre associazioni che si occupano del tema per Potenziare una rete territoriale di attenzione ai minori ed alla famiglia sia tra le Istituzioni pubbliche e private, sia coinvolgendo attivamente la comunità locale. N.B. Tutti gli operatori e le famiglie coinvolte lavoreranno in equipe integrate, che coinvolgono più professionalità, e parteciperanno ad incontri mensili di supervisione condotti dal Prof. Giancarlo Cursi, dell Università Pontificia Salesiana.

6 CONSIDERAZIONI SULLA SOSTENIBILITÀ E SULLA FATTIBILITÀ DEL PROGETTO Il progetto presentato ha durata annuale e rappresenta una progettualità ragionata insieme ad altri stakeholders pubblici e privati; finito il periodo di sperimentazione e potenziamento del progetto per cui si richiede un contributo, si prevede che: - Una volta terminato il Progetto, il Municipio V di Roma Capitale, inserirà il Progetto all interno del Piano Regolatore Sociale Municipale, aumentando la quota di finanziamento, in modo tale da costituire le fondamenta per la sostenibilità dello stesso nel tempo. - I Salesiani del Borgo Ragazzi Don Bosco, con i quali si è attivata da anni una stretta sinergia e collaborazione, proseguiranno anche in futuro a mettere a disposizione dell associazione tutti gli ambienti necessari per lo svolgimento delle attività, sollevando il progetto da ulteriori costi. - Per quanto riguarda le risorse umane necessarie al progetto, l associazione è fin dalla sua costituzione, appoggiata e sostenuta da una rete di solidarietà che coinvolge circa 100 volontari e 20 tirocinanti, e potenziato grazie all impegno ed alla costanza delle famiglie che fanno parte dell Associazione. AMBITO TERRITORIALE IN CUI IL PROGETTO VERRÀ SVILUPPATO Il progetto si svolgerà sull attuale territorio dei Municipi V, VI, VII, del Comune di Roma, alcuni dei quali sono considerati dal Ministero degli Interni come zone a rischio, in quanto trattasi di territori particolarmente segnati da problemi connessi a dispersione scolastica, disoccupazione giovanile, e di lunga durata, lavoro sommerso, immigrazione, oltre che da un alto tasso di devianza e microcriminalità minorile. PIANIFICAZIONE DEI TEMPI PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO inizio 01 /01 /2015 termine 31/12/2015 CHI PRESENTA IL PROGETTO L associazione Rimettere le Ali Onlus lavora dal 2011 in stretta integrazione con i Salesiani del Borgo Ragazzi don Bosco per la promozione dell accoglienza, dell educazione, della formazione e dell inserimento nella società di giovani e famiglie che versino in stato di disagio ed emarginazione. Dal 2011 cura l accoglienza, l ascolto e l accompagnamento di minori italiani e stranieri in situazione di disagio e di emarginazione e/o sottoposti a misure penali alternative al carcere, stranieri di prima e seconda generazione; minori stranieri non accompagnati; minori appartenenti a minoranze etniche, minori richiedenti asilo politico e minori istituzionalizzati. Per essi vengono redatti progetti educativi personalizzati orientati all offerta di un sostegno perché crescano come cittadini attivi, attraverso percorsi di inclusione e responsabilizzazione civile. Dal 2012 ha cominciato a offrire percorsi formativi per tutti coloro che sono a contatto con gli adolescenti in difficoltà: educatori, volontari, animatori e genitori. In particolare per questi ultimi organizza attraverso la collaborazione con psicoterapeuti esperti: Percorsi di ascolto e consulenza psico-pedagogica per genitori e figli adolescenti Incontri formativi per famiglie Incontri di sostegno alla genitorialità Cammini di formazione e sostegno per famiglie solidali e affidatarie.

7 La mission dell Associazione Rimettere le Ali ONLUS Accogliere, chiunque abbia bisogno di un supporto educativo, al di là del proprio credo, della situazione economica, o della cultura d appartenenza; Credere che ogni singolo ragazzo sia portatore di potenzialità peculiari e uniche rispetto a qualunque altro; Progettare un percorso educativo e formativo ad hoc per ogni ragazzo, al di fuori di ogni format educativo massificato, creando un armonia tra gli strumenti educativi. Co-responsabilizzare alla presa in carico dei minori in difficoltà il contesto territoriale in cui l Associazione opera, attraverso percorsi di sensibilizzazione, formazione e sostegno di animatori, educatori, famiglie, aziende e istituzioni. CRONOPROGRAMMA Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug 15 Ago Sett Ott Nov Dic Attività 1.1 X X X X X X X X Attività 1.2 X X X X X X Attività 1.3 X X Attività 2.1 X X X X X X X X X X Attività 2.2 X X X X X X X X X X Attività 2.3 X X X X X X X X X X Attività 2.4 X X X X X X X X X X Attività 2.5 X Attività 3.1 X X X X X X X X X X Attività 3.2 X X X X X Attività 3.3 X X X Supervisione X X X X X X X X X X monitoraggio Il Presidente Dott. Alessandro Iannini

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