La pensione come bene di merito. Miopia dei giovani nei confronti dei bisogni futuri LA SPESA PENSIONISTICA CHE FUNZIONE HA LA PENSIONE?
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1 LA SPESA PENSIONISTICA LE PENSIONI Riguarda programmi di assicurazione obbligatoria Finanziati con contributi sociali Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, CHE FUNZIONE HA LA PENSIONE? Fornisce una copertura al rischio sociale di carenza di risorse economiche nella parte finale della vita TIPI DI PENSIONI Vecchiaia Anzianità Invalidità Superstiti Pensione sociale Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, RAGIONI DELL INTERVENTO PUBBLICO Fallimento del mercato nell assicurare il rischio della perdita del potere di acquisto del risparmio Esternalità negativa Bene di merito La pensione come bene di merito Miopia dei giovani nei confronti dei bisogni futuri Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
2 Sistemi pensionistici Capitalizzazione Capitalizzazione Ripartizione I contributi di oggi pagano la mia pensione di domani (regime privato o pubblico) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Ripartizione Sistema a ripartizione e patto intergenerazionale I contributi di oggi pagano le pensioni degli anziani di oggi (regime prevalentemente pubblico) Lo stato si pone come garante di un patto: se oggi contribuisco al pagamento delle pensioni di oggi, domani la prossima generazione si impegnerà a pagare la mia pensione. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Modello a generazioni sovrapposte La società è composta da due generazioni di soggetti: giovani e vecchi. Ogni generazione vive due periodi: nel primo periodo lavora e guadagna, nel secondo è in pensione. Modello a generazioni sovrapposte G t generazione t-esima che inizia la vita nell anno t N t numero dei membri della generazione che inizia nel periodo t. n tasso di crescita del numero dei membri di generazioni successive w t salario della G t nell anno t. s aliquota dei contributi sociali r tasso di interesse P è la pensione pro-capite Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
3 t-1 t t+1 t+2 G t-1 (N t-1 ) Giovani N t+1 (1+n) N t G t-1 (N t-1 ) Vecchi G t (N t ) Giovani Esempio: se n5% e N t 1000 N t+1 (1+0,05)* Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, G t (N t ) Vecchi G t+1 (N t+1 ) Giovani G t+1 (N t+1 ) Vecchi G t+2 (N t+2 ) Giovani Calcolo della pensione procapite (P sc ) in t+1 Con la capitalizzazione sw t N t (1+r) P sc N t Contributi sociali capitalizzati Monte pensioni P sc sw t N t (1+r) N t Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, sw t (1+r) Calcolo della pensione procapite (P sr ) in t+1 Con la ripartizione Confronto capitalizzazione ripartizione, con riferimento ai seguenti aspetti: sw t+1 N t+1 P sr N t Contributi sociali di G t+1 Pensioni di G t P sr sw t+1 N t+1 N t sw t+1 N t (1+n) Nt sw t+1 (1+n) 1. Pensione pro capite a parità di contribuzione 2. Tasso di rendimento interno 3. Effetto di shock esogeni 4. Costi della transizione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Pensione procapite Ipotesi (semplificatrice) sulla dinamica dei salari Nel periodo t+1: P sc sw t (1+r) P sr sw t+1 (1+n) Se assumiamo che il salario cresca ogni anno in misura pari al tasso di crescita della produttività media del lavoro (u): w t+1 w t (1+u) equivale a supporre costante il rapporto tra il monte salari (pari al reddito dei giovani) e prodotto nazionale. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
4 Qualche definizione (1) Produttività media del lavoro: U Q 1 N U N U Q Dove: Q produzione q resta costante solo se il tasso di crescita di w w t+1 (1+w)w t è pari al tasso di crescita di U (u) U t+1 (1+u)U t Monte salari sul prodotto: q (quota dei salari sul Pil) q wn Q w U Assumo costante q q wn Q w U w t+1 w t (1+u) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, U t+1 (1+u)U t N t+1 (1+n)N t Q t+1 (1+g)Q t Qualche definizione (2) tasso di crescita (u) della produttività U tasso di crescita (n) della popolazione N tasso di crescita (g) del prodotto Q poiché QUN posso scrivere: Pensione procapite P sc sw t (1+r) Psr swt+1(1+n) Dall ipotesi che wt+1 wt(1+u) ottengo: (1+g) Q t+1 Q t U t+1 N t+1 (1+u)(1+n) U t N t g u + n + un u + n Psr swt+1(1+n) swt (1+u)(1+n) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Pensione procapite Pensione procapite P sc sw t (1+r) P sc sw t Psr swt (1+r) (1+g) Psr swt (1+u)(1+n) Ricordando che (1+u)(1+n) (1+g): Psr swt (1+u)(1+n) swt (1+g) A parità di s, Psc > Psr Se r > g Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
5 Capitalizzazione e ripartizione Qualunque sia il sistema pensionistico, il sostentamento dei pensionati grava sul prodotto nazionale corrente Attenzione: Indipendentemente dal sistema (SC o SR), la spesa pensionistica (PN), in un dato contesto, rappresenta un trasferimento di risorse a favore degli anziani che non lavorano, che deve comunque essere prelevato dal valore aggiunto prodotto in quel contesto (Q). Se il numero dei pensionati aumenta (a parità di pensione unitaria) aumenta anche PN/Q, indipendentemente dal sistema di finanziamento. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, La scelta del sistema (SC o SR) ha invece rilievo nella definizione dei diritti dei pensionati su parte del valore aggiunto prodotto SC: si basa sulla proprietà dei titoli di credito accumulati, che dà diritto ad una restituzione (con interessi) da parte di chi ha preso a prestito il risparmio; SR: si basa su una legge dello stato, che dà diritto ad un trasferimento pubblico che trova copertura in un prelievo coattivo. 2. Tasso di rendimento interno Il TIR, il tasso di rendimento interno, eguaglia, in valori finanziariamente equivalenti, i contributi versati alle prestazioni ricevute: sw t P/(1+TIR), da cui TIR(P/sW t )-1 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Tasso di rendimento interno 3. Effetti di shock esogeni Il TIR di un sistema di Capitalizzazione è r Il TIR di un sistema di Ripartizione è g La ripartizione entra in crisi se diminuisce la produttività l occupazione la natalità la mortalità Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
6 Effetti di shock esogeni Italia: composizione della popolazione per età Gli effetti delle modificazioni demografiche sono sintetizzati da: Indice di dipendenza: il rapporto tra pensionati e occupati N t /N t+1 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, >65 Effetti di shock esogeni Effetti di shock esogeni La Capitalizzazione è esposta ai rischi di fluttuazioni dei tassi di interesse reali, inflazione crisi finanziarie La Capitalizzazione è preferibile se il tasso di interesse reale aumenta e supera il tasso di crescita del Pil Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Capitalizzazione e ripartizione Non esiste un unico tasso di interesse. Ciò che conta è il tasso di rendimento realizzato dal fondo pensionistico Rendimento e varianza di portafogli finanziari e del Pil r var. %Pil var. Australia 2,7 16,1 3,6 1,9 Belgio 0,1 16,7 3,1 2,2 Francia 5,2 15,9 3,3 1,7 Germania 6,1 15,2 2,8 2,3 UK 3,8 14,8 2,4 2,3 Italia 1,9 18,7 3,6 2,5 Olanda 4,5 17,0 3,4 2,8 US 2,1 12,9 2,6 2,2 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
7 Effetti di shock esogeni I sistemi sono esposti a rischi diversi: Ripartizione shock demografici n shock di produttività u Capitalizzazione shock finanziari (r nominale, inflazione) r 4. Passaggio da ripartizione a capitalizzazione Doppia contribuzione: per un periodo si devono pagare contributi per le pensioni di oggi e fare accantonamenti per le pensioni di domani Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Alcune conclusioni su capitalizzazione e ripartizione Alcune conclusioni su capitalizzazione e ripartizione Le pensioni sono sempre pagate con il reddito corrente A parità di s, P SR >P SC se g>r R è affetto da shock demografici e di produttività; C è affetto da shock finanziari Una combinazione di C e R consente di ridurre il rischio Il passaggio da R a C pone il problema della doppia contribuzione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Altre caratteristiche dei sistemi pensionistici Beneficio definito (bd) e contribuzione definita (cd) A beneficio definito (BD) e a contribuzione definita (CD) A ripartizione di tipo contributivo e di tipo retributivo BD: definisce la prestazione; la contribuzione è variabile CD: definisce la contribuzione, è variabile la prestazione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
8 Sistema a ripartizione retributivo e contributivo La misura della pensione dipende prevalentemente: Retributivo: dall entità del salario Contributivo: dall ammontare dei contributi versati Sistema a ripartizione retributivo La pensione è calcolata come prodotto tra : tasso di rendimento (es. 2%) numero degli anni di contribuzione retribuzione pensionabile (es. ultima retribuzione o media di anni) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Sistema a ripartizione contributivo La pensione è calcolata in modo che esista una stretta corrispondenza tra valore attuale dei contributi e valore attuale atteso delle prestazioni pensionistiche Sistemi a ripartizione patti intergenerazionali Nei sistemi a ripartizione è implicito un patto intergenerazionale riguardante il modo in cui il rischio (demografico e produttività) è ripartito tra giovani e vecchi. La ripartizione del rischio dipende dal modo in cui è determinato l'importo della pensione e della contribuzione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Sistemi a ripartizione patti intergenerazionali Patti intergenerazionali tasso di sostituzione fisso (tsf) Tasso di sostituzione fisso (TSF) Posizioni relative fisse (PRF) La pensione è una quota costante del salario percepito nel periodo di lavoro (sistema retributivo) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
9 Patti intergenerazionali posizioni relative fisse (prf) Condizione di equilibrio finanziario Nel periodo t+1 E costante il rapporto tra pensione procapite dei vecchi e salario netto dei giovani P t N t sw t+1 N t+1 sw t (1+u) N t (1+n) Aliquota di equilibrio s P t w t (1+u)(1+n) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, PENSIONE PROCAPITE Tasso di sostituzione fisso : Pt k wt P t sw t+1 N t+1 N t sw t (1+u)(1+n) 2. SALARIO NETTO w Netto t+1 (1-s) w t+1 (1-s) w t (1+u) Aliquota di equilibrio P t s w t (1+u)(1+n) Pensione procapite P t k w t Salario netto w Netto t+1 (1-s) w t (1+u) k (1+u)(1+n) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Posizioni relative fisse : k (1-s) wt+1 P t Posizioni relative fisse : k (1-s) wt+1 P t s Aliquota di equilibrio P t k (1-s) w t (1+u)(1+n) (1+n) k 1+n+k Aliquota di equilibrio k s 1 + n + k Pensione procapite P t k (1-s) w t+1 k (1-s) w t (1+u) Salario netto w N t+1 (1-s) w t (1+u) Pensione procapite P t k (1-s) w t (1+u) Salario netto w N t+1 (1-s) w t (1+u) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
10 Abbiamo esaminato due modelli di patti intergenerazionali; ma ne sono possibili altri. Inoltre nella realtà elementi spuri. ES: indicizzazione ai salari; presenza di elementi assistenziali; presenza di aspetti attuariali; differenze tra categorie di lavoratori; ecc. LE PENSIONI IN ITALIA Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Verso la riforma Dini... La riforma Amato Il sistema pensionistico prima della riforma Amato La riforma di Amato Quattro tipi di intervento: 1. Aumentare l età pensionabile 2. Ridefinire la retribuzione pensionabile 3. Limitare le indicizzazioni 4. Disincentivare le pensioni di anzianità Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, La riforma Amato La riforma Amato Pensione di vecchiaia per chi ha: lavorato almeno 20 anni 65 anni se maschio e 60 se femmina Pensione di vecchiaia è pari a: tasso di rendimento (2 punti per anno di contribuzione) x la retribuzione pensionabile la retribuzione pensionabile è una media particolare di tutti gli anni di contribuzione la pensione è indicizzata solo ai prezzi e non ai salari Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
11 La riforma Amato La riforma Dini del 1995 Pensione di anzianità per chi ha lavorato almeno 35 anni Disciplina transitoria favorevole ai pensionati attuali Effetti limitati nel breve periodo, più significativi nel lungo Introduzione di un sistema a ripartizione di tipo contributivo Separazione tra previdenza e assistenza nelle gestioni Inps Semplificazione delle gestioni pensionistiche Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, t 1 t 2 sw sw P P M C M P M C sw (1+r) 2 + sw (1+r) M P P + P/(1+r) P La capitalizzazione sw[(1+r) 2 +(1+r)] 1+1/(1+r) Coefficiente di trasformazione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, t 3 t 4 sw[(1+r) 2 +(1+r)] P[1+ 1/(1+r)] C 1 1+1/(1+r) P M C *C Riforma Dini - calcolo della pensione aliquota di computo del 33% età pensionabile: tra i 57 e i 65 anni La pensione è il prodotto tra: montante contributivo coefficiente di trasformazione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Riforma Dini - calcolo della pensione Riforma Dini - calcolo della pensione Il montante contributivo è pari al montante dei contributi versati al momento di inizio del periodo di quiescenza capitalizzati con un tasso pari alla variazione media quinquennale del Pil Il coefficiente di trasformazione è calcolato in modo coerente con l equivalenza tra monte contributivo e valore attuale delle prestazioni pensionistiche attese, sulla base di un tasso di rendimento dell 1,5% Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
12 Riforma Dini - calcolo della pensione Riforma Dini - calcolo della pensione I coefficienti di trasformazione tengono conto: del tasso di rendimento reale della rateizzazione pari all 1,5% delle aspettative di vita La pensione della riforma Dini è una pensione reale costante che garantisce una corrispondenza tra contributi versati e prestazioni ricevute Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, t 1 La riforma Dini t 2 sw sw P P t 3 t 4 Riforma Dini - calcolo della pensione M C M P M C sw (1+g) 2 + sw (1+g) M P P + P/(1+i) P[1+ 1/(1+i)] sw[(1+g) 2 1 +(1+g)] C P 1+1/(1+i) 1+1/(1+i) P M C *C Coefficiente di trasformazione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Per g i r la pensione Dini è identica a quella ottenibile in un sistema a capitalizzazione Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Riforma Dini: sintesi del metodo di calcolo Contributi sociali pari al 33% del reddito Rivalutati ogni anno sulla base della variazione media del Pil del quinquennio precedente Montante contributivo Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, x Coefficiente di trasformazione Pensione annua Riforma Dini: le variabili da cui dipende P P M C (s,g,w,l) C(i, p) [sw (1+g) 2 + sw (1+g)] P F( s, g, w, l, i, p) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, /(1+i) La pensione aumenta - se aumentano: s, g, w, l, i - se diminuisce: p Dove: l durata carriera lavorativa p durata pensione 12
13 Riforma Dini: un esempio Assunzioni: Stato stazionario (g0); w1; s33% Prima ipotesi: Assumo i0 con l40, p20 Monte contributivo: sl Pensione annua: sl/p 0,66 tasso di sostituzione. Seconda ipotesi: con i1,5% 0,76 tasso di sostituzione. Terza ipotesi: con i1,5% e l35, p25 0,56 tasso di sostituzione. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Riforma Dini e patti intergenerazionali La riforma Dini crea pensioni di annata, perché le pensioni sono indicizzate solo ai prezzi e non ai salari Non rispetta il principio delle Posizioni Relative Fisse Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Riforma Dini e patti intergenerazionali Dimostrazione della tesi Nella riforma Dini Il rapporto tra spesa pensionistica aggregata e monte salari è costante e pari all aliquota di equilibrio coerente con il patto di tipo P/W costante Il rischio demografico ricade sui pensionati Il rischio produttività è condiviso da pensionati e lavoratori La pensione Dini è coerente con il patto intergenerazionale Monte pensioni/monte salari costante (MW/MP k) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Ipotesi Alcune ipotesi semplificatrici: - modellino a 4 generazioni di cui 2 sovrapposte: - si assume wu0 e pertanto g n N 1 W N 1 W N 1 P N 1 P N 2 W N 2 W N 2 P N 2 P N 3 W N 3 W N 3 P N 3 P N 4 W N 4 W N 4 P N 4 P Al tempo 4, quando il sistema è a regime, il rapporto tra monte pensioni e monte salari è il seguente: MP (N1+N2) P MW (N3+N4) w N1(1+1+n) P N3 (1+1+n) w P (1+n) 2 w Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
14 Pensione con Dini s w[ (1+g)2 + (1+g) ] P + P 1+r P s w (1+g) (1+g+1) s w (1+g) (2+g) r 1+r 1+ r Ipotesi Porre r g significa considerare un sistema Dini puro in cui il tasso atteso di crescita del PIL, fissato prudenzialmente 1,5%, per tener conto di elementi assistenziali del sistema e di aliquote di contributive di computo superiori a quelle effettive, possiamo porre, nel modello astratto r g Se poniamo rgn si ha P s w (1+g) 2 Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, S e ora riprendiamo l espressione del rapporto tra monte pensioni e monte salari ottenuta prima e sostituiamo a P il valore che assume la pensione nella riforma DINI abbiamo, ponendo n g, otteniamo: P w (1+n) 2 s w (1+n) 2 w (1+n)2 s Per cui, con g r il rapporto tra monte pensioni monte salari risulta uguale all aliquota di contributiva. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Riforma Dini e aliquote contributive Aliquota contributiva computo Dipendenti 32,7 33 Autonomi Altri lav. Autonomi Aspetti macroeconomici: alcune assunzioni importanti Se: r g costanza dei tassi di crescita delle principali variabili esogene: w, n (steady state) quote distributive costanti (wn/q) Allora: L aliquota di equilibrio è s Il rapporto PN/Q è costante La riforma Dini è finanziariamente sostenibile Es: con wn/q50% e s33%, allora PN/Q16,5% Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
15 Aspetti macroeconomici: quali sono le conseguenze delle assunzioni fatte? 1. Alzare l età pensionabile non riduce PN/Q: a maggiori contributi versati corrispondono pensioni unitarie più elevate Aspetti macroeconomici: quali sono le conseguenze delle assunzioni fatte? 2. La riforma Dini è finanziariamente sostenibile: PN/Q è costante 2.1 Potrebbe però essere ad un livello non desiderabile 2.2. In ogni caso ci sono i rischi derivanti da shock esogeni (demografici e di produttività) che possono modificare il rapporto PN/Q Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Riforma Dini e sostenibilità finanziaria Ma disciplina transitoria della riforma Dini Il rapporto spesa pensionistica/pil, sulla base di ragionevoli ipotesi, nel lungo periodo tende a valori prossimi al 13-14% del Pil Applicazione del contributivo solo per assunti dal 1995: a regime per i giovani Vecchia normativa Amato per chi ha anzianità di lavoro superiore a 18 anni (nel 1995) Pro rata per coloro che hanno un anzianità di lavoro inferiore a 18 anni (nel 1995) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, , , ,5 13 Spesa pensionistica in rapporto al Pil Riforma Dini e sostenibilità finanziaria La riduzione delle aliquote contributive e l allungamento degli anni lavorati hanno effetti positivi sulla riduzione della spesa pensionistica rispetto al Pil Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
16 Aumento dell'età pensionabile (dal 2008) progressivo (dal 2008 al 2013) innalzamento dell'età minima per le pensioni di anzianità dai 57 ai 61 anni (62 per gli autonomi) eliminazione dell'intervallo anni previsto dal sistema contributivo Dini e sua sostituzione con età "legale" di 65 anni (e 60 per le donne) Le riforme degli anni : Mirano a realizzare risparmi di spesa e maggiore sostenibilità finanziaria di lungo periodo, operando sia sulle pensioni di anzianità, sia sull assetto del sistema a regime. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, La riforma Maroni (l. 243/2004) e successive Pensioni di anzianità - Criteri di accesso più severi in base ad un duplice requisito: - età anagrafica - c.d. quota (somma di età anagrafica e dell anzianità contributiva) Per un lavoratore dipendente, fino alla fine del 2012, l accesso è consentito se sono raggiunti i 60 anni di età e una quota superiore a 96; (97 dopo il 2013 con un età minima di 61 anni). - Condizioni leggermente più restrittive per un lavoratore autonomo. - In ogni caso, requisito minimo contributivo di 35 anni. - Accesso comunque possibile con 40 anni di anzianità contributiva, indipendentemente dall età anagrafica. - Alla maturazione dei requisiti sono poi previsti differimenti dell inizio effettivo, pari a 12 mesi per i lavoratori dipendenti e 18 mesi per gli autonomi. La riforma Maroni (l. 243/2004) e successive Assetto a regime - Eliminazione dell elemento di flessibilità in uscita (l intervallo di età 57-65) previsto dalla riforma Dini. - Nel settore privato l età legale di pensionamento è fissa: 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne. - Nel pubblico impiego, a partire dal 2012, l età di pensionamento delle donne è equiparata a quella degli uomini (65 anni). Una riforma poco razionale dato che nella riforma Dini la scelta di anticipare l età pensionabile è neutrale sotto il profilo della sostenibilità finanziaria. - Adeguamento automatico dei coefficienti di trasformazione, a partire dal 2013, per tener conto delle variazioni che intercorrono nella dinamica delle variabili demografiche (mortalità, fertilità, migrazione netta) e macroeconomiche (crescita del PIL e della massa retributiva). - Adeguamento dei coefficienti di trasformazione da decennale a triennale, non più soggetto a negoziazione tra le parti sociali. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, TFR riforma entrata in vigore nel Essa chiede ai lavoratori di scegliere se mantenere il Tfr maturato successivamente alla riforma come tale o se destinarlo a una forma pensionistica complementare; in questo secondo caso la scelta è irreversibile. Nel caso in cui il lavoratore non compia nessuna scelta esplicita vale la regola del silenzio assenso : il Tfr viene trasferito al fondo pensionistico chiuso, ove esistente, o alla forma pensionistica complementare alla quale abbia aderito il maggior numero di lavoratori dell azienda o, in via residuale, a un apposita forma pensionistica complementare da istituirsi presso l Inps. Nel caso in cui il lavoratore opti per il mantenimento del Tfr, le quote accantonate vengono lasciate presso l azienda di appartenenza solo per le aziende con meno di 50 dipendenti. Per le aziende con almeno 50 dipendenti, tali quote sono trasferite ad un apposito "fondo per l erogazione del Tfr ai dipendenti del settore privato" gestito dall Inps per conto dello Stato. Il conferimento del Tfr ai fondi pensione è favorito da una disciplina dei riscatti e delle anticipazioni nel caso di adesione ai fondi pensione, che riconosce al lavoratore che aderisce alla previdenza complementare vantaggi analoghi a quelli riconosciuti dal Tfr. Viene anche allentato l obbligo di conversione in rendita del capitale accumulato, al momento del pensionamento. La riforma interviene poi sul regime fiscale dei fondi pensione, ampliando significativamente le agevolazioni concesse. Alla deducibilità dei contributi e ad una tassazione ridotta nella fase di accumulazione si accompagna ora una tassazione proporzionale, tanto più contenuta quanto più ampio è il periodo di contribuzione, delle prestazioni, con aliquote che variano dal 15 al 9%, che rende il regime di tassazione della previdenza integrativa molto più agevolato fiscalmente rispetto a quello riservato alla previdenza pubblica. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Criterio di accesso Calcolo della pensione Le pensioni dei lavoratori dipendenti nel settore privato in Italia Prima della riforma Fornero Lavoratori con anni di contribuzione >18 anni nel 1995 Lavoratori con anni di contribuzione <18 anni nel 1995 Lavoratori entrati nel mercato del lavoro dopo il 1995 Pensione di vecchiaia 65 anni per gli uomini 60 anni per le donne, gradualmente elevato a 65 ( nel 2026) Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Pensione di anzianità Metodo retributivo: tasso di rendimento (2 % x anni di contribuzione; tetto massimo dell 80%) x retribuzione pensionabile Pensione indicizzata ai prezzi Metodo pro rata retributivo/contributivo Raggiungimento di quota 96, con almeno 60 anni di età (dal 2013 quota 97 con almeno 61 anni di età) e almeno 35 anni di contribuzione. Comunque garantita con 40 anni di contribuzione differimento di un anno Metodo contributivo: massa contributiva x coefficiente di trasformazione Pensione indicizzata ai prezzi 16
17 Con la riforma Fornero del 2012 vengono invece ristabiliti in larga misura i principi della riforma Dini, fra cui in particolare il principio del pensionamento flessibile che ammette la possibilità di scelta dell età di pensionamento all interno di un range predeterminato. A regime, vale a dire dal 2035, la riforma Fornero prevede queste due grandi opzioni. Pensioni di vecchiaia: un regime totalmente contributivo con possibilità di scelta dell età di pensionamento tra 67 e 70 anni, in presenza comunque di un anzianità contributiva di almeno 20 anni e di maturazione di una pensione di importo non inferiore a 1,5 volte l assegno sociale (tale requisito minimo viene meno per chi abbia 70 anni e anzianità contributiva di almeno 5 anni). Pensione anticipata. È ammessa la possibilità accedere alla pensione anche con età inferiore a 67 anni purché con età di almeno 63 anni e 20 anni di anzianità contributiva e maturazione di una pensione di importo non inferiore a 2,8 l assegno sociale. Si tratta, come si può arguire, di un regime particolarmente severo anche se valutato a confronto con i più rigorosi modelli europei. Dal 2012 il regime misto (parte retributivo/parte contributivo) previsto dalla riforma Dini viene applicato a tutti i lavoratori in attività. Ciò significa che anche per coloro che avevano più di 18 anni di anzianità lavorativa nel 1995 (anno della riforma Dini) si applica il sistema misto, in cui la pensione è calcolata con il metodo retributivo fino al 2011 e quello contributivo dal Pensione di vecchiaia Richiede un età minima che è differenziata per sesso e settore di attività come illustrato dalla seconda colonna della tabella 8.5. Pensione di vecchiaia Richiede un età minima che è differenziata per sesso e settore di attività come illustrato dalla seconda colonna della tabella 8.5. Tab. 8.5 Requisiti di età e anzianità contributiva per le pensioni nel 2012 Lavoratori dipendenti privati e tutti i pubblici Lavoratrici dipendenti private Lavoratori autonomi Lavoratrici autonome Pensione di vecchiaia Età minima 66 e 6 mesi e 6 mesi 63 e 6 mesi Pensione anticipata Anzianità contributiva 42 anni 1 mese 41 anni 1 mese 43 anni 1 mese 41 anni 1 mese Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, Anche nel regime transitorio è previsto il principio della scelta flessibile dell età, che varia dall età minima indicata nella tabella a 70 anni. L età minima prevista nella tabella è destinata a crescere nel tempo e convergerà a 66 anni nel 2018 per le categorie per le quali è attualmente inferiore e per tutte raggiungerà i 69 anni nel Pensione anticipata. Può essere ottenuta, con assegno pieno, con un età di almeno 62 anni e l anzianità contributiva indicata nella terza colonna della tabella 8.5. Rispetto alla normativa precedente tale criterio rende molto più severa la possibilità di accesso alla pensione anticipata. Per chi sia in possesso dei requisiti indicati essa può essere ottenuta anche prima dei 62 anni di età con una penalizzazione di due punti di rendimento della parte retributiva della pensione per anno di anticipo. Il limite di anzianità contributiva è destinato ad elevarsi sino a anni a seconda delle categorie di lavoratori nel Con la riforma Fornero gli aggiustamenti dei coefficienti di trasformazione e dei requisiti di età per tenere conto dell evoluzione della speranza di vita saranno rivisti ogni due anni. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino,
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