IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Finanziario

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1 composto dai signori: Avv. Bruno de Carolis IL COLLEGIO DI ROMA Presidente Avv. Alessandro Leproux Avv. Massimiliano Silvetti Avv. Michele Maccarone Prof. Avv. Liliana Rossi Carleo Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 04/07/2013 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO Il ricorrente è erede universale della titolare di un conto corrente in essere presso l intermediario resistente. L originaria intestataria del conto corrente era deceduta in data 26 ottobre 2010, dopo esser stata ricoverata in costante stato di incoscienza sin dal precedente 7 ottobre Dopo l apertura della successione, un procuratore speciale del ricorrente visionava la documentazione bancaria inerente il conto corrente, riscontrando che in data 7 ottobre 2010 (giorno del ricovero in ospedale della de cuius) un terzo soggetto, identificato come collaboratrice domestica alle dipendenze della titolare del conto, aveva ritirato presso la banca, su delega della de cuius, un libretto di assegni bancari da emettersi sull anzidetto conto corrente. Durante il periodo di ricovero ospedaliero della titolare del conto, sino al giorno del suo decesso, venivano presentati all incasso n. 7 assegni per un importo totale di ,00, n. 5 dei quali intestati alla collaboratrice domestica della de cuius e n. 2 al marito di quest ultima. Il ricorrente, rilevando una evidente difformità fra lo specimen di firma della de cuius e le sottoscrizioni apposte sugli anzidetti assegni, richiedeva una perizia grafologica volta ad accertare la genuinità delle firme di traenza apposte sugli assegni. Il perito incaricato, Pag. 2/6

2 all esito della sua consulenza, rilevava che con alta probabilità tecnicoscientifica, le firme di traenza redatte in calce agli assegni in verifica ( ) non appartengono alla mano scrivente della signora. In data 25 gennaio 2012, il ricorrente sporgeva formale denuncia presso le Autorità competenti. Con reclamo del 3 ottobre 2012, ritenuta la responsabilità della banca per il pagamento degli assegni, il ricorrente chiedeva all intermediario la restituzione della somma complessiva di ,00. La banca riscontrava negativamente il reclamo in data 14 dicembre 2012, affermando, da un lato, che gli assegni sono stati sottoposti, prima del loro pagamento, ai controlli del «buon banchiere» e, quindi, niente affatto superficiali, anche se sempre «a vista», senza tuttavia rilevare alcuna alterazione e/o abrasione ; dall altro, che la firma di traenza era del tutto analoga a quella apposta dalla signora ( ) su alcuni recenti contratti regolarmente sottoscritti presso la nostra filiale. Con ricorso depositato in data 21 gennaio 2013, il ricorrente si rivolge, pertanto, all Arbitro Bancario Finanziario chiedendo che la banca sia dichiarata tenuta a rifondergli l importo complessivo di ,00 portato dai predetti assegni, oltre agli interessi legali dal giorno del loro pagamento al saldo. In punto di fatto, il ricorrente sottolinea come la successione temporale e l entità degli assegni presentati all incasso n. 7 assegni in 18 giorni, con importo minimo di 1.400,00 ed un massimo di ,00 non poteva non comportare da parte della banca l esigenza di una verifica particolarmente accorta sulla genuinità della firma apposta sugli stessi, tenuto conto che si trattava di prelievi su conto corrente che la defunta titolare utilizzava per la normale gestione familiare. La banca resistente, nel costituirsi in giudizio, premette di essere entrata in possesso di un accordo transattivo stipulato in data 11 maggio 2013 tra il ricorrente e i due beneficiari degli assegni contestati, dal quale risulterebbe chiaramente la legittimazione di questi ultimi a ricevere la somma portata da detti titoli. In particolare, il 4.2 dell anzidetto accordo dispone che il ricorrente rinuncia a qualsivoglia diritto e pretesa relativamente agli assegni ( ) ed al conseguente procedimento penale. Con riferimento alla asserita difformità tra le firme di traenza e lo specimen depositato ai suoi atti, la banca eccepisce richiamando a supporto giurisprudenza della Corte di legittimità e dell Arbitro Bancario Finanziario che l indagine ad essa richiesta non avrebbe potuto spingersi sino ad una verifica di natura strettamente specialistica, non Pag. 3/6

3 essendo tenuta la banca ad utilizzare un attrezzatura tecnica qualificata per la verifica della genuinità degli assegni presentati. Ciò posto, la banca asserisce comunque che le firme apposte sugli assegni de quibus sono conformi rispetto alle firme più volte apposte dalla de cuius, talvolta anche in presenza di operatori della resistente, su varia documentazione destinata alla banca. L intermediario chiede, pertanto, che il ricorso sia rigettato. Con successive repliche, il ricorrente riferisce che l accordo transattivo dell 11 maggio 2013, prodotto dalla banca, ha ad oggetto una pluralità di controversie in atto fra [i beneficiari degli assegni] ed il [ricorrente]. Sottolinea in particolare che oggetto della rinuncia di cui alla citata transazione sarebbe incontrovertibilmente la volontà di perseguire penalmente il soggetto che si assumeva essere autore dell'illecito penale, laddove il rapporto intercorrente con la banca opererebbe su un piano prettamente ed esclusivamente civilistico. DIRITTO 1. L oggetto della presente controversia, che rientra nella competenza dell Arbitro Bancario Finanziario, si incentra sulla valutazione della correttezza dell operato dell intermediario resistente nell eseguire il pagamento di n. 7 assegni bancari, con particolare riferimento alla asserita difformità tra le firme di traenza e lo specimen depositato agli atti della stessa banca. 2. Come più volte statuito dall Arbitro Bancario Finanziario, il pagamento dell assegno bancario da parte della banca trattaria si configura come esecuzione di una disposizione impartita dal traente, id est quale esecuzione di un incarico ricevuto dal correntista. Essa, in quanto tale, è soggetta, in base al disposto dell art c.c., all applicazione delle regole del mandato e dunque, in primis, all obbligo del mandatario di agire con diligenza (cfr. Collegio di Roma, decisione n. 142 del 22 marzo 2010). La diligenza che la banca è tenuta ad osservare nel controllo della genuinità dell assegno deve essere valutata con riferimento alla natura dell attività esercitata (art. 1176, 2 comma, c.c.), dovendo quindi essere commisurata a quella, particolarmente qualificata, dell'accorto banchiere (Cass. 12 giugno 2007, n ; 7 marzo 2003, n. 3389), vale a dire del professionista dedito a quel particolare ramo di affari e quindi dotato, in quel settore, di specifica esperienza e competenza. Pag. 4/6

4 Ciò posto nella consapevolezza dell orientamento della Corte di Cassazione (Cass. 4 ottobre 2011, n ), secondo cui la banca non può essere ritenuta responsabile del pagamento di un assegno falsificato a fronte della mera alterazione del titolo, a meno che tale alterazione sia rilevabile "ictu oculi", in base alle conoscenze del bancario medio, il quale non è tenuto a disporre di particolari attrezzature strumentali o chimiche per rilevare la falsificazione, né è tenuto a possedere l esperienza e la competenza di un esperto grafologo ritiene il Collegio che la responsabilità della banca per l erroneo pagamento degli assegni de quibus non possa essere nel caso di specie riconosciuta, apparendo le firme di traenza apposte sugli stessi conformi allo specimen depositato presso l intermediario (v., ex plurimis, decisione n.1272 del 10 novembre 2010). In occasione del pagamento degli assegni contestati non è dunque ravvisabile alcun comportamento negligente da parte della banca convenuta. 3. Sotto diverso profilo, anche con riguardo alla doglianza relativa all asserito difetto di diligenza rafforzata da parte dell intermediario in relazione all ammontare degli assegni contestati, il Collegio ritiene assorbente il fatto che, in forza dell accordo transattivo perfezionato in data 11 maggio 2013 tra i beneficiari degli assegni contestati ed il ricorrente, quest ultimo ha espressamente rinunciato a qualsivoglia diritto e pretesa relativamente agli assegni il cui pagamento da parte della banca in questa sede contesta. A seguito della stipulazione del suddetto accordo transattivo, in altri termini, il ricorrente appare aver rinunciato a coltivare azioni volte ad ottenere la restituzione degli importi posti a base degli assegni, avendone sostanzialmente riconosciuto la legittima spettanza a coloro che, sin dal momento dell incasso, ne erano risultati beneficiari. Né il ricorrente ha eccepito alcunché in ordine alla giuridica invocabilità di tale accordo da parte della banca, essendosi limitato a sostenere che il suo contenuto atterrebbe al solo profilo della rinuncia alla querela già presentata, senza alcun riflesso sui rapporti civilistici tra il ricorrente e la banca. Del resto, come statuito dalla Corte di legittimità, poiché nel contratto a favore di terzi non sussistono limiti in ordine alla qualità ed al contenuto della prestazione da farsi al terzo, ben può costituire oggetto di tale negozio un accordo di natura transattiva, senza che l efficacia di questo postuli la partecipazione diretta o delegata del terzo beneficiario alla relativa stipula (Cass. 17 maggio 1982, n. 3050). 4. In virtù delle considerazioni che precedono, il Collegio ritiene che la domanda non possa trovare accoglimento. Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio respinge il ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6