COMUNE DI MOLFETTA Completamento opere foranee e costruzione porto commerciale di Molfetta

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2 Indice 1 Premessa Descrizione dell impianto fogna pluviale Riferimenti Normativi Conformità normativa dell impianto Stato di avanzamento delle opere Pag. 2 di 11

3 1 Premessa Il presente documento studio, analizza e valuta il sistema di raccolta e trattamento delle acque dei piazzali del porto commerciale di Molfetta prima della loro immissione nel recettore finale, nell ambito dell intervento di Completamento Opere Foranee e Costruzione del Porto di Molfetta. La lettera c del Decreto di Pronuncia di Compatibilità Ambientale n.648/2005 del Ministro dell Ambiente e della Tutela del Territorio di concerto con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, stabilisce quanto segue: Dovrà essere previsto un sistema di raccolta e trattamento delle acque dei piazzali del porto commerciale prima della loro immissione nel recettore finale L analisi è stata condotta analizzando le caratteristiche, le componenti e la conformità normativa dell Impianto di fognatura pluviale dell area portuale previsto dal Progetto Esecutivo, approvato con Deliberazione della Giunta Comunale n 68 del 13/02/2008. Gli elaborati di riferimento del presente studio sono: Relazione Tecnica A11RIDG001 Relazione impiantistica fognatura pluviale e fognatura nera del Progetto Esecutivo; Elaborato grafico A11DIDB001 Impianti tecnologici Fognatura pluviale Pianta Generale del Progetto Esecutivo; Elaborato grafico A11DIMS004 Schema funzionale raccolta e trattamento acque meteoriche del Progetto Esecutivo. Il presente documento sarà aggiornato in occasione di varianti al progetto approvato e seguirà la realizzazione delle opere relative. Pag. 3 di 11

4 2 Descrizione dell impianto fogna pluviale L impianto fognatura pluviale dei piazzali del nuovo porto di Molfetta, come previsto nel progetto esecutivo citato, si articola nelle tre sottoelencate tipologie di impianti: impianto in gravità; impianto in pressione; impianto di trattamento. L area portuale è stata suddivisa in due bacini di raccolta delle acque meteoriche denominati A e B in cui è stata prevista la realizzazione di canali grigliati superficiali (vedi tav. A11DIDB001 del Progetto Esecutivo). Da detti canali grigliati le acque piovane sversano in pozzetti di raccolta dai quali partono collettori in polietilene interrati e in gravità aventi diametro esterno rispettivamente 315/400/500/630/800 mm. I collettori hanno recapito nel pozzetto di sollevamento 7A per il bacino A e nel pozzetto di sollevamento 7B per il bacino B. (vedi Figura 1) Figura 1: Impianto fognatura pluviale del Progetto esecutivo Schema dei Bacini di raccolta acque piovane (immagine stralciata dall Elaborato grafico A11DIDB001 Impianti tecnologici Fognatura pluviale Pianta Generale del Progetto Esecutivo) Le pompe delle stazioni di sollevamento rilanciano le portate pluviali a mezzo di condotte prementi in polietilene fino agli impianti di depurazione ubicati a ridosso del massiccio di carico nel punto di radicamento della banchina nord-ovest con la banchina sud-ovest. Pag. 4 di 11

5 La stazione di sollevamento 7A è dimensionata su una portata totale di 1620 mc/h con un volume di accumulo di 55 mc. Sono previste cinque pompe sommergibili da 100 l/s e prevalenza 11 m.c.a. ciascuna. La stazione di sollevamento 7B è dimensionata su una portata totale di 2448 mc/h con un volume di accumulo di 80 mc. Sono previste sette pompe sommergibili da 114 l/s e prevalenza 10 m.c.a. ciascuna. Sono previste delle griglie a cestello per evitare l eventuale introduzione di corpi grossolani nelle vasche. Pompe sommerse di adeguata potenza rilanciano le acque mediante due prementi in polietilene ad alta densità aventi diametri esterni 500 e 710 mm verso gli impianti di depurazione che sono ubicati in prossimità della linea in cui il primo braccio del molo di sopraflutto si radica alla banchina sud-ovest. Le acque di prima pioggia corrispondenti ai primi 6 mm di precipitazione (superiori ai 5 mm di normativa) sono sversate in una vasca fuori terra di raccolta della capacità di 566 mc dimensionata a questo scopo. 1 Il volume d acqua raccolto nelle 48 ore successive all evento di pioggia viene depurato da un impianto chimico fisico compatto, ubicato in apposito locale, che attraverso stadi diversi di trattamento quali aggiunta di reattivi chimici, flocculazione e coagulazione, chiarificazione a mezzo di un decantatore a pacchi lamellari, rilascia un effluente conforme alla tab.3 dell allegato 5 del D. Lgs n. 152/1999 che può essere scaricato a mare in gravità. I fanghi prodotti sono estratti, disidratati e compattati. I dati di progetto sono riportati in Tabella 1. Tabella 1: Calcolo del volume di prima pioggia del Progetto Esecutivo Parametro Unità di misura Dati di progetto Superficie scolante BACINO A mq Superficie scolante BACINO B mq Superficie scolante totale mq H acque di prima pioggia da normativa mm 5 H acqua di prima pioggia di progetto mm 6 Volume del serbatoio di progetto mc 566 Le acque di dilavamento successive ai primi 6 mm di precipitazione, non potendo trovare recapito nella vasca di prima pioggia già colma, sono convogliate a mezzo di chiusura e apertura di valvole a farfalla, comandate da indicatori di livello, in un bacino a pianta rettangolare delle dimensioni 29.50x5.00 m in cui un ponte mobile sgrassatore, dissabbiatore provvede con l ausilio di raschie di fondo e di superficie a disoleare e a dissabbiare le acque in ingresso. Le sabbie raccolte in una tramoggia subacquea sono pompate a un estrattore di sabbia a coclea ubicato in apposito locale a valle del dissabbiatore - disoleatore che provvede a una deacquificazione più spinta delle sabbie. Le acque piovane di dilavamento successivo così sgrassate e dissabbiate risultano conformi alla tab.3 dell allegato 5 del D. Lgs n. 152/1999 e possono essere scaricate a mare in gravità. Per il dimensionamento e la verifica idraulica della rete è stato utilizzato il metodo della corrivazione (con precisione ) tramite l applicativo EDILSTUDIO - Reti di fognatura della Cointec. Tale metodo, 1 Nella relazione impiantistica della fognatura del Progetto Esecutivo (Relazione Tecnica A11RIDG001 Relazione impiantistica fognatura pluviale e fognatura nera ) c è una difformità di dati sul dimensionamento della vasca di raccolta delle acque di prima pioggia. Infatti, nel paragrafo 2.2 Descrizione dell intervento della citata relazione si riporta che la vasca deve avere una capacità di 558 mc mentre nel paragrafo 2.4 Calcolo del volume di prima pioggia si riporta il calcolo effettuato e il relativo risultato pari a 566 mc. Facendo la verifica del calcolo, come di seguito indicato, il risultato giusto è di 566 mc. Vpp = (Area Bacino A + Area bacino B) x m = 566 mc, in cui Vpp è il Volume di prima pioggia. Pag. 5 di 11

6 utilizzato per il calcolo delle portate pluviali, tiene conto del tempo necessario affinché la pioggia, caduta in una certa zona del bacino, raggiunga la sezione terminale di un tratto della rete drenante. I risultati ottenuti dall elaborazione del software sono riassunti nella Tabella 2. Tabella 2: Dimensionamento e verifica della rete idrica Parametro Unità di misura Dati di progetto Tr (Tempo di ritorno) anni 5 a mm n a mm n QA (Portata max entrante nella stazione di sollevamento 7A) l/s 523 QB (Portata max entrante nella stazione di sollevamento 7A) l/s 682 Qtot l/s 1205 Gr medio (Grado di riempimento) % 73 V media (velocità di scorrimento) m/s 2.23 L intero impianto descritto presenta funzionamento completamente automatico ed è servito da gruppo elettrogeno per far fronte ad eventuali assenze di E.E. Lo schema funzionale di raccolta e trattamento delle acque meteoriche è riportato nell Elaborato grafico A11DIMS004 Schema funzionale raccolta e trattamento acque meteoriche del Progetto Esecutivo. La Figura 2 mostra la planimetria generale dell Impianto di fognatura pluviale del Progetto Esecutivo. Per cogliere i dettagli del Progetto Esecutivo, è necessario analizzare l Elaborato grafico A11DIDB001 Impianti tecnologici Fognatura pluviale Pianta Generale. Pag. 6 di 11

7 Figura 2: Planimetria generale dell Impianto di fognatura pluviale del Progetto Esecutivo (immagine stralciata dall Elaborato grafico A11DIDB001 Impianti tecnologici Fognatura pluviale Pianta Generale del Progetto Esecutivo) Pag. 7 di 11

8 3 Riferimenti Normativi La regimazione delle acque piovane prevista in progetto è stata realizzata in conformità alla normativa nazionale e regionale vigente: D.Lgs 11 maggio 1999, n.152 Decreto legislativo recante disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole Appendice A1 del Piano direttore: Criteri disciplina acque meteoriche approvato con Decreto n 191 del 13 giugno 2002 dal Commissario Delegato emergenza Ambientale; Regolamento Regionale 20 febbraio 1988, n.1 Disciplina degli impianti di smaltimento sul suolo di insediamenti civili di consistenza inferiore a 50 vani o mc. e degli insediamenti turistici non allacciati alla pubblica fognatura. L.R. 2 maggio 1995 n. 31 Autorita' competente al rilascio delle autorizzazioni degli scarichi ; D. Lgs. 18 agosto 2000, n.258 "Disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, in materia di tutela delle acque dall'inquinamento, a norma dell'articolo 1, comma 4, della legge 24 aprile 1998, n. 128". In fase di studio sono state considerate altre normative, oltre a quelle su citate, riportate di seguito: D. Lgs. 3 aprile 2006, n.152 Norme in materia ambientale ; Regolamento Regionale 3 novembre 1989, n 5 Disciplina delle pubbliche fognature. Il D.L.gs 152/99 così come modificato dal D.L.gs. 258/00, nell articolo 39 ha demandato alla Regione la disciplina delle forme di controllo degli scarichi, delle particolari ed eventuali prescrizioni ed autorizzazioni da imporre alle immissioni, ed infine la disciplina del trattamento eventuale delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne. Nell articolo 30 comma 6 dello stesso decreto, si fissa un termine di tre anni dalla sua entrata in vigore, per l adeguamento alla normativa degli scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee. Successivamente il Ministero dell Interno, Delegato per il Coordinamento della Protezione Civile, ha disposto con l ordinanza N. 3184/2002 Disposizioni urgenti per fronteggiare l emergenza nel settore dei rifiuti urbani, bonifica e risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinanti, nonché in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione nella Regione Puglia, la possibilità per il Commissario Delegato di concedere una proroga dei termini suddetti per gli scarichi nel sottosuolo, escluse le acque di prima pioggia, di 90 giorni, a condizione che il titolare di detti scarichi presenti un progetto per un recapito conforme alle disposizioni di cui al D.L.gs. 152/99, che tale progetto sia definito ed impostato in modo da esserne prevedibile la realizzazione entro i successivi 12 mesi e che lo scarico nel sottosuolo, pertanto, possa cessare comunque entro i successivi 18 mesi. Quindi la proroga concede 33 mesi durante i quali si dovranno adeguare gli scarichi e le immissioni. La tabella 3 dell Allegato 5 del D.Lgs. 152/1999 individua i Valori limite di emissione in acque superficiali e in fognatura. I valori riportati in tale tabella sono stati novellati in tabella 3 dell Allegato 5 Limiti di emissione degli scarichi idrici del D.Lgs. 258/2000. L Art. 39 del D.Lgs. 152/1999 è stato sostituito dall Art. 101 Criteri generali della disciplina degli scarichi del D. Lgs. 152/2006 Parte terza, il quale impone che tutti gli scarichi sono disciplinati in funzione del rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e devono comunque rispettare i valori limite previsti nell'allegato 5 alla parte terza del decreto. A tal fine, le regioni, nell'esercizio della loro autonomia, tenendo conto dei carichi massimi ammissibili e delle migliori tecniche disponibili, definiscono i valori-limite di Pag. 8 di 11

9 emissione, diversi da quelli di cui all'allegato 5 alla parte terza dello stesso decreto, sia in concentrazione massima ammissibile sia in quantità massima per unità di tempo in ordine ad ogni sostanza inquinante e per gruppi o famiglie di sostanze affini. Le regioni non possono stabilire valori limite meno restrittivi di quelli fissati nell'allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. 152/2006. Il comma 3 del D.Lgs 152/2006 stabilisce che gli scarichi devono essere resi accessibili per il campionamento da parte dell'autorità competente per il controllo nel punto assunto a riferimento per il campionamento. L attuale disciplina sulle acque meteoriche, in ambito regionale, è rappresentata dal Regolamento Regionale 3 novembre 1989, n 5 Disciplina delle pubbliche fognature per ciò che riguarda gli Scarichi delle fognature pluviali e scaricatori di piena e dalla Legge Regionale 2 maggio 1995 n. 31 per quanto riguarda l Autorità competente al rilascio delle autorizzazioni degli scarichi. Nel Regolamento Regionale si definivano i corpi idrici recettori, i trattamenti a cui dovevano essere sottoposti tali scarichi, ed altre prescrizioni tecniche. In particolare l art. 11 Scarichi delle fognature pluviali e scaricatori di piena stabilisce che gli scarichi delle fognature urbane di tipo separato che convogliano le sole acque di pioggia sono ammessi in tutti i corpi idrici ricettori. Gli scarichi devono essere sottoposti a trattamenti di grigliatura. La Legge Regionale invece individua nelle Province le autorità competenti al rilascio delle autorizzazioni all immissione diretta in mare dei rifiuti liquidi provenienti anche da fognature pluviali e allo scarico delle pubbliche fognature anche pluviali. L Appendice A1 del Piano Direttore Criteri disciplina acque meteoriche approvato con Decreto n 191 del 13 giugno 2002 dal Commissario Delegato emergenza Ambientale, al paragrafo 3 Definizioni riporta la seguente definizione: Acque di prima pioggia:le prime acque meteoriche di dilavamento fino ad un altezza di precipitazione massima di 5 mm, riferito ad ogni evento meteorico preceduto da almeno 48 ore di tempo asciutto, uniformemente distribuite sull intera superficie scolante La stessa normativa, al paragrafo 6, riporta la Disciplina e trattamento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne, ai sensi di quanto stabilito all'art.39, comma 3, del Decreto Legislativo 152/99, come novellato dal D. L.gs 258/2000. In particolare il paragrafo 6 stabilisce che le acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne che dilavano dalle pertinenze di stabilimenti industriali, nonché da strade e piazzali destinati alla movimentazione e deposito di mezzi e di materiali, anche se chiusi, in appositi contenitori, che possono dar luogo al rilascio di sostanze di cui alla Tab. 3 dell'all. 5 del D.L.gs 152/99, come novellato dal D.L.gs 258/2000, devono essere raccolte in vasca a tenuta stagna e sottoposte ad un trattamento depurativo appropriato in loco, tale da conseguire il rispetto dei limiti di emissione previsti dalla Tab.3 di cui all'allegato 5 del D.Lgs.152/99 per le immissioni in fogna e nelle acque superficiali. In alternativa, è facoltà del titolare avviare tali acque ad impianto di trattamento gestito da terzi, ai sensi dell'art.36 del D.L.gs152/99 e successive modifiche ed integrazioni. Le acque di dilavamento successive a quelle di prima pioggia devono essere sottoposte, prima del loro smaltimento, ad un trattamento di grigliatura, sedimentazione e disoleazione. 4 Conformità normativa dell impianto L impianto di raccolta e trattamento delle acque dei piazzali del porto di Molfetta, descritto al punto della presente relazione, è conforme a quanto previsto dall Appendice A1 del Piano Direttore. Infatti nel calcolo del volume delle acque di prima pioggia considera prudenzialmente i primi 6 mm di pioggia per tener conto delle acque provenienti da zone prossime o distanti dai pozzetti di raccolta 7A e 7B. Pag. 9 di 11

10 Inoltre prevede la raccolta delle acque di prima pioggia in una vasca fuori terra e il successivo trattamento delle stesse con aggiunta di reattivi chimici, flocculazione e coagulazione, chiarificazione a mezzo di un decantatore a pacchi lamellari. Le acque di dilavamento successive ai primi 6 mm di precipitazione sono convogliate, a mezzo di chiusura e apertura di valvole a farfalla, in un bacino a pianta rettangolare delle dimensioni 29.50x5.00 m in cui un ponte mobile sgrassatore, dissabbiatore provvede con l ausilio di raschie di fondo e di superficie a disoleare e a dissabbiare le acque in ingresso. Le sabbie raccolte in una tramoggia subaquea sono pompate a un estrattore di sabbia a coclea ubicato in apposito locale a valle del dissabbiatore-disoleatore che provvede a una deaquificazione più spinta delle sabbie. Sia le acque di prima pioggia che quelle successive, così trattate, risultano conformi alla tab.3 dell allegato 5 del D. Lgs n. 152/1999, come novellato dal D.Lgs. 258/2000, e possono essere scaricate a mare in gravità. In Tabella 3 si riporta un confronto schematico con la normativa di riferimento. Tabella 3: Confronto con la normativa di riferimento Normativa Prescrizione Descrizione impianto Conformità Appendice A1 - Piano Direttore - Paragrafo 3 Definizione di acque meteoriche di prima pioggia: le prime acque meteoriche di dilavamento fino ad un altezza di precipitazione massima di 5 mm Nel calcolo del volume delle acque di prima pioggia sono considerati i primi 6 mm di pioggia SI Appendice A1 - Piano Direttore - Paragrafo 6 Le acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne devono essere raccolte in vasca a tenuta stagna e sottoposte ad un trattamento depurativo appropriato in loco. Le acque di prima pioggia sono raccolte in una vasca fuori terra e il successivo trattamento delle stesse con aggiunta di reattivi chimici, flocculazione e coagulazione, chiarificazione a mezzo di un decantatore a pacchi lamellari. SI Appendice A1 - Piano Direttore - Paragrafo 6 Le acque di dilavamento successive a quelle di prima pioggia devono essere sottoposte, prima del loro smaltimento, ad un trattamento di grigliatura, sedimentazione e disoleazione Le acque di dilavamento successive ai primi 6 mm di precipitazione sono convogliate in un bacino a pianta rettangolare in cui avvengono i trattamenti di sgrassatura, dissabbiatura e disoleazione. Le sabbie sono sottoposte a trattamenti di deaquificazione e spinta delle sabbie. SI 5 Stato di avanzamento delle opere Le opere previste nel Progetto Esecutivo per la realizzazione dell impianto di raccolta e trattamento delle acque meteoriche sono legate all attività WBS A11 Impianti tecnologici e comprendono la messa in opera delle componenti dell impianto, elencate in Tabella 4: Pag. 10 di 11

11 Lavorazioni Area d intervento Impianto di sollevamento 7 A Impianto di sollevamento 7 B Depuratori acque di prima pioggia e di dilavamento successivo Sbocco a mare delle acque depurate Pozzetti d ispezione Canalette di raccolta grigliate Tubazioni di polietilene per acque piovane a gravità Tubazioni di polietilene per acque piovane in pressione Primo braccio del molo sopraflutto Primo braccio del molo sopraflutto Cunetta alla francese Ponte Sud-Ovest Tabella 4: Indicazione delle lavorazioni con relative aree d intervento Locale impianti previste sul Primo braccio del molo sopraflutto Al di sotto della banchina Nord-Ovest Lungo tutto il tracciato dell impianto Lungo tutto il tracciato dell impianto Lungo tutto il tracciato dell impianto Nel tratto dall impianto di sollevamento 7 A e 7 B fino al locale impianti Ad oggi non è stata realizzata nessuna delle lavorazioni previste nel Progetto Esecutivo. Pag. 11 di 11

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