PNL, un decalogo per la gestione efficace dell aula
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- Stefania Olivieri
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2 SEMINARIO DI SVILUPPO PROFESSIONALE DEI FORMATORI IPAF 2016 PNL, un decalogo per la gestione efficace dell aula Pier Angelo Cantù Bologna, 21 Gennaio 2016 Savoia Regency Hotel
3 La PNL E lo studio della struttura dell esperienza soggettiva (ciò che avviene all interno degli individui quando fanno esperienza di qualcosa). Rappresentando un opportunità per migliorare la comunicazione interpersonale, le tecniche della PNL vengono utilizzate per controllarne i processi.
4 La PNL cornice per la formazione Attività analitica: tutto ciò che serve per analizzare i bisogni di formazione Attività progettuale: tutto ciò che comprende la pianificazione dell apprendimento Attività di aula: tutto ciò che comprende l attuazione dell apprendimento
5 1) Utilizzo del noi Utilizzare il noi, nel corso di un intervento o di un discorso, significa proporre qualcosa che appartiene a tutti, suscitando così maggior interesse emotivo e razionale. Il tu crea immediatamente la predisposizione al conflitto mentre il noi crea subito senso di appartenenza, spirito di gruppo ed è sinonimo di buona relazione e armonia.
6 1) Utilizzo del noi Il lavoro che ora vi presenterò Il lavoro che stiamo per vedere insieme In questo caso viene proposto qualcosa di mio che gli altri devono accettare e nel quale non vengono assolutamente coinvolti. In questo caso viene proposto qualcosa che appartiene a tutti e che quindi interesserà maggiormente gli interlocutori.
7 2) Utilizzo delle parole chiave Parole chiave termini e locuzioni ricorrenti. Il loro utilizzo è fondamentale per catturare l attenzione dell interlocutore; è molto utile, infatti, riferirsi direttamente a parole che la persona ha utilizzato al fine di entrare in sintonia con lui. Inoltre, è bene utilizzare frasi brevi con una terminologia semplice ed informale.
8 3) Preparare lo stile comunicativo Non leggere mai, se non in casi in cui è strettamente necessario; Stabilire un contatto visivo continuo; Visualizzare il discorso (se possibile con supporti visivi); Parlare in maniera didascalica, usando esempi, casi, aneddoti; Intercalare con domande; Verificare sempre che i partecipanti abbiano compreso.
9 3) Preparare lo stile comunicativo Può essere molto utile preparare la componente emozionale del nostro intervento ponendoci i seguenti interrogativi: Che aspettative ha? Quali sono le sue motivazioni? Quali sono le sue opinioni? Che cosa potrebbe spingerlo ad interessarsi a quello che dico?
10 4) Prestare attenzione ai sistemi rappresentazionali Visivo Auditivo Cenestesico Come formatori è importante sviluppare la capacità di individuare il sistema rappresentazionale utilizzato dai partecipanti. Il principale risultato che si raggiunge attraverso la comprensione del sistema è quello di ottenere la fiducia dei nostri interlocutori.
11 4) Prestare attenzione ai sistemi rappresentazionali Ad esempio, un aspetto da tenere in considerazione è il silenzio, che è, a tutti gli effetti, una forma di comunicazione. Il silenzio può avere molteplici significati: indicare il bisogno di riflettere, mancanza di interesse o a volte anche aggressività. In questo caso, per stimolare l interesse, può essere utile fornire continuamente spunti e informazioni ponendo anche delle domande per rendere più attivo il ruolo dell interlocutore.
12 5) Mettersi al passo con gli altri Pacing mettersi al passo, capire dove gli interlocutori si trovano e cosa è vero per loro. E il primo ostacolo da superare, significa incontrarli nel loro mondo, capire cosa gli interessa e quale sia la loro esperienza della realtà, guadagandoci così la loro fiducia. Il pacing è il primo accorgimento per ridurre la distanza iniziale che si interpone tra partecipante e formatore.
13 6) Utilizzare il ricalco verbale, paraverbale, non verbale Il ricalco è fondamentale e va utilizzato da subito. Nella fase iniziale è importante farlo a livello verbale e paraverbale, in risposta alle affermazioni del gruppo. Il ricalco verbale riguarda il contenuto specifico del linguaggio. Il ricalco non verbale, invece, è all inizio più difficile perché non è così immediato entrare in sintonia con il gruppo, cosa che si può realizzare in altri momenti.
14 7) Stabilire regole per la formulazione di obiettivi individuali e di gruppo In PNL, per essere considerato ben formato, un obiettivo deve rispondere a particolari requisiti, cioè deve essere: Formulato in termini positivi Descritto con precisione, coinvolgendo tutti 5 i sensi Verificato da una procedura precisa Mantenuto sotto controllo dalla persona che vuole raggiungerlo Allineato con le credenze e i valori profondi dell individuo
15 8) Evidenziare sempre la possibilita di risolvere le difficolta Durante un corso di formazione, i partecipanti descrivono spesso problemi e difficoltà che caratterizzano la loro esperienza di vita e diventano spesso ostacoli per la formazione. Il compito del formatore è far capire che esiste sempre una soluzione ai problemi: si tratta solo di saperla trovare. Utilizzare parole a valenza suggestiva positiva (crescita, opportunità, ) significa influenzare positivamente noi e chi ci ascolta, trasformando così i problemi in opportunità di soluzione.
16 9) Sviluppare la capacita di considerare contemporaneamente piu punti di vista Secondo la PNL, un solo punto di vista fornisce un immagine incompleta di un oggetto o di una situazione, abbiamo dunque bisogno di più prospettive. La visione delle cose da prospettive diverse non è programmata, ma viene prodotta quando i membri di un gruppo abbandonano ruoli prestabiliti comunicando fuori dagli schemi.
17 10) Valorizzare la persona La persona che partecipa è protagonista. E importante imparare subito i nomi delle persone e concordare l utilizzo del tu. Bisogna prestare attenzione alle domande e agli interventi posti dall individuo valorizzandola indipendentemente dalla qualità dell intervento stesso. La soddisfazione personale è essenziale, perché il vero valore della formazione risiede nelle persone.
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