BIC Notes. Opportunità d'impresa nella distribuzione agroalimentare. BIC Notes Dicembre numero 5

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1 BIC Notes Dicembre 00 - numero 5 BIC Notes Quaderno trimestrale su creazione d impresa e sviluppo locale Dicembre 00 - Numero 5 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB Roma Opportunità d'impresa nella distribuzione agroalimentare Mercati rionali romani: innovazione, razionalizzazione e qualità dei servizi Il CAR - Un grande cambiamento nel sistema distributivo romano e laziale I marchi di qualità: una opportunità per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e dei prodotti locali

2 Indice Quaderno di BIC Lazio - Business Innovation Centre su creazione d'impresa e sviluppo locale Editoriali Un anno in crescita raccontato dai Quaderni BIC Lazio Il settore agroalimentare romano e le nuove opportunità d impresa Focus "Mercati rionali romani: innovazione, razionalizzazione e qualità dei servizi" 7 Introduzione 8. La struttura del sistema produttivo di Roma e provincia Articoli 89 Il CAR - Un grande cambiamento nel sistema distributivo romano e laziale 9 La riorganizzazione dei mercati rionali romani 95 I marchi di qualità: una opportunità per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e dei prodotti locali News 97 Notizie, iniziative ed eventi in corso 9. Il sistema distributivo della produzione ortofrutticola fresca 6. Il Centro Agroalimentare Romano - CAR 8. I marchi di qualità 5 5. Metodologia e struttura dell'indagine relativa ai dettaglianti dei mercati rionali di Roma 6 6. Fabbisogni emersi ed ipotesi di miglioramento

3 EDITORIALI Un anno in crescita raccontato dai Quaderni BIC Lazio Giancarlo Cremonesi, Presidente BIC Lazio Lo scorso dicembre BIC Lazio inaugurava la collana "BIC Notes - i quaderni di BIC Lazio", con l'intento di diventare in breve tempo fonte d'informazione sulla creazione d'impresa ed in generale, sullo sviluppo dei territori dal punto di vista imprenditoriale. Uno strumento di aggiornamento e di approfondimento sugli aspetti con cui BIC Lazio si confronta quotidianamente, in qualità di interlocutore privilegiato delle piccole e medie imprese in fase di start up, per trovare soluzioni di sviluppo che valorizzino le loro vocazioni naturali. Con il quinto numero di questa collana, che chiude il primo anno di lavoro della nostra redazione, speriamo di essere riusciti nel nostro intento e di aver posto le basi per la crescita di un dibattito sulle strategie di rinnovamento e di sviluppo economico del territorio. La nostra intenzione era anche quella di favorire la creazione di un network d'imprese che si confrontasse su argomenti di interesse comune e sviluppasse uno spirito di collaborazione, al fine di migliorare la posizione competitiva delle singole aziende sul mercato. Siamo consapevoli che molto deve essere ancora fatto. Ma riteniamo di aver compiuto degli importanti passi in avanti in questa direzione. Ed è anche per questo, per venire cioè sempre più incontro alle esigenze delle imprese, che BIC Lazio, consapevole del ruolo che riveste all'interno della Rete delle agenzie regionali, ha ideato nuovi strumenti a sostegno della creazione e sviluppo d'impresa. Come ad esempio il "Forum delle Imprese del Lazio", un luogo di incontro per le giovani PMI del Lazio e soprattutto una occasione di dialogo con la "business community" e con gli interlocutori istituzionali. Il nostro progetto editoriale proseguirà anche il prossimo anno. Crediamo tuttavia che solo attraverso un'azione comune con i diversi attori dello sviluppo locale - operatori sociali ed economici, istituzioni, associazioni di categoria, ecc. - si possa ottenere un vero e proprio sviluppo economico sul territorio. Confidiamo perciò nei vostri suggerimenti, osservazioni ed ovviamente anche critiche costruttive, con l'augurio che la nostra iniziativa confermi gli ottimi risultati fin qui raggiunti. Buona lettura. BIC Notes dicembre 00 Editoriale

4 Il settore agroalimentare romano e le nuove opportunità d'impresa Luigi Campitelli, Direttore BIC Lazio Il settore della distribuzione, in special modo quello alimentare e dei prodotti ortofrutticoli freschi, è considerato tra i più tradizionali, con procedure, modelli, strumenti gestionali ed organizzativi rimasti immutati da decenni. Viceversa i 0 mercati rionali della città di Roma e tutte le attività che intorno ad essi gravitano, sono attraversati da processi di graduale ma radicale trasformazione strutturale. Trasformazioni che sono frutto sia dei cambiamenti nel sistema distributivo in genere, che dell'evoluzione dei modelli di consumo e degli stili di vita. Cambiamenti che, benché vissuti dagli operatori in primo luogo come una minaccia, possono essere la via affinché il sistema dei mercati rionali possa recuperare efficienza e quindi rispondere con maggiore efficacia, rispetto ad altre forme di distribuzione, anche ad alcune delle nuove domande espresse dai consumatori, trovando un nuovo e migliore posizionamento. L'individuazione e l'analisi di questi processi di razionalizzazione ed innovazione è l'obiettivo del "Focus" di questo numero: un'indagine curata dall'azienda Romana Mercati che intende disegnare il profilo del settore e l'impatto che su di esso stanno producendo sia i più recenti interventi di ammodernamento e razionalizzazione delle infrastrutture di servizio, sia le evoluzioni normative nella direzione della tracciabilità delle produzioni e dei marchi territoriali, conseguenza di una domanda di "qualità" espressa da segmenti crescenti di consumatori. L'avvio operativo della nuova piattaforma logistico-organizzativa del Centro Agroalimentare Romano può infatti essere l'occasione per riorganizzare in maniera più razionale l'intera filiera della distribuzione del prodotto fresco, riducendo diseconomie e quindi accrescendo il valore per gli operatori. Nello stesso tempo la nicchia dei prodotti di qualità, dalle produzioni "tipiche" fino a quelle di agricoltura biologica e biodinamica, è entrata nei canali di distribuzione "ordinaria" e può acquisire un suo spazio stabile anche all'interno del sistema dei mercati rionali che possono diventare terminali di una offerta più ampia e diversificata per fascia di prezzo. Naturalmente tutto ciò richiede agli operatori una migliore organizzazione ed un maggiore contenuto di servizio nel prodotto che arriva al consumatore. Ma questa rappresenta la strada obbligata perché i mercati rionali romani continuino a detenere la tradizionale posizione di centralità sul mercato di consumo al dettaglio dell'ortofrutticolo fresco e non siano schiacciati dalla grande distribuzione. In definitiva, la lettura dei fenomeni in essere in questo segmento della distribuzione nell'area metropolitana romana, deve permetterci di capire quali siano le nuove opportunità d'impresa, verso quali direzioni gli operatori del settore debbano muoversi per accrescere il valore aggiunto e la ricchezza, attraverso quali percorsi si possano favorire forme di aggregazione che accrescano la capacità competitiva anche degli operatori più piccoli. In questo modo intendiamo offrire un contributo al confronto tra i principali attori del sistema, al cui servizio mettiamo il nostro impegno per disegnare strumenti e modelli d intervento "su misura", che accompagnino i processi d'innovazione e creazione d'impresa anche in questo settore. BIC Notes dicembre 00 Editoriale

5 Focus Il Centro Agroalimentare Romano - CAR La "città del commercio ortofrutticolo" L'importanza dei marchi di qualità La bontà della produzione romana ed il marchio "Campagna Romana" I risultati di una ricerca nei mercati rionali di Roma Fabbisogni ed ipotesi di miglioramento dei dettaglianti dei mercati rionali romani

6 "Mercati rionali romani: innovazione, razionalizzazione e qualità dei servizi" BIC Lazio, in collaborazione con l'arm ed il CORIDE, presenta uno studio per individuare le esigenze degli operatori, focalizzare alcune ipotesi di intervento e favorire la modernizzazione del settore agroalimentare romano.

7 Introduzione L'Italia si caratterizza fortemente rispetto ad altri Paesi per il numero e la qualità dei mercati diffusi su tutto il territorio nazionale. Roma non fa certo eccezione a questa tradizione che si fonda su un sentire comune secondo il quale i mercati avvicinano consumatore e venditore e permettono ed, anzi, favoriscono il dialogo tra questi due soggetti. I mercati, insomma, rappresentano il luogo ideale dove il venditore educa il cliente all'acquisto e, nel contempo, il consumatore può confrontare, verificare ed addirittura discutere il prezzo della merce in vendita. Per fornire solo alcuni dati indicativi relativamente ai mercati, secondo una stima nazionale, vi sono circa addetti al settore per un volume complessivo pari al % delle vendite al dettaglio totali. Inoltre, sempre secondo una stima effettuata negli anni novanta, in Italia si tengono circa.500 mercati al giorno che costituiscono una rete di vendita estremamente capillare su tutto il territorio nazionale. Infine, un ultimo dato assai interessante, soprattutto ai fini del presente studio, concerne le principali categorie merceologiche in cui sono specializzati i mercati: in sintesi, ben il 0% del comparto alimentare è formato da punti vendita dell'ortofrutta, mentre nell'extralimentare prevale senza dubbio la vendita dell'abbigliamento. L'Italia, per le sue condizioni storiche e geografiche, è il luogo ideale dove il rapporto tra commercio ambulante e abitudini di vita e di consumo si è consolidato. Tuttavia, in questi ultimi anni tale rapporto sembra essere attraversato da una crisi crescente, una crisi determinata da vari fattori, tutti altrettanto importanti e determinanti. Infatti, se da un lato il comportamento dei consumatori è mutato nel tempo, soprattutto in riferimento ai consumi alimentari, e la medio-grande distribuzione ha vieppiù rosicchiato quote di mercato alla vendita ambulante, è altresì certo che sempre più le politiche comunali di pianificazione hanno riservato un ruolo di marginalità a questa forma di vendita al dettaglio. Alle prese con problemi di viabilità e di inadeguatezza delle infrastrutture ed al fine di garantire una migliore qualità della vita cittadina, le autorità locali competenti hanno avviato ampi piani di recupero e di riqualificazione urbana. Tali piani si sono spesso tradotti in interventi di delocalizzazione dei nuovi mercati, realizzati sì su aree attrezzate, ma lontani dagli insediamenti abitativi. Inoltre, la crisi dei mercati rionali sembra aggravata da una forte presenza di abusivismo commerciale, che penalizza e danneggia le imprese ambulanti legali. Tuttavia, gli operatori dei mercati svolgono un ruolo imprescindibile nella nostra vita quotidiana, un ruolo calmieratore sull'intero sistema distributivo contribuendo a contenere l'indice generale dei prezzi al consumo e, quindi, l'inflazione e tutelando, conseguentemente, i consumatori, soprattutto quelli appartenenti alle fasce sociali ed economiche più deboli. Come se non bastasse, il settore distributivo dei mercati rionali assorbe una forza lavoro di oltre unità. Tutte queste considerazioni aprono la strada ad una serie di riflessioni sul settore, che soprattutto a Roma sperimenta una crisi seria e, purtroppo, perdurante. Una crisi che racchiude in sé tutti gli elementi fin qui enunciati ed è sintomo di una graduale, ma radicale trasformazione strutturale dei mercati a scapito di tradizioni, folklore e specificità distributiva. Il BIC Lazio, coerentemente con il proprio ruolo di soggetto di riferimento per i progetti volti a sostenere lo sviluppo imprenditoriale locale, ha messo a punto - congiuntamente all'azienda Romana Mercati - una specifica ipotesi di intervento; attraverso un'indagine di mercato sono state identificate le esigenze degli operatori di prodotti orto- BIC Notes dicembre 00 Focus 7

8 frutticoli freschi dei mercati rionali romani e le loro richieste in termini di servizi da sviluppare, migliorare e perfezionare. Con il presente studio si intende fornire un quadro il più possibile esaustivo della situazione di fatto in cui versano gli ambulanti dei mercati rionali romani Esso si suddivide in 6 capitoli fondamentali: un primo capitolo dedicato all'analisi puntuale del sistema produttivo ortofrutticolo della provincia di Roma con le stime circa i quantitativi di ortofrutta fresca prodotti nell'arco di un anno; un secondo capitolo incentrato sulla struttura del sistema distributivo di ortofrutta romano con una particolare attenzione all'organizzazione generale dei mercati rionali; un terzo capitolo fondato sull'analisi del neonato Centro Agroalimentare Romano e sulla sua capacità di risposta nei confronti del sistema distributivo dei mercati rionali; un quarto capitolo basato sullo studio dei marchi di qualità nell'ottica di evidenziare la bontà della produzione romana rispetto a quella proveniente da altri territori della regione e/o del Paese; un quinto capitolo di esplicazione della metodologia utilizzata per condurre l'indagine di mercato e sulla sua strutturazione; un sesto capitolo, infine, imperniato sull'analisi dell'output derivante dalla metodologia usata per l'analisi del settore.. La struttura del sistema produttivo di Roma e provincia. La struttura del comparto ortofrutticolo nella provincia di Roma Il 5 Censimento generale dell'agricoltura 000 segnala la presenza, nella provincia di Roma, di.879 aziende agricole impegnate nelle coltivazioni ortive e di ben 8.69 aziende che effettuano coltivazioni di fruttiferi. A queste vanno aggiunte 96 aziende agricole con coltivazioni di agrumi, alle quali è stato ovviamente dato uno specifico rilievo statistico. Per semplicità terminologica utilizzeremo nel presente lavoro la dizione "ortofrutta" per indicare il complesso di ortive, agrumi e fruttiferi. Il dato censuario non riporta l'eventuale esistenza ed il relativo peso di aziende specializzate all'interno dei comparti produttivi sopra ricordati. Dunque, dobbiamo fare riferimento ad una realtà di aziende agricole che potrebbero essere ad indirizzo esclusivo (ortaggi, frutta o agrumi) così come potrebbero avere un ordinamento misto (ortofrutticolo oppure di altre combinazioni produttive). Si può affermare senza incorrere in errori di valutazione o in una sovrastima che nella provincia di Roma sono presenti aziende agricole ortofrutticole. La superficie ad ortofrutta rappresenta poco meno del 6,6% della superficie agricola utilizzata (SAU) dell'intera provincia di Roma. É da evidenziare come l'importanza relativa della SAU ortofrutticola sulla superficie agricola utilizzata complessiva sia diminuita nell'intervallo censuario : nel 990 il suo peso era infatti del 7,5%. Tale andamento è il risultato di tendenze intercensuarie molto diversificate all'interno del comparto ortofrutticolo. Le ortive ed i fruttiferi sono oggetto di una generale riduzione, sia delle aziende che della superficie investita, mentre gli agrumi sono in aumento, ma questi ultimi rappresentano - come si è visto - una percentuale quasi irrilevante dell'ortofrutta della provincia di Roma. 8 BIC Notes dicembre 00 Focus

9 Grafico - Provincia di Roma - Censimento 000. Composizione delle superfici investite a coltivazioni ortofrutticole. Ortive,% Fruttiferi 67,7% Agrumi 0,9% In particolare: le ortive perdono più in termini di aziende (-55,%) che di superficie investita (-%); i fruttiferi al contrario vedono restringere la superficie (-,6%) più del numero di aziende (-,6%); gli agrumi segnano un incremento delle superfici (6,%) e delle aziende dedicate (6,%). Prima di continuare ad analizzare altre caratteristiche dell'andamento della dotazione strutturale del comparto ortofrutticolo della provincia di Roma si vuole fare riferimento all'incidenza che esso riveste nel comparto ortofrutticolo a livello regionale. In termini assoluti, nella provincia di Roma Grafico - Provincia di Roma Variazioni in percentuale delle aziende e della superficie delle coltivazioni di ortive e di fruttiferi Aziende Ortive Superficie Fruttiferi BIC Notes dicembre 00 Focus 9

10 le ortive hanno perso circa mila ettari di superficie e le coltivazioni di fruttiferi sono diminuite di circa mila ettari. Nella regione Lazio il comparto ortofrutticolo ha perso circa.00 ettari. La provincia di Roma ha subito dunque quasi la metà della perdita di superficie ortofrutticola regionale nell'intervallo censuario Nel 000 la superficie destinata ad ortofrutta nella provincia di Roma è pari al,7% dell'intera superficie investita ad ortofrutta nella regione Lazio. Nel 990 tale valore era collocato a 7,%. Anche in questo caso le tendenze intercensuarie si presentano molto diversificate: in termini di superficie, le ortive della provincia di Roma rappresentano il,5% della superficie orticola regionale mentre i fruttiferi sono collocati al,%. Ma quello che preme sottolineare è che, nell'intervallo censuario , le superfici investite ad ortive ed a fruttiferi nella provincia di Roma hanno entrambe ridotto del 7% circa la loro incidenza su quelle con la stessa destinazione nella regione Lazio; in termini di numero di aziende, invece, l'andamento è stato diverso nel comparto delle ortive ed in quello dei fruttiferi. Le aziende con coltivazioni di ortive hanno visto diminuire il loro peso sul totale regionale del 5,%, passando da un'incidenza del 0,5% al,8%. Le aziende con coltivazioni di fruttiferi hanno incrementato dell'% il loro peso relativo sul totale regionale, passando da un'incidenza del,% al,8%. Gli andamenti sopra descritti rafforzano le differenze nelle struttura delle imprese operanti nel comparto delle orticole e nel comparto delle fruttifere. L'aspetto che si vuole porre in rilievo è quello delle cosiddette "microimprese", cioè le aziende con meno di un ettaro di superficie investita nella coltura. Per le ridotte dimensioni esse sono un oggettivo ostacolo a rapporti professionali con il mercato e con gli stakeholders nella filiera agroalimentare. Solo un particolare impegno associativo o forti politiche di servizi potrebbero dare a queste realtà una diversa prospettiva economica. La distribuzione del numero di aziende con coltivazioni ortive si presenta molto più "robusta" di quella del numero di aziende con coltivazioni fruttifere. Infatti la percentuale di "microimprese" è pari al 0,% del totale delle aziende con coltivazioni ortive di fronte al ben 6% registrato nel comparto dei fruttiferi. La figura riassume graficamente la composizione percentuale delle aziende con coltivazioni ortive e fruttifere rispetto alle diverse classi di SAU alle quali afferiscono. La figura mostra la distribuzione percentuale della superficie investita in coltivazioni ortive e fruttifere a seconda delle classi di SAU alle quali appartengono le aziende agricole. Si evidenzia la concentrazione delle ortive nelle classi di SAU più elevate: solo il 7,6% della superficie a coltivazioni orticole si trova in aziende inferiori a 5 ettari di SAU. Mentre per i fruttiferi lo stesso riferimento è collocato a 6,%. La superficie irrigata è tipicamente quella delle coltivazioni ortive che ne occupa poco più di due terzi del totale. La percentuale di superficie irrigata all'interno di ciascun comparto ortofrutticolo è la seguente: ortive 75,7%, agrumi 7,6%, fruttiferi 7,6%. Nella coltivazione di ortive 5 aziende, con superficie investita superiore a 5 ettari ed irrigata, rappresentano il cuore produttivo del comparto occupando ben il 6% della superficie irrigata ed il 7% della superficie totale ad ortive. Nella coltivazione di fruttiferi non è possibile individuare un nucleo produttivo così concentrato. Le aziende con superficie investita superiore a 5 ettari ed irrigata rappresentano anch'esse il 6% della superficie irrigata, ma corrispondono ad appena il 5,% della superficie totale ad ortive. 0 BIC Notes dicembre 00 Focus

11 Grafico - Provincia di Roma - Censimento 000. Composizione in percentuale delle aziende per classi di SAU (ha). Fruttiferi Ortive 0% 0% 0% 60% 80% 00% meno di ed oltre Grafico - Provincia di Roma - Censimento 000. Composizione in percentuale della superficie per classi di SAU (ha). Fruttiferi Ortive 0% 0% 0% 60% 80% 00% meno di ed oltre BIC Notes dicembre 00 Focus

12 . Gli ordinamenti produttivi del comparto ortofrutticolo nella provincia di Roma L'impianto informativo del 5 Censimento generale fornisce alcune indicazioni sugli ordinamenti produttivi che risultano molto più dettagliate per i fruttiferi di quanto sia possibile riscontrare per le ortive. Le coltivazioni ortive () vengono distinte in due grandi categorie: in piena aria e protette. Le coltivazioni ortive in piena aria sono le coltivazioni di legumi freschi e di ortaggi praticate all'aperto sia in pieno campo che in orti stabili o industriali. Si distinguono in: pieno campo, quando sono in avvicendamento con altre coltivazioni agricole; orti stabili o industriali, quando sono caratterizzate da un rapido avvicendamento tra di loro e producono ortaggi e legumi freschi normalmente immessi nel commercio con una utilizzazione della superficie di base ripetuta nel corso dell'annata agraria. Le coltivazioni ortive protette sono quelle praticate al coperto per tutto o per la maggior parte del ciclo vegetativo. I dati sulla coltivazione delle ortive protette sono indicati distintamente a seconda che esse siano effettuate in serra oppure in tunnel, campane, ecc. () Il questionario del Censimento limita l'informazione disponibile alla distinzione tra pomodoro da mensa, pomodoro da industria ed altre ortive nel caso delle coltivazioni di pieno campo. Mentre, per gli orti stabili o industriali e per le colture protette in serra, viene proposta esclusivamente la distinzione tra pomodoro da mensa ed altre ortive. Sono.786 le aziende agricole (pari al 97,6% del totale del comparto ortivo) che praticano la coltivazione in piena aria mentre sono 569 le aziende agricole (pari al 9,% del totale delle aziende con ortive) che utilizzano metodi di copertura per le coltivazioni protette. In particolare, 9 aziende sono dotate di serre. Le coltivazioni ortive in piena aria rappresentano il 9,8% della superficie e quelle protette il 7,%.. Rientrano in questa voce: - legumi freschi: fagiolo, pisello, fava; - carciofo; - fragola; - pomodoro da mensa; - pomodoro da industria; - altre ortive: acetosella, aglio, asparago, barbabietola da orto, basilico, bietola, broccoletto di rapa, cardo, carota, cavolfiore, cavolo a penna, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo di Bruxelles, cavolo rapa, cavolo rosso, cavolo verza, cetriolo da mensa, cetriolini, cicoria o radicchio (da foglie e da radici); cipolla, cocomero o anguria, crescione, finocchio, funghi (esclusi quelli coltivati in grotte, sotterranei o in appositi edifici), indivia (riccia e scarola), lattuga (cappuccina romana, da taglio), mais dolce, melanzana, melone o popone o cantalupo, pastinaca, peperone, porro, prezzemolo, rapa, ravanello, scalogno, scorzonera, scorzonera bianca, sedano (da coste e da foglie), sedano rapa (da radice), spinacio, topinambur, zucca, zucchine.. Per serra si intende una costruzione per la protezione delle coltivazioni, di altezza sufficiente per potervi accedere ed eseguirvi le operazioni colturali in grado di riprodurre un ambiente artificiale che permette di coltivare piante fuori stagione o piante che esigono speciali condizioni climatiche. Fra le serre sono comprese sia le installazioni di tipo tradizionale con struttura in muratura o metallica e con copertura di vetro, sia le costruzioni più semplici, generalmente costituite da intelaiatura di legno con copertura di materiale plastico rigido o flessibile estesa sia al tetto sia alle pareti. Non sono considerate serre le costruzioni la cui copertura è limitata al tetto e/o ad alcune pareti dato che non si realizza quella differenza tra condizioni ambientali interne ed esterne che è caratteristica delle serre vere e proprie. I tunnel sono le coperture installate allo scopo di proteggere file di piante mentre le campane sono quelle installate allo scopo di proteggere un numero limitato di piante. BIC Notes dicembre 00 Focus

13 All'interno delle coltivazioni in piena aria risulta largamente prevalente la coltivazione in pieno campo (78,5% della superficie investita) rispetto alla coltivazioni in orti stabili o industriali (,5% della superficie). Certamente quest'ultima modalità rappresenta una realtà estremamente professionale e collegata al mercato ed impegna ben 599 aziende su quasi 800 ettari di superficie. Come evidenzia la figura 6, le coltivazioni di ortive in orti stabili o industriali presentano una composizione percentuale per classi di SAU più concentrata in quelle centrali da 5 a 50 ettari. Nelle coltivazioni di ortive in pieno campo la superficie è così distribuita tra le varie colture: pomodoro da mensa 8%, pomodoro da industria 7,%, altre ortive 8,8%. Nelle coltivazioni di ortive in orti stabili o industriali la superficie presenta la seguente distribuzione per colture: pomodoro da mensa,%, altre ortive 96,6%. L'analisi dei dati relativi alle coltivazioni di ortive in ambiente protetto evidenzia la larga prevalenza delle serre (che coprono l'89% della superficie protetta) e dell'ordinamento produttivo ad altre colture (8,7% della superficie serricola) anche se il dato relativo al pomodoro da mensa è rilevante (8,% della superficie serricola) con un peso percentuale più che doppio rispetto alla quota da esso rappresentata nelle coltivazioni in piena aria. Di particolare rilievo sono i risultati dell'analisi intercensuaria per le colti- Grafico 5 - Provincia di Roma - Censimento 000. Composizione delle superfici investite a coltivazioni ortofrutticole. Protette 7,% In piena aria 9,8% Grafico 6 - Provincia di Roma - Censimento 000. Composizione in percentuale delle superfici ortive per classi di SAU (ha). In orti stabili o industriali In pieno campo 0% 0% 0% 60% 80% 00 meno di ed oltre BIC Notes dicembre 00 Focus

14 vazioni in piena aria e per quelle protette. Infatti, mentre le prime si presentano in forte calo (soprattutto nelle aziende ma anche nelle superfici) le colture ortive protette manifestano un incremento del 0,5% in termini di numero di aziende impegnate ed un aumento del % delle superfici. Si evidenzia, dunque, una realtà aziendale e produttiva solida ed in crescita. Purtroppo non si registrano analoghi risultati per quanto riguarda l'altra componente altamente professionale delle coltivazioni ortive: quella praticata in orti stabili o industriali. Infatti, l'analisi delle variazioni intercensuarie Grafico 7 - Provincia di Roma Variazioni in percentuale delle aziende e delle superfici ortive in piena aria e protette In piena aria Aziende Protette Superficie Grafico 8 - Provincia di Roma Variazioni in percentuale delle aziende e delle superfici ortive in piena aria Di pieno campo In orti stabili o industriali Aziende Superficie BIC Notes dicembre 00 Focus

15 all'interno delle ortive coltivate in piena aria mostra, come evidenziato nella figura 8, un particolare arretramento proprio degli orti stabili o industriali. Con riferimento alle zone altimetriche, la prima considerazione è che le coltivazioni di ortive sono poco presenti in montagna: la superficie coperta è appena di 98 ettari pari al,5% del totale. Nella collina e nella pianura le coltivazioni di ortive sono fortemente presenti. Quelle in piena aria sono così ripartite rispetto al totale: collina,% e pianura 5,%. Quelle protette vedono aumentare il peso della pianura (6,5%) e diminuire quello della collina (5,%). Merita una sottolineatura anche il confronto tra la ripartizione del numero di aziende agricole per zona altimetrica. La montagna, a fronte della già evidenziata esiguità della superficie impegnata, ha comunque 69 aziende impegnate nella coltivazione di ortive. La collina ha il maggiore peso in termini di aziende (59,7%) a fronte del,7% della superficie. La pianura si presenta con caratteristiche competitive, impegnando il,% delle aziende orticole sul 5,9% della superficie. E' interessante anche evidenziare come le colture protette segnalino una discreta presenza di aziende anche in collina. La ripartizione tra zone altimetriche, in termini di numero di aziende con coltura protetta sul totale delle aziende esercitanti le coltivazioni orticole, è la seguente: montagna,%, pari a 5 aziende; collina 60,8%, pari a aziende; pianura 5,%, pari a 9 aziende. Gli ordinamenti produttivi dei fruttiferi sono largamente dominati dalla frutta fresca di origine temperata () (57,8% della superficie investita) anche se un ruolo preminente è ricoperto dalla frutta a guscio () (0,% della superficie investita). La frutta fresca di origine sub-tropicale (5) si estende sul restante,9% della superficie. Per superficie investita a fruttiferi si intendono le superfici investite ad albero da frutto, comprendenti sia le forme d'impianto a forte densità, sia le forme d'impianto a densità minima, in consociazione o meno con altre coltivazioni. La superficie a frutta fresca di origine temperata, come si è evidenziato anche nella figura 0, è così ripartita: pesco,8%; melo 8,8%; pero 5,%; albicocco,%; nettarina,%; altra frutta di origine temperata 5,6%. La frutta a guscio presenta una superficie prevalentemente destinata a nocciolo e castagno: appare molto contenuta la presenza del mandorlo e di altra frutta a guscio. Le aziende agricole impegnate nella coltivazione di frutta a guscio sono 5.75, delle quali ben.08 sono di entità inferiore ad un ettaro. Riguardo alla limitata realtà della coltivazione di agrumi nella provincia di Roma (96 aziende impegnate su ettari) va segnalato il ruolo dominante del mandarino che occupa. Frutta fresca di origine temperata: melo, pero pesca, nettarina (pesca noce), albicocco, susino, ciliegio (ciliegia tenerina e duracina, ciliegia visciola ed amarena o marasca), cotogno, fico, gelso (bacca), giuggiolo, lampone, loto (kaki), melograno, mirtillo, mora di rovo, nespola comune, nespolo del Giappone, ribes comune, ribes nero, sorbo, uva spina.. Frutta a guscio: mandorlo, nocciolo, carrubo, noce, pistacchio. 5. Frutta fresca di origine sub-tropicale: actinidia (kiwi), ananas, annone, avocado, babaco, banano, dattero, fico d'india, mango, maracuja, papaia, passiflora. BIC Notes dicembre 00 Focus 5

16 Grafico 9 - Provincia di Roma - Censimento 000. Composizione delle aziende investite a coltivazioni orticole. Pianura,% Montagna 7,9% Collina 59,7% Grafico 0 - Provincia di Roma - Censimento 000. Superficie (ha) frutta fresca di origine temperata Melo Pero Pesco Nettarina Albicocco Altra frutta poco più della metà della superficie investita ad agrumi (5,%). Segue la coltura dell'arancio (,%) e del limone (,%, pari a poco più di 7 ettari). Ancora più limitate le strutture produttive rispettivamente dedicate a clementine ed altri agrumi. A conclusione di questo panorama sugli ordinamenti produttivi, sembra interessante evidenziare la presenza di una piccola nicchia, non compresa nella definizione di "ortofrutta" adottata nel presente lavoro, ma che - per la sua contiguità di filiera - può essere trattata senza rischiare di uscire dal tema sviluppato: ci si riferisce alla produzione di piantine per le coltivazioni orticole. Sono interessate 07 aziende agricole per una superficie investita pari a 8,7 ettari. Allo stesso modo, giustificandolo in questo caso per la contiguità di mercato cioè per i canali commerciali spesso comuni a quelli dell'ortofrutta, si vuole fare una breve citazione dei dati strutturali relativi alla coltivazione della patata nella provincia di Roma: sono impegnate.089 aziende agricole con una superficie investita di,9 ettari. Va segnalato che, nell'intervallo censuario , le aziende che praticano la coltivazione della patata sono diminuite del 60% e la superficie del 5%. 6 BIC Notes dicembre 00 Focus

17 Grafico - Provincia di Roma - Censimento 000. Composizione in percentuale delle superfici investite a frutta a guscio. Altra frutta a guscio,5% Mandorlo,5% Nocciolo,7% Castagno,%. La struttura e gli ordinamenti produttivi del comparto ortofrutticolo nei comuni della provincia di Roma Per illustrare le caratteristiche a livello comunale dell'ortofrutta nella provincia di Roma, si è fatto ricorso all'indice di specializzazione (ISP). L'indice di specializzazione è pari a zero nel caso in cui il comune, rispetto al totale della provincia, abbia un'incidenza nella singola coltivazione uguale a quella che si registra per la SAU nel suo complesso. Allo stesso modo, se il peso del comune sulla provincia nella specifica coltivazione è superiore/inferiore a quello complessivo della SAU esso è specializzato/despecializzato; con estremi pari a + (massima specializzazione) e - (massima despecializzazione). Gli indici di specializzazione, desunti dai dati del 5 Censimento generale dell'agricoltura 000 e del Censimento generale dell'agricoltura 990, sono stati posti in mappe tematiche (6) che evidenziano la posizione ricoperta da ciascun comune. Inoltre, per ottenere una visione dinamica dei cambiamenti intervenuti nell'arco temporale che separa gli ultimi due censimenti dell'agricoltura, si è svolta un'analisi comparata intercensuaria costruendo diagrammi di dispersione, ossia la visualizzazione dei valori delle variabili come punti in un diagramma cartesiano ortogonale, che sull'asse delle X riportano i valori dell'indice di specializzazione dei comuni della provincia di Roma nel 000 e sull'asse delle Y i valori nel 990 dello stesso ISP. Gli indici di specializzazione si prestano in modo esemplare a tale scopo per la loro caratteristica di avere un campo di variabilità certo (da + a -). 6. Le mappe tematiche sono state ottenute con il software MapInfo, un potente strumento di desktop mapping, cioè un programma che consente di organizzare e gestire dati utilizzando come base una mappa computerizzata. Creare una mappa tematica ha significato - nella nostra applicazione - assegnare agli oggetti della mappa diversi colori (è possibile anche utilizzare tipi di campitura, tipi di linea o simboli) in relazione al loro valore. BIC Notes dicembre 00 Focus 7

18 Ortive Per le ortive, la tavola mostra come, nel 000, i comuni a forte specializzazione sono. Il comune di Roma è a debole non specializzazione. A livello più generale si osserva un semicerchio specializzato nella fascia peri-urbana intorno al Comune di Roma nelle aree di pianura e collina litoranea. Un dato importante è che l'area dei Castelli Romani trova nelle ortive una certa presenza di specializzazione nell'ambito delle colture erbacee, con i valori più alti ad Ariccia e Lanuvio. Tra il 990 ed il 000 i comuni specializzati sono aumentati da a. Il comune di Roma si è despecializzato. Il diagramma di dispersione delle ortive è molto aperto, a causa soprattutto dei comuni che presentano posizioni "forti". Sia con riferimento alla mantenuta specializzazione (Anzio, Ariccia, Ladispoli) che alla neo-specializzazione (Lavinio, Marano Equo) ed alla despecializzazione (Palestrina, Rocca di Papa). Ortive quadrante comuni specializzati Numerosità Comuni: 7 Subquadrante A forte specializzazione (): Anzio, Ariccia, Ladispoli. Subquadrante B forte specializzazione (in Tavola - Ortive - Indice di specializzazione 000. ISP da - a -0,5 (80 comuni) - Forte non specializzazione ISP da -0,5 a 0 (6 comuni) - Debole non specializzazione ISP da 0 a 0,5 ( comuni) - Debole specializzazione ISP da 0,5 a ( comuni) - Forte specializzazione 8 BIC Notes dicembre 00 Focus

19 aumento) (5): Anguillara Sabazia, Cerveteri, Fiumicino, Lariano, Nettuno. Subquadrante C debole specializzazione (8): Agosta, Ardea, Castel Gandolfo, Genzano di Roma, Gerano, Pomezia, San Cesareo, Velletri. Subquadrante D debole specializzazione (in diminuzione) (): Trevignano Romano. quadrante comuni neospecializzati Numerosità Comuni: 7 Subquadrante A forte neospecializzazione (da debole non specializzazione) (): Lanuvio, Marano Equo. Subquadrante B forte neospecializzazione (): Rocca Santo Stefano. Subquadrante D debole neospecializzazione (): Albano Laziale, Anticoli Corrado, Nemi, Pisoniano. quadrante comuni non specializzati Numerosità Comuni: 90 Subquadrante A debole non specializzazione (8): Arsoli, Canterano, Ciampino, Grottaferrata, Monterotondo, Santa Marinella, Subiaco, Tivoli. Subquadrante B debole non specializzazione (in diminuzione) (): Castel Madama, Montecompatri, Ponzano Romano, Sant'Angelo Romano. Subquadrante C forte non specializzazione (6): Allumiere, Arcinazzo Romano, Tavola - Ortive - Indice di specializzazione 990. ISP da - a -0,5 (67 comuni) - Forte non specializzazione ISP da -0,5 a 0 (0 comuni) - Debole non specializzazione ISP da 0 a 0,5 (7 comuni) - Debole specializzazione ISP da 0,5 a (6 comuni) - Forte specializzazione BIC Notes dicembre 00 Focus 9

20 ,00 Grafico - Ortive - Confronto Indice di specializzazione. 0, ,00-0,50 -,00 -,00-0,50 0,00 0,50, Bracciano, Camerata Nuova, Canale Monterano, Capranica Prenestina, Carpineto Romano, Casape, Castelnuovo di Porto, Castel San Pietro Romano, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Ciciliano, Cineto Romano, Civitella San Paolo, Colleferro, Colonna, Fiano Romano, Filacciano, Formello, Frascati, Gallicano nel Lazio, Gavignano, Gorga, Jenne, Licenza, Magliano Romano, Mandela, Manziana, Marcellina, Marino, Mazzano Romano, Monteflavio, Montelanico, Montelibretti, Monte Porzio Catone, Montorio Romano, Moricone, Morlupo, Nazzano, Nerola, Olevano Romano, Percile, Poli, Riano, Rignano Flaminio, Riofreddo, Roccagiovine, Sacrofano, Sambuci, San Gregorio da Sassola, San Polo dei Cavalieri, Sant'Oreste, San Vito Romano, Saracinesco, Segni, Tolfa, Torrita Tiberina, Vallepietra, Vallinfreda, Vicovaro, Vivaro Romano. Subquadrante D forte non specializzazione (in aumento) (6): Affile, Artena, Bellegra, Campagnano di Roma, Capena, Cave, Genazzano, Guidonia Montecelio, Labico, Palombara Sabina, Rocca Canterano, Rocca di Cave, Rocca Priora, Roiate, Valmontone, Zagarolo. quadrante comuni despecializzati Numerosità Comuni: 6 Subquadrante A debole despecializzazione (da forte specializzazione) (): Roviano. Subquadrante B debole despecializzazione (): Civitavecchia, Roma, Mentana. Subquadrante C forte despecializzazione (da debole specializzazione) (): Palestrina. Subquadrante D forte despecializzazione (): Rocca di Papa. 0 BIC Notes dicembre 00 Focus

21 Fruttiferi I fruttiferi mostrano una specializzazione concentrata attorno a due poli. Il primo è quello della Sabina (Palombara Sabina, Moricone, Montelibretti, Sant'Angelo Romano e Mentana) relativo a comuni di collina quali Palombara Sabina, Morione, Montelibretti, Sant'Angelo Romano e Mentana, ma anche alcuni comuni limitrofi di montagna (San Polo dei Cavalieri, Marcellina e Castel Madama) evidenziano una media specializzazione. Il secondo polo di specializzazione ha il suo centro nei Comuni di Palestrina, Labico e San Cesareo: si propaga poi fino ai Monti Lepini ed in molti comuni dell'area dei Castelli Romani (in particolare Rocca di Papa). Interessante il rilievo di Manziana, di Mazzano e di Rignano Flaminio. Il Comune di Roma è non specializzato. La coltura dei fruttiferi è specializzata in 8 comuni, dei quali ben 6 a forte specializzazione. Otto comuni si presentano come neospecializzati e la posizione più interessante è quella di Montelanico: ma anche di Rocca di Cave e di Segni. Tra i comuni de-specializzati (5) la posizione di maggior arretramento la registra Castel Gandolfo ed, a seguire, Cerveteri, Monterotondo e Nerola. Tavola - Fruttiferi - Indice di specializzazione 000. ISP da - a -0,5 (50 comuni) - Forte non specializzazione ISP da -0,5 a 0 ( comuni) - Debole non specializzazione ISP da 0 a 0,5 (8 comuni) - Debole specializzazione ISP da 0,5 a (8 comuni) - Forte specializzazione BIC Notes dicembre 00 Focus

22 Tavola - Fruttiferi - Indice di specializzazione 990. ISP da - a -0,5 (5 comuni) - Forte non specializzazione ISP da -0,5 a 0 ( comuni) - Debole non specializzazione ISP da 0 a 0,5 (7 comuni) - Debole specializzazione ISP da 0,5 a (6 comuni) - Forte specializzazione Grafico - Fruttiferi - Confronto Indice di specializzazione.,00 0, ,00-0,50 -,00 -,00-0,50 0,00 0,50, BIC Notes dicembre 00 Focus

23 Fruttiferi quadrante comuni specializzati Numerosità Comuni: 8 Subquadrante A forte specializzazione (6): Castel Madama, Labico, Lariano, Manziana, Marcellina, Mazzano Romano, Mentana, Montelibretti, Moricone, Palestrina, Palombara Sabina, Rocca di Papa, San Cesareo, Sant'Angelo Romano, Velletri, Zagarolo. Subquadrante B forte specializzazione (in aumento) (): Cave. Subquadrante C debole specializzazione (): Albano Laziale, Ariccia, Colonna, Genzano di Roma, Guidonia Montecelio, Lanuvio, Marino, Montorio Romano, Rignano Flaminio, San Polo dei Cavalieri, Sant'Oreste. quadrante comuni neospecializzati Numerosità Comuni: 8 Subquadrante B forte neospecializzazione (): Montelanico. Subquadrante C debole neospecializzazione (da forte non specializzazione) (): Rocca di Cave, Segni. Subquadrante D debole neospecializzazione (5): Carpineto Romano, Gavignano, Nemi, Olevano Romano, San Vito Romano. Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli, Camerata Nuova, Campagnano di Roma, Canterano, Capena, Casape, Castelnuovo di Porto, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Ciciliano, Civitavecchia, Civitella San Paolo, Colleferro, Fiano, Gallicano nel Lazio, Gorga, Jenne, Licenza, Marano Equo, Percile, Pisoniano, Poli, Ponzano Romano, Riofreddo, Rocca Canterano, Roccagiovine, Rocca Santo Stefano, Roiate, Roma, Sacrofano, Sambuci, Santa Marinella, Subiaco, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro Romano, Tolfa. Subquadrante D forte non specializzazione (in aumento) (8): Anzio, Artena, Bellegra, Frascati, Monteflavio, Morlupo, Nazzano, Nettuno. quadrante comuni despecializzati Numerosità Comuni: 5 Subquadrante A debole despecializzazione (da forte specializzazione) (): Castel Gandolfo. Subquadrante B debole despecializzazione (): Cerveteri, Monterotondo, Nerola. Subquadrante C forte despecializzazione (da debole specializzazione) (): Fiumicino. quadrante comuni non specializzati Numerosità Comuni: 79 Subquadrante A debole non specializzazione (0): Agosta, Allumiere, Ardea, Canale Monterano, Filacciano, Formello, Gerano, Genazzano, Grottaferrata, Ladispoli, Magliano Romano, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Pomezia, Rocca Priora, Roviano, San Gregorio da Sassola, Vicovaro, Tivoli, Trevignano Romano. Subquadrante B debole non specializzazione (in diminuzione) (0): Bracciano, Capranica Prenestina, Castel San Pietro, Ciampino, Cineto Romano, Mandela, Riano, Saracinesco, Valmontone, Torrita Tiberina. Subquadrante C forte non specializzazione (): Affile, Anguillara Sabazia, Anticoli BIC Notes dicembre 00 Focus

24 Allegato statistico al Primo Capitolo. Tabella - Provincia di Roma. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole. Ortive Agrumi Fruttiferi Aziende Superficie.98,7, ,6 Anni di censimento 990 Aziende Superficie ,0 58 7,8.76.5,87 Aziende Superficie 7.79,09 77,7 9.89,57 Ortive Agrumi Fruttiferi Variazioni intercensuarie percentuali Superficie Aziende Superficie Aziende -,0 -,7 -,8-69, 6, 99,0-8,5,9 -,6 -,6 6,8,8 Aziende -55, 6, -,6 Superficie -8, 5, -, Fonte dati: Istat. Tabella - Lazio. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole. Ortive Agrumi Fruttiferi Aziende Superficie 6.59,0 98, ,85 Anni di censimento 990 Aziende Superficie , , ,7 Aziende Superficie.09,58.06,9 6.07,50 Ortive Agrumi Fruttiferi Variazioni intercensuarie percentuali Superficie Aziende Superficie Aziende -0, -5, -8,9-6,0-9,8, 7,6 7, -7, 6, 9,5 5,8 Aziende -9,9 -,8 -, Superficie -7, -,8 7, Fonte dati: Istat. BIC Notes dicembre 00 Focus

25 Tabella - Incidenza in percentuale della provincia di Roma sulla regione Lazio. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole. Ortive Agrumi Fruttiferi Aziende,8,9,8 000 Superficie,5,, Anni di censimento 990 Aziende Superficie 0,5 9,5,9,, 6,6 Aziende 9,0 8,6, 98 Superficie, 7, 7, Ortive Agrumi Fruttiferi Variazioni intercensuarie percentuali Superficie Aziende Superficie Aziende -7, 5, -, -, 9,9 7,9 -,8 5,7-7,,7 -, 5,7 Aziende -5, 8,0,0 Superficie -8,9 68,6-9, Fonte dati: Istat. Tabella - Provincia di Roma. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole, suddivise per classi di SAU (ha). Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di Classi di SAU e oltre 6 5 Totale Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 05,05 6,66.8, ,7 9,9.6,6 Classi di SAU 5-0.9,,09.95,5 0-50,, 60,05 50 e oltre 578, ,8 Totale.98,7, ,6 Fonte dati: Istat del 5 Censimento generale dell' Agricoltura 000. BIC Notes dicembre 00 Focus 5

26 Tabella 5 - Provincia di Roma. Composizione percentuale delle aziende e della superficie investita (ha) per le coltivazioni ortofrutticole, suddivise per classi di SAU (ha). Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 0, 77, 6,0-5, 8,9 0, Classi di SAU ,7,, 0,5,7 0,6 50 e oltre,6 0, 0, Totale 00,0 00,0 00,0 Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 5,,, - 5,5 6, 9,8 Classi di SAU , 0, 0,7 0,, 7,0 50 e oltre,5 0,0 9,5 Totale 00,0 00,0 00,0 Fonte dati: Istat del 5 Censimento generale dell' Agricoltura 000.

27 Tabella 6 - Provincia di Roma. Aziende con superficie irrigata (ha) per le coltivazioni ortofrutticole, suddivise per classi di SAU (ha). Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di Classi di SAU e oltre 0 6 Totale Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 06,86,0 7,8-5.0,6 0,9,96 Classi di SAU 5-0.0,05 0,5 9, ,8,0 6, 50 e oltre 6, ,9 Totale.06,6 8,60.5,7 Fonte dati: Istat del 5 Censimento generale dell' Agricoltura 000. Tabella 7 - Provincia di Roma. Incidenza percentuale delle aziende con superficie irrigata (ha) e della superficie irrigata sul totale di aziende e di superficie per le coltivazioni ortofrutticole, suddivise per classi di SAU (ha) Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 7,6 5, 5, ,6 7,8 8,6 Classi di SAU ,9 50,0,9 0,0 9,5, 50 e oltre 5,6 0,0 9,6 Totale 50,9 6,0 7, Aziende Ortive Agrumi Fruttiferi Meno di 5, 8,7 7,5-5 79,0,,6 Classi di SAU ,7 76,8,7,8 5,8, 50 e oltre 6,0 0,0,8 Totale 75,7 7,6 7,6 Fonte dati: Istat del 5 Censimento generale dell' Agricoltura 000. BIC Notes dicembre 00 Focus 7

28 Tabella 8 - Provincia di Roma. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortive, suddivise per tipologia. 5 Censimento 000. Coltivazioni Ortive In piena aria In coltivazioni di pieno campo Pomodoro da mensa Pomodoro da industria Altre ortive In orti stabili o industriali Pomodoro da mensa Altre ortive Protette In serra Pomodoro da mensa Altre ortive In tunnel, campane, ecc. Aziende Superficie.98,7.697,5.900,7,7 07,9.60,5 796,8 7, 769,9 86,0 5,7 6,5 08,8,9 Fonte dati: Istat del 5 Censimento generale dell' Agricoltura 000. Tabella 9 - Provincia di Roma. Aziende e superficie investita (ha) per le coltivazioni ortive, suddivise per tipologia. Censimento 990. Coltivazioni Ortive In piena aria In coltivazioni di pieno campo In orti stabili o industriali Protette Variazioni % Coltivazioni Ortive In piena aria In coltivazioni di pieno campo In orti stabili o industriali Protette Aziende Aziende -55, -55,9-50, -69, 0,5 Superficie 6.0,0 5.89,8.7,5.5,,57 Superficie -,0-6,5 -,0-67,,0 Fonte dati: Istat del Censimento generale dell' Agricoltura BIC Notes dicembre 00 Focus

29 . Il sistema distributivo della produzione ortofrutticola fresca. La struttura della distribuzione dei prodotti ortofrutticoli A livello nazionale, l'indagine ISMEA ci dice che gli acquisti domestici di ortofrutta si sono attestati nell'anno 00 su di un volume di 5,6 milioni di tonnellate per una spesa pari a 7,6 miliardi di euro. Questo dato significa che il tasso di incidenza di tali acquisti sulla spesa domestica alimentare nazionale è stato del 7,%, vale a dire la seconda voce in termini d'importanza dietro agli acquisti di carne e derivati (5%) e davanti agli acquisti di latte e derivati (6,6%). La stessa fonte sostiene altresì che la forte crescita registrata dai prezzi al consumo, soprattutto per il segmento del fresco, che si è attestata intorno all'8%, ha penalizzato la domanda dal lato dei volumi, che hanno a loro volta subito una contrazione pari al 0,%. Inoltre, situazioni oggettive quali le condizioni climatiche hanno fortemente compromesso le principali produzioni ortofrutticole andando ad incidere di conseguenza sulla dinamica dei prezzi del comparto che già risentiva dell'introduzione della nuova moneta europea. L'effetto derivato da questa congiuntura sfavorevole ha determinato una importante contrazione dei volumi d'acquisto per famiglia ed addirittura un calo nel numero delle famiglie acquirenti sebbene solo in alcune tipologie distributive. In effetti, le tipologie maggiormente colpite sono state proprio quelle del dettaglio tradizionale, nella forma fissa ed ambulante, che hanno accusato nel corso dell'ultimo anno una forte perdita proprio nel numero di famiglie acquirenti. E' da sottolineare, in proposito, che l'atteggiamento di difesa dei consumatori nei confronti del caro-ortaggi, accompagnato da uno spirito di cautela nei confronti dell'introduzione dell'euro e di eventuali speculazioni, li ha spinti a preferire il canale moderno. Vi è stato uno spostamento degli acquisti dal dettaglio tradizionale verso gli iper e verso i supermercati ed altre formule come i discount, poichè proprio il canale moderno ha provveduto ad introdurre tempestivamente, su scaffali e nelle confezioni di acquisto, il doppio prezzo. Tuttavia, gli acquisti del comparto risentono anche di una generale stagnazione dei consumi che interessa l'agroalimentare nazionale. I cambiamenti intervenuti nella struttura sociale, economica e culturale del Paese hanno contribuito a modificare lo stile di vita e le abitudini di consumo delle famiglie italiane. La ricerca di prodotti in grado di far risparmiare tempo, caratterizzati da elevato contenuto di servizio, gusto e sapore di una volta, sicuri dal punto di vista igienico-sanitario, innovativi e rispettosi dell'ambiente, ha avuto riflessi anche sugli acquisti di ortofrutta. E' stata, infatti, registrata una crescita della domanda di ortaggi surgelati e succhi di frutta, prodotti succedanei che grazie ad elementi come praticità e facilità di consumo accrescono la loro pressione concorrenziale sul segmento del fresco. Un altro elemento assai interessante emerso dall'indagine ISMEA consiste nel ruolo crescente di super ed ipermercati nella distribuzione dei prodotti ortofrutticoli. Limitatamente al segmento del fresco, questa tipologia di distribuzione ha registrato un incremento della quota di mercato per gli ultimi 5 anni pari a,% in quantità e 5,6% in valore di acquisti. Parallelamente, per gli ambulanti e mercati rionali si è verificata una contrazione delle vendite pari a,% in quantità e a,7% in volume. I mutati stili di vita e la necessità di concentrare gli acquisti in termini di tempo e luogo hanno favorito senza dubbio la grande distribuzione rispetto al dettaglio tradizionale, soprattutto nella forma fissa, il cui elemento peculiare è la vendita assistita. Una più puntuale analisi del comparto ci indica, inoltre, che gli acquisti domestici di ortofrutta fresca rappresentano ben il 70% del totale consumato nel territorio nazionale, mentre il restante 0% è consumato in occasioni extra domestiche, vale a dire in mense, ristoranti, alberghi, ospedali, ecc. La spesa BIC Notes dicembre 00 Focus 9

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