Lavori di espurgo, sistemazione manufatti, ripresa frane sul cavo Dogaro Relazione Descrittiva

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1 Ordinanza n. 5 del 08/07/2014 Interventi urgenti relativi al programma di messa in sicurezza idraulica, connessa ai fiumi che hanno generato gli eventi alluvionali abbattutisi sulla provincia di Modena tra il 17 ed 19 gennaio 2014, interessanti i Comuni già colpiti dal sisma del 2012 individuati nel decreto del 28 gennaio 2014, n. 4. Approvazione secondo stralcio" Lavori di espurgo, sistemazione manufatti, ripresa frane sul cavo Dogaro Relazione Descrittiva 1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE Lo scrivente Consorzio della Bonifica Burana è stato costituito ai sensi delle Leggi Regionali n 5/2009, della deliberazione della Giunta Regionale n. 778 del 03/06/2009, della Deliberazione dell Assemblea Legislativa n. 246 del 22/07/2009 e della Deliberazione della Giunta Regionale n del 27/07/2009, comprendente il territorio del Consorzio della Bonifica Burana-Leo-Scoltenna-Panaro e parte del Consorzio di Bonifica Reno Palata. Il Consorzio della Bonifica Burana ha istituzionalmente il compito di progettare e gestire le opere di bonifica all interno di un comprensorio di oltre ettari che comprende rispettivamente: 3 regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana); 5 province (Modena, Bologna, Mantova, Ferrara, Pistoia), 58 comuni. In particolare il territorio consortile risulta così ripartito: REGIONE TOSCANA Provincia di Pistoia ha Provincia di Bologna ha REGIONE EMILIA-ROMAGNA Provincia di Modena ha Provincia di Ferrara ha REGIONE LOMBARDIA Provincia di Mantova ha TOTALE ha Tabella 1- Ripartizione del territorio consortile. Pag. 1 a 11

2 Progetto 855 L intera rete idraulica esistente sul territorio consortile fu realizzata nel periodo compreso tra la fine dell Ottocento e i primi del Novecento sia ex novo sia mediante l adattamento di antiche vie d acqua. Dal punto di vista morfologico ed idraulico il comprensorio del Consorzio della Bonifica Burana è suddiviso in 6 macro aree illustrate in Figura 1: Figura 1- Le aree di bonifica consortili (fonte: Consorzio della Bonifica Burana). Pag. 2 a 11

3 Si descrivono di seguito le 6 macro-aree di bonifica: 1. Montagna e collina: con una superficie di ha, questo bacino presenta problemi legati alla elevata acclività dei versanti con un dissesto idrogeologico molto diffuso e spesso grave. 2. Alta pianura destra Panaro: ricadente nei comuni modenesi di Nonantola e Ravarino con una superficie di ha, l area è attraversata da una fitta rete di canali che scola naturalmente nei collettori Zena e Rangona. 3. Area destra Panaro: ricadenti nei comuni confinanti tra le Province di Modena e Bologna per una superficie di ha, all interno dei Fiumi Panaro e Samoggia. Il territorio è attraversato da una fitta rete scolante, con a capo i vettori Collettore delle Acque Alte e Collettore Acque Basse, confluenti nel fiume Panaro. 4. Alta pianura: compresa tra la Fossa di Spezzano, il Fiume Secchia ed il Fiume Panaro, questa area ha una superficie di ha; il suo territorio, intensamente urbanizzato, è attraversato da una importante rete scolante, la cui manutenzione e sorveglianza consente di ridurre i danni delle frequenti piene. 5. Bassa pianura sinistra Panaro: è compresa tra i Fiumi Secchia, Po e Panaro, ad esclusione di un territorio di circa ha, posto a nord-ovest su cui opera il Consorzio di Revere. Una descrizione più dettagliata dell idraulica di tale area viene riportata in seguito (Par. 4). 6. Pedemontana: con una superficie di ha; il suo territorio, in buona parte urbanizzato, è attraversato da una importante rete scolante che comprende anche torrenti, confluenti nel fiume Panaro. Il territorio consortile della Bassa Pianura è caratterizzato da una ampia piana alluvionale, compresa tra i Fiumi Secchia, Po e Panaro, formata da depositi sabbiosi ai lati dei Fiumi, che costituivano gli argini naturali degli stessi, e da aree interfluviali piane più depresse la cui tessitura del terreno si presenta limoargillosa. Vaste porzioni del territorio ferrarese presentano una marcata soggiacenza rispetto al livello medio del mare e sono attraversate da fiumi e canali pensili, con il pericolo costante di inondazioni delle campagne. Lo scolo nella rete idrografica delle acque eccedenti provenienti dai territori del bacino idrografico Panaro, Burana, Po di Volano avviene quindi esclusivamente attraverso impianti di sollevamento gestiti dai Consorzi di Bonifica. In particolare l area di Bassa Pianura gestita dal Consorzio della Bonifica Burana presenta un sistema scolante costituito da una rete idrografica pressoché uniforme di oltre 17 m/ha di collettori, pari ad uno sviluppo complessivo di circa Km Si riporta nel seguito uno schema del reticolo idraulico della Bassa Pianura in cui vengono evidenziati il sistema scolante e il sistema irriguo. Pag. 3 a 11

4 2 IL CONSORZIO DELLA BONIFICA BURANA Il Consorzio della Bonifica Burana espleta sul suo territorio le funzioni e i compiti ad esso attribuiti dalla legislazione di bonifica e/o dall Autorità, ai fini della difesa del suolo e di un equilibrato sviluppo del territorio, della tutela e della valorizzazione degli ordinamenti produttivi e dei beni naturali, con particolare riferimento alle risorse idriche ed al loro uso plurimo. In particolare, il Consorzio si occupa della difesa, della sicurezza idraulica e dell approvvigionamento idrico. La peculiarità del Territorio Consortile, le cui acque scorrono sovente ad una quota più alta della pianura circostante, rende necessario fare fronte ad esigenze apparentemente opposte: lo scolo idrico in caso di pioggia e, quindi, la riduzione del pericolo di alluvioni per centri urbani e campagne, e parallelamente la garanzia di approvvigionamento idrico per le attività produttive. All uopo, il Consorzio gestisce un reticolo di oltre km di canali promiscui (scolo e irrigazione), le cui acque sono regolate da 52 impianti idrovori che le immettono o le derivano dai fiumi, le sollevano su terreni più alti e le distribuiscono nelle campagne con l ausilio di manufatti e chiaviche consortili. Altra prerogativa del Consorzio di Burana è una efficace attività di riqualificazione ambientale, attraverso la ricostruzione di zone umide, che oggi rappresenta un complemento necessario e qualificante dell'intero operato di bonifica. Infine, nella zona montana, il Consorzio si adopera in attività volte alla difesa del suolo tramite il consolidamento delle pendici in frana e la costruzione di briglie e altre opere idrauliche per limitare la potenzialità erosiva dei torrenti. Pag. 4 a 11

5 Progetto SISTEMA SCOLANTE E IRRIGUO Pag. 5 a 11

6 Il sistema idraulico della zona di Bassa Pianura si articola su due bacini principali: - il Bacino delle Acque, che comprende la parte del territorio comprensoriale che rientra nel bacino idrografico del fiume Panaro; ha una estensione di Ha e utilizza come collettore di scolo più importante il Canale Diversivo di Burana che raccoglie le acque alte poste a sud rispetto al tracciato del canale stesso e le versa nel fiume Panaro a Santa Bianca di Bondeno nel ferrarese. Altri vettori idraulici di primaria importanza per questo bacino sono il Diversivo di Cavezzo, con sviluppo complessivo di metri, e il Cavo Vallicella di metri di sviluppo complessivo. - il Bacino delle Acque basse, che comprende la restante parte del territorio comprensoriale di Bassa Pianura, si estende per una superficie complessiva di circa Ha inclusa nel Bacino del Po di Volano, e occupa territori ricadenti anche nelle province di Mantova, Ferrara e Modena. Quest area territoriale, situata a nord rispetto al Canale Diversivo di Burana, presenta come vettore di scolo principale il Canale di Quarantoli (sviluppo complessivo di metri) che si immette, in prossimità della località Cà Vallone in Comune di Bondeno (FE), nel Canale Collettore di Burana (sviluppo complessivo metri), il quale diventa Canale Emissario e quindi Po di Volano. Il Canale Quarantoli inizia il suo corso in Comune di San Possidonio (MO) e recapita il proprio carico scolante e quello dei suoi affluenti nel Collettore di Burana. Esso può smaltire una portata massima di piena non superiore agli 80 mc/sec, di conseguenza, visto che soltanto 40 mc/sec possono defluire attraverso la Botte Napoleonica nel Canale Emissario (Po di Volano), i restanti 40 mc/sec devono essere scaricati in fiume Po mediante il Canale delle Pilastresi (sviluppo complessivo metri) attraverso l impianto di sollevamento omonimo in località Stellata di Bondeno (FE). Le particolari caratteristiche pedologiche e altimetriche della zona bacinale della Bassa Pianura hanno dunque richiesto un estesa rete di canalizzazioni a natura prevalentemente promiscua supportata da opere idrauliche, anche di grande respiro, per favorire il rapido allontanamento delle acque superficiali eccedenti e contemporaneamente garantire l approvvigionamento da Po. Allo stato attuale il territorio non presenta particolari problemi riguardo al deflusso delle acque superficiali in eccesso, se non in punti localizzati ad estensione limitata. Per contro, va evidenziato che in determinate aree del Bacino delle Acque Alte esistono alcune deficienze nell approvvigionamento idrico a fini produttivi, data la scarsa disponibilità di derivazione idrica dai fiumi Secchia e Panaro a fronte dell aumentato fabbisogno del settore agricolo. Per risolvere tale problema si è recentemente realizzata una serie di impianti di sollevamento a cascata che permettono di incanalare le acque attinte dal fiume Po in località Sabbioncello Quingentole (MN), fin nei territori amministrativi dei Comuni modenesi di Bastiglia e Bomporto, attraverso il Canale Diversivo di Burana. Pag. 6 a 11

7 L imponente apporto idrico da Po ( milioni di mc/anno, equivalente al 20% della precipitazione media annua) determina infatti una pluralità di benefici di grande rilievo. Anzitutto l utilizzo di acque superficiali derivate da Po e distribuite per irrigazione attraverso il reticolo idraulico consortile contrasta l abbassamento delle falde causato dal prelievo di risorse idriche dei pozzi freatici (una fra le cause cui è legata la subsidenza). L utilizzo di acque sempre più profonde comporterebbe il rischio di alterazione delle stesse, oltre che un progressivo incremento dei costi per poterle estrarre. La derivazione di considerevoli quantità idriche da Po comporta inoltre effetti positivi sulla qualità delle acque e sulla tutela della vita acquatica per l autodepurazione dovuta alla movimentazione, ai sollevamenti, alla sedimentazione lungo i canali. 4 L AREA DI BASSA PIANURA SINISTRA PANARO L area della Bassa Pianura del Consorzio rappresenta il territorio di bonifica per eccellenza; per assicurare, infatti, una corretta gestione del deflusso delle acque da quest area, il territorio è stato suddiviso sotto il profilo idraulico in due bacini di scolo: il Bacino delle Acque Alte e il Bacino delle Acque Basse. Figura 2 - Bacini di scolo del territorio consortile (fonte: Consorzio della Bonifica Burana). Il Bacino delle Acque Basse si estende su una superficie complessiva di circa ha, inclusa nel Bacino del Po di Volano, e comprende alcuni territori ricadenti anche nelle province di Mantova, Ferrara e Pag. 7 a 11

8 Modena. Quest area territoriale, situata a nord del Canale Diversivo di Burana, presenta come vettore di scolo principale il Canale Collettore di Burana (sviluppo complessivo metri), il quale può smaltire una portata massima di piena non superiore agli 80 mc/sec, di cui 40 mc/sec possono defluire attraverso la Botte Napoleonica nel Canale Emissario quindi nel Po di Volano e i restanti 40 mc/sec possono essere scaricati nel fiume Po attraverso il Canale delle Pilastresi e l omonimo impianto di sollevamento, in località Stellata di Bondeno (FE). Le particolari caratteristiche pedologiche e altimetriche dei territori ricadenti nel Bacino delle Acque Basse hanno richiesto un estesa rete di canalizzazioni a natura prevalentemente promiscua supportata da opere idrauliche, anche di grande respiro, per favorire il rapido allontanamento delle acque superficiali eccedenti e contemporaneamente garantire l approvvigionamento dal fiume Po. Per quanto riguarda il fabbisogno irriguo dell area, l intensificarsi delle colture specialistiche e anni di siccità estiva prolungata hanno reso necessaria la costruzione di due impianti sussidiari in aggiunta all esistente Impianto Idrovoro Pilastresi. La restante parte del territorio di Bassa Pianura, fa parte del Bacino delle Acque Alte che comprende la parte del territorio comprensoriale del bacino idrografico del fiume Panaro. Tale bacino ha una estensione di ha ed utilizza come collettore di scolo il Canale Diversivo di Burana. Quest ultimo raccoglie le cosiddette acque alte, acque dei terreni posti a sud del tracciato del canale stesso, e le versa nel fiume Panaro, attraverso l impianto di Santa Bianca, ubicato nell omonima località in comune di Bondeno. Altri vettori idraulici di primaria importanza per questo bacino sono il Diversivo di Cavezzo ed il Cavo Vallicella. 5 INQUADRAMENTO AGRICOLO DEL BACINO DI BASSA PIANURA La zona di bassa pianura è un territorio a forte connotazione agricola che, pur conservando una prevalenza delle colture tradizionali quali cereali e frumento, nell ultimo trentennio ha registrato un progressivo calo delle coltivazioni foraggiere a scapito di un enorme sviluppo delle coltivazioni ortive. Si sono verificate inoltre l introduzione di coltivazioni industriali (soia, colza, girasole) e la realizzazione di un notevole numero di impianti per le colture orticole in serra specialmente nell area modenese, caratterizzata da maggiore fertilità dei terreni da un clima più favorevole. Nel mirandolese è presente anche la viticoltura, pur gradualmente abbandonata per fare spazio ai frutteti di pere. Le tecniche di irrigazione utilizzate nella zona delle Acque Alte sono le più svariate e dipendono principalmente dal tipo di coltura: per le colture a pieno campo (mais, bietola, pomodoro da industria) sono prevalentemente in uso irrigatori semoventi (i cosiddetti rotoloni ) con getti a lunga gittata; per le serre (colture orticole specializzate quali melone e cocomero) è invece usata comunemente la manichetta forata. Pag. 8 a 11

9 Nei frutteti sono utilizzati sia gli irrigatori semoventi muniti di cavalletto sopraelevato o di carrello di tipo sottochioma, sia gli impianti di tipo soprachioma. In misura minore vengono adottati gli impianti a goccia per problemi di filtrazione dell acqua. Viene raramente impiegata infine l irrigazione a scorrimento, dato che i terreni del comprensorio, di natura prevalentemente argillosa, vengono danneggiati da tale pratica. Il cambiamento in atto volge quindi nella direzione di un agricoltura intensiva, che cerca la massima redditività del suolo e che si avvale di sistemi irrigui di avanguardia. E dunque primario compito dello scrivente consorzio garantire un reticolo irriguo efficiente in grado di far fronte all aumentato fabbisogno idrico. Considerato inoltre che la netta diminuzione della manodopera agricola, a fronte di un aumento dei mezzi agricoli pesanti, ha profondamente intaccato il tessuto dei canali, soprattutto in termini di controllo e manutenzione del tessuto arginale, risulta indispensabile che il Consorzio provveda in prima persona a mantenere la massima efficienza della rete irrigua attraverso una accurata pulizia dei canali e un costante monitoraggio delle condizioni arginali. 6 CAVO DOGARO Il canale Cavo Dogaro rientra nel sistema idrografico del Bacino delle Acque Alte, ossia la parte di territorio del comprensorio di bonifica che rientra nel bacino idrografico del Panaro e rappresenta uno dei principali canali del comprensorio, raccogliendo le acque di un bacino di circa 1975 ettari per poi convogliarle nel canale Vallicella che a sua volta confluisce nel Diversivo di Burana che rappresenta il collettore principale del suddetto bacino. 7 EVENTI ALLUVIONALI E DANNI AL CANALE DIVERSIVO DI BURANA A seguito degli eventi alluvionali del mese di gennaio 2014 sono stati riscontrati sia condizioni di interrimento sia fenomeni di smottamento e moti franosi che hanno determinato lo slittamento o crollo di porzioni di sponda all interno della sezione fluente, compromettendo così la peculiare funzione di scolo e, non meno importante, di irrigazione del canale in oggetto. Si ritiene necessario intervenire in alcuni tratti dislocati all interno dei comuni di San Felice sul Panaro e di Camposanto (MO). Pag. 9 a 11

10 8 LAVORI PREVISTI I lavori, sinteticamente, prevedono l espurgo del tratto dalla Ferrovia a valle per un tratto di m. 4857,50 e del bacino a monte e valle dell Impianto Dogaro, nonché il risezionamento delle sponde collassate attraverso opere di difesa spondale con posa di pietrame calcareo di cava per contrastare l erosione e garantire una maggiore staticità delle sponde in modo da ripristinare la funzionalità idraulica del canale in oggetto. La zona di intervento del presente progetto si individua: - Immediatamente a valle della Ferrovia per tutto il tratto parallelo alla Via Dogaro ed a monte e valle dell Impianto Dogaro in comune di Camposanto (MO); I lavori consistono nello scavo per la risagomatura della sezione con trasporto e conferimento in discarica dei materiali di risulta dalla lavorazione di espurgo, nonché lo scavo per l imbasamento di difese in pietrame, fornitura e posa in opera di pietrame calcareo di cava a formazione di difese radenti fino ad una quota di circa 1 metro superiore alla quota di massimo invaso, il rinterro di quest ultimi, e la livellazione con ruspatura del terreno di risulta a fine dei lavori. 9 DURATA DEI LAVORI Tenendo conto dei giorni festivi, dei periodi di inattività per inagibilità del cantiere, del tempo necessario per organizzare i lavori ed ordinare i materiali, dei tempi per coordinare le interferenze, si ritiene siano necessari 150 giorni naturali consecutivi. Pag. 10 a 11

11 10 QUADRO ECONOMICO: QUADRO ECONOMICO N. DESIGNAZIONE LAVORI IMPORTI A LAVORI a1 Importo per l'esecuzione dei lavori ,48 di cui: a1.1 a1.2 Importo lavori a base d'asta ,03 Incidenza minima della manodopera Categoria OG8 (13,31% di a1) ,45 a2 Oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso d'asta 2.258,80 IMPORTO TOTALE LAVORI (a1+a2) ,28 B SOMME A DISPOSIZIONE DELLA STAZIONE APPALTANTE b1 Indennità Occupazioni Temporanee 7.935,92 b2 b3 Spese Generali e Oneri Vari (10% di a1+a2+b1) Onere I.V.A. 22% (22% di a1+a2) , ,72 IMPORTO TOTALE SOMME A DISPOSIZIONE DELLA STAZIONE APPALTANTE (b1+b2+b3) ,56 Arrotondamenti IMPORTO COMPLESSIVO 0, ,00 Modena, lì 29/09/2014 IL PROGETTISTA (Geom. Christian Borsari) IL DIRIGENTE DELL AREA TECNICA (Geom. Mauro Ruosi) IL DIRETTORE GENERALE (Ing. Cinalberto Bertozzi) Pag. 11 a 11

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