I DELITTI CONTRO L AMBIENTE NEL CODICE PENALE: UNA RIFORMA DI CIVILTÀ CONTRO TRAFFICANTI DI RIFIUTI ED ECOMAFIE
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- Valerio Motta
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1 I DELITTI CONTRO L AMBIENTE NEL CODICE PENALE: UNA RIFORMA DI CIVILTÀ CONTRO TRAFFICANTI DI RIFIUTI ED ECOMAFIE Stefano Ciafani Vice presidente nazionale di Legambiente
2 Ecomafia Termine coniato da Legambiente nel 1994, per indicare il ruolo delle organizzazioni mafiose nei fenomeni di aggressione al patrimonio ambientale del nostro Paese. Di questo termine esiste una definizione linguistica in senso stretto, essendo entrato, a partire dall edizione del 1999, nel vocabolario Zingarelli della lingua italiana. Che così recita: "Ecomafia (comp. di eco- e mafia, 1994), s.f. Settore della mafia che gestisce attività altamente dannose per l ambiente come l abusivismo edilizio e lo smaltimento clandestino dei rifiuti tossici.
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5 La cronistoria 1994: Legambiente, insieme al Comando generale dell Arma dei carabinieri e all Eurispes, presenta il primo Rapporto Ecomafia Obiettivo: l introduzione dei delitti contro l ambiente nel codice penale e norme più severe contro l abusivismo edilizio 1995: istituzione della Commissione parlamentare d inchiesta sul ciclo dei rifiuti 1997: il rapporto Ecomafia di Legambiente diventa un appuntamento annuale Si attivano sempre più nuclei delle forze dell ordine e procure. Anche i servizi di sicurezza cominciano ad occuparsi del fenomeno.
6 1999: il termine Ecomafia, coniato da Legambiente 5 anni prima, entra nello Zingarelli, il vocabolario della lingua italiana : vengono demoliti alcuni ecomostri (Fuenti a Vietri sul mare (Sa), Eboli, Oasi del Simeto (Ct), Agrigento, etc.): il numero delle case abusive costruite comincia a diminuire. 1999: nel Rapporto Ecomafia comincia l analisi del racket degli animali 2000: nel Rapporto di Legambiente inizia la denuncia dell Archeomafia
7 8 marzo 2001: nell ultimo giorno della XIII legislatura viene approvato il delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti Art. 53bis del decreto Ronchi (Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti) (oggi art. 260 del Codice ambientale d.lgs 152/2006) Chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più operazioni e attraverso l'allestimento di mezzi e attività continuative organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, importa, o comunque gestisce abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti è punito con la reclusione da uno a sei anni. Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si applica la pena della reclusione da tre a otto anni La formulazione di questo delitto fu inizialmente criticata
8 Febbraio 2002: viene arrestato il primo trafficante di rifiuti in Umbria (operazione Greenland ) Dall operazione Greenland del febbraio 2002 ad oggi è stata dimostrata l esistenza nel nostro Paese di vere e proprie organizzazioni criminali, non necessariamente di stampo mafioso, che operano illecitamente nel ciclo dei rifiuti su tutto il territorio nazionale, dalla Lombardia alla Sicilia, passando per l Umbria e la Toscana. 2003: è l anno del terzo condono edilizio (Berlusconi- Lunardi).
9 Le inchieste contro i trafficanti di rifiuti Fino al 10 maggio 2014 sono state 235 le indagini avviate dalle forze dell ordine (soprattutto Comando tutela ambiente dell Arma dei carabinieri, nuclei investigativi del Corpo Forestale e Guardia di Finanza), che hanno portato all emissione di numerose ordinanze di custodia cautelare. Le procure che hanno coordinato le inchieste: 30 del Nord, 27 del Centro e 33 del Sud/Isole. Tra le altre: Milano, Busto Arsizio (Va), Spoleto, Napoli, Torre Annunziata, Paola (Cosenza), Bari, Siracusa, Venezia, Mondovì (Cn), Trani (Ba), Palermo, Trapani, Larino (Cb), Firenze, Nola (Na), Rieti, Alessandria, Forlì, Taranto, Livorno, Udine.
10 I numeri che riassumono queste 235 inchieste: le ordinanze di custodia cautelare emesse le persone denunciate le società coinvolte, dalla produzione al trasporto fino allo smaltimento - 19 le regioni interessate (tutte meno la Valle d Aosta) - 28 paesi esteri coinvolti Emerge una fitta ragnatela di connivenze e complicità, che coinvolge diversi profili professionali.
11 IL NETWORK DELLO SMALTIMENTO ILLEGALE PRODUTTORI DI RIFIUTI INTERMEDIARI CENTRI DI STOCCAGGIO TRASPORTATORI AZIENDE AGRICOLE IMPIANTI DI COMPOSTAGGIO IMPIANTI DI TRATTAMENTO O RECUPERO DI RIFIUTI CAVE IN RIPRISTINO AMBIENTALE
12 Le tipologie di rifiuti trafficati Lungo le rotte dei traffici illeciti, che restano prevalentemente quelle Nord-Sud, viaggia davvero di tutto. Alcune tipologie di rifiuti ricorrono spesso nelle indagini: - scorie metallurgiche - polveri di abbattimento fumi - fanghi di depurazione, soprattutto industriali - reflui liquidi contaminati - rifiuti e terre provenienti da attività di bonifica
13 Bonifiche dei siti inquinati ed ecomafie Dossier Legambiente Bonifiche dei siti inquinati: chimera o realtà? (gennaio 2014): emerge chiaramente il rischio di illegalità e di infiltrazione ecomafiosa nel settore e non solo nelle regioni del sud Italia. Dal 2002 ad oggi 19 indagini su smaltimenti illegali di rifiuti derivanti dalla bonifica di siti inquinati: emesse 150 ordinanze di custodia cautelare, denunciate 550 persone e coinvolte 105 aziende. Indagini concluse da 17 Procure di diverse parti d Italia (Alessandria, Bari, Bologna, Brescia, Busto Arsizio (Va), Chieti, Grosseto, Massa, Milano, Rieti, Siena, Trapani, Udine, Velletri, Venezia, Verbania e Viterbo).
14 Alcune tecniche di smaltimento illegale La fantasia dei trafficanti di rifiuti è notevole - fanghi industriali altamente contaminati diventano fertilizzati utilizzati in aziende agricole - polveri di abbattimento fumi finiscono nelle fornaci in cui si producono laterizi o nei cementifici - residui di fonderia vengono smaltiti, illegalmente, nelle fondamenta di cantieri edili - rifiuti speciali e pericolosi vengono trasformati in innocui rifiuti urbani da avviare a impianti di smaltimento - rifiuti pericolosi che vengono miscelati illegalmente con rifiuti non pericolosi
15 La «catena montuosa» dell ecomafia
16 Nel 2006 è comparsa in Italia una montagna di rifiuti alta quanto l Etna (base di 3 ettari e altezza di metri)
17 Dal ciclo del cemento al ciclo dei rifiuti Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano
18 Troia (FG)
19 Paliano (FR) Provincia di Milano
20 Crotone
21 Provincia di Rieti
22 Provincia di Caserta
23 Il trend storico dell illegalità ambientale in Italia
24 Il trend storico del ciclo illegale dei rifiuti in Italia
25 La Terra dei fuochi: i ritardi della politica - Nel Rapporto Ecomafia 2003 il capitolo a pag 197 si intitola La Terra dei fuochi (dieci anni prima) - Nel 2005 esce Gomorra, il bestseller di Roberto Saviano - Il primo decreto del governo sulla Terra dei fuochi è del dicembre 2013 (Dl 136/2013) (approvato il secondo delitto ambientale)
26 A quando gli altri delitti ambientali per fermare i ladri di futuro, che speculano e guadagnano impunemente ancora oggi danneggiando l ambiente, facendo concorrenza sleale alle imprese che rispettano la legge, e mettendo a rischio la sicurezza, la salute dei cittadini e l economia sana? Disegno di legge Disposizioni in materia di delitti contro l ambiente approvato dalla Camera il 26 febbraio scorso. Ora in discussione al Senato.
27 Anche questo testo (come l ex art. 53 bis del dlg 22/97) sta suscitando alcune polemiche. Il ddl approvato alla camera presenta alcune lacune ed è sicuramente perfettibile (non si deve restringere il campo di applicazione dei nuovi delitti solo alle violazioni alla normativa a tutela dell ambiente, si deve garantire ancora la possibilità di contestare il disastro cosiddetto innominato, occorre riformulare la definizione di disastro ambientale, etc). È però fondamentale approvare al più presto il disegno di legge, evitando allungamenti dei tempi e un ennesimo fallimento, come già avvenuto nelle precedenti legislature, che si trasformerebbe in un imperdonabile regalo alle ecomafie.
28 Non possiamo rimanere ancora con un Codice Penale per cui l inquinamento ambientale è getto pericoloso di cose. Anche l Europa ce lo chiede da anni (Direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell ambiente). Il Parlamento deve dare seguito all interesse generale del Paese. L Italia non può più aspettare.
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