Comunità solidali. Equità e giustizia sociale. Aalborg Commitment 9. Capitolo 9
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- Riccardo Fiore
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1 Capitolo 9 Aalborg Commitment 9 Ci impegniamo a costruire comunità solidali e aperte a tutti. Lavoreremo quindi per: adottare le misure necessarie per alleviare la povertà assicurare un equo accesso ai servizi pubblici, all educazione, all occupazione, alla formazione e all informazione incoraggiare l inclusione sociale e le pari opportunità migliorare la sicurezza della comunità assicurare la disponibilità di buoni alloggi e condizioni di vita Comunità solidali 158
2 Capitolo 9 INDICATORI SELEZIONATI CRITICITÀ TENDENZA NEL TEMPO 9.1 Parità di genere 9.2 Accessibilità ai servizi Povertà 9.4 Indice di vecchiaia e di dipendenza 9.5 Immigrazione straniera In sintesi La sfida dell equità sociale è possibile, ma va promossa e governata Il tema dell Equità e della giustizia sociale tocca aspetti tra loro molto differenziati e quindi gli indicatori che abbiamo selezionato rappresentano solo uno sguardo parziale sull intera materia. Ma le informazioni che restituiscono sono molto interessanti. Innanzitutto, l area provinciale (in linea con tutto il paese) non evidenzia alcuna vocazione europea per quanto riguarda la parità di genere. A fronte di una presenza femminile sempre più forte nell associazionismo e nell economica, ancora oggi sono meno del 20% le donne che raggiungono posizioni di potere in politica e nel sistema delle imprese (e il dato è addirittura in lieve calo). Consistente e diffusa la rete dei servizi alla persona (dagli ambulatori alle biblioteche), ma forse da ripensare in modo più innovativo (diffusione di servizi a domicilio, diversificazione dell offerta, informatizzazione, ecc.), in considerazione dei fenomeni sociali e demografici importanti che stanno investendo l area: l invecchiamento della popolazione (con 148 anziani ogni 100 giovani, il picco su Milano), e la fragilità sociale di alcune fasce di stranieri nel periodo di primo ingresso nel paese. La sfida dell integrazione degli stranieri sembra comunque possibile se si guarda al di là degli episodi di criminalità legati ai flussi irregolari: è un segno di integrazione positiva infatti il dato di crescita delle iscrizioni alle scuole superiori di figli di famiglie straniere regolari (presenti nella popolazione provinciale per una quota del 7,6%), che passa da meno del 2% nell anno scolastico 2001/2002 a circa il 6% attuale. Così come è interessante la riduzione degli stranieri disoccupati (ormai meno del 10%), la stabilizzazione (tra il 35% e il 40%) delle assunzioni a tempo indeterminato e un incremento della quota di stranieri (circa il 6-7%) che hanno sviluppato una propria attività o come lavoratori autonomi o come imprenditori. Nota Il giudizio si riferisce principalmente al servizio bibliotecario.
3 Capitolo 9 Indicatori in dettaglio Donne elette in Consiglio provinciale - Provincia di Milano Titolarità delle imprese - Provincia di Milano 9.1 Parità di genere L Italia si distingue negativamente in Europa per il basso numero di donne in posizione di vertice sia nel settore privato (imprese, mondo del lavoro), sia nel settore pubblico (politica, enti locali e nazionali). Purtroppo la provincia di Milano non sembra fare eccezione. Si è deciso di analizzare il numero di donne elette nel Consiglio provinciale e il numero di imprese di cui sono titolari imprenditrici donne. Le donne che siedono nell attuale Consiglio provinciale sono solo 12 su 61, pari a poco meno del 20%. Inoltre il loro numero è progressivamente diminuito nelle ultime 3 legislature (erano 16 nel 1995), nonostante il totale dei consiglieri sia cresciuto. Anche il mondo delle imprese registra percentuali analoghe: per l ultimo anno disponibile, il 2002, le aziende a titolarità femminile rappresentavano il 20,3% del totale ( su ). Le imprese a conduzione femminile crescono in numero assoluto (erano nel 1998), ma meno di quelle maschili: pertanto la percentuale di quelle gestite da donne è in calo, seppur lieve, rispetto al 20,8% del 1998, a ulteriore riprova del fatto che non si intravedono segnali di una inversione di tendenza. Fonte: Ministero degli Interni Fonte: Comitati per la promozione dell Imprenditoria Femminile - Movimprese InfoCamere 160
4 Capitolo 9 La provincia di Milano a confronto Nel 2002, ad eccezione della provincia di Sondrio, in cui le imprese a titolarità femminile sono il 32,5%, le altre province lombarde presentano valori tra il 20% e il 25%. La provincia di Milano con il 20,3% di imprenditrici donne risulta ultima, di poco sotto alla media della regione Lombardia, pari al 22%, dove complessivamente sono insediate aziende a conduzione femminile su un totale di imprese. Titolarità femminile delle imprese, Province lombarde - Anno 2002 Fonte: Comitati per la promozione dell Imprenditoria Femminile - Movimprese InfoCamere 161
5 Capitolo 9 Ambulatori e consultori familiari - Anno 2007 Prestiti bibliotecari Prestiti bibliotecari - Anno Accessibilità ai servizi Tra i bisogni più sentiti dai cittadini vi è sicuramente un adeguata assistenza sanitaria, con un ruolo importante svolto dalle cure non ospedaliere. La provincia di Milano è suddivisa in 4 Aziende Sanitarie Locali (ASL), una per la città di Milano, le altre tre per le aree a sud-est, ovest e nord di Milano. Le ASL offrono diverse tipologie di servizi socio-sanitari, tra i più significativi vi sono le prestazione mediche erogate dagli ambulatori e la prevenzione e l assistenza sanitaria, psicologica e sociale garantita dai consultori familiari. Secondo i dati della Regione Lombardia, in provincia di Milano vi sono 190 ambulatori medici, uno ogni residenti, con una concentrazione leggermente maggiore nell Area di Milano. Dei 190 ambulatori circa 2 su 3 sono privati. I consultori pubblici sono invece 53 in tutta la provincia, di cui ben 48 nella sola Area di Milano. Complessivamente in tutta la provincia è presente poco più di un consultorio pubblico ogni abitanti. Ai consultori pubblici se ne aggiungono altri 27 privati convenzionati. Il numero di prestiti bibliotecari consente invece di valutare la diffusione e l efficacia del servizio delle biblioteche. In provincia di Milano esiste una fitta rete di 234 biblioteche comunali, alle quali vanno aggiunte quelle private, universitarie e di diverse fondazioni. Questo consente un facile accesso al servizio e un conseguente buon livello di prestiti che negli anni è cresciuto fino ad attestarsi nel 2005 a poco meno di 2 libri per ciascun residente, che diventano 2,7 nell Area Brianza, dove, in rapporto alla popolazione residente, è maggiore anche il numero di biblioteche a disposizione. Soltanto in una decina di comuni non è disponibile il servizio di biblioteca, mentre altrettanti non sono in grado di fornire dati sui prestiti. Nel 2005 complessivamente in provincia di Milano i prestiti bibliotecari sono stati quasi , rispetto ai del Su un così notevole incremento deve aver influito un generale miglioramento del servizio (l apertura di 2 nuove biblioteche, l estensione dell orario di apertura, etc.), ma sicuramente anche una maggior efficienza nel sistema di contabilizzazione del prestito dei libri. 162
6 Capitolo 9 Fonte: Regione Lombardia - Direzione Generale Sanità e Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale Fonte: Regione Lombardia - Annuario Statistico Regionale della Lombardia Fonte: Regione Lombardia - Annuario Statistico Regionale della Lombardia 163
7 Capitolo 9 I principali bisogni emersi nei centri di ascolto della Caritas Provincia di Milano, Anno Povertà Indicatori e dati che analizzano i livelli di povertà su scala locale (provinciale o comunale) sono ancora pochi e non sistematici. Pertanto si è scelto di utilizzare come fonte principale il lavoro dell Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse della Caritas Ambrosiana che da alcuni anni pubblica il Rapporto sulle povertà nella Diocesi di Milano. I dati raccolti si riferiscono a un campione tra gli utenti dei 62 Centri di ascolto della Caritas Ambrosiana che include anche ampia parte delle province di Lecco e Varese. Tra il 2001 e il 2005 il numero di utenti che si sono rivolti ai Centri di ascolto è cresciuto del 23%, passando da a individui. Nel 2005, il 72,6% degli utenti è rappresentato da cittadini stranieri ed è soprattutto la loro quota ad aver determinato la crescita di domande: infatti se nel 2001 erano 8.788, nel 2005 sono diventati Tra i bisogni espressi da chi si rivolge ai Centri d ascolto non si registrano invece sensibili differenze tra i 2 anni: le categorie più richieste restano quelle relative all occupazione, al reddito, alla condizione straniera, alle problematiche abitative, alla famiglia, alla malattia. Per il 2005 la Caritas ha inoltre elaborato un approfondimento sulla sola provincia di Milano, da cui emerge che gli utenti sono 6.495, di cui stranieri, pari al 77% del totale e che l ordine dei bisogni espressi è analogo a quello di tutta la Diocesi. Il 59% di chi si rivolge ai Centri ha problemi di tipo occupazionale e il 32% ha difficoltà legate al reddito (dalla sua mancanza o alle sua inadeguatezza rispetto alle spese). Gli altri bisogni registrati sono più circoscritti. Fonte: Caritas Ambrosiana - Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse Nota 2 Le percentuali sommate per colonna portano a un risultato superiore al 100%, poiché una persona può esprimere più bisogni contemporaneamente. 164
8 Capitolo 9 Fonte: Caritas Ambrosiana - Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse Fonte: Caritas Ambrosiana - Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse Nota Le percentuali sommate per colonna portano a un risultato superiore al 100%, poiché una persona può esprimere più bisogni contemporaneamente.
9 Capitolo 9 Indice di vecchiaia e di dipendenza - Provincia di Milano Indice di vecchiaia - Anno 2005 Indice di dipendenza - Anno Indice di vecchiaia e di dipendenza Dai dati Istat dei censimenti della popolazione si ricava che nella provincia di Milano l indice di vecchiaia passa da 43 del 1971 a 144 del Ciò significa che mentre nel 1971 c erano 43 anziani (oltre i 65 anni) ogni 100 giovani d età pari o minore di 14 anni, nel 2001 il rapporto si è invertito e pertanto si hanno 144 anziani ogni 100 giovanissimi. Anche nel decennio , la crescita dell indice di vecchiaia non mostra segnali di rallentamento, evidenziando una società che tende chiaramente a un forte invecchiamento. I dati più recenti dell Istat mettono in luce che nel 2005 l indice di vecchiaia in provincia di Milano ha raggiunto quota 148 e mostrano a livello comunale una situazione molto variegata con 24 Comuni che superano la media provinciale, tra cui 11 sopra il valore di 160 (8 dei quali, Bresso, Corsico, Cusano Milanino, Melegnano, Milano, Nosate, San Colombano al Lambro e Sesto San Giovanni, oltre i 180 e una cinquantina di Comuni che presentano invece un indice inferiore a 100 (di cui due, Basiglio e Tribiano inferiore a 50), dove quindi prevale ancora una popolazione giovane rispetto a quella anziana. L indice di dipendenza (che rapporta la popolazione non attiva a quella attiva) presenta invece un andamento più costante, passando da 48 del 1971 al 45 del 2001, con quindi una prevalenza della popolazione attiva. Quello che cambia però, come ha dimostrato l analisi dell indice di vecchiaia, è la composizione della parte non attiva della popolazione, in cui nel 2001 prevalgono anziani rispetto ai giovani. Nel 2005, secondo i dati Istat, l indice di dipendenza in provincia di Milano è salito a 48, con 4 Comuni (Noviglio, Pieve Emanuele, Rodano e San Zenone al Lambro) che presentano valori inferiori a 35 e, all opposto, solo 5 Comuni (Bresso, Melegnano, Milano, Nosate, e San Colombano al Lambro, ) al di sopra di quota 51. Fonte: Istat 166
10 Capitolo 9 La provincia di Milano a confronto L indice di vecchiaia nel Nord Italia è tradizionalmente più alto rispetto al resto del Paese, poiché il Nord presenta una minore natalità. I dati del 2005 confermano questa tendenza, ma con significative differenze tra le province lombarde: si passa da un valore di 113 a Bergamo ai 195 di Pavia, con Milano che si colloca a un livello medio alto. L indice di dipendenza presenta valori meno differenziati: con un minimo di 47 a Bergamo e un massimo di 54 a Pavia. Il valore della provincia di Milano (49) è in media con il dato lombardo. Indice di vecchiaia, Province lombarde - Anno 2005 Indice di dipendenza, Province lombarde - Anno 2005 Fonte: Istat Fonte: Istat 167
11 Capitolo Popolazione straniera residente: incidenza - Provincia di Milano Popolazione straniera residente: incidenza - Anno 2005 Residenti stranieri - Anno Immigrazione straniera 1 La provincia di Milano, essendo un territorio ricco e con un elevata offerta di lavoro, esercita da sempre una forte attrazione di immigrati italiani e stranieri. La presenza di stranieri è sensibilmente cresciuta negli ultimi anni (circa 1% all anno), raggiungendo nel 2005 quasi quota individui, pari al 7,6% della popolazione totale residente. A livello territoriale le differenze sono notevoli e non sembrano legate alla dimensione dei Comuni: in 24 di essi la percentuale di stranieri, nel 2005, è inferiore al 3% (tra cui Gudo Visconti, Lazzate, Misinto e Villa Cortese inferiore al 2%), mentre in 8 si supera l 8% (tra cui Baranzate, Basiglio, Milano e Pioltello oltre il 10%). Questo determina anche valori differenti tra l Area Brianza, che ha un incidenza di stranieri pari al 4,5%, mentre l Area Milano supera l 8%. Tra i stranieri regolari residenti, c è ancora una lieve prevalenza degli uomini (che rappresentano il 51,2%), ma si conferma il trend che sta riportando a un riequilibrio tra i due generi, rispetto alla netta maggioranza di uomini (oltre il 65%) negli anni Novanta. Parallelamente sta crescendo anche l età media degli stranieri residenti che ora è intorno ai 33 anni. Per quanto concerne il livello d istruzione dichiarato, la gran parte degli stranieri è almeno diplomato. Interessante anche analizzare la provenienza degli stranieri: nel 2005 dei stranieri regolari, il 27% arriva dall Asia, il 24% dall Africa, il 21% dalle Americhe, il 20% da Paesi europei non appartenenti all Unione Europea, mentre solo il 7% è cittadino comunitario 4. Le comunità più presenti in provincia di Milano sono quelle provenienti dalle Filippine e dall Egitto (entrambe con più di residenti), da Ecuador, Perù e Albania (con oltre ciascuna), Marocco, Romania e Cina (con più di persone ognuna). Nota 4 I dati sono precedenti all ultimo allargamento dell Unione Europea a Bulgaria e Romania, e pertanto i cittadini di questi due Stati sono ancora considerati come extracomunitari. 168
12 Capitolo 9 2 Per verificare il livello di integrazione degli stranieri è stato scelto, come principale indicatore, la presenza di studenti stranieri nelle scuole. Questo dato testimonia di un immigrazione straniera non più solo adulta e legata alla ricerca del lavoro, ma del trasferimento di interi gruppi familiari o di coppie straniere che decidono di avere figli in Italia. Nell arco degli ultimi 5 anni scolastici, dal 2001/2002 al 2005/2006, la percentuale di studenti stranieri è quasi raddoppiata arrivando all 8,3% con ragazzi non italiani che frequentano le scuole in provincia di Milano. Il 37% è inserito nelle scuole primarie, gli altri sono equamente ripartiti tra i restanti ordini di scuole, dalle scuole di infanzia alla secondarie di II grado. Quest ultime presentano un incidenza di studenti stranieri minore (circa il 6%), ma sono anche quelle in cui la loro presenza è cresciuta maggiormente (erano meno del 2% nell anno scolastico 2001/2002). Nell ultimo anno scolastico disponibile, il 27% degli studenti stranieri proviene dalle Americhe, tra il 24-25% è di origine asiatica e di Paesi europei non appartenenti all Unione Europea, il 20% viene dall Africa, mentre solo il 2,5% è rappresentato da studenti comunitari. Infine anche i dati sulle condizioni lavorative (elemento che influisce in maniera determinante sul grado di integrazione) testimoniano di interessanti progressi: si sta verificando una sensibile riduzione degli stranieri disoccupati (ormai meno del 10%), una stabilizzazione (tra il 35% e il 40%) delle assunzioni a tempo indeterminato e un incremento della quota di stranieri (circa il 6-7%) che hanno sviluppato una propria attività o come lavoratori autonomi o come imprenditori. 1 2 Stranieri residenti per continente d origine - Provincia di Milano, Anno 2005 Incidenza degli studenti stranieri - Provincia di Milano Fonte: Regione Lombardia Annuario Statistico Regionale della Lombardia Fonte: Istat 169
13 Capitolo 9 Fonte: Istat Fonte: Istat Fonte: Regione Lombardia Annuario Statistico Regionale della Lombardia, Provincia di Milano, Direzione Centrale Affari Sociali - Osservatorio per le Politiche Sociali Fonte: Regione Lombardia Annuario Statistico Regionale della Lombardia, Provincia di Milano, Direzione Centrale Affari Sociali - Osservatorio per le Politiche Sociali Fonte: Regione Lombardia Annuario Statistico Regionale della Lombardia, Provincia di Milano, Direzione Centrale Affari Sociali - Osservatorio per le Politiche Sociali 170
14 Capitolo 9 La provincia di Milano a confronto 1 La presenza di stranieri si concentra nel Nord Italia: in Lombardia, dove nel 2005 risiede il 25% del totale dei cittadini stranieri residenti in Italia, e in particolare nella provincia di Milano che da sola ospita l 11% degli immigrati non italiani. È evidente pertanto che l incidenza della popolazione straniera risulta più alta in Lombardia (si attesta intorno al 7%), rispetto alla media nazionale che è pari al 4,6%. In realtà le province lombarde presentano percentuali di cittadini non italiani significativamente diverse: si passa dal 2,6% di Sondrio al 9,4% di Brescia; con livelli intermedi ci sono Pavia, Lecco, Como e Varese tra il 5% e il 5,5%, Lodi, Cremona e Bergamo tra il 6,5% e il 7%, mentre Milano e Mantova superano la media regionale rispettivamente con il 7,6% e l 8,1%. 1 Popolazione straniera residente: incidenza, Province lombarde - Anno La maggior presenza (in termini percentuali) di studenti stranieri non sempre si registra laddove è maggiore il totale degli immigrati. Infatti se è ancora Sondrio ad avere la percentuale di studenti non italiani più bassa (2,6%), è invece Mantova a registrare l incidenza maggiore, con quasi il 12% del totale degli studenti iscritti. A Cremona e Brescia ormai uno studente su 10 è straniero. Milano, insieme a Lodi e Bergamo, si colloca invece in una posizione intermedia, intorno all 8%. In tutte le altre province gli studenti stranieri variano tra il 6% e il 7% degli alunni totali. Complessivamente nell anno scolastico 20005/2006 gli studenti stranieri sono , pari al 7% del totale degli alunni lombardi. 2 Studenti stranieri: incidenza, Province lombarde - Anno scolastico Nota 5 Fonte: Istat Fonte: Regione Lombardia Annuario Statistico Regionale della Lombardia, Provincia di Milano, Direzione Centrale Affari Sociali - Osservatorio per le Politiche Sociali 171 Il numero degli studenti stranieri per continente di origine non coincide con quello complessivo degli studenti stranieri, poiché per alcuni di essi non è stato possibile stabilire il Paese di provenienza.
15 Capitolo 9 Definizione degli indicatori e fonti dei dati Nota
16 173 Capitolo 9
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