CROCE ROSSA ITALIANA COMITATO PROVINCIALE DI ROMA. Shock. CROCE ROSSA ITALIANA - a cura del Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela

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1 CROCE ROSSA ITALIANA COMITATO PROVINCIALE DI ROMA Shock CROCE ROSSA ITALIANA - a cura del Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela

2 CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA

3 Il cuore e i vasi sanguigni formano un complesso sistema di spinta e trasporto del sangue (nutrimento) a tutti gli organi e tessuti del corpo, in un ciclo continuo di andata e ritorno

4 È un vero e proprio sistema idraulico costituito da una pompa (cuore) che agisce contraendosi ritmicamente e da tubi (arterie e vene) che si diramano a tutto il corpo diventando man mano sempre più sottili (capillari)

5 Nell uomo la circolazione è doppia e completa

6 LA CIRCOLAZIONE E' DOPPIA in quanto è suddivisa in: - piccola circolazione (o polmonare) - grande circolazione (o sistemica)

7 LA PICCOLA CIRCOLAZIONE collega il cuore ai polmoni ed ha lo scopo di ripulire il sangue dall anidride carbonica e rifornirlo di ossigeno e metterlo a disposizione della grande circolazione

8 LA GRANDE CIRCOLAZIONE collega il cuore a tutti i tessuti del corpo dove trasporta il sangue carico di ossigeno (sangue arterioso) e ritorna al cuore col sangue carico di anidride carbonica (sangue venoso) che poi viene reimmesso nella piccola circolazione per reiniziare un nuovo ciclo

9 La circolazione è COMPLETA in quanto il sangue arterioso (trasportato dalle arterie) e il sangue venoso (trasportato dalle vene) non si mescolano mai ma si caratterizzano per una continuità di flusso che da arterioso diventa venoso dopo il passaggio nei capillari periferici che irrorano i tessuti e da dove riprende il percorso verso il cuore

10 IL CUORE è situato nel torace, tra i due polmoni e il diaframma

11 Lo avvolgono 3 diverse membrane chiamate endocardio, miocardio e pericardio in relazione alla loro posizione più interna, intermedia o più esterna

12 È un vero e proprio muscolo della grandezza di un pugno, cavo all interno e suddiviso in 4 camere: 2 atri (sinistro e destro) e 2 ventricoli (sinistro e destro).

13 Approssimativamente il peso del cuore è di circa 300 grammi nell'uomo e 265 nella donna

14 La capacità globale è di circa 560 centimetri cubi

15 Mentre atrio e ventricolo dello stesso lato comunicano tra di loro attraverso una valvola (tricuspide a destra e bicuspide a sinistra), l atrio e il ventricolo del lato destro sono separati dall atrio e ventricolo del lato sinistro rispettivamente dal setto interatriale e dal setto interventricolare

16 Il setto nella sua totalità viene definito setto atrioventricolare

17 La parte destra (atrio e ventricolo destro) viene anche definita cuore venoso in quanto raccoglie il sangue che proviene dalla periferia e che torna carico di anidride carbonica, mentre la parte sinistra (atrio e ventricolo sinistro) si definisce cuore arterioso in quanto il sangue è quello carico di ossigeno che proviene dai polmoni per essere reimmesso in circolo Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela

18 Le valvole agiscono in modo che, chiudendosi, il flusso di sangue proveniente dagli atri non possa tornare indietro durante la contrazione dei ventricoli

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21 Il meccanismo che mantiene attiva la circolazione è un alternarsi ritmico del ciclo cardiaco, ciclo che nell uomo ha una frequenza di circa volte al minuto Negli sportivi praticanti si riduce anche notevolmente

22 IL CICLO CARDIACO contempla una sequenza di eventi che avviene nell arco di un battito cardiaco, battito che mediamente ha la durata di 0,8 secondi

23 1) Rilasciamento: gli atri si riempiono, di sangue venoso l atrio destro e arterioso quello sinistro

24 2) Riempimento: aumenta la pressione degli atri, le valvole cardiache si aprono e iniziano a riempirsi i ventricoli

25 3) Diastasi: gli atri e i ventricoli sono pieni e il flusso di sangue agli atri diminuisce e si interrompe

26 4) Sistole atriale: si contraggono gli atri mentre i ventricoli sono pieni e distesi

27 5) Contrazione: si contraggono i ventricoli (sistole ventricolare) e aumenta la pressione al loro interno Le valvole si chiudono

28 6) Efflusso: continua la contrazione dei ventricoli e continua ad aumentare la pressione al loro interno Si aprono le valvole semilunari di accesso all arteria polmonare (sangue venoso) e all arteria aorta (sangue arterioso) Il sangue viene spinto all'interno di ambedue Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela

29 Lo STIMOLO CHE GENERA LA CONTRAZIONE è di natura elettrica e si origina involontariamente dai centri di controllo posti nell encefalo e nel midollo spinale

30 Lo stimolo viene trasportato attraverso le vie efferenti parasimpatiche e simpatiche

31 Il sistema simpatico, partendo dal centro cardio-acceleratore acceleratore posto nel bulbo, trasmette in maniera costante impulsi nervosi che tendono ad esaltare la frequenza delle contrazione, la forza e l eccitabilità

32 Il sistema parasimpatico, partendo dal centro cardio-inibitore inibitore posto nel bulbo, tende ad equilibrare gli eccessi del simpatico

33 All interno del cuore gli impulsi vengono scaricati da un vero e proprio pacemaker che è il nodo del seno atriale, posto in alto dell atrio destro in prossimità del setto interatriale

34 L eccitamento si propaga sulla muscolatura degli atri che si contraggono iniziando da quello destro

35 Il nodo atrio-ventricolare, posto in alto del ventricolo destro in prossimità della valvola tricuspide, raccoglie l impulso e lo distribuisce a tutti e due i ventricoli grazie alla rete nervosa denominata fascio di His

36 Questo percorre ambedue i lati del setto interventricolare e, grazie alle sue diramazioni al disotto dell endocardio, lo trasmette alla rete del Purkinje I ventricoli si contraggono simultaneamente

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38 Il cuore è una pompa pulsante: la pressione che genera ed il conseguente flusso ematico sono sincroni con la sua attività

39 Ad ogni contrazione del cuore la pressione aumenta ad un valore massimo, poi scende ad un valore minimo e così via

40 Il sangue fluisce nell aorta e nelle diramazioni arteriose a getti ritmici

41 UN BREVE GLOSSARIO

42 ARTERIE: vasi sanguigni che partendo dal cuore trasportano ossigeno e sostanze nutritive a tutti i tessuti corporei

43 CAPILLARI: rete periferica di collegamento tra le arterie e le vene, deputati alla diffusione delle sostanze nutritive e dell ossigeno alle cellule e permettere l'assorbimento dell anidride carbonica e delle sostanze di rifiuto

44 DIASTOLE: periodo di rilassamento cardiaco

45 FREQUENZA CARDIACA: frequenza delle sistoli in un minuto

46 GITTATA CARDIACA: quantità di sangue espulsa in un minuto Pertanto è il prodotto del numero di battiti in un minuto per il volume unitario

47 Nell esercizio fisico si può raggiungere anche una gittata intorno ai 30 litri al minuto Questo anche perché il sangue viene espulso completamente, al contrario di quanto avviene a riposo dove viene espulso per circa il 50% Inoltre aumenta vistosamente anche la frequenza cardiaca

48 SANGUE: fluido che contiene disciolti materiali nutritivi, sostanze protettrici e regolatrici delle funzioni vitali, gas respirati, prodotti di rifiuto del metabolismo cellulare

49 Il sangue presenta le seguenti caratteristiche: - Peso totale: circa il 7,7 del peso corporeo totale - ph: : tra 7,3 e 7,4

50 Il plasma ne costituisce circa il 55% e in percentuale contiene: - acqua per il 90% - plasma proteine per circa il 7% -minerali vari come cloro, sodio, potassio, calcio, ferro, iodio, ecc., per circa lo 0,9% -sostanze organiche deputate alla nutrizione cellulare (aminoacidi, glucosio, grassi, ecc.) e sostanze organiche di rifiuto prodotte dal metabolismo cellulare (acido urico, urea, creatina, creatinina, ammoniaca, ecc.) -gas respirati come l ossigeno e l anidride carbonica

51 Le cellule costituiscono circa il 45% del sangue Tra queste si evidenziano i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine

52 SISTOLE: periodo di contrazione cardiaca

53 VENE: vasi sanguigni che dalla periferia trasportano il sangue al cuore, sangue carico di anidride carbonica e sostanze di rifiuto del metabolismo cellulare

54 VOLUME SISTLICO: volume di sangue espulso in una singola sistole

55 LA PRESSIONE DEL SANGUE

56 Quando si parla di pressione arteriosa massima e minima, ci si riferisce ai valori maggiore e minore di pressione (misurati in millilitri di mercurio: mm/hg) rilevati a livello di un arteria di grosso calibro (solitamente omerale)

57 Il valore normale per un adulto giovane a riposo ed in buona salute è 120/80, con ampie variazioni fisiologiche individuali ed in base alle condizioni in cui si effettua il rilevamento (riposo, ansia, malattia )

58 Quando il sangue arriva agli organi (cervello, muscoli, reni ) si distribuisce al loro interno attraverso una rete di numerosissimi capillari

59 IL sangue circola nei capillari con una pressione ridotta (pressione di perfusione) e senza pulsazioni

60 La struttura dei capillari facilita gli scambi fra sangue ed organi: il sangue cede ossigeno e sostanze energetiche ed assorbe anidride carbonica e prodotti di scarto

61 I capillari confluiscono nei condotti venosi di piccolo calibro che a loro volta convergono nelle vene di calibro maggiore, attraverso le quali si determina il ritorno al cuore del sangue

62 La circolazione nelle vene avviene a basso regime pressorio (pochi millimetri di mercurio) con flusso non pulsante

63 ALTERAZIONI PATOLOGICHE

64 Possono venire per alterato funzionamento di ognuna delle componenti del sistema idraulico

65 Deficit della pompa come ad esempio un grave infarto

66 Lesioni alle condutture (ferite) con conseguente uscita di sangue dal sistema circolatorio

67 Situazioni che comportano lo spostamento di una certa quantità dalla parte acquosa del sangue, dal sistema circolatorio ad altri distretti (tumefazione indotte da traumi)

68 Variazioni del volume delle condutture come nel caso di vasodilatazione indotta da stimolazioni dolorose o emotive, oppure da sostanze vasodilatatrici come farmaci, veleni, ecc.

69 Se queste alterazioni sono di entità tale da determinare un apporto inadeguato di sangue agli organi si verifica il quadro clinico dello SHOCK

70 La principale conseguenza dello shock è un insufficiente ossigenazione ai vari organi e quindi un loro malfunzionamento

71 Lo shock è una complicanza di tutte le urgenze cliniche

72 Tutti i malori, fino a prova contraria, possono essere manifestazione di malattie anche molto gravi (ad esempio infarti) e possono determinare un quadro di shock, che dovrà essere attentamente indagato dai soccorritori

73 Lo shock può verificarsi in occasione di lesioni traumatiche

74 Quando avviene un trauma, con o senza frattura, nell area colpita si determina un gonfiore provocato da una raccolta locale di liquidi dovuta a due fattori

75 Dai vasi ematici lesi direttamente dal trauma fuoriesce una certa quantità di sangue, che quindi non partecipa più alla circolazione

76 L effetto del trauma sui tessuti circostanti (muscoli, legamenti, ecc.) determina una reazione che in termini medici prende il nome di infiammazione

77 L infiammazione comporta un accumulo localizzato di liquido che l organismo sposta al sito di lesione, rimuovendolo ad altri distretti, principalmente dal sistema cardiocircolatorio

78 Sul piano cardiocircolatorio, quindi, una frattura comporta la riduzione della massa liquida circolante

79 Fortunatamente esistono sistemi di compensazione per cui ingenti perdite di massa circolante (20% o più) non sempre provocano automaticamente shock

80 Tuttavia, qualsiasi fattore di disturbo (anche il semplice trasporto), può rompere un equilibrio precario, determinando pericolo per la vita dell infortunato

81 MANIFESTAZIONI CLINICHE

82 Lo shock determina sui parametri di funzionalità vitale alterazioni dirette (ad esempio calo della pressione arteriosa) ed indirette (ad esempio tachicardia, pallore )

83 Le alterazioni indirette sono dovute a meccanismi riflessi che rappresentano il tentativo dell organismo di opporsi allo shock

84 Lo shock deve essere riconosciuto sulla base di segni di facile ed immediato riscontro, semplicemente osservando l infortunato e palpandogli il polso

85 L aspetto dell infortunato è sofferente: il volto, le labbra e le unghie sono pallide e grigiastre

86 La cute appare fredda, sudata e viscida

87 La respirazione è rapida e superficiale

88 Il battito cardiaco è frequente ( battiti al minuto) e l arteria che si palpa per misurare il battito può essere difficile da palpare

89 La coscienza è generalmente integra nelle prime fasi, ma successivamente può comparire irrequietezza e poi torpore

90 L infortunato può lentamente avere sete

91 Già avvicinandosi all infortunato si percepisce il suo malessere

92 Pallore e cute fredda e sudata sono dovute a reazioni neurologiche riflesse

93 Il pallore è dovuto alla vasocostrizione cutanea Un tentativo dell organismo di favorire la circolazione verso gli organi nobili (cervello, cuore ) a scapito della pelle

94 Respirazione e battito cardiaco accelerati rappresentano la risposta compensatoria dell organismo ad una minor ossigenazione degli organi mal perfusi

95 Le alterazioni del livello di coscienza sono una diretta conseguenza dell ipossia cerebrale (l irrequietezza è meno grave del torpore)

96 La sete è un meccanismo riflesso: viene percepita un insufficiente massa liquida circolante che l organismo stimola a rimpiazzare con l assunzione di liquidi

97 È elementare riconoscere un quadro clinico conclamato, mentre può essere difficile, ma non meno importante, scoprire un quadro di shock latente

98 C è la tendenza dello shock di automantenersi ed aggravarsi per la compromissione degli organi nobili

99 Lo shock è un quadro clinico MOLTO GRAVE da riconoscere e trattare al più presto rompendo il circolo vizioso dei fattori che lo mantengono ed aggravano fino alla morte dell infortunato

100 Lo shock deve innanzi tutto essere sospettato in base ai dati circostanziali e poi riconosciuto conoscendo i segni clinici da osservare

101 All inizio, i segni clinici dello shock sono sfumati e non tutti presenti

102 Il peggioramento clinico viene segnalato all accentuarsi dei segni dello shock (ad esempio aumento di frequenza cardiaca e respiratori)

103 VALUTAZIONE DEL POLSO

104 In caso di shock, dalle osservazioni preliminari, pelopiù già sappiamo che la circolazione è presente (l infortunato respira e si lamenta)

105 Scopo della valutazione del battito cardiaco, in questo caso, è ottenere informazioni più dettagliate che non battito assente o presente

106 Perciò il soccorritore deve effettuare una valutazione più accurata

107 Può essere impiegata sia la palpazione del polso carotideo che quello radiale

108 Bisogna valutare: FREQUENZA CARDIACA PIENEZZA DEL POLSO

109 Per valutare la frequenza contare il numero di battiti al minuto misurato con un orologio (è possibile contare i battiti per 30 secondi e moltiplicare per 2 ma non è consigliabile ridurre il periodo)

110 L intervallo di normalità va da 60 a 100 battiti al minuto

111 Un rilievo di battiti al minuto è indicativo di problemi cardiocircolatori (o forte stato d ansia)

112 Oltre i 120 battiti cardiaci, quasi certamente, ci sono problemi cardiocircolatori

113 È possibile valutare la pienezza del polso se il battito cardiaco riempie ogni volta l arteria che si palpa Un reperto di normalità è definito polso pieno

114 Se questa sensazione di pienezza manca e l arteria è difficile da palpare si ha il polso definito piccolo, indicativo di possibile shock

115 VALTAZIONE DEL CIRCOLO CAPILLARE

116 Il test del riempimento capillare è un test di facile esecuzione per il riconoscimento dello shock iniziale

117 Facendo pressione sul palmo della mano o sul polpastrello dell infortunato, il sangue viene spremuto via dai tessuti sottostanti

118 Rilasciando la pressione, la cute appare più chiara, ma il sangue, che torna a perfondere i tessuti, ripristina il colore originario

119 Il tempo di riempimento capillare è appunto il tempo in cui ritorna il mormale colore della cute

120 Se è maggiore di 2 secondi il test è positivo e depone per un o shock iniziale

121 ATTENZIONE Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela

122 Il test ha validità solo se positivo Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela

123 Se negativo non esclude la possibilità di shock iniziale

124 VALUTAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA

125 È intuitivo comprendere che un infortunato in shock ha un basso valore di pressione arteriosa

126 Sebbene non sia possibile definire un valore di pressione arteriosa che identifichi lo shock, si può indicativamente affermare che il rilievo di un valore superiore a 100 mm/hg esclude lo shock, mentre un valore inferiore a 90 mm/hg lo rende possibile

127 Da un punto di viste strettamente medico legale la misurazione della pressione arteriosa non potrebbe essere effettuata da soccorritori senza qualifica professionale sanitaria (medici ed infermieri professionali)

128 Tuttavia conoscerne la tecnica è utile e deve far parte del bagaglio nozionistico di ogni soccorritore che potrebbe doverla impegnare in stato di necessità

129 PRINCIPI DI TRATTAMENTO

130 La prevenzione è la principale misura di trattamento dello shock

131 Occorre conoscere e trattare ogni situazione predisponente, prima che lo shock si manifesti (ad esempio tamponare le emorragie prima che causi una significativa perdita di sangue)

132 Le possibilità di prevenzione dipendono da fattori eterogenei quali il tipo di patologia, il grado di assistenza fornito dai testimoni occasionali, i tempi di allertamento del soccorso qualificato

133 Se lo shock è già in atto occorre arrestarne la progressione con misure semplici ed alla portata di tutti

134 Ovviare alla causa di shock, se possibile (ad esempio arrestare emorragie)

135 Slacciare cintura, pantaloni o qualsiasi cosa stringa in vita l infortunato rendendo difficoltoso il ritorno di sangue dagli arti al cuore

136 Porre l infortunato in posizione antishock (capo più in basso dei piedi per favorire l afflusso di sangue al cervello)

137 Impedire la dispersione di calore dell infortunato (non applicare frizioni ed evitare il contatto diretto con fonti di calore è sufficiente coprirlo)

138 Mai somministrare bevande alcoliche o eccitanti

139 POSIZIONE SNTISHOCK

140 Ha lo scopo di facilitare il ritorno del sangue al cuore

141 È sufficiente sollevare gli arti inferiori di cm.

142 L impiego della posizione antishock deve essere valutato con cautela in caso di edema polmonare (difficoltà respiratoria con rantoli) e traumi al cranio (per il rischio di ipertensione endocranica)

143 Solo in caso di shock conclamato l infortunato deve comunque essere messo in posizione antishock

144 PANTALONI ANTISHOCK

145 I pantaloni anti-shock sono ritenuti un provvedimento idoneo a contrastare temporaneamente gli effetti dello shock da perdita di liquidi

146 Costituiti da 3 sacche pneumatiche, da avvolgere e fissare con chiusure in velcro agli arti ed all addome dell infortunato

147 TRAPORTO DELL INFORTUNATO IN SHOCK

148 Il trasporto dovrebbe essere effettuato solo dopo un trattamento iniziale dello shock, finalizzato a prevenire le complicanze che potrebbero avvenire nel trasferimento

149 Il trasporto di un individuò in shock pone seri problemi in quanto ogni sollecitazione meccanica crea ripercussioni negative

150 L infortunato deve essere trasferito riducendo al minimo ogni sollecitazione meccanica, mantenendo per quanto possibile la posizione antishock ed evitando con cura la posizione ortostatica (capo e tronco sollevati rispetto agli arti inferiori)

151 Il trasporto in barella su terreno scosceso pone gravi problemi, in quanto il trasportato viene messo in posizione ortostatica,, tanto più accentuata, quanto è maggiore la pendenza del tragitto da percorrere

152 L infortunato dovrà essere trasportato cercando di mantenere la posizione antishock e limitando al massimo l inclinazione della barella in senso longitudinale

153 Non serve, ed è potenzialmente pericoloso, trasportare l infortunato su una barella inclinata col capo verso il basso Verrebbe compromessa la respirazione, quindi ridotta l ossigenazione con conseguente aggravamento dello stato di shock

154 Tale posizione potrebbe inoltre determinare ipertensione endocranica

155 CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Provinciale di Roma Non si insegna quel che si vuole; dirò addirittura che non si insegna quello che si sa o quello che si crede di sapere: si insegna e si può insegnare solo quello che si è. Jean Jaurès Supporto realizzato da: V.d.S. Iannozzi Emanuela Comitato Locale di Ciampino

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