Un modello di microfiliera da trasferire in altre realtà aziendali delle Aree interne della Sicilia. Caltanissetta 29 Novembre 2013

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1 Un modello di microfiliera da trasferire in altre realtà aziendali delle Aree interne della Sicilia Caltanissetta 29 Novembre 2013

2 Le aree interne della Sicilia sono caratterizzate dalla presenza di un agricoltura di tipo estensivo mirata prevalentemente alla coltivazione del grano duro, incentivata dagli aiuti alla produzione dati dalla CE.

3 Le popolazioni residenti sono in continuo decremento con notevole presenza di persone anziane: il futuro sembra essere quello dello spopolamento di tali zone se non verranno prese delle iniziative miranti a garantire opportunità occupazionali al fine di consentire una permanenza dignitosa anche a salvaguardia del territorio.

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7 Un territorio sempre più abbandonato dalla pratica agricola, soggetto al degrado idrogeologico che anticipa sempre quello sociale

8 Una soluzione è pertanto quella di utilizzare l agricoltura per prestazioni esterne al comparto ossia far sì che l attività umana più antica garantisca un servizio che sia, al contempo, ambientale, paesaggistico, sociale e produttivo.

9 Tutela, gestione ed utilizzazione dei territori delle aree interne anche a fini agroenergetici

10 una forestazione protettiva e produttiva coglie tutti questi obiettivi garantendo: il consolidamento di un territorio in erosione, il miglioramento della qualità dei paesaggi, la necessaria occupazione per la fase di manutenzione degli ambiti boscati,

11 la creazione di nuovi tour locali nelle logiche di uno sviluppo rurale integrato, il mantenimento delle popolazioni in situ come effetto di nuove occasioni di lavoro in campagna, la produzione di legno e di energie rinnovabili ecologiche e non inquinanti.

12 Nelle aree vocate, bisogna pensare a delle produzioni di nicchia e di alta qualità derivanti dalla trasformazione dei prodotti endogeni del territorio che vadano ad integrare i redditi degli imprenditori.

13 Obiettivi a) la riconversione colturale di superfici agricole attualmente occupate da cereali (frumento) o altri seminativi; b) la realizzazione di impianti dedicati (SRF), governati a ceduo con turni brevi per l approvvigionamento di centrali a biomassa; c) recupero materiale di risulta delle operazioni colturali (es. potatura oliveti, vigneti, frutteti ecc.) o di impianti agroindustriali ( scarti di lavorazione delle olive, uva e della frutta secca);

14 d) il fitorisanamento di terreni con problematiche di tipo ambientale (nitrati, metalli pesanti e/o inquinanti di origine industriale) ed il recupero di terreni marginali; e) l utilizzo di fanghi e/o di acque reflue da impianti di depurazione per la fertilizzazione e l irrigazione di colture da biomassa; f) la riconversione di impianti termici per il riscaldamento di edifici pubblici (scuole, ospedali ecc.) e la produzione di energia per aree industriali;

15 g) la creazione/ripristino di specifiche figure professionali del settore agro-forestale h) la rivalutazione delle proprietà boschive. i) miglioramento delle condizioni paesaggistiche nella logica di un potenziamento delle attività di fruizione del territorio;

16 D.Lgs. 03/12/2010, n. 205 STOP AI FUOCHI IN AGRICOLTURA

17 Risulta esclusa la possibilità della combustione dei residui colturali senza relativa produzione di energia, attività che si configura quindi come smaltimento di rifiuti agricoli sottoposti alla parte quarta del Codice dell'ambiente, e pertanto sanzionabile ai sensi dell'art. 256 dello stesso Codice.

18 Gli imprenditori agricoli sono pertanto chiamati allo sforzo di modificare la gestione dei propri residui colturali. Le opzioni a disposizione degli agricoltori sono fondamentalmente tre: - trinciatura e interramento totale o parziale; - compostaggio; - raccolta e valorizzazione energetica (caldaie e centrali a biomasse, biogas, syngas).

19 D.M. ai sensi dell'art. 37, c. 6, del D.Lgs. 03/03/2011, n. 28 Burden Sharing Ripartizione fra Regioni e Prov.Autonome della quota minima di incremento dell'energia prodotta con fonti rinnovabili e la disciplina delle modalità di gestione dei casi di mancato raggiungimento degli obiettivi da parte delle Regioni e Prov.Autonome

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21 Filiera ordeicola per la produzione di birra agricola o rurale

22 Il decreto ministeriale 212/2010 del Ministero dell'agricoltura, ha istituito il concetto di "agribirra" (anche "birra agricola", o "birra rurale") secondo cui si tratta di una tipologia di birra prodotta all interno di un azienda agricola. Gli agribirrifici possono accedere ai finanziamenti europei.

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24 Filiera grani antichi siciliani pane e pasta

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26 Biofabbrica

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29 Grazie per l attenzione

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