tempo determinato (art. 86 c.9). Per la pubblica
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- Modesto Rizzo
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1 3.1 L evoluzione della normativa sul contratto a termine nel pubblico impiego dopo il D.Lgs. 368/2001 fino alla legge finanziaria Importante passaggio, dopo il D.Lgs. 368/2001, è stato l esclusione del pubblico impiego dall applicazione della legge delega n. 30/2003 (art.6) e del D.Lgs. n. 276/2003 (art.1 c.2), salvo per quanto attiene i contratti di somministrazione a tempo determinato (art. 86 c.9). Per la pubblica amministrazione il Decreto 276, all art. 86 comma 9, aveva previsto dei <<profili di armonizzazione conseguenti la entrata in vigore del presente decreto legislativo>> che sono rimasti inattuati nonostante il testo indicasse il termine di sei mesi. D'altronde, neanche per quanto riguarda la contrattazione collettiva si registrano novità in materia di flessibilità contrattuali, neppure di quelle previste come la somministrazione a termine La politica di contenimento dei costi, introdotta dalle leggi finanziarie attraverso la fissazione di limiti quantitativi di spesa, validi per tutte le amministrazioni, con riguardo all utilizzo di contratti a tempo determinato, di formazione e 1
2 lavoro, di collaborazione coordinata e continuativa o di altre forme di rapporto flessibile ha di fatto svolto un azione progressiva di controllo delle flessibilità contrattuali, frenandone l uso. In questa direzione si inserisce, coerentemente, la norma dell art.4 della Legge 9 marzo 2006, n.80 di conversione del Decreto Legge 10 gennaio 2006, n.4. Ispirata al mero principio del controllo della spesa, essa viene a predisporre una serie di vincoli formali e sostanziali alla stipulazione dei contratti atipici e del contratto a termine che si sommano alle limitazioni generali già operate in materia di assunzione dalle leggi finanziarie. In particolare la legge opera due importanti modifiche al D.Lgs. 165/2001. La prima riguarda la norma generale sul reclutamento dell art. 35 la quale, attraverso l aggiunta del comma 4bis, ora prevede, per le amministrazioni dello Stato, l estensione delle prescrizioni per l avvio delle procedure concorsuali di assunzione a tempo determinato anche per le procedure di reclutamento del personale a termine. Pertanto l avvio delle procedure concorsuali è subordinato all emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei 2
3 Ministri, adottato su proposta del Ministro per la Funzione Pubblica di concerto con il Ministro dell Economia e delle Finanze. E chiaro che in questo modo si rende più rigido e meno conveniente l uso delle forme flessibili e del contratto a termine, in quanto si viene ad incidere su uno dei fattori più interessanti di questi contratti ovvero l accelerazione e lo snellimento delle procedure selettive D altro canto, il rinvio ai <<criteri previsti dall art.36>>, innesta un controllo di merito, attraverso una precisa prevalutazione dell esistenza delle condizioni illustrate al comma 1bis, che dovrebbe evitare abusi nell utilizzo dei contratti a termine e delle forme flessibili in genere. Una scelta difficile che ha avuto l effetto collaterale di un allontanamento da quelle soluzioni di tipo organizzativo di managerial rights, le quali avrebbero dovuto caratterizzare il nuovo modo di gestire le risorse umane della p.a. attraverso modelli efficientistici propri dell impresa privata. L altra importante modifica investe l art. 36 al quale, l art.4 della L. 80/2006, aggiunge il comma 1bis a norma del quale <<Le amministrazioni possono attivare i contratti di cui al comma 1 solo per esigenze temporanee ed eccezionali e 3
4 previo esperimento di procedure inerenti assegnazione di personale anche temporanea, nonché previa valutazione circa l opportunità di attivazione di contratti con le agenzie di cui all articolo 4, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, per la somministrazione a tempo determinato di personale ovvero di esternalizzazione e appalto di servizi>>. Come già riportato in precedenza, la nuova disposizione pare ristringere il campo di applicazione dei contratti a tempo determinato, dei contratti di formazione e lavoro e degli altri rapporti formativi. Questo a seguito dei vincoli introdotti dalla norma, che consentono l uso dei contratti flessibili solo con riferimento ad esigenze temporanee ed eccezionali e previo ricorso a procedure di assegnazione anche temporanea di personale, ovvero da una valutazione circa l opportunità di attivare contratti di somministrazione, di esternalizzazione e appalto di servizi. Di conseguenza la maggiore facilità d uso dei contratti a termine introdotta dal D.lgs. 368/2001, pare essere stata ridimensionata da queste ultime disposizioni. Infatti, anche se il Dipartimento della Funzione Pubblica, con una sua circolare, 4
5 ha riaffermato la piena compatibilità tra le causali individuate dal Decreto 368 e l art. 36 del Decreto 165, come modificato dalla Legge 80, l obbligo di effettuare valutazioni e procedure preventive rilegano ad extrema ratio la stipula di contratti a tempo determinato. Da ultimo, e a conferma della difficoltà dell uso del contratto a termine quale strumento di flessibilità in un ottica di organizzazione e di attività, nella pubblica amministrazione è intervenuta la legge 27 dicembre 2006, n. 296, legge finanziaria 2007, con la quale è stata prevista la stabilizzazione del personale a termine, non dirigenziale, della pubblica amministrazione. Essa fissa in un triennio ( ) il piano di stabilizzazione che interessa sia le amministrazioni dello stato che le Regioni e gli enti locali. I requisiti per fare domanda di conversione del contratto a termine in contratto a tempo indeterminato, sono un anzianità di servizio a tempo determinato nella p.a. per un triennio, anche non consecutivo, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della legge finanziaria, purché sia stato assunto con procedure selettive di natura concorsuale o previste da norme di legge. Nel caso in cui il personale a termine sia stato assunto 5
6 con procedure diverse da quelle contrattuali si procede con espletamento di prove selettive dedicate (comma 519). La legge, però, inserisce dei limiti, sia di carattere finanziario, individuando una quota, pari al 20% nel 2007, del fondo relativo alle assunzioni per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio, introdotto dalla legge 30 dicembre 2004, n. 311 (finanziaria 2005), utilizzabile ai fini della stabilizzazione, sia di carattere organizzativo in quanto non è possibile ampliare la dotazione organica dovendo, anzi, procedere alla razionalizzazione delle strutture amministrative (comma 404). Per gli anni 2008 e 2009 è consentito alle amministrazioni dello Stato di procedere, per ciascun anno, alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro a tempo determinato, non dirigenziali, nel limite di una spesa pari al 40% di quella relativa alle cessazioni avvenute nell anno precedente (comma 526). Inoltre è prevista, per il triennio , la riserva del 60% del totale dei posti destinati all assunzione a tempo determinato, ai soggetti con i quali le pubbliche amministrazioni hanno stipulato uno o più contratti di Co.Co.Co. per la durata complessiva di almeno un anno raggiunta alla data del 29/09/2006 (comma 529). 6
7 Per quanto riguarda le Regioni e gli Enti Locali la normativa di riferimento che riguarda la stabilizzazione del personale con contratto a termine, espressa nei commi , è simile a quella prevista per lo stato, c è in più, quale ulteriore vincolo finanziario per procedere alla stabilizzazione o a nuove assunzioni, il rispetto del patto di stabilità interno nell anno Non si può evitare di riflettere su come tali politiche di stabilizzazione siano conseguenti a quelle di contenimento della spesa e dei costi del personale, sulla base delle quali si è proceduto alla scelta dei contratti a termine e, in genere, delle forme flessibili nella p.a., alterando lo spirito del D.Lgs. 368/2001, che superando il vincolo delle ipotesi legali voleva consentire una gestione più manageriale degli organici e degli accessi. Una strategia che è risultata inattuabile nel pubblico impiego, vuoi per il carattere meramente sostitutivo di lavoro a tempo indeterminato che il contratto a tempo determinato ha assunto, vuoi per le scontate commistioni politiche che normalmente si registrano nella p.a.. Due motivi, questi, che hanno alimentato l aspettativa dei lavoratori precari a rientrare stabilmente nel pubblico impiego, come si 7
8 sta avverando con la legge finanziaria Forse appunto per questo pare si stia tornando ad una logica per causali sul lavoro flessibile, che nel futuro <<potrà avvenire, in base a tipologie e limiti individuati nella contrattazione collettiva>>. 8
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