PAROLE CHE CURANO NEL PERCORSO NASCITA: LA GESTIONE DEGLI EVENTI AVVERSI IN GRAVIDANZA
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1 PAROLE CHE CURANO NEL PERCORSO NASCITA: LA GESTIONE DEGLI EVENTI AVVERSI IN GRAVIDANZA Ost. Ferrero Federica Cuneo 18 ottobre 2013 QUALI GLI EVENTI AVVERSI piu frequenti nel percorso nascita 1
2 Quelli da cui tutto il personale vorrebbe scappare. Comunicare è difficile. Interruzione Terapeutica di Gravidanza Morte Endouterina Fetale Ma non dimentichiamoci. Depressione post parto Parto Prematuro Parto distocico 2
3 Una storia. Giorgia è alla sua prima gravidanza.tutta la famiglia aspetta fervidamente l arrivo della prima nipote.. A 39w si presenta presso il nostro Dea perché da qualche giorno i movimenti fetali sono molto ridotti viene fatta diagnosi di MEF. Tutta la famiglia esercita forti pressioni affinchè venga effettuato il Taglio cesareo perché Giorgia soffre già troppo così viene effettuato il taglio cesareo, Giorgia si rifiuta di vedere la bambina si occupa di tutto il marito Le viene proposta una consulenza psicologica, ma rifiuta. Dopo pochi mesi si presenta in Ostetrica, chiedendo di parlare con la psicologa è nuovamente gravida, il suo ginecologo le ha consigliato di avere subito un altro bambino per superare il trauma Giorgia si sente male, ha continui pensieri e sensi di colpa verso l altra bambina, che, dice lei, non è neanche stata in grado di far nascere viva e non ha neppure salutato. Non riesce a pensare al bambino che porta in grembo la prendiamo subito in carico e la seguiamo in equipe per tutta la gravidanza Giorgia ora è nuovamente madre, è un po piu serena e riesce a gestire la sua seconda figlia.ma ha ancora bisogno di supporto E PENSIERO COMUNE NELLA NOSTRA SOCIETA EVOLUTA CHE LA GRAVIDANZA SIA UN EVENTO PER LO PIU FELICE. QUINDI E SEMPRE PIU DIFFICILE ACCETTARE PER LA DONNA/COPPIA/ FAMIGLIA LE SITUAZIONI DI RISCHIO ED CONSEGUENTEMENTE GLI EVENTUALI EVENTI AVVERSI. 3
4 MEF ( Morte endouterina fetale) E un evento ad elevato impatto traumatico soprattutto quando si verifica a ridosso dell epoca presunta del parto. etting Nonostante gli evidenti limiti strutturali del nostro reparto abbiamo lavorato negli ultimi anni per garantire ai genitori la riservatezza di cui necessitano. La donna viene ricoverata nel Reparto di Ginecologia per evitarle il contatto con madri e neonati. 4
5 ercezione. nvito. CHI COMUNICA? La comunicazione della diagnosi viene data ai genitori dal ginecologo, se effettuata in ospedale, è coadiuvato da un ostetrica, o da un infermiera. L ostetrica,coadiuvata dalle infermiere della Ginecologia, si prende carico della donna/coppia per quel che concerne gli aspetti tecnico ostetrici ed emotivi. Si procede alla scelta della modalità del parto in equipè coinvolgendo la donna/coppia Si propone alla donna l utilizzo della parto analgesia e si effettua la visita anestesiologica. nowledge mpatia Si effettua sempre il colloquio psicologico: ben accetto da parte delle donne. utile anche per i professionisti permette di offrire un assistenza il piu possibile personalizzata limitando gli errori comunicativi e gestionali in un momento tanto delicato. (es. parto spontaneo in analgesia vs taglio cesareo) 5
6 nowledge mpatia A parto avvenuto. L ostetrica. si occupa dell accoglimento del bambino, rispettando la volontà dei genitori/parenti di vederlo, battezzarlo, rimanere soli con il loro figlio. informa i genitori su tutti gli aspetti burocratici quali autopsia, funerale, presenza in camera mortuaria In questa fase, se le condizioni organizzative lo permettono si concede alla famiglia il tempo necessario per eventuali riti rispettando le differenti culture. intesi. Si ripete un colloquio psicologico prima della dimissione con la coppia Si propone alla donna/coppia/ famiglia almeno un colloquio psicologico successivo alla dimissione. La donna, se le condizioni cliniche lo permettono viene dimessa il giorno successivo al parto La coppia viene ricontattata all arrivo dell eventuale esame autoptico/istologico 6
7 Un altra storia. Chiara, di etnia africana, si presenta presso la nostra struttura a 32 settimane con una diagnosi definita presso un altro ospedale di polimalformazioni fetali e trisomia 13. Ha rifiutato l ITG perché non corrisponde al suo credo aveva eseguito diagnosi prenatale senza sapere cosa fosse. Ci chiede di dare assistenza a lei ed al suo bambino, avendo ben chiara la situazione clinica. Chiara viene accolta dall equipè, ginecologi, ostetriche, anestesista, neonatologi e le viene immediatamente offerto il supporto psicologico, che lei accetta immediatamente. L abbiamo accompagnata nel suo percorso, accogliendo e gestendo le paure, i sensi di colpa, le richieste sue e del marito. Chiara torna ai controlli regolarmente e a 36 settimane si presenta perché non avverte alcun movimento fetale, viene diagnosticata una MEF Chiara, con l appoggio dell equipe, affronta la situazione e ha la forza, di spiegare la situazione ai suoi due bambini che l aspettano a casa. Chiara ha partorito, ha accudito e salutato il suo bambino secondo la sua religione l ha portato nel suo paese d origine perché tutta la famiglia lo potesse piangere e ha una sua fotografia che le permette di ricordarlo e averlo sempre vicino. Chiara ci ha ringraziato con parole dolcissime perché abbiamo trattato la sua gravidanza come tutte le altre e abbiamo rispettato e voluto bene a suo figlio. GRAZIE A. Michela,Clementine, Romina,Monica, Daniela, Francesca,Emilia, Claudia, Sandra,Nunzia, Isabella,Laura,Nadia, Antonio, Giovanna,Maura,Alice,Marta,Federica,Rosida, Enza, Virginia, Cinzia, Noemi, Barbara,Giulia, Cristina, Cristina, Elisa, Giuliana, Valentina, Marina, Laura, Claudia, Giampy, Maria, Dina, Lucia, Renata, Beda, Carla, Miriam, Enrica, Mariella, Ornella, Barbara, Felicita,Anna, Fabrizia, Bruno, Maria, Maura, Rosanna,alle colleghe della Ginecologia e della Sala Parto. E A VOI. 7
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