DIRITTO AL CUORE. PERCORSI DI ELABORAZIONE DEL LUTTO TRA ARTE E VITA Circolo Eridano, 19 aprile 2010

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1 International Association for Art and Psychology Arte e Psicologia, Gruppo di studio interdisciplinare Sezione Piemontese e Circolo degli Artisti DIRITTO AL CUORE. PERCORSI DI ELABORAZIONE DEL LUTTO TRA ARTE E VITA Circolo Eridano, 19 aprile 2010 Mario Gramaglia presenta opere da LA VIA DEL SILENZIO Fotografie di Antonio Attini L interprete della vita è Mario Gramaglia Palcoscenico il Cimitero Monumentale di Torino Elaborazione pittorica Di Mario Gramaglia Commento a cura di Marcello Pedretti

2 Ancor fanciulla ho appreso gli amori di Adone e di Astarte, i misteri della sacra Siria, e la morte e il ritorno verso Colei che ha morbide le palpebre.

3 Non piangere, o tu che ti sei fermato: mi sono stati fatti bei funerali; le lamentatrici si sono lacerate le gote; e sono stai deposti con me nella tomba i miei specchi e i miei gioielli.

4 Autunno, stagione triste e dolce! Le foglie cadono lentamente come la neve; il sole penetra più addentro nella foresta diradata e non odo altro che il silenzio.

5 Fanciullo, non passare senza avermi amato. Sono ancora bella come la notte. Sentirai come il mio autunno sia più caldo della primavera di un altro.

6 Sotto le foglie dei lauri, sotto i fiori amorosi delle rose, qui io riposo, io che ho saputo intrecciare il verso al verso, e far fiorire il bacio.

7 Nel paese dove le sorgenti nascono dal mare e il letto dei fiumi è fatto di foglie rocciose, io, Bitilide, sono nata.

8 Commento a cura di Marcello Pedretti Diritto al Cuore - Percorsi di elaborazione del lutto tra Arte e Vita è stata l occasione per il pittore Mario Gramaglia di riproporre alcuni suoi quadri appartenenti alla serie La Via del Silenzio. Sono fotografie, il fotografo è Piero Attini, sapientemente rielaborate dal pittore con colori da stampa fotografica stesi a mano. Opere in cui Mario Gramaglia si presenta come interprete della vita sul palcoscenico offerto dal Cimitero monumentale di Torino. Sono sei quadri che parlano del dolore di chi rimane, di un disperato tentativo di riaffermare la vita in un luogo di morte, di uno stato di sospensione tra vita e morte. Sullo sfondo sembra apparire un dolore inconsolabile, un lutto impossibile. La prima scena ci presenta una grande arco acuto e il pittore viene verso di noi, vivo e morto nello stesso tempo, come in bilico tra un qui e un altrove, testimonianza e negazione della morte. La seconda scena ci parla di un dolore che pietrifica, che fa di ciò che è umano pietra. La pietrificazione del dolore fa del pittore un altra statua dolente. Anche nella terza, dominata da un tema di pietas, il pittore si fa doppio della figura statuaria consolatrice e nello stesso tempo proietta attraverso la sua ombra il suo stato di sospensione tra vita e morte. La quarta scena ci parla del dolore per una resurrezione desiderata e impossibile. La figura pietrificata di Cristo non potrà mai pronunciare la frase usata al funerale di Lazzaro: Alzati e cammina. È una frase che può risuonare solo nel cuore di chi accetta la perdita e si riapre alla vita. La quinta scena ci presenta il pittore come testimone del dolore dell uomo, testimone in quanto osserva e testimone in quanto lo stesso dolore è inciso nella sua carne. L ultima scena è segnata dalla ambiguità. Il pittore come novello angelo viene a braccia aperte verso il mondo e se da un lato sembra volere chiudere l accesso al Regno dei Morti, dall altro si presenta come doppio dell angelo della morte pronto a ghermirci.

9 Mario Gramaglia ha chiesto di associare a queste immagini alcuni epitaffi tratti da Le canzoni di Bitilide di Pierre Louys, libro edito nel Curiosa la storia di questa raccolta di canzoni pubblicata come frutto di una sensazionale scoperta archeologica: del ritrovamento e della traduzione di un antico manoscritto greco trovato appunto in una tomba attribuita dallo stesso scritto alla poetessa Bitilide. In realtà invece frutto di un clamoroso falso storico, svelato dagli stessi autori qualche anno dopo. Anche in questa scelta traspare un elemento trasgressivo, eccitato, a difesa da uno stato di vuoto. Se la trasgressione eccitata è difesa, negazione della realtà, delle leggi della vita e della generazione, non dobbiamo per altro dimenticare che andare oltre il conosciuto non può significare che fare il vuoto di ciò che è dato, un trasgredire inteso come andare oltre. L arte è strettamente legata a questo andare oltre, alla gioia connessa al momento creativo, al potere dire agli altri e, talvolta a sé stessi, ciò che prima non era ancora.