L oceano del faraone
|
|
- Luca Rinaldi
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 n mediterraneo n L oceano del faraone La placca africana ed arabica si separano di circa 15 millimetri all anno destinando il Mar Rosso a diventare il quarto oceano del pianeta Marco Ligi, Enrico Bonatti, Marco Taviani I Mar Rosso, quel braccio d acqua tra Africa ed Asia, ricco di storia, che nei millenni vide fiorire civiltà, nascere religioni e combattere guerre, da un punto di vista geologico rappresenta un oceano ancora nella sua infanzia. L Esodo racconta della fuga dalla schiavitù, sotto il Regno d Egitto, del popolo d Israele verso la Terra Promessa, attraverso il Mar Rosso: «Allora Mosè stese la mano sul mare e le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri, entrando dietro di loro in mezzo al mare. Il Signore disse a Mosè: stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri. Mosè stese la mano sul mare, le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno». L apertura biblica del Mar Rosso fa da eco a quella geologica; in fatti le placche Africa ed Arabia si separano alla velocità di circa 15 mm/anno e quest oceano-bambino è destinato a diventare il quarto del pianeta, insieme all Indiano, al Pacifico e all Atlantico, e in futuro località come Sharm-el-Sheik, tra le più ambite mete turistiche del pianeta, si affacceranno non più su un mare minore, ma su un grande oceano. Per oltre 2 miliardi di anni il motore interno del nostro pianeta ha innescato un processo ciclico (con un periodo di circa 500 milioni di anni), dove gli oceani si chiudono e i continenti si aggregano in un singolo super-continente che poi viene disgregato e disperso. Uno dei passi principali, nel Ciclo di Wilson, è la separazione continentale e la nascita di un nuovo oceano, con la conseguente formazione di mar gini passivi coniugati. La frammentazione di un blocco continentale avviene, quando a seguito di un regime estensionale, la deformazione si focalizza in una regione ben definita in genere in corrispondenza di zone di debolezza litosferica, come per esempio le vecchie linee di sutura e la litosfera continentale inizia ad assottigliarsi, dando così vita ad un rift continentale. In seguito, con il proseguire dell e stensione, i blocchi continentali si dividono definitivamente con la formazione di una dorsale medio-oceanica, al di sotto della quale il mantello astenosferico risale e fonde parzialmente producendo nuova crosta oceanica. La regione dell Africa Orientale-Golfo di Aden-Mar Rosso contiene una serie di rift in differenti stadi di evoluzione, da l 90 n Darwin n settembre/ottobre
2 Figura 1. La ricostruzione tri-dimensionale della morfologia dei bacini Thetis e Nereus, nel Mar Rosso centrale, mostra un oceano durante le fasi iniziali della sua formazione. Il flusso di sali evaporitici dal margine arabico (a destra), che inonda le regioni bacinali della depressione Thetis, forma delle lingue del tutto simili a quelle glaciali. completamente continentale (Africa Orientale) a oceanico (Golfo di Aden) con il Mar Rosso in una fase intermedia. A partire dal tardo Oligocene, circa 30 Ma (milioni di anni fa), questo sistema di rift ha cominciato a frammentare lo scudo Afro-arabico, costituito da antiche zone di arco vulcanico e baci 91 n Darwin n settembre/ottobre
3 Mar Rosso Centrale (a) e batimetria di dettaglio della regione Thetis-Nereus (b). ni di retro-arco, microplacche continentali e relativi bacini oceanici saldati insieme quando il continente del Gondwana fu assemblato durante il ciclo orogenico Proterozoico Pan-Africano. L arrivo circa 40 Ma del plume di mantello (un anomalia termica o composizionale) in corrispondenza della regione dell Afar può aver innescato e influenzato fortemente l evoluzione di questo sistema di rift. Nel Mar Rosso meridionale, una valle assiale continua si estende per circa 450 km, fiancheggiata da anomalie magnetiche con un andamento lineare. Le anomalie magnetiche, disposte lungo fasce parallele all asse, registrando in maniera simmetrica l alternarsi dei periodi normali e inversi del campo magnetico terrestre, fanno ritenere che questo settore del Mar Rosso sia in una fase di oceanizzazione avanzata, con produzione di crosta basaltica oceanica iniziata circa 5-6 Ma. Nel Mar Rosso centrale, le anomalie magnetiche diventano discontinue e la crosta oceanica viene focalizzata in piccole celle isolate; mentre nel Mar Rosso settentrionale risultano assenti, sebbene siano state osservate alcune intrusioni basaltiche, suggerendo che questo settore si trovi ancora nella fase di rift continentale. Dunque, non vi è altro luogo sulla superficie della Terra, ove la transizione da un rift continentale a uno oceanico, può essere studiata meglio che in Mar Rosso. In epoca recente non è stato possibile condurre campagne scientifiche in questa regione a causa della terribile situazione politica, estremamente conflittuale. Comunque nell inverno del 2004, l Istituto di Scienze Marine di Bologna del Cnr è riuscito ad ottenere le autorizzazioni dalle autorità competenti di Egitto, Sudan ed Arabia Saudita, necessarie per eseguire indagini geologico-geofisiche nell area del Mar Rosso centrale. Il 28 Dicembre 2004, nonostante il mare in burrasca, la nave Urania, ammiraglia della flottiglia Cnr, salpava dal porto di Napoli verso il Mar Rosso con l obiettivo di studiare le fasi iniziali della formazione di un bacino oceanico. La navigazione procedeva sotto costa cercando di mitigare gli effetti del forte vento e delle onde; la situazione meteo non cambiò nemmeno superato la stretto di Messina e si decise di risalire lo stivale costeggiando il lato Ionico della Calabria. Finalmente all altezza della foce del Crati, si aprì una finestra di condizioni meteo favorevoli e il comandante diresse la prua della nave verso Corinto. Una volta attraversato il canale artificiale di Corinto, con l imbarcazione che passava di misura tra le irte pareti del canale, ci siamo diretti verso Port Said, l imboccatura sul Mediterraneo del Canale di Suez. Qui abbiamo imbarcato i nostri colleghi egiziani, sauditi e tedeschi. Per attraversare i 160 km del canale abbiamo impiegato una intera giornata, in convoglio, in mezzo a navi gigantesche, che sembravano navigare in mezzo al deserto. Erano trascorsi sette giorni dalla nostra partenza da Napoli, quando abbiamo raggiunto l area di lavoro stabilita: le depressioni assiali di Thetis e Nereus, poche miglia a sud dell Isola di Zabargad, famosa sin dall epoca dei Faraoni per i suoi grossi cristalli limpidi di olivina color smeraldo. I bacini di Thetis e Nereus costituiscono le regioni più settentrionali del Mar Rosso pavimentate da basalti di tipo oceanico 92 n Darwin n settembre/ottobre
4 Figura 3. Profilo sismico multicanale perpendicolare e centrale all asse del bacino Meridionale di Thetis. e dunque rappresentano il luogo in cui il passaggio da rift continentale ad oceanico è avvenuto in epoca recente o è ancora in atto. Siamo rimasti nell area di lavoro 14 giorni e abbiamo raccolto una grande quantità di dati: la copertura completa della zona a mezzo di ecoscandaglio multi-fascio, che ha fornito la batimetria e la morfologia di dettaglio del fondale marino con una risoluzione di circa 25 m (figura 1); una fitta rete di linee magnetiche, gravimetriche e sismiche a riflessione (mono e multicanale) e una serie di campioni di rocce basaltiche strappate al fondale tramite draga. I dati raccolti hanno evidenziato che i bacini Thetis e Nereus si sono impostati entro una spessa coltre evaporitica e sono separati da una regione di raccordo non oceanica (figure 1 e 2). Le evaporiti si sono deposte in tutto il bacino del Mar Rosso durante il Miocene, quando fu attivata la connessione con il Mar Mediterraneo e si svilupparono condizioni lagunari in gran parte della regione con la deposizione di potenti spessori di sali marini (fino a 7 km) da costa a costa. I sedimenti pre-evaporitici sono molto limitati e di tipo continentale. Alla fine del Miocene, nel Messiniano (5 Ma), la connessione con il Mediterraneo si è interrotta e il Mar Rosso è diventato un bacino chiuso dove hanno prevalso condizioni erosive su tutto il margine, successivamente si è aperta la comunicazione con il Golfo di Aden ed è iniziata una sedimentazione neritica. La discordanza alla base della successione post-evaporitica è ben documentata nei profili sismici della regione e designata come riflettore S (figura 3). La sedimentazione durante il Quaternario è quella tipica di un bacino in ambiente arido con scarsi apporti terrigeni ed è principalmente costituita da ooze carbonatici con alcune interruzioni dovute alle variazioni climatiche che hanno formato hardgrounds durante i periodi di stazionamento basso del livello marino e sapropels durante le fasi pluviali. L analisi dei dati geofisici raccolti ha fornito oltre la morfologia, la distribuzione delle anomalie magnetiche e gravimetriche, le variazioni di spessore crostale, l intensità di magnetizzazione e l età delle rocce basaltiche e le variazioni del tasso di espansione oceanica. L integrazione di tutti questi dati ha permesso di ricostruire quello che accade durante i primi istanti della formazione di un nuovo oceano. Il bacino Thetis è lungo circa 65 km, ed è caratterizzato da una profonda valle assiale che raggiunge la profondità massima di m, attualmente costituita dalla coalescenza di tre sotto-bacini (Meridionale, Centrale e Settentrionale) debolmente dislocati verso Oriente, che diventano meno profondi e più stretti 93 n Darwin n settembre/ottobre
5 procedendo da Sud verso Nord. Le ripide pareti della valle che ribassano il fondale di oltre m, sono l espressione di faglie normali estensionali che tagliano tutta la successione evaporitica. I ripidi versanti sono localmente addolciti dal flusso del sale Miocenico, che trasportando tutta la successione sedimentaria sovrastante, forma delle vere e proprie lingue (come i ghiacciai sulle nostre Alpi) che si dirigono verso le regioni più profonde. Il bacino Meridionale è caratterizzato da una zona neo-vulcanica assiale fortemente magnetica e da numerosi piccoli vulcani centrali casualmente distribuiti (alti m e con un diametro di alcune centinaia di metri) del tutto simili a quelli che si possono osservare nella regione dell Afar, dove il limite di placca di accrezione tra Nubia e Arabia è osservabile in terraferma. Due anomalie magnetiche negative fiancheggiano l anomalia centrale positiva, a loro volta in continuità laterale con anomalie positive (figura 4), suggerendo una messa in posto iniziale di crosta oceanica a partire da circa 2,2 Ma, con una velocità di espansione massima nelle fasi iniziali (23 mm/a) che diminuisce fino a 8 mm/a durante l ultimo periodo normale del campo magnetico terrestre (Brunhes 0,78 Ma). Le fasi di massima velocità di apertura coincidono con quelle di elevata attività magmatica e produzione di crosta oceanica. Dirigendosi verso Nord le anomalie magnetiche negative che fiancheggiano quella centrale scompaiono suggerendo un inizio di oceanizzazione più recente, il bacino si allarga mostrando (10 km più ad Est) un secondo rilievo assiale vulcanico giusto in corrispondenza della zona neo-vulcanica del bacino Centrale, indicando che in questa zona di sovrapposizione la crosta oceanica inizialmente viene prodotta attraverso dicchi, alimentati da una camera magmatica centrale al segmento di accrezione, che si propagano lungo asse in entrambe le direzioni mantenendo la segmentazione dei centri di espansione, senza la necessità di sviluppare faglie trasformi. Il bacino Centrale mostra caratteristiche morfologiche simili a quello Meridionale, ma le anomalie magnetiche indicano un inizio della messo in posto di crosta oceanica più recente (1,6 Ma) con una velocità di espansione media di circa 15 mm/a. Il bacino Settentrionale non mostra una chiara ben sviluppata zona neo-vulcanica; la forte anomalia centrale positiva suggerisce un età recente della crosta oceanica (< 0,78 Ma). Dunque le anomalie magnetiche ci indicano che a Thetis è presente una progressione da Sud a Nord della messa in posto iniziale di crosta oceanica, con una velocità di propagazione di circa 40 mm/a, significativamente più alta della velocità di espansione. Il bacino Nereus, che raggiunge la profondità massima di m, è caratterizzato da una valle assiale lungo 50 km, limitata da pareti ripide e alte 1,4 km, leggermente asimmetriche (quella orientale è più alta e più ripida) e localmente addolcite dalla tettonica salina, con una morfologia a gradini dovuta a faglie normali. La regione centrale della valle, larga 12 km, è marcata da un rilievo vulcanico assiale che sovrasta il fondo valle fino a 300 m, con una marcata anomalia centrale positiva e dominata da basalti recenti tipicamente oceanici. Nella zona centrale l anomalia positiva è fiancheggiata da quelle negative che scompaiono procedendo verso la punta meridionale del segmento, suggerendo un inizio della produzione di crosta oceanica a circa 2 Ma nel centro del bacino e più recente in prossimità della fine del segmento di accrezione, con una velocità iniziale di espansione di 26 mm/a che diminuisce a 10 mm/a durante il Brunhes (< 0,78 Ma). La propagazione lungo asse è indicata dai terreni più giovani e dalla più alta produzione magmatica recente procedendo verso gli estremi del segmento. La zona di raccordo tra i bacini Thetis e Nereus, lunga 50 km, è caratterizzata da una vasta depressione poco profonda (1.400 m) colma di sedimenti e senza alcuna traccia di vulcanesimo e di anomalie magnetiche. La regione centrale di questa depressione è dissecata da figure topografiche curvilinee allineate lungo l asse del Mar Rosso, dovute al piegamento della copertura sedimentaria, passivamente trasportata dal flusso convergente delle evaporiti verso l asse del rift. Tutto questo fa pensare che in corrispondenza della zona di transizione fra Thetis e Nereus, la crosta sottostante le evaporiti Mioceniche e i sedimenti biogenici Plio- Quaternari, sia ancora di tipo continentale. Attualmente (< 0,78 Ma) la messa in posto iniziale di crosta oceanica avviene in corrispondenza del bacino Settentrionale di Thetis e della punta meridionale di Nereus. Qui la zona assiale di accrezione mostra un intensità di magnetizzazione doppia rispetto alle regioni assiali di Thetis Centrale e Meridionale, dove la fase oceanica è iniziata rispettivamente a 1,6 e 2,2 Ma. I basalti provenienti dalle regioni ad alta magnetizzazione non sono arricchiti in ferro, dunque possiamo supporre che la forte magnetizzazione sia dovuta a un maggiore spessore della crosta basaltica, come anche evidenziato dagli spessori crostali inferiti dalla gravimetria. Anche le velocità di espansione, rilevate a Thetis Meridionale e centralmente a Nereus, risultano massime nelle prime fasi di produzione di crosta oceanica diminuendo verso tempi recenti. Inoltre, i vetri basaltici campionati a Thetis Settentrionale e all estremo meridionale di Nereus, hanno un contenuto in sodio (corretto per cristallizzazione frazionata) molto più basso dei vetri campionati altrove. Il conte 94 n Darwin n settembre/ottobre
6 Figura 4. Schema evolutivo del processo di oceanizzazione nel Mar Rosso. In alto: formazione di celle convettive lungo asse nel mantello astenosferico, che permettono la risalita di magma in nuclei discreti da cui il processo di ocenizzazione inizia attraverso una propagazione assiale. In basso: avvenuta la rottura completa della litosfera continentale, si sviluppa una fase altamente magmatica con produzione di potenti spessori di crosta basaltica e con velocità di espansione che supera quella di separazione delle placche. nuto in sodio dei basalti è inversamente proporzionale al grado di fusione a cui essi sono generati. Dunque questi basalti sono generati da un mantello che ha subito un grado di fusione maggiore di quelli prodotti in epoca recente a Thetis Meridionale e Centrale, e nella regione centrale di Nereus. Questo suggerisce che i basalti prodotti nelle prime fasi di messa in posto di crosta oceanica sono prodotti da un grado di fusione maggiore rispetto alle iniezioni di fuso successive. Questi risultati implicano un intenso impulso iniziale nella generazione di crosta oceanica e velocità di espansione, non appena la crosta continentale assottigliata si rompe definitivamente. Combinando le informazioni suggerite dall analisi dei dati geofisici con quelli geochimici dei vetri basaltici campionati e con quelli provenienti da modelli numerici, siamo riusciti a determinare che la causa di questo impulso iniziale non può essere imputata a variazioni di temperatura o fertilità del mantello astenosferico in risalita, ma bensì a una sua maggiore velocità di risalita per la formazione di celle convettive a piccola scala, perpendicolari all asse del rift, in ragione del forte gradiente termico che si viene a sviluppare tra il mantello astenosferico caldo in risalita e l adiacente mantello continentale freddo (figura 4a). Dopo questa fase attiva di risalita che dissipa l eccesso di energia accumulata al di sotto di ogni cella, il gradiente termico perpendicolare all asse diminuisce, ne segue che il mantello in risalita e la produzione crostale diminuiscono e si aggiustano verso condizioni stazionarie. I nostri risultati confermano anche l ipotesi che l oceanizzazione non avvenga in modo sincrono lungo tutto l asse del Mar Rosso, ma inizialmente in celle isolate, che successivamente agiscono da nuclei per la propagazione assiale risultando poi in un limite di placca di accrezione continuo, come osservato oggi nel Mar Rosso Meridionale. La distribuzione di queste celle oceaniche iniziali può essere spiegata considerando una convezione lungo-asse guidata dalle forze di galleggiamento associate a una astenosfera a bassa viscosità, calda e ricca di fuso al di sotto di una litosfera continentale assottigliata. L attivazione di queste celle è proseguita in Mar Rosso da Sud a Nord, da 5-6 Ma alle latitudini comprese tra 16 N e 19 N, a 2 Ma nella cella Nereus alla latitudine di 23 N, con una lunghezza della segmentazione compresa tra i 50 e i 100 km (figura 4b). La distribuzione di queste celle iniziali di oceanizzazione può essere influenzata anche dalla presenza di strutture preesistenti alla rottura continentale. Il rift oceanico del Mar Rosso, che si propaga in direzione Nord, può avere incontrato ed essere stato dislocato dalla zona di frattura Zabargad, una delle maggiori figure morfo-tettoniche della regione che interseca il Mar Rosso in prossimità dell isola omonima in direzione NNE, e che rappresenta probabilmente il precursore di una faglia trasforme oceanica a grande dislocazione. Un impulso di risalita attiva del mantello astenosferico, nei primi istanti della separazione di due blocchi continentali, può essere un processo comune durante la rottura continentale: per esempio può essere avvenuta in tutti i segmenti di transizione continente-oceano, tipo Mar Rosso, durante la separazione Mesozoica del Nord America dalle placche Eurasia e Africa, che ha portato alla formazione dell odierno Oceano Atlantico. Marco Ligi, Enrico Bonatti, Marco Taviani, Ismar-Cnr Bologna 95 n Darwin n settembre/ottobre
3 - Tettonica delle placche crostali: una teoria globale
3 - Tettonica delle placche crostali: una teoria globale Tettonica delle placche crostali Concetto fondamentale delle Scienze della Terra Risultato dell integrazione di molte discipline Basata su considerazioni
DettagliTettonica a Zolle e Deriva Dei Continenti
Tettonica a Zolle e Deriva Dei Continenti Wegener e la Teoria della Deriva La deriva dei continenti è una teoria geologica secondo la quale i continenti sarebbero sottoposti a un movimento di deriva che
DettagliObiettivi. Illustrare la distribuzione geografica dei vulcani e spiegarne il significato secondo il modello della tettonica delle placche
Obiettivi Illustrare la distribuzione geografica dei vulcani e spiegarne il significato secondo il modello della tettonica delle placche Dove sono localizzati i vulcani? Dove sono localizzati i terremoti?
Dettagli1. L interno della Terra 2. Come si è formato il pianeta Terra? 3. La deriva dei continenti 4. La tettonica delle placche 5.
1. L interno della Terra 2. Come si è formato il pianeta Terra? 3. La deriva dei continenti 4. La tettonica delle placche 5. I fossili L interno della Terra onde sismiche riflesse discontinuità terremoto
DettagliSTORIA DELLA TERRA E SUE DINAMICHE
STORIA DELLA TERRA E SUE DINAMICHE Una delle teorie più accreditate afferma che la Terra nasce da una nube di gas e polveri che ruota intorno al disco solare in formazione. Possiamo distinguere alcune
DettagliLA STRUTTURA DELLA TERRA
LA STRUTTURA DELLA TERRA Morfologicamente la Terra è formata da strati di diversi materiali e densità: Crosta è lo strato più esterno, ricca di minerali, rocce eruttive, silicati, spessa un centinaio di
Dettaglidell interno terrestre
Capitolo 1D L interno della Terra Lezione 1D Costruzione di un modello dell interno terrestre Alfonso Bosellini Le scienze della Terra. Tettonica delle placche Italo Bovolenta editore 2014 2 1.1 La struttura
Dettagli10. La Tettonica delle placche: un modello globale
10. La Tettonica delle placche: un modello globale 26 dicembre 2004: uno dei maggiori terremoti degli ultimi 100 anni colpisce l Asia sudorientale. L ipocentro è localizzato poco al largo dell Isola di
DettagliCominciamo con il confrontare le zone sismiche e la disposizione dei vulcani subaerei nel mondo
Cominciamo con il confrontare le zone sismiche e la disposizione dei vulcani subaerei nel mondo Qui sopra è stata riportata la cartina dove sono rappresentate le zone sismiche sulla terra. Esse corrispondono
Dettagli14. L ambiente marino
14. L ambiente marino Novembre 1997. La acque dell Oceano Pacifico orientale presentano un sensibile aumento della temperatura, attribuito a un episodio di El Niño. Dal confronto delle due immagini, costruite
Dettagli1. La Terra come sistema integrato.
1. La Terra come sistema integrato. La moderna Geologia ha come scopo la ricostruzione dell intera evoluzione della Terra. La Terra è un sistema integrato = un insieme di componenti, ciascuno con una propria
DettagliI VIAGGI DELLE PIANTE 1.2
I VIAGGI DELLE PIANTE 1.2 Primo incontro, Parte Seconda, a cura di Milena Bertacchini LE PIANTE VIAGGIANO a grande scala trasporto a piccola scala FATTORI NATURALI FATTORE UOMO Movimenti crostali Mutamenti
DettagliLa Tettonica delle placche: un modello globale
La Tettonica delle placche: un modello globale 26 dicembre 2004: uno dei maggiori terremoti degli ultimi 100 anni colpisce l Asia sudorientale. L ipocentro è localizzato poco al largo dell Isola di Sumatra,
DettagliCOSTRUZIONI IN ZONA SISMICA
COSTRUZIONI IN ZONA SISMICA Filippo DACARRO European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering Università degli Studi di Pavia, Italy filippo.dacarro@eucentre.it COS È UN TERREMOTO? Improvviso
DettagliI terremoti (o sismi) sono movimenti più o meno violenti, rapidi ed improvvisi, della crosta terrestre. Le rocce della crosta terrestre sono
I TERREMOTI I terremoti (o sismi) sono movimenti più o meno violenti, rapidi ed improvvisi, della crosta terrestre. Le rocce della crosta terrestre sono sottoposte a compressioni e stiramenti che tendono
DettagliI Vulcani. Del Mediterraneo
I Vulcani Del Mediterraneo Il vulcano è una struttura geologica complessa generata all'interno della crosta terrestre dalla risalita, in seguito ad attività eruttiva, di massa rocciosa fusa, il magma,
Dettagli3. Tettonica delle placche
3. Tettonica delle placche Tettonica delle placche: teoria attraverso la quale spiegare la dinamica della Terra. Spiega i fenomeni che interessano la crosta terrestre quali: - attività sismica, - orogenesi,
DettagliI terremoti dei Mugello: dove, come, quando e perché? Giacomo Corti Consiglio Nazionale delle Ricerce Istituto di Geoscienze e Georisorse
I terremoti dei Mugello: dove, come, quando e perché? Giacomo Corti Consiglio Nazionale delle Ricerce Istituto di Geoscienze e Georisorse Borgo San Lorenzo, 12 Ottobre 2015 Sono (o possono essere) caratterizzati
DettagliSTRUTTURA INTERNA DELLA TERRA
STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA La Terra è schiacciata ai poli e rigonfia all'equatore a causa della sua rotazione (ellissoide di rotazione). Il raggio equatoriale misura 6.378 km. Il raggio polare misura
DettagliMARGINI DI PIATTAFORMA CARBONATICA E REEFs CARBONATICI
MARGINI DI PIATTAFORMA CARBONATICA E REEFs CARBONATICI I reefs carbonatici sono ottimi indicatori delle condizioni ambientali (clima, profondità d acqua, ossigenazione); inoltre sono generalmente ottime
DettagliCORSO DI METEOROLOGIA GENERALE E AERONAUTICA 6 - Le Correnti a Getto
CORSO DI METEOROLOGIA GENERALE E AERONAUTICA 6 - DEFINIZIONE - ANALISI - GETTO POLARE GETTI A BASSA QUOTA - GETTO SUBTROPICALE GETTO TROPICALE DA EST C.A.T. - CLEAR AIR TURBULENCE Dr. Marco Tadini meteorologo
DettagliKit Didattico STORIA GEOLOGICA DELLE MINIERE DI SAINT-MARCEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DI SAINT-MARCEL
Kit Didattico STORIA GEOLOGICA DELLE MINIERE DI SAINT-MARCEL GEOLOGIA Scheda didattica: sintesi delle conoscenze STORIA GEOLOGICA DELLE MINIERE DI SAINT-MARCEL La struttura geologica della Valle d Aosta
Dettagli2 Test CONOSCENZE DI BASE PER LE SCIENZE DELLA TERRA GRANDI IDEE DELLE SCIENZE DELLA TERRA L UNIVERSO IL SISTEMA SOLARE
0 CONOSCENZE DI BASE PER LE SCIENZE DELLA TERRA DALLA MATEMATICA: PERCENTUALI, GRAFICI, MULTI E SOTTOMULTIPLI, POTENZE, ANGOLI DALLA FISICA: GRANDEZZE E UNITÀ DI MISURA DALLA CHIMICA: ELEMENTI E COMPOSTI,
DettagliLE ROCCE. (seconda parte) Lezioni d'autore. di Simona Mazziotti Tagliani
LE ROCCE (seconda parte) Lezioni d'autore di Simona Mazziotti Tagliani VIDEO VIDEO Le rocce sedimentarie (I) Le rocce sedimentarie, seppur in quantità minore nella crosta terrestre rispetto alle metamorfiche
DettagliMorfologia, attività e classificazione dei vulcani
Capitolo 4B I vulcani Lezione 9B Morfologia, attività e classificazione dei vulcani Alfonso Bosellini Le scienze della Terra. Minerali, rocce, vulcani, terremoti Italo Bovolenta editore 2014 1 4.1 Definizioni
Dettaglipianeta Terra caratteristiche generali
pianeta Terra caratteristiche generali Eratostene 275 195 ac http://www.youtube.com/watch?v=-o99ih9kbpw pianeta Terra, alcune delle caratteristiche principali Massa: 5,9 x 10 24 kg Raggio medio: 6.371
DettagliGli studi geologici hanno da tempo scoperto
Scienze della Terra Lezione 1 I componenti del Sistema Terra Gli studi geologici hanno da tempo scoperto che la Terra è formata da una serie di involucri concentrici con differenti caratteristiche fisiche
DettagliSequenza sismica in Italia centrale: scarpate di faglia prodotte dall evento del 30 ottobre 2016
Sequenza sismica in Italia centrale: scarpate di faglia prodotte dall evento del 30 ottobre 2016 Scritto da Silvia Mattoni 3 novembre 2016 Il terremoto del 30 ottobre in Italia Centrale ha prodotto almeno
DettagliIL SISTEMA TERRA- LUNA
L UNIVERSO o COSMO È l insieme di tutti i corpi celesti (galassie,stelle,pianeti,satelliti ecc.) e dello spazio che li contiene. Si è formato circa 13.7 miliardi di anni fa, per cause sconosciute,in seguito
DettagliDalla deriva dei continenti alla tettonica a zolle
Dalla deriva dei continenti alla tettonica a zolle Le argomentazioni di Wegener a favore della deriva dei continenti Tra il 1910 ed il 1929 A. Wegener elaborò l ipotesi delle deriva portando le seguenti
DettagliRiflettori pendenti e variazioni laterali di velocità
Riflettori pendenti e variazioni laterali di velocità Queste situazioni possono alterare anche pesantemente la corretta interpretazione dei profili sismici a riflessione. Con la migrazione in tempi si
DettagliMONTE S.ELENA. CALDERA di YELLOWSTONE
MONTE S.ELENA 18 maggio 1980 (dopo circa 180 anni d inattività) Nube di cenere 100 km/h Oscura tutto nel raggio di 200 km Il giorno prima dell esplosione Si trova lungo la CINTURA DI FUOCO DEL PACIFICO
DettagliI minerali e le rocce
I minerali e le rocce Risorse naturali: aria acqua suolo rocce. Gli oceani, i vulcani e le montagne si sono formati grazie all enorme calore che c è nelle profondità della Terra. Questo calore è in grado
DettagliFRATTURAZIONE Della LITOSFERA. MOVIMENTO Delle PLACCHE
Tettonica a placche FRATTURAZIONE Della LITOSFERA MOVIMENTO Delle PLACCHE Placche Frammenti di litosfera Crosta continentale Crosta oceanica Crosta continentale + Crosta oceanica Cosa succede? Prima
DettagliLe variazioni del livello del mare nel Quaternario
Le variazioni del livello del mare nel Quaternario Trieste, 1875 (Venezia, 1872; Genova, 1884; Marsiglia, 1885: Marina di Ravenna, 1896) AA 2015-2106 GQt Livello mare 1 Alla fine degli anni 60. Le calotte
DettagliTettonica a zolle. Gaetano Festa
Tettonica a zolle Gaetano Festa La Terra come sistema La tettonica a zolle è una teoria cinematica Essa tiene conto del momento delle placche ed individua regioni dove la deformazione, la sismicità ed
Dettagli2.1 NOTIZIE DALLA TERRA
Indice 1 Formazione di un pianeta Il metodo scientifico 2 Teoria e pratica nella geologia moderna 3 L origine del nostro sistema planetario 2 La Terra primitiva: la formazione di un pianeta a strati concentrici
DettagliCarte meteorologiche, fronti, instabilità
Carte meteorologiche, fronti, instabilità Le scale meteorologiche Le masse d aria Alte e basse pressioni Le carte meteorologiche I sistemi frontali Plampincieux, 28 maggio 2007 Le scale meteorologiche
DettagliCapitolo 5 Elementi fondamentali di tettonica e stratigrafia
Capitolo 5 Elementi fondamentali di tettonica e stratigrafia Studia l assetto della crosta terrestre, le dislocazioni che ha subìto attraverso le ere geologiche e le deformazioni delle rocce. Deformazioni
DettagliRELAZIONE METEOROLOGICA MENSILE LOMBARDIA
RELAZIONE METEOROLOGICA MENSILE LOMBARDIA SETTEMBRE 2015 Indice 1. Andamento meteorologico mensile... 2 2. Mappe dei principali parametri meteorologici... 3 2.1. Temperature... 3 2.2. Precipitazioni...
DettagliLa struttura della Terra
La litosfera La struttura della Terra la Terra ha una struttura stratificata: un nucleo metallico (Ni-Fe) a temperatura elevatissima il mantello, roccia solido/plastica ricca di ferro e magnesio lo strato
DettagliLA DERIVA DEI CONTINENTI
LA DERIVA DEI CONTINENTI Se osserviamo un planisfero ci accorgiamo che i profili dei continenti si incastrano tra loro come le tessere di un puzzle. Questa prima osservazione portò A. Wegener a formulare
DettagliCARATTERISTICHE FISIOGRAFICHE DEGLI AMBIENTI MARINI E CENNI DI DINAMICA CROSTALE
AMBIENTI MARINI E CENNI DI DINAMICA CROSTALE Le illustrazioni di sinistra sono tratte dal The Sacred Theory of the Earth (1684) e di destra dal Telluris Theria Sacra (1681) entrambe opere di Thomas Burnet
DettagliBiologia Ecologia. Zoologia BIOLOGIA MARINA. Protezione ambiente. Chimica. Oceanografia
Zoologia Biologia Ecologia BIOLOGIA MARINA Protezione ambiente Oceanografia Chimica L acqua ricopre il 71% della superfice terrestre, 360 milioni km 2 suddivisi in 5 Oceani Oceano Artico Mare Glaciale
DettagliI movimenti e la struttura della terra
I movimenti e la struttura della terra è un pianeta che appartiene al Sistema solare, infatti, è costituito da una stella: il Sole ed ha come satellite la Luna. è costituita da: La crosta Parte esterna
DettagliSTRUTTURA DI UN VULCANO
VULCANI Un vulcano o edificio vulcanico è una manifestazione in superficie di attività endogene, cioè che si svolgono internamente alla crosta terrestre e al mantello superiore. E dunque una "finestra
DettagliCaldo e secco nell ultimo bimestre del 2015
Caldo e secco nell ultimo bimestre del 2015 10 novembre 2015 immagine satellite Meteosat-10: l alta pressione di origine atlantica che ha investito l Europa ha fatto salire lo zero termico sulle Alpi fino
DettagliConoscenze dirette (rocce superficiali)
Conoscenze dirette Raccogliere informazioni dirette sull interno della Terra non è possibile se non entro uno strato superficiale di appena 12 km. Infatti: i più profondi pozzi minerari arrivano alla profondità
DettagliIl terremoto del Centro Italia: cause ed effetti geologici
Il terremoto del Centro Italia: cause ed effetti geologici Pavia, 16 novembre 2016 Silvio Seno, Giovanni Toscani Dipartimento di Scienze della Terra e dell Ambiente, Università di Pavia 2 Origine e cause
DettagliISTITUTO D ISTRUZIONE SUPERIORE ISTITUTO TECNICO ECONOMICO STATALE. Roberto Valturio RELAZIONE FINALE E PROGRAMMA SVOLTO. a.s.
ISTITUTO D ISTRUZIONE SUPERIORE ISTITUTO TECNICO ECONOMICO STATALE Roberto Valturio RELAZIONE FINALE E PROGRAMMA SVOLTO a.s. 2O13-2014 Materia : Scienze integrate-scienze della terra Classe : I sez. G
DettagliCapitolo 6 Rilevamento geologico
Capitolo 6 Rilevamento geologico Rilevamento geologico: finalizzato a fornire informazioni sulle caratteristiche geologiche (litologia rocce affioranti, datazione, rapporti spaziali) di una determinata
DettagliLa struttura della Terra
La struttura della Terra Schema della struttura interna della terra. In questo schema sono visibili il nucleo interno (bianco),quello esterno (arancione), il mantello (giallo-marrone) e la crosta (azzurro)
DettagliGeologia del Mediterraneo
Chiaramente Scienza 9 dicembre 2009 Geologia del Mediterraneo Giorgio V. Dal Piaz Geologo, S.c.r. dell Istituto Veneto CATENE OROGENICHE CIRCUMMEDITERRANEE RECENTI Sistema collisionale Alpino Himalaiano
DettagliLA GEOMETRIA DELLE FAGLIE DIRETTE ED ASSOCIAZIONI DI FAGLIE DIRETTE
LA GEOMETRIA DELLE FAGLIE DIRETTE ED ASSOCIAZIONI DI FAGLIE DIRETTE Per faglia si intende una discontinuità meccanica lungo cui si é sviluppato un movimento apprezzabile Consideriamo una successione di
DettagliANALISI CLIMATICA DELL ESTATE 2016
Provincia Autonoma di Trento METEOTRENTINO REPORT ANALISI CLIMATICA DELL ESTATE 2016 Dipartimento Protezione Civile Servizio Prevenzione Rischi Ufficio Previsioni e Pianificazione Via Vannetti, 41-38100
DettagliMontagne: rilievi superiori ai 600 metri di altezza. Colline: rilievi tra i 300 e i 600 metri di altezza
Montagne: rilievi superiori ai 600 metri di altezza Colline: rilievi tra i 300 e i 600 metri di altezza 3) PER ACCUMULO SUI FONDALI MARINI DI ROCCIA E SABBIA che, col tempo e la spinta delle placche, si
DettagliPRINCIPI DI STRATIGRAFIA
PRINCIPI DI STRATIGRAFIA STRATIGRAFIA: parte della Geologia che studia la successione delle rocce sedimentarie secondo l ordine di deposizione e cerca di ricostruire gli originari ambienti di sedimentazione.
DettagliTERREMOTI. PAOLO BALOCCHI v. 2015
PAOLO BALOCCHI v. 2015 DEFINIZIONE TERREMOTO è un movimento brusco e repentino provocato da un'improvviso rilascio di energia in un punto profondo della Litosfera; da questo punto si propagano in tutte
DettagliGeo City Atlante 3 Mondo - Garzanti Scuola 2013 De Agostini Scuola SpA Novara
Alberto Fré Federica Sala 3Mondo Atlante Planisferi Planisfero fisico....2 Planisfero politico...4 La Terra La dinamica della Terra...6 Il popolamento della Terra...8 Le regioni naturali...9 Disponibilità
DettagliFigura 3. Precipitazione cumulata il Dati ottenuti dalla Rete Stazioni Meteonetwork CEM.
Questo mese di aprile si è presentato tipicamente primaverile: belle giornate di sole alternate a fasi perturbate con rovesci e temperature da fine inverno, soprattutto negli ultimi giorni del mese, quando
DettagliMODELLI DI VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELL'ARIA IMPIANTO TERMOVALORIZZATORE DI SAN VITTORE DEL LAZIO
MODELLI DI VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELL'ARIA IMPIANTO TERMOVALORIZZATORE DI SAN VITTORE DEL LAZIO 1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E METEOROLOGICO Il termovalorizzatore di san Vittore del Lazio si trova
DettagliSettembre Il Clima in Piemonte. Arpa Piemonte Sistemi Previsionali
Il Clima in Piemonte Settembre 2014 In Piemonte il mese di Settembre 2014 è stato caratterizzato da temperature superiori alla norma e precipitazioni inferiori alla climatologia del periodo 1971-2000.
DettagliLa struttura della Terra
La litosfera La struttura della Terra la Terra ha una struttura stratificata: un nucleometallico (Ni-Fe) a temperatura elevatissima il mantello, roccia solido/plastica ricca di ferro e magnesio lo strato
DettagliLEZIONE N. 4 SCIENZE MISURA DELLA CIRCONFERENZA TERRESTRE
Date: 13 e 27 ottobre 2015 Docente: Claudio Lancini LEZIONE N. 4 SCIENZE MISURA DELLA CIRCONFERENZA TERRESTRE Già al tempo degli antichi Egizi, molti scienziati avevano capito che la Terra non era piatta
DettagliLa montagna. Ghiacciai. Clima e vegetazione
La montagna Le montagne sono disposte in modo ordinato lungo una catena montuosa o in un massiccio (non in linea). I rilievi sono costituiti da versanti delimitati in cima dai crinali (o spartiacque) e
DettagliPartirono da Succoth e si accamparono a Etam, sul limite del deserto. Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per
Quando il Faraone lasciò partire il popolo, Dio non lo condusse per la strada del paese dei Filistei, benché fosse più corta, perché Dio pensava: «altrimenti il popolo, vedendo imminente la guerra, potrebbe
DettagliISTITUTO TECNICO SETTORE TECNOLOGICO
I.I.S. PRIMO LEVI ISTITUTO TECNICO SETTORE TECNOLOGICO Elettronica ed Elettrotecnica - Informatica e Telecomunicazioni LICEO SCIENTIFICO LICEO SCIENTIFICO opzione Scienze Applicate MATERIA: INSEGNANTE:
DettagliDove siamo nel mondo
L AFRICA Dove siamo nel mondo Dove siamo nel mondo Mari e confini Come si vede dalla carta, l Africa è bagnata a ovest dall Oceano Atlantico, a est dall Oceano Indiano, a nord dal Mar Mediterraneo, a nordest
DettagliEnergia geotermica. Energia Calore
Energia geotermica Energia Calore Tutte le energie Meccanica Radiante o elettromagnetica Termica Potenziale Cinetica Chimica Elettrica Nucleare L energia è una proprietà della materia; essa si evidenzia
DettagliConoscere e riconoscere le rocce
Open Day -23 Gennaio 2015 Conoscere e riconoscere le rocce Prof.ssa Godoli Ilaria Roccia = Risorsa 2 La Litosfera Le Rocce sono aggregati solidi di minerali Costituiscono la crosta e la parte più superficiale
DettagliCorso Ghiaccio. Introduzione alla geologia
Corso Ghiaccio Introduzione alla geologia LA TERRA si è formata per solidificazione di una nube di gas e polveri stellari ca. 4,6 miliardi di anni fa SPACCATO DELLA TERRA SCUOLA DI SCI ALPINISMO 0 10-70
DettagliTransizioni liquido-solido: Aspetti cinetici
Transizioni liquido-solido: Aspetti cinetici Prof.G.Marletta Chimica Fisica dei Materiali II e Laboratorio Laurea Magistrale in Chimica dei Materiali Università di Catania A.A. 2011/2012 1- Caratteri generali
DettagliIl cambiamento climatico. Il cambiamento climatico
Il cambiamento climatico Resoconto di alcuni dei principali effetti visibili in Europa Ing. Gianluca Bertoni Meteo Varese Responsabile settore previsionale MeteoNetwor Il cambiamento climatico I cambiamenti
DettagliIl cambiamento climatico
Il cambiamento climatico Resoconto di alcuni dei principali effetti visibili in Europa Ing. Gianluca Bertoni Meteo Varese Responsabile settore previsionale MeteoNetwor Il cambiamento climatico I cambiamenti
DettagliI grandi biomi terrestri
I grandi biomi terrestri BIOMA: complesso di ecosistemi di un area geografica caratterizzato dalla vegetazione dominate. Si distinguono per alcune caratteristiche delle piante quali struttura (le forme
DettagliI TERREMOTI: CONOSCENZA E PREVENZIONE
FESN Friuli Experimental Seismic Network SQUADRA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE DI POZZUOLO DEL FRIULI I TERREMOTI: CONOSCENZA E PREVENZIONE La FESN Friuli Experimental Seismic Network Nata da un idea di:
DettagliMese di settembre 2015
Bollettino agrometeorologico regionale mensile REGIONE SICILIANA Assessorato Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca mediterranea Servizio VI - Assistenza Tecnica in Agricoltura Programmazione e Sistemi Informativi
DettagliDocente: Maria Porta classe IV AU e IV CU a.s. 2015/2016
Programma di Scienze Naturali Docente: Maria Porta classe IV AU e IV CU a.s. 2015/2016 SCIENZE DELLA TERRA Geologia Strutturale La deformazione delle rocce: rigida e plastica Materiali e sollecitazione
DettagliCoprono 71% superficie terrestre vita originata Fonte Contengono 97%
Gli oceani e i mari Coprono il 71% della superficie terrestre (81% nell emisfero australe e 61% emisfero boreale) La vita si è originata nelle acqua marine Fonte di cibo, sale, acqua, petrolio Contengono
DettagliSistema solare interno: Pianeti terrestri. Mercurio
Sistema solare interno: Pianeti terrestri Mercurio Mercurio è il pianeta più vicino al Sole dista da questo 0,4 UA ed è il pianeta più piccolo 0,055 masse terrestri. Mercurio non possiede satelliti naturali
DettagliCamera magmatica. Magma Genitore. principale. Camera magmatica secondaria. Camera magmatica. secondaria
Venuta a giorno del magma genitore (evento possibile ma non necessario). Inizia la cristallizzazione. Il magma genitore comincia a cambiare composizione. Una parte del magma si isola in camere magmatiche
DettagliA2.1 - Tabelle per il calcolo dei coefficienti di amplificazione sismica (secondo livello di approfondimento)
ALLEGATO A2 TABELLE E FORMULE PER LA VALUTAZIONE DEI FATTORI DI AMPLIFICAZIONE SISMICA PER LE ANALISI DEL SECONDO LIVELLO DI APPROFONDIMENTO E PER LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI TOPOGRAFICI. A2.1 - Tabelle
Dettagliloro installazione. alla fine del mese di agosto.
Studi / progetti / opere 51 Opere alle bocche di porto per la regolazione delle maree in laguna. Interventi in corso (agosto 2005) Premessa La costruzione del sistema di difesa dalle acque alte prevede
DettagliANALISI CLIMATICA DELLA PRIMAVERA 2015
Provincia Autonoma di Trento METEOTRENTINO REPORT ANALISI CLIMATICA DELLA PRIMAVERA 15 Agosto 15 Dipartimento Protezione Civile Servizio Prevenzione Rischi Ufficio Previsioni e Pianificazione Via Vannetti,
DettagliLe coste: basse (foci fluviali, spiagge, lagune) e alte (ciglione carsico) FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 1
Le coste: basse (foci fluviali, spiagge, lagune) e alte (ciglione carsico) FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 1 laguna di Marano FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 2 Rappresentazione imprecisa, difficile FVG 17 Lagune
DettagliLA CARTOGRAFIA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI ALLA SCALA 1: 250.000. Annamaria Correggiari
LA CARTOGRAFIA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI ALLA SCALA 1: 250.000 Annamaria Correggiari Progetto a cura di F. Trincardi, A. Argnani, A. Correggiari con contributi di Informatizzazione: F. Foglini Carta
DettagliAnalisi del rischio tsunami applicata ad un tratto della costa Ligure
Università degli Studi di Genova Facoltà di Ingegneria - DIMSET Analisi del rischio tsunami applicata ad un tratto della costa Ligure Bacino F., Poggi P., Cosso T., Federici B., Sguerso D., Rebaudengo
DettagliI terremoti. Scuola Classe. I terremoti...1. Sommario...1. I Terremoti...2. La crosta terrestre...3. Ipocentro...3. Epicentro...4. Onde sismiche...
I terremoti Scuola Classe Sommario I terremoti...1 Sommario...1 I Terremoti...2 La crosta terrestre...3 Ipocentro...3 Epicentro...4 Onde sismiche...5 Discontinuità di Mohorovičić...5 Crosta oceanica...6
DettagliDistribuzione delle età dei continenti
Distribuzione delle età dei continenti Fanerozoico Proterozoico Archeano 40 percentuale areale 30 20 10 0 0-450 450-900 900-1350 1350-1800 1800-2250 2250-2700 2700-3150 intervalli di età Distribuzione
DettagliConcetti introduttivi alla stratigrafia sequenziale. Variazioni relative del livello marino
Concetti introduttivi alla stratigrafia sequenziale Variazioni relative del livello marino Considerando le curve che indicano la variazione nel tempo degli onlap costieri entro un determinato bacino,
DettagliLusevera 25/05/2002 Md 2.5, distanza 4 km
Terremoto Con questo termine si indica lo spostamento istantaneo lungo una faglia, il conseguente rilascio di energia in forma di onde sismiche e il risultante scuotimento del suolo. Causa di tale spostamento
DettagliLa struttura della Terra
La litosfera La struttura della Terra la Terra ha una struttura stratificata: un nucleometallico (Ni-Fe) a temperatura elevatissima il mantello, roccia solido/plastica ricca di ferro e magnesio lo strato
Dettaglipianeta Terra caratteristiche generali
pianeta Terra caratteristiche generali Eratostene 275 195 ac http://www.youtube.com/watch?v=-o99ih9kbpw pianeta Terra alcune delle caratteristiche principali Massa: 5,9 x 10 24 kg Raggio medio: 6.371
DettagliI terremoti in Italia
I TERREMOTI I terremoti in Italia Data Intensità (scala Mercalli) Magnitudo Regione Note 8 settembre 1905 X 6.8 Calabria 557 vittime, 300.000 senzatetto 28 dicembre 1908 XI 7.1 Calabro-Messinese Circa
DettagliMASSE D ARIA E FRONTI. Prof.ssa C. Agizza
MASSE D ARIA E FRONTI Prof.ssa C. Agizza 1 Porzione limitata di atmosfera. Si può estendere verticalmente fino al limite della troposfera. Massa d aria Caratterizzata da temperatura e umidità. Può coprire
DettagliLA FRANA DI TERMINI IMERESE CONTRADA FIGURELLA
REGIONE SICILIANA DIPARTIMENTO CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO LA FRANA DI TERMINI IMERESE CONTRADA FIGURELLA I GEOLOGI: Dott.ssa - Daniela Alario Dott. Ambrogio Alfieri Dott.
DettagliModulo 2: Nozioni di base di Geologia
Modulo 2: Nozioni di base di Geologia Il principio dell attualismo in Geologia la stratigrafia e le sue leggi fondamentali cenni sulla Paleogeografia dell appennino centrale dal Mesozoico ad oggi 1) Principio
DettagliLassù qualcosa ci protegge
E_Pannelli Magnetismo 20-02-2006 10:00 Pagina 1 01 Lassù qualcosa ci protegge C'è una presenza invisibile, intorno alla Terra, che è molto più importante di quanto immaginiamo. Ci racconta della vita nascosta
DettagliSimulazione numerica delle prove di rimorchio in acqua calma di un peschereccio. Daniele Peri, E.F. Campana
ÁÆ Ë Æ Simulazione numerica delle prove di rimorchio in acqua calma di un peschereccio Daniele Peri, E.F. Campana Committente: Intermarine SpA Loc. Cà del Sale PO Box 185 19038 SARZANA (SP) Roma, Gennaio
DettagliTesi di Laurea I livello
UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI CATANIA FACOLTÁ DI SCIENZE MATEMATICHE FISICHE E NATURALI CORSO DI LAUREA IN FISICA Tesi di Laurea I livello A.A. 2007/2008 Candidato: AGATIA LIBERTINO Relatore: Prof. LUCIO PATERNÓ
Dettagli