Scuola di Sviluppo Locale Sebastiano Brusco Incontro su Sistemi Agroalimentari e sviluppo locale Seneghe Ottobre 2012
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1 Scuola di Sviluppo Locale Sebastiano Brusco Incontro su Sistemi Agroalimentari e sviluppo locale Seneghe Ottobre 2012 Agricoltura e turismo : verso uno sviluppo sostenibile e integrato Enrico Ciciotti Ordinario di Politica Economica Facoltà di Economia - Sede di Piacenza Università Cattolica del S. Cuore enrico.ciciotti@unicatt.it Tel
2 Obiettivi Sviluppo sostenibile Sviluppo integrato Settori Agricoltura Turismo.. Prodotto tipico locale Politiche Prezzo Certificazione Promozione Attrazione Strumenti -Coordinamento tra imprese Consorzi Marchi Reti -Coordinamento tra territori Piani di distretto/ Piani strategici
3 Sviluppo sostenibile Sostenibilità -problema della visione (statica e dinamica ; generazioni future) -problema della completezza (Economia -Società -Ambiente) Adottare una prospettiva di questo tipo implica muoversi nell ottica di massimizzare le sinergie ed esternalità incrociate a carattere positivo fra le tre aree della sostenibilità (in una prospettiva sia di breve che di lungo periodo), e minimizzare le esternalità negative; Laboratorio di Economia Locale - Università Cattolica 3
4 -I rischi della competizione non sostenibile dal punto di vista economico: Concorrenza sui costi (senza innovazione) >>>delocalizzazione e giochi a somma zero; dal punto di vista sociale e ambientale: sviluppo economico a danno di questi due ambiti (senza integrazione) >>>qualità della vita (breve periodo) e consumo del capitale (lungo periodo) dal punto di vista complessivo dell intero sistema locale: perdita di competitività >>>riduzione delle economie esterne. Laboratorio di Economia Locale - Università Cattolica 4
5 Sviluppo integrato Filiere intra settoriali Multifunzionalità azienda agricola (fattorie didattiche, ecc Associazione produttori produzioni tipiche (presidi slow food) Filiere intersettoriali Economia di distretto (es. vino) Produzione tipiche, ricettività, artigianato, cultura
6 Laboratorio di Economia Locale - Università Cattolica 6
7 Prodotto tipico locale Offerta economica proposta da una o più imprese radicate in un territorio geograficamente, culturalmente e storicamente definito che viene percepito dalla domanda come prodotto unitario costituito da un pacchetto di aspetti tangibili (prodotti agroalimentari, prodotti artigianali, manufatti) ed intangibili ( servizi, informazioni, cultura, storia, saperi, tradizioni, ecc.) caratterizzato da un immagine di o da un identità di marca unitaria
8 Politiche -Prezzo -Certificazione -Promozione -Attrazione
9 L offerta si muove in progressione dal che cosa; che cosa e come ; cosa, come e quando ; al per chi. Politiche di prezzo: dal profilo dei costi a quanto i clienti sono disposti a pagare per vivere esperienze e trasformare il modo di essere tradizionale nel contesto delle tipicità locali Politiche di comunicazione : dai singoli prodotti/produttori (o anche marchi collettivi) a marca dei territori, ove si vivono le esperienze e le trasformazioni (esperienza turistica, diventare esperti di tipicità)
10 Politiche di commercializzazione:dal trasferimento dei prodotti nei luoghi di residenza dei consumatori attraverso canali distributivi sia tradizionali sia evoluti (commercio elettronico) al richiamare clienti nel luogo dove l offerta di esperienze e trasformazioni si innestano con l atmosfera, la cultura, la storia, le condizioni climatiche dei territori ove le produzioni tipiche hanno origine I prodotti tipici come base economica dello sviluppo locale sostenibile e integrato
11 Strumenti:coordinamento tra imprese -Consorzi -Marchi -Reti
12 Consorzi Forma di coordinamento che consente di mantenere l indipendenza delle imprese Acquisti (beni non alimentari o di tipo alberghiero) Campagne pubblicitarie Partecipazione a fiere Contatti con intermediari del turismo
13 Marchi Necessità di riempire questo strumento di marketing con contenuti riconoscibili dal mercato Certificazione di qualità Disciplinari Place branding (entrano in gioco anche altri attori)
14 Modelli reticolari di impresa Doppio movimento: bottom-up e top down reti di imprese vs impresa a rete Gerarchia Mercato Reti Laboratorio di Economia Locale - Università Cattolica 14
15 Modelli reticolari applicati al territorio Città Città post industriale (servizi e centralità diffusa) Ruolo della cultura e del turismo Città del vino Borghi più belli d Italia Città d arte.. Laboratorio di Economia Locale - Università Cattolica 15
16 Vantaggi delle reti - Riduzione dell incertezza - Riduzione dei costi di transazione - Economie di scala - Vantaggi interni/vantaggi esterni Laboratorio di Economia Locale - Università Cattolica 16
17 Tipologia delle reti -Produzione o scambio (subfornitura, acquisri, franchising,distribuzione -Finanziamento (garanzia fidi, venture capital..) -Scambio di conoscenza (trasferimento tecnologico,cross licensing, ricerca precompetitiva, scenari,analisi di mercato..) -Produzione di beni collettivi (impatto ambientale, sicurezza prodotti,responsabilità sociale,..)
18 Forme di rete -Contrattuale (l.33/2009): contratti bilaterali vs plurilaterali (possibilità di sanzione per la parte inadempiente ) -Societaria -Informale (comportamenti opportunistici)
19 Rete Turistica -Pacchetti unici :alberghi, trasporti, attività complementari (cultura,tempo libero,enogastronomia, ecc) -Marchio comune -Marketing comune -Piattaforma integrata Esempio Terre di Granda -Federazione Coldiretti di Cuneo: sviluppo turismo rurale accoglienza turistica produzioni tipiche
20 Reti settore vitivinicolo -Produzione (diffuso) -Produzione e distribuzione (poco diffusa) offerta più ampia di prodotti apprendimento reciproco adeguamento produzione a mercato e tutela del consumatore. Esempio: Associazione Famiglie dell Amarone- Verona; Bottega del Vino come format di distribuzione
21 Piani di distretto/piani strategici Si tratta più di forme di programmazione negoziata che di veri e propri piani strategici Allo stato attuale sembrano esistere solo due casi: Piemonte, con due distretti e una normativa in evoluzione che sembra accentrare le funzioni (tra l altro fa capo all Agricoltura, alla normativa in tema di distretti agroalimentari di qualità e con attività ristrette a quelle a carattere promozionali di comunicazione (strade del vino, enoteche regionali, musei del vino, ecc.)anche se è previsto un piano di distretto Veneto, con due distretti :distretto veneto del vino e distretto del prosecco, che rientrano nella normativa dei distretti produttivi (45 in tutto) e che sembra avere portata più ampia: patto di distretto, attività e soggetti istituzionali previsti ecc.
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