NUOVI LIMITI ALLO SCARICO NELLA DEPURAZIONE ACQUE
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- Sabina Pandolfi
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1 Luigi Longhi, Domiziano Ivan Basilico, Roberto Villano L. Longhi, Azienda Servizi Le recenti disposizioni legislative Integrati Lambro in campo ambientale, dal DLgs. D. I. Basilico, Seam 152/06 alle norme attuative Engineering previste dalla Regione Lom - R. Villano, Seam Engineering bardia nel Regolamento 3 del 24 marzo 2006, richiedono un intervento tempestivo su tutti gli impianti di trattamento acque per ottenere un effluente con caratteristiche conformi ai nuovi limiti. In questo articolo vengono descritti gli interventi progettati da Seam Engineering, in collaborazione con il Politecnico di Mi - lano e l Azienda Servizi In tegrati Lambro, per l ade guamento dell impianto consortile di Merone (CO), della potenzialità di circa AE. Inquadramento Normativo In base alla legislazione nazionale vigente, DLgs. 152/06, i livelli di qualità delle acque fissati allo scarico (art. 105) sono quelli indicati nell Allegato 5 alla parte terza del Decreto, tabella 1, riguardante gli impianti di trattamento reflui urbani recapitanti in corpi idrici superficiali. Gli scari- chi di impianti di trattamento che hanno corpi ricettori inclusi nelle Aree Sensibili, come definite dall art. 91 del DLgs. 152/ , sono inoltre soggetti ai limiti contenuti nella tabella 2 dell Allegato 5 alla parte terza del Decreto. La Regione Lom - bardia, inoltre, in data 29/03 - /06 ha approvato in via definitiva il nuovo Piano di Tutela e Uso delle Acque (DLgs. 152/99, art. 44, titolo IV, capo I; LR 26/2003, art. 45, comma 3). Sulla base del suddetto Piano è stato emanato il Regolamento Regionale n 3 del 24/03/06 Disciplina e regime autorizzatorio degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie. Il RR n 3 definisce all art. 13 le scadenze temporali per l ab - battimento di nutrienti per gli impianti esistenti recapitanti in corpi idrici superficiali classificati non sensibili, ma drenanti le aree sensibili Delta del Po e aree costiere dell A dri atico Nord-Settentrionale. Per gli impianti di potenzialità superiore ai AE (tra i quali ricade quello di Merone) i valori limite sono 10 mg N/l per l azoto totale e 1 mg P/l per il fosforo totale. Il RR n 3 prevede inoltre per le acque di prima pioggia il trattamento di una portata pari a 750 L/AE/d (1.000 L/AE/d nel caso di sfioratori in testa agli impianti le cui acque eccedenti siano recapitate in laghi ovvero sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo). Caso di Studio L impianto di depurazione di Merone (CO), gestito dal l A - zienda Servizi Integrati Lambro, è un impianto di trattamento per reflui urbani (domestici e industriali) a servizio dei comuni siti nel triangolo lariano; tale impianto realizzato a metà degli anni Ottanta è stato in seguito ampliato fino a raggiungere una capacità di trattamento di circa AE. Il processo di depurazione esistente è quello tipico a fanghi attivi: sollevamento iniziale, grigliatura grossolana NUOVI LIMITI ALLO SCARICO NELLA DEPURAZIONE ACQUE L articolo si propone, attraverso la descrizione del progetto di adeguamento dell'impianto di trattamento reflui urbani situato a Merone (CO) ai nuovi limiti imposti dal Programma di Tutela e Uso delle Acque della Regione Lombardia, di evidenziare le principali modifiche impiantistiche che devono essere valutate da tutti gli impianti di depurazione di potenzialità superiore ai AE che ricadono in area sensibile o comunque nel territorio della regione Lombardia. L obiettivo del progetto è migliorare la qualità dello scarico finale riqualificando alcune sezioni del depuratore consortile gestito da Asil, minimizzando gli interventi civili ed idraulici. The purpose of the article is to underline the process modifications that should be undertaken by all plants serving more than EI discharging into sensible areas or anyway within the territory of Lombardia region, through the description of the upgrading works of the Merone s Wwtp in accordance to the new discharge limits set by the Water Protection and Use Programme of Region Lombardia. Purpose of the project is to improve the quality of the final wastewater discharged by upgrading some sections of the Wwtp operated by Asil, while minimizing the required civil and hydraulic works. 46 Marzo 2009
2 e fine, dissabbiaura/disoleatura, sedimentazione primaria, predenitrificazione, nitrificazione, sedimentazione secondaria, disinfezione (ipoclorito). I fanghi primari e biologici, miscelati tra loro e preispessiti, sono digeriti anaerobicamente e successivamente disidratati mediante centrifugazione. I surnatanti sono ricircolati in testa alla linea acque. L entrata in vigore del RR n 3/2006 ha richiesto un intervento di potenziamento della capacità depurativa dell impianto; particolarmente restrittivi sono risultati i limiti per i solidi sospesi totali (< 15 mgtss/l) e per le forme azotate (Ntot < 10 mgn/l). In collaborazione con il Politecnico di Milano è stato sviluppato uno studio al fine di identificare le criticità dell impianto esistente ed elaborare gli interventi necessari. Le acque reflue attualmente convogliate e trattate nell impianto esistente sono state monitorate periodicamente da Asil in diversi punti; attraverso il controllo approfondito dei principali parametri chimico-fisici (monitorati dal giugno 2005 a maggio 2006) è stata sviluppata una dettagliata caratterizzazione dei parametri di interesse, al fine di valutare le potenzialità dell impianto attuale ed evidenziare i possibili interventi migliorativi. Le criticità emerse sono state le seguenti: - il sollevamento iniziale e alcuni tratti idraulici sono insufficienti per le nuove portate di pioggia (circa m3/h) richieste dal RR n 3/2006; - i sedimentatori secondari non sono sufficienti a raggiungere il nuovo limite allo scarico per i solidi sospesi totali; - la sezione biologica dell impianto è insufficiente a raggiungere i nuovi limiti allo scarico richiesti per le forme azotate; - la digestione anaerobica genera un carico di ammoniaca nei surnatanti che, ricircolati in testa alla linea acque, incrementa il carico di azoto da nitrificare/denitrificare (incremento significativo, 15%). Basi di progetto La portata media giornaliera (Q24), assunta come base di pro- Composto 50 Percentile Media Dev. Std Bod5 148,00 142,20 42,90 Cod 317,00 329,81 90,67 Sst 152,00 164,39 58,56 NH4-N 21,06 20,40 3,91 Tkn 31,35 30,46 5,60 NO2-N 0,14 0,14 0,06 NO3-N 0,77 0,81 0,44 Ntot 32,33 31,48 5,29 Ptot 3,22 3,33 0,90 Nota: i valori sono ricavati dai dati forniti considerando solo le analisi effettuate in tempo secco getto, è quella corrispondente all'80 percentile della portata giornaliera nei periodi asciutti, tagliando le code del 10% dei valori minori e maggiori. Il valore è risultato pari a m3/h. La portata di calcolo (Qc), calcolata con la formula empirica Qc = Q24*(2-0,14*ln(AE/1.000), è risultata pari a m3/h. La portata di pioggia (Qpioggia) è stata calcolata assumendo 750 L/AE/d (come richiesto dal RR 3/2006 Reg. Lombardia), ottenendo un valore pari a Marzo 2009 Tabella 1 - Caratteristiche chimico-fisiche dell acqua in ingresso in mg/l. 47
3 T v N,t C (1) N-NH4 Tkn e Volume Q (3) r1 C (4) N-NO3 Consumo Volume nitro (2) Bod 5 denitro (5) Anno C kgtkn/ g/h mg/l m 3 m 3 /h kg/d mg/l m 3 kgssn/d Giugno 20,98 0, , ,67 65, Luglio 22,66 0, , ,35 65, Agosto 21,27 0, , ,61 65, Settembre 20,50 0, , ,76 65, Ottobre 16,68 0, , ,56 65, Novembre 15,55 0, , ,81 65, Dicembre 12,24 0, , ,54 51, Gennaio 10,67 0, , ,54 39, Febbraio 10,40 0, , ,79 36, Marzo 12,07 0, , ,58 50, Aprile 14,12 0, , ,33 63, Maggio 17,53 0, , ,37 65, Media annua 4,52 (1) Carico effettivamente nitrificato (2) Volume di nitrificazione necessario (volume esistente = m 3 ) (3) Qr1 = m 3 /h (ricircolo miscela aerata) (4) Carico effettivamente denitrificato (5) Volume di denitrificazione = m 3 Sottolineati i valori che non consentono un azoto totale inferiore a 10 ppm. La concentrazione media giornaliera di azoto ammoniacale non deve mai eccedere il 30% dell azoto totale. Tabella 2 - Risultati della modellizzazione della situazione esistente. Figura 1 - Andamento della concentrazione di azoto (N-NH 4 +, N-NO 2, N-NO 3 ), del potenziale redox, del ph e dell Od rilevato durante un ciclo di trattamento m 3 /h. Per quanto concerne le concentrazioni di inquinanti in ingresso si è considerata la media del campione ottenuto tagliando le code del 10%. I risultati di detta analisi sono riportati nella Tabella 1. Le temperature del refluo in ingresso all impianto, registrate nell anno , rispecchiano quelle tipiche del Nord Italia; si evidenzia che nei mesi da metà Dicembre a metà Marzo la temperatura è pressoché costantemente sotto i 12 C. Al di sotto di tale temperatura i processi di nitrificazione subiscono rilevanti rallentamenti con conseguenti problemi di rimozione dei composti azotati. La gestione delle acque di prima pioggia sarà in larga parte correlata allo stato di realizzazione delle vasche di accumulo e laminazione presumibilmente previste in corrispondenza delle immissioni delle reti comunali nei collettori consortili (e quindi in corrispondenza degli scolmatori di piena). Si prevede di sollevare a trattamento completo (meccanico - biologico - terziario) una portata pari a 750 L/AE/d. Tale portata è sufficiente a far raggiungere la velocità di 0,5 m/s nella condotta di ingresso del diametro di 1,4 m per una pendenza compresa tra l 1 e il 2/1.000 e con un riempimento del 45-50%. Se si assume che 0,5 m/s sia la velocità di mobilizzazione dei sedimenti, il first flush, definito come l apporto di inquinanti trascinati con la prima pioggia, viene in gran parte intercettato con la Q pioggia assunta per il progetto. Per quanto concerne le caratteristiche dell effluente, combinando gli articoli 10, 13 e 37 del RR n 3/2006 con l allegato 5 alla parte terza del DLgs. 152/06, l azoto ammoniacale, analizzato su ogni campione medio giornaliero, non può superare il 30% del valore dell azoto totale, il cui limite massimo (media annuale) è di 10 mg/l. 48 Marzo 2009
4 NO 3 -N e mg/l N-tot mg/l 6,00 12,87 4,40 15,71 4,20 16,19 5,80 13,10 7,40 10,20 6,81 11,33 Descrizione delle modifiche previste Dall analisi dei dati disponibili, nonché dalla verifica delle richieste normative, all impianto di trattamento è richiesto di gestire una portata maggiore di quella attualmente trattabile (1.500 m 3 /h). Le principali modifiche impiantistiche individuate sono le seguenti: - incremento della capacità di sollevamento (nuova stazione di sollevamento); - modifiche ai volumi esistenti di nitrificazione e predenitrificazione; - nuova sezione di postdenitrificazione Mbbr; - trattamento separato in Sbr dei surnatanti da digestione anaerobica; - filtrazione finale del refluo trattato; - disinfezione del refluo trattato (nuova disinfezione con UV). Sezione di nitrificazione e denitrificazione I limiti allo scarico per le forme azotate (DLgs. 152/06) sono espressi in concentrazioni medie annue; si è modellizzato il sistema biologico esistente per ogni mese, utilizzando la temperatura media mensile e calcolando poi la media annua delle concentrazioni attese allo scarico. Si è utilizzata come velocità massima di nitrificazione a 20 C quella attualmente registrata nel - l impianto, pari a 1,08 kgtkn - /kgss N /d. Tale velocità risulta ampiamente inferiore a quella tipica del processo riportata in letteratura (1,5-2,2 kgtkn/ - kgss N /d) e riscontrata in impianti similari. Si è considerato come limite inferiore raggiungibile dalla nitrificazione la concentrazione di 2 mgtkn/l. Una concentrazione inferiore allo scarico difficilmente potrà essere raggiunta a causa dei composti azotati non biodegradabili presenti nell influente. Si è considerato infine trascurabile l ap - porto in termini di carico di nutrienti proveniente dai surnatanti della linea fanghi, in quanto saranno trattati da una nuova sezione Sbr. A temperature maggiori o uguali ai 15 C è emerso che i volumi esistenti per la fase di nitrificazione sono adeguati anche per i nuovi limiti allo scarico. A temperature inferiori, raggiunte nell anno nei mesi tra dicembre e marzo, le cinetiche appaiono molto rallentate e non consentono di rispettare i limiti richiesti. Il sistema di denitrificazione risulta volumetricamente adeguato in quanto il rallentamento delle cinetiche dovuto alle basse temperature è meno influente. Il rallentamento della capacità di nitrificazione del sistema inoltre limita la conversione del Tkn in nitrati fornendo alla sezione di denitrificazione carichi ridotti. Su base annuale il sistema attuale non appare in grado di rispettare i limiti di legge sia a causa del rallentamento delle cinetiche di nitrificazione sia del limitato ricircolo di miscela aerata ad oggi possibile (ridotta capacità delle pompe). Al fine di aumentare l efficienza di rimozione dei composti azotati si sono considerate due alternative: aumento dei ricircoli o modifica dei volumi disponibili. La possibilità di au - mentare i ricircoli appare svantaggiosa dal punto di vista energetico, di processo e difficilmente ottimizzabile sotto il profilo idraulico: - le tubazioni di collegamento tra la vasca di nitrificazione e quella di predenitrificazione non possono sostenere, con perdite di Tabella 3 - Risultati modellizzazione con nuovi volumi di nitrificazione e denitrificazione e Postdenitro. T Tkn e NO 3 -N (1) e N-tot (2) N-NO 3 out (3) N-tot out (4) Anno C mg/l mg/l mg/l mg/l mg/l Giugno 20,98 2,00 5,39 7,39 Luglio 22,66 2,00 5,39 7,39 Agosto 21,27 2,00 5,39 7,39 Settembre 20,50 2,00 5,39 7,39 Ottobre 16,68 2,00 5,39 7,39 Novembre 15,55 2,00 5,39 7,39 Dicembre 12,24 3,00 8,40 11,40 5,81 8,81 Gennaio 10,67 3,5 (5) 7,70 (5) 11,20 5,39 8,89 Febbraio 10,40 4 (5) 7,50 (5) 11,50 5,27 9,27 Marzo 12,07 3,30 8,30 11,60 5,75 9,05 Aprile 14,12 2,00 5,39 7,39 Maggio 17,53 2,00 5,39 7,39 Media annua 2,40 7,79 10,19 5,44 7,84 (1) Nitrati in uscita dal sistema predenitrificazione-nitrificazione a biomassa sospesa (2) Azoto totale in uscita dal sistema predenitrificazione-nitrificazione a biomassa sospesa (3) Nitrati nell effluente finale (dopo Mbbr) (4) Azoto totale nell effluente finale (dopo Mbbr) (5) Questi valori sono ottenuti considerando di aumentare la concentrazione di biomassa in vasca fino a 4 kg/m 3. Considerando che il Tkn e in uscita contiene 2 mg/l di Tkn organico (non ammoniacale), viene rispettata la prescrizione regionale che richiede azoto ammoniacale non superiore al 30% del totale Marzo
5 Figura 2 - Impianto pilota Sbr. 50 carico accettabili, la nuova portata di pioggia più un aumento dei ricircoli della miscela aerata; - l aumento dei ricircoli porta ad una diminuzione del tempo di ritenzione idraulica nel reattore di predenitrificazione, limitando la capacità di idrolisi del substrato organico e quindi la successiva sintesi da parte dei batteri denitrificanti; - un maggior ricircolo comporta un maggior carico di ossigeno disciolto trasportato dalla vasca di nitrificazione e la conseguente inibizione del processo di denitrificazione (processo anossico) nella prima porzione di vasca. Si sottolinea infine che il solo potenziamento del ricircolo di miscela aerata non è sufficiente per il rispetto dei limiti allo scarico; infatti, pur riuscendo a mantenere la media annua di azoto totale sotto i 10 mg/l, nei mesi invernali la componente ammoniacale supererebbe il 30% del totale, limite concesso dal DLgs. 152/06 (nitrificazione insufficiente). Mantenendo inalterati i ricircoli, le vasche di denitrificazione ope- rano ad un carico parziale, correlato alla mancata nitrificazione completa dell ammoniaca; si è proposto quindi di modificare tali vasche creando una sezione aggiuntiva di nitrificazione attraverso la realizzazione di paratie di separazione e l installazione di aeratori sul fondo e miscelatori dedicati. In tal modo è possibile migliorare il processo di nitrificazione nei mesi invernali, ottenendo una media annua di Tkn accettabile per i successivi trattamenti terziari, anche se l'azoto totale annuo è sopra al limite di 10 mg/l. A basse temperature anche le cinetiche di denitrificazione (come quelle di nitrificazione) subiscono un rallentamento e sotto i 13 C il fattore limitante del processo diventa il nuovo volume disponibile e non più il rapporto di ricircolo. Con la nuova ripartizione dei volumi di nitrificazione e predenitrificazione non appare ancora possibile raggiungere la media annuale allo scarico di azoto totale; si è però riusciti a incrementare l'efficienza del sistema, rendendo possibile il raggiungimento Marzo 2009 dei limiti allo scarico tramite l utilizzo di un sistema di postdenitrificazione su una sola frazione della portata effluente (Tabella 2). Post-denitrificazione con sistema Mbbr L impianto di Merone è dotato di una sezione, attualmente dismessa, per la rimozione del colore tramite processo Fenton, costituita da una vasca di reazione e un chiariflocculatore. Tale sezione era stata già predisposta (con sollevamenti e collegamenti idraulici esistenti) per trattare 750 m3/h di portata reflua in uscita dai sedimentatori secondari; una volta trattata, tale portata è convogliata a monte dello stadio di disinfezione finale esistente, e quindi miscelata prima di essere scaricata. Non essendo più necessaria la rimozione del colore, la vasca sarà riconvertita a post-denitrificazione tramite processo Mbbr (biomassa adesa su letto mobile) con aggiunta di carbonio esterno. Il processo a biomassa adesa consente di svincolare i tempi di residenza cellulare e idraulico del sistema senza dover ricorrere, come nel caso dei fanghi attivi, al ricircolo della biomassa. La decantazione finale ha il solo scopo di migliorare la qualità dell effluente trattato, rimuovendo i solidi staccatisi dai supporti. Come volume disponibile per questo trattamento si sono considerate la vasca di reazione, di 500 m3, e la corona interna di flocculazione del chiariflocculatore, anch essa di 500 m3, per un volume totale di m3 e un tempo di contatto di 1,3 ore. Saranno predisposte delle griglie opportune in ingresso ed uscita da tali vasche per evitare la dispersione dei mezzi di riempimento. La corona esterna del chiariflocculatore, avente un volume di m3, sarà destinata alla separazione della biomassa di spoglio staccatasi dai mezzi di supporto, in modo da non sovraccaricare il nuovo trattamento finale di filtrazione. Nella Tabella 3 sono evidenziate le concentrazioni ottenibili con il sistema di post-denitrificazione Mbbr, che mostrano
6 come siano quelli invernali i mesi più critici, ma che comunque vengono compensati, come media annuale, dagli altri mesi. In fase gestionale si valuterà se mantenere il sistema in funzione per tutto l anno (si è valutato un consumo di Bod esterno di circa 20 mg/l), oppure avviarlo solamente nei mesi critici invernali, tenendo presente che è necessario un tempo di sviluppo e adattamento della biomassa di almeno giorni prima che il sistema sia efficiente. Sedimentazione secondaria e Filtrazione finale I sedimentatori secondari mostrano anche per le nuove condizioni operative valori dei parametri di dimensionamento entro l intervallo ammissibile secondo la letteratura tecnica (flusso solido e carico idraulico); essi però non garantiscono la ritenzione dei solidi sospesi entro i nuovi limiti allo scarico, soprattutto in presenza di fenomeni di bulking. È quindi necessario un sistema terziario di filtrazione. Tra le applicazioni impiantistiche possibili, la filtrazione su tela appare la migliore soluzione, in relazione al tipo di solidi da trattare e alla situazione idraulica esistente. La filtrazione su tela permette, a differenza dei filtri a sabbia, una perdita di carico modesta, dell ordine di qualche decina di centimetri, e non necessita di un sistema di sollevamento per caricare l influente dall alto. È in questo modo possibile inoltre installare le macchine filtranti nella vasca esistente utilizzata in passato per la disinfezione con ipoclorito senza dover occupare nuove aree. Disinfezione Al fine di rispettare la normativa vigente, in particolare il limite di Escherichia Coli, l effluente in uscita dai filtri a tela verrà sottoposto a disinfezione con raggi UV per l abbattimento dell eventuale carica batterica residua prima dello scarico finale a Lambro. Tale soluzione potrà essere interessante nel caso in cui sia possibile in futuro accoppiarla ad una ozonizzazione fina- le, in quanto l azione combinata dei due sistemi porta a livelli di efficienza disinfettante elevatissimi e consente anche l'abbattimento di Cod qualora fosse richiesto un limite allo scarico più restrittivo di quello attuale (anche in previsione di un riutilizzo dell effluente). Oltre alla disinfezione UV è previsto un sistema di stoccaggio e dosaggio di acido peracetico Paa da utilizzare saltuariamente, quando si rende necessario uno shock di disinfettante per pulire le tele, le tubazioni antincendio e acqua industriale. L acido peracetico ha un forte potere ossidante nei confronti delle strutture vitali dei microrganismi, provocandone la loro inattivazione. Non si è optato per la sola disinfezione con acido peracetico in quanto tale disinfettante comporta un incremento del Bod (2,8 3 mgbod5/mgpaa) allo scarico e le normative sono molto restrittive in tal senso. Trattamento separato dei surnatanti Per ottenere elevati rendimenti di rimozione dell azoto si è previsto un trattamento specifico dei soli surnatanti, prima della loro reimmissione nella linea acque. Per il trattamento di questa tipologia di refluo si è proposto un sistema Sbr (Sequencing Batch Reactor, processi discontinui). Tale sistema batch (discontinuo) permette di avere volumi più contenuti, maggiore flessibilità gestionale e una riduzione dei consumi che può arrivare anche al 40% rispetto ad un sistema tradizionale. La rimozione dell azoto nel reattore Sbr avverrà per via biologica attraverso un processo di nitritazione e denitritazione anziché tramite il tradizionale sistema di nitrificazione: Nitritazione - denitritazione: Nitrificazione - denitrificazione: Una conversione non completa dell ammoniaca (conversione a Nitrito, non a Nitrato) consente un notevole risparmio di ossigeno in nitrificazione (circa il 25% in meno) e minore sostanza organica da dosare in post denitrificazione (riduzioni dell ordine del 30-40%). Tale processo è realizzabile regolando la temperatura in vasca attorno ai 30 C e mantenendo una concentrazione di ossigeno disciolto pari a circa 0,5 mg/l. In tali condizioni è possibile garantire la crescita dei batteri Aob (Nitrosomonas), responsabili della trasformazione da NH4 a NO2, limitando la crescita dei Nob (Nitrobacter), che convertono gli NO2 generati in NO3. A tal proposito, durante la progettazione definitiva è stato realizzato da Seam engineering un impianto pilota Sbr da 800 litri; tale pilota, alimentato con i surnatanti dell impianto di Merone, durante 4 mesi di sperimentazione ha permesso una definizione ottimale dei parametri di dimensionamento e di gestione del processo di nitritazione. Si è osservato che la velocità di rimozione dell ammoniaca è circa doppia rispetto a un normale processo di nitrificazione a fanghi attivi. È inoltre emerso che: - un basso rapporto Cod/N favorisce il processo di nitritazione; un aumento improvviso di tale parametro genera una rapida crescita degli Nob con conseguente completa nitrificazione dell ammonica (no arresto a nitritazione); - per ph inferiori ai 7,2 si ha una riduzione dell attività di ossidazio- Marzo 2009 Figura 3 - Vista dell impianto di trattamento reflui di Merone (CO). 51
7 ne dell ammoniaca; - l aumento della concentrazione di Od in vasca non altera nel breve periodo il rapporto tra nitritanti e nitrificanti. Le fasi di gestione dell Sbr sono le seguenti: - carico del reattore Sbr; - ossidazione biologica (Nitri ta - zione); - post-denitritazione con dosaggio di sostanza organica esterna; - chiarificazione; - estrazione surnatante; - estrazione fanghi di supero. Il Cod presente nel refluo, che proviene da digestione anaerobica, è considerato difficilmente biodegradabile e quindi non è stato considerato utile ai fini della denitritazione; il sistema proposto prevede infatti una post-denitritazione con dosaggio di Cod esterno. Per gestire al meglio un processo di questo tipo (sequenza delle fasi di gestione, controllo della nitritazione e della denitritazione) è previsto un sistema di controllo e gestione automatica in grado di monitorare e regolare ossigeno disciolto, ph, RedOx e temperatura. Conclusioni Le recenti normative in tema di qualità delle acque hanno introdotto limiti allo scarico molto restrittivi, specialmente nelle aree dichiarate sensibili. Alcuni interventi impiantistici appaiono come imprescindibili per raggiungere tali limiti: incremento della capacità idraulica (sollevamento iniziale); rimozione dei nutrienti più spinta (risultati difficilmente raggiungibili senza post denitrificazione); sistema di filtrazione terziaria; disinfezione. In impianti dotati i digestione anaerobica, l apporto di nutrienti dovuto al ricircolo dei surnatanti incide per il 15-20% sul carico in ingresso di azoto e fosforo. Trattare separatamente tale flusso è da considerarsi come valida alternativa all ampliamento di tutta la linea acque. Tali surnatanti, caratterizzati da portate ridotte e alte concentrazioni di inquinanti consentono l appli - cazione di tecnologie innovative che attraverso processi discontinui (Sbr) permettono un notevole risparmio in termini di ingombro planimetrico e energia elettrica.
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