LE ZONE Z S NELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO E NELLA PROTEZIONE CONTRO I FULMINI
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2 Quando effettuiamo la valutazione del rischio dovuto al fulmine? Effettuiamo la valutazione del rischio dovuto al fulmine quando riceviamo l incarico di farlo. Sembra banale, ma non lo è: il Committente spesso è un datore di lavoro ed ha, tra le altre, le responsabilità attribuite dal D.Lgs. 81/08. Assolvere in modo professionalmente ineccepibile l incarico assegnato consente al Committente di utilizzare il documento ed inserirlo nella valutazione del rischio prevista ai sensi degli articoli 17 e 80 del D.Lgs. 81/08. Questo documento può essere tenuto in considerazione dal datore di lavoro per attuare le misure di protezione contro i fulmini (D.Lgs 81/08 art. 84). Il medesimo incarico potrebbe esserci assegnato, per un cantiere temporaneo o mobile, dal Coordinatore in fase di progettazione o dal titolare di un impresa affidataria. Per altri motivi la valutazione del rischio può essere richiesta da un privato o dall Amministratore pro tempore di un condominio. Ci dobbiamo preoccupare degli effetti del fulmine sull impianto anche quando riceviamo l incarico di progettare l impianto elettrico. (caso b) della presentazione, che comprende altre diapositive non qui riportate. ndr) Questo avviene a tutti i livelli di progettazione: da parte di un professionista per impianti oltre i limiti dimensionali dettati dal DM 37/08; da parte del responsabile tecnico negli altri casi previsti dal DM 37/08; da parte dell incaricato nei casi non previsti dal DM 37/08. Naturalmente se il professionista, o il responsabile tecnico di un impresa, progetta l impianto elettrico di un luogo di lavoro, incorre negli obblighi del D.Lgs. 81/08. In particolare richiamiamo l art. 22 che richiede il rispetto dei principi generali di prevenzione in materia di salute e sicurezza di cui all art. 15. La valutazione di tutti i rischi è al primo posto nell elenco delle misure generali di tutela (Vedi anche articoli del Per. Ind. Paolo Sironi su Albiqual new n.46 e n.47). 2
3 In quest ultimo caso la valutazione del rischio deve essere rifatta. Quando una valutazione del rischio deve essere ripetuta? Quando, per la struttura esaminata, viene introdotto un nuovo fattore di rischio. Oppure quando le conoscenze tecniche, spesso tradotte in norme tecniche riconosciute, considerano come fattori di rischio degli elementi, presenti nella struttura, precedentemente non considerati. Se nell edificio che comprende la struttura da proteggere sono presenti rischi di esplosione, per la valutazione DELL AREA DI RACCOLTA devono essere considerate le dimensioni dell intero edificio. Una volta definita la struttura da proteggere ed aver calcolato l area di raccolta sia per la fulminazione diretta sia per la fulminazione indiretta, si procede ad effettuare la valutazione del rischio. Se il risultato richiede delle misure di protezione per la riduzione del rischio a valori tollerati, può essere conveniente suddividere la struttura in zone Z S. 3
4 I valori medi tipici dell entità del danno si possono ricavare dalla tabella C.1 della norma CEI EN Questi valori devono essere introdotti nel calcolo insieme ai coefficienti di incremento e di riduzione scelti dal professionista. Ma soprattutto può essere determinante moltiplicare i valori medi dell entità del danno per il rapporto tra numero di persone presenti nella zona Z S ed il numero totale di persone presenti nella struttura. Consideriamo una struttura come quella definita nell esempio che segue, cui per semplicità abbiamo ridotto i dati di ingresso, e calcoliamo l area di raccolta ed il numero di eventi pericolosi. 4
5 Ed inseriamo i coefficienti di riduzione ed incremento validi per l intera struttura considerata. Dalla somma delle componenti di rischio risulta necessario proteggere la struttura in esame. Nell esempio che vogliamo esporre non è necessario scendere nei particolari tipici della valutazione del rischio. In seguito alla divisione della struttura in zone Z S, la somma delle componenti di rischio determina ancora la necessità di adottare misure di protezione, ma è possibile intervenire nelle zone e sulle componenti di rischio in modo mirato. LA SUDDIVISIONE DELLA STRUTTURA IN ZONE CONSENTE AL PROGETTISTA DI PRENDERE IN CONSIDERAZIONE LE PECULIARI CARATTERISTICHE DI CIASCUNA PARTE DELLA STRUTTURA NELLA VALUTAZIONE DELLE COMPONENTI DI RISCHIO E DI SCEGLIERE LE PIÙ ADATTE MISURE DI PROTEZIONE SPECIFICATAMENTE ZONA PER ZONA, RIDUCENDO IL COSTO COMPLESSIVO DELLA PROTEZIONE CONTRO IL FULMINE 5
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