Punto 1 Cenni sulla questione idrica nelle aree del Mezzogiorno d Italia

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1 L ACCORDO DI PROGRAMMA BASILICATA PUGLIA STATO PER LA GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE CONDIVISE AI SENSI DELL EX ART 17 DELLA L. 36/94 Il ruolo della Sogesid S.p.A. a supporto dell attuazione dell Accordo (intervento del Dott. Dario Allegra) Matera, 16 dicembre 2005 Scaletta dei punti trattati Punto 1 Cenni sulla questione idrica nelle aree del Mezzogiorno d Italia Punto 2 Schemi idrici condivisi tra Basilicata e Puglia oggetto dell Accordo di Programma Punto 3 Distribuzione delle risorse idriche suddivise per Regione ed uso nell anno 2004 Punto 4 Il quadro normativo di riferimento dell Accordo di Programma Punto 5 I contenuti dell Accordo di Programma Punto 6 Il ruolo della Sogesid a supporto dell attuazione dell Accordo Punto 7. Il ruolo strategico della Struttura di Matera a supporto delle politiche di gestione delle risorse idriche in un contesto pluriregionale. 1

2 Punto 1 Cenni sulla questione idrica nelle aree del Mezzogiorno d Italia La questione idrica nelle regioni meridionali fu affrontata agli inizi del secolo, con forme di trasferimento di acqua fra regioni limitrofe. Ma è a partire dal dopoguerra che si è registrato il massimo impulso delle politiche dell acqua con grandi interventi tesi a soddisfare una crescente domanda, in un quadro di forte compensazione territoriale, sia sotto il profilo delle risorse idriche, che della relativa allocazione di risorse finanziarie. L intervento ordinario dello Stato e, soprattutto, l intervento straordinario della Cassa per il Mezzogiorno (Progetti Speciali 14 e 23), dettero il via ad una imponente serie di opere idrauliche raggruppate per schemi idrici, interconnessi per territori e per usi. Nasceva così l uso plurimo ed interregionale delle acque e la necessità di un impostazione distributiva basata sulla definizione di un bilancio idrico condiviso tra le Regioni. 2

3 Punto 2 Schemi idrici condivisi tra Basilicata e Puglia oggetto dell Accordo di Programma Il territorio della Basilicata, nel corso degli ultimi cinquanta anni, è stato interessato dalla costruzione di numerose ed importanti opere idrauliche che hanno permesso una accelerazione dei processi di miglioramento delle condizioni socio-economiche sia di questa regione sia della vicina Puglia. Tutti i bacini idrografici lucani, fatta eccezione per il Lao, il Noce ed il Cavone, presentano opere di sbarramento e di accumulo lungo i corsi d acqua principali. Attraverso la costruzione su territorio lucano di numerose opere di captazione delle acque superficiali(dighe e traverse) e di opere di interconnessione delle stesse (adduttori) si sono venuti a strutturare grandi schemi idrici che utilizzano anche acque di bacini diversi. Alcuni di questi schemi idrici hanno carattere interregionale in quanto trasferiscono grandi quantità di acque alle regioni limitrofe, principalmente alla regione Puglia, un territorio caratterizzato da sempre da un grosso deficit tra disponibilità idriche e fabbisogni delle diverse utenze. I due principali Schemi idrici che assicurano il trasferimento di acqua alla vicina Puglia sono lo schema Jonico-Sinni e lo schema Ofanto. Lo schema Jonico-Sinni capta le acque del bacino del Sinni (diga di Monte Cotugno e Traversa Sarmento), dell Agri (diga del Pertusillo e Traversa Agri-Sauro) e del basso bacino del Bradano (diga di san Giuliano). Esso rappresenta l insieme di opere idriche più complesso ed importante presente sul territorio lucano, per assicurare l alimentazione idrica plurima ad un vasto territorio comprendente l arco jonico della Basilicata e della Puglia e parte dell area nord-orientale della Calabria (area di Castrovillari). Lo schema idrico Ofanto accumula le acque dell alto bacino dell Ofanto. Afferiscono a questo schema cinque invasi, di cui due in Campania (Conza ed Osento), due in Puglia (Marana Capacciotti e Locone) ed uno in Basilicata (Rendina). La funzionalità dell intero schema è regolata dalla Traversa di Santa Venere realizzata sull asta principale del fiume, in località Rocchetta Sant Antonio. Da questa traversa, tramite un sistema di adduzione ed un tripartitore, le acque intercettate vengono convogliate verso l invaso del Rendina in Basilicata e gli invasi del Locone e Marana Capacciotti in Puglia. 3

4 Punto 3 Distribuzione delle risorse idriche suddivise per Regione ed uso nell anno 2004 Nella tabella che segue vengono riportati i volumi di acqua prodotti dagli schemi idrici Jonico- Sinni ed Ofanto e ripartiti per i diversi usi e territori nel I dati si riferiscono ai soli volumi prodotti negli invasi lucani attualmente in esercizio. 4

5 Ripartizione delle Risorse Idriche dagli Schemi Idrici Condivisi suddivise per uso e per regione: anno di riferimento 2004 Regione Puglia Regione Basilicata Regione Calabria Opere di derivazione Totale erogato Potabile Irriguo Industriale Potabile Irriguo Industriale Potabile Irriguo Industriale Invaso di Monte Cotugno Invaso di Pietra di Pertusillo Invaso di San Giuliano Traversa di Santa Venere Totale Totale Puglia Totale Basilicata Totale Calabria Nota: tutti i volumi sono espressi in mc. Puglia Basilicata Calabria

6 Punto 4 Il quadro normativo di riferimento dell Accordo di Programma La presa di coscienza che le risorse idriche, oltre che scarse strutturalmente, sono sottoposte ad un continuo degrado che ne pregiudica la sostenibilità, ha suscitato nell ultimo decennio una notevole riconsiderazione del settore idrico, anche in termini di leggi e normative. A questa presa di coscienza è seguito l avvio, agli inizi degli anni 90, del processo di riorganizzazione del settore idrico. Processo lungo e difficile che solo recentemente sta avendo una concreta attuazione. La legge 36/94 (cosiddetta legge Galli ) ha portato profonde innovazioni per la razionalizzazione del settore potabile e degli enti gestori, ma ha anche reso possibile, con l art.17, un forte coinvolgimento dello Stato, per ciò che concerne la realizzazione e la gestione delle opere di trasferimento interregionale dell acqua, consentendo, altresì, di sottoscrivere Accordi di Programma fra Regioni che condividono risorse idriche. Su tali basi, le Regioni Basilicata e Puglia, di concerto con l allora Ministero dei Lavori Pubblici, hanno sottoscritto in data 5 agosto 1999 un "Accordo di Programma" volto a definire un quadro di riferimento a regime delle risorse idriche condivise dalle due Regioni. 6

7 Punto 5 I contenuti dell Accordo di Programma L Accordo di Programma ha per oggetto il perseguimento dei seguenti dieci obiettivi: 1. la formazione del bilancio delle risorse idriche condivise tra le regioni Basilicata e Puglia; 2. la definizione delle opere, anche interconnesse, di comune interesse delle due regioni; 3. la messa in atto di strumenti di coordinamento permanenti, volti a sviluppare le azioni di programmazione, pianificazione e monitoraggio; 4. la individuazione di linee concordate tra i soggetti sottoscrittori dell AdP per l evoluzione dell attuale configurazione dei Soggetti gestori; 5. la determinazione dei costi di produzione dell acqua all ingrosso; 6. l avvio di azioni di recupero, riuso e risparmio idrico nei diversi usi della risorsa; 7. la tutela e la salvaguardia degli acquiferi delle fasce ioniche lucane e salentine; 8. l individuazione delle misure e degli interventi necessari a consentire la piena utilizzazione degli impianti di accumulo ed a completare gli Schemi idrici di riferimento; 9. la verifica della fattibilità di nuovi apporti di risorse idriche e conseguenti trasferimenti; 10. la definizione di procedure a priorità condivise dalle Regioni per far fronte ai periodi di crisi idrica sia ricorrenti sia eccezionali. 7

8 Punto 6 Il ruolo della Sogesid a supporto dell attuazione dell Accordo Per il coordinamento e la gestione dell Accordo, le due Regioni concordarono di costituire un Autorità di Governo della risorsa idrica composta da: 1) il Ministro dei lavori pubblici o da un suo delegato; 2) il Presidente della Giunta Regionale della Regione Basilicata, o un suo delegato; 3) il Presidente della Giunta Regionale della Regione Puglia, o un suo delegato. Nelle more della costituzione dell Autorità di Governo, le parti decisero di costituire un Comitato di Coordinamento per l attuazione dell AdP composto dagli stessi membri della suddetta Autorità. Nell Accordo le due Regioni convenirono, altresì, di volersi avvalere della SOGESID S.p.A., con il supporto scientifico dell Università di Basilicata e del Politecnico di Bari, per la definizione degli studi necessari all ottimizzazione funzionale e gestionale degli Schemi idrici di Puglia e Basilicata e relative interconnessioni. In data il Comitato di Coordinamento per l attuazione dell Accordo approvava la Proposta organizzativa e funzionale per la gestione dell Accordo formulata dalla SOGESID, che prevedeva l istituzione di una Struttura tecnico-amministrativa, con sede a Matera. In relazione a ciò, la Struttura fu insediata a Matera nel mese di ottobre Attualmente essa è composta da un Project Manager e da dieci esperti nel campo della gestione delle risorse idriche, che fanno capo alle seguenti quattro aree funzionali interconnesse: - area tecnico-ingegneristica; - area giuridica; - area amministrativa e di segreteria; - area Sistemi Informativi Territoriali E da sottolineare che l accordo Basilicata-Puglia, e la Struttura di Matera, costituiscono il primo esempio in Italia per una collaborazione fattiva, mutualistica e solidale di un buon governo delle acque. Infatti, analoghe esperienze si vanno profilando in altre Regioni, come la Campania e il Lazio, che a loro volta sono collegate con la Puglia e la Basilicata. Nelle motivazioni e negli obiettivi dell Accordo di Programma Basilicata Puglia, preminente è da considerare la verifica del rapporto disponibilità/fabbisogni, sia nello stato attuale, che nella prospettiva temporale. Ciò, al fine di mettere in condizione l Autorità di Governo di programmare gli usi dell acqua condivisa, fra territori serviti e fra usi alternativi, anche in funzione di eventuali emergenze idriche. In congruenza con questi obiettivi si sono conseguentemente orientate le attività della Struttura di Matera. 8

9 In linea generale si è operato per: promuovere azioni di razionale gestione dell offerta idrica, valutando le possibilità di incremento e tutela della stessa; promuovere azioni di razionale gestione della domanda, attraverso una verifica di coerenza tra i consumi specifici e i relativi fabbisogni nei vari settori d uso; promuovere la costituzione e l implementazione di un sistema informativo integrato di monitoraggio delle risorse e degli Schemi idrici finalizzate: - ad un tempestivo, corretto e trasparente scambio di informazioni e dati tra tutti i Soggetti coinvolti; - all assunzione delle decisioni del governo e dell equa ripartizione delle risorse idriche in situazioni sia ordinarie che di emergenza; - alla messa a punto di modelli e sistemi innovativi di gestione degli Schemi idrici ad uso plurimo. effettuare studi e ricerche sulla normativa nazionale e comunitaria in materia idrica, per: - fornire un supporto all attuazione degli adempimenti e all adozione dei relativi provvedimenti da parte delle Regioni; - attivare forme di collaborazione tra i soggetti (Regioni, Autorità di Bacino, ATO, ecc.) interessati alle tematiche della tutela e dell equilibrato impiego delle risorse idriche nei diversi settori d uso. impostazione e realizzazione di un sistema informativo territoriale, convenzionalmente denominato ACQUA SIT :, che integra e gestisce tutti i database delle attività espletate (e sopra indicate) e rappresenta un supporto indispensabile per la gestione integrata delle risorse idriche ed una utilizzazione strutturale della conoscenza propedeutica alle decisioni attraverso il monitoraggio continuo del bilancio idrico annuale, o, se si vuole, del rapporto domanda/offerta per i diversi usi e territori. Attualmente la Struttura di Matera della Sogesid è impegnata, tra l altro, a fornire il supporto tecnico all apposito Gruppo di Lavoro, designato dal Comitato di Coordinamento dell Accordo, per la determinazione dei costi industriali per la produzione dell acqua, quale componente della tariffa dell acqua all ingrosso. 9

10 Punto 7. Il ruolo strategico della Struttura di Matera a supporto delle politiche di gestione delle risorse idriche in un contesto pluriregionale. Tutte le norme di settore assegnano alle Regioni una serie di adempimenti molto complessi ed importanti in materia di risorse idriche. Se, per un verso sono stati adottati il Piano d Ambito ed affidato il S.I.I. al Soggetto Gestore, sono in corso di elaborazione i Piani di Tutela e si stanno definendo i bilanci idrici a scala regionale, per altro verso, non c è dubbio che, in presenza di schemi idrici condivisi, le impostazioni propriamente regionali non possono che impattarsi e riverberarsi su un equo governo delle risorse comuni. Ecco perché è indispensabile che le funzioni sinergiche dell Autorità di Governo vengano contestualizzate ed armonizzate con le attività dei vari Soggetti in gioco: gli Uffici tecnici delle Regioni, le Autorità di Bacino, i Consorzi di Bonifica e l EIPLI, gli ATO, e, in sostanza, tutti i Soggetti gestori/utilizzatori delle risorse idriche. E la Struttura di Matera, come emanazione diretta dell Accordo di Programma, si pone come luogo naturale di incontro fra soggetti e di mediazione fra gli interessi che rappresentano. In primo luogo la definizione, da parte delle Regioni interessate, della tariffa all ingrosso, per la quale la Struttura potrebbe rappresentare lo strumento tecnico super partes per il monitoraggio dei costi afferenti a detta tariffa. D altra parte, anche la Direttiva CE 2000/60, precisa chiaramente che l acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri beni, per esigenze di tutela e di recupero dei costi dei servizi idrici. E l Accordo di Programma è in linea con la Direttiva, laddove questa sostiene che gli Stati possono tener conto delle ripercussioni sociali, ambientali ed economiche, nonché delle condizioni geografiche e climatiche della regione o delle regioni in questione, interessate dai Piani di gestione delle acque. Questo significa che sono possibili manovre mirate sul recupero dei costi, salvaguardando il principio di equità nell ambito di usi omogenei, con attenzione alle diverse disponibilità a pagare da parte delle tipologie d utenza, in un quadro di mutualismo fra regioni più naturalmente dotate di risorse idriche, rispetto ad altre, spesso limitrofe, come il caso delle due regioni di Puglia e Basilicata. Da ciò scaturiscono le opportunità dell Accordo di Programma, per associare il principio di riparazione, che deve assicurare a tutti un effettiva fruizione di un bene, al principio di differenza, che non deve far lucrare nessun tipo di vantaggio a svantaggio di altri. 10

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