Cesare Pavese, FERIA D'AGOSTO, Nota al testo, pp , Torino, Einaudi, 1968, pp.1-194

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Arturo Rubino
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1 Cesare Pavese, FERIA D'AGOSTO, Nota al testo, pp , Torino, Einaudi, 1968, pp Usciti tra il '41 e il '44 su 'Il Messaggero', 'Primato', 'Tempo' e 'Il Secolo XIX '; in volume nel novembre 1945 nella collana 'Narratori contemporanei' di Einaudi. : Nota al testo, p.188. Testi (tranne 'Storia segreta') troppo spogli per un racconto e troppo elaborati per una nota di 1 / 7

2 diario, con temi affioranti in filigrana. pp.7-79 Il mare p.9 Il nome p.12 Feria d'agosto p.15 Il campo di granturco p.17 La Langa p.20 Vecchio mestiere p.23 Insonnia p.26 L'eremita 2 / 7

3 p.36 La giacchetta di cuoio p.45 Primo amore p.63 Il mare pp La città p.83 Il prato dei morti p.86 Sogni al campo p.89 Una certezza p.92 Risveglio p.95 Il tempo 3 / 7

4 p.98 Piscina feriale p.100 L'estate p.103 Vocazione p.111 La città p.121 Le case p.128 Le feste pp La vigna p.139 Del mito, del simbolo e d'altro p.145 Stato di grazia p.150 L'adolescenza 4 / 7

5 p.154 La vigna p.156 Mal di mestiere p.159 Nudismo p.166 Il colloquio del fiume p.171 Storia segreta "..Adesso non m'importava più se di là da Cassinasco si vedeva il mare. Mi bastava di sapere che il mare c'era, dietro discese e paesi, e pensarci camminando tra le siepi. Ci pensai tutto il pomeriggio, perché la collina è quasi piana e uno che guardi crede sempre d'arrivare e non c'è mai..fermandosi, di là dalle siepi si sentiva la vigna e si vedevano le canne: è questa la bellezza di Canelli. Sembra d'essere lontano, in un paese diverso, e la collina non è più collina, anche il cielo è più chiaro, come quando fa sole e piove insieme, ma la campagna la lavorano e fan l'uva come noi." [Il mare] 5 / 7

6 "..Certi giorni che mi tocca andare molto per le strade (sono i soli momenti che riposo) o rivedere facce di vecchia conoscenza, so già che a poco a poco mi lascerò prendere dalla solita idea - proprio mentre credo di vedere qualcosa, capisco ch'è soltanto il riflesso d'un momento di quando ero ragazzo e non sapevo nemmeno che sarei diventato io..l'unica differenza è che andavo d'accordo con me stesso e non avevo bisogno, per capire chi sono, di prender al volo il momento, e fermarmi in strada come uno smemorato e come una bestia spaventata. Ma poi penso che aver questo mezzo di sfogo in certo senso mi rifà; come se sapere che tutto quello che ho, che maneggio e che comando, domani prenderà il volo solo a pensarci, mi desse una garanzia che almeno il volo non lo prenderò io. Vuol dire che in questo caso mi godrò la compagnia di quel ragazzo, che non era poi tanto ragazzo se ha sempre saputo una cosa simile." [Una certezza] "..Il mito insomma è una norma, lo schema di un fatto avvenuto una volta per tutte, e trae il suo valore da questa unicità assoluta che lo solleva fuori del tempo e lo consacra rivelazione." [Del mito, del simbolo e d'altro ] 6 / 7

7 "..Una vigna che sale sul dorso d'un colle fino a incidersi nel cielo, è una vista familiare, eppure le cortine dei filari semplici e profonde appaiono una porta magica.. Solamente un ragazzo la conosce davvero; sono passati gli anni, ma davanti alla vigna l'uomo adulto contemplandola ritrova il ragazzo.. Il ragazzo saliva per questi sentieri, vi saliva e non pensava a ricordare; non sapeva che l'attimo sarebbe durato come un germe e che un'ansia d'afferrarlo e conoscerlo a fondo l'avrebbe in avvenire dilatato oltre il tempo. Forse quest'attimo era fatto di nulla, ma stava proprio in questo il suo avvenire. Un semplice e profondo nulla, non ricordato perché non ne valeva la pena, disteso nei giorni e poi perduto, riaffiora davanti al sentiero, alla vigna, e si scopre infantile, di là dalle cose e dal tempo, com'era allora che il tempo per il ragazzo non esisteva. E allora qualcosa è accaduto un istante fa, è l'istante stesso: l'uomo e il ragazzo s'incontrano e sanno e si dicono che il tempo è scomparso." [La vigna] 7 / 7

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