GESTIONE DELLE ISTRUZIONI OPERATIVE CORRELATE AL RISCHIO BIOLOGICO TRA IL PERSONALE INFERMIERISTICO

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1 GESTIONE DELLE ISTRUZIONI OPERATIVE CORRELATE AL RISCHIO BIOLOGICO TRA IL PERSONALE INFERMIERISTICO Lucia Addati Coordinatrice Infemieristica CIO I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico R.Galeazzi

2 Introduzione Nell' attività clinico - assistenziale i rischi di varia natura possono essere sempre dietro l`angolo. Particolarmente insidiosi per il possibile "circolo" di trasmissione degli agenti patogeni dal paziente all operatore e da questo agli assistiti, sono quelli di tipo infettivo. I rischi biologici più frequenti sono spesso dovuti alle punture accidentali, causa di possibile contagio per trasmissione ematica. In ambito sanitario, sia in ospedale che nell`assistenza territoriale, a destare preoccupazione come fonte di pericolo incidenti, sono le modalità di utilizzo e smaltimento di aghi e taglienti ovvero siringhe, bisturi, aghi intravenosi e materiali di sutura.

3 Introduzione Anche se generalmente sottovalutato per banalità di sviluppo, il fenomeno per la sua dimensione ed i rischi per i pazienti ed operatori, è finito sotto la lente della Comunità Europea, da sempre particolarmente attenta agli aspetti legati alla salute ed al benessere dei lavoratori. In Europa, il numero di infortuni per lesioni dovute a punture con materiale ematico è di circa 1 milione 200 mila casi all`anno.

4 La Comunità Europea, con il coinvolgimento attivo degli Stati membri, già da tempo, ha avviato una serie di iniziative normative tese a contrastare e prevenire questo tipo di incidenti. La finalità è: limitare i danni per la salute sia dei pazienti che dei lavoratori della sanità.

5 Per sollecitare la protezione dei lavoratori esposti a rischio biologico il Consiglio ed il Parlamento Europeo, già nel novembre del 1990, hanno emanato una specifica direttiva, seguita da un ulteriore direttiva nel 2000.

6 Questi documenti si sono rivelati un ottima occasione per affrontare in modo diretto i problemi legati al rischio biologico nello specifico ambito occupazionale della sanità. Per la prima volta sono stati proposti, attraverso lo strumento normativo europeo: un elenco sistematico dei microrganismi patogeni, suddivisi per livello di pericolosità e possibile danno per la salute degli operatori; le azioni di sicurezza da adottare, e le possibili sanzioni previste, in caso di mancato ricorso a queste misure.

7 La Dichiarazione di Lussemburgo sulla "Promozione della salute nei luoghi di lavoro nell`unione europea", promosso da un Network che comprende rappresentanti di 15 Paesi Membri e 3 dell`area Economica Europea, richiama in maniera indiretta, l`attenzione al problema degli infortuni. Nelle indicazioni generali vengono affrontati in particolare gli aspetti riguardanti le strategie per la riduzione del rischio con lo sviluppo di fattori protettivi favorenti la salute e l`identificazione e diffusione di modelli di buona pratica. L`argomento risulta ancora di difficile soluzione, non avendo riscosso particolare sensibilità ed attenzione in diversi stati membri della Comunità Europea.

8 Preoccupato per l`inefficacia degli interventi legislativi, e per il consistente perdurare degli eventi lesivi, nel 2006 il Parlamento Europeo è tornato di nuovo alla carica, facendosi promotore di una specifica risoluzione. Inviate dal Parlamento alla Commissione, argomentate raccomandazioni in merito alle misure per la protezione degli operatori sanitari europei da infezioni trasmissibili per via ematica a seguito di ferite provocate da aghi (2006/2015 -IN).

9 Nel documento, vengono affrontati i molteplici e condivisibili motivi di preoccupazione per la salute pubblica ed in particolare per quella degli operatori sanitari. La prima indicazione contenuta nella risoluzione, riguarda le modalità di lesione e di trasmissione virale, tra cui l`epatite B, l`epatite C e l`hiv, chiamati virus ematogeni.

10 Una ferita provocata da aghi, si verifica quando la pelle è punta in modo accidentale con un ago potenzialmente contaminato con il sangue di un paziente. Aghi contaminati possono trasmettere oltre 20 agenti patogeni pericolosi, tra cui l`epatite B, l`epatite C e l`hiv. Rispetto ai soggetti a rischio, viene ribadito come la maggior parte di tali lesioni sono subite da infermieri e da medici, ma anche altro personale medico è esposto ad un rischio considerevole, come pure il personale ausiliario quali gli addetti alle pulizie, alla lavanderia e altri lavoratori con ruolo di supporto.

11 Sotto osservazione anche altre procedure molto frequenti nella pratica clinica e considerate ad alto rischio di infortuni, come i prelievi del sangue,. l`uso di cannule intravenose e le iniezioni percutanee. In questi casi, anche piccole. quantità di sangue possono causare infezioni potenzialmente fatali.

12 II rischio di infezione dipende da una varietà di fattori, quali lo stato infettivo del paziente e la sua carica virale. le condizioni del sistema immunitario del personale la profondità della ferita. la quantità di sangue trasferito il tempo intercorso fra la ferita e la sua disinfezione la disponibilità e l`uso effettivo della profilassi postesposizione.

13 Dal punto di vista della normativa nazionale prima il D.Lgs 626/94, e successivamente il D.Lgs. 81/08, hanno dato piena attuazione alla direttiva 90/ 679/CEE, riguardante la protezione da agenti biologici. La prevenzione dei rischio infettivo infatti durante l`attività lavorativa, con la tempestiva individuazione della sieropositività e la diagnosi precoce di malattia, sono riconosciuti come elementi essenziali, sia ai fini della tutela della salute dei lavoratori, sia per prevenire la possibile trasmissione dei virus, ai colleghi di lavoro, ai familiari e ad altri membri della comunità sociale durante l`orario extralavorativo.

14 Ogni azienda sanitaria deve predisporre al suo interno, un protocollo per la sorveglianza sanitaria. Il contatto a rischio con sangue, liquidi organici, secrezioni, escrezioni, indipendentemente dalla presenza di sangue in tracce visibili, oltre a materiali bioptici od anatomici, comporta la denuncia INAIL, come infortunio sul lavoro e la successiva sorveglianza sanitaria post incidente a cura del Medico Competente.

15 Sempre dal punto di vista della normativa italiana, è interessante segnalare una proposta di legge alla Camera dei Deputati del 2007, ed un Disegno di Legge del 2008, sulle "Norme per la prevenzione e la protezione degli operatori sanitari dal rischio di contagio derivanti da punture accidentali". Le proposte di legge, fanno riferimento ad una ricerca del gruppo di studio Phase (People for Healthcare Administration, Safety and Efficiency) sul "Rischio biologico e punture accidentali negli operatori sanitari", basata su dati ed informazioni resi disponibili dagli Istituti di sorveglianza nazionali ed internazionali, oltre che delle Agenzie Sanitarie nazionali.

16 I risultati della ricerca evidenziano come anche nel nostro Paese l`esposizione occupazionale al rischio biologico degli operatori sanitari, si dimostra un problema organizzativo prioritario.

17 RISCHIO BIOLOGICO L`esposizione a patogeni trasmissibili per via ematica (quali HBV, HCV, HIV) è una circostanza ancora frequente sia in ambito ospedaliero sia nell`assistenza domiciliare, in Italia come all`estero. La modalità di esposizione e di gravità è data dalla puntura accidentale derivante dall`uso di siringhe, aghi, e cateteri vascolari. Lo studio conferma che gli infermieri rappresentano la categoria più a rischio di esposizione (circa il 57% di tutte le esposizioni per cutanee) seguiti da ausiliari, personale in formazione e medici. La gestione degli eventi accidentali è un costo stimato prudenzialmente in circa 17 milioni di Euro annui solo per la diagnostica e la profilassi post esposizione.

18 RISCHIO BIOLOGICO L` 80% delle punture accidentali può essere evitato utilizzando strumenti di sicurezza e con una corretta informazione per tutti coloro che sono di fatto esposti a rischio. Interessanti sono le conclusioni di questo lavoro di ricerca che ha il merito di sottolineare i pericoli ai quali sono esposti gli operatori sanitari nel quotidiano svolgimento del loro lavoro. Inoltre, in base ai luoghi dove è avvenuto l`infortunio, nel 38% dei casi nella camera del paziente; nel 10% dei all`esterno di essa; nel 21% dei casi nelle sale operatorie; nel 31% dei casi in ambienti diversi da quelli sopra indicati (ambulatori, diagnostiche, locali prelievo)

19 RISCHIO BIOLOGICO Dal punto di vista della qualità dell`assistenza, la Joint Conimission International, nel vasto capitolo della Prevenzione delle infezioni ospedaliere, prevede degli standard precisi e procedure che interessano lo smaltimento di aghi e taglienti, considerando come un loro scorretto smaltimento rappresenti una grossa sfida alla sicurezza degli operatori.

20 RISCHIO BIOLOGICO Secondo le indicazioni Joint Commission, l`organizzazione ospedaliera deve assicurare l`implementazione di una politica che definisca adeguatamente tutte le fasi del processo di smaltimento di aghi e taglienti, dal tipo di contenitore, dedicato, a prova di puntura e non riutilizzabile, alle modalità di utilizzo dello stesso, allo smaltimento dei contenitori ed alla vigilanza sul processo di smaltimento.

21 RISCHIO BIOLOGICO E PROCEDURE PRECAUZIONI UNIVERSALI/STANDARD CDC- Guideline for Isolation in Hospitals, Center for Disease Control on Prevention 1996 Si applicano a tutti i pazienti ricoverati in ospedale senza tenere conto del sospetto o della diagnosi di infezione: si applicano al sangue, a tutti i liquidi organici, secrezioni ed escrezioni, cute non intatta e mucose. 1- IGIENE DELLE MANI 2- USO DEI GUANTI 3- ADOTTARE I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, DPI

22 RISCHIO BIOLOGICO E PROCEDURE 1- IGIENE DELLE MANI E' una precisa responsabilità di tutti gli Operatori Sanitari - Si attua con il lavaggio delle mani e la cura delle mani,vieta l'uso di anelli e di unghie artificiali - Si applica in situazioni precisamente indicate - PRE / post contatto con sangue, liquidi biologici... - Dopo aver rimosso i guanti, l'aver indossato i guanti non riduce la frequenza del lavaggio - Scegliere tra il lavaggio semplice (sociale) ed antisettico in relazione alla prestazione da compiere o erogata

23 RISCHIO BIOLOGICO E PROCEDURE 3. L'USO DEI GUANTI DEVONO ESSERE SEMPRE DISPONIBILI NEI LUOGHI D'USO, ED INDOSSATI SUBITO E PRIMA DELL'OPERAZIONE GUANTI SI * quando è previsto contatto con:sostanze biologiche, membrane mucose tessuti organici, pelle non integri *nel contatto con superfici e strumenti contaminati *nell' esecuzione di procedure invasive *nel maneggio di liquidi biologici GUANTI NO Se danneggiati, dopo la procedura, lontani dal luogo operativo, nei luoghi di soggiorno comune, nei corridoi o egli ascensori, nel maneggio di documenti, attrezzature o biancheria pulita.

24 RISCHIO BIOLOGICO E PROCEDURE 3- ADOTTARE I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, DPI Per le manovre che espongono potenzialmente alla contaminazione: guanti, camici, mascherina a 4 strati in TNT, maschera respiratoria FFP2. Rimuovere i Dispositivi di protezione (DPI) eliminandoli nei rifiuti speciali.

25 RISCHIO BIOLOGICO E PROCEDURE. - PRECAUZIONI STANDARD Uso di vestiario appropriato e sovra camici Gestione/ Smaltimento acuminati e taglienti NO REINCAPPUCCIARE!! Smaltimento corretto dei rifiuti Decontaminazione/ disinfezione degli strumenti Trattamento della biancheria Impiegare dispositivi per la rianimazione trattati Uso della camera singola se il paziente non collabora e può contaminare l'ambiente

26 RISCHIO BIOLOGICO E PROCEDURE Il secondo livello è costituito da precauzioni basate sul tipo di trasmissione (contatto, droplet, airborne), elaborate non per essere applicate da sole, ma per integrare quelle standard, nel caso di pazienti noti o sospetti portatori di malattia infettiva. Guideline for Isolation precautions: Preventing trasmission of Infectious Agents in Healthcare Setting CDC

27 RISCHIO CLINICO

28 PROCEDURE INTERNE CORRELATE IO. DS. 071 V1 PROCEDURA LAVAGGIO MANI IO. SPP-025 V1 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE LG. DS 114 GESTIONE DEL PAZIENTE CON PATOLOGIA INFETTIVA L.G DS 001 PREVENZIONE FERITA CHIRURGICA IO. DS.118 LINEA GUIDA PER LA PROFILASSI ANTIBIOTICA

29 . GRAZIE

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