I SACRAMENTI. note ad uso esclusivo degli studenti

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1 SCUOLA DI TEOLOGIA CARDINALE EUGENIO TISSERANT LADISPOLI I SACRAMENTI note ad uso esclusivo degli studenti LA LITURGIA 1110 Nella Liturgia della Chiesa Dio Padre è benedetto e adorato come la sorgente di tutte le benedizioni della creazione e della salvezza, con le quali ci ha benedetti nel suo Figlio, per donarci lo Spirito dell'adozione filiale L'opera di Cristo nella Liturgia è sacramentale perché il suo Mistero di salvezza vi è reso presente mediante la potenza del suo Santo Spirito; perché il suo Corpo, che è la Chiesa, è come il sacramento (segno e strumento) nel quale lo Spirito Santo dispensa il Mistero della salvezza; perché, attraverso le sue azioni liturgiche, la Chiesa pellegrina nel tempo partecipa già, pregustandola, alla Liturgia celeste. Ecco un principio chiave: la liturgia è partecipazione alla Liturgia del Cielo, e deve ispirarsi ad essa, deve esprimerla rispettandone il carattere sacro e divino. La liturgia non è qualcosa che costruiamo noi, qualcosa che possiamo inventare secondo il nostro gusto. La liturgia è un dono che il Signore ci fa, un momento nel quale siamo chiamati ad entrare in assoluta adorazione e rispetto La missione dello Spirito Santo nella Liturgia della Chiesa è di preparare l'assemblea a incontrare Cristo; di ricordare e manifestare Cristo alla fede dell'assemblea; di rendere presente e attualizzare, con la sua potenza trasformatrice, l'opera salvifica di Cristo, e di far fruttificare il dono della comunione nella Chiesa. E lo Spirito Santo che suscita la vera partecipazione, quella del cuore I sacramenti sono segni efficaci della grazia, istituiti da Cristo e affidati alla Chiesa, attraverso i quali ci viene elargita la vita divina. I riti visibili con i quali i sacramenti sono celebrati significano e realizzano le grazie proprie di ciascun sacramento. Essi portano frutto in coloro che li ricevono con le disposizioni richieste La Chiesa celebra i sacramenti come comunità sacerdotale, strutturata mediante il sacerdozio battesimale e quello dei ministri ordinati Lo Spirito Santo prepara ai sacramenti per mezzo della Parola di Dio e della fede che accoglie la Parola nei cuori ben disposti. Allora, i sacramenti fortificano ed esprimono la fede Il frutto della vita sacramentale è ad un tempo personale ed ecclesiale. Da una parte tale frutto è, per ogni fedele, vivere per Dio in Cristo Gesù; dall'altra costituisce per la Chiesa una crescita nella carità e nella sua missione di testimonianza. I sacramenti edificano la Chiesa La Liturgia è l'opera del Cristo totale, Capo il Signore Gesù, risorto - e Corpo mistico, cioè la Chiesa. Il nostro Sommo Sacerdote celebra ininterrottamente nella Liturgia celeste, con la santa Madre di Dio, gli Apostoli, tutti i santi e la moltitudine degli uomini già entrati nel Regno. La Chiesa terrena, pellegrina nel mondo, viene associata alla liturgia eterna che si celebra nel Cielo Nella celebrazione liturgica tutta l'assemblea è "liturga", ciascuno però secondo la propria funzione. Il sacerdozio battesimale è quello di tutto il Corpo di Cristo. Tuttavia alcuni fedeli sono

2 ordinati mediante il sacramento dell'ordine per rappresentare Cristo come Capo del Corpo. L Ordine crea una distinzione tra i battezzati, ed abilita ad una funzione speciale nella Chiesa, che consiste in tre compiti: santificare, insegnare, governare (vedi sotto: il sacramento dell Ordine) La celebrazione liturgica comporta segni e simboli relativi: alla creazione (luce, acqua, fuoco), alla vita umana (lavare, ungere, spezzare il pane) e alla storia della salvezza (i riti della Pasqua). Inseriti nel mondo della fede e assunti dalla forza dello Spirito Santo, questi elementi cosmici, questi riti umani, queste gesta memoriali di Dio diventano portatori dell'azione di salvezza e di santificazione compiuta da Cristo. Segni e simboli della Liturgia sono espressivi di per sé, e quando sono posti in modo veramente degno non hanno necessità di essere spiegati La Liturgia della Parola è parte integrante della celebrazione. Il significato della celebrazione viene espresso dalla Parola di Dio che è annunziata e dall'impegno della fede che ad essa risponde Il canto e la musica sono strettamente connessi con l'azione liturgica. I criteri della loro valida utilizzazione sono: la bellezza espressiva della preghiera, la partecipazione unanime dell'assemblea e il carattere sacro della celebrazione. Restituire al canto sacro e alla musica sacra la loro dignità: le parole dei nostri canti devono esprimere lo stesso messaggio della Bibbia e alla spiritualità cattolica, la musica non deve piacere alle orecchie, ma dare gloria a Dio. Il canto Gregoriano è il canto proprio della liturgia romana Le sacre immagini, presenti nelle nostre chiese e nelle nostre case, hanno la funzione di risvegliare e nutrire la nostra fede nel Mistero di Cristo. Attraverso l'icona di Cristo e delle sue opere di salvezza, è lui che noi adoriamo. Attraverso le sacre immagini della santa Madre di Dio, degli angeli e dei santi, veneriamo le persone che in esse sono rappresentate. Nei confronti delle immagini, sia durante le azioni liturgiche, sia fuori di esse, noi esprimiamo una venerazione, vale a dire un sacro rispetto per quello che esse rappresentano. Per collocare stabilmente in Chiesa un immagine sacra, che poi diventerà oggetto della devozione dei fedeli, occorre il permesso del Vescovo La domenica, "Giorno del Signore" (dies dominica) è il giorno principale della celebrazione dell'eucaristia, poiché è il giorno della Risurrezione. E' il giorno per eccellenza dell'assemblea liturgica, il giorno della famiglia cristiana, il giorno della gioia e del riposo dal lavoro. E' "il fondamento e il nucleo di tutto l'anno liturgico" [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 106]. Quindi possiamo dire che la vita cristiana è ritmata dalla domenica e che nella domenica il primo posto deve essere riservato alla partecipazione alla liturgia La Chiesa "nel ciclo annuale presenta tutto il Mistero di Cristo, dall'incarnazione e Natività fino all'ascensione, al giorno di Pentecoste e all'attesa della beata speranza e del ritorno del Signore" [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 102]. E l anno liturgico, la preghiera ufficiale di tutta la Chiesa Facendo memoria dei santi, in primo luogo della santa Madre di Dio, poi degli Apostoli, dei Martiri e degli altri Santi, in giorni fissi dell'anno liturgico, la Chiesa sulla terra manifesta di essere unita alla Liturgia celeste; rende gloria a Cristo perché ha compiuto la salvezza nei suoi membri glorificati; il loro esempio le è di stimolo nel cammino verso il Padre. La memoria dei Santi ha una grande importanza nella liturgia, perché essi sono i nostri intercessori presso Dio ed i nostri modelli I fedeli che celebrano la Liturgia delle Ore si uniscono a Cristo Sommo Sacerdote, mediante la preghiera dei Salmi, la meditazione della Parola di Dio, la preghiera dei cantici e delle benedizioni, per essere associati alla sua preghiera incessante e universale che glorifica il Padre e implora il dono

3 dello Spirito Santo sul mondo intero Cristo è il vero Tempio di Dio, "il luogo in cui abita la sua gloria"; per mezzo della grazia di Dio, anche i cristiani diventano templi dello Spirito Santo, le pietre vive con le quali viene edificata la Chiesa Nella sua condizione terrena, la Chiesa ha bisogno di luoghi in cui la comunità possa radunarsi: le nostre Chiese luoghi santi, immagini della Città santa, la celeste Gerusalemme verso la quale siamo in cammino come pellegrini. La Chiesa è un luogo sacro ( sacro si contrappone a profano ), dedicato cioè esclusivamente alla gloria di Dio e a tutto ciò che la esprime. Il luogo di culto deve essere bello e degno, e non può ospitare nulla che non abbia diretto riferimento al culto e alla santificazione. Il luogo sacro deve essere rispettato dai fedeli, non solo quando si svolgono le celebrazioni, ma sempre, attraverso il comportamento, il vestito, le parole In queste chiese la Chiesa celebra il culto pubblico a gloria della Santissima Trinità, ascolta la Parola di Dio e canta le sue lodi, eleva la sua preghiera, offre il Sacrificio di Cristo, sacramentalmente presente in mezzo all'assemblea. Queste chiese sono inoltre luoghi di raccoglimento e di preghiera personale E' opportuno che la celebrazione della Liturgia tenda ad esprimersi nella cultura del popolo in cui la Chiesa è inserita, senza tuttavia sottomettersi ad essa. D'altra parte, la Liturgia stessa genera e plasma le culture. Spetta alla Sede Apostolica regolare l adattamento dei riti liturgici alle culture dei popoli; in questo campo non è lecita alcuna improvvisazione Le diverse tradizioni liturgiche, o riti, legittimamente riconosciuti, in quanto significano e comunicano lo stesso Mistero di Cristo, manifestano la cattolicità della Chiesa Il criterio che assicura l'unità nella pluriformità delle tradizioni liturgiche è la fedeltà alla Tradizione apostolica, ossia: la comunione nella fede e nei sacramenti ricevuti dagli Apostoli, comunione che è significata e garantita dalla successione apostolica. IL BATTESIMO 1275 L'iniziazione cristiana si compie attraverso l'insieme di tre sacramenti: il Battesimo, che è l'inizio della vita nuova; la Confermazione, che ne è il rafforzamento; e l'eucaristia, che nutre il discepolo con il Corpo e il Sangue di Cristo in vista della sua trasformazione in lui "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28,19-20) Il Battesimo costituisce la nascita alla vita nuova in Cristo. Secondo la volontà del Signore, esso è necessario per la salvezza, come la Chiesa stessa, nella quale il Battesimo introduce Il rito essenziale del Battesimo consiste nell'immergere nell'acqua il candidato, o nel versargli dell'acqua sul capo, mentre si pronuncia l'invocazione della Santissima Trinità, ossia del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Io ti battezzo nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo Il frutto del Battesimo, o grazia battesimale, è una realtà ricca che comporta: a) la remissione del peccato originale e di tutti i peccati personali; b) la nascita alla vita nuova mediante la quale l'uomo diventa figlio adottivo del Padre, membro di Cristo, tempio dello Spirito Santo; c) per ciò

4 stesso il battezzato è incorporato alla Chiesa, Corpo di Cristo, e d) reso partecipe del sacerdozio di Cristo Il Battesimo imprime nell'anima un segno spirituale indelebile, il carattere, il quale consacra il battezzato al culto della religione cristiana. A motivo del carattere che imprime, il Battesimo non può essere ripetuto [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1609 e 1624]. Qualora vi siano dubbi in merito al fatto se uno è stato battezzato oppure no, dopo accurate ricerche, il Parroco deve chiedere al Vescovo la possibilità di amministrare il Battesimo sotto condizione (in quel caso la formula è: se non sei battezzato, io ti battezzo.. etc ) Coloro che subiscono la morte a causa della fede, i catecumeni, e tutti gli uomini che, sotto l'impulso della grazia, senza conoscere la Chiesa, cercano sinceramente Dio e si sforzano di compiere la sua volontà, possono essere salvati anche se non hanno ricevuto il Battesimo [Cf Conc. Ecum. Vat. II, LG 16]. Questa possibilità non annulla l ordine di Cristo: Andate e battezzate, né l impegno missionario della Chiesa di far conoscere a tutti Cristo, unico Salvatore del mondo Fin dai tempi più antichi, il Battesimo viene amministrato ai bambini, essendo una grazia e un dono di Dio che non presuppongono meriti umani; i bambini sono battezzati nella fede della Chiesa. L'ingresso nella vita cristiana introduce nella vera libertà. I genitori cristiani devono chiedere il Battesimo per i loro figli entro i primi mesi dopo la nascita; i padrini sono le figure di riferimento che accompagneranno il battezzato nella vita cristiana, insieme ai genitori Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Liturgia della Chiesa ci invita a confidare nella misericordia di Dio, e a pregare per la loro salvezza In caso di necessità, chiunque può battezzare, a condizione che intenda fare ciò che fa la Chiesa, e che versi dell'acqua sul capo del candidato dicendo: "Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". LA CONFERMAZIONE 1315 "Gli Apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo" (Atti 8,14-17) La Confermazione perfeziona la grazia battesimale; è il sacramento che dona lo Spirito Santo per radicarci più profondamente nella filiazione divina, incorporarci più saldamente a Cristo, rendere più solido il nostro legame con la Chiesa, associarci maggiormente alla sua missione e aiutarci a testimoniare la fede cristiana con la parola accompagnata dalle opere. La Confermazione rende il battezzato conforme a Cristo, lo fa annunciatore del Regno di Dio, lo abilita alla missione e alla testimonianza La Confermazione, come il Battesimo, imprime nell'anima del cristiano un segno spirituale o carattere indelebile; perciò si può ricevere questo sacramento una sola volta nella vita In Oriente questo sacramento viene amministrato immediatamente dopo il Battesimo; è seguito dalla partecipazione all'eucaristia; questa tradizione sottolinea l'unità dei tre sacramenti dell'iniziazione cristiana. Nella Chiesa latina questo sacramento viene conferito quando si è raggiunta l'età della ragione, e la sua celebrazione è normalmente riservata al Vescovo, significando

5 così che questo sacramento rinsalda il legame ecclesiale. In casi particolari, il Vescovo può delegare un presbitero ad amministrare la Confermazione Un candidato alla Confermazione che ha raggiunto l'età della ragione deve: professare la fede, essere in stato di grazia, aver l'intenzione di ricevere il sacramento, ed essere preparato ad assumere il proprio ruolo di discepolo e di testimone di Cristo nella comunità ecclesiale e negli impegni temporali Il rito essenziale della Confermazione è: l'unzione con il sacro Crisma sulla fronte del battezzato (in Oriente anche su altre parti del corpo), accompagnata dall'imposizione delle mani da parte del ministro e dalle parole: "Accipe signaculum doni Spiritus Sancti" - "Ricevi il sigillo del dono dello Spirito Santo che ti è dato in dono", nel rito romano. "Signaculum doni Spiritus Sancti" - "Sigillo del dono dello Spirito Santo", nel rito bizantino Quando la Confermazione viene celebrata separatamente dal Battesimo, il suo legame con questo è espresso, tra l'altro, dalla rinnovazione delle promesse battesimali. La celebrazione della Confermazione durante la Liturgia Eucaristica contribuisce a sottolineare l'unità dei sacramenti dell'iniziazione cristiana. L EUCARISTIA 1406 Gesù dice: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno... Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna... dimora in me e io in lui" (Giovanni 6, 51-58) L'Eucaristia è il cuore e il culmine della vita della Chiesa, poiché in essa Cristo associa la sua Chiesa e tutti i suoi membri al proprio sacrificio di lode e di rendimento di grazie offerto al Padre una volta per tutte sulla croce; mediante questo sacrificio egli effonde le grazie della salvezza sul suo Corpo, che è la Chiesa. Nell Eucaristia siamo associati al sacrificio di Cristo, quel sacrificio da cui è venuta, e sempre si rinnova, la salvezza del mondo La celebrazione eucaristica comporta sempre: la proclamazione della Parola di Dio, l'azione di grazie a Dio Padre per tutti i suoi benefici - soprattutto per il dono del suo Figlio, la consacrazione del pane e del vino, e la partecipazione al banchetto liturgico mediante la recezione del Corpo e del Sangue del Signore. Questi elementi costituiscono un solo e medesimo atto di culto L'Eucaristia è il memoriale della Pasqua di Cristo, cioè dell'opera della salvezza compiuta per mezzo della vita, della morte e della Risurrezione di Cristo, opera che viene resa presente dall'azione liturgica. L Eucaristia ripresenta sacramentalmente la morte e la risurrezione del Signore. Di conseguenza, la vera partecipazione all Eucaristia è quella che consiste nell adorazione, nella lode, nella consapevolezza del dono di Cristo. Non è vera partecipazione fare qualcosa, o sperimentare emozioni spirituali; non è vera partecipazione sovrapporre le nostre parole, le nostre spiegazioni, i nostri canti, a ciò che si compie dinanzi a noi sull altare. Al contrario, la grandezza del dono di Cristo richiede un atteggiamento di massima attenzione e devozione e tutto, nella liturgia, deve esprimere il senso del sacro E' Cristo stesso, sommo ed eterno sacerdote della Nuova Alleanza, che, agendo attraverso il ministero dei sacerdoti, offre il sacrificio eucaristico. Ed è ancora lo stesso Cristo, realmente presente sotto le specie del pane e del vino, l'offerta del sacrificio eucaristico. Il protagonista della celebrazione dell Eucaristia è il Signore Gesù, non siamo noi. Quando il sacerdote, o i fedeli, si

6 illudono di essere i protagonisti della liturgia, osano modificarla a proprio gusto, o ne cambiano le parole, il risultato è sempre la perdita del senso del sacro e quindi una deplorevole banalizzazione Soltanto i sacerdoti validamente ordinati possono presiedere l'eucaristia e consacrare il pane e il vino perché diventino il Corpo e il Sangue del Signore. Il sacerdozio ministeriale è insostituibile e dà forma alla Chiesa I segni essenziali del sacramento eucaristico sono il pane di grano e il vino della vite, sui quali viene invocata la benedizione dello Spirito Santo e il sacerdote pronunzia le parole della consacrazione dette da Gesù durante l'ultima Cena: "Questo è il mio Corpo dato per voi... Questo è il calice del mio Sangue... " Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera, reale e sostanziale, il suo Corpo e il suo Sangue, con la sua anima e la sua divinità [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1640; 1651]. Con il termine transustanziazione la Chiesa indica il cambiamento di sostanza: il pane non è più pane, ma è il Corpo di Cristo, il vino non è più vino, ma è il Sangue di Cristo. Esternamente sembrano pane e vino, ma in realtà la loro sostanza è il Corpo e Sangue di Cristo In quanto sacrificio, l'eucaristia viene anche offerta in riparazione dei peccati dei vivi e dei defunti, e al fine di ottenere da Dio benefici spirituali o temporali Chi vuole ricevere Cristo nella Comunione eucaristica deve essere in stato di grazia. Se uno è consapevole di aver peccato mortalmente, non deve accostarsi all'eucaristia senza prima aver ricevuto l'assoluzione nel sacramento della Penitenza La santa Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo accresce in colui che si comunica l'unione con il Signore, gli rimette i peccati veniali e lo preserva dai peccati gravi. Poiché vengono rafforzati i vincoli di carità tra colui che si comunica e Cristo, ricevere questo sacramento rafforza l'unità della Chiesa, Corpo mistico di Cristo. L Eucaristia è il sacramento che ci mantiene uniti a tutta la Chiesa e fa sì che evitiamo ogni individualismo La Chiesa raccomanda vivamente ai fedeli di ricevere la santa Comunione quando partecipano alla celebrazione dell'eucaristia; ne fa loro obbligo almeno una volta all'anno. Coloro che non possono fare la Comunione per varie ragioni (mancanza di vero pentimento, impossibilità di confessarsi per assenza del sacerdote confessore, permanenza in un oggettiva condizione di peccato es. convivenza fuori del matrimonio) devono fare la Comunione spirituale, senza per questo sentirsi inferiori agli altri fedeli Poiché Cristo stesso è presente nel Sacramento dell'altare, bisogna onorarlo con un culto di adorazione. La visita al Santissimo Sacramento "è prova di gratitudine, segno di amore e debito di riconoscenza a Cristo Signore" [Paolo VI, Lett. enc. Mysterium fidei]. E fondamentale riscoprire il culto eucaristico a Gesù Sacramentato, tramite l adorazione eucaristica e, una volta l anno, la processione del Corpus Domini. La Chiesa, con al centro il tabernacolo, è il luogo abitato dalla presenza eucaristica di Cristo. Non solo il culto, ma anche le suppellettili (arredi sacri, paramenti sacri) esprimono l adorazione ed il rispetto verso il sacramento che rende presente Cristo: per questo motivo la Chiesa ha sempre tenuto alla bellezza di ciò che viene impiegato nella liturgia Poiché Cristo è passato da questo mondo al Padre, nell'eucaristia ci dona il pegno della gloria futura presso di lui: la partecipazione al Santo Sacrificio ci identifica con il suo Cuore, sostiene le

7 nostre forze lungo il pellegrinaggio di questa vita, ci fa desiderare la vita eterna e già ci unisce alla Chiesa del Cielo, alla Santa Vergine Maria e a tutti i Santi. L Eucaristia ci fa pregustare la gioia del Cielo, è veramente un affacciarsi del Cielo sulla terra. LA PENITENZA 1485 La sera di Pasqua, il Signore Gesù si mostrò ai suoi Apostoli e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (Giovanni 20,22-23) Il perdono dei peccati commessi dopo il Battesimo è accordato mediante un sacramento apposito chiamato sacramento della conversione, della confessione, della penitenza o della riconciliazione Colui che pecca ferisce l'onore di Dio e il suo amore, la propria dignità di uomo chiamato ad essere figlio di Dio e la salute spirituale della Chiesa di cui ogni cristiano deve essere una pietra viva Agli occhi della fede, nessun male è più grave del peccato, e niente ha conseguenze peggiori per gli stessi peccatori, per la Chiesa e per il mondo intero Ritornare alla comunione con Dio dopo averla perduta a causa del peccato, è un movimento nato dalla grazia di Dio ricco di misericordia e sollecito per la salvezza degli uomini. Bisogna chiedere questo dono prezioso per sé come per gli altri. Il peccato non è solo mancanza nei confronti della legge di Dio, ma rifiuto di amore verso Dio stesso Il cammino di ritorno a Dio, chiamato conversione e pentimento, implica: un dolore e una repulsione per i peccati commessi, e il fermo proposito di non peccare più in avvenire. La conversione riguarda dunque il passato e il futuro; essa si nutre della speranza nella misericordia divina Il sacramento della Penitenza è costituito dall'insieme dei tre atti compiuti dal penitente, e dall'assoluzione da parte del sacerdote. Gli atti del penitente sono: 1) il pentimento; 2) la confessione o manifestazione dei peccati al sacerdote; 3) il proposito di compiere la soddisfazione e le opere di soddisfazione Il pentimento (chiamato anche contrizione ) deve essere ispirato da motivi dettati dalla fede. Se il pentimento nasce dall'amore di carità verso Dio, lo si dice "perfetto"; se è fondato su altri motivi, lo si chiama "imperfetto" Colui che vuole ottenere la riconciliazione con Dio e con la Chiesa, deve confessare al sacerdote tutti i peccati gravi che ancora non ha confessato e di cui si ricorda dopo aver accuratamente esaminato la propria coscienza. Sebbene non sia in sé necessaria, la confessione delle colpe veniali è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa Il confessore propone al penitente il compimento di alcuni atti di "soddisfazione" o di "penitenza", al fine di riparare il danno causato dal peccato e ristabilire gli atteggiamenti consoni al discepolo di Cristo Soltanto i sacerdoti che hanno ricevuto dall'autorità della Chiesa la facoltà di assolvere

8 possono perdonare i peccati nel nome di Cristo. La formula dell assoluzione: Io ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Il confessore ha l obbligo gravissimo del segreto, per cui non può rivelare direttamente il nome del penitente e i suoi peccati di cui ha avuto notizia nella confessione, e deve evitare anche solo di dare l impressione di servirsi di ciò che ha appreso in confessione Gli effetti spirituali del sacramento della Penitenza sono: a) la riconciliazione con Dio mediante la quale il penitente recupera la grazia; b) la riconciliazione con la Chiesa; c) la remissione della pena eterna meritata a causa dei peccati mortali; d) la remissione, almeno in parte, delle pene temporali, conseguenze del peccato; e) la pace e la serenità della coscienza, e la consolazione spirituale; f) l'accrescimento delle forze spirituali per il combattimento cristiano La confessione individuale e completa dei peccati gravi seguita dall'assoluzione rimane l'unico mezzo ordinario per la riconciliazione con Dio e con la Chiesa Mediante le indulgenze i fedeli possono ottenere per se stessi, e anche per le anime del Purgatorio, la remissione delle pene temporali, conseguenze dei peccati. Condizioni generali per ricevere l indulgenza: accostarsi alla Confessione e alla Comunione, pregare secondo le intenzioni del Romano Pontefice, evitare ogni attaccamento volontario al peccato. L UNZIONE DEGLI INFERMI 1526 "Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati" (Giacomo 5,14-15) Il sacramento dell'unzione degli infermi ha lo scopo di conferire una grazia speciale al cristiano che sperimenta le difficoltà inerenti allo stato di malattia grave o alla vecchiaia Il momento opportuno per ricevere la sacra Unzione è certamente quello in cui il fedele comincia a trovarsi in pericolo di morte per malattia o vecchiaia Ogni volta che un cristiano cade gravemente malato, può ricevere la sacra Unzione, come pure quando, dopo averla già ricevuta, si verifica un aggravarsi della malattia Soltanto i sacerdoti (presbiteri e Vescovi) possono amministrare il sacramento dell'unzione degli infermi; per conferirlo usano olio benedetto dal Vescovo, o, all'occorrenza, dallo stesso presbitero celebrante L'essenziale della celebrazione di questo sacramento consiste nell'unzione sulla fronte e sulle mani del malato (nel rito romano) o su altre parti del corpo (in Oriente), unzione accompagnata dalla preghiera liturgica del sacerdote celebrante che implora la grazia speciale di questo sacramento. Le parole che accompagnano l unzione sono: Per questa santa unzione e la sua piissima misericordia ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo, e liberandoti dai peccati ti salvi, e nella sua bontà ti sollevi La grazia speciale del sacramento dell'unzione degli infermi ha come effetti: a. l'unione del malato alla passione di Cristo, per il suo bene e per quello di tutta la Chiesa; b. il conforto, la pace e il coraggio per sopportare cristianamente le sofferenze della malattia o della vecchiaia; c. il perdono

9 dei peccati, se il malato non ha potuto ottenerlo con il sacramento della Penitenza; d. il recupero della salute, se ciò giova alla salvezza spirituale; e. la preparazione al passaggio alla vita eterna. Occorre rilanciare la pratica di questo sacramento così importante, attraverso una catechesi efficace. Sono utili anche le celebrazioni comunitarie, come nella Giornata del Malato, l 11 febbraio (purchè coloro che ne hanno davvero bisogno siano minimamente istruiti, e non tutti si accostino indiscriminatamente a ricevere l unzione!). E fondamentale far comprendere la necessità del sacramento ai parenti della persona malata, soprattutto quando il malato non può chiederlo personalmente. L ORDINE SACRO 1590 San Paolo dice al suo discepolo Timoteo: "Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani" (2Tm 1,6), e "se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro" (1Tm 3,1). A Tito diceva: "Per questo ti ho lasciato a Creta, perché regolassi cio che rimane da fare e perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato" (Tt 1,5) Tutta la Chiesa è un popolo sacerdotale. Grazie al battesimo, tutti i fedeli partecipano al sacerdozio di Cristo. Tale partecipazione si chiama "sacerdozio comune dei fedeli". Sulla sua base, e al suo servizio esiste un'altra partecipazione alla missione di Cristo: quella del ministero conferito dal sacramento dell'ordine, la cui funzione è di servire a nome e in persona di Cristo Capo in mezzo alla comunità Il sacerdozio ministeriale differisce essenzialmente dal sacerdozio comune dei fedeli poiché conferisce un potere sacro per il servizio dei fedeli. I ministri ordinati esercitano il loro servizio presso il popolo di Dio attraverso: 1) l'insegnamento, munus docendi; 2) il culto divino, munus liturgicum; 3) il governo pastorale, munus regendi. Il ministro sacro non vive più per se stesso, ma per il Signore e la Chiesa. Per questo tutta la sua vita è dedicata al servizio dei fratelli. Egli deve essere consapevole di aver il compito di rappresentare Cristo stesso in mezzo ai fedeli, con le sue parole e con le sue azioni Fin dalle origini, il ministero ordinato è stato conferito ed esercitato in tre gradi: quello dei Vescovi, quello dei presbiteri e quello dei diaconi. I ministeri conferiti dall'ordinazione sono insostituibili per la struttura organica della Chiesa: senza il Vescovo, i presbiteri e i diaconi, non si può parlare di Chiesa [Cf Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Trallianos, 3, 1] Il Vescovo riceve la pienezza del sacramento dell'ordine che lo inserisce nel Collegio episcopale e fa di lui il capo visibile della Chiesa particolare che gli è affidata. I vescovi, in quanto successori degli Apostoli e membri del Collegio, hanno parte alla responsabilità apostolica e alla missione di tutta la Chiesa sotto l'autorità del Papa, successore di san Pietro. Il Vescovo guida la propria Diocesi per mandato di Cristo ed incarico ricevuto dal Romano Pontefice; è il Vescovo il vero Pastore di tutta la Diocesi I presbiteri sono uniti ai Vescovi nella dignità sacerdotale e nello stesso tempo dipendono da essi nell'esercizio delle loro funzioni pastorali; sono chiamati ad essere i saggi collaboratori dei Vescovi; riuniti attorno al loro vescovo formano il "presbiterio", che insieme con lui porta la responsabilità della Chiesa particolare. Essi ricevono dal Vescovo la responsabilità di una comunità parrocchiale o di una determinata funzione ecclesiale. I presbiteri o preti non esercitano il ministero se non su incarico del Vescovo, in comunione con lui e in dipendenza da lui; essi rappresentano il Vescovo nella comunità dei fedeli.

10 1596 I diaconi sono ministri ordinati per gli incarichi di servizio della Chiesa; non ricevono il sacerdozio ministeriale, ma l'ordinazione conferisce loro funzioni importanti nel ministero della Parola, del culto divino, del governo pastorale e del servizio della carità, compiti che devono assolvere sotto l'autorità pastorale del loro Vescovo Il sacramento dell'ordine è conferito mediante l'imposizione delle mani seguita da una preghiera consacratoria solenne, che chiede a Dio per l'ordinando le grazie dello Spirito Santo richieste per il suo ministero. L'ordinazione imprime un carattere sacramentale indelebile. Una volta ricevuta, la consacrazione non può essere mai persa. Per motivi gravissimi si può chiedere alla Chiesa la dispensa dagli obblighi derivanti dall Ordine Sacro, e in particolare dal celibato; a quel punto si torna ad una vita da laico La Chiesa conferisce il sacramento dell'ordine soltanto a uomini (viri) battezzati, le cui attitudini per l'esercizio del ministero sono state debitamente riconosciute. Spetta all'autorità della Chiesa la responsabilità e il diritto di chiamare qualcuno a ricevere gli Ordini. Il discernimento in vista dell ordinazione viene compiuto: per i diaconi, dal Vescovo che si avvale di un responsabile diocesano affiancato da una commissione; per i presbiteri, dal Vescovo che si avvale della collaborazione del Seminario; per il Vescovi, dal Romano Pontefice che si avvale della collaborazione del Nunzio Apostolico e della Congregazione per i Vescovi Nella Chiesa latina il sacramento dell'ordine per il presbiterato è conferito normalmente solo a candidati disposti ad abbracciare liberamente il celibato e che manifestano pubblicamente la loro volontà di osservarlo per amore del Regno di Dio e del servizio degli uomini Spetta ai vescovi conferire il sacramento dell'ordine nei tre gradi. IL MATRIMONIO 1659 San Paolo dice: "Voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa... Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa" (Efesini 5,25 e 32) L'alleanza matrimoniale, mediante la quale un uomo e una donna costituiscono fra loro un'intima comunione di vita e di amore, è stata fondata e dotata di sue proprie leggi dal Creatore. Per sua natura è ordinata al bene dei coniugi cosi come alla generazione e all'educazione della prole. Tra battezzati essa è stata elevata da Cristo Signore alla dignità di sacramento [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 48; Codice di Diritto Canonico, 1055, 1]. Anche se oggi i vari Stati cercano di equiparare al matrimonio e alla famiglia altre forme di convivenza, anche tra persone dello stesso sesso, la volontà di Dio, che si esprime nella natura (cioè nella creazione), e nella Rivelazione custodita e insegnata dalla Chiesa, rimane chiara: il matrimonio (e la famiglia) avviene tra un uomo e una donna Il sacramento del Matrimonio è segno dell'unione di Cristo e della Chiesa. Esso dona agli sposi la grazia di amarsi con l'amore con cui Cristo ha amato la sua Chiesa; la grazia del sacramento perfeziona cosi l'amore umano dei coniugi, consolida la loro unità indissolubile e li santifica nel cammino della vita eterna [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1799]. Il matrimonio avvia un progetto che gli sposi non devono inventare, ma che ricevono da Dio stesso, e che si chiama famiglia. Per la sua realizzazione, gli sposi possono contare sulla grazia divina elargita il giorno del matrimonio e sempre rinnovata nella preghiera. Forti di questa grazia, essi potranno

11 affrontare le sfide che il mondo pone alla famiglia: la mentalità edonista e materialista, il divorzio e l aborto. E chiaro che lo sguardo degli sposi/genitori deve essere fisso sulla vita eterna e sul premio promesso dal Signore a chi fa la sua volontà; solo questo permetterà loro di affrontare le difficoltà e superare le tentazioni restando fedeli al Signore Il matrimonio si fonda sul consenso dei contraenti, cioè sulla volontà di donarsi mutuamente e definitivamente, allo scopo di vivere un'alleanza d'amore fedele e fecondo. Fecondo significa aperto alla vita, alla procreazione ed educazione della prole. I figli sono dono del Signore ai coniugi, e la loro nascita non va programmata Poiché il matrimonio stabilisce i coniugi in uno stato pubblico di vita nella Chiesa, è opportuno che la sua celebrazione sia pubblica, inserita in una celebrazione liturgica, alla presenza del sacerdote (o del testimone qualificato della Chiesa), dei testimoni e dell'assemblea dei fedeli. Nella celebrazione del matrimonio, che è liturgia e avviene durante la Messa, il protagonista è Cristo che unisce a sé la Chiesa sua sposa: gli sposi presenti sono espressione di questo mistero e, per questo, ministri, e non protagonisti del sacramento. Da parte sua, il sacerdote celebrante, deve nell omelia aiutare i presenti a comprendere un così grande mistero: l amore umano che viene assunto e trasfigurato nell amore divino. Ogni altra aggiunta è superflua L'unità, l'indissolubilità e l'apertura alla fecondità sono essenziali al matrimonio. La poligamia è incompatibile con l'unità del matrimonio; il divorzio separa ciò che Dio ha unito; il rifiuto della fecondità priva la vita coniugale del suo "preziosissimo dono", il figlio [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 50]. Nella catechesi in preparazione al matrimonio è importante aiutare i futuri coniugi a comprendere che l unità, l indissolubilità e l apertura alla vita non sono leggi imposte loro dall esterno, ma le condizioni stesse per la corretta celebrazione del sacramento e per il felice svolgimento della vita matrimoniale Il nuovo matrimonio dei divorziati, mentre è ancora vivo il coniuge legittimo, contravviene al disegno e alla Legge di Dio insegnati da Cristo. Costoro non sono separati dalla Chiesa, ma non possono accedere alla Comunione eucaristica. Vivranno la loro vita cristiana particolarmente educando i loro figli nella fede. Divorziati e risposati (come i semplici conviventi ) non sono scomunicati, ma si trovano in uno stato oggettivo di peccato. La Chiesa li accoglie come suoi figli, anche se in passato possono aver sbagliato, e li incoraggia partecipare alla vita della comunità cristiana in ogni forma possibile Il focolare cristiano è il luogo in cui i figli ricevono il primo annuncio della fede. Ecco perché la casa familiare è chiamata a buon diritto "la Chiesa domestica", comunità di grazia e di preghiera, scuola delle virtù umane e della carità cristiana. I primi educatori dei figli sono e rimangono i genitori. La Parrocchia, mediante il catechismo, o la scuola, possono affiancare l azione educativa dei genitori, ma non certo sostituirla quando questa manca. L educazione che i genitori sono chiamati ad offrire ai propri figli avviene attraverso l amore reciproco, che si esprime in parole ed azioni conformi al Vangelo e agli insegnamenti della Chiesa. In tal modo i figli potranno prepararsi alla vita forti dell esempio e degli insegnamenti che hanno ricevuto dal papà e dalla mamma. Oggi può capitare che le coppie e le famiglie sperimentino una certa solitudine nelle difficoltà della vita; per questo è importante che la Chiesa (e specificamente la Parrocchia) sia sempre di più casa di tutti, luogo di fraternità, sostegno ed amicizia, dove le coppie e le famiglie possano ritrovarsi, condividere il proprio vissuto ed insieme superare i momenti di particolare difficoltà. GENNAIO MARZO 2013

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