La congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in provincia di Pisa

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1 La congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio in provincia di Pisa Consuntivo IV trimestre 2012 aspettative I trimestre 2013 Pisa, 12 marzo Lo stato di crisi in cui versano i bilanci delle famiglie italiane si ripercuote pesantemente sulla spesa per i consumi e, quindi, sull evoluzione delle vendite al dettaglio. Se nella prima fase della crisi le famiglie avevano attutito l effetto della riduzione del reddito disponibile attingendo ai risparmi per mantenere invariato il proprio profilo di consumo, nell ultimo biennio l aumento della pressione fiscale (dal 42,6% del 2011 al 44% del 2012), della disoccupazione (dall 8,4% al 10,7%) e dell inflazione (dal +3% al +3,2%), assieme all impellenza di ripristinare un adeguata soglia di risparmio a fini precauzionali, ha provocato un calo dei consumi superiore a quello del reddito disponibile e del PIL. Drammatici, sotto questo aspetto, sono i dati procapite nazionali: la spesa per consumi di generi alimentari è tornata ai livelli del 1979 e quella per l abbigliamento al I dati sulle vendite provenienti all indagine congiunturale sul commercio al dettaglio condotta da Unioncamere nel quarto trimestre 2012 confermano, a tutti i livelli territoriali, le evoluzioni estremamente negative registrate dai consumi: Italia -8,4% e Pisa -5,8%. Da segnalare, all interno di un quadro estremamente negativo, le maggiori difficoltà affrontate dalle strutture di minore dimensione, cui si contrappone la crescita della GDO, e, sul versante dell inflazione, la fine dell effetto scalino innescato dall aumento delle imposte indirette avvenuto nel settembre Il 2012 segna anche la contrazione del numero di aziende operanti nel commercio e una bassissima propensione ad investire. Le aspettative imprenditoriali sulla prima parte del 2013, seppur stabili sui livelli di fine 2012, sono ancora improntate ad un diffuso pessimismo. Il quadro generale Informazioni e chiarimenti studi@pi.camcom.it tel Redazione Alberto Susini Considerando la variazione media delle vendite al dettaglio registrata nel corso del 2012 (-5,7%) la provincia di Pisa, pur registrando un deciso peggioramento rispetto al 2011 (quando segnò un -3,5%) si piazza al di sopra della media nazionale (-7,6%). 1

2 Nell ultimo scorcio del 2012 la crisi, pur estremamente diffusa tra le aziende commerciali, evidenzia una certa stabilizzazione. Non solo infatti si riduce la flessione percentuale delle vendite rispetto a quanto segnato nel terzo trimestre ma aumenta, dal 10 all 11%, la quota percentuale di imprese che segnalano un aumento del proprio giro d affari. Tuttavia, se si considera che la quota di imprenditori che segnalano una diminuzione del proprio giro d affari passa, nel medesimo lasso di tempo, dal 51 al 54% la situazione rimane ancora molto critica e non si intravedono miglioramenti significativi a breve. Un elemento senz altro positivo dell ultimo scorcio del 2012 è rappresentato dalla rapida discesa dell inflazione. La variazione tendenziale dell indice generale dei prezzi al consumo di beni e servizi 1 in provincia di Pisa fa registrare, nel quarto trimestre 2012, una crescita del 2,5%: un valore sostanzialmente in linea rispetto al dato nazionale (+2,5%) e regionale (+2,4%). Si tratta, come già evidenziato nelle passate note prodotte, dell esaurirsi degli effetti dell incremento di un punto percentuale dell aliquota IVA, cui si è unito l aumento delle accise sui carburanti, del settembre Considerando la media del 2012 l indice dei prezzi al consumo per l intera collettività subisce gli effetti della dinamica molto più sostenuta registrata nella prima parte dell anno appena trascorso: +3,2% in provincia di Pisa, +2,9% in Toscana e +3% a livello nazionale. Andamento dei prezzi al consumo 1 L indice dei prezzi qui analizzato è il NIC (Indice Nazionale dei prezzi al consumo per l Intera Collettività). Un indice che considera la collettività nazionale come se fosse un unica grande famiglia di consumatori, all interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. 2

3 Fonte: elaborazioni su dati Istat Nonostante che il superamento dello scalino derivante dall aumento dell aliquota IVA e lo stato di sofferenza in cui si dibatte il mercato interno abbiano sottratto, nel IV trimestre 2012, oltre un punto percentuale rispetto al tasso di inflazione di 2011, alcune componenti del paniere continuano a viaggiare a ritmi sostenuti. Si tratta, nello specifico, delle spese per abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili (+6,7%) e dei trasporti (+5,7%) mentre i prodotti più direttamente riconducibili al commercio al dettaglio si posizionano su livelli inferiori, o al più in linea, rispetto alla media generale. A questo proposito è da segnalare soprattutto la caduta dei prezzi delle bevande alcoliche e tabacchi (passate dal +6,6% del terzo trimestre al +2,8% del quarto) mentre l abbigliamento e calzature (+2,2% nel quarto), i mobili e prodotti per la casa (+1,5%) ed i prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,3%) continuano a mostrare una crescita più contenuta rispetto alla media generale. Indici dei prezzi al consumo NIC per alcune divisioni di spesa Var. % tendenziali trimestrali Prodotti alimentari e bevande analcoliche 1,3 1,4 1,5 1,5 2,0 1,4 1,3 Bevande alcoliche e tabacchi 1,6 3,0 5,4 6,1 7,7 6,6 2,8 Abbigliamento e calzature 2,9 3,3 3,9 4,1 2,7 2,8 2,2 Mobili, articoli e servizi per la casa 1,6 1,5 1,8 1,8 1,9 1,8 1,5 Indice generale 2,9 3,1 3,6 3,7 3,4 3,1 2,5 Fonte: elaborazioni su dati Istat Pur all interno di un quadro che rimane molto preoccupante per il commercio, sono ancora le strutture che impiegano meno personale ad essere colpite con maggiore forza dalla crisi dei consumi. L andamento delle vendite al dettaglio relativo al quarto trimestre 2012 fa segnare una flessione tra le piccole strutture (1-5 addetti) ma soprattutto tra le medie (6-19 addetti) che, rispettivamente, perdono il 6,6% e l 8,6% del loro giro d affari rispetto al medesimo periodo del La grande distribuzione (unità con 20 addetti e oltre), pur continuando ad arretrare ( 1,3%), continua a registrare un progressivo rallentamento delle contrazioni. L evoluzione quote di imprenditori che hanno dichiarato una diminuzione Vendite per tipologia distributiva 3

4 del proprio fatturato, conferma le maggiori difficoltà che stanno attraversando le unità commerciali di minore dimensione. Le aziende che dichiarano una contrazione delle proprie vendite passa infatti dal 52% del terzo trimestre al 54% del quarto tra le piccole, dal 61% al 66% tra le medie e dal 44% al 46% tra le grandi. La media dell andamento delle vendite al dettaglio per il complesso del 2012, conferma la graduatoria del quarto trimestre: la media distribuzione perde l 8,3% (-4,8% del 2011), la piccola il 6,1% (nel ,4%) e la grande il 2,3% (-1,2%). Considerando i diversi comparti merceologici emerge in modo chiaro la linea guida della spending review messa in atto dalle famiglie: in un momento di profonda crisi, i consumatori continuano a preferire, grazie a politiche promozionali piuttosto spinte, la Grande distribuzione. Si contraggono infatti le vendite degli esercizi operanti nel non alimentare (-7,1%) e nell alimentare (-6,6%) mentre le unità despecializzate (ipermercati, supermercati e grandi magazzini) accelerano (+4,2%) rispetto ai dati, già positivi, dei trimestri precedenti. Se si eccettua la GDO, che tra la media 2011 e la media 2012, segna un miglioramento (da +0,1% a +2,1%) il non alimentare e l alimentare arretrano pesantemente. Vendite per comparto merceologico Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio per settore d'attività in provincia di Pisa Var. % tendenziali Esercizi Ipermercati, Supermercati e Trimestri Alimentare Non Alimentare grandi magazzini Totale ,1-2,2-0,1-1, ,1-5,4 0,0-4, ,4-7,7-0,2-6, ,0-5,7-1,5-5, ,3-7,2 2,5-5, ,0-6,7 3,4-6, ,6-7,1 4,2-5,8 4

5 Che tra gli esercizi non alimentari sia in atto una crisi legata alla necessità delle famiglie di comprimere al massimo tutte le spese, lo testimoniano anche le evoluzioni dei diversi segmenti merceologici. A soffrire di più troviamo le vendite dei prodotti per la casa ed elettrodomestici (-7,1%), gli altri prodotti non alimentari 2 (-8,2%) ma anche i negozi di abbigliamento e accessori (-6,6%). Considerando la media del 2012, rispetto a quella del 2011, riduzioni consistenti dei fatturati si registrano per i prodotti per la casa ed elettrodomestici (dal -7,4% del 2011 al -11,6% del 2012) e per l abbigliamento e accessori (da -5,4% a -9,1%). Andamento trimestrale delle vendite al dettaglio dei prodotti non alimentari in provincia di Pisa Var. % tendenziali Abbigliamento e accessori Prodotti per la casa ed elettrodomestici Altri non alimentari Totale non Alimentare ,1-2,2-1,0-2, ,1-5,4-7,2-5, ,4-7,7-9,1-7, ,0-5,7-9,9-5, ,3-7,2-9,7-7, ,0-6,7-8,6-6, ,6-7,1-8,2-7,1 Sul versante degli investimenti, il 2012 continua a segnalare lo stato di difficoltà in cui si dibattono le imprese commerciali: solo il 24% delle unità pisane ha effettuato investimenti nel corso del 2012 e solo il 9% del totale ne dichiara un aumento: una flessione rispetto a quanto segnato nel 2011 quando l 11% delle imprese prevedeva di aumentare i propri investimenti. Si tratta di investimenti, quelli messi in campo dalle imprese pisane, che riguardano l apertura o il rinnovo della sede (nel 39% dei casi) ma anche l acquisto di software e computer (nel 27%) e, con la stessa percentuale, lo sviluppo della distribuzione e l introduzione nuovi impianti e/o macchinari innovativi (nel 35% dei casi). Pesa, sulla mancata realizzazione degli investimenti, non solo la contrazione dei fatturati e le scarse prospettive future ma anche il perdurare di problemi sul versante dell accesso al credito. Investimenti 2 Si tratta di un settore piuttosto eterogeneo che comprende i prodotti farmaceutici, di profumeria, libri, giornali, cartoleria e articoli di seconda mano. 5

6 Le attese imprenditoriali 3 in merito all evoluzione delle vendite e degli ordinativi rivolti ai propri fornitori relative al primo trimestre del 2013, dopo un lungo periodo declinante e pur rimanendo pessimistiche, segnalano una stabilizzazione. Il saldo tra coloro che, relativamente al primo trimestre 2013, si attendono un aumento e coloro che prevedono una diminuzione delle vendite, risulta negativo per 16 punti percentuali (era -15 punti nel trimestre precedente) con il 16% delle imprese che indica un miglioramento ed un 33% che, purtroppo, segnala un peggioramento. Il saldo aumenti-diminuzioni relativo agli ordinativi rivolti ai fornitori, pur su livelli inferiori rispetto a quelli delle vendite, segnala maggiore stabilità rimanendo a quota -23 punti percentuali. Aspettative per il I trimestre La domanda sulle aspettative posta agli intervistati è di carattere strettamente congiunturale, essendo richiesta una previsione sull andamento delle vendite (o degli ordinativi fatti ai propri fornitori) nel trimestre successivo rispetto a quello di riferimento dell indagine. I dati sulle aspettative qui presentati sono stati depurati (tramite una media mobile a quattro termini), in modo da rendere possibile confronti in serie storica anche fra trimestri che corrispondono a periodi diversi dell anno. 6

7 Altro segno inequivocabile di come la crisi stia imperversando tra le imprese del commercio pisane viene dalla dinamica delle unità locali che, per la prima volta, segna una contrazione. A fine 2012, infatti, le unità locali pisane attive nel settore del commercio al dettaglio scendono a quota pari ad una contrazione di 110 aziende rispetto al 2011 ed un tasso del -1,3%. A far segnare la caduta più consistente spicca il commercio al dettaglio ambulante che dopo aver sostenuto a lungo il settore, contribuisce con 43 unità in meno (-1,9%) alla sua contrazione. Se si eccettua il commercio al di fuori dei negozi, banchi e mercati (per corrispondenza, via internet, vendita porta a porta, distributori automatici, ecc.) che fa segnare una crescita di 16 unità (+6,5%) ed in parte i minimercati (+1 azienda, +0,2%) tutti gli altri settori registrano una contrazione. Tra questi, spiccano il commercio al dettaglio alimentare (- 26 unità, -2,6%) ed il commercio di prodotti per la casa ed elettrodomestici (-28 unità, -3,2%). Dinamica delle unità locali commerciali Fonte: elaborazioni su dati Infocamere-Stockview 7

8 L andamento delle unità locali considerando i SEL 4 in cui è divisa la provincia, segnala una sostanziale tenuta dell Area Pisana (-6 unità, -0,2%) e nel Valdarno Inferiore (-10 unità, -0,8%) mentre in Val di Cecina (-22 unità, -3,2%,) ed in Val d Era (-72 aziende, -2,8%) si registra un ridimensionamento consistente. Da segnalare il risultato di Pontedera (-48 unità, -4,7%) che influisce fortemente sul risultato della Val d Era. NOTA METODOLOGICA L'indagine congiunturale sulle imprese del commercio al dettaglio si rivolge trimestralmente ad un campione di circa aziende toscane con dipendenti di cui 114 localizzate in provincia di Pisa. Anche questa indagine Unioncamere si basa sul principio che nelle rilevazioni campionarie condotte a cadenza periodica è opportuno non rinnovare completamente il campione ogni volta, ma mantenere nel campione per due o più interviste una predeterminata quota delle unità (panel), utilizzando la tecnica dei campioni ruotati. Per questo motivo, tenendo conto anche della necessità di ridurre il fastidio statistico per i rispondenti e il tasso di caduta delle interviste, si è scelto di ricorrere una domanda diretta in cui al termine di ogni contatto positivo si chiede la disponibilità dell intervistato a essere contattato anche per il successivo trimestre. Mediamente la quota panel si aggira intorno al 45%. A partire dal primo trimestre 2010 la rilevazione è stata sottoposta ad una profonda revisione per tener conto della nuova classificazione delle attività economiche introdotta con ATECO2007, versione italiana della Nace Rev. 2. Inoltre, a partire dal primo trimestre 2012, le ponderazioni infra-dominio e inter-dominio sono state effettuate sulla base del numero di addetti di ciascuna impresa/cluster d appartenenza (sempre desunto dal Registro Imprese opportunamente integrato) abbandonando le procedure di ponderazione utilizzate fino al 4 trimestre 2011, che facevano riferimento alle variabili di bilancio. Il raffronto con i risultati degli anni precedenti deve essere quindi effettuato con cautela. Le interviste relative al quarto trimestre 2012 sono state realizzate nel mese di gennaio GLOSSARIO Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In formula: Dove X rappresenta il valore della variabile (ad esempio le vendite) e t il periodo temporale di riferimento. 4 I SEL (Sistemi Economici Locali) sono raggruppamenti di comuni individuati con deliberazione del Consiglio Regionale n. 219 del Luglio 1999 sulla base di uno studio effettuato nel 1994 da Istat ed Irpet partendo dai Sistemi Locali del Lavoro. La provincia di Pisa è stata suddivisa in quattro SEL: Val d'era (Pontedera, Ponsacco, Crespina, Lari, Palaia, Capannoli, Peccioli, Calcinaia, Bientina, Lajatico, Terricciola, Casciana Terme, Chianni, Vicopisano), Valdarno Inferiore (San Miniato, Santa Croce, Montopoli, Castelfranco di Sotto e Santa Maria a Monte), Val di Cecina (Casale Marittimo, Castellina Marittima, Castelnuovo Val di Cecina, Guardistallo, Montecatini Val di Cecina, Montescudaio, Monteverdi Marittimo, Orciano Pisano, Pomarance, Riparbella, Santa Luce, Volterra) e Area Pisana (Buti, Calci, Cascina, Fauglia, Lorenzana, Pisa, San Giuliano Terme, Vecchiano). 8

9 CLASSIFICAZIONE DELLE DIVISIONI E DEI GRUPPI DI ATTIVITA' ECONOMICA (ATECO 2007) NEI SETTORI DI INDAGINE SETTORI DI INDAGINE ATECO 2007 Commercio al dettaglio di prodotti alimentari Commercio al dettaglio di prodotti non alimentari Discount di alimentari Minimercati ed altri esercizi non di alimentari vari Commercio al dettaglio di prodotti surgelati 47.2 Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi Abbigliamento ed accessori Commercio al dettaglio di prodotti tessili in esercizi Commercio al dettaglio di articoli per l'abbigliamento in esercizi Commercio al dettaglio di calzature e articoli in pelle in esercizi Prodotti per la casa ed elettrodomestici Commercio al dettaglio in esercizi non di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici Commercio al dettaglio di apparecchi audio e video in esercizi Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiali da costruzione in esercizi Commercio al dettaglio di tappeti Commercio al dettaglio di elettrodomestici in esercizi Commercio al dettaglio di mobili, di articoli per l'illuminazione e altri articoli per la casa in esercizi Commercio al dettaglio di registrazioni musicali e video in esercizi Altri prodotti non alimentari Empori ed altri negozi non di vari prodotti non alimentari Commercio al dettaglio di computer, unità periferiche, software e attrezzature per ufficio in esercizi Commercio al dettaglio di apparecchiature per le telecomunicazioni e la telefonia in esercizi Commercio al dettaglio di utensili per la casa, di cristallerie e vasellame Commercio al dettaglio di libri nuovi in esercizi Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici Commercio al dettaglio di articoli sportivi in esercizi Commercio al dettaglio di giochi e giocattoli, compresi quelli elettronici Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi Commercio al dettaglio di fiori, piante, semi, fertilizzanti, animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi Commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioielleria e argenteria Commercio al dettaglio di altri prodotti (esclusi quelli di seconda mano) in esercizi Commercio al dettaglio di articoli di seconda mano in negozi 47.8 Commercio al dettaglio ambulante 47.9 Commercio al dettaglio al di fuori dei negozi, banchi e mercati Ipermercati, supermercati e grandi magazzini Ipermercati Supermercati Grandi magazzini 9

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