4. Reti correttrici e regolatori industriali. 4.1 Regolatori industriali Regolatore ad azione proporzionale P

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "4. Reti correttrici e regolatori industriali. 4.1 Regolatori industriali. 4.1.1 Regolatore ad azione proporzionale P"

Transcript

1 4. Reti correttrici e regolatori industriali Un sistema di controllo ad anello chiuso deve soddisfare le secifiche assegnate nel dominio della frequenza e quelle assegnate nel dominio del temo. Queste ultime si suddividono in secifiche del comortamento a regime (errore a regime, sensibilità ai disturbi additivi e arametrici) e in secifiche del comortamento in regime transitorio (temo di salita, sovraelongazione, temo di assestamento, velocità della risosta). Le secifiche definite nel dominio della frequenza sono la banda assante, la stabilità, il margine dì fase e il margine di guadagno. In articolare se il sistema non è stabile o se il suo margine di fase e il suo margine di guadagno, non corrisondono a quelli richiesti, è necessario intervenire sul sistema e modificarlo in modo che risonda ai requisiti richiesti senza alterare, nei limiti del ossibile, le altre caratteristiche quali la velocità della risosta e la recisione. La stabilizzazione, ad esemio, - di un sistema instabile mediante la riduzione del guadagno di anello è consigliabile solo in casi articolarmente semlici erché tale tecnica rovoca l'aumento dell'errore a regime. Nei casi iù comlessi, quando il rogettista deve soddisfare le secifiche assegnate, è necessario modificare la configurazione del sistema introducendo, in unti oortuni della catena, reti elettriche di tio assivo o di tio attivo, dette reti di comensazione, intendendo con tale termine la ossibilità di modificare la funzione di trasferimento dovuta agli elementi fisici che costituiscono il sistema. In questa unità didattica sono esaminate le tecniche di comensazione realizzate utilizzando i regolatori industriali (P, PI, PD e PID) e le reti correttrici (anticiatrice, ritardatrice e.a sella). 4. Regolatori industriali 4.. Regolatore ad azione roorzionale P Nella sua forma iù semlice un regolatore comrende un generatore che fornisce il segnale di riferimento, il nodo sommatore, un amlificatore del segnale e una rete di comensazione. Tramite aosite manoole di regolazione tarate in fabbrica, l'oeratore addetto all'imianto uò variare i valori di alcuni arametri del regolatore, ad esemio quelli relativi all'amlificatore e alla rete di comensazione, in relazione alle secifiche statiche e dinamiche richieste. I regolatori industriali si differenziano in base alla relazione matematica che lega il segnale d'uscita della rete di comensazione a quello d'ingresso. In un regolatore ad azione roorzionale il legame tra il segnale resente alla sua uscita m( ed il segnale differenza e( alicato al suo ingresso è esresso da una relazione del tio: m( = K e ( figura ag. di

2 dove: R K = + R Si consideri il sistema del secondo ordine a retroazione unitaria raresentato in figura figura Se il sistema è sollecitato da un segnale a gradino avente la trasformata R(s)=R/s, l'errore a regime diminuisce all'aumentare del guadagno roorzionale K : R ε = + K Un regolatore ad azione roorzionale e in grado di diminuire l'errore a regime, ma non uò eliminarlo comletamente erché un amlificatore con un guadagno K elevato comorta la sua saturazione. Un aumento troo grande del guadagno K, necessario er avere un errore a regime di modesta entità, determina una diminuzione del fattore di smorzamento, un aumento della ulsazione naturale e eggiora il grado di stabilità del sistema, sono infatti valide le seguenti formule (ulsazione naturale del sistema): + K K ω n = τ τ e lo smorzamento la diminuzione dello smorzamento fa aumentare la sovraelongazione (overshoo. Le caratteristiche di un regolatore roorzionale sono: genera un errore a regime, detto errore residuo o di offset, che uò essere minimizzato assegnando a K valori elevati; aumenta la velocità della risosta del sistema (aumenta ω n ); diminuisce il margine di fase e, di conseguenza, il grado di stabilità quando K è elevato; aumenta l'amiezza delle oscillazioni della risosta quando K è elevato; uò essere utilizzato nei sistemi nei quali sono consentiti scostamenti tra il valore effettivo della grandezza controllata e quello desiderato (ad esemio negli imianti di riscaldamento degli edifici). 4.. Regolatore PI ζ = II regolatore ideale ad azione roorzionale ed integrale è costituito da un blocco roorzionale e da uno integrale connessi in arallelo (figura 3). Il segnale d'uscita m( del regolatore è: τ + τ τ τ K ω n ag. di

3 figura 3 m(=m (+m ( m( = K I e( dt + t 0 K e( dove K è il guadagno roorzionale e K I il coefficiente dell'azione integrale misurato in [s - ]. Dalla trasformata di Lalace di ambo i membri si ricava la funzione di trasferimento del regolatore: M ( s) K K s + K I I GPI ( s) = = K + = E( s) s s la quale resenta un olo nell'origine ( = 0) e uno zero (che deve avere un valore iccolo). Nei sistemi di tio 0, la resenza del olo nullo, fa si che l'errore a regime er sollecitazioni a gradino sia nulla, tuttavia l'azione di K tende a eggiorare, come detto in recedenza, la stabilità del sistema se le costanti K e K I non sono scelte in modo oortuno. Il regolatore PI è utile sorattutto nei sistemi in cui le variazioni del carico avvengano lentamente. Le caratteristiche del regolatore ad azione PI sono: comensa l'azione destabilizzante del olo nullo con lo zero; determina un incremento unitario del tio e dell'ordine del sistema a causa del olo nullo che, quindi, agisce sull'entità dell'errore a regime; aumenta la recisione a regime senza eggiorare il grado di stabilità del sistema se le costanti sono scelte in modo oortuno; valori bassi di K e K I generano una risosta caratterizzata da una amiezza della sovraelongazione molto limitata e, al limite, anche una risosta aeriodica; aumenta la velocità di risosta (larghezza di banda iù amia); è utilizzato quando è richiesto un errore a regime di modesta entità e una buona velocità di risosta alle variazioni della sollecitazione; è inserito soratutto nei sistemi in cui le variazioni del carico avvengono lentamente. Infatti cambiamenti imrovvisi di carico ossono ortare il sistema verso l'instabilità quando il coefficiente K I. dell'azione integrale non è scelto in modo oortuno. La struttura di un regolatore PI è mostrata in figura 4. ag. 3 di

4 figura 4 Per rogettare un regolatore PI (ossia stabilire i valori di K e di K I ) si rocede nella seguente maniera:. Lo zero del regolatore deve coincidere con il rimo olo della funzione G(s)H(s);. il margine di fase deve essere almeno di Regolatore PD Un semlice regolatore ad azione roorzionale e derivativa è costituito da un derivatore limitato e da un amlificatore connessi in arallelo (figura 5). figura 5 Il segnale d'uscita del regolatore PD è uguale a: m(=m (+m ( de( m( = K D + K e( dt dove K è il coefficiente dell'azione roorzionale e K D è il coefficiente dell'azione derivativa e si misura in secondi [s]. si ricava: M ( s) GPD( s) = = K + K D s E( s) Le caratteristiche del regolatore ad azione PD sono: non annulla l'errore a regime nei sistemi sollecitati da un determinato segnale. Come esemio si ortano i sistemi di tio 0 sollecitati da un segnale a gradino e quelli di tio sollecitati da un segnale a rama; i valori ottimali di K e di K D che non regiudicano le caratteristiche della risosta ag. 4 di

5 devono essere tali da avere un coefficiente di smorzamento comreso tra 0,4 < ξ < 0,8 ; è utilizzato nei sistemi in cui si hanno imrovvise variazioni del carico (ad esemio in alcuni sistemi di controllo er servomotori nei quali si hanno iccole ma imrovvise variazioni di velocità) e nei sistemi che non resentano roblemi di stabilità e di restazioni statiche ma che, invece, richiedono una buona velocità di risosta (larghezza di banda amia). Per rogettare un regolatore PD (ossia stabilire i valori di K e di K D ) si rocede nella seguente maniera:. si fa coincidere lo zero del regolatore (K D /K ) con il secondo olo della funzione G(s)H(s);. si fissa un margine di fase di almeno 45. Il regolatore PD ideale esalta i segnali di rumore a frequenza elevata sovraosti al segnale differenza ed inoltre è un sistema imrorio erché è G PD (jω) quando la ulsazione tende all'infinito. Nella ratica si usa un regolatore PD reale raresentato nella figura 6. figura Regolatore PID Il regolatore PID, costituito dai blocchi roorzionale, integrale e derivativo connessi in arallelo, uò essere utilizzato in tutte le alicazioni erché riunisce le caratteristiche dei singoli regolatori studiati recedentemente. figura 7 Il segnale d'uscita m ( e la funzione di trasferimento G PID (s) del regolatore, sono risettivamente uguali a: ag. 5 di

6 de M( t( ) s) mg( = ( Ks ) = D + = KK e + ( K+ dt E( s) t PID DK s + I 0 K I e( dt s La resenza del olo nell'origine aumenta la recisione a regime del sistema, ma eggiora il suo grado di stabilità anche se è comensato dalla resenza dei due zeri. Il regolatore PID ideale è un sistema "imrorio" erché G PID (jω) quando la ulsazione tende all'infinito e quando è uguale a 0. Per limitare il guadagno, in alta e in bassa frequenza, si utilizza il regolatore PID reale raresentato in figura 8. Le caratteristiche rinciali sono: buona stabilità; velocità nella risosta; recisione. figura Progetto dei regolatori PID Molto sesso il rogettista di un sistema di controllo deve eseguire rietutamente calcoli iù o meno comlessi er determinare i valori dei coefficienti K P, K I e K D che soddisfino le secifiche della risosta in frequenza (margine di fase e di guadagno, banda assante, ecc.) e quelle della risosta temorale (errore a regime, temo di assestamento, temo di ritardo, ecc.). Un metodo di rogettazione dei regolatori industriali abbastanza diffuso è quello di Ziegler-Nichols. Tale metodo consente di ricavare i valori ottimali dei arametri K P, K I e K D agendo su aosite manoole del regolatore tarate in fabbrica. Le fasi della regolazione ottimale sono: si one K P, K I e K D = 0 e si chiude l'anello di regolazione; si esclude l'azione derivativa e quella integrale, e si aumenta gradualmente il valore del arametro K P fino a ortare il sistema al limite della stabilità; si misura il valore di K P in corrisondenza del quale la risosta del sistema al gradino unitario è un'oscillazione di amiezza costante (K P = K PMAX ) si misurano i valori della ulsazione e del eriodo dell'oscillazione ersistente; si regolano, doo aver comiuto le oerazioni sora descritte, le altre manoole in modo che i arametri K P, K I e K D assumano i valori riortati nella tabella ag. 6 di

7 Tabella Per determinare K PMAX e T c si ricorre ai diagrammi di Bode del modulo e della fase. sul grafico della fase si trova, in corrisondenza del valore di -80, il margine di guadagno (m g in db) e la ulsazione critica (ω c in rad/s). A questo unto, saendo che: e che m g = 0log( K MAX ) ω = π / c T c si ossono ricavare, utilizzando le formule inverse, i valori di K PMAX e T c necessari er la tabella. La condizione necessaria er l'utilizzo del metodo di Ziegler-Nichols è che il sistema ad anello aerto sia stabile. Il metodo è alicabile solo er i sistemi con margine di guadagno finito: ci sono infatti sistemi che non generano oscillazioni, anche con guadagni roorzionali elevati. Altre volte uò essere ericoloso, o comunque sconsigliabile, ortare il sistema al limite di stabilità. Un regolatore PID rogettato secondo questo metodo fornisce, in anello chiuso, un margine di fase inferiore a 40. ag. 7 di

8 4. Reti correttrici Per rendere stabili i sistemi instabili o aumentare i margini di amiezza e di fase di quelli stabili o er migliorare la loro stabilità si inseriscono delle reti di comensazione o correttrici. Figura 9 Le reti correttrici sono costituite essenzialmente da filtri, aventi funzioni di trasferimento tali da migliorare comlessivamente la risosta dinamica del sistema. Le reti sono generalmente collocate doo il nodo sommatore e sono collegate in serie con gli altri blocchi del ramo diretto. La scelta della rete che meglio risonde alle secifiche di rogetto va fatta solo doo aver eseguito l'analisi della risosta in frequenza della funzione di trasferimento ad anello aerto del sistema. Di seguito sono resi in esame solo gli asetti essenziali delle reti correttrici assive. Le reti correttrici ossono essere:. attenuatrice;. a olo dominante; 3. ritardatrici; 4. anticiatrici; 5. a sella; 4.. Rete attenuatrice Il iù semlice degli interventi er modificare la risosta in frequenza di un sistema consiste nell'introdurre una rete attenuatrice (con K RC <), la cui finzione è quella di sostare verso il basso il diagramma di Bode della G(s)H(s). Il circuito non interviene in alcun modo sulla fase. La stabilità viene aumentata ma a scaito di una ulsazione di taglio inferiore che determina una maggiore velocità di risosta. Inoltre, l'introduzione di un K RC <, modifica il guadagno statico del sistema e quindi un maggiore errore a regime. La semlicità della rete diventa solo un minimo vantaggio risetto al eggioramento del sistema in generale rete attenuatrice Fisicamente la rete attenuatrice si resenta come un artitore di tensione che avrà quindi una funzione di trasferimento costante ari a: R GRC ( jω ) = K RC = R + R ag. 8 di

9 4.. Rete a olo dominante La rete comrende un solo olo a frequenza molto iù bassa, risetto a quella dei oli resenti nella G (S) H (s). La sua f.d.t. uò essere scritta: G RC ( jω ) = j ω + La scelta del olo deve essere effettuata in modo che l'attraversamento dell'asse delle ascisse del diagramma di Bode del modulo di G RC (S) G (S) H (S) avvenga er la ulsazione corrisondente al rimo olo della G (s) H (S); in questo modo la endenza è sicuramente di 0 db/dec e dunque il sistema è stabile. La scelta del valore del olo deve essere inferiore a tutti i oli del sistema. La rete è sostanzialmente un filtro assa-basso RC e la diminuzione della frequenza di taglio comorta l'aumento della velocità di risosta. Questo svantaggio è sesso "voluto" in articolare nei sistemi che resentano velocità di risosta molto basse come, ad esemio, i sistemi di riscaldamento. In questi casi l'utilizzo del filtro assa basso è una soluzione efficace Rete ritardatrice Questa rete resenta un olo e uno zero z con <z: G RC ( jω ) = + + jω z j ω Il diagramma di Bode del modulo è riortato in figura 0 figura 0 La scelta dei valori del olo e dello zero deve essere effettuata secondo il criterio di seguito illustrato (metodo della cancellazione olo-zero): Lo zero z della G RC (S) deve essere ari, al massimo, al valore del rimo olo della G(s)H(s) mentre il olo deve avere un valore tale che G(s)G(s)H(s)=0 db alla ulsazione del secondo olo di G(s)H(s). Sarà sufficiente che il olo sia uguale ad almeno 0, z. La rete non introduce attenuazione quando ω< (basse frequenze), mentre introduce una ag. 9 di

10 attenuazione ar ω>z (alte frequenze) di: R R + R Riassumendo si uò affermare che una rete ritardatrice: migliora le caratteristiche a bassa frequenza senza cambiare il guadagno statico; migliora il grado di stabilità; aumenta il temo di risosta del sistema comensato erché rovoca la diminuzione della ulsazione di taglio; riduce la banda assante Rete anticiatrice Questa rete resenta semre un olo e uno zero z ma con > z: jω + G z RC ( jω ) = j ω + Il diagramma di Bode del modulo è riortato in figura figura Per la determinazione di e z si rocede nel seguente modo: lo zero z della G RC (s) è ari al secondo olo di G(s)H(s) e er il olo deve essere G RC (s)g(s)h(s) =0 db. In questo modo l'intersezione della curva con l'asse orizzontale avviene con endenza ari a 0 db/dec e quindi il sistema è stabile. Risetto alla rete ritardatrice er ω<z (basse frequenze), introduce una attenuazione di: R R + R La rete: migliora le caratteristiche del sistema in alta frequenza; aumenta la raidità di risosta erché rovoca l'aumento della frequenza di taglio; migliora il margine di stabilità (il diagramma della fase della rete è ositivo, anche se non sueriore a 90 ); introduce un'attenuazione; riduce il guadagno statico (si uò comromettere l'errore a regime); 4..4 Rete a sella La rete a sella somma gli effetti della rete ritardatrice e della rete anticiatrice. Il suo schema elettrico è quello indicato in figura. ag. 0 di

11 La funzione di trasferimento della rete è la seguente: + jω τ + G RC ( jω ) = + jω T + ( )( jω τ ) ( )( jω T ) dove: τ = RC τ = RC T = aτ τ T = a a è una costante a scelta maggiore di (generalmente intorno a 0). Per dimensionare la rete correttrice si scelgono τ e τ uguali ai oli iù iccoli della funzione G(jω)H(jω). Con questo sistema i oli vengono "cancellati" dagli zeri della rete correttrice e sostituiti con altri oli T e T. La rete correttrice resenta il vantaggio di migliorare il margine di fase ed il margine di guadagno senza variare il guadagno statico (e quindi l'errore a regime), tuttavia, la velocità di risosta del sistema aumenta er la resenza del olo T. 4.3 Sintesi dei sistemi di controllo Nel dimensionamento di un sistema di controllo (servosistema) le secifiche di rogetto sono generalmente l'errore a regime massimo, le condizioni relative alla stabilità (margine di fase) e il valore della velocità di risosta. Meno frequentemente, ma non meno imortanti sono le seguenti secifiche: l'overshoot; temi di ritardo, di assestamento e di salita; larghezza di banda tutte già trattate nelle recedenti unità. Per la determinazione dei arametri si agisce nel modo seguente:. si definisce la funzione di trasferimento di ciascuno dei blocchi resenti nel sistema;. si determina il valore del guadagno statico che consente di realizzare l'errore a regime desiderato; 3. dall'analisi della f.d.t. G(jω)H(jω) si determina il valore del margine di fase, di guadagno e la ulsazione critica ω c ; 4. in genere questi valori non sono tali da soddisfare le condizioni di secifica di ag. di

12 rogetto e occorre quindi intervenire aggiungendo una rete correttrice che modifichi la osizione dei oli della G(jω)H(jω). ag. di

Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche:

Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche: 3. Specifiche dei Sistemi Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche: nel dominio del tempo (tempo di salita, tempo di assestamento, sovraelongazione, ecc.); nel dominio della

Dettagli

Cristian Secchi Pag. 1

Cristian Secchi Pag. 1 Controlli Digitali Laurea Magistrale in Ingegneria Meccatronica CONTROLLORI PID Tel. 0522 522235 e-mail: secchi.cristian@unimore.it Introduzione regolatore Proorzionale, Integrale, Derivativo PID regolatori

Dettagli

Una definizione di stabilità più completa di quella precedentemente introdotta fa riferimento ad una sollecitazione impulsiva.

Una definizione di stabilità più completa di quella precedentemente introdotta fa riferimento ad una sollecitazione impulsiva. 2. Stabilità Uno dei requisiti più importanti richiesti ad un sistema di controllo è la stabilità, ossia la capacita del. sistema di raggiungere un stato di equilibrio dopo la fase di regolazione. Per

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Progetto di controllo e reti correttrici Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 053 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it pag. 1

Dettagli

REGOLATORI STANDARD PID

REGOLATORI STANDARD PID SISTEMI DI CONTROLLO Ingegneria Meccanica e Ingegneria del Veicolo http://www.dii.unimore.it/~lbiagiotti/sistemicontrollo.html Regolatore Proporzionale, Integrale, Derivativo - PID Tre azioni di combinate

Dettagli

REGOLATORI STANDARD PID

REGOLATORI STANDARD PID CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria della Gestione Industriale REGOLATORI STANDARD PID Ing. Luigi Biagiotti Tel. 5 29334 / 5 29368 e-mail: lbiagiotti@deis.unibo.it http://www-lar.deis.unibo.it/~lbiagiotti

Dettagli

Nome: Nr. Mat. Firma:

Nome: Nr. Mat. Firma: Controlli Automatici - A.A. 1/11 Ingegneria Gestionale 13 Settembre 11 - Esercizi Nome: Nr. Mat. Firma: Rispondere alle seguenti domande. a) Calcolare la trasformata di Laplace X(s) dei seguenti segnali

Dettagli

CBM a.s. 2012/2013 PROBLEMA DELL UTILE DEL CONSUMATORE CON IL VINCOLO DEL BILANCIO

CBM a.s. 2012/2013 PROBLEMA DELL UTILE DEL CONSUMATORE CON IL VINCOLO DEL BILANCIO CM a.s. /3 PROLEMA DELL TILE DEL CONSMATORE CON IL VINCOLO DEL ILANCIO Il consumatore è colui che acquista beni er destinarli al rorio consumo. Linsieme dei beni che il consumatore acquista rende il nome

Dettagli

REGOLATORI STANDARD PID

REGOLATORI STANDARD PID CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria Gestionale http://www.automazione.ingre.unimore.it/pages/corsi/controlliautomaticigestionale.htm REGOLATORI STANDARD PID Ing. Federica Grossi Tel. 059 2056333 e-mail: federica.grossi@unimore.it

Dettagli

SINTESI DEI SISTEMI DI CONTROLLO A TEMPO CONTINUO

SINTESI DEI SISTEMI DI CONTROLLO A TEMPO CONTINUO SINTESI DEI SISTEMI DI CONTROLLO A TEMPO CONTINUO Requisiti e specifiche Approcci alla sintesi Esempi di progetto Principali reti stabilizzatrici Illustrazioni dal Testo di Riferimento per gentile concessione

Dettagli

Orlando Allocca Regolatori standard

Orlando Allocca Regolatori standard A09 159 Orlando Allocca Regolatori standard Copyright MMXII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978-88-548-4882-7

Dettagli

OUT. Domande per Terza prova di Sistemi. Disegnare la struttura generale di un sistema di controllo. retroazionato. (schema a blocchi)

OUT. Domande per Terza prova di Sistemi. Disegnare la struttura generale di un sistema di controllo. retroazionato. (schema a blocchi) Domande per Terza prova di Sistemi Disegnare la struttura generale di un sistema di controllo retroazionato. (schema a blocchi) IN Amp. di Potenza Organo di Regolazione OUT ( ) Regolatore Attuatore Sistema

Dettagli

Dalle misure eseguite con un segnale sinusoidale su di un impianto si è verificato che esso:

Dalle misure eseguite con un segnale sinusoidale su di un impianto si è verificato che esso: Tema di: SISTEMI ELETTRONICI AUTOMATICI Testo valevole per i corsi di ordinamento e per i corsi di progetto "SIRIO" - Indirizzo Elettronica e Telecomunicazioni Il candidato scelga e sviluppi una tra le

Dettagli

Esercizi proposti di Fondamenti di Automatica - Parte 4

Esercizi proposti di Fondamenti di Automatica - Parte 4 Esercizi proposti di Fondamenti di Automatica - Parte 4 2 Aprile 26 Sia dato il sistema di controllo a controreazione di Fig. 1, in cui il processo ha funzione di trasferimento P (s) = 1 (1 +.1s)(1 +.1s).

Dettagli

ELETTRONICA. L amplificatore Operazionale

ELETTRONICA. L amplificatore Operazionale ELETTRONICA L amplificatore Operazionale Amplificatore operazionale Un amplificatore operazionale è un amplificatore differenziale, accoppiato in continua e ad elevato guadagno (teoricamente infinito).

Dettagli

I sistemi di controllo possono essere distinti in due categorie: sistemi ad anello aperto e sistemi ad anello chiuso:

I sistemi di controllo possono essere distinti in due categorie: sistemi ad anello aperto e sistemi ad anello chiuso: 3.1 GENERALITÀ Per sistema di controllo si intende un qualsiasi sistema in grado di fare assumere alla grandezza duscita un prefissato andamento in funzione della grandezza di ingresso, anche in presenza

Dettagli

SPECIFICHE DI PROGETTO DI SISTEMI DI CONTROLLO

SPECIFICHE DI PROGETTO DI SISTEMI DI CONTROLLO INGEGNERIA E TECNOLOGIE DEI SISTEMI DI CONTROLLO Laurea Specialistica in Ingegneria Meccatronica SPECIFICHE DI PROGETTO DI SISTEMI DI CONTROLLO Ing. Cristian Secchi Tel. 0522 522235 e-mail: secchi.cristian@unimore.it

Dettagli

Rappresentazione grafica di un sistema retroazionato

Rappresentazione grafica di un sistema retroazionato appresentazione grafica di un sistema retroazionato La f.d.t. di un.o. ha generalmente alcune decine di poli Il costruttore compensa il dispositivo in maniera da dotarlo di un singolo polo (polo dominante).

Dettagli

ANALISI FREQUENZIALE E PROGETTO NEL DOMINIO DELLE FREQUENZE

ANALISI FREQUENZIALE E PROGETTO NEL DOMINIO DELLE FREQUENZE CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria della Gestione Industriale e della Integrazione di Impresa http://www.automazione.ingre.unimore.it/pages/corsi/controlliautomaticigestionale.htm ANALISI FREQUENZIALE E PROGETTO

Dettagli

CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria della Gestione Industriale CONTROLLO IN RETROAZIONE

CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria della Gestione Industriale CONTROLLO IN RETROAZIONE CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria della Gestione Industriale CONTROLLO IN RETROAZIONE Ing. Luigi Biagiotti Tel. 5 29334 / 5 29368 e-mail: lbiagiotti@deis.unibo.it http://www-lar.deis.unibo.it/~lbiagiotti

Dettagli

Nome: Nr. Mat. Firma:

Nome: Nr. Mat. Firma: Fondamenti di Controlli Automatici - A.A. 7/8 4 Dicembre 7 - Esercizi Compito A Nr. Nome: Nr. Mat. Firma: a) Determinare la trasformata di Laplace X i (s) dei seguenti segnali temporali x i (t): x (t)

Dettagli

L idea alla base del PID èdi avere un architettura standard per il controllo di processo

L idea alla base del PID èdi avere un architettura standard per il controllo di processo CONTROLLORI PID PID L idea alla base del PID èdi avere un architettura standard per il controllo di processo Può essere applicato ai più svariati ambiti, dal controllo di una portata di fluido alla regolazione

Dettagli

Controllo di velocità angolare di un motore in CC

Controllo di velocità angolare di un motore in CC Controllo di velocità angolare di un motore in CC Descrizione generale Il processo è composto da un motore in corrente continua, un sistema di riduzione, una dinamo tachimetrica ed un sistema di visualizzazione.

Dettagli

I NUMERI INDICI. Numeri indici indici (misurano il livello di variabilità, concentrazione, dipendenza o interdipendenza, ecc.)

I NUMERI INDICI. Numeri indici indici (misurano il livello di variabilità, concentrazione, dipendenza o interdipendenza, ecc.) NUMER NDC Numeri indici indici (misurano il livello di variabilità, concentrazione, diendenza o interdiendenza, ecc.) si utilizzano er confrontare grandezze nel temo e nello sazio e sono dati dal raorto

Dettagli

CORSO DI FORMAZIONE DOCENTI NEOIMMESSI IN RUOLO. a.s. 2011/12. Istituto attuatore: IPSEOA Duca di Buonvicino. Napoli

CORSO DI FORMAZIONE DOCENTI NEOIMMESSI IN RUOLO. a.s. 2011/12. Istituto attuatore: IPSEOA Duca di Buonvicino. Napoli CORSO DI FORMAZIONE DOCENTI NEOIMMESSI IN RUOLO a.s. 2011/12 Istituto attuatore: IPSEOA Duca di Buonvicino Naoli COGNOME MONE NOME Mariangela Assunta E-TUTOR : Guidotti Ugo AREA TEMATICA: Elettronica,

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Risposte canoniche e sistemi elementari Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 0532 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it pag. 1

Dettagli

Trigonometria (tratto dal sito Compito in classe di Matematica di Gilberto Mao)

Trigonometria (tratto dal sito Compito in classe di Matematica di Gilberto Mao) Trigonometria (tratto dal sito Comito in classe di Matematica di Gilberto Mao) Teoria in sintesi Radiante: angolo al centro di una circonferenza che sottende un arco di lunghezza rettificata uguale al

Dettagli

CONTROLLO NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA

CONTROLLO NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA SISTEMI DI CONTROLLO Ingegneria Meccanica e Ingegneria del Veicolo http://www.dii.unimore.it/~lbiagiotti/sistemicontrollo.html CONTROLLO NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA Ing. Luigi Biagiotti e-mail: luigi.biagiotti@unimore.it

Dettagli

Legge del gas perfetto e termodinamica

Legge del gas perfetto e termodinamica Scheda riassuntia 5 caitoli 9-0 Legge del gas erfetto e termodinamica Gas erfetto Lo stato gassoso è quello di una sostanza che si troa oltre la sua temeratura critica. La temeratura critica è quella oltre

Dettagli

Controllori PID, metodi di taratura e problemi d implementazione

Controllori PID, metodi di taratura e problemi d implementazione Controllori PID, metodi di taratura e problemi d implementazione Prof. Luigi Glielmo Università del Sannio L. Glielmo 1 / 23 Contenuto della presentazione Controllori PID Metodi di taratura in anello aperto

Dettagli

INTEGRATORE E DERIVATORE REALI

INTEGRATORE E DERIVATORE REALI INTEGRATORE E DERIVATORE REALI -Schemi elettrici: Integratore reale : C1 R2 vi (t) R1 vu (t) Derivatore reale : R2 vi (t) R1 C1 vu (t) Elenco componenti utilizzati : - 1 resistenza da 3,3kΩ - 1 resistenza

Dettagli

Circuiti amplificatori

Circuiti amplificatori Circuiti amplificatori G. Traversi Strumentazione e Misure Elettroniche Corso Integrato di Elettrotecnica e Strumentazione e Misure Elettroniche 1 Amplificatori 2 Amplificatori Se A V è negativo, l amplificatore

Dettagli

L ERRORE A REGIME NELLE CATENE DI REGOLAZIONE E CONTROLLO

L ERRORE A REGIME NELLE CATENE DI REGOLAZIONE E CONTROLLO L ERRORE A REGIME NELLE CATENE DI REGOLAZIONE E CONTROLLO Per errore a regime si intende quello rilevato dopo un intervallo sufficientemente lungo dal verificarsi di variazioni del riferimento o da eventuali

Dettagli

Capitolo. La funzione di trasferimento. 2.1 Funzione di trasferimento di un sistema. 2.2 L-trasformazione dei componenti R - L - C

Capitolo. La funzione di trasferimento. 2.1 Funzione di trasferimento di un sistema. 2.2 L-trasformazione dei componenti R - L - C Capitolo La funzione di trasferimento. Funzione di trasferimento di un sistema.. L-trasformazione dei componenti R - L - C. Determinazione delle f.d.t. di circuiti elettrici..3 Risposta al gradino . Funzione

Dettagli

Funzioni di trasferimento. Lezione 14 2

Funzioni di trasferimento. Lezione 14 2 Lezione 14 1 Funzioni di trasferimento Lezione 14 2 Introduzione Lezione 14 3 Cosa c è nell Unità 4 In questa sezione si affronteranno: Introduzione Uso dei decibel e delle scale logaritmiche Diagrammi

Dettagli

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1) Transitori Analisi nel dominio del tempo Ricordiamo che si definisce transitorio il periodo di tempo che intercorre nel passaggio, di un sistema, da uno stato energetico ad un altro, non è comunque sempre

Dettagli

Diagrammi di Bode. delle

Diagrammi di Bode. delle .. 3.2 delle Diagrammi di Bode La funzione di risposta armonica F(ω) = G(jω) può essere rappresentata graficamente in tre modi diversi: i Diagrammi di Bode, i Diagrammi di Nyquist e i Diagrammi di Nichols.

Dettagli

Sistemi di controllo industriali

Sistemi di controllo industriali Sistemi di controllo industriali Regolatori PID: funzionamento e taratura Modello, funzionamento e realizzazione pratica Metodi di taratura in anello chiuso Metodi di taratura in anello aperto Un esempio

Dettagli

A.S. 2008/2009 CLASSE 5BEA SISTEMI AUTOMATICI SINTESI DEL CORSO

A.S. 2008/2009 CLASSE 5BEA SISTEMI AUTOMATICI SINTESI DEL CORSO A.S. 2008/2009 CLASSE 5BEA SISTEMI AUTOMATICI SINTESI DEL CORSO Sono stati trattati gli elementi base per l'analisi e il dimensionamento dei sistemi di controllo nei processi continui. E' quindi importante:

Dettagli

La trasformata Zeta. Marco Marcon

La trasformata Zeta. Marco Marcon La trasformata Zeta Marco Marcon ENS Trasformata zeta E l estensione nel caso discreto della trasformata di Laplace. Applicata all analisi dei sistemi LTI permette di scrivere in modo diretto la relazione

Dettagli

TUTORIAL PORTAFOGLIO MANAGEMENT. Parte 1 Rischio e Rendimento

TUTORIAL PORTAFOGLIO MANAGEMENT. Parte 1 Rischio e Rendimento TUTORIAL PORTAFOGLIO MANAGEMENT Parte Rischio e Rendimento Quando si tratta di investire del denaro ci si rosettano diverse combinazioni di rischio e rendimento. Maggiore è il rischio cui ci si esone,

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Funzioni di trasferimento: robustezza e prestazioni Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 0532 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it

Dettagli

SISTEMI DI ACQUISIZIONE

SISTEMI DI ACQUISIZIONE SISTEMI DI ACQUISIZIONE Introduzione Lo scopo dei sistemi di acquisizione dati è quello di controllo delle grandezze fisiche sia nella ricerca pura, nelle aziende e, per i piccoli utenti. I vantaggi sono:

Dettagli

Catene di Misura. Corso di Misure Elettriche http://sms.unipv.it/misure/

Catene di Misura. Corso di Misure Elettriche http://sms.unipv.it/misure/ Catene di Misura Corso di Misure Elettriche http://sms.unipv.it/misure/ Piero Malcovati Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell Informazione Università di Pavia piero.malcovati@unipv.it Piero Malcovati

Dettagli

Ripasso di microeconomia ECONOMIA E FINANZA PUBBLICA. Teoria del consumatore. Lezione n. 1. Teoria del consumatore. Le preferenze.

Ripasso di microeconomia ECONOMIA E FINANZA PUBBLICA. Teoria del consumatore. Lezione n. 1. Teoria del consumatore. Le preferenze. Università degli Studi di erugia Corso di Laurea Magistrale in Scienze della olitica e dell'mministrazione Lezione n. Riasso di microeconomia CONOMI FINNZ ULIC nza Caruso Le referenze Come i consumatori

Dettagli

Risposta: 2009 2010 Quantità Prezzo ( ) Quantità Prezzo ( ) Automobili 8.000 15.000 6.500 14.500 Biciclette 80.000 195,52 94.

Risposta: 2009 2010 Quantità Prezzo ( ) Quantità Prezzo ( ) Automobili 8.000 15.000 6.500 14.500 Biciclette 80.000 195,52 94. 1. Domanda Si consideri un sistema economico che roduce solo due beni: automobili e biciclette. È noto che nel 009 sono state rodotte 8.000 automobili che sono state venduto al rezzo di 15.000 e 80.000

Dettagli

STABILITÀ DEI SISTEMI LINEARI

STABILITÀ DEI SISTEMI LINEARI STABILITÀ DEI SISTEMI LINEARI Quando un sistema fisico inizialmente in quiete viene sottoosto ad un ingresso di durata finita o di amiezza limitata, l uscita del sistema dovrebbe stabilizzarsi a un certo

Dettagli

a b c Figura 1 Generatori ideali di tensione

a b c Figura 1 Generatori ideali di tensione Generatori di tensione e di corrente 1. La tensione ideale e generatori di corrente Un generatore ideale è quel dispositivo (bipolo) che fornisce una quantità di energia praticamente infinita (generatore

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

Amplificatori Audio di Potenza

Amplificatori Audio di Potenza Amplificatori Audio di Potenza Un amplificatore, semplificando al massimo, può essere visto come un oggetto in grado di aumentare il livello di un segnale. Ha quindi, generalmente, due porte: un ingresso

Dettagli

Considerazioni sulle specifiche.

Considerazioni sulle specifiche. # SINTESI PER TENTATIVI IN ω PER GLI ASSERVIMENTI # Considerazioni sulle specifiche. Come accennato in precedenza, prima di avviare la prima fase della sintesi di un sistema di asservimento, e cioe la

Dettagli

I Filtri - Tipi di risposte in frequenza

I Filtri - Tipi di risposte in frequenza I Filtri - Tipi di risposte in frequenza Sommario argomenti trattati Appunti di Elettronica - Pasquale Altieri - I Filtri - Tipi di risposte in frequenza... Risposta alla Butterworth... Risposta alla Bessel...

Dettagli

CONVERTITORI DIGITALE/ANALOGICO (DAC)

CONVERTITORI DIGITALE/ANALOGICO (DAC) CONVERTITORI DIGITALE/ANALOGICO (DAC) Un convertitore digitale/analogico (DAC: digital to analog converter) è un circuito che fornisce in uscita una grandezza analogica proporzionale alla parola di n bit

Dettagli

PLL (anello ad aggancio di fase)

PLL (anello ad aggancio di fase) PLL (anello ad aggancio di fase) Il PLL ( Phase Locked Loop, anello ad aggancio di fase) è un circuito integrato a reazione negativa. E un componente molto versatile e può essere usato come: demodulatore

Dettagli

Corso Tecnologie dei Sistemi di Controllo. Tecniche di taratura di un PID

Corso Tecnologie dei Sistemi di Controllo. Tecniche di taratura di un PID Corso Tecniche di taratura di un PID Ing. Valerio Scordamaglia Università Mediterranea di Reggio Calabria, Loc. Feo di Vito, 89060, RC, Italia D.I.M.E.T. : Dipartimento di Informatica, Matematica, Elettronica

Dettagli

TRANSITORI BJT visto dal basso

TRANSITORI BJT visto dal basso TRANSITORI BJT visto dal basso Il transistore BJT viene indicato con il simbolo in alto a sinistra, mentre nella figura a destra abbiamo riportato la vista dal basso e laterale di un dispositivo reale.

Dettagli

L'amplificatore operazionale - principi teorici

L'amplificatore operazionale - principi teorici L'amplificatore operazionale - principi teorici Cos'è? L'amplificatore operazionale è un circuito integrato che produce in uscita una tensione pari alla differenza dei suoi due ingressi moltiplicata per

Dettagli

Fondamenti di Automatica - I Parte Il progetto del controllore

Fondamenti di Automatica - I Parte Il progetto del controllore Fondamenti di Automatica - I Parte Il progetto del controllore Antonio Bicchi, Giordano Greco Università di Pisa 1 INDICE 2 Indice 1 Introduzione 3 2 Approssimazioni della f.d.t. in anello chiuso 5 3 Metodi

Dettagli

1. Distribuzioni campionarie

1. Distribuzioni campionarie Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie

Dettagli

Consideriamo due polinomi

Consideriamo due polinomi Capitolo 3 Il luogo delle radici Consideriamo due polinomi N(z) = (z z 1 )(z z 2 )... (z z m ) D(z) = (z p 1 )(z p 2 )... (z p n ) della variabile complessa z con m < n. Nelle problematiche connesse al

Dettagli

Complementi di Analisi per Informatica *** Capitolo 2. Numeri Complessi. e Circuiti Elettrici. a Corrente Alternata. Sergio Benenti 7 settembre 2013

Complementi di Analisi per Informatica *** Capitolo 2. Numeri Complessi. e Circuiti Elettrici. a Corrente Alternata. Sergio Benenti 7 settembre 2013 Complementi di Analisi per nformatica *** Capitolo 2 Numeri Complessi e Circuiti Elettrici a Corrente Alternata Sergio Benenti 7 settembre 2013? ndice 2 Circuiti elettrici a corrente alternata 1 21 Circuito

Dettagli

Lez. 17/12/13 Funzione di trasferimento in azione e reazione, pulsazione complessa, introduzione alla regolazione

Lez. 17/12/13 Funzione di trasferimento in azione e reazione, pulsazione complessa, introduzione alla regolazione Lez. 7/2/3 unzione di trasferimento in azione e reazione, pulsazione complessa, introduzione alla regolazione consideriamo il risultato del filtro passa alto che si può rappresentare schematicamente nel

Dettagli

Elettronica I - Laboratorio Didattico - BREVE INTRODUZIONE AGLI STRUMENTI DEL BANCO DI MISURA

Elettronica I - Laboratorio Didattico - BREVE INTRODUZIONE AGLI STRUMENTI DEL BANCO DI MISURA Elettronica I - Laboratorio Didattico - BREVE INTRODUZIONE AGLI STRUMENTI DEL BANCO DI MISURA Generatore di Funzioni T T i - TG2000 Generatore di Funzioni T T i - TG2000 Genera i segnali di tensione Uscita

Dettagli

Sistema dinamico a tempo continuo

Sistema dinamico a tempo continuo Sistema dinamico a tempo continuo Un sistema è un modello matematico di un fenomeno fisico: esso comprende le cause e gli effetti relativi al fenomeno, nonché la relazione matematica che li lega. X INGRESSO

Dettagli

ISTITUTO D ISTRUZIONE SUPERIORE "L. EINAUDI" ALBA

ISTITUTO D ISTRUZIONE SUPERIORE L. EINAUDI ALBA ISTITUTO D ISTRUZIONE SUPERIORE "L. EINAUDI" ALBA CLASSE 5H Docenti: Raviola Giovanni Moreni Riccardo Disciplina: Sistemi elettronici automaticih PROGETTAZIONE DIDATTICA ANNUALE COMPETENZE FINALI Al termine

Dettagli

2.5 Stabilità dei sistemi dinamici 20. - funzioni di trasferimento, nella variabile di Laplace s, razionali fratte del tipo:

2.5 Stabilità dei sistemi dinamici 20. - funzioni di trasferimento, nella variabile di Laplace s, razionali fratte del tipo: .5 Stabilità dei sistemi dinamici 9 Risulta: 3 ( s(s + 4).5 Stabilità dei sistemi dinamici Si è visto come un sistema fisico può essere descritto tramite equazioni differenziali o attraverso una funzione

Dettagli

MATERIA : SISTEMI ELETTRICI AUTOMATICI INS. TEORICO: PROF. CIVITAREALE ALBERTO

MATERIA : SISTEMI ELETTRICI AUTOMATICI INS. TEORICO: PROF. CIVITAREALE ALBERTO PIANO DI LAVORO CLASSE 5 ES A.S. 2014-2015 MATERIA : SISTEMI ELETTRICI AUTOMATICI INS. TEORICO: PROF. CIVITAREALE ALBERTO INS. TECNICO-PRATICO: PROF. BARONI MAURIZIO MODULO 1: ALGEBRA DEGLI SCHEMI A BLOCCHI

Dettagli

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.

Dettagli

CALCOLO ELETTRICO DELLE LINEE ELETTRICHE

CALCOLO ELETTRICO DELLE LINEE ELETTRICHE CALCOLO ELETTRICO DELLE LINEE ELETTRICHE Appunti a cura dell Ing. Stefano Usai Tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici e chimici A. A. 2001/ 2002 e 2002/2003 Calcolo elettrico delle linee elettriche

Dettagli

6. CAMPO MAGNETICO ROTANTE.

6. CAMPO MAGNETICO ROTANTE. 6 CAMPO MAGNETICO ROTANTE Il camo magnetico monofase Il funzionamento delle macchine elettriche rotanti alimentate in corrente alternata si basa sul rinciio del camo magnetico rotante: il suo studio viene

Dettagli

Stabilità dei sistemi

Stabilità dei sistemi Stabilità dei sistemi + G(s) G(s) - H(s) Retroazionati Sistemi - Stabilità - Rielaborazione di Piero Scotto 1 Sommario In questa lezione si tratteranno: La funzione di trasferimento dei sistemi retroazionati

Dettagli

PROVE SULLA MACCHINA A CORRENTE CONTINUA

PROVE SULLA MACCHINA A CORRENTE CONTINUA LABORATORIO DI MACCHINE ELETTRICHE PROVE SULLA MACCHINA A CORRENTE CONTINUA PROVE SULLA MACCHINA A C. C. Contenuti Le prove di laboratorio che verranno prese in esame riguardano: la misura a freddo, in

Dettagli

ISTITUTO D ISTRUZIONE SUPERIORE "L. EINAUDI" ALBA ANNO SCOLASTICO 2015/2016

ISTITUTO D ISTRUZIONE SUPERIORE L. EINAUDI ALBA ANNO SCOLASTICO 2015/2016 ISTITUTO D ISTRUZIONE SUPERIORE "L. EINAUDI" ALBA ANNO SCOLASTICO 2015/2016 CLASSE 5 I Disciplina: Sistemi automatici Docenti: Linguanti Vincenzo Gasco Giovanni PROGETTAZIONE DIDATTICA ANNUALE COMPETENZE

Dettagli

Elettronica delle Telecomunicazioni Esercizi cap 2: Circuiti con Ampl. Oper. 2.1 Analisi di amplificatore AC con Amplificatore Operazionale reale

Elettronica delle Telecomunicazioni Esercizi cap 2: Circuiti con Ampl. Oper. 2.1 Analisi di amplificatore AC con Amplificatore Operazionale reale 2. Analisi di amplificatore AC con Amplificatore Operazionale reale Un amplificatore è realizzato con un LM74, con Ad = 00 db, polo di Ad a 0 Hz. La controreazione determina un guadagno ideale pari a 00.

Dettagli

I COSTI DI UNA VALUTA COMUNE

I COSTI DI UNA VALUTA COMUNE I COTI I UNA VALUTA COMUNE Un aese che aderisce a un UNIONE MONETARIA rinuncia ad alcuni strumenti di olitica economica utili a far fronte a eventuali situazioni di squilibrio ❶ manovre del tasso di cambio

Dettagli

Filtri attivi del primo ordine

Filtri attivi del primo ordine Filtri attivi del primo ordine Una sintesi non esaustiva degli aspetti essenziali (*) per gli allievi della 4 A A T.I.E. 08-09 (pillole per il ripasso dell argomento, da assumere in forti dosi) (*) La

Dettagli

Metodi Frequenziali per il Progetto di Controllori MIMO: Controllori Decentralizzati

Metodi Frequenziali per il Progetto di Controllori MIMO: Controllori Decentralizzati Metodi Frequenziali per il Progetto di Controllori MIMO: Controllori Decentralizzati Ingegneria dell'automazione Corso di Sistemi di Controllo Multivariabile - Prof. F. Amato Versione 2.2 Ottobre 2012

Dettagli

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE Specializzazioni: Elettronica e Telecomunicazioni Elettrotecnica - Informatica Modesto Panetti

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE Specializzazioni: Elettronica e Telecomunicazioni Elettrotecnica - Informatica Modesto Panetti ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE Specializzazioni: Elettronica e Telecomunicazioni Elettrotecnica - Informatica Modesto Panetti BARI Via Re David 186 - Tel : 080/5425512 080/5560840 Anno Scolastico : 2009/2010

Dettagli

CALCOLO EFFICACIA ED EFFICIENZA DI TERMOCAMINETTI A GIRI DI FUMO

CALCOLO EFFICACIA ED EFFICIENZA DI TERMOCAMINETTI A GIRI DI FUMO Pag. 1 di 7 CALCOLO EFFICACIA ED EFFICIENZA DI TERMOCAMINETTI A GIRI DI FUMO Introduzione La resente relazione ha obiettivo di calcolare indicativamente funzionamento efficacia ed efficienza di termocaminetti

Dettagli

Vademecum studio funzione

Vademecum studio funzione Vademecum studio funzione Campo di Esistenza di una funzione o dominio: Studiare una funzione significa determinare gli elementi caratteristici che ci permettono di disegnarne il grafico, a partire dalla

Dettagli

Studio nel dominio del tempo. Le correnti sulla resistenza e sul condensatore, considerando che il punto M è a massa virtuale, valgono:

Studio nel dominio del tempo. Le correnti sulla resistenza e sul condensatore, considerando che il punto M è a massa virtuale, valgono: INTEGRATORE E DERIVATORE Oltre le quattro operazioni matematiche (addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione) l A.O. è in grado di compiere anche altre operazioni tra le quali parecchio importanti

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Analisi armonica e metodi grafici Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 053 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it pag. Analisi

Dettagli

Diagrammi di Bode. I Diagrammi di Bode sono due: 1) il diagramma delle ampiezze rappresenta α = ln G(jω) in funzione

Diagrammi di Bode. I Diagrammi di Bode sono due: 1) il diagramma delle ampiezze rappresenta α = ln G(jω) in funzione 0.0. 3.2 Diagrammi di Bode Possibili rappresentazioni grafiche della funzione di risposta armonica F (ω) = G(jω) sono: i Diagrammi di Bode, i Diagrammi di Nyquist e i Diagrammi di Nichols. I Diagrammi

Dettagli

Modelli dei Sistemi di Produzione Modelli e Algoritmi della Logistica 2010-11

Modelli dei Sistemi di Produzione Modelli e Algoritmi della Logistica 2010-11 Modelli dei Sistemi di Produzione Modelli e lgoritmi della Logistica 00- Scheduling: Macchina Singola CRLO MNNINO Saienza Università di Roma Diartimento di Informatica e Sistemistica Il roblema /-/ w C

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA

LA CORRENTE ELETTRICA L CORRENTE ELETTRIC H P h Prima che si raggiunga l equilibrio c è un intervallo di tempo dove il livello del fluido non è uguale. Il verso del movimento del fluido va dal vaso a livello maggiore () verso

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

Esercizio 20 - tema di meccanica applicata e macchine a fluido- 2002

Esercizio 20 - tema di meccanica applicata e macchine a fluido- 2002 Esercizio 0 - tema di meccanica applicata e macchine a fluido- 00 er regolare il regime di rotazione di un gruppo elettrogeno, viene calettato sull albero di trasmissione del motore un volano in ghisa.

Dettagli

Transitori del primo ordine

Transitori del primo ordine Università di Ferrara Corso di Elettrotecnica Transitori del primo ordine Si consideri il circuito in figura, composto da un generatore ideale di tensione, una resistenza ed una capacità. I tre bipoli

Dettagli

Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC.

Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC. Gestione dei segnali analogici nei sistemi di automazione industriale con PLC. Nelle automazioni e nell industria di processo si presenta spesso il problema di gestire segnali analogici come temperature,

Dettagli

SENSAZIONE SONORA. 18.1 L orecchio umano. 18.2 La sensazione sonora - Audiogramma normale

SENSAZIONE SONORA. 18.1 L orecchio umano. 18.2 La sensazione sonora - Audiogramma normale Corso di Imiati Tecnici a.a. 009/010 Docente: Prof. C. Isetti CAPITOLO 18 18.1 L orecchio umano La ercezione di suoni, come d altra arte già osservato al riguardo della luce, coinvolge sia asetti fisici

Dettagli

Le macchine elettriche

Le macchine elettriche Le macchine elettriche Cosa sono le macchine elettriche? Le macchine elettriche sono dispositivi atti a: convertire energia elettrica in energia meccanica; convertire energia meccanica in energia elettrica;

Dettagli

Capitolo Ventitrè. Offerta nel breve. Offerta dell industria. Offerta di un industria concorrenziale Offerta impresa 1 Offerta impresa 2 p

Capitolo Ventitrè. Offerta nel breve. Offerta dell industria. Offerta di un industria concorrenziale Offerta impresa 1 Offerta impresa 2 p Caitolo Ventitrè Offerta dell industria Offerta dell industria concorrenziale Come si combinano le decisioni di offerta di molte imrese singole in un industria concorrenziale er costituire l offerta di

Dettagli

Logistica (mn) 6 CFU Appello del 22 Luglio 2010

Logistica (mn) 6 CFU Appello del 22 Luglio 2010 Logistica (mn) 6 CFU Aello del Luglio 010 NOME: COGNOME: MATR: Avvertenze ed istruzioni: Il comito dura ore e quindici. Non è ermesso lasciare l'aula senza consegnare il comito o ritirarsi. Se dovessero

Dettagli

FISICA. V [10 3 m 3 ]

FISICA. V [10 3 m 3 ] Serie 5: Soluzioni FISICA II liceo Esercizio 1 Primo rinciio Iotesi: Trattiamo il gas con il modello del gas ideale. 1. Dalla legge U = cnrt otteniamo U = 1,50 10 4 J. 2. Dal rimo rinciio U = Q+W abbiamo

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro.

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. PREMESSA: Anche intuitivamente dovrebbe a questo punto essere ormai chiaro

Dettagli

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY)

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) CICLO DI LEZIONI per Progetto e Gestione della Qualità Facoltà di Ingegneria CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) Carlo Noè Università Carlo Cattaneo e-mail: cnoe@liuc.it 1 CAPACITÀ DI PROCESSO Il

Dettagli

DISTRIBUZIONE di PROBABILITA. Si dice variabile aleatoria (o casuale) discreta X una quantità variabile che può assumere i

DISTRIBUZIONE di PROBABILITA. Si dice variabile aleatoria (o casuale) discreta X una quantità variabile che può assumere i DISTRIBUZIONE di PROBABILITA Si dice variabile aleatoria (o casuale) discreta X una quantità variabile che uò assumere i valori: ; ;, n al verificarsi degli eventi incomatibili e comlementari: E ; E ;..;

Dettagli

Horae. Horae Software per la Progettazione Architettonica e Strutturale

Horae. Horae Software per la Progettazione Architettonica e Strutturale 1 IL MATERIALE X-LAM Nel programma CDSWin il materiale X-LAM pu ò essere utilizzato solo come elemento parete verticale. Quindi, dal punto di vista strutturale, il suo comportamento è prevalentemente a

Dettagli

LA REGOLAZIONE. Controllore. Feedback

LA REGOLAZIONE. Controllore. Feedback LA REGOLAZIONE Importantissimo nella strumentazione industriale per l'utilità del suo impiego e per lo sviluppo a cui può dar luogo, è il sistema di controllo automatico (Regolatore Controllore). Questo

Dettagli