AGRICOLTURA E GREEN ECONOMY: ESEMPI DI BEST PRACTISES. di Annalisa Saccardo
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1 AGRICOLTURA E GREEN ECONOMY: ESEMPI DI BEST PRACTISES di Annalisa Saccardo Area Ambiente e Territorio Roma, 23 febbraio 2015 Sapienza Università di Roma Edificio di Botanica Aula Valerio Giacomini 1
2 GLI IMPEGNI AMBIENTALI DELLE IMPRESE AGEICOLE NE REGIME DI CONDIZIONALITA DEGLI AIUTI DELLA PAC Condizionalita = insieme delle norme e delle regole che le aziende agricole devono rispettare per poter accedere al regime del pagamento unico CAMPI DELLA CONDIZIONALITA AMBIENTE SANITA PUBBLICA, SALUTE DELLE PIANTE E DEGLI ANIMALI IGIENE E BENESSERE ANIMALE BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE ED AMBIENTALI
3 CRITERI DI GESTIONE OBBLIGATORI (CGO) Per conoscere quali CGO devono essere rispettati, occorre verificare quanto segue: aziende agricole con allevamenti appartenenti alla specie bovina, bufalina, suina ed ovi-caprina aziende agricole situate nelle aree vulnerabili da nitrati aziende agricole sui cui terreni si effettua lo spandimento di fanghi di depurazione aziende agricole che utilizzano sostanze pericolose in relazione all inquinamento delle acque sotterranee aziende agricole i cui terreni ricadono nelle aree sensibili per la tutela degli habitat, della fauna e della flora
4 BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI (BCAA) Norme stabilite e definite a livello nazionale e regionale per garantire il raggiungimento di 4 obiettivi prioritari fissati dall Unione Europea e cioè Protezione del suolo dall erosione Mantenimento del contenuto della sostanza organica del suolo mantenere la struttura del suolo assicurare un livello minimo di mantenimento ed evitare il deterioramento degli habitat
5 GREENING Diversificazione seminativi Divieto riconversione foraggere Aree a focus ecologico Impegno Obbligo di due colture per le aziende tra 10 e 30 ha di seminativi. Obbligo di tre colture per aziende con oltre 30 ha Vietata la conversione in seminativi delle foraggere permanenti 5% sau aziendale destinata a focus ecologico : terrazzamenti, siepi, setaside etc. Principali esenzioni Aziende con meno di 10 ha. E con colture per almeno il 75% in sommersione (ha residui <30ha) Aziende con meno di 15ha. Arboree e aziende con colture in sommersione Ovvero pratiche equivalenti definite dagli Stati membri reg. CEE 1307/2013
6 COS E UN PIANO DI SVILUPPO RURALE Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) è uno specifico strumento per una politica determinata dell Unione Europea rivolta ai territori non urbanizzati. fondo finanziario : FEASR. Il PSR è articolato in 4 assi di intervento: Asse 1 - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale Asse 2 - Miglioramento dell ambiente e dello spazio rurale Asse 3 - Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell economia rurale Asse 4 - Approccio Leader Le Regioni predispongono i programmi e li inviano alla Commissione Europea che dovrà approvare ciascun singolo Programma di Sviluppo Rurale
7 COSA FINANZIA L ASSE 2 MIGLIORAMENTO DELL AMBIENTE Agricoltura biologica Regg. CE e 889/2008 Zero residui di fitofarmaci Sistema Nazionale di Qualità della Produzione Integrata Uso di fitofarmaci naturali e di fertilizzanti di origine organica autorizzati Lavorazioni fisiche e meccaniche del suolo Standard di benessere animale superiori a quelli degli allevamenti convenzionali (obbligo di pascolo) Tecniche di coltivazione ed allevamento a basso impatto ambientale nelle aree Natura 2000 Combinazione tra lotta biologica (insetti utili Trappole Feromoni) e uso di fitofarmaci di sintesi chimica Marchio del MIPAAF Linee guida nazionali per elaborazione disciplinari di produzione regionali Investimenti nel settore forestale
8 LE PRATICHE AGRICOLE ADOTTATE NEI PSR 1) selezione nella scelta dei prodotti fitosanitari impiegando quelli piu selettivi nei confronti dell entomofauna utile, dei piccoli mammiferi e degli uccelli; 2) tutela dell avifauna mediante l impegno da parte dell agricoltore a realizzare nidi artificiali ; 3) realizzazione di erbai intercalari ed azioni di inerbimento; 4) misure di salvaguardia della biodiversità vegetazionale dei comprensori pascolivi tramite, ad esempio, il miglioramento della diversità botanica delle cotiche; 5) salvaguardia della biodiversità animale, in particolare negli habitat di particolare pregio naturalistico; 6) tutela della biodiversita agraria vegetale; 7) mantenimento della fertilità dei suoli agricoli (conservazione del livello di sostanza organica); 8) Incremento della diversità biologica nelle risaie; 9) fasce a bordo campo con leguminose attraenti per le api 8
9 CREAZIONE DI FASCIA A BORDO CAMPO CON SPECIE ATTRAENTI PER INSETTI IMPOLLINATORI
10 IL PROGETTO OPERATION POLLINATOR NEL PSR UMBRIA progetto sviluppato da Syngenta in 14 Paesi UE e attivo in Italia dal 2007 ha coinvolto: il CRA-PAV, Facoltà di Agraria Università di Perugia, imprese agricole di 14 regioni italiane e più di 100 aree Progetto inserito nell asse 2 - Misura agro-ambientale 214 del PSR Umbria: realizzazione di Set-aside ecocompatibili creazione di ambienti favorevoli alla biodiversità, gestendo aree poco produttive o marginali semina di essenze selezionate, ricche in nettare e polline, Obiettivo: dimostrare che l uso dei fitofarmaci è compatibile con la presenza degli insetti impollinatori favorendone l aumento addirittura del 200% dopo 5 anni consecutivi di semina La validità del progetto è dimostrata dal miglioramento della resa e della qualità delle colture, legate a una maggiore impollinazione e dalla tutela del suolo e delle acque 10
11 MARGINI DI CAMPO MULTIFUNZIONALI 70% della biodiversità in azienda agricola è presente nei bordi campo I margini di campo proteggono acqua e suolo Gli impollinatori migliorano le produzioni agricole 11
12 EFFETTI DELL IMPOLLINAZIONE SULLO SVILUPPO DELLE COLTURE Più dell 80% delle coltivazioni europee dipende direttamente da questi insetti per l impollinazione. L impollinazione delle colture effettuata dagli insetti vale circa 5 miliardi di euro l anno per gli agricoltori europei. Il valore degli impollinatori a livello di ecosistema globale si aggira intorno ai 90 miliardi di euro l anno. Le colture che più beneficiano dell impollinazione in agricoltura sono: Frutta Foraggere Ortaggi Officinali Oleaginose Aromatiche 12
13 COSA DEVE FARE L AGRICOLTORE Selezionare zone poco produttive (es.: bordo campo) Dimensione minima margine: 500 m2 Larghezza minima: 2,5 m Dimensione raccomandata: 1000 m2 ogni 10 ha di coltura Utilizzare miscela selezionata Operation Pollinator costituita da essenze ricche in nettare e polline 13
14 14
15 RISULTATI ITALIANI Incrementare significativamente le popolazioni di insetti impollinatori. Favorire lo sviluppo di farfalle e altri insetti. Migliorare la resa e la qualità delle colture grazie a una migliore impollinazione. Creare habitat per piccoli mammiferi e uccelli terricoli. Garantire misure per proteggere suolo e acque. Stabilire sistemi agricoli economicamente più sostenibili. Impollinatori: Api comuni, Api selvatiche, Bombi, Sirfidi 15
16 AREE E COLTIVAZIONI SULLE QUALI E STATO APPLICATO OPERATION POLLINATOR 16
17 COME E IMPOSTATA LA MISURA NEL PSR UMBRIA a) destinare almeno il 10 % dei seminativi ad impegno a set-aside ecocompatibile suddivisi in lotti non contigui di superficie non superiore a 0,4 ettari cadauno. I lotti non potranno essere cambiati di ubicazione nel periodo vincolativo quinquennale; b) seminare nei lotti destinati a set-aside ecocompatibile e mantenere in campo fino al 30 novembre di ciascun anno d impegno le essenze vegetali di Operation pollinator considerate attraenti dagli insetti impollinatori (api e bombi): L aiuto nel periodo è ammontato a 127,00 /ha ed è corrisposto sulla base degli ettari oggetto di impegno. Qualora l azienda partecipi ad un progetto collettivo di area l aiuto è maggiorato di 12,00 /ha. 17
18 OPERATION POLLINATOR NEI PSR La realizzazione di fasce a bordo campo con specie attraenti per gli impollinatori è previsto ora anche dai PSR di altre Regioni che sull esempio dell Umbria hanno previsto tale misura per il periodo Per saperne di più su Operation Pollinator: Pagine/operation_pollinator.aspx Video Università del Kentucky 18
19 R I S A I E V E R C E L L I 19
20 INCREMENTO DELLA DIVERSITÀ BIOLOGICA NELLE RISAIE Tutela della diversità biologica negli ambienti umidi. L alternanza di fasi di asciutta e di allagamento, normalmente praticata nella gestione dell acqua di sommersione, può costituire una trappola ecologica per anfibi e organismi acquatici che svolgono il loro ciclo biologico, in tutto o in parte, nelle colture allagate. Nella pratica normale, durante le asciutte la risaia viene completamente prosciugata, poiché non vengono preventivamente tracciati solchi nei quali l acqua possa permanere consentendo la sopravvivenza delle specie acquatiche Interventi agronomici mitigatori dei riflessi negativi sulla biodiversità determinati dalla pratica dell asciutta.. 20
21 L IMPEGNO AGROAMBIENTALE DELL AGRICOLTORE NELLA RISAIA Nella pratica normale dopo la metà di giugno viene effettuata almeno un asciutta allo scopo di effettuare la concimazione azotata di copertura e di contenere lo sviluppo delle alghe. In Piemonte, il PSR prevede due tipi di intervento, attuabili dall agricoltore, sia congiuntamente che indipendentemente l una dall altra: - sospensione anticipata delle asciutte; - mantenimento della sommersione del terreno su parte della risaia durante le asciutte. Sospensione in anticipo delle asciutte mantenendo una sommersione ininterrotta della camera di risaia, con livello dell acqua costante fino all ultimo definitivo prosciugamento in prossimità della raccolta. Tale sommersione si pratica almeno a partire da una data compresa nella prima metà di giugno, fissata dalla Regione anche in riferimento alle condizioni stagionali ed a eventuali differenziazioni territoriali. 21
22 CONSEGUENZE DELLA PRATICA AGRONOMICA L impegno comporta: A) la rinuncia ad effettuare tale asciutta, con conseguente riduzione di resa. B) La realizzazione di solchi che si mantengano allagati anche durante le fasi di asciutta e a curare la loro pulizia e manutenzione. L impegno comporta la perdita della produzione relativa alla superficie interessata dai solchi e i costi aggiuntivi connessi alla loro creazione e manutenzione. 22
23 NIDO IN VIGNETO 23
24 MANUTENZIONE DI NIDI ARTIFICIALI NEI FRUTTETI E NEI VIGNETI La presenza di nidi artificiali collocati nelle coltivazioni o nelle loro vicinanze favorisce la diversità biologica dell agroecosistema e il controllo naturale di organismi nocivi alle coltivazioni. Il successo di tale pratica é in funzione delle caratteristiche del territorio circostante e delle cure rivolte alla collocazione, pulizia e manutenzione dei nidi. Le operazioni sono progettate da esperti che ne valutano preventivamente le possibilità di successo e le seguono durante la fase di attuazione. L intervento richiede i seguenti impegni: - curare la pulizia annuale e la manutenzione di nidi artificiali per uccelli insettivori e/o chirotteri all interno delle coltivazioni o nelle loro vicinanze; - sostituirli in caso di rottura, perdita o deterioramento; Deve essere rispettato il rapporto di 10 nidi per ogni ettaro di superficie. 24
25 GRAZIE! COLDIRETTI Area Ambiente e Territorio aspx 25
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