Strumenti di indagine per la valutazione psicologica

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1 Strumenti di indagine per la valutazione psicologica Misurare in psicologia Davide Massidda davide.massidda@gmail.com Che cosa è la misura Misurare significa assegnare dei valori numerici a oggetti o eventi secondo delle regole che consentono di rappresentarne le proprietà attraverso un sistema numerico. In psicologia, la base della misurazione è l'osservazione del comportamento. Attraverso la misurazione, si cerca di quantificare le osservazioni di un comportamento sotto esame. Università di Cagliari, a.a. 2013/2014 La base della misurazione Che cosa misuriamo Popolazione L insieme di tutte le unità cui fa riferimento l osservazione. Campione Sottoinsieme di una popolazione su cui viene effettuata la misurazione (non sempre è possibile raggiungere tutte le unità della popolazione). Unità statistica Elementi che costituiscono l oggetto dell osservazione e le cui proprietà vengono rilevate. Latenza Intervallo di tempo che intercorre tra la presentazione di uno stimolo e il verificarsi di uno specifico evento (risposta). Esempio: tempo di reazione. Frequenza Numero di volte in cui si presenta un determinato evento. Esempio: numero di risposte corrette.

2 Che cosa misuriamo Caratteristiche (auspicabili) di una buona misura Durata Quantità di tempo in cui un singolo comportamento viene mantenuto. Esempio: comportamento di gioco. Intensità Quantità di un fenomeno (talvolta si assume la frequenza come indicatore di intensità della caratteristica da misurare). Esempio: espressione di un atteggiamento su scala Likert. Oggettività Non deve risentire dell'influenza del valutatore. Fedeltà Deve essere priva di errore casuale. Sensibilità Deve essere capace di cogliere anche le più piccole differenze dell'attributo misurato presenti nel fenomeno....perlomeno, questo è quello a cui dovrebbero essere tesi i nostri sforzi di misuratori. Le variabili Misurare in psicologia Le variabili sono il prodotto del processo di misurazione. Una variabile è una caratteristica, suscettibile di misura, che può assumere valori diversi in un dato intervallo, dove ogni valore quantifica o qualifica una certa caratteristica di ogni unità statistica. Una variabile è tale perché varia, cioè assume valori diversi tra le diverse unità statistiche. Se nei valori registrati non c'è variabilità, siamo in presenza di una costante. Latente Mente Osservabile Comportamento Misura Comprendere il motivo di tale variabilità è scopo di un'indagine statistica di tipo inferenziale. Tecniche di scaling: procedure che consentono di sottoporre a misura concetti e costrutti latenti.

3 Latente vs osservato Latente vs osservato Variabili latenti Una variabile latente rappresenta un concetto unidimensionale nella sua forma pura (Bollen, 1989). Non è direttamente osservabile, ma misurabile solo per via indiretta, tramite appropriate variabili chiamate indicatori. Esempi: intelligenza, socievolezza, ansia. Variabili osservate Una variabile osservata è una variabile direttamente misurabile. Esempi: altezza, genere sessuale. Spesso le variabili osservate vengono utilizzate come indicatori indiretti delle variabili latenti. Esempio: risposte a un test (Pastore, 2009) misurazione dell ansia. Scale di misura Variabili qualitative Tradizionalmente le variabili si distinguono rispetto alla loro natura metrica. Qualitative (nominali, ordinali), anche dette fattori. Quantitative (discrete, continue a intervallo / a rapporti) Le variabili quantitative sono quelle che variano in grandezza (es. intensità di un suono), mentre quelle qualitative cambiano modalità (es. sesso M/F, risposte giuste/sbagliate). Scala nominale È costituita da categorie che non possono essere ordinate. Non si tratta di una vera e propria scala ma di un modo di categorizzare un insieme di elementi. Le modalità possono anche essere codificate con numeri, ma ogni numero rappresenterà solo un'etichetta e non una quantità. Esempi: genere sessuale, città. N.B. Una variabile su scala nominale è più precisamente chiamata mutabile.

4 Variabili qualitative Variabili quantitative Scala ordinale È costituita da categorie che possono essere ordinate. Rispetto alla scala nominale, i numeri non sono più semplici etichette, ma viene introdotto il concetto di ordine tra le quantità. Attenzione: il numero assegnato non corrisponde direttamente alla quantità della caratteristica di interesse, ma rappresenta una semplice relazione d ordine tra le quantità. Esempio: in uno studio di marketing si chiede di ordinare, in base alla preferenza, un gruppo di prodotti alimentari che variano per una qualche caratteristica. Discrete Possono assumere valori finiti e numerabili (solitamente si tratta di conteggi). Continue Possono assumere qualsiasi valore in un intervallo (es. tempi di reazione). Variabili quantitative continue Variabili quantitative continue Scala a intervallo È una scala in cui è possibile misurare solo la distanza tra due categorie: prodotti e rapporti non sono consentiti. Le uniche operazioni algebriche tra i numeri associati ai diversi punti della scala sono somma e differenza. Scala a intervallo Esempio: chi ha QI = 160 ha 80 punti in più rispetto a chi ha QI = 80, ma non possiamo dire che un QI di 160 è doppio rispetto a un QI di 80. Altri esempi: benessere, depressione. Il motivo è che lo zero della scala è arbitrario e non assoluto e di conseguenza anche le distanze tra i punti sono arbitrarie. Rispetto alla scala ordinale, presenta un rapporto costante tra gli intervalli.

5 Variabili quantitative continue Casi limite: quale scala di misura? Scala a rapporti Rispetto alla scala a intervalli, presenta uno zero assoluto che indica l effettiva assenza di proprietà. Oltre ad addizione e sottrazione, sono consentite anche le operazioni di moltiplicazione e divisione tra i punti della scala. Esempi: peso corporeo, tempi di reazione, reddito. Tempo Risposte vero/falso, giusto/sbagliato Risposte su scale di tipo Likert Anche se una variabile è continua, la sua misura spesso può essere discontinua. Es. età, scala likert, altezza. Dal latente all'osservato Dal latente all'osservato in in

6 Dal latente all'osservato Dal latente all'osservato in in Né né in Relazioni tra variabili Un esercizio Due variabili possono essere correlate, per cui al variare di una varia anche l'altra. Due variabili possono essere legate da un rapporto di causa-effetto, per cui le variazioni di una provocano le variazioni dell'altra. Un professore sta sperimentando un nuovo metodo per l insegnamento della grammatica latina e vuole capire se questo porti i suoi studenti a ottenere risultati migliori rispetto alla classica metodologia da lui sempre adottata. Così, in una classe propone la materia col metodo classico, e in un altra classe decide di insegnare col nuovo metodo. Y Dipendente X Indipendente Alla fine dell anno scolastico estrae un campione di 6 studenti dalla classe a cui ha insegnato col metodo classico e un altro campione di 6 studenti dalla classe a cui ha insegnato col nuovo metodo.

7 Un esercizio Un esercizio A tutti gli studenti estratti propone un compito riassuntivo del programma dell anno. Un suo collega valuta i compiti secondo una griglia predefinita, che prevede l attribuzione di un punteggio da 0 (nessun esercizio svolto correttamente) a 30 (tutti gli esercizi svolti correttamente). Metodo classico Nuovo metodo Quali sono le variabili considerate nello studio? 2. Di che natura sono le variabili? Su che scala sono misurate? 3. Qual è la variabile dipendente e quale l indipendente? Un esercizio Sarebbe stato più facile? Metodo classico Nuovo metodo Quali sono le variabili considerate nello studio? 2. Di che natura sono le variabili? Su che scala sono misurate? 3. Qual è la variabile dipendente e quale l indipendente? Punteggio al compito: Variabile quantitativa su scala a rapporti, dipendente. Metodo d'insegnamento: Variabile qualitativa su scala nominale, indipendente. Alunno Punteggio Metodo 1 22 classico 2 3 classico 3 10 classico 4 6 classico 5 18 classico 6 11 classico 7 14 nuovo 8 29 nuovo 9 22 nuovo nuovo nuovo nuovo

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